Sei sulla pagina 1di 22

AMERICA INDIGENA 1.

Þ SIMBOLOGIA DEL VESTIRE: Studio del simbolo, simboli connessi al ves?re.


Þ Ves?re un corpo non è un’operazione indifferente perché quando ves?amo un corpo ves?amo
qualcosa che può portare con sé dei valori e dei significa?.
Þ La simbologia del ves?re è inves?re in diverse culture, dis?nguere non soltanto il maschile e il
femminile ma la differenza d’età in alcune culture; come le culture contemporanee, capire
quali concezioni del corpo contribuiscono ad avere un’idea del ves?re e dello sves?re.

Þ obie%vo del corso: Come si costruiscono stereo?pi, come ques? diventano poten? da far
scoppiare guerre civili—> L’approccio è quello della comparazione: Il corpo è spesso connesso
al tema della sacralità non perché il corpo è sacro ma nelle culture, spesso, il modo di vedere il
corpo ha anche a che fare col mondo religioso.

Þ La comparazione serve a capire i propri limi?, pun? di forza intelleSuali, che servono al dialogo
e alla comprensione
Þ La comparazione mi consente di dire “le verità” che non si incontrano fra di loro, l’abito diventa
parte integrante della comunicazione, ma anche dal punto di vista storico.
Þ SoSrarre simboli: un simbolo può richiamare diversi valori, Ciascuno lo vuole per sé con le sue
verità è i suoi valori.

Þ Il corpo della donna va coperto e proteSo (ad esempio nell’Iran)

Þ Il mondo della moda come quello dell’arte si nutre di STEREOTIPI, che favoriscono la
comunicazione.

Þ Il modo della moda-> in senso ampio, è il mondo della moda an?ca/Roma an?ca Grecia an?ca
ecc. la moda ci consente di avere una prospe[va di lunga durata sia nel tempo che nello spazio.
Þ ASraverso la moda non soltanto passano gli stereo?pi ma anche le gerarchie, differenze di
genere, differenze di classe e differenze religiose.

Þ Cosa accade quando dei simboli si appoggiano nel corpo e quando vengono so>ra?? Vi è una
operazione di aggiungere o togliere.

I simboli sono caricaA di valore e cosa accade quando quesA valori li me?amo sul nostro corpo?
Þ I simboli e l’abito —> (l’abito che è sempre il protagonista)
Þ i simboli invece entrano in quel discorso MITICO (ad esempio: il tema della nudità viene
introdoSo nel linguaggio mi?co e religioso, la creazione dell’uomo e della donna: Adamo ed
Eva, il ruolo che la nudità ha in questa vicenda)
Þ Il togliere l’abito e l’aggiungerlo diventa valore culturale. TuSe le volte che parliamo di un
contesto culturale è importante la comparazione.
Þ Un altro esempio che traSeremo: il modo in cui l’oriente è stato rappresentato fra rapporto
Europa-oriente.)
Þ La simbologia del ves?re ci consente di fare la storia di ques? stereo?pi, capire in che modo
l’abito fa il monaco.

Þ Il corpo sicuramente è un materiale su cui si scrive sia idealmente (segni che non si vedono) sia
la scriSura (tatuaggi temporanei sia perenni come, ad esempio, l’henné che ha una funzione
importante nei matrimoni) I tatuaggi del Giappone cui la stessa mafia ha faSo dei segni del
corpo un segno di riconoscimento.

Þ Nel ves?re un corpo nudo questa è un’operazione culturale, cancellare la nudità dove in
alcune culture la nudità è un mezzo molto forte. Studiare il modo in cui noi ves?amo il corpo o
le implicazioni con cui ves?amo un corpo.

Þ La moda si nutre di stereo?pi: Pierre Bourdieu

Þ Bourdieu ha scriSo libri come: DISTINZIONE e ci dice che “il gusto è indoSo” il gusto che è
qualcosa che ci iden?fica (mi piace ves?rmi così) se è indoSo vuol dire che quella dimensione
mia sogge[va fa parte di qualcosa che non dipende da me.

Þ Noi viviamo di relazioni anche quando dormiamo, ci sono relazioni che ci influenzano nel dire
“mi piace e non mi piace” “si può trasgredire qua ma non di la” ecc. Le società si nutrono di
relazioni, viviamo di relazioni che non sono mai complesse e semplici, i movimen? nelle
relazioni non sono mai univoci (non c’è mai una ragione per cui mi piace il rosa ad esempio)
noi costruiamo o decostruiamo delle relazioni di genere.

Þ Bourdieu dice: noi siamo agen? agi? e viviamo in una società che è una struSura struSurata e
struSurante.

Þ Essere agen? e agito: agen?-> qualcuno che fa qualcosa. Essere agente –> Essere agito
(dimensione che non ci porta ad agire, ma ci fa interagire “passivamente”). Agente-Agito si
trovano in relazione tra loro all'interno di un contesto sociale.

Þ L’intenzione, agi? che non fa parte della nostra intenzione, è un altro modo di interagire. NOI
NON SIAMO PERSONE CHE AGISCONO SECONDO UN IDEA MA PER VIE TRASVERSE PERCHÉ C’E’
qualcuno che si aspeSa qualcosa da noi.

Þ In che misura sono agente? ho scelto la camicia rossa e in che misura è agita? perché sta bene
con il nero-> l’elemento che influenza e poi l’agire-> Agente e agito è una relazione che ci pone
all’interno di un contesto sociale.

La società viene definita:


Þ struSurante -> ad esempio i simboli, che si muovono all'interno di un contesto sociale,
possono potenzialmente diventare strategia. Oppure par? del corpo coperte o scoperte che
portano un messaggio, un significato, un simbolo, un valore all'interno della società e da parte
della società.
Þ struSurata
Þ StruSura
rispeSo al ves?re un corpo i simboli funzionano in un contesto sociale, il simbolo diventa una
strategia di marke?ng. All’interno delle culture il simbolo ha una valenza diversa, potrebbe
essere dio in persona, dio tes?monial (il simbolo diventa potente).

La religione che va al di là del credo che hanno a che fare con i valori , come si concepisce il pudore. il
pudore è rela?vo, la donna che si scopriva la caviglia ai tempi di Maria AntonieSa era già seduzione.
Il modo in cui si costruisce il pudore è storico, come cer? comportamen? sono appropria? in un
contesto o non appropria? in un altro.
Il ves?re diventa parte del discorso giuridico, la laicità è una ques?one giuridica.

NATURA E/O CULTURA ? Il corpo appar?ene alla dimensione della cultura. Ma appar?ene anche a
qualcosa che noi chiamiamo NATURA, che cos’è natura?
Naturale può diventare spontaneità dall’altra un conceSo norma?vo.
L’abito serve a fissare il limite fra quelli che sono gli insider e outsider. Culture vuol dire anche sistemi
e credenze religiose e come la credenza trae profiSo dall’abito e come la ques?one religiosa prende
parte all’abito diventando decorazione dell’iden?tà.
iden?tà vuol dire essere uguale a un altro, l’iden?tà serve a difendere il faSo che piccoli e grandi
gruppi si dis?nguono dagli altri. Mol? antropologi odiano parlare di iden?tà.
Furto dell’iden?tà che passa aSraverso l’abito diventando ques?one di moda. Roland Barthes si è
occupato del fenomeno della moda ed è stato un semiologo, abito che por?amo spesso il nostro abito
è dato dai nostri tra[ soma?ci. La pelle ha segnato l’iden?tà dei popoli e delle persone, i tra[
soma?ci.

Þ Lo stereo?po come meccanismo fa parte del nostro cervello, questo stereo?po se si aggancia a
delle idee è pericoloso e inganna e imprigiona la nostra mente.
Þ quando ci interroghiamo su Cos’è naturale dobbiamo chiederci anche cos’è innaturale.

Il corpo è natura e/o cultura?


il corpo ci richiama in una dimensione di anima naturale dal punto di vista di standardizzazione
naturale, abbiamo a che fare con conce[ standardizza? e questo è fa?coso perché ogni volta che
diciamo una parola è temporaneo. Non esistono culture che non sono sincre?che.
Þ TuSe le religioni compreso il cris?anesimo non sono sincre?che.
Þ La simbologia del ves?re ha a che fare con il mondo che cambia, può rimanere stabile
(uniformi, abi? tradizionali ecc) ma in realtà mutamen? ci sono.
Þ Essendo il corpo il disposi?vo che porta ques? abi? tuSo diventa più stabile perché il corpo
non è stabile.

Þ Il corpo finisce o non finisce? Se ci spos?amo in contes? come il prospe[vismo dove non c’è
dis?nzione fra un corpo e l’altro allora c’è un filo conduSore e dove decidiamo che la nostra
pelle o il nostro corpo finisce?
CULTURA= Tylor (1871) da una prima definizione, è stato uno dei primi antropologi che ha scriSo un
libro PRIMITIVE CULTURE dove per quanto ci siano dei limi? lega? all’epoca viSoriana ha capito delle
cose importan?: Capacità è abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro, in quanto membri di un
clan/quar?ere ecc noi acquisiamo capacità e abitudini.
Þ Se tuSo quello che si acquisisce noi lo esprimiamo in “filosofia, medicina ecc” o l’arte
(quell’arte che ammiriamo è anche quello un linguaggio in cui esprimiamo abitudini)
aSraverso l’arte può passare di tuSo, la morale, il diriSo (il modo di governare, le regole che
servono per vivere che hanno una funzione norma?va)
Þ le regole per prima sono rivoluzionate quando si vuole rivoluzionare un contesto poli?co, ad
esempio, il costume: Tylor nel 1871 si riferiva al modo in cui l’abito produce la gerarchia,
l’iden?tà. Gli inglesi in quel periodo ci hanno fornito tan? da? sul moto altro.
Þ L’antrppologia nasce in inghilterra perché grande potenza

UGO FABIETTI (Elemen? di antropologia culturale 2005)


Þ La sua definizione è più recente è più evoluta rispeSo a Tylor.
Þ La nostra vita pra?ca (come ci compor?amo) vita intelleSuale passa aSraverso prudessi che
hanno a che fare con la trasmissione: un gruppo che fa clan che può essere faSo da zii, nonni,
genitori ecc. e l’acquisizione: due aspe[ diversi uno che trasmeSe nome.
Þ deSo che acquisisca e spesso la trasmissione non passa aSraverso “cosa si fa e cosa non si fa”
ma anche del silenzio nel guardare magari gli adul?, o anche aSraverso modi non is?tuzionali
come anche le barzelleSe, come aSraverso le barzelleSe essa può scaturire stereo?po.
Þ La selezione—> nelle culture c’è una selezione di quello che va trasmesso e ciò che viene
acquisito dalle generazioni, di faSo apprendiamo le censure, le inibizioni che vanno via quando
si beve o si sta in un contesto rilassato che apprendiamo da piccoli.
Þ I famosi tabù (cose che non si possono pensare perché culturalmente sono un problema se si
pensa al diba[to dell’incesto, ha a che fare nel modo in cui le culture sanzionano
comportamen? non posi?vi perché vengono meno alla legge che sanzione per l’ordine,
sanzionare comportamen? sessuali)
Þ largamente condivisi—> ci dice che iden?tà lo fa la maggioranza all’interno di quella
maggioranza e iden?tà ci può essere ignoranza che ha le sue caraSeris?che anche pensando
alla varietà dei costumi, all’interno delle regioni d’Italia (diale[, pos? geografici ecc) tu[ ci
sen?amo italiani ma tu[ abbiamo una iden?tà connessa al proprio luogo di nascita e la si
difende.

MARVIN HARRIS (cultural antropology 1983) e (Theories of Culture in Postmodern Theories 1999
Þ l’apprendimento è fondamentale, e l’importanza dell’educazione che non passa solo
aSraverso la scuola, dal catechismo ma anche nei gruppi in cui si appar?ene.
Þ Apprendimento e acquisizione sono due processi diversi che fanno forza l’uno con l’altro.
Þ Parla di maniera struSurata e reiterata —> ci riporta ad un altro conceSo di cui ha parlato
Butler cioè la PERFORMATIVITÀ—> la ripe?zione, con?nuiamo a ripetere i nostri ges? e
tramite ques? impariamo. Ripe? vita di ges? innocui insignifican? che poi hanno portato con
sé un grande significato come non solo libertà d’espressione ma anche come ges? (se nasce
maschio o femmina ormai i negozi ? fanno scegliere il colore non è più obbligatorio il rosa per
le bimbe ad esempio) la performa?vità per Butler PRATICHE DI GENERE—>il faSo di meSere in
pra?ca il genere con ges? concre? che assorbono l’idea che il rosa è per le ragazze e il blu è
per il maschio.
Þ si impara a riconoscere un’idea del bello, di bruSo. Si impara se si è belli se si hanno delle
caraSeris?che e viceversa se non si hanno.

“pensare, senAre, agire”


Þ il nostro Harris ha aggiunto che siamo fa? di senAre, siamo in in epoca dove c’è una grande
a>enzione alle emozioni che sono state studiate e non solo, il significato che viene dato a quelle
emozioni. Abbiamo una visione in cui mente e corpo non le disAnguiamo più, l’emozione porta
ad una forte interazione fra mente e corpo.
Þ “agire”—> l’abito rientra e prende parte ad acquisizione trasmissione, apprendimento ecc
prende parte a queste modalità con cui viviamo socialmente (mi sento a mio agio con degli abiA,
il senArsi fuori luogo se si indossa la maglia giusta o coperto o scoperA al punto giusto) La
simbologia ha a che fare con tu>e queste sfere, la simbologia passa a>raverso il senAre, agire e
pensare.

NATURA: (definizioni temporanee su cui rifle>ere)


Þ La natura diventa normaAva, un paradigma normaAvo che ci consente a livello culturale di
includere ed escludere (ciò che va bene, ciò che non va bene)
Þ L’idea di vivere secondo natura con uno stato intaccato dalla cultura che implica che tu? che
vivono in natura non hanno cultura (cosa sradicata con gli indigeni ad esempio). Pensare alla
natura come qualcosa che si possa ricostruire perché spesso c’è l’idea di stato di natura trovando
un modo di vivere a conta>o con la natura (promosse dalle collezioni dagli abiA, natura che può
richiamare il mondo ideale ): la nudità ad esempio, nudità concepita come elemento di natura
privo di elemenA sociali. Nudismo come ritorno alla natura, che ha un immaginario ben preciso a
livello anche filosofico., tu>o questo può essere sradicato della nudità in altri contesA culturali,
dove la nudità definisce uno status.
Þ Sadu: Figure degli asceA e guru ci si rivolge a uomini nudi, nudità che scandalizza, mentre se
qualcuno si spogliasse in pubblico verrebbe accusata da oscenità, mentre queste figure sono
acce>ate. Capiamo dunque dove la nudità è censurabile o meno.

Þ C’è un modo di pensare con il pudore di censurare la nudità a livello culturale. Nudità è
assenza di abi? pensare alla nudità come assenza di abi? che viene associata alla natura, che
produce l’immagine della natura. e non è la nudità che produce la natura.

Þ La natura come organi genitali femminili, coprire la natura era coprire gli organi genitali
femminili e non quelli maschili (natura-femminilità) oggi si parla di terra madre e nessuno di
terra padre o madre natura, questo è collegato a secoli di immaginari dove la natura feconda e
meSe al mondo secondo l’immagine dell’utero, del corpo femminile che meSe al mondo il
nuovo nascituro dove in parte c’è una parte maschile. E allora ci sono due immaginari:
Þ natura che produce (Platone diceva can?ere l’utero delle donne) e la potenza maschile (seme
che geSa la potenza della vita, lo troviamo in diverse culture come seme che da vita che
res?tuisce poi il nuovo nascituro) la ragione (passione) e is?nto, logos dio maschile.

Þ Noi ves?amo i corpi aSraverso i muscoli

LA NATURA
Þ Il tema della natura è centrale perché rimanda ad un’idea di ricostruire la natura, l’idea che si
possa ritornare ad uno stato di natura e che si possa prendere parte a quel processo culturale
che noi chiamiamo ritorno alla nudità.
Þ Nudità è infondo uno stato, ce lo abbiamo difa[ in assenza di ves??, culturalmente siamo
arriva? a pensare agli abi?. Quindi la nudità è soSrazione, perché è vero da un lato dire che
l’abito è culturale ma anche la nudità infondo è la soSrazione di qualcosa, non è qualcosa che
abbiamo come dato perché non la conosciamo, sin da piccoli ci abituano a ves?rci.

Þ Ritorno alla nudità: NUDE e NAKED differenza

Þ il Nude: si costruisce con s?le


Þ Naked: è qualcosa che abbiamo sin dalla nascita.
Þ Una nudità che in entrambi i casi è cultuale è vero che si nasce nudi perché non abbiamo i
ves??. Uno viene dato in maniera norma?va, l’altra invece è una soSrazione meditata e
artefaSa.
Þ La nudità è qualcosa di nega?vo, mentre l’altra faSa con s?le può essere acceSata.
Þ Il tema connesso alla ricercatezza: naturale connesso al fresco contribuisce alla costruzione.
Þ il Nude toglie il disturbante per rendere il naked apprezzabile. La cultura aggiunge e toglie
laddove disturba.
Þ La nostra nakedness ci disturba perché siamo imperfe[, NUDE = come infondo è una
costruzione che va ad alimentare un’idea di perfezione aSraverso la nudità ripulita aSraverso
ciò che disturba.
Þ Il Nude può essere un tessuto che traspare che però non è necessariamente accessibile ad
esempio ciò che traspare.

Þ Infondo anche l’imperfezione non ha un’idea unica, laddove si costruisce la bellezza e la


perfezione si costruisce anche l’imperfezione.
Þ Gli ideali di bellezza cambiano di paese in paese, quali sono quei canoni di naturalità che si
impongono anche sugli uomini che sono costre[ a rispecchiare.
1. il non capello bianco
2. tu[ gli uomini dovrebbero essere al naturale: un’idea non soltanto di bellezza ma di
mascolinità.
Þ Le società tendono a cristallizzare ques? paradigmi, dal momento in cui si esce fuori da un
paradigma ci si allontana ad un ideale di femminilità o l’ideale da maschilità. (donne che hanno
tra[ che rispecchiano la mascolinità e viceversa)
Þ Judith Butler dice che il maschile e il femminile sono due conce[ instabili (tuSo il contrario di
tuSo) perché infondo devo pensare al femminile con le caraSeris?che associate al femminile e
non l’opposto? il maschile e il femminile hanno tante possibilità, chi non ha quelle
caraSeris?che viene qualificato per soSrazione o per aggiunta.
Þ Iperfemminilizzazione delle cose o ipermascolinizzazione (accentuare il corpo, mascolinizzare il
corpo) l’idea di maschilità costruita in questo modo: se non ci sono muscoli c’è un altro modo
di qualificarlo.
Þ TRATTE DI GENERE: ll modo in cui si prende parte alle pra?che di genere: sono tu[
meccanismi che possono sembrare scollega? fra loro ma che invece non lo sono.

Þ Noi abbiamo a che fare con corpi che sin dalla nascita sono ges?? aSraverso la cultura, di faSo
il nostro corpo ancor prima della nostra nascita è già soggeSo ad una azione culturale che ci
consente di dire “è maschio/femmina”

Þ Quali sono gli elemen? che disturbano del Naked? Cos’è l’imperfezione? noi s?amo vestendo
un corpo quando non ci piace, laddove copriamo un tatuaggio.

Þ I corpi secondo natura: dove sta il confine fra cultura e natura? dove sta l’elemento cultura e
natura?

Þ L’elemento naturale diventa culturale nel momento in cui è conceSualizzato come naturale,
questa idea di cultura e natura in 3 ambien?:
Þ naturale e culturale ma anche innaturale, naturale senza cultura sono spesso sta? messi
insieme.
Þ Questa reazione passa aSraverso gli spazi che occupiamo perché i corpi non sono corpi
vagan?, viviamo negli spazi e questo spazio contribuisce a costruire questa idea di natura.
Il nudismo come pra?ca culturale diventa tale perché avviene all’interno dello spazio che spesso sono
spiagge dei nudis? ecc.

Ques? 3 spazi hanno delle caraSeris?che:


1. lo spazio naturale diventa culturale, non soltanto un gruppo di persone ha faSo diventare la
caverna la sua casa ma anche di aver inciso delle cose (pra?ca di scriSura)
2. Il cibo: in natura tu[ ci nutriamo, Il cibo è dato dal gusto, il gusto come dice Bourdieu è
indoSo, si può parlare di cultura rispeSo i nostri schemi o anche gli animali hanno una
cultura? C’è differenza anche qua fra cultura e natura.
3. Le relazioni fra specie: altro aspeSo naturale iniziato con la nascita che finisce con la morte,
dunque LA MORTE: rende problema?ca la situazione fra natura e cultura. c’è una cultura di
ges?re le salme come, per esempio, gli Egizi o altre culture, si nasce nudi ma si muore nudi.
Þ Gruppo di archite[ italiani dove la salma viene deposto soSoterra e poi il corpo diventa
concime per l’albero e quello diventa grande tanto che il loro slogan è “piuSosto che fare
cimiteri facciamo foreste” cioè piuSosto che aumentare luoghi di morte alimen?amo la
natura, anche qua natura e cultura servono a ges?re un fenomeno naturale, come viene
culturilizzata l’assenza del nostro corpo.

Þ I riferimen? alla natura: pensare a come il nostro corpo prende parte all’idea di natura
costruita e come questa idea serve a ricollocare il nostro corpo in una determinata società.
Þ Il modo in cui natura e cultura si sovrappongono e scambiano qualcosa che è culturale in
naturale, la dimensione di genere fra naturale e culturale esplode perché naturalmente tuSe
le società hanno un modo di ges?re le ques?oni di genere ma come vengono rese stabile.

- “Butler stabilire le pra?che di genere come conce[ fluSuan?”


- Perché tra tante sfumature maschio e femmina sono quelle che si sono affermate? perché si
sono costruite iden?tà binarie?
- la frase famosa “L’abito non fa il corpo” noi costruiamo il rapporto fra l’abito e il corpo anche
ritualizzando queste pra?che e ricontandole nella vita quo?diana e come ne diamo significato
ad esse.
- L’abito, dunque, non fa il corpo o lo fa? L’idea di corpo è rela?va che è culturalmente data dai
contes?.

Þ La simbologia del ves?re non solo cerca la diversità ma anche il come costruisce le iden?tà e le
differenze.
Þ Se il nostro corpo può essere carta bianca su cui scriviamo.
Þ Il grado 0 è l’assenza di cultura, ma con il nostro corpo parlare di cultura è difficile, l’assenza di
cultura possiamo farlo soSraendo piuSosto che aggiungendo.
Þ Da questo stato della animalità o della naturalità -> a cui si aggiunge una modifica: pensiamo al
corpo del bambino col taglio del cordone viene al mondo è soSoposto ad una pra?ca
culturale.
Þ Capelli come elemen? naturali VS. indossare i capelli
- la specificità dei capelli è: naturale ma dall’altra prende parte alla simbologia del ves?re
perché la possiamo modificarla.
- Mantengono un ruolo centrale, cambiano la nostra fisionomia a seconda del taglio colore ecc.

Þ Marshall McLuhan: pensare ai capelli che sono un’estensione della pelle.


Þ Altri due sociologi: Lawrence e Plax lavorano sulla funzione comunica?va dei capelli come:
- comportamento non verbale
- strumento di autopromozione dell’individuo
- forma di controllo sociale
- indicazione di status

Þ Ques? signori parlano della comunicazione come espressione parlando dell’aspeSo della:
decorazione—> il modo in cui noi ci conformiamo quindi prendiamo parte ad un gruppo. Il
decorarsi diventa protesta in alcuni casi o anche al taglio del capello.
Þ Il corpo viene punito e diventa mezzo di comunicazione sia come espressione ma anche
evoluzione (e quindi devi coprir? la testa per sopprimere quel movimento di espressione) il
corpo non è mai insignificante perché il contesto in cui nasco ci fa capire il grado.
- Comfort
- interesse
- conformity
- economy
IDENTITA’
- L’IDENTITA’: diversi modi in cui si può affermare l’iden?tà : ORDINE PSICOLOGICO (a livello
sogge[vo e colle[vo)
- Definizione: L’iden?tà è equivalenza del sé, ma è anche il sé stereo?pato (l’io che gli altri si
aspeSano che io sia) questa confliSualità è data dal faSo che viviamo negli stereo?pi.

L’iden.tà:
- reale (l’io che sono)—> chiedere a se stesso chi sono io e viceversa le risposte non sono
iden?che ma inverse. Per aggiungere un’idea dell’io che sono: la risposta chi sono io non è
univoca, può cambiare nel corso della vita; l’essere umano per sua natura è più dentro
l’instabilità che la stabilità. Il passato che le culture sono instabili ma che tendono a costruire
elemen? e relazioni che siano stabili nel corso del tempo
- ideale (l’io ideale)—> quello che vorrei essere, dimostrare qualcosa che si è ma non è deSo
che quello che mostro sia io ma l’io che penso di volere essere, laddove c’è confliSo fra ques?
livelli è complicato quando si deve assumere un ruolo nella società.
- impera?vo (l’io che penso di dover essere) Kant si parla dell’io categorico quello che “dovrei
essere” non è automa?co c’è una spinta che ci meSe pressione in base al contesto sociale
poli?co in cui viviamo.

Oltre all’ordine psicologico c’è L’ORDINE SOCIOIGICO RELAZIONALE:


Si caraSerizza da:
1. L’individuo (e gruppo): tu[ noi facciamo parte di un gruppo.
iden?tà personale: anche in gruppo non smeSe di essere personale, non sme[amo di essere
noi all’interno di un gruppo o di smeSere ciò che ci appassiona.
2. Individuazione: ha a che fare come eserci?amo la nostra individualità, noi siamo sempre unici
diversità par?colarità, unicità —>unicità: noi siamo sempre unici diversità: possiamo
dis?nguerci per diversità, par?colarità.
3. OMOLOGAZIONE. diventare iden?co agli altri

ORDINE CULTURALE:
- L’iden?tà di noi esseri umani può essere collegata al luogo
- nonostante la distanza il legame è comunque forte fra iden?tà e luogo che può essere deSata
dalle pra?che culturali della famiglia, influenza che deriva dal luogo in cui viviamo: stessa
persona in luoghi diversi: luogo reale e ideale: l’abito può diventare espressione di un luogo
idealizzato.

ORDINE POLITICO:
l’abbigliamento NON È SOLO PER FARSI GUARDARE MA ESPRIMERE QUALCOSA DI DIVERSO es.
RIVOLTA DEL SARI ROSA (il faSo di indossarlo (il sari) che diventa elemento di protesta e denuncia
contesto in cui ques? grandi territori di culturali le donne venivano picchiate e abusate e la leader
crea questo gruppo per fare una denuncia. Questo evento diventa di protesta.
- il jeans diventa elemento di protesta, è come se l’abito volesse togliersi il peso di quel faSo sia
per il soggeSo che ha subito violenza sia per l’argomentazione dell’accusa sia perché meSeva
a tacere la voce della ragazza sia perché diventava mo?vo di difesa per il violentatore.
ORDINE RELIGIOSO:
ASraverso gli abi? si può esprimere una appartenenza religiosa: Dolce e gabbana (2016) che cosa
accade quando un elemento connotato culturalmente (sari, velo ecc) entrano nel contesto nella
moda? con?nuano ad avere un ruolo oppure? nel momento in cui un abito contestualizzato e
simbolicamente connotato passa nel contesto del fashion (non costume ma moda) cosa accade al
simbolo? si modifica? non c’è una risposta univoca ma pensiamoci.

STEREOTIPO O REALTÀ: cosa dis?ngue la realtà dallo stereo?po? realtà e stereo?pò sono
sovrappos?, per capire come sono collega? c’è un lavoro nella simbologia che va faSo.
modo di stereo?pare l’oggeSo in sé (trucco che può richiamare l’an?co EgiSo)

STEREOTIPO—>ripe?zione, fissità: Lo stereo?po per essere tale deve essere immutabile e ripetuto,
che si replica in immagine ripetuta di un determinato evento azione ecc.
- gli stereo?pi prendono parte al flusso di come si costruisce la cultura su esperienza direSa che
prescinde dalla valutazione dei singoli casi che ricadono su persone e gruppi, il gruppo si
costruisce su caraSeris?che, movenze abbigliamento ecc, lo stereo?po più il gruppo è grande
più verrà generalizzato.

STEREOTIPO VS STEREOTIPIZZAZIONE
- lo stereo?po non riguarda mai il singolo caso anche se nasce da una singola esperienza (unica
esperienza ma la ricaduta è sui gruppi) e sopraSuSo STEREOTIPIZZAZIONE: a[vità nel
cervello, a[vità cogni?va che produce e si serve di stereo?pi perché le informazioni sono
tante che la mente con l’a[vità cogni?va le incanala aSraverso semplificazioni che hanno
qualche volta a che fare con gli stereo?pi.
- Lo stereo?po È una inevitabile conseguenza di bisogno psicologico e cogni?vo di categorizzare
e semplificare un mondo sociale complesso ed è un male necessario associato al bisogno
cogni?vo di semplicità e ordine che gli altri lo definiscono come un modo valido
psicologicamente efficace che permeSe di comprendere le realtà psicologiche associate alla
vita tra gruppo.
- L’aSo di stereo?pare quindi è L’ATTIVAZIONE DI SCHEMI E RISORSE MENTALI CHE DIRIGONO E
GUIDANO LA CODICI DELLE INFORMAZIONI che provengono dalla nostra memoria

SIMBOLI
- Significa? e simboli
- Simbolo -> symbolon segno di riconoscimento oSenuto spezzando un oggeSo in due
frammen?. Due persone, allontanandosi, potevano conservare, a memoria della loro
relazione, una traccia o una prova del loro rapporto, traSenendo ciascuno una parte
dell'oggeSo. Esercitare una funzione anche quando quella cosa che il simbolo richiama non
c'è, l'oggeSo simbolico prende senso nel momento in cui lo si considera come parte di
qualcosa che sta altrove e a cui esso rimanda.
- Il simbolo però non deve rimandare necessariamente a qualcosa di reale, può anche essere
rappresentazione visibile di qualcosa di invisibile.
Þ Il simbolo è:
- Convenzionale: qualcosa per convenzione riconosciuto da un gruppo
- Iconico: rappresenta?vo
- Connota?vo: ha la capacità di dis?nguere, dis?n?va

- André Leroi-Gourhan, 1964: Tradurre in simboli la realtà materiale, il simbolo è la traduzione


materiale del mondo circostante. I simboli fanno dunque parte di un linguaggio

Ferdinand De Saussure, 1916: Non è mai completamente arbitrario, non tuSo automa?camente
diventa simbolo, ma per diveltarlo ci vuole un legame tra significante e significato
- Significante -> suoni di cui è faSa la parola
- Significato -> contenuto menale convenzionalmente associato a quell'insieme di suoni

Ernst Cassirer, 1923: Ogni elemento concreto o conceSo astraSo materializzato aSraverso il simbolo
che diventa espressione del significato, Il simbolo è veicolo aSraverso il quale il linguaggio si
concre?zza

Jacques Lacan, 1953: Il simbolo rende l'uomo, uomo.

Anna Seppilli, 1977: Il simbolo può avere tante funzioni

Umberto Eco. 1984: Esperienza simbolica cioè di contaSo con una verità trascendente o immanente.
Il simbolo diventa esperienza comunica?va di linguaggio

David Kertzer: Realtà umana modellata dall'uomo a par?re dalla cultura in cui nasce e dalle
esperienze che ha e che lo meSono in contaSo con gli altri e con vari aspe[ della natura.
Il simbolo prende parte al processo di semplificazione della realtà.

Carlo Tullio Altan, 1992: Il simbolo non è il significato in sé, ma prodoSo di una par?colare forma
dell'esperienza di cui diventa simbolo.
MITO E VESTITO:
- il mito: deriva da Mytos che in greco vuol dire racconto.
- Il mito come racconto sacro, mito che racconta qualcosa dove troviamo la ragione per cui
le cose sono.
- I mi. partono da lontano, all’inizio erano chiama. i mi. cosmopolici
- Il mito è la storia sacra di un popolo, è ogge^o di credenza per chi lo elabora, racconta e
tramanda. Deve essere le^o con specifici argomen..
- Gli abi. diventano espressione fonda.va a cui i mi. fanno riferimento perché i mi. hanno
le spalle un contesto sociale, poli.co ed economico.
Þ Lo schema per leggere il mito:
Þ ques.one del tempo (mi. cosmopolici la nascita del cosmo che risalgono ad inizi lontani)
Þ Spazio (spazio alterato nei mi. troviamo divinità, che non appartengono al mondo
ordinario) il mito fa parte di una dimensione extra umana
Þ I personaggi (divinità o semidei che nascono dall’unione di un dio e un mortale)
Þ Incidente (qualcosa che va storto ma che consente la fondazione della ci^à, per esempio,
dell’universo che non nasce così a caso ma è sempre fru^o di un qualcosa che va storto,
un incidente)
Þ Fondazione (di che cosa) fondazione di tue i mali. Quella che Adamo ed Eva diventano
progenitori dell’umanità peccaminosa (la mela avvelenata) la cui nascita dell’umanità è
già contaminata da qualcosa, se Eva non avesse mangiato la mela non sarebbe esis.ta
l’umanità. Questa mela che porta consapevolezza e scoperta di uno stato invisibile e che
quindi la nudità diventa elemento di vergogna. La visione nega.va della nudità in
ambiente cris.ano è connotata nega.vamente.

Rapporto fra mito e ves.to:


- I ves?? sono fra i beni culturali fonda? perché nei mi? troviamo le ragioni del ves?re, della
necessità o meno di ves?rsi, delle ar?colazioni del senso del ves?re come modalità ar?colata
di produzione.
- Il ves?to diventa un oggeSo antropopoie?co quando gli esseri umani iniziano a ves?rsi
diventano umani. I ves?? raccontano le vicende sacre della fondazione.
- Le forme antropopoie?che rimandano alle fondazioni e a quelle dei fa[ culturali direSamente
implica? (ovvero all’uomo come animale culturale) l’animale è nudo non può ves?rsi.

TRE PUNTI:
- se i mi? sono storie sacre che fondano le società e le ciSà fondano anche il ves?re, il ves?re
diventa qualcosa di naturale che ci contrappone al mondo animale.
- Il ves?re narra i mi? perché infondo è la copertura con la foglia di fico che ci narra la storia del
peccato. Il ves?re, coprire quella nudità racconta la storia.
- L’uomo agisce culturalmente nelle due direzioni in maniera circolare e con?nua: cerchio
con?nuo che il mito fonda l’abito e viceversa.
Un caso di studio:
Lo troviamo In Genesi 3 (an?co testamento) il racconto biblico che fonda il ves?re.
Questo mito crea l’esigenza di ves?rsi.
È la conoscenza che fonda la consapevolezza di essere nudi.
Questo mito fonda l’esigenza di ves?rsi è interessante vedere come i mi? raccontano l’esigenza di
doversi ves?re, ves?re associato alla vergogna e peccato a volte associato alle armi (militare) a[vità
specifiche delle donne o che dis?nguono l’essere umano dall’animale ecc.
Sempre in ambito cris?ano in questo dipinto la nudità è segno di povertà idealizzata. Quindi in questo
caso abbiamo dei corpi semi nudi che sono celebra? alla loro morte per abbandonare ciò che era
fu?le contrapposto agli abi? dei personaggi rappresenta? oltre a loro crocifissi, donne e solda?
romani.

SAN FRANCESCO: qualcuno che si spoglia per dare ai poveri, abbandona il suo stato di vita di corte
per avviare uno s?le di vita che da inizio all’ordine francescano dove la povertà diventa elemento
asce?co per poter capire il messaggio di Gesù che non viene mai rappresentato con grandi ves?.
L’idea della grande veste come Foggia come ricchezza mentre qui la nudità è qualcosa di posi?vo.
La nudità che cosa è: È uno stato ed il ves?re è fondato nei mi? come i mi? fondano gli abi? nel caso
di San Francesco la nudità fonda, il cedere le sue ves? fonda il francescanesimo.

PELLE E NUDITA'
- La pelle e i suoi significa4
- I significa? sono tu[ un'operazione culturale.
- La pelle è un organo, un abito, un materiale scriSorio (organo che si presta ad essere
modificato), una maschera (i significa? che le vengono aSribui? indicano una maschera che non
possiamo togliere, ma intesa come maschera che possiamo scegliere quando decidiamo come
modificarla), un indicatore (lo diventa), un descriSore (quando la pelle diventa qualcosa che
porta un segno per nostra volontà o come risultato dell'azione altrui).

- La pelle è un organo -> la pelle è clinicamente definita cute, è un aspeSo naturale che
nonostante tuSo viene riscriSo in termini culturali.

- ciò che la società le aSribuisce. Ne fanno parte tuSe le par? del corpo modificabili.

La Whiteness: infa[ è socialmente e poli?camente costruita, dunque è un comportamento appreso.


Non si riferisce semplicemente al colore della pelle ma alla sua ideologia basata su credenze, valori,
a[tudini, abitudini, che si rifleSono nella distribuzione di potere e privilegi basa? sul colore della pelle.
Rappresenta una posizione di potere dove il detentore di potere definisce le categorie.
"Bianco" esiste soltanto in relazione / opposizione ad altre categorie e localizzazioni nella gerarchia
soma?ca prodoSa dalla bianchezza. Nel definire gli "altri" la bianchezza definisce sé stessa.
- È fluida: chi viene considerato bianco cambia di volta in volta.
- È uno stato di incoscienza: la bianchezza è spesso invisibile alle persone bianche, e questo
reitera una mancanza di conoscenza o comprensione della differenza che è la causa alla base
dell'oppressione.
- Modella come la gente bianca vede se stessa e gli altri, e pone la gente bianca in un luogo di
vantaggio struSurale dove le norme e le pra?che culturali dei bianchi non sono nominate ne
messe in discussione.

Il razzismo culturale si fonda sulla credenza che "la bianchezza é considerata universale... e consente di
pensare e parlare come se la bianchezza descrivesse e definisse il mondo" (Henry 2006).
Cosme.c Westernism
Þ gerarchie basate su "classi di colore"
Þ rifle^e una credenza interiorizzata che avere la pelle chiara e cara^eris.che este.che
occidentali li renda più a^raen..
- donne venezuelane 6 volte miss universo

Colorismo
- diverso dal (ma sovrapponibile con la) razza
- dare significa? e valori al colore della pelle
- associare il colore a uno status socio/economico

Antropopoiesi
Come la specie umana si costruisce come umana rispeSo a ciò che non lo è.
L'uomo si fa aSraverso la cultura che a sua volta definisce la natura.
Le forme dell’antropopoiesi, dunque, sono forme culturali di definire l'essere umano come essere
umano.

MODE ANTROPOPOIETICHE:
Definizione:
Þ forme temporanee: reversibili (ad esempio quando un* ragazz* comincia a truccarsi segna un
cambiamento nella percezione di sé e di essere percepito dagli altri)
Þ forme permanen?: irreversibili

Þ Forme di antropopoiesi (Francesco Remo[): che ha inventato questo termine individua delle
modalità con cui gli esseri umani costruiscono la loro umanità.

Ogge[ esterni da indossare:


- abbigliamento (dress code)
- gioielli
- maschere (ipertrofica: maschera eccede il significato schiacciando la personalità di chi la indossa)

Pulizia: forme di rimozione


- rimuovere dal corpo sporcizia, impurità, odori
- lavaggio
- profumazione
- scrub

Alterare la superficie esterna della pelle:


- cosmesi / make up
- abbronzatura
- schiaritura
- body pain?ng
Modellare elemen? organici della parte esterna del corpo che si riproducono:
- pelle
- capelli, peli
- unghie

Azioni volte a modificare la parte esterna della pelle, il tessuto adiposo sub cutaneo il tessuto
muscolare:
- massaggi
- sport
- body building

Interven? interni alla cavità orale con alterazione irreversibile alla struSura ossea:
- limatura dei den?

Inserimento di ogge[ all'interno del corpo


- piercing

Penetrazione subcutanea di ?nture ed elaborazione di immagini:


- taSoo
- Immagine inserita nel corpo per indicare appartenenza: associazioni criminali
- Il tatuaggio quando rappresenta un'appartenenza diventa un codice

Chirurgia genitale
- Ul?mo stadio di un processo antropopoie?co

I NATIVI E GLI OCCIDENTALI


- Il con?nuo incontro tra na?vi ed europei ha prodoSo una vera e propria leSeratura riguardante
la documentazione dei viaggi: leSeratura di viaggio, risalente già alla cultura classica.
- Qui si può individuare un'autoriflessione sul modo in cui è stata messa in gioco la propria
iden?tà per negoziarla con quella dell'altro o viceversa.
- ASraverso questa leSeratura l'uomo riesce ad organizzare il suo discorso con l'altro per
comprenderlo.
- Il momento d'avvio di questo confronto è l'arrivo di Cristoforo Colombo.
- Era un uomo medievale, che aveva ovviamente le proprie coordinate culturali, principalmente
due:
1 confidava in una autorità superiore che trovava fondamento nel testo sacro
2 la mancanza di abi? significava mancanza di cultura, perché elemento di mancanza generale
presente.

- La nudità è dunque prova dello stadio originario nel quale vivevano gli indiani, che lo indusse
ad interpretare quei luoghi come paradiso terrestre.
- Di conseguenza ques? elemen? legi[marono la natura religiosa dell'impresa colombiana che
il primo popolo era pronto ad accogliere.
- Nel secondo viaggio, la visione cambia giudicando la seconda popolazione come soggeSo
incapace di accogliere la cultura europea.
- Nel terzo viaggio si passa da un'interpretazione di ?po apocali[co ad una secondo la quale si
pensa di aver raggiunto il paradiso terrestre.
- Fallì dunque il progeSo scien?fico della partenza di Colombo, cedendo alla sacra scriSura.

Dopo Colombo si crea una sorta di doppia linea di interpretazione:


Þ ci fu chi li considerò in maniera nega?va, popoli senza cultura che andavano combaSu? o
civilizza? -> interpretazione di ?po escludente.
Þ Chanca: pose aSenzione sulla morale che non corrispondeva a quella europea, con la presenza
ad esempio di cannibalismo e ri? pagani che quindi andavano combaSu?.
Þ Oviedo: si pose il problema filosofico dell'esistenza degli indiani, comparando la loro morale con
quella europea, di cui i primi rappresentano un'insidia per quella cris?ana.
Þ Sepulveda: inferiorità intelleSuale e morale dei na?vi. Discusse ampiamente su se fosse
possibile determinare dal punto di vista legale se i na?vi fossero uomini o meno (le terre erano
occupabili se popolate da individui simil-animali, mentre se popolate da individui umani no).
TuSo ciò interessava principalmente la Corona spagnola che voleva legi[mare la propria
conquista.

Þ altri avevano una visione più posi?va, di popoli ad uno stato naturale che vanno tenu? in
considerazione perché rappresentano uno stato umano edenico che l'uomo occidentale ha
perduto tramite civilizzazione: mito del buon selvaggio -> interpretazione includente
Þ Tornerà u?le per cri?care la propria cultura.
Þ Caminha: innocenza, mitezza e curiosità degli indigeni, pone una certa aSenzione ai deSagli
delle pra?che corporali dei na?vi. La nudità era connessa ad assenza di vergogna che
soSolineava la loro vicinanza ai valori originali dell'umanità. In questo caso, dunque, i na?vi non
sono più in una posizione subordinata agli uomini occidentali, ma rappresentano lo stato a cui
si trovava anche l'uomo prima di essere traviato dalla civilizzazione.
Þ Il suo sguardo permeSe una sorta di prima velata cri?ca ai valori europei.
Þ Vespucci: il paradiso terrestre secondo lui è una metafora per poter spiegare la bellezza di quei
territori.
Þ La vera novità è l'aSenzione per i traSamen? del corpo, permeSe di comprendere i tra[
culturali dell'altro come elemen? di valore sociale -> cri?ca incapacità dell'occidentale invece di
leggere l'altro nella sua interezza
Þ D'Anghiera: il primo a meSere in parallelo gli indiani con la classicità europea, questo
rappresenta un elemento fondamentale perché gius?fica all'occhio dell'occidentale i
comportamen? degli indiani non più vis? come selvaggi ma come individui di un'epoca passata.

- L'idea di rinnovamento passa aSraverso l'idea di terre inesplorate dove è possibile vivere in un
certo modo, in una società ricos?tuita e rifondata, dove l'elemento fondamentale fosse un uso
della razionalità -> ciSà utopis?ca

- Shakespeare -> nella Tempesta il soggeSo della cri?ca non è solamente il selvaggio ma per il
ribaltamento, gli europei stessi rappresenta? dallo stolto comportamento dei naufraghi.
- La cri?ca passa anche aSraverso la "squalifica", degli abi? con cui i naufraghi si vestono a
seguito della pretesa di divenire sovrani dell'isola.

- Il drammaturgo propone anche una riflessione sullo stato di natura: la condizione originaria,
naturale, dell'umanità è senz’altro posi?va; tuSavia, la natura umana viene facilmente corroSa
dalla civilizzazione

Modi e costumi dei moderni selvaggi (nudi o quasi nudi): Paesi meridionali dell’America
- Hanno sen?to la necessità di coprirsi tramite dei ves?? di pelli o pelliccia
- Mincopi considera? i più primi?vi, al livello più basso nella scala di civilizzazione umana.
- Si coprono con il fango e si tatuano, ma non indossano abi? e sembra non provino alcun ?po di
vergogna. Inoltre, non presentano alcun ?po di credenza religiosa -> distanza dalla cultura
europea "civilizzata".
- Orgogliosi dei loro capelli con parrucche sos?tu?ve in caso di capelli cor?.
- Uomini indossavano la "tapa" -> stoffa ricavata dalla corteccia interna di gelso, faSa passare tra
le gambe e intorno alla vita.
- Le donne indossano il "liku" -> fascia di corteccia di ibisco allacciata intorno alla vita con frangia
corta per le ragazze e lunga dopo il matrimonio
- Nonostante la semi-nudità, era diffusa una certa modes?a.
- Numerosi ornamen? di diversa origine e tatuaggi par?colarmente cura? e carichi di significato
e "responsabilità sociale" (non adeguatamente tatuato = nudo).
- Abi? consistevano in due par?: stoffa che andava dalle spalle al ginocchio, con un buco per la
testa, il secondo avvolto intorno alla vita che scendeva come una soSoveste. Gli uomini al posto
della soSoveste indossavano un panno tra le gambe.
- Orecchie perforate e traforate dove venivano inseri? fiori.
- Molto puli? nella persona e nei ves??, compresi i capelli bagna? da oli profuma? ma non
pe[na? a causa dell'assenza di pe[ni, ma pur sempre cura?.
- I selvaggi non hanno fede, speranza, carità, mostrando virtù estremamente diverse.
- In molte comunità vi erano differenze non solo tra elemen? maschili e femminili ma anche tra
appartenen? a diverse fasce d'età.
- L'idea di cultura, moralità etc. dunque non erano assen? ma semplicemente diverse, in alcuni
casi estremamente, da quelle concepite dagli uomini europei.
- Vengono però comunque considera? popoli che traggono una sorta di malinconico piacere
nell'autoinfliggersi dolore tramite pra?che di deturpazione (perforazioni, tatuaggi, alterazioni
della forma di par? del corpo, cicatrici).
- Nella descrizione di tali pra?che si tende a rimarcare il conceSo di dolore, soSolineando la loro
incapacità di cogliere ed approfiSare dei piaceri della vita rispeSo all'uomo civilizzato.

NATIVI AMERICANI:
- Gli americani conservano la loro tradizionalità nel ves?rsi: acquisiscono tele, stoffe e lane che
subentrano alle pelli (laddove sia possibile) entrando in commercio con gli Europei
APPROPRIAZIONE CULTURALE ED ARTISTICA

- Rapporto tra appropriazione e interpretazione: "Un'interpretazione non è auten?ca a meno


che non culmini in una qualche forma di appropriazione se con questo termine intendiamo il
processo per mezzo del quale si fa proprio ciò che era inizialmente altro o alieno."

Appropriazione del sogge^o:


Si verifica quando un outsider rappresenta la cultura o la vita di un insider che diventa il soggeSo di un
dipinto, di una storia, di un film o di un'altra opera d'arte.

Appropriazione di contenu.:
- Si verifica quando un ar?sta u?lizza i prodo[ culturali di un'altra cultura nella produzione della
propria arte.
- I musicis? che eseguono le canzoni di una cultura che non è la loro sono impegna? in
un'appropriazione di contenu?.
- Allo stesso modo, uno scriSore che racconta le leggende prodoSe da membri di un'altra cultura
si è appropriato di un contenuto. A volte, il contenuto di cui ci si appropria non è un'intera opera
d'arte, ma piuSosto uno s?le o un mo?vo.
- I musicis? bianchi che si esibiscono in uno s?le jazz o blues sviluppato dagli afroamericani si
appropriano di un contenuto.
- Young non ci dice che un’appropriazione è da condannare ma lo è quando diventa
appropriazione. Già è in questo caso appropriazione che riguarda non il soggeSo ma il
contenuto.

Appropriazione di oggee:
Si verifica quando il possesso di un oggeSo tangibile viene trasferito dai membri della cultura che lo ha
prodoSo al possesso di outsider. Il caso più famoso di appropriazione di un oggeSo è il trasferimento
dei fregi del Partenone al Bri?sh Museum. Anche il trasferimento di manufa[ provenien? da culture
aborigene minoritarie a collezioni pubbliche e private si è rivelato controverso.

L'ABITO IN INDIA
Gli abi? tribali: Tu[ gli abi? sono compos? da tessuto drappeggiato nella parte superiore ed inferiore.
Le varie combinazioni di tessu?, mo?vi e colori indicano l'appartenenza ad una determinata comunità

Gli abi.
- Banjara: più colora? ed elabora?, realizza? a mano dalle donne, con varie ?pologie di tessuto
uni? tra loro, compos? da 2 par?: gonna e camiceSa e talvolta mantello a coprire anche la testa.
I colori principali sono rosso, giallo e verde + fantasia floreale. La maggior parte delle donne
giovani stanno abbandonando gli abi. tradizionali ado^ando modelli locali
- Tripura -> due par?: risha o ria (drappeggiato parte superiore) & rigwnai (drappeggiato parte
inferiore)

- Himachal Pradesh, sull'Himalaya -> maschile: chuba (lungo mantello di lana), suthan (pantalone
ampio con mo?vo floreale nella parte inferiore), sadari (giacca di lana senza maniche) /
femminile: thepang: copricapo femminile e maschile, colore predominante è il verde

Sari nelle aree geografiche


- Kanjeevaram Sari (Tamil NAdu) -> tessu? molto pesan?, drappeggia? in oro e argento e u?lizza?
solitamente durante i matrimoni.
- Nauvari Sari (Maharashtra) -> viene u.lizzato conun drappeggio pensato per l'abi.lità di
movimento delle donne guerriere
- Bandhani Sari (Gujarat/Rajasthan) -> tessuto più leggero solitamente rosso, verde, giallo,
blu e talvolta nero
- Banarsi Sari (Varanasi) -> una delle più pregiate con ricami in oro. U.lizzata per occasioni
speciali
- Chikankari Sari (Lucknow) -> ricami fae a mano con immagini in rilievo
- Salwar Kamiz -> abito più semplice e comodo

Tatuaggi
Þ È integrato nel tessuto sociale della vita comunitaria e religiosa e, in genere, è un rituale
culturale, imposto dal clan o dalla famiglia per fissare valori sociali sulla pelle. Generalmente le
donne hanno i tatuaggi, mentre gli uomini hanno il sikka (moneta), cioè bruciature della
dimensione di una moneta sul lato superiore della mano sx.
Þ I tatuaggi vengono realizza? dalle Khudni, donne non appartenen? alla comunità Santhal,
nomadi ed islamiche. Il tatuaggio viene u?lizzato principalmente per mostrare l'iden?tà e lo
status sociale di una persona. Ad esempio, le donne non sposate hanno la mano destra tatuata
mentre quelle sposate la sinistra.

L'abito dal punto di vista religioso


- Le principali comunità religiose sono quella hindu e musulmana.
INDUISMO
- Questo termine indica una macrocategoria.
- Ciascuna tradizione indossa delle versioni differen? di Tilak.

- Visnu: Tipicamente di classe alta e devo? che dedicano parte della loro vita alla religione,
indossano il Tilak a forma di U ad indicare una devozione soSomessa e si tende a purificare
corpo e mente perennemente per entrare in contaSo con la divinità.
- Saiva (shiva): Perseguono delle pra?che devozionali più improntate sulla meditazione. In vita
tentano di iden?ficarsi con il dio stesso, tenendo i capelli incol? e abbandonando parzialmente
l'igiene giornaliera.
- Tilak: Tre linee bianche a simboleggiare i tre aSribu? che consentono la manifestazione del dio
sulla terra & arricchi? da bindi rossi che rappresentano il seme creatore del dio Saiva che
incontra il corpo umano e la dimensione terrena. Il Tilak spesso rappresenta la sillaba nasale
manifestazione sonora dell'essenza divina (buon auspicio perché rimanda all'aSo creatore).
- Sramana: Tradizione della rinuncia, i cui seguaci pra?cano meditazione più estrema, traendo
dalle sostanze impure maggiore contaSo con la divinità (ad esempio le ceneri)
- Sakta (shakta): Ricorrenza del colore rosso sopraSuSo durante le cerimonie e indossato
principalmente dalle donne come rappresentazione della fer?lità, del sangue e dei liquidi
corporei.

Il rito è una cerimonia che scandisce le diverse tappe della vita e trasforma materia e corpo, anche
l'apparenza este?ca di questo.
La maggior parte dei ri? hindu vanno ad agire sul piano spirituale ma anche a cambiare l'aspeSo este?co
con la tonsura dei capelli (passaggio dalla direSa dipendenza dalla madre all'autonomia) e la
perforazione delle orecchie ad indicare l'inizio della vita come fedeli hindu.

- Vivaha = matrimonio
- Rito più importante e verso il quale ogni fase della vita di una donna è teso, come unione
cosmica tra le due par? e tra le comunità, viene indossato principalmente il rosso con l'oro.
- Al suo opposto, la perdita del marito segna la disgrazia sociale per la donna, infa[ viene segnata
ritualmente, venendo rasata entra in un periodo di luSo perenne, abbandonando colori
sgargian? per il sari che sarà esclusivamente bianco e privo di decorazioni o gioielli che alla
morte del marito vengono spezza? (perdita anche del benessere economico-sociale)
- I capelli sono quindi ugualmente simbolo della prosperità e della vita sessuale. Devono essere
necessariamente acconcia? per indicare controllo e dovrebbero non essere taglia? (se non in
caso di luSo).

Jainismo
Votata alla protezione di tu[ gli esseri viven?: Due seSe:
- Svetambara: Abi? bianchi e mascherine per evitare di ingerire qualsiasi ?po di inseSo
- Digambara: Ves?? d’ aria, portando con sé solo uno spolverino da usare prima di sedersi
Sikhismo: Nord-occidente
- Par?colare enfasi sul codice di abbigliamento e crescita di capelli e barba.
- I capelli non devono mai essere taglia?.
- Le donne possono renderli visibili, anche se preferibile indossare un velo mentre gli uomini no
e devono avvolgerli all'interno di un turbante perché associa? alla sessualità

Simbologia del ves.re in India: dalla civiltà dell'Indo ad oggi


- 321-185 a.C: Presenza norma?vizzata e rigorosa di gioielli ad adornare il corpo, simboleggiando
fer?lità e benessere, anche sociale.
- Il capo inizia ad essere coperto da un velo, mentre altre par? come il ventre si scoprono.
- 319-550 d.C.: Vengono aggiun? indumen?, sopraSuSo alle donne, con il peSo coperto. I gioielli
rimangono centrali ma si differenziano in ?pologia e quan?tà.
- La leSeratura, l'arte, e la cultura in generale si diffondono e portano con sé valori ed idee.
Consolidano scelte in ambito di ves?ario, nella copertura e del corpo femminile con l'idea di
pudore direSamente collegato con l'onore maschile, femminile e dunque familiare.
- Nel teatro, gli ornamen? rappresentano anche elemen? musicali e quest'arte permeSe la
diffusione della cultura
- 1500-1600 (Impero Mughal): centro Asia, si diffonde la religione musulmana che si incontra col
contesto locale indu, cui ovviamente anche l'abbigliamento muta, tranne la costante presenza
del velo in entrambi gli ambi?.

- Nel corso del tempo si consolida il sistema di segregazione femminile, in tuSe le società indiane.
Non riguarda solo la libertà, ma anche l'aspeSo fisico -> Purdah (uomini e donne vivono separa?
di cui i primi sconosciu? alle seconde non possono vederne il volto).
- Questa situazione peggiora nel periodo coloniale e l'incontro tra la classe intelleSuale
britannica con la società indiana, ha influenzato la cultura dei na?vi.
- Al centro del diba[to vengono pos? temi che riguardano sempre la libertà delle donne, ma
anche alcune ques?oni culturali.
- Sa? -> principalmente nelle società guerriere, immolazione della vedova sulla pira del marito,
pensata anche per la salvaguardia della donna al momento della morte del marito che si
sarebbe trovata poi in grave pericolo.

TuSo ciò sfocia all'interno delle propagande nazionaliste


Fanno leva sui valori iden?tari, sopraSuSo religiosi, per unirsi contro le cri?che e le violenze da parte
dei coloni e danno vita a gruppi poli?ci.
Al centro delle propagande vi è la donna, con l'inasprimento e l'affermazione dei valori tradizionali.
La donna e il suo corpo veniva visto come simulacro dell'onore comunitario e nazionale da proteggere,
simbolo della madrepatria da difendere.
Durante questo difficile periodo le donne vengono usate come arma per ledere gli oppositori,
diventando oggeSo di stupro di massa.
Le donne, infa[, per prendere effe[vamente parte alle guerriglie, dovevano avere un aspeSo
esclusivamente decisamente maschile. Ne scaturisce una grande e sanguinosa guerra civile che divide
l'India.
IL CORPO NUDO
- Elemen? di nudità presen? nell'architeSura, nell'arte e nella religione-cultura, mentre la nudità
nella sfera pubblica rimane invece sempre implicita.

- Durante il colonialismo venne paragonato il corpo nudo dei na?vi a quello ves?to dei coloni,
indicando dunque l'abito come elemento di superiorità ed egemonia.

Þ Choli kepeeche (Gangor - dietro il corseSo) -> racconta la storia di una donna tribale, spostata
dal suo villaggio per lavoro, colui che scaSa la fotografia di lei che allaSa al seno, vuole rendere
onore al seno naturale in contrapposizione col seno rifaSo di sua moglie. Alla donna però porta
una situazione di violenza per la quale viene accusata di pros?tuzione, arrestata, stuprata e
ormai privata del suo onore. Dopodiché per sostentarsi le rimane realmente solo la
pros?tuzione. Quando il fotografo torna e viene a conoscenza della storia, vede il suo seno ormai
martoriato dalle violenze subite. Si conclude così il film.

Þ Draupadi -> donna santhal che scappa con suo marito durante una rivolta, il marito viene ucciso,
scappa ma per evitare di portare l'esercito dagli altri fuggi?vi del villaggio, si fa quindi caSurare.
L'ufficiale chiama gli altri a cui lascia libertà di violentarla per oSenere informazioni. Dopodiché
le dicono di lavarsi e rives?rsi. Per protesta usa la sua nudità, usata per toglierle onore, per far
provare ribrezzo agli ufficiali stessi per quello che avevano faSo.

Þ Nel 2004 avviene una protesta di 12 donne di mezza età, le "madri di manipur", si denudano e
con uno striscione vogliono denunciare gli stupri e le violenze subite dall'esercito indiano che
aveva causato la morte di una giovane donna, volendo riportare ques? temi al centro
dell'opinione pubblica.

Þ Lo stupro di Delhi el 2012 -> nascono delle proteste dopo la morte di una giovane che tornando
a casa dal cinema, viene stuprata da 6 uomini per punirla per essere uscita con un amico, di sera,
senza essere ves?ta a loro avviso in modo consono.

Hijra
Il terzo sesso in India
La comunità comprende, transessuali, intersessuali ed ermafrodite.
Da una parte si concepiscono come creature vicino le divinità, mentre dall'altra parte subiscono
esclusione e discriminazione, dovendo ricorrere a pros?tuzione, elemosina o "danza" per sopravvivere.
Per entrare a farne parte, abbandonano la famiglia biologica, subiscono castrazione e vanno a vivere
con una figura superiore che prende possesso di tu[ i guadagni della Hijra.
Nell'aspeSo avviene una iperfemminilizzazione.
Nel 2018 alcune hijra hanno protestato nude e seminude contro la polizia che condannava l'elemosina,
perchè in teoria hanno libertà di lavoro (ritenu? dignitosi dallo stato).

Potrebbero piacerti anche