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Il corpo come fatto sociale e culturale

Tutti hanno un idea del corpo , del proprio e di quello degli altri. Il corpo è fondamentale nella nostra vita,
poiché attraverso il corpo percepiamo il mondo intorno a noi, comunichiamo, raccontiamo di noi stessi o di
come ci sentiamo. Come lo manipoliamo racconta anche di noi , la nostra eta, il nostro stile, la nostra
condizione sociale. Attraverso il corpo si può anche comunicare non verbalmente poiché il corpo ha un
proprio linguaggio, come ci poniamo o sediamo, come posizioniamo le braccia e cosi via a tal punto da
essere strumento di comprensione negli interrogatori.

Eppure in molti si chiedono se il corpo sia un qualcosa di naturale o culturale, se sia fabbricato dall’uomo o
sia la rappresentazione migliore della natura. In molti lo considerano naturale poiché si nasce in
determinate condizioni. Ma in realtà la cultura e i modi di vivere modellano il corpo al di là delle azioni
quotidiane, anche al momento della nascita il corpo è culturale, poiché è condizionato dal contesto storico,
sociale ed economico nel quale nasciamo , dei nostri genitori, sono fattori che condizionano anche la
sopravvivenza del bambino. Di conseguenza Gli aspetti naturali e culturali sono sempre intrecciati tra loro.

Ad esempio Oggi giorno quando una donna desidera avere un figlio si rivolge a un medico per avere la
prescrizione di integratori , diete, e altro per evitare che il bambino possa nascere con malformazioni o
malattie e per far si che il corpo della madre sia sano. Infatti questo fattore è oggetto di studio e di analisi
da parte dei medici in quanto si cerca di intervenire prima della nascita ai vari problemi fisici. Questi fattori
durante la gravidanza sono tutti culturali. Nel caso in cui i genitori abitino in luoghi nel quale ci sono
problemi di malnutrizione, quindi la mancanza di sostanze fondamentali per avere le condizioni fisiche
adeguate per poter avere figli sani, Il bambino probabilmente nascerà già segnato dalle condizioni storiche,
economiche e politiche del luogo in cui sono nati. Ciò vuol dire che come agisce l’uomo in senso di società ,
organizzazione , distribuzione di risorse condizioni le possibilità di vita. Sia in modo negativo che positivo
grazie a questi interventi culturali il corpo che reputiamo naturale acquista continuamente per tutta la vita
forme diverse in base agli interventi nel contesto nel quale cresciamo.

Il corpo è la propria finestra verso il mondo, tutte le nostre percezioni sono legate al corpo, attraverso i
nostri sensi, il tatto , al vista, l’olfatto si riesce a farsi un idea del mondo. Il tatto ad esempio è il primo
senso che si sviluppa nel feto , e seguire gli altri come l’udito che si sviluppa ancor prima della nascita,
mentre la vista è l’ultimo senso sviluppato. I primi mesi di vita dell’uomo sono fondamentali , in quanto si
stimolano costantemente i nostri sensi , anche per capire la relazione tra il proprio corpo e il mondo
esterno, per posizionarsi nello spazio. Nonostante il gusto sia uno dei sensi che tutti hanno , si sviluppa in
modi differenti a seconda del contesto. Ad esempio quando si viaggia e si provano cibi e profumi differenti
spesso non sono ritenuti gradevoli poiché il proprio gusto si è sviluppato per provare piacere per
determinati gusti e consistenze. Ad esempio l’alimentazione di insetti in oriente in occidente viene vista
come disgustosa. Quindi anche il gusto è un fattore culturale, ciò fa intendere come la cultura condizioni
ognuno di noi. Queste fasi sono fondamentali anche per costruire un immagine del corpo. infatti Ognuno di
noi mentre parlo del corpo ha una propria rappresentazione mentale di esso.

Infatti da una parte si pensa al corpo come esperienza corporea, si è un corpo, si fanno discorsi del corpo ,
mentre dall’altra come una rappresentazione mentale del corpo, si ha un corpo( si oggettiva il corpo come
organismo biologico) si fanno discorsi sul corpo. Quando in realtà la mente si sviluppa insieme al corpo
grazie alle abilità percettive, non sono due ambiti separati come si è pensato a lungo nell’opinione
occidentale ,oggetti addirittura di indagine filosofica. la linea più recente degli studi nell’ambito umanistico
è che Noi siamo menti incorporate e corpi pensanti, quindi in tutte le scienze la dicotomia fra mente e
corpo viene superata. Anche se poi nella vita quotidiana, nel vocabolario e senso comune spesso si parla di
mente e corpo come se fossero due cose totalmente distinte.

l’immagine del corpo con il passare del tempo è cambiata. Nel paleolittico l’immagine femminile era
esaltata formosa e abbondante in quanto indicava fecondità. Anche se sicuramente la maggior parte delle
donne erano magre vista la grande quantità di movimento. Al contrario Al giorno d’oggi un corpo formoso
viene considerato non sano. Quindi la rappresentazione del corpo cambia storicamente. La
rappresentazione massima dell’oggettivazione del corpo è quella dell’ambito medico anatomico,
considerato come scomponibile in organi. Il pensare al corpo è legato quindi ai modelli culturali del periodo
e luogo in cui si vive.Quindi il corpo è una costruzione culturale che non avviene una sola volta ma è
oggetto di trasformazione in tutta la nostra vita in base ai modelli delle società dei quali noi facciamo parte.

. In molti pensano che le concezioni e gli usi del corpo siano ovvi e naturali. Mentre la riflessione
antropologica ha evidenziato che le rappresentazioni e pratiche relative ai corpi siano culturali e sociali. Dal
punto di vista antropologico il corpo non è un oggetto naturale ma un prodotto storico, è una costruzione
culturale che varia a seconda dei contesti storico-culturali

La prospettiva antropopoietica del corpo (anthropos e poien ) evidenzia che tutti i gruppi umani “creano
uomini” secondo i propri modelli di umanità e questi modelli cambiano , storicamente e socialmente .

1)Di quest’argomento parla l’antropologo Francesco Remotti nel suo libro “ fare umanità, i drammi
dell’antropopoiesi” del 2013 nel quale si sofferma sulla grande varietà di interventi estetici sul corpo in una
ricerca quasi ossessiva della bellezza e del concetto di uomo completo , sottolineando che l’uomo è la
specie più culturale in quanto non solo produce cultura ma è esso stesso un prodotto culturale. Anche
Michela fusaschi (professoressa di antropologia culturale) scrive un libro intitolato“ corpo non si nasce ma
si diventa” sottolineando sulla complessa relazione tra corpo e genere come costruzioni socioculturali.

l’uomo plasma il proprio corpo continuamente dalla parte più esterna a quella più interna .La parte più
esterna è forse quella più comprensibile nel senso comune , plasmiamo il corpo attraverso un infinità di
oggetti esterni come l’abbigliamento, gli accessori, il make up e lo smalto alle unghie. Tutti questi oggetti
esterni sono importanti per comunicare certi valori o modi di pensare. Anche il concetto di nudità cambia
da contesto a contesto.

2)Nell’ambito della profumazione , della cosmesi e delle pitture corporali ci sono tante differenze. Anche
L’igiene del corpo e il modo in cui lo si lava è un aspetto culturale. Come esempio banale vi è il fatto che in
Francia non esista il bidet a causa appunto della differenza di modi in cui lavare il proprio corpo. Anche
nell’ambito della profumazione vi sono differenze, alcuni popoli dell’africa come i bubal in kenya si lavano il
corpo con l’urina di animali in quanto allontana gli insetti come pidocchi e parassiti durante il pascolo degli
allevamenti grazie alla presenza di ammoniaca, quindi contesti dove di sicuro non hanno un insetticida.
Anche nel nostro contesto locale sardo quando in campagna ci si tagliava il primo intervento immediato
consigliato era urinarci sopra. Quindi dietro a ogni azione ci sono esperienze e conoscenze sensate derivate
dal contesto in cui viviamo. Anche il profumo e il cattivo odore è una costruzione culturale ,come si trova
sgradevole l’odore di pescatori o lavoratori del formaggio e cosi via.

Donne e uomini si truccano e dipingono il volto sin dall’antico egitto .Oggi vengono utilizzati prodotti di ogni
tipo, dalla bava di lumaca al veleno di api, in quanto secondo il modello culturale si deve avere un viso privo
di macchie,rughe e peli. Anche la cura del corpo si differenzia sia in ambito di genere che nel tempo e nello
spazio. Vi sono vari tipi di cosmesi maschile e femminile che si differenziano in base al colore ( il bianco è
segno di lutto o purificazione ) come quella maschile dei niger con il trucco dei bororo in ambito nuziale o
quella femminile del caduveo in brasile di cui si interesso claude levi strauss o quella giapponese delle
geisha chiamata ohaguro nel quale si tingono di nero i denti e il viso di bianco con una cipria per far
risaltare maggiormente il contrasto, dove più i denti erano neri più veniva considerato ben riuscito. indicava
un segno di bellezza e di classe elevata, quindi di distinzione sociale nel loro contesto.

3)Si plasma il corpo anche attraverso l’alimentazione .si creano dietre dimagranti e ingrassanti. Anche
pericolose come la keto diet, ovvero una dieta chetogenica che induce il corpo alla formazione di sostanze
acide chiamate corpi chetonici assumendo zero zuccheri e molti grassi per far si che vengano utilizzate
come fonte di energia. La conseguenza è che il corpo vada in chetosi causando problemi di salute facendo
calare l’insulina. molti modelli femminili tendono a essere magrissimi ,come ad esempio le modelle le quali
devono essere molto magre e molto alte ,nonostante al giorno d’oggi si stia combattendo questa idea di
donna molto magra come perfetto ideale. Anche L’idea dell’ uomo muscoloso non è legato al fatto che sia
necessario in quanto deve svolgere delle pratiche o lavori pesanti .l’uomo muscoloso lo è perché è sportivo
,per passione per l’esercizio fisico, quindi i muscoli servono per dimostrare che il corpo sia fisicamente
attivo, giovane , in forma. è un attività solo umana, gli animali non pensano a mangiar di più o di meno per
la propria forma fisica, noi invece siamo in grado di digiunare perché lo possiamo decidere per rituali di
carattere religioso o autonomamente. Scegliamo i tempi e i modi per nutrirci E in altri casi prendiamo una
serie di sostanze per far corrispondere il nostro corpo a un determinato modello. Tra le sostanze assunte vi
sono quelle di tipo ormonale spesso utilizzate da persone per il cambio di sesso.

4) Nel plasmare il corpo vi sono anche i modellamenti della pelle ,della struttura ossea e muscolare
dall’esterno. Sia la lunghezza dei capelli che la lunghezza delle unghie racconta qualcosa di noi. È diffusa
l’abitudine della ricostruzione delle unghie attraverso il gel per averle più lunghe. nel contesto cinese anni
fa vi erano alcune donne e uomini che si facevano crescere le unghie moltissimo , in certi casi solo di alcune
dita per il quale avevano degli astucci di materiali preziosi per proteggerle. Far crescere le unghie cosi era
un vezzo soprattutto dei mandarini e delle classi aristocratiche in quanto con le unghie così lunghe era
impossibile svolgere determinate mansioni, limitavano le possibilità d’azione, di conseguenza era simbolo
che qualcun altro lavorasse per loro. Anche in questo caso è un segno di distinzione di classe. ci sono anche
molti contesti indiani nel quale ci si fa crescere la barba a tal punto da poterla arrotolare dietro particolare
copri capi.

le donne kayan in thailandia sono riconosciute per indossare collari di vari materiali come argento ottone.
molto pesanti che si aggiungevano ad uno ad uno durante la crescita partendo dai 6 anni circa fino ad
averne numerosi in età adulta. Anche questo era un elemento di distinzione in quanto le donne che
avevano il collo particolarmente lungo e avevano numerosi collari erano simbolo di sacrificio e devozione ,
di conseguenza era un elemento che favoriva le nozze della donna, quindi era un pregio. Curioso è come in
realtà non sia il collo ad allungarsi ma le clavicole ad abbassarsi. La conseguenza dei collari è il fatto che il
collo e i suoi muscoli perdano stabilità e diventino incapaci di sostenere il peso della testa senza i collari
Dopo tempo è diventata un attrazione turistica, oggi infatti gli antropologi studiano come alcune tradizione
siano mantenute solo in funzione turistica. Infatti il governo thailandese impedisce alle donne kayan di
togliersi i collari. Si nota come il turismo abbia cambiato anche il senso della tradizione in quanto usanze
ormai scomparse vengono presentate in chiave turistica.

Un Altro modellamento sono i cosiddetti “gigli d’oro”, denominazione dei piedi cinesi, usanza ormai
scomparsa. Nel modello culturale cinese i piedi piccoli erano un segno di bellezza , in quanto
nell’immaginario assomigliasse all’arco lunare. anche in questo caso è segno di distinzione di classe
elevata , era considerato anche elemento di contrattazione a livello matrimoniale. I piedi piccoli si
ottenevano piegando il tarso superiore verso il basso facendo rigirare all’indietro le dita dei piedi, e poi il
tutto veniva fasciato per impedirne la crescita, di conseguenza era un lavoro che veniva compiuto
lentamente da quando si era piccole , infatti comportava una serie di conseguenze nella postura o nel modo
di camminare in quanto avendo dei piedi codi piccoli e un corpo pesante si sviluppavano in maniera
particolare i muscoli delle gambe che si archeggiavano notevolmente per camminare. Anche nella cultura
occidentale il piede piccolo è considerato segni di bellezza , come ad esempio si vedeva nel cartone della
disney di cenerentola.

nel quindicesimo secolo i neonati venivano fasciati per farli rimanere dritti, per far si che si sostenesse
bene , ma in realtà era dannoso per l’importanza dell’esplorazione del mondo nei primi mesi di vita , non
avevano le mani per poter gattonare. c’era inoltre il desiderio di rappresentare la propria aristocrazia
attraverso la forma del proprio cranio , si cercava di modellare il cranio in modo tale da avere una forma
ben precisa per tutta la vita attraverso tanti sistemi , esempio con tavole , corde o fasciature chiaramente
quando il bambino è piccolo e il suo cranio è ancora plasmabile e che può prendere una determinata forma.
In molti contesti culturali avere la testa a punta era un segno di distinzione sociale mentre la testa tonda
era per i guerrieri e gli schiavi avevano un'altra forma. Ciò vuol dire che per tutta la vita era segnata nel
corpo l’appartenenza a una determinata classe sociale , si naturalizzò un elemento culturale ,i
modellamenti del corpo arrivano a tal punto da condizionare per sempre la forma del proprio cranio in
modo tale che sia riconoscibile .

Nella belle epoque ci fu la moda dei i corpetti in quanto le donne venivano considerate belle se avevano la
vita sottilissima , ottenuta attraverso corpetti. C’è stato uno studio nel 700 di un medico che ha studiato il
corpo di una donna con una struttura scheletrica normale e le conseguenze sulla struttura scheletrica
dopo l’uso del corpetto , il risultato fu il cambiamento totale della gabbia toracica causando problemi di
respirazione o di allattamento , quindi danni fisici significativi per la vita . pur di esser bella si faceva di
tutto , infatti un detto che personalmente mia bis nonna diceva era “ se bella vuoi apparire , un poco devi
soffrire”

5)Altro modo di plasmare il corpo sono i tattuaggi le scarificazioni, bruciature o marchiature nella pelle. In
passato i tataggi sono stati usati in modo differenti in base allo status sociale, per esempio per gli uomini
maori il tatuaggio su tutto il corpo compresi volto e cranio era un privilegio delle elite più privilegiate, un
moko completo era l’obiettivo finale dei loro processi per essere completamente uomo. Chi non aveva
alcun tatuaggio era considerato come un uomo non completo che non raccontavano nulla.

in occidente fra 800 e 900 invece il tatuaggio era considerato come qualcosa di negativo , socialmente
squalificante , perché i tatuaggi li avevano i delinquenti , le prostitute e cosi via. Ci sono stati degli studi
appositi sui tatuaggi da parte di cesare lombroso , inauguratore della disciplina dell’antropologia criminale ,
( antropologia fisica)che scrisse un opera chiamata “l’uomo delinquente” .Lombroso si muoveva tra
l’antropologia e la giurisprudenza , osservava gli uomini dei carceri per vedere chi avesse tatuaggi , che
tatuaggi avesse , a che classe sociale appartenesse . constatò che gli uomini delinquenti avevano tutta una
serie di caratteristiche e studiò addirittura i vari tipi di tatuaggi , . in alcuni casi il tatuaggio era un simbolo
di riconoscenza sociale, soprattutto negli eserciti , se appartenevi agli artiglieri si aveva un particolare
tatuaggio ,se facevi parte della marina si aveva ad esempio l’ancora , o corde.questi erano gli unici casi in
cui il tatuaggio non veniva visto in modo negativo.

5)Diversa dal tatuaggio è la scarificazione , perché mentre il tatuaggio fa passare sotto la pelle dei pigmenti
colorati ,la scarificazione punta a creare una piccola infezione che quasi scolpisca la pelle .le scarificazioni
sono molto dolorose però erano ricercate perché avere forme di scarificazione era un modo di indicare un
passaggio da un età all altra, o di appartenere a una determinata tribù, e quindi avevano un significato
preciso tradizionalmente .Esistono anche altri modi per segnare la pelle , ad esempio le marchiature , come
lo si faceva sul bestiame lo si faceva sugli schiavi o sulle prostitute.( ex mi lady dei tre moschettieri, il
marchio del disonore nella spalla). I marchi spesso venivano messi nella fronte in modo tale che fosse
visibile a tutti e per tutta la vita .

6)Nel plasmare il corpo vi è anche l’inserimento di oggetti esterni dentro il corpo come ad esempio i piattelli
labiali in etiopia dalle donne mursi, una procedure compiuta lentamente che tanto più era grande e più si
aveva successo dal punto di vista matrimoniale , 7)vi è anche il taglio dei denti nella tribù dei pigmei del
congo o l’amputazione delle dita dei dugum dani della nuova guinea legati ai funerali nel quale si offriva un
dito per l’anima del morto . in questo ambito vi è anche chirurgia plastica estetica , e usano dei sistemi
invasivi per il seno , per il naso e cosi via. Non per difetti fisici ma perché non rispondono a determinati
modelli culturali .

8)Gli esseri umani intervengono anche sul corpo del morto in tanti modi , vi sono dei rituali funerari più
curiosi rispetto al nostro , come ad esempio la pira funebre in nepal dove i corpi vengono cremati su una
pira o la famadihana , una cerimonia funebre d’inverno ovvero la riesumazione dei morti avvolti in teli in
madagascar. l’esposizione di una salma sopra una moto, o quando i morti si siedono insieme ai vivi , o
dopo, ci sono addirittura delle festività importantissime o luoghi dove i funerali sono almeno tre, uno
privato , uno importante e poi ogni tre anni viene ripresa la salma e rivestita e riposizionata nella tomba.
Quindi noi esseri umani abbiamo dei riti molto curiosi e tutti raccontano qualcosa , sono segni di rispetto
nei confronti dei propri antenati, sono legati alla concezione del mondo.

RITI DI PASSAGGIO

Tutto questo discorso è collegato al tema dei riti di passaggio , cioè la crescita è segnata da dei momenti
ben precisi , adolescenza , infanzia , e cosi via. Queste fasi se oggi non sono separate da veri e propri rituali
invece fino a poco tempo fa , questi momenti erano segnati da verie propri riti , che comportavano la
morte del vecchio fanciullo per far nascere l’adulto.

L’antropologo Arnold van gennep scrisse nel 1909 il libro intitolato “ i riti di passaggio”, che riteneva
fossero dei riti con il compito di marcare il passaggio e la trasformazione di un individuo da uno stato o
ruolo ad un altro. Gennep identificava tre fasi precise in questo passaggio 1)la separazione, quando ad
esempio tra alcuni gruppi di persone i fanciulli venivano separati dalla madre e dalla vita del villaggio e
portati in una foresta, 2) la transizione, periodo liminale( da limen=soglia) , marginale , in quanto stavano al
limite del villaggio, dove i fanciulli rimanevano un determinato periodo per imparare a vivere come degli
adulti superando varie prove; 3) riaggregazione, il ritorno dopo aver assunto uno status diverso da
guerriero, da adulto, da uomo pronto al matrimonio. Quindi vi è un passaggio ben preciso. talvolta questi
riti di passaggio comportavano l’assunzione di un nome diverso in quanto questi riti creano una nuova
identità sociale. Ad esempio una ragazza apache viene accompagnata dalla madrina in una festa collettiva
per entrare nell’età adulta, chiamata la danza dell’alba o si pensi alla quinceniera spagnola.

TECNICHE DEL CORPO

Marcel mauss scrisse un saggio chiamato “ le tecniche del corpo” nel 1936. allievo di emile ducaim(?), si
può considerare il padre dell’antropologia moderna francese. Visse tra 800 e 900, si occupò di temi quai il
dono , magia , è a cavallo tra un vecchio modo di fare antropologia e nuovi modi di studiare e condurre
ricerche sul campo , potremmo dire che lui fu un etnologo perché è così che vengono definiti in francia, che
condusse le sue ricerche da casa, dalla biblioteca (da tavolino), sollecitò le nuove generazioni ad andare in
luoghi lontani, sostenne quindi coloro che fecero la famosa missione da carcibuti .

nonostante lui si occupasse di ricerche basandosi su tutta una serie di relazioni di resoconti che giungevano
in francia dalle varie colonie o da altre aree , era un grande osservatore e quindi osservava i modi di
comportarsi delle persone , per cui fece tesoro della sua esperienza di vita e in uno dei suoi scritti ,
all’epoca piuttosto marginali, decise che fosse opportuno riflettere su un aspetto molto trascurato all’epoca
riguardante le tecniche del corpo , ma invece è un argomento che è diventato importantissimo nel fine 900.
Per cui gli antropologi , i sociologi hanno riletto e rielaborato molte riflessioni presentate da marcel mauss
negli anni 30. marcel mausse ha ritenuto che fosse il caso di inoltrarsi in questi ambiti meno discusse
perchè è importante secondo lui discutere sulle tecniche del corpo.

c’è l’idea molto diffusa ai suoi tempi , ma certe volte anche oggi giorno , che le tecniche debbano per forza
contemplare l’uso di uno strumento , quindi quando si parla di qualsiasi tecnica si parla di strumenti
adoperati dall’uomo per raggiungere determinate abilità e cosi via . lo strumento lo pensiamo come un
oggetto esterno al nostro corpo mentre mausse afferma un qualcosa di importante :il primo strumento per
eccellenza utilizzato dall’essere umano è stato il proprio corpo , anzi oggetto di manipolazione era allo
stesso tempo uno strumento in tanti ambiti tecnici .”il corpo è il primo e più naturale strumento dell’uomo,
è sia un oggetto tecnico che un mezzo tecnico” .
la tecnica è un atto tradizionale ed efficace del corpo bisogna riflettere che il corpo è anche uno strumento,
la tecnica non nasce nel momento in cui noi utilizziamo uno strumento ma c’è anche la tecnica nel gesto ,
nell’insieme dei gesti che compiono l’azione dell’uomo che come la parola non è culturale , ma storico. Le
pratiche umane,tutto ciò che facciamo è frutto di processi di apprendimento, educazione attraverso i quali
le forze sociali modellano il corpo. E questa tecnica a noi pare naturale perché tecnica è anche camminare ,
il mangiare, correre che vengono considerate azioni naturali quando in realtà sono tutte tecniche della vita
dell’uomo che sono poco legate agli aspetti riguardanti l’educazione , al nostro vivere in una società. Invece
tutto ciò che ci appare naturale è frutto di un lungo apprendimento che richiede molto tempo fino a che
diventi per noi una seconda natura , un modo di essere . quindi le tecniche del corpo sono per marcel
mausse il modo in cui gli uomini si servono del proprio corpo , per mangiare , per bere, per correre , tutte
le azioni della vita quotidiana .sono azioni , modi che l’uomo adotta ,modifica e trasforma all’interno di un
determinato contesto sociale, per cui quando noi nasciamo , nasciamo in un contesto dove ci sono
determinato modi di mangiare ,di sedersi , di dormire e cosi via. E li apprendiamo pian piano sin da quando
siamo piccoli .

marcel mausse afferma anche un'altra cosa molto importante: la tecnica è un atto tradizionale ed efficace
del corpo , è un atto nel senso che è un’azione , composta da tutta una serie di gesti , tradizionale perché il
modo di agire è legato a un insieme di norme , di regole che fanno parte del gruppo , che sia grande ,
piccolo , in ambito familiare o nell’ambito del lavoro , però tradizionale nel senso che ci viene trasmesso ,
(tradizionale deriva da tradere , che in latino vuol dire consegnare , e quindi il senso è consegnare alla
nuova generazione di determinati modi di fare , di dire e di sentire). Quindi un atto tradizionale non può
essere tradizionale se non dentro un gruppo , società o comunità. Ma la tecnica è quando questo atto
tradizionale è anche efficace , ( anche scrivere con uno strumento , la penna , è una tecnica imparata sin da
piccoli , ma impugnare una penna non basta per saper scrivere , bisogna saperla impugnare e saperla
muovere in un determinato modo perché la scrittura sia regolare , quindi in tanti modi di impugnare la
penna c’è né uno che è efficace .quindi parliamo di tecnica quando prendete la penna e sapete già qual è il
gesto efficace con cui compaia la scrittura. Notate come la tecnica è frutto di un azione , un insieme di
gesti , movimento del corpo , che ci vengono insegnati quindi frutto anche di un educazione o di un
apprendimento , e questi gesti sono precisi perché si sono dimostrati nel tempo efficaci per raggiungere un
determinato scopo .il gesto quindi non è naturale ,anche se stiamo usando solo il nostro corpo per
compiere certi gesti , si parla compiendo dei gesti non naturali , sono dei gesti appresi , per imitazione .
quindi le pratiche umane sono il risultato di tutta una serie di processi di apprendimento, quella che
chiamiamo comunemente educazione , solo che nell’educazione pensiamo anche a un intervento diretto ,
verbale ,mentre ora stiamo parlando di apprendimento per imitazione dopo l’osservazione delle persone
con cui viviamo .impariamo tutta una serie di modi di porre e utilizzare il nostro corpo e non è vero che
poniamo il corpo in un modo casuale , lo poniamo all’interno di determinati modelli .

HABITUS

tutte queste posture e tecniche del nostro corpo costruiscono il nostro modo di presentarci e li
apprendiamo talmente bene da farli sembrare naturale ,a questo proposito marcel mauss introduce il
concetto di habitus ,un termine dal mondo latino , che letteralmente noi traduciamo come abitudine , però
ha un senso particolare perché dentro l’abitudine si vuole indicare in realtà l’esperienza che si acquisisce in
un arco di tempo piu o meno lungo , perché quella gestualità diventi parte di noi . quindi marcel mauss
quando usa il termine habitus si riferisce al concetto di esperienza , quindi questo termine è legato
strettamente a una nozione di carattere non biologico e neanche psicologico , ma sociale. Possiamo dire
che rientra in caratteri di ambito sociale che si fondono con la nostra struttura biologica e con gli aspetti
psicologici che caratterizzano individualmente ognuno di noi . afferma che l’uomo totale è fatto di caratteri
psicologici , biologici e sociali strettamente uniti(impossibile separarli) e che nell’adulto non esiste un modo
naturale di mangiare, bere, correre e cosi via.. Ecco perché studiare le tecniche del corpo voleva dire
camminare nei confini disciplinari perché aveva a che fare con la biologia umana , cosa il nostro corpo può
o no fare , con la psicologia umana , il nostro modo di porci davanti agli altri ,e chi si occupava dei caratteri
di tipo sociologico , perché tutti questi aspetti sono compresenti .

il risultato di queste riflessioni di marcel mauss è che possiamo apprendere un modo di agire,una tecnica
del corpo cosi bene da ritenerla naturale e non accorgerci che è propria del contesto socio culturale in cui
viviamo. nel momento in cui diventiamo adulti si può direche tutti i nostri modi di agire e tutte le tecniche
che adoperiamo non sono naturali , ma naturalizzate . ma ognuno di noi non cammina in modo uguale agli
altri , avrà un suo modo di camminare .

Anche il genere è una tecnica del corpo, una performance appresa attraverso la mimesi e l’azione
pedagogica dei processi di educazione e modellamento culturale del corpo.

marcel mauss è un grande osservatore , osserva anche che di tecniche del corpo ce ne sono tantissime , ci
sono tecniche che ci paiono naturali e altre che paiono non naturali. Ad esempio una posizione particolare
del corpo , accovacciati e non seduti, per noi in occidente è una posizione che assumono solo i
bambini ,invece in altre parti del mondo è un modo normale per riposare il corpo , per noi occidentali
risulta una posizione scomoda perché non facendola più da quando eravamo piccoli le stesse ossa e muscoli
non riescono più a posizionarsi cosi. Un'altra posizione legata al riposo è quella di accovacciarsi sedendosi
sui talloni , questa posizione veniva assunta in passato dalle donne quando nelle chiese non esistevano
ancora i banchi , ma in sardegna fino al primo novecento , uomini ma soprattutto le donne camminavano
scalze e pochè era una posizione che si poteva assumere solo se scalzi poiché le scarpe impedivano di
mettersi in quella posizione . sono dei modi di posizionarsi che noi stessi sardi non abbiamo più. in passato
si pensava non fossero legati solo a fattori di crescita , ma legati anche alla classe di appartenenza , tanto
più la classe sociale era bassa tanto più si era vicini al terreno .Marcel mauss sottolinea che in africa ci sono
tecniche di riposo che noi non conosciamo affatto come , ad esempio i giovani nuer del sudan che stanno
eretti in equilibrio con una gamba piegata e appoggiata all’altezza del ginocchio , si potevano usare bastoni
per l’equilibrio ma non era necessario . tecniche del corpo riguarda tutto , anche le tecniche di come si
nasce , non tutti nasciamo allo steso modo , in passato si partoriva anche in posizione verticale in contesti
indiani , mentre oggi si partorisce in posizione orizzontale , legata all’ambito ospedaliero , posizionata per
agevolare il medico , non la madre .

Questo vale anche per le relazioni di genere, il modo in cui bisognava presentarsi veniva appreso , il corpo
veniva disciplinato in base all’appartenenza sociale , al genere . ad esempio anche l’utilizzo del cellulare è
una tecnica , ciò dimostra come alcune tecniche possono far parte della nostra generazione e non di quella
dei nostri genitori .

. c’è qualcosa che distingue le varie tecniche , un prima distinzione è fra le tecniche nel quale il corpo è
l’unico strumento e quelle nel quale si utilizza un altro strumento oltre il proprio corpo , si distinguono dal
modo anche in cui è stato appreso . abbiamo imparato ad andare in bicicletta , come o a nuotare Con la
pratica , attraverso l’esercizio e l’esperienza , non l’apprendimento teorico . quindi stiamo parlando di una
conoscenza differente , si acquisisce un modo di imparare diverso .la conoscenza teorica si acquisisce
attraverso una comunicazione verbale o scritta dei contenuti, mentre invece chi va in bici può non aver mai
letto o sentito niente a riguardo, perché presume la pratica ,è un esercizio con il proprio corpo , è una
pratica legata non al dire ma al fare. quindi vediamo come ci sono diversi tipi di conoscenza e che la
conoscenza basata solo sulla comunicazione verbale non è sufficiente per vivere , c’è bisogno di una
conoscenza che nasca da un esercizio pratico. Questo apprendimento avviene per imitazione , la
maggioranza delle cose che riguardano il nostro fare le impariamo non con comunicazione verbale
esplicita , ma le apprendiamo osservando gli altri e imitandoli. E grazie agli errori impariamo sempre meglio
con il nostro corpo . quindi vedete come le tecniche del corpo siano un aspetto molto importante, ma nel
momento in cui io faccio qualcosa con il mio corpo lo apprendo secondo una modalità che fa parte del
contesto in cui cresciamo.

quindi questa tecnica ha una conoscenza diversa che è stata definita da vari studiosi , tra cui giulio Angioni
(professore nell’università di cagliari), un sapere implicito , un sapere che si apprende in modo tacito , lo si
apprendi osservando e poi imitando . A questo proposito ha scritto negli anni ottanta “il sapere della mano
“ e “fare dire sentire” , in cui una parte è dedicata alle caratteristiche del fare e di come il fare e il dire si
differenzino , e una di queste è sottolineare quanto nel fare sia importante questa conoscenza tacita . Per
angioni la trasmissione dei saperi del corpo avviene per mimesi ( dal greco antico mimesis= imitazione) .la
mimesi è fondamentale in tutti gli esseri viventi in quanto l’apprendimento corporeo avviene spesso in
modo silenzioso, tacito , non si fonda sulla comunicazione verbale. alcuni esempi di mimesi sono , tutto il
lavoro artigiano è legato a delle tecniche insegnate non verbalmente, o l’insegnamento del linguaggio dei
segni per le scimmie avviene per mimesi.

L’uomo nasce capace di imparare e durante la sua vita elabora socialmente e impara individualmente un
insieme condiviso spesso implicito di abitudini. L’insieme di comportamenti, pratiche e saperi impliciti ed
espliciti sono appresi vivendo insieme e costituiscono il bagaglio culturale dei componenti di un
gruppo .quindi l’insieme di comportamenti appresi in modo tacito più tutti quegli insegnamenti appresi in
modo verbale , sono appresi vivendo insieme. La dimensione tacita è fondamentale e costituisce la gran
parte delle conoscenze di ognuno di noi , quella parte esplicita è solo la punta dell’iceberg. l’apprendimento
esplicito possiamo dire che si basi su un infinità di apprendimenti taciti.

L’habitus quindi è un insieme di comportamenti naturalizzati frutto di un processo graduale di


apprendimento che avviene attraverso un esposizione del nostro corpo all’ ambiente sociale esterno.
Camminare, correre, mangiare dormire saltare ci appaiono naturali e spontanei quando in realtà sono
comportamenti appresi bene a tal punto da diventare una seconda natura.

INCORPORAZIONE

Pierre Bordieu , un sociologo della seconda metà del 900 , riprende il concetto di habitus di mauss e lo
specifica ancora meglio e lo inserisce all’interno della nozione che noi oggi definiamo incorporazione.
Afferma che l habitus è l’insieme delle disposizioni che un individuo ha incorporato , che è strutturante e
strutturato dal nostro modo di vivere definendo l’identità sociale della persona. cioè l’habitus condiziona i
nostri modi di agire intorno a noi che incorporiamo perché siamo all’interno di un campo di forze esterne ,
che possono essere il contesto familiare , sociale ,politico , economico , e le condizioni sociali di possibilità
e cosi via . tutti noi ci muoviamo all’interno di un insieme di forze . questo campo contribuisce a creare il
nostro habitus ,. Noi apparteniamo a più campi di forze , ma allo stesso tempo non siamo totalmente
passivi , anche noi interveniamo . questo processo di strutturazione dei saperi e dei nostri modi di fare è un
processo dinamico che si modifica anche se lentamente nel tempo , altrimenti tutti saremmo uguali a come
eravamo nella preistoria , l’habitus si modifica perché ognuno di noi lo acquisisce e lo può anche in parte
modificare a seconda dei gruppi dei quali fa parte . habitus e campo si condizionano reciprocamente.
quindi c’è un ‘azione interna dell’incorporazione delle forze sociali e una forza notevole. Una volta che
abbiamo incorporate quelle tecniche , ci identificano , diventa un elemento di riconoscimento sociale. Con il
termine di incorporazione si mettono insieme l’habitus , la mimesi e il metodo di apprendimento,
sottolineando i modi di disciplinare il corpo definendolo un corpo culturalmente disciplinato.

L’incorporazione è un metodo dell’antropologia contemporanea per analizzare le forme di vita


culturale,supera la visione dicotomica e conduce a studiare in che modo le espressioni e rappresentazioni
culturali siano costruite e oggettivate in un processo corporeo continuo. Secondo setha m. low che studiò i
nervios in costa rica e in guatemala l’esperienza vissuta dei nervios corrisponde a un ‘incorporazione della
sofferenza connessa a fattori economici sociali e politici, il corpo è mediatore fra sé e la società , anche
nancy shceper hughes che studiava i coltivatori salariati in brasile diceva che gli attacchi nervosi erano una
forma di critica sociale incorporata, considerava la malattia una ribellione incarnata, uno strumento dei
deboli per denunciare una condizione inaccettabile.

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