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NEOPLASIE DEL POLMONE


2020

radio-biologicamente non ottimali, utilizzo di apparecchiature tecnicamente non idonee all’irradiazione

toracica, volumi di trattamento e planning radioterapico non congrui.

Bilancio beneficio/danno: Questi studi, sebbene con le suddette limitazioni, evidenziano un effetto

detrimentale della radioterapia post-operatoria sulla sopravvivenza globale dei pazienti affetti da NSCLC in

stadio I-II radicalmente operati. Per queste ragioni il rapporto beneficio/danno appare sfavorevole.

Qualità globale Forza della


Raccomandazione clinica
delle evidenze raccomandazione

Nei pazienti affetti da NSCLC allo stadio I-II radicalmente


Moderata operato la radioterapia post-operatoria non deve essere presa Negativa forte
in considerazione come opzione terapeutica.
COI: nessun conflitto dichiarato

6. Follow-up dopo terapia primaria


La sopravvivenza globale a 5 anni dopo chirurgia radicale nello stadio I patologico è del 60-80%, nello

stadio II del 40-60%, mentre nello stadio III è del 20-40% [189]. La cinetica delle riprese di malattia

presenta un picco intorno al nono mese dopo l’intervento e due picchi successivi alla fine del secondo e

del quarto anno [190]. Sebbene si stimi un rischio di ricaduta tra 6% e 10% per persona/anno nei primi 4

anni dopo chirurgia e 2% dopo il 4 anno [191], alcuni dati suggeriscono che il rischio di ricaduta dopo il

quinto anno persiste ed è stimabile tra il 3,5% e il 15% [192]. Il pattern di ricaduta si diversifica a seconda

del tempo, con ricadute locali nei primi due anni e con un tasso di ricadute a distanza che aumenta dopo il

terzo anno dalla fine del trattamento primario [193].

6.1 Imaging

La sorveglianza con imaging dopo trattamento curativo è utile solo se l’individuazione di una recidiva

locale o metastatica o di un tumore primitivo metacrono sia suscettibile di trattamento attivo. I dati

disponibili a favore dell’imaging TC periodico sono non conclusivi. Tuttavia, appare ragionevole

suggerire l’esecuzione periodica di una TC torace con mdc per i pazienti potenzialmente suscettibili di un

successivo trattamento attivo. Il grado di raccomandazione è basso e, in caso di controindicazioni o nei

pazienti unfit/anziani o comunque non suscettibili a successivi trattamenti attivi, tale esame può essere

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sostituito con una TC torace senza mdc o con una semplice radiografia del torace. La frequenza suggerita

dell’imaging è semestrale nei primi due anni e annuale successivamente. Dopo i primi due anni la TC può

essere eseguita senza mezzo di contrasto, in assenza di lesioni dubbie o sospette.

Vi sono popolazioni di pazienti selezionate, per le quali una sorveglianza broncoscopica potrebbe essere

utile: queste includono i pazienti con neoplasie centrali, visibili alla broncoscopia diagnostica, i pazienti

con alto rischio di recidiva del moncone (margini chirurgici < 1 cm) e i pazienti con sedi bronchiali di

displasia o carcinoma in situ. In questi pazienti la percentuale di recidive asintomatiche del moncone

evidenziabili con una broncoscopia eseguita ad un anno dall’intervento è dell’ordine del 4% [194].

Sebbene non siano disponibili dati relativi al vantaggio in sopravvivenza, l’esecuzione di una

broncoscopia ad un anno dall’intervento in questo gruppo di pazienti può essere consigliata.

Al congresso ESMO (European Society of Medical Oncology) del 2017 sono stati presentati i risultati di

uno studio randomizzato di fase 3 (IFCT-0302) che confrontava 2 diverse modalità di follow-up in

pazienti radicalmente operati per NSCLC stadio IIIA (IV edizione TNM) [195]. I pazienti venivano

randomizzati ad un follow-up definito “minimale”, che consisteva in visite cliniche e radiografie del

torace semestrali per i primi 2 anni ed in seguito annualmente, fino al quinto anno dalla chirurgia, ed un

follow-up “massimale”, che prevedeva visite cliniche e TC torace/addome con mdc anche in questo caso

semestrali per i primi 2 anni ed in seguito annuali fino al quinto anno. In caso di carcinomi squamosi o a

grandi cellule, il follow-up “massimale” prevedeva anche l’esecuzione di un esame broncoscopico

insieme alla TC. L’obiettivo primario dello studio era quello di dimostrare un aumento significativo nella

sopravvivenza in presenza di follow-up “massimale”, mentre la sopravvivenza libera da malattia era tra

gli obiettivi secondari. Tra gennaio 2005 e novembre 2012, 1775 pazienti sono stati randomizzati ad un

follow-up “massimale” (N = 887) o “minimale” (N = 888). La maggior parte dei pazienti arruolati aveva

uno stadio clinico I-II (82% in ciascun braccio). I risultati non hanno dimostrato nessuna differenza in

sopravvivenza mediana tra il follow-up “massimale” e quello “minimale” (123.6 mesi versus 99.7 mesi;

HR=0.94, IC 95% 0.81-1.08; P = 0.37), mentre vi era un trend verso una sopravvivenza libera da malattia

significativamente peggiore per il braccio “massimale” rispetto a quello “minimale” (59.2 mesi versus

non raggiunta; HR=1.13 IC 95% 0.99-1.30; P = 0.07). Un’analisi esploratoria a partire dai 2 anni dalla

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