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dato che sembra condizionare maggiormente l’assenza di vantaggio in DFS e OS è rappresentato dalla safety
del trattamento. Lo studio ha infatti riportato tassi di complicanze principalmente cardio-polmonari superiori
nel braccio sperimentale (16.2% vs 2%) così come un aumento delle tossicità G3-G4 (23.7% vs 15%), con
un tasso di decessi pari al 5.3% nel braccio di controllo ed al 14.6% nel braccio sperimentale, tali da non
consentire la raccomandazione della radioterapia postoperatoria in tutti i pazienti operati in stadio IIIA(pN2).
In attesa della pubblicazione finale dello studio e delle successive analisi di sottogruppo attualmente in corso,
restano tuttavia da definire alcuni aspetti di notevole rilevanza (quali ad esempio il ruolo della distribuzione
di dose e del piano di trattamento utilizzato, l’impatto della localizzazione del tumore primitivo, etc…).
Inoltre il suddetto studio non chiarisce il ruole della radioterapia post-operatoria nei pazienti con chirurgia
subottimale e/o con malattia linfonodale estesa e/o interssamento extracapsulare, che necessitano di una
Il coinvolgimento diretto della parete toracica da parte di un tumore polmonare si verifica in circa il 5% dei
casi, con un’estensione variabile dalla pleura parietale alle coste e ai muscoli. In questi pazienti l’intervento
chirurgico non può essere raccomandato in tutti i casi, ma deve essere valutato ad personam ed nell’ambito
anatomica associata a resezione in blocco della parete toracica (fino a raggiungere margini sicuramente sani)
Vengono così indicati i tumori che interessano l’apice polmonare e le ultime radici del plesso brachiale.
Clinicamente si manifestano con algie alla spalla e al braccio (lato ulnare), con parestesie e possibile
sindrome di “Claude Bernard Horner”. Sono caratterizzati da una tendenza precoce all’invasione locale e,
Il trattamento di queste neoplasie deve essere preceduto da un’accurata stadiazione (TC, RM, PET), con
eventuale ricorso a mediastinoscopia/tomia e/o eventuali approcci stadiativi mini-invasivi (EBUS; EUS). Nel
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LINEE GUIDA
NEOPLASIE DEL POLMONE
2020
caso di interessamento linfonodale assente o limitato (N0-N1) il trattamento indicato è quello combinato
Il contributo della radioterapia è spesso comunque giustificato anche da esigenze cliniche di natura antalgica.
La resezione del tumore dovrebbe consistere in una lobectomia superiore unitamente all’asportazione in
blocco delle strutture della parete toracica interessate dal tumore [218, 219].
radioterapica.
Si tratta di tumori che interessano il bronco principale a meno di due centimetri dalla carena e/o l’arteria
polmonare. Per questi tumori l’intervento chirurgico non può essere raccomandato in tutti i pazienti, ma va
praticabile a prezzo di una pneumonectomia allargata, che comporta complesse ricostruzioni della via aerea
In tutti i pazienti con NSCLC in stadio IIIA/IIIB non resecabile o IIIC, è indicato un trattamento
multimodale, che deve essere sempre valutato e condiviso in ambito multidisciplinare. Nei pazienti con
NSCLC in stadio IIIB (N3) o IIIC è raccomandato procedere in prima istanza con la caratterizzazione
molecolare del tumore che prevede, analogamente allo stadio IV, la ricerca di mutazioni di EGFR,
riarrangiamenti di ALK e ROS1, per valutare la possibilità di prescrivere trattamenti a bersaglio molecolare
Quesito 7: Nei pazienti con NSCLC in stadio IIIA/IIIB non resecabile, o IIIC un trattamento
concomitante di chemio-radioterapia a dosi radicali è raccomandato (rispetto alla
sequenziale?)
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