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Le verruche sono neoplasie epiteliali benigne della cute e della mucosa derivanti dall'infezione da papillomavirus
umano (HPV). Sono un disturbo dermatologico comune, con un'incidenza stimata del 10% nei bambini e nei giovani
adulti.
Per il trattamento delle verruche sono disponibili diversi metodi, tuttavia, la maggior parte presenta svantaggi ed
effetti collaterali specifici. I metodi invasivi presentano l'inconveniente del dolore e lunghi periodi di recupero. La
gestione topica richiede l'applicazione di applicazione di farmaci per lunghi periodi di tempo e il successo del
trattamento dipende quindi in larga misura dalla compliance del paziente. Il trattamento laser si basa sul principio
della distruzione fotodermica o fotomeccanica del tessuto bersaglio. Le strutture bersaglio assorbono la luce coerente
monocromatica di una specifica lunghezza d'onda e fluenza specifiche, in questo modo l'energia luminosa viene
convertita in energia termica, distruggendone la struttura. A seconda della durata dell'impulso e della densità di
energia, si può verificare la coagulazione (effetto coagulazione (effetto fotodermico) o l'esplosione (effetto
fotomeccanico) di queste strutture (effetto fotomeccanico).
Da una lettura della letteratura esistente in materia di trattamenti specifici sulle verruche in tutte le loro forme, si
evince come la maggior parte delle terapie proposte possono avere degli effetti collaterali o portare al fallimento del
trattamento. Nonostante la presenza di alcuni studi di buon valore, nessun trattamento si è rivelato avere un'efficacia
apprezzabile tale da essere definito come gold standard nella scelta terapeutica. La ricerca bibliografica inoltre verte
quasi ed esclusivamente su apparecchiature laser non in uso ai Podologi italiani secondo la normativa vigente.
La prima fase di approccio alla verruca passa necessariamente attraverso l’anamnesi e l’esame obiettivo podologico.
Il più delle volte i pazienti provengono da maldestri trattamenti eseguiti da personale non qualificato, da trattamenti
casalinghi o semplicemente per un mero errore di inquadramento dell’infezione da HPV. I Podologi professionisti
addestrati e formati sanno che la verruca ha delle caratteritiche cliniche specifiche. La presenza di capillari trombizzati
è una caratteristica peculiare, tuttavia, questi sono assenti nelle verruche piane, le verruche plantari possono essere
simili a callosità. Le grandi verruche ipercheratotiche possono essere difficili da distinguere dal carcinoma a cellule
squamose. Questa confusione diagnostica può essere ulteriormente aggravata nei pazienti immunocompromessi che
hanno presentazioni atipiche di verruche. La valutazione clinica globale del paziente deve essere annotata in una
cartella clinica specifica per il caso in esame. Nel caso di minori, il protocollo e la strategia terapeutica da seguire va
dettagliatamente spiegata ai genitori, dando lettura del consenso informato. E’ obbligatorio non tralasciare questi
aspetti, sia per l’impronta professionale che il Podologo deve avere sia per gli aspetti giuridici che esso comporta.
L’uso della dermoscopia (FIG1) ha dato ai Podologi un mezzo in più per inquadrare e seguire il corso del trattamento
delle verruche, accompagnato dalla competenza clinica, questo dispositivo tascabile aggiunge un grande valore nella
valutazione della risposta al trattamento e nella diminuzione dell’incidenza delle recidive.
La valutazione dermoscopica viene eseguita utilizzando lo strumento in modalità luce polarizzata, senza interfaccia
con la possibilità di scattare fotografie con un comune smartphone. (FIG2)Le caratteristiche cliniche esaminate sono
la sede, il numero, la disposizione e la morfologia, la definizione della verruca (ben definita/ assente), il colore di fondo
(rosso/rosa/giallo/marrone/ altro), la presenza della componente vascolare, il tipo di componente vascolare se
L'ecografia ad alta risoluzione è una tecnica di indagine tomografica che definisce chiaramente gli strati della pelle con
sonde a frequenza variabile che vanno da 7 a 18 MHz, in podologia si predilige la sonda lineare ad alta frequenza e
quindi ad alta risoluzione, la quale fornisce una immagine rettangolare sullo schermo ed è molto utile per l’acquisizione
ecografica dei vasi superficiali. In questo modo è possibile illustrare le caratteristiche morfologiche ecografiche delle
verruche. Va ricordato che l’uso dell’ecografo è una tecnica operatore dipendente. Nell’esame ecografico si evidenzia
una forma fusiforme endofitica (cioè che cresce verso l’interno) dall’aspetto ipoecogeno che coinvolge l’epidermide
ed il derma superficiale. (FIG4) Le caratteristiche anatomiche delle verruche plantari, tra cui la loro profondità, sono
chiaramente riconoscibili all’ecografia, suggerendo che questa modalità di imaging può essere utile nella loro diagnosi
così come per il monitoraggio/trattamento in casi difficili. Nella cute sana, il flusso sanguigno è facilmente visibile nel
tessuto sottocutaneo, mentre nelle verruche si osserva un aumento focale del flusso arterioso dermico. Quest’ultimo
dato può essere legato alla natura della lesione o all’infiammazione secondaria al trattamento. Il passaggio successivo
è la preparazione del campo alla somministrazione della laser terapia. Il protocollo descritto è frutto della mia
esperienza personale mediante l’utilizzo di un laser Diodico ed è in continua evoluzione e perfezionamento con oltre
600 casi di verruca trattati.
È opportuno rimuovere mediante un bisturi lo strato ipercheratosico superficiale, in questo modo la verruca sarà
chiaramente visibile. Alcuni Laser in commercio hanno dei parametri preimpostati, tuttavia è sempre possibile
apportare delle modifiche creando dei programmi personalizzati per il paziente. Il trattamento prevede l’utilizzo di un
Laser a Diodo con manipolo ad ottica focalizzata con uno Spot di 1,2 mm. I parametri standard utilizzati nella mia
esperienza di laserterapeuta sono: T-OFF 50ms, T-ON 20ms, Freq. 14,3 Mhz POW 8 w (1064nm) Fluenza 14,1 j/cm2,
media 2,3 w, T 4 sec. Il numero di sedute con 2 incontri settimanali variano da un minimo di 4 ad un massimo di 6. Non
viene utilizzato nessun trattamento topico concomitante.
Il principio di utilizzo della terapia si basa sulla lunghezza d’onda e determina la penetrazione nei tessuti in base
all’assorbimento e alla diffusione della luce. La temperatura aumenta quando la densità di potenza aumenta,
provocando effetti diversi sui tessuti. Con l’aumento della temperatura gli effetti possono iniziare con una ipertermia
transitoria e successivamente con l’essiccazione, la denaturazione e la coagulazione delle proteine, la fusione del
tessuto quindi la vaporizzazione ed infine la carbonizzazione.
Terminata la scelta dei parametri e il settaggio del Laser, si invita il paziente ed un eventuale accompagnatore ad
indossare gli occhiali protettivi, che verranno utilizzati anche dall’operatore. Un ulteriore passaggio consiste
nell’annerire la verruca con dell’inchiostro di china o matita nera per limitare i danni dall’esposizione al laser in modo
da interagire con il tessuto da trattare senza danneggiare quello sano vicino e utilizzare la minima quantità di energia
necessaria per ottenere l’effetto clinico desiderato. (FIG5) Prima di irradiare la verruca con l’energia Laser la stessa e
viene raffreddata con del comune gelo spray per 2/8 sec. ad una distanza di 15/20 cm ottenendo un effetto
antidolorifico. Infine con l’aiuto del distanziatore e della luce guida del manipolo alla, il laserterapeuta con un angolo
di 90°aziona il comando a pedale muovendosi in maniera da descrivere una spirale dall’esterno all’interno della verruca
I tempi di guarigione della verruca/che possono variare da soggetto a soggetto, ma rimangono estremamente veloci
rispetto alle tradizionali terapie utilizzate. Somministrando il laser 2 volte alla settimana ad incontri programmati, la
guarigione avviene tra le due settimane e un mese; raramente la terapia si protrae oltre questo tempo. Il paziente
potrà svolgere normalmente tutte le attività ludiche e lavorative senza l’ingombro di fasciature e bendaggi, nei casi
che lo richiedono si potrà sempre utilizzare un feltro semicompresso per scaricare la zona trattata. Si rivede il paziente
dopo 15 gg dalla fine dal trattamento valutando la zona trattata, coadiuvati dal dermatoscopio e dall’ecografo alla
visita di controllo, sarà apprezzabile la presenza dei dermatoglifi. Un ulteriore controllo viene effettuato dopo un mese
dalla fine della terapia, il risultato ottenuto sarà la totale guarigione senza nessuna traccia visibile del trattamento.
In uno studio pubblicato a Gennaio 2022 effettuato all’Università di Barcellona viene sperimentato l’utilizzo di un
vetrino da microscopio raffreddato e poggiato sulla verruca precedentemente annerita. (FIG7) Seppur venga utilizzato
un Laser con caratteristiche tecniche diverse, ho trovato interessante provare io stesso questa tecnica. I risultati da
me ottenuti con “la tecnica del vetrino” variano i tempi di guarigione sulle verruche inferiori ai 2mm aumentando il
numero di sedute necessarie, mentre sulle verruche con diametro maggiore l’irradiazione laser appare meglio
distribuita dall’effetto rifrazione del vetro, diminuisce l’effetto fototermico con diminuzione della carbonizzazione
della verruca, (FIG8) tuttavia è necessario un numero superiore di sedute Laser. Il paziente in nessun caso avverte
dolore durante il trattamento che viene ben tollerato.
Podologo
Bibliografia
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FIG7 FIG8