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LINEE GUIDA

NEOPLASIE DEL POLMONE


2020

Qualità globale dell’evidenza


La qualità delle prove è stata giudicata MODERATA per i seguenti motivi: previsto il crossover; la
partecipazione dello sponsor alla stesura del protocollo, all’analisi dei dati e alla stesura del manoscritto.

Qualità globale delle prove: MODERATA


COI: nessun conflitto dichiarato

In una popolazione analoga di pazienti affetti da NSCLC metastatico ad istologia non-squamosa senza

mutazioni di EGFR o riarrangiamento di ALK e non selezionati per livelli di espressione di PD-L1, i risultati

dello studio “IMpower132” presentati all’ESMO del 2018 hanno mostrato un beneficio significativo in

termini di PFS, con un incremento numerico, ma non statisticamente significativo della OS dall’aggiunta di

atezolizumab a una chemioterapia a base di platino e pemetrexed rispetto alla sola chemioterapia [351]. Due

studi hanno valutato la strategia di combinazione nei pazienti affetti da NSCLC metastatico ad istologia non-

squamosa, includendo anche pazienti con alterazioni di EGFR o ALK, a condizione che avessero ricevuto

almeno una precedente linea di trattamento con inibitore tirosino-chinasico. Nello studio “IMpower150”

l’aggiunta di atezolizumab a carboplatino, paclitaxel e bevacizumab ha determinato un incremento

significativo degli endpoint co-primari dello studio rispetto alla sola chemioterapia con bevacizumab: PFS,

valutata dagli sperimentatori nella popolazione wild-type e nella popolazione wild-type con elevata

espressione tumorale di una signature genetica di cellule T effettrici (Teff), e OS nella popolazione wild-type

[352-353]. Nella medesima popolazione, lo studio “IMpower130” ha dimostrato un incremento significativo

degli endpoint co-primari (PFS valutata dagli sperimentatori e OS nella popolazione wild-type) dall’aggiunta

di atezolizumab a carboplatino e nab-paclitaxel rispetto alla sola chemioterapia [354].

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LINEE GUIDA
NEOPLASIE DEL POLMONE
2020

QUESITO 21 GRADE: Nei pazienti affetti da NSCLC a istologia squamosa in stadio avanzato
con espressione di PD-L1 < 50% e con buon performance status (0-1), un trattamento di prima
linea a base di carboplatino, paclitaxel o nabpaclitaxel, e pembrolizumab , seguito da una terapia
di mantenimento con pembrolizumab in caso di risposta o stabilità di malattia dopo 4 cicli di
trattamento, è raccomandato (rispetto alla chemioterapia)?

RACCOMANDAZIONE:
Nei pazienti affetti da NSCLC a istologia squamosa in stadio avanzato con espressione di PD-L1 < 50% e con
buon performance status (0-1), un trattamento di prima linea a base di carboplatino, paclitaxel o
nabpaclitaxel, e pembrolizumab , seguito da una terapia di mantenimento con pembrolizumab in caso di
risposta o stabilità di malattia dopo 4 cicli di trattamento, dovrebbe essere preso in considerazione come
opzione di prima scelta.
Forza della raccomandazione: POSITIVA FORTE
Motivazioni/Commenti al bilancio Beneficio/Danno:
Lo studio “KEYNOTE-407” ha valutato l’aggiunta del pembrolizumab al trattamento chemioterapico di
prima linea nei pazienti affetti da NSCLC avanzato, ad istologia squamosa, con qualsiasi livello di
espressione di PD-L1. Lo studio “KEYNOTE-407” è uno studio di fase III in doppio cieco, che ha
randomizzato i pazienti 1:1:1 in tre bracci a ricevere pembrolizumab+carboplatino+paclitaxel (o nab-
paclitaxel) oppure carboplatino+paclitaxel (o nab-paclitaxel), per 4 cicli, seguiti da una terapia di
mantenimento con pembrolizumab e/o placebo in caso di risposta o stabilità di malattia. I fattori di
stratificazione dello studio includevano il genere, la presenza di metastasi epatiche e livello di espressione di
PD-L1 (PD-L1 ≥ 1% vs <1%). Il disegno dello studio consentiva il cross-over dopo l’unblinding.
Erano elegibili pazienti con ECOG PS 0-1, con diagnosi di NSCLC ad istotipo squamoso, senza metastasi
cerebrali sintomatiche.
I risultati finali dello studio mostrano un incremento significativo dell’ OS nel gruppo trattato con
pembrolizumab (17.1 mesi versus 11.6 mesi (HR=0.71; p<0.001)); tale beneficio è stato confermato in tutti i
sottogruppi. Anche la PFS è stata superiore nel braccio con pembrolizumab (8 versus 5.1 mesi (HR=0.57;
p<0.001), con un tasso di risposte obiettive pari al 57.9% per il gruppo pembrolizumab rispetto al 38.4% nel
gruppo placebo.
In termini di tollerabilità, la combinazione ha avuto eventi avversi sovrapponibili rispetto al gruppo trattato
con placebo: 74.1% di eventi avversi G3-5 per il gruppo trattato con pembrolizumab versus 69.6% del gruppo
trattato con placebo) [355, 356].
Bilancio beneficio/danno: a favore della combinazione in considerazione del prolungamento della
sopravvivenza libera da progressione e della sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia a fronte di un
profilo di tossicità simile in termini di eventi avversi correlati al trattamento di qualsiasi grado e di grado
severo, ad eccezione degli eventi avversi immuno-correlati che sono stati più frequenti nel braccio di
combinazione.

Votazione forza raccomandazione Votazione bilancio Beneficio/Danno


Positiva Positiva Negativa Negativa
Favorevole Incerto Sfavorevole
forte debole debole forte
6 5 8 4
Implicazioni per le ricerche future:

Qualità globale dell’evidenza: La qualità delle prove è stata giudicata BASSA per i seguenti motivi: la
partecipazione dello sponsor alla stesura del protocollo, all’analisi dei dati e alla stesura del manoscritto;
selezione della popolazione arruolata.
Qualità globale delle prove: BASSA

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