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LINEE GUIDA

NEOPLASIE DEL POLMONE


2020

stadio IIA (T>4 cm) ben selezionati (buon performance


status, senza patologie concomitanti maggiori, con una
buona e rapida ripresa post-operatoria) la chemioterapia
adiuvante con regimi a base di cisplatino può essere presa
in considerazione come opzione terapeutica di prima
intenzione a seconda del rischio/beneficio valutato per
singolo paziente.
Nei pazienti anziani (età 70-75 anni) affetti da NSCLC
allo stadio II-IIIA radicalmente operato e ben selezionati
(buon performance status, senza patologie concomitanti
Moderata maggiori, con una buona e rapida ripresa post-operatoria), Positiva debole
la chemioterapia adiuvante con regimi a base di cisplatino
può essere presa in considerazione come opzione
terapeutica di prima scelta.
Nei pazienti affetti da NSCLC allo stadio II-IIIA
radicalmente operato, la chemioterapia adiuvante con
Moderata regimi a base di carboplatino non dovrebbe essere presa Negativa debole
in considerazione come opzione terapeutica di prima
intenzione.
Nei pazienti affetti da NSCLC radicalmente operato allo
stadio II-IIIA ben selezionati (buon performance status,
senza patologie concomitanti maggiori, con una buona e
rapida ripresa post-operatoria) la chemioterapia adiuvante
con cisplatino e vinorelbina può essere presa in
Alta Positiva debole
considerazione come opzione terapeutica di prima
intenzione. Tuttavia, se motivi correlati al paziente o alla
struttura precludono l’uso di questa combinazione,
qualsiasi regime a base di cisplatino con cui il medico
abbia familiarità può essere utilizzabile.
Nei pazienti affetti da NSCLC radicalmente operato allo
stadio II-IIIA e mutazione attivante di EGFR il
Moderata trattamento con inibitori di EGFR non dovrebbe essere Negativa debole
presa in considerazione come terapia adiuvante al di fuori
degli studi clinici.
COI: nessun conflitto dichiarato

5.3.2 Radioterapia adiuvante

Quesito 6: Nei pazienti con NSCLC in stadio I-II radicalmente operato una radioterapia post-
operatoria è raccomandata rispetto alla semplice osservazione?

I dati ad oggi disponibili per valutare il ruolo della radioterapia adiuvante negli stadi I-II radicalmente operati

provengono da meta-analisi costantemente aggiornate, di cui la prima veniva pubblicata nel 1998 [187] e la

più recente nel 2016 [188]. Gli studi eleggibili includevano pazienti radicalmente operati per NSCLC in

stadio patologico I-III (compresi quindi pazienti pN2, la cui analisi non riguarda il presente paragrafo),

sottoposti o meno a radioterapia adiuvante.

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La meta-analisi Cochrane 2016 ha inizialmente identificato 14 studi, tuttavia i dati individuali dei pazienti

sono stati resi disponibili solo per 11 di questi trials (ricerca degli studi aggiornata al 8 luglio 2016) e

l’analisi finale è stata condotta su 2343 pazienti. Sono stati analizzati i dati dell'88% dei partecipanti agli

studi selezionati. Gli outcomes analizzati comprendono la sopravvivenza globale, la sopravvivenza libera da

recidiva, la sopravvivenza libera da recidiva locale e a distanza.

I risultati hanno confermato i dati delle meta-analisi precedenti, riportando un peggioramento della

sopravvivenza nei pazienti trattati con radioterapia adiuvante, con un HR di 1.18 (95% CI 1.07 to 1.31),

ovvero un aumento del rischio di morte pari al 18%. Tale dato si traduce in un effetto detrimentale del 5% a

due anni (95% CI 2%-9%) nei pazienti trattati con radioterapia, riducendo la sopravvivenza globale dal 58%

al 53%. L'HR complessivo relativo alla sopravvivenza libera da recidiva, pari a 1,10 (IC 95% 0,99 a 1,21),

suggerisce un effetto potenzialmente negativo della radioterapia post-operatoria (PORT) (P = 0,07). L’analisi

della sopravvivenza libera da recidiva locale-regionale e a distanza evidenzia un beneficio a favore della sola

chirurgia (HR di 1,12 (IC 95% da 1,01 a 1,24); HR di 1,13 (IC 95%) 1,02-1,24, rispettivamente).

Il dato che sorprende maggiormente riguarda la sopravvivenza libera da recidiva loco-regionale. Come gli

autori stessi suggeriscono, il numero di recidive loco-regionali è minore nei pazienti trattati con PORT.

Tuttavia, essendo l’evento morte quello che maggiormente rappresenta gli eventi osservati, i risultati finali

sono in gran parte attribuibili alla sopravvivenza. Ciò suggerisce che la radioterapia riduce gli eventi di

recidiva e che l’aumento del rischio di morte potrebbe essere attribuibile ad altri meccanismi. A differenza

delle meta-analisi precedenti, in cui la PORT risultava più dannosa negli stadi precoci e nei pazienti con

minor interessamento linfonodale, in quest’ultimo lavoro, in cui l’analisi è stata condotta dopo

aggiornamento del TNM, questa osservazione perde di significatività. Anche gli autori del lavoro

suggeriscono peraltro che, nonostante l’inclusione di un numero maggiore di lavori, la nuova metodologia

applicata ha comportato l’esclusione di trial dedicati ad uno stadio specifico, con conseguente limitazione nel

potere di rilevazione di tali differenze.

Limiti: Il limite principale di tali meta-analisi riguarda la trasferibilità dei risultati ottenuti a causa dell’

inclusione di studi prevalentemente molto datati, condotti con differenti dosi totali, schemi di frazionamento

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