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Ruolo della PET nel Ca della mammella

FDG-PET non è attualmente indicata per l’identificazione dei tumori mammari primitivi, poiché la
sua sensibilità è strettamente correlata alle dimensioni della neoplasia e all’istologia.
Sono difatti riportati valori di sensibilità dell’imaging PET del 68% per lesioni < 2 cm e del 92%
per lesioni comprese tra 2 e 5 cm, con valori di accuratezza globale nei confronti dei carcinomi
mammari in situ che oscillano tra il 2-25%.

Nonostante ciò, la PET FDG può essere di ausilio in gruppi selezionati di pazienti:
 Mammelle con struttura densa
 Pazienti portatrici di protesi
 Per individuare il tumore primitivo in pazienti con mts a partenza mammaria con
mammografia indeterminata o dubbia.

Valutazione coinvolgimento linfonodi ascellari

FDG PET ha valori di sensibilità e specificità nell’identificare linfonodi ascellari patologici


rispettivamente del 61% e del 80%, con un VPP del 62% e un VPN del 79%.
Pertanto, sebbene la PET non possa sostituire la valutazione anatomo-patologica, potrebbe avere un
ruolo nel valutare l’estensione di malattia nelle pazienti con neoplasia in stadio avanzato
sintomatico e nel differenziare la plessopatia radioindotta da recidiva neoplastica. Potrebbe anche
essere utile nell’identificare mts linfonodali a carico della catena mammaria interna.

Ruolo nello staging

Sebbene non sia raccomandata come imaging di routine, la PET è di ausilio in molti scenari.
1. Fornisce informazioni aggiuntive sia nello staging primario che nel re-staging in caso di
imaging convenzionale dubbio o contrastante.
2. E’ di ausilio nei casi di recidiva loco-regionale di malattia poiché è in grado di detettare mts
mediastiniche o a distanza inattese modificando il management clinico-terapeutico nel 44%
delle pazienti, evitando inutili procedure chirurgiche locali. E’, infatti, più sensibile della TC
nell’individuare mts ai linfonodi mediastinici e della catena mammaria interna.
3. Potrebbe essere di ausilio nelle pazienti già trattate per K mammario, asintomatiche ma con
rialzo dei valori di marker tumorali

Ruolo nella diagnosi di mts a distanza

Le sedi più frequenti di mts a distanza sono i polmoni, il fegato e lo scheletro.


Uno dei principali vantaggi dell’imaging PET è quello di essere una metodica whole-body
caratterizzata da elevata accuratezza diagnostica nell’identificare l’esatta estensione e la sede di mts
a distanza e recidiva loco-regionale e nel valutare la risposta alla terapia. Sebbene sia caratterizzata
da una maggiore sensibilità rispetto all’imaging convezionale nell’identificare mts linfonodali e
lesioni ossee a carattere litico, non può essere considerata un sostituto di TC e scintigrafia ossea,
semmai un’indagine complementare.

Ruolo nelle metastasi scheletriche

Lo scheletro è il sito più comune di metastasi a distanza nelle pazienti affette da ca della mammella.
Possiamo ritrovare sia metastasi osteolitiche che osteoblastiche. Sebbene la maggior parte delle
lesioni presenti entrambe le componenti (litica e blastica), talune invece presentano esclusivamente
l’una o l’altra componente (e sono proprio queste quelle più difficili da individuare). Inoltre
sebbene sia la scintigrafia ossea, che la RMN, che la TC siano efficaci nell’individuarle, non sono
altrettanto affidabili nel valutarne la risposta alla terapia.
Studi recenti sembrano invece dimostrare come l’entità di uptake di FDG sia un parametro utile per
valutare la risposta alla terapia poiché correla con la risposta clinica e i valori dei marcatori
tumorali. Dati recenti affermano che tali cambiamenti sono predittivi del tempo alla progressione e
della probabilità di nuovi eventi scheletrici.

Identificazione dei pazienti responder

Nei pazienti con malattia in stadio avanzato, spesso la chemioterapia è l’unica arma terapeutica a
disposizione, che è tuttavia gravata da notevoli effetti collaterali. Pertanto sarebbe auspicabile
identificare quanto più precocemente possibile i pazienti “non responders” in modo da switcharli a
trattamenti alternativi.

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