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LIVIO ANDRONICO

VITA
Nato a Taranto, Livio Andronico arrivò a Roma come schiavo. Assunse il nome del suo ex
padrone una volta divenuto liberto, e divenne così Livio Andronico. Due, furono le date più
importanti della sua vita: il 240 a.C. e il 207 a.C.
Dopo la vittoria romana al Metauro, per riconoscimento del poeta fu istituito il collegium
scribarum histrionumque, un gruppo di scrittori e di attori, con sede nel tempio di Minerva.
Livio Andronico morì prima del 200 a.C.
LA PRODUZIONE TEATRALE
Andronico si dedicò prevalentemente al genere tragico. Delle due tragedie rimangono solo
otto titoli e pochi frammenti, da cui possiamo ricavare una preferenza per argomenti tratti
dal ciclo troiano. Tra i resti della produzione comica rimangono frammenti dal Gladiolus (un
soldato spaccone che si vanta di “averne” uccisi a migliaia).
L’ODUSIA
L’opera più importante di Andronico è l’Odusia, una traduzione latina in versi saturni
dell’Odissea di Omero. L’odusia riscosse grande successo e rimase per molto tempo in uso
come testo scolastico. In quest’opera viene affrontata la questione della traduzione come
operazione artistica. Per Livio è importante attualizzare l’opera d’arte. In questa prospettiva
si spiega anche la continua di ricerca di equivalenti romane per tradurre istituzioni politiche,
sociali e religiose.
L’ARCAISMO DELLO STILE
La poesia di Livio si può definire dotta. Egli intuì, per esempio, come riprodurre l’impressione
di arcaismo della lingua omerica, facendo riferimento alla lingua dei carmina epici e religiosi.
IL VERTERE LATINO
La scelta dell’arcaismo per lo stile orientò anche lo sviluppo successivo del genere epico e
fece a lungo un punto di riferimento. La scelta più generale di fronte al problema della
traduzione artistica, attraverso una mediazione tra le culture, fu destinata a incidere
profondamente sulle caratteristiche di traduzione nei poeti latini arcaici. Questo
procedimento sarà detta vertere, "volgere", cioè trasformare, come se fosse una
metamorfosi.

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