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l'universo è in movimento armonico che tende ad imitare la perfezione del cielo delle stelle fisse, ovverosia

Dio come primo motore immobile.

Dio è primo motore immobile in quanto è perfetto, se si muovesse modificherebbe la propria condizione di
perfezione, ma tutti gli enti tendendo a realizzarsi, tendono alla perfezione, e in questa realizzazione stessa
formano un movimento, al movimento di uno corrisponde un movimento universale, ed è in questo che Dio
è primo motore immobile. Nell'universo ci sono 55 sfere etere di cui la più piccola è la sfera della luna, che
racchiude la etere (?), e la più grande è la sfera delle stelle fisse, o primo motore immobile.

Dio è pensiero di pensiero perchè nella sua perfezione, Dio pensa al pensiero stesso, perchè se pensasse a
qualcosa perderebbe la sua condizione di perfezione, se il pensiero si oggetivizzasse, perderebbe la propria
condizione di perfezione, dunque è pensiero di pensiero, cioè pensa al pensiero (puro pensiero). Dio deve
necessariamente pensare, ma come pensiero puro, è solo attività di pensiero, perchè se pensasse a
qualcosa perderebbe la sua condizione di perfezione.

L'anima viene discussa nell'ambito della fisica, questo può sembrare paradossale, perchè l'anima è un
qualcosa di intangibile, ossia per Aristotele perchè esiste soltanto questa realtà, anche l'anima è in questa
realtà; ma soprattutto lui spiega che l'anima sta nel mondo della fisica perchè è ciò che da forma al corpo, è
ciò che attualizza il corpo, è l'attualizzazione della potenza. Questo ci porta ad una conseguenza
importantissima cioè che l'anima è immortale, cioè se il corpo viene attualizzato dall'anima, nel momento
in cui il corpo muore è perchè non c'è più l'anima. Però, per impianto ontologico, mentre Platone parla di
un'anima immortale appartenente ad un mondo ideale, questo mondo in Aristotele non esiste e dunque
non è ammettibile l'immortalità dell'anima.

L'anima di Aristotele è come una forza, un'energia che da significato al corpo e di conseguenza finisce con il
corpo. Per Aristotele esistono tre livelli di anima, e a questi tre livelli corrispondo tre forme di vita diversa:
l'anima vegetativa, quella che permette agli enti di vegetare, quindi appartiene alle piante; l'anima
sensitiva, quella degli animali, perchè gli animali provano delle sensazioni e grazie a queste reagiscono;
l'anima razionale, appartiene agli uomini, ed è questo livello, questa funzione intellettiva dell'anima, che
permette agli uomini di avere consapevolezza di sé e delle proprie conoscenze, e di coltivarle attraverso la
meraviglia. Aristotele spiega quindi che poichè l'uomo è dotato di questa funzione intellettiva dell'anima, la
deve esercitare, cioè deve servirsi dell'anima razionale per conoscere perchè quella è la sua natura, e
dunque se l'uomo non conosce, non realizza la sua forma, e non attualizza la sua potenza e dunque non
segue quell'entelechia che appartiene ad ogni ente, e che lo spinge a diventare ciò che è (l'anima dell'uomo
ha tutte e tre le funzioni).

Aristotele spiega che anche come avviene la conoscenza, egli afferma che la conoscenza nasce dai sensi,
quindi il primo contatto con la realtà è di carattere sensibile; i sensi incontrano il mondo e poi queste
sensazioni vengono immagazzinate, lui parla dei cinque sensi, e di un sesto senso che riesce a coordinare i 5
sensi e soprattutto alla consapevolezza di fare un qualcosa; poi le sensazioni è come se lasciassero delle
ombre che lui chiama fantasma ta, cioè sono dei ricordi che il nostro corpo assume, come dei residui di

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