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UNITÀ 4 : COSTRUZIONI CON ORDINE MARCATO

La necessità di sottolineare il tema della comunicazione o di mettere in rilievo un


determinato costituente, comportano l’uso di costruzioni che hanno un ordine marcato dei
costituenti, cioè diverso da quello naturale.
Il termine “marcato” riveste più significati in linguistica; con riferimento ai problemi di cui
ci occuperemo possiamo distinguere tre livelli di marcatezza:
- una frase può essere marcata fonologicamente quando possiede un
andamento intonativo diverso da quello normale;
- può essere marcata sintatticamente quando non è rispettato l’ordine
basico dei costituenti;
- può risultare infine marcata pragmaticamente quando si evidenziano
alcuni elementi piuttosto che altri.

Naturalmente i diversi livelli di marcatezza sono di norma compresenti, nel senso che una
frase marcata pragmaticamente tende ad esserlo sintatticamente e, nel parlato, anche
fonologicamente.
Il procedimento con il quale si sottolinea agli ascoltatori la preminenza di un costituente
sugli altri è chiamato focalizzazione.

1) La dislocazione a sinistra.-

La frase non marcata presenta una sovrapposizione dei tratti sintattici, semantici e
pragmatici di soggetto-tema-dato all’inizio e predicato-rema-nuovo alla fine. Quindi, in una frase
non marcata il soggetto possiede di norma le seguenti caratteristiche:
1- è collocato in posizione iniziale;
2- è il tema dell’enunciato;
3- è un elemento noto agli interlocutori (perché presupposto tale o perché giá
menzionato in precedenza);
il predicato è invece l’elemento nuovo o rema.

Un tipo di costruzione marcata è quella in cui un costituente diverso dal soggetto diventa il
tema-dato a sinistra e il resto della frase è il rema-nuovo a destra. La tematizzazione di un
costituente diverso dal soggetto appare in due costruzioni diverse, che in alcuni casi sono
difficilmente distinguibili: la dislocazione a sinistra e il tema sospeso.
Si ha una dislocazione a sinistra quando il costituente tematizzato e spostato a sinistra
mostra chiaramente la sua connessione sintattica col resto della frase; questa connessione può
essere espressa dalla preposizione che lo regge e che viene anch’essa spostata a sinistra, opure dalla
ripresa pronominale mediante un pronome clitico attaccato al verbo della frase, oppure da entrambi
i segnali.
Negli esempi che seguono, la prima frase ha un ordine non marcato, e la seconda
corrisponde a una versione con dislocazione a sinistra:
1) a.- Giorgio compra i giornali alla stazione.
b.- I giornali, Giorgio li compra alla stazione.

2) a.- Maddalena regalerà a Giacomo un orsachiotto.


b.- A Giacomo, Maddalena (gli) regalerà un orsachiotto.

3) a.- Alice andrà in America l’anno prossimo.


b.- In America, Alice (ci) andrà l’anno prossimo.
4) a.- Martina fa molte passaggiate.
b.- (Di) passeggiate, Martina ne fa molte.

5) a.- Arrivano molti turisti.


b.- (Di) turisti, ne arrivano molti.
La preposizione anteposta al sintagma dislocato, o il clitico, o ambedue, sono i mezzi che
rendono esplicito il collegamento sintattico del sintagma dislocato con la sua posizione di
argomento del verbo.
La dislocazione, oltre al complemento oggetto, può riguardare anche altri complementi
indiretti:
- a Marco (gli) darò una lezione.
- Delle sue esperienze non (ne) parla volentieri.
- A Milano (ci) vado spesso.

Può riguardare anche il complemento predicativo del soggetto:


- intelligente, Marco, (lo) è stato sempre.

O intere proposizioni subordinate, esplicite o implicite:


- perché continuino a litigare non lo so;
- se uscire o non non l’ho ancora deciso;
- di aiutarmi me l’avevi promesso.

Si noti che la dislocazione di una proposizione esplicita dà risultati più accettabili.


Nelle dislocazioni di complementi indiretti la ripresa pronominale è facoltativa, ed è adatta
solo a contesti colloquiali. Nello scritto e nel parlato sorvegliato è preferibile evitare la ridondanza
pronominale.
La ripresa pronominale è invece obbligatoria quando si antepone un complemento oggetto
o un complemento partitivo.
Es.:
a) ha mangiato un cesto di mele di mele ne ha mangiato un cesto

b) ha tanti amici di amici ne ha tanti.

a) sono venute un terzo delle persone invitate delle persone invitate ne sono
venute un terzo.

Un eventuale soggetto dislocato a sinistra non può avere segni espliciti della dislocazione.
Tuttavia anche il soggetto può essere dislocato a sinistra, cioè marcato come tema-dato, anche se
esso coincide con il tema-dato non marcato. Il soggetto è dislocato quando è separato dal verbo da
altri costituenti, che a loro volta possono essere dislocati a sinistra, dato che la dislocazione a
sinistra può interessare più di un costituente nella stessa frase; oppure quando il soggetto è separato
dal verbo da una frase intera.
Es.:
a) Giorgio, i giornali, li compra alla stazione.
b) Maddalena, a Giacomo, (gli) regalerà un orsachiotto.
c) Alice, (abbiamo deciso che), in America, (ci) andrà l’anno prossimo.

Sono anche possibili delle costruzioni marcate che conferiscono maggiore rilievo al
soggetto, riprendendolo attraverso un pronome tonico o un dimostrativo.
Es.:
a) il direttore, lui vuole avere sempre ragione.
b) Le grandinate estive, quelle si che provocano danni.

Una frase con dislocazione a sinistra può anche cominciare un discorso; con una frase di
questo tipo, il parlante assume che ciò a cui si riferisce il costituente dislocato a sinistra sia “noto”,
cioè genericamente presente alla mente del suo ascoltatore.
Intonativamente, la frase con dislocazione a sinistra può non distinguersi dalla frase non
marcata, anche se sono possibili pause fra i costituenti dislocati e fra questi e il resto della frase.
Queste pause sono indicate con la virgola.
1-a) L’estrazione di un costituente da una subordinata.-

Un tipo particolare di dislocazione si ottiene estraendo un costituente da una proposizione


subordinata e collocandolo all’inizio della frase, prima della reggente. Tale procedimento può
servire a sottolineare il soggetto della subordinata, che diventa in tal modo il tema della frase.
Es.:
io penso che la sua collaborazione sia indispensabile.
La sua collaborazione (io) penso che sia indispensabile.

Lo stesso procedimento può essere applicato al complemento oggetto:

dicono che lo sciopero sarà prorogato.


Lo sciopero dicono che sarà prorogato.

O, più raramente, a un complemento indiretto:

propongo di parlare prima dei problemi finanziari.


Dei problemi finanziari propongo di parlarne prima.

1-b) Particolarità della dislocazione a sinistra.

Quando la dislocazione riguarda un sintagma nominale (SN) ampliato mediante l’aggiunta


di uno o più determinanti, la dislocazione deve farsi con tutto il SN, includendo questi determinanti.
Es.:
ho dimenticato la cartella rossa di Marco.
La cartella rossa di Marco l’ho dimenticata.

1-c) Dislocazione di frasi.-

Le proposizioni completive, che di norma seguono la principale, possono essere dislocate a


sinistra al pari dei complementi. Nel caso delle oggettive e delle interrogative indirette
l’anticipazione viene compensata dall’inserimento del pronome atono lo.
Es.:
vi avevo promesso che sarei arrivato in tempo per la cena.
Che sarei arrivato in tempo per la cena ve lo avevo promesso.

Mi chiedo continuamente se ho fatto bene a comportarmi così.


Se ho fatto bene a comportarmi così me lo chiedo continuamente.

Nel caso delle soggettive la dislocazione è più rara e comunque non prevede l’uso di un pronome di
ripresa.
Es.:
è necessario prendere una decisione.
Prendere una decisione è necessario.

2) Tema sospeso.-

A differenza della dislocazione a sinistra, il tema sospeso non è accompagnato dagli


indicatori della sua funzione sintattica, cioè le eventuali preposizioni, e viene obbligatoriamente
ripreso, anche nei casi di complementi per i quali la dislocazione a sinistra non richiede
obbligatoriamente la ripresa pronominale.
La ripresa inoltre può avvenire, non solo con un pronome clitico, ma anche con un
pronome libero, o un dimostrativo, o con SN di tipo anaforico.
Stilisticamente l’uso del tema sospeso è ristretto all’uso orale, anche se non
necessariamente colloquiale.
L’intonazione può essere la stessa della frase non marcata. L’elemento che costituisce il
tema sospeso può essere separato dal resto della frase, ma può anche avere un’intonazione
leggermente ascendente e sospesa.
Nelle costruzioni con tema sospeso l’elemento dislocato non è accordato
grammaticalmente al pronome atono con cui viene ripreso.
Nelle frasi seguenti si riportano esempi di dislocazione a sinistra (a) e di tema sospeso (b):

1) a. Il professor Piva, nessuno può dimenticarlo.


b. Il professor Piva, nessuno può dimenticare quell’uomo generoso.

2) a. Al professor Piva, nessuno (gli) affiderebbe un bambino.


b. Il professor Piva, nessuno affiderebbe un bambino a lui.

3) a. A Luca gli ho prestato un libro.


b. Luca, gli ho prestato un libro.

La costruzione del tema sospeso si può formare più facilmente della dislocazione a sinistra.
Per ottenerla è necessario porre un tema e farlo seguire da una frase chiusa, che possa essere
interpretata come riferita al tema mediante il collegamento di uno degli argomenti con questo.
Mentre la dislocazione a sinistra può riguardare più di un costituente, non si può avere più
di un tema sospeso.
Il tema sospeso non può trovarsi nella posizione interna di una frase complessa, ma sempre
preferibilmente all’inizio del periodo.
Es.:
Giorgio, mi sembra che nessuno abbia parlato bene di quell’imbroglione.

Alle costruzioni con tema sospeso sono da ricondurre anche le frasi che iniziano con un
pronome soggetto anacolutico del tipo:

- io il gelato mi piace al pistaccio


- io la nuova segretaria non mi convince.

Queste costruzioni, frequenti nel parlato, sono di norma da evitare nello scritto.

2-a) Dislocazione a sinistra e tema sospeso con i verbi psicologici.

Alcuni verbi detti “psicologici” come piacere, sembrare, ecc., in cui il soggetto è
inanimato e il complemento indiretto è rappresentato da un esperiente animato, presentano, accanto
all’ordine sintatticamente non marcato “soggetto+verbo+complemento indiretto”, un ordine
sintatticamente marcato, ma pragmaticamente non marcato, con il complemento indiretto in prima
posizione.
Es.:
a. Gli spaghetti piacciono a Giorgio.
b. A Giorgio piacciono gli spaghetti.

Lo stesso avviene con altri verbi piscologici, come persuadere, convincere, soddisfare,
ecc., in cui l’esperiente animato è invece sintatticamente un complemento oggetto; diciamo che in
ambedue i casi si produce un conflitto sistematico tra il soggetto grammaticale e il soggetto della
predicazione rappresentato dall’esperiente animato.
Benché la frase (a) sia quella sintatticamente non marcata, è la frase (b) che, presentando
l’esperiente come tema tramite una dislocazione a sinistra, ha l’uso più largo.
Con questi verbi, è comune nella lingua parlata anche il ricorso alla costruzione del tema
sospeso. Si hanno frasi come:

c. Giorgio, queste cose non gli piacciono.


d. Il professore, gli sembrava che fosse troppo tardi.

3) Topicalizzazione.-

Un’altra costruzione marcata si ottiene anteponendo un costituente non come tema-dato,


ma come elemento nuovo, in contrasto con il contesto o con le inferenze suggerite dal contesto.
Se dopo una frase come Dovremmo invitare Giorgio, rispondiamo Carlo, dovremmo
invitare (in cui è topicalizzato l’oggetto Carlo) vogliamo dire che la persona da invitare non è
Giorgio, ma Carlo.
In questo contesto Carlo è l’elemento nuovo, e quindi pronunciato con aumento di intensità
ed enfasi, quello che comunemente viene chiamato accento contrastivo.
Dal punto di vista sintattico, insieme all’elemento topicalizzato si sposta anche la
preposizione, se è presente, mentre la ripresa pronominale manca nella maggior parte dei casi.
Es.:
a. La mela ho mangiato.
b. A tua sorella ho raccontato tutto.
c. Di storia voleva occuparsi.

Naturalmente queste non possono essere usate come prime frasi di un discorso, ma solo
come repliche ed affermazioni come:
a. Hai mangiato l’arancia.
b. Hai raccontato tutto a tutti.
c. Voleva occuparsi di economia.

Un’altra particolarità delle frasi con topicalizzazione è che il soggetto preferibilmente


segue il verbo:

Che cosa legge Luisa?


Un giallo, legge Luisa.

Se il soggetto resta in posizione pre-verbale normalmente è dato come un inciso ed è più


accettabile quando il complesso verbale ha una certa complessità e lunghezza:

Un breve articolo, le ragazze, hanno deciso di scrivere sull’argomento.

Per quanto riguarda la ripresa pronominale di un complemento topicalizzato, questa è


possibile solo quando tale elemento è un complemento di termine e c’è un altro complemento dato
sotto forma di clitico:

A Giorgio, gliene parlerò domani.

Ci sono casi di varia complessità in cui spostamenti come la dislocazione a sinistra


occorrono più volte, oppure si hanno casi di dislocazione + topicalizzazione.
Es.:
Ieri, ai ragazzi, io, la lezione, non l’ho spiegata.
Ieri, ai ragazzi, la lezione, io non l’ho spiegata.
La lezione, ieri, ai ragazzi, io non l’ho spiegata.

Esempio di frase con topicalizzazione e dislocazione a sinistra:


Quel lavoro, a Raffaele, lo devi far vedere.
A Luisa, Giorgio, un computer, le ha regalato.

In questo caso l’elemento topicalizzato normalmente segue quelli dislocati.

Per concludere si deve segnalare che solo un elemento può essere topicalizzato.

3-a) Ripresa pronominale di un sintagma topicalizzato.-

In molte varietà di italiano colloquiale si trova la ripresa pronominale clitica di un sintagma


topicalizzato quando il sintagma topicalizzato è un sintagma preposizionale (SP) dativo e il verbo è
accompagnato da un altro pronome clitico.
Es.:
a. A Giorgio, dovevi proporlo / proporglielo.
b. Solo al direttore, ne ho parlato / gliene ho parlato.

Si nota che la ripresa pronominale del sintagma topicalizzato dativo è ammessa solo quando il
verbo ha un complemento rappresentato da un clitico, non quando il complemento è espresso da un
nominale, oppure manca.

3-b) Contesto della topicalizzazione.-

La topicalizzazione, per uso pragmatico e struttura, è molto simile alla frase scissa.
Partendo dalla frase dichiarativa (a), (b) è la replica espressa con una frase topicalizzata, (c) con una
frase scissa.

a. Dovremmo invitare Carlo.


b. Giorgio, dovremmo invitare.
c. E’ Giorgio, che dovremmo invitare.

Il significato e la funzione pragmatica di topicalizzazione e frase scissa in questo caso sono


le stesse. Tuttavia ci sono contesti in cui è possibile la frase topicalizzata ma non la scissa, per
esempio quando il sintagma contrastato è un quantificatore.
Es.:
a. Hai fatto qualcosa?
b. Tutto, ho fatto.
c. *E’ tutto, che ho fatto.

a. Tu vuoi invitare Giorgio.


b. No, Carlo, voglio invitare.
c. No, è Carlo, che voglio invitare.
d. Nessuno, voglio invitare.
e. *E’ nessuno, che voglio invitare.

La frase topicalizzata è quindi possibile in tutti i contesti in cui è possibile la frase scissa
ma non viceversa; la frase topicalizzata ha condizioni di appropriatezza meno rigide, per cui il suo
uso, in relazione al contesto, è meno rigido.

3-c) Topicalizzazione e tema.-

Dislocazione a sinistra e tema sospeso permettono di marcare come tema-dato un


costituente che può essere differente dal soggetto, sospendendo l’assegnazione automatica di tema-
dato al soggetto.
Se adottiamo la procedura per cui il tema è il primo costituente della frase, ne risulta che
una frase topicalizzata ha il tema nuovo. La topicalizzazione sarebbe allora marcata perché
introduce come nuovo un costituente che nel caso non marcato dovrebbe essere dato, cioè il tema.
La frase seguente:
Giorgio, dovremmo invitare

verrebbe analizzata come una frase in cui il tema Giorgio è nuovo, mentre il rema è qualcosa di cui
si stava già parlando, o che può essere inferito dal contesto, cioè fare degli inviti, e quindi è dato.

4) Anteposizione anaforica.-

L’anteposizione anaforica non è sempre distinguibile dalla dislocazione a sinistra e dalla


topicalizzazione. L’anteposizione anaforica si individua chiaramente nel caso in cui l’elemento
interessato è il complemento oggetto. Nei casi diversi dall’oggetto la costruzione diventa
indistinguibile, almeno ad una prima osservazione, dalla dislocazione a sinistra. Infatti solo con
l’oggetto la dislocazione a sinistra esige la ripresa pronominale, che nell’anteposizione anaforica
invece non compare. Nei casi invece in cui anche la dislocazione a sinistra non prevede ripresa
pronominale obbligatoria, viene a mancare la caratteristica diagnostica per decidere se si tratta di
dislocazione a sinistra, o anteposizione anaforica.
Rispetto alla topicalizzazione, nell’anteposizione anaforica manca il rilievo intonativo
(l’intonazione è la stessa che nella dislocazione) e manca il valore pragmatico di contrasto con il
contesto: la funzione dell’anteposizione anaforica è infatti quella di sottolineare la relazione del
sintagma anteposto con un sintagma già citato nel discorso. Per questo fatto il sintagma interessato
dall’anteposizione anaforica contiene spesso un dimostrativo: questo, quello o aggettivi come
stesso, uguale, ecc.
Es.:
a- La stessa proposta fece poi il partito di maggioranza.
b- Una grande consolazione ci ha dato anche il nostro figlio maggiore.
c- Uguale sorte ebbe il vicepresidente.

Il legame anaforico di questi sintagmi con il testo precedente può essere esplicito quando
questi contengono un pronome o aggettivo relativo.
Es.:
a- Il che fece non senza qualche esitazione.
b- Le quali prove produrremo nelle sedi adatte.

4-1) Anteposizione dei quantificatori.-

Molto simile a quest’ultima costruzione è l’anteposizione senza ripresa pronominale di SN


(sintagma nominale) contenenti i quantificatori qualche, pochi, o costituiti da niente, nessuno.
Tuttavia questo tipo di anteposizione appartiene allo stile colloquiale.
Pochi, i quantificatori negativi (niente, nessuno) e i quantificatori pronominale (tutto,
molto, qualcosa) non possono essere dislocati a sinistra. Quindi, quando troviamo questi
quantificatori spostati a sinistra dobbiamo pensare di avere sempre a che fare con l’anteposizione
anaforica.
Es.:
a- Qualche cosa / Qualcosa avrà fatto, nella vita.
b- Qualche amico avrai, che ti possa aiutare.
c- Nienti concludi, stando in questo baco.
d- Molti amici non si è fatto, di sicuro.
e- A nessuno nuoce, col suo comportamento.

5) Dislocazione a destra.-
In italiano è possibile anche spostare a destra degli elementi della frase. In questo caso, il
parlante considera l’elemento dislocato come dato e presente nella mente dell’ascoltatore, e alla
fine della frase lo richiama per maggiore chiarezza. L’utilizzazione di tale tipo di frasi, dunque, è
fortemente condizionata dal contesto.
Es.:
a- Arriverá domani, Giorgio.
b- L’accompagnò a scuola, Tullia.
c- Gli dai tu la notizia, a Franco.
d- Ci vado volentieri io, al supermercato.

Le riprese pronominali presenti in (b,c,d) sono facoltative (contrariamente a quanto avviene


nella dislocazione a sinistra).
La dislocazione a destra può occorrere insieme a un elemento con intonazione contrastiva;
tale elemento, in questo caso, diventa topicalizzato a destra.
Es.:
a- L’accompagno io, Tullia.
b- Ha incontrato Piero, Giorgio.

Non c’è praticamente differenza fra dislocazione a destra e dislocazione a sinistra dal punto
di vista pragmatico: si tratta in ambedue i casi di temi già dati nel discorso o supposti presenti nella
mente del parlante . Tuttavia ci sono delle nette incompatibilità contestuali; la dislocazione a destra
può essere infatti solo ripresa di un tema che è presupposto come dato, e, a differenza della
dislocazione a sinistra, non può proporre un tema, sia pure connotandolo come attesso, prevedibile
o dato nel discorso.

6) La frase scissa.

Tra i meccanismi utilizzati a livello sintattico per trasmettere determinati significati, oltre
all’ordine delle parole, l’italiano utilizza una costruzione particolare denominata frase scissa.
Es.:
a- È Tullia che è uscita.
b- È la frutta che non mi va.
c- È in campagna che voglio andare.

Lo scopo di tale struttura è quello di enfatizzare sia a livello sintattico che con l’intonazione
un particolare elemento della frase e metterlo in contrasto con un elemento analogo del contesto.
In questo senso la frase scissa è simile alla topicalizzazione.
La struttura della frase scissa può essere così schematizzata:

copula + costituente focalizzato + che + resto della frase

Dal punto di vista sintattico, la frase scissa è costituita da due unità: una principale con
copula che si accorda con l’elemento che la segue e una subordinata introdotta da che, in cui c’è un
elemento vuoto la cui interpretazione è legata all’elemento scisso.
Nella frase scissa non possono mai apparire pronomi clitici di ripresa (come nella
topicalizzazione).
Es.:
a- * È a Mario che gli ho detto tutto.

La frase subordinata può anche apparire con a e l’infinito, questa forma si ha quando
l’elemento scisso è da interpretare come il soggetto della subordinata che segue.
Es.:
a- È stata Franca a farmi arrabbiare.
b- Sei tu a dire sempre le bugie.
I sintagmi nominali possono essere sempre scissi sia che si tratti di sintagmi nominali
lessicali, sia che si tratti di pronomi.
Es.:
a- È Mario che voglio vedere.
b- Sono io che sono stanca.
c- È me che non vogliono ascoltare.

I sintagmi preposizionali possono essere scissi sia che siano selezionati dal verbo sia nel
caso contrario.
Es.:
a- È a Tullio che darò il libro.
b- È in cucina che devi mettere quelle cose.
c- È in giardino che leggo volentieri.

Quando il sintagma preposizionale è introdotto da di e retto da un sintagma nominale o da


un sintagma preposizionale, non può essere scisso se è parte del soggetto pre-verbale o post-verbale
di una frase il cui verbo ha l’ausiliare avere, mentre può essere scisso se è parte del soggetto post-
verbale di verbi “inaccusativi”, di verbi che selezionano l’ausiliare essere o del verbo essere vero e
proprio.
Es.:
a- *È di Franco che ha telefonato la sorella.
b- *È di Luigi che la cugina ha visto un amico mio.
c- È del libro che finalmente sono arrivate le prime copie.
d- È di Luigi che è stata raccomandata la cugina.

Qualsiasi tipo di avverbiale può essere scisso:

a- È domani che andremo a cena fuori.


b- È là che devi andare.

Per quanto riguarda le forme verbali, i verbi finiti non possono essere scissi; si può
ricorrere in casi limitati a forme di usi molto marginale come:

- È mangiare che tutti fanno volentieri.

È invece possibile focalizzare verbi al participio passato se accompagnati dal verbo essere,
ma non se accompagnati da avere.
Es.:
a- È arrivato che non può essere a quest’ora.
b- È uccisso che non può essere stato in circostanze simili.
c- *È finito che ho di leggere il libro.

Il gerundio può essere focalizzato quando è complemento frasale.


Es.:
- È mangiando che si ingrassa.

L’infinito può essere enfatizzato in una frase scissa.


Es.:
a- È bere che fa male.
b- È camminare che dovrei.
c- È di parlare inglese che si rifiuta.

Anche un’intera frase complemento può essere enfatizzata con una struttura scissa.
Es.:
a- È che Mario arrivi sempre in ritardo che non sopporto.
b- È che tu te ne andassi che non volevo.
c- È che sarebbe venuto ieri che mi aveva detto.

Dal punto di vista pragmatico la frase scissa ha una funzione analoga a quella
dell’evidenziazione, serve cioè a mettere in rilievo l’elemento nuovo della frase, spesso con valore
contrastivo.
Es.:
- È a Irene [non a Carla] che ho regalato un anello.

La proposizione subordinata che forma il secondo segmento della frase scissa può essere di
due tipi:
a) esplicita (è X che + verbo di modo finito):

. è Marco che ha mal di testa.

b) implicita (è X a + verbo all’infinito):

. è Marco ad avere mal di testa.

La subordinata implicita può essere usata solo quando l’elemento da focalizzare nella
corrispondente frase non marcata svolge la funzione di soggetto.
Es.:
Maria ha dipinto il quadro È stata Maria a dipingere il quadro.

La frase scissa con subordinata implicita è più adatta a contesti formali e trova pertanto
maggiore applicazione nello scitto.

6-1) Le frasi pseudoscisse.

Le cosiddette frasi pseudoscisse hanno la seguente struttura:

introduttore + verbo base + copula + costituente focalizzato

il verbo base è quello della corrispondente frase non marcata, l’introduttore, pur essendo possibili
delle varianti, è comunemente costituito dal pronome relativo chi o dal nesso dimostrativo + che :

non capisco perché si comporti così quello che non capisco è perché si comporti così

Come appare, la funzione pragmatica è identica a quella della frase scissa. Anche la
struttura sintattica è analoga: un unico blocco frasale viene suddiviso in due segmenti distinti.
L’unica differenza consiste nel fatto che in questo caso l’elemento focalizzato è collocato in fondo
alla frase.

6-2) Il “c’è” presentativo.-

Una costruzione per alcuni aspetti analoga alla frase scissa prende il nome di “c’è
presentativo”. Vi si può ricorrere quando un enunciato presenta due blocchi di informazioni nuovi:

un tuo amico vuole parlarti c’è un tuo amico che vuole parlarti.

Un ladro scappa nel cortile c’è un ladro che scappa nel cortile
La funzione pragmatica del costrutto è duplice:

1- si suddivide il contenuto dell’enunciato in due segmenti distinti, evitando così


di concentrare troppa informazione in un’unica proposizione e favorendo la
ricezione del messaggio.
2- Si mette in particolare rilievo il primo elemento, isolandolo dal resto della
frase e incastrandolo nella struttura c’è ...che.

7) Cooccorrenza dei diversi tipi di spostamenti a sinistra.

La dislocazione a sinistra può essere ripetuta indefinitamente, per un numero indefinito di


argomenti o complementi.
Es.:
a- Oggi, a Giorgio, io, un lavoro, non posso offriglielo.
b- Il capufficio, alla segretaria, i documenti, non gliel’ha mostrati.

L’ordine reciproco dei vari elementi dislocati è indifferente.


Non è invece possibile avere più di un elemento topicalizzato e la topicalizzazione non può
occorrere neanche con una frase scissa.
Es.:
a- *Mio figlio, una poesia, ha scritto.
b- *Mio figlio, è una poesia che ha scritto.

Un elemento topicalizzato può invece cooccorrere con uno o più elementi dislocati a
sinistra.
Es.:
a- Mio figlio, una poesia,lui ha scritto.
b- A Giorgio, il professor Piva, (solo) un posticino potrebbe offrirgli.

L’elemento topicalizzato segue preferibilmente tutti gli elementi dislocati a sinistra.


Es.:
a- Quel piede, al medico, lo devi far vedere.
b- Al bambino, un robot, (gli) devi regalare.

Non è possibile costruire esempi che contengano più di un tema sospeso. Un tema sospeso
può combinarsi con la dislocazione a sinistra, purché venga posto prima degli elementi dislocati.
Es.:
a- Giorgio, ai nostri amici, non parlo mai di lui.
b- Maddalena, una bambola gliela regalo per Natale.

Il tema sospeso può combinarsi anche con la topicalizzazione: l’elemento topicalizzato


segue il tema sospeso, che si presenta sempre come l’elemento in prima posizione.
Es.:
a- Pietro, il primo premio, gli hanno dato / hanno dato a lui.
b- Rimini, quest’estate, sono stata là.

L’anteposizione anaforica prevede l’adiacenza dell’elemento anteposto al verbo, quindi


non ammette inserzioni di altri elementi spostati.
Sono possibili invece frasi con un elemento dislocato, a sinistra dell’elemento anteposto.
Es.:
a- A questo libro, un importante contributo ha dato il professor Piva.
b- Al professor Piva, una grande consolazione ha dato anche il figlio Giorgio.

Non si può avere infine l’anteposizione anaforica preceduta da un elemento topicalizzato.

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