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Presente indicativo
Il presente indicativo una forma verbale coniugabile non marcata[1] utilizzata in innumerevoli lingue. in genere
anche quella che mostra il maggior numero di usi e di forme irregolari.
Secondo le grammatiche tradizionali, indica uno stato o avvenimento presente. Si osservi ad esempio il seguente
enunciato:
In questo momento esco di casa.
chiaro che il momento dell'azione viene visto come contemporaneo al momento in cui si parla: per meglio
specificare, si dir che il presente indica generalmente un'azione o situazione che si svolge al momento
dell'enunciazione.[2]
2a
persona
tu
3a
persona
lui/lei
1a
persona
noi
2a
persona
voi
3a
persona
loro
1a
coniugazione
am-are
am-o
am-i
am-a
am-iamo
am-ate
am-ano
2a
coniugazione
tem-ere
tem-o
tem-i
tem-e
tem-iamo
tem-ete
tem-ono
3a
coniugazione
serv-ire
serv-o
serv-i
serv-e
serv-iamo
serv-ite
serv-ono
Spesso, i verbi della coniugazione in -ire prevedono l'ampliamento della radice tramite un suffisso (-isc-):
3a
coniugazione
cap-ire
Non esiste comunque una regola che possa stabilire quali verbi prevedono questa particolarit di coniugazione; per
questo, si consulti la voce sui cosiddetti verbi incoativi. Per quanto riguarda l'accento, esso cade talvolta sulla radice,
qualche altra sulla desinenza. Esempio tipico: mo, mi, ma, amimo, amte, mano.
Si ricordano inoltre le seguenti caratteristiche nella formazione del presente:
Questo tempo presenta pochissimi verbi irregolari nella coniugazione in -are (si tratta dei verbi stare, fare, dare
ed andare); le altre coniugazioni ne sono invece ricche.
Le forme in noi e voi sono quasi sempre regolari.
I verbi che terminano in -care e -gare (come cercare e pagare) mantengono il suono velare di /k/ e /g/ in tutte le
forme, il che rende necessario un adattamento ortografico: pago, paghi, paga, paghiamo.
Vale esattamente il discorso opposto per le altre due coniugazioni, cio per i verbi che terminano in -cere e -gere,
come vincere o piangere: il suono di -c- e -g- pu infatti cambiare a seconda della vocale che introduce la
desinenza: vinco, vinci, vince, vinciamo, vincente, vincono ed quindi velare davanti a o, ma palatale davanti ad e
Presente indicativo
oppure i. In questo caso, non si rende necessario alcun adattamento ortografico. Si noti inoltre che in questi verbi
la i nella desinenza della forma in noi (vinciamo) non sar pi pronunciata.
Per i verbi che terminano in -ciare e -giare si avr: mangio, mangi, mangia, mangiamo, mangiate, mangiano.
Neanche in questo caso, la desinenza della forma in noi (mangiamo) viene pronunciata.
Un verbo che risulta regolare nella coniugazione di un tempo non deve necessariamente esserlo in un altro tempo.
Ad esempio il verbo uscire irregolare al presente, ma non al participio. Al contrario, scrivere irregolare al
participio, ma non al presente. Per il resto, si rimanda alla voce sui verbi irregolari italiani o a tabelle di
coniugazione.[3]
Cenni storici
Si tratta di una diretta eredit dalla lingua latina. Gli sviluppi che hanno portato al cambiamento delle desinenze
originarie nelle forme flesse (laudo, laudas, laudat, laudamus, laudatis, laudant) non sono del tutto chiari.[4]
Tra i vari mutamenti linguistici che caratterizzano il passaggio dal latino classico all'italiano, la caduta della
consonante finale senza dubbio uno dei fenomeni pi vistosi (da laudat proviene loda, da laudamus proviene
lodiamo, con caduta rispettivamente di -t e di -s).[5]
Presente indicativo
Si dir a questo punto che il futuro indica la posteriorit temporale, rispetto alla contemporaneit indicata dal
presente. Questa teoria viene sostenuta da diversi studiosi, ma non del tutto pacifica.[8] Dopo tutto, entrambe le
forme hanno la possibilit di riferirsi tanto ad avvenimenti presenti quanto ad avvenimenti futuri (anche se per
indicare un avvenire chiaramente lontano dal momento dell'enunciazione si preferir senza dubbio il futuro).
Concludendo, diremo che fondamentalmente il presente indica contemporaneit rispetto al momento
dell'enunciazione. Questo non significa necessariamente che nell'uso della lingua questa caratteristica venga
rigidamente applicata, perch esistono molti usi del presente, il quale pu arrivare a sostituire forme verbali come
quelle appena ricordate a titolo di paragone.
Presente indicativo
Presente al posto dell'imperativo
Similmente al futuro, questa forma verbale pu essere usata come alternativa all'imperativo, dunque non per
descrivere uno stato di cose reale, ma desiderato o prescritto. La frase sar espressa sotto forma di dichiarazione:
Tu non entri qui senza il mio permesso, altrimenti chiamo la polizia.
Questo uso del presente ha il vantaggio di poter riferirsi anche alla prima persona singolare.
Presente gnomico
In alcuni casi, inoltre, si indicano stati di cose che prescindono dal momento in cui avvengono:
Dio vede tutto.
Il senso dell'enunciato infatti che Dio vedeva, vede e vedr tutto. L'uso gnomico del presente frequente
soprattutto nei proverbi (Chi rompe paga; chi la fa l'aspetti); va comunque aggiunto che proprio nei proverbi si pu
riscontrare - pi di rado - un uso del tutto simile del passato remoto (la superbia and a cavallo e torn a piedi).
Presente riportivo
Pu benissimo accadere che il locutore voglia riportare ci che sta vedendo a chi non ne ha la possibilit. normale,
in questo caso, che le diverse forme dal presente indichino momenti diversi anche se esse si trovano nello stesso
enunciato. Si tratta di eventi vicini tra di loro ma organizzati in una catena temporale. Un esempio classico si osserva
quando un giornalista sportivo riporta le azioni di una partita di calcio:[11]
Il centrocampista lascia rimbalzare la palla, poi dribbla l'avversario e si avvia verso l'area di rigore.
Presente al posto del futuro
Valgono per questo uso gli stessi principi che caratterizzano il presente storico: rispetto ai tempi del passato e del
futuro, il presente d in ogni caso maggiore enfasi all'enunciato, sicch l'atto linguistico di chi parla avr maggior
impatto su chi ascolta o legge. Dire
mani in alto o sparo
ha senza dubbio maggior efficacia comunicativa che dire
mani in alto o sparer.
Presente indicativo
parler (parlare) finir (finire) partir (partire) prendre (prendere) recevoir (ricevere)
je
parle
finis
pars
prends
reois
tu
parles
finis
pars
prends
reois
il/elle/on parle
finit
part
prend
reoit
nous
parlons
finissons
partons
prenons
recevons
vous
parlez
finissez
partez
prenez
recevez
ils/elles
parlent
finissent
partent
prennent
reoivent
In questa come nelle altre lingue romanze, sono correnti l'uso gnomico, storico, al posto del futuro e al posto
dell'imperativo.
hablo
como
insisto
hablas
comes
insistes
l /ella /usted
habla
come
insiste
nosotros
hablamos
comemos
insistimos
vosotros
hablis
comis
insists
comen
insisten
acabo
como
parto
tu
acabas
comes
partes
ele/ela/voc
acaba
come
parte
ns
acabamos
comemos
partimos
vs
acabais
comeis
partis
eles/elas/vocs acabam
comem
partem
Presente indicativo
walk
am
you
walk
are
he/she/it walks
is
we
walk
are
you
walk
are
they
walk
are
Alcuni casi particolari si presentano se il verbo termina con -o ,-ss, -x, -ch, -sh, alla terza persona finir in -es per
facilitare l'articolazione, rendendo quindi la pronuncia pi scorrevole. Se l'infinito termina con una consonante + y, la
y viene sostituita da -ies. L'uso della desinenza verbale -s ricorda dunque la formazione del plurale dei sostantivi.
La divisione in coniugazioni, tipica invece delle lingue romanze, manca del tutto in inglese. Il concetto del presente
storico viene reso con il termine di vivid present.
gehe
spreche
du
gehst
sprichst
er/sie/es geht
spricht
wir
gehen
sprechen
ihr
geht
sprecht
sie
gehen
sprechen
Per gli usi speciali come il presente storico, valgono le considerazioni fatte per l'italiano e le altre lingue romanze.
Presente indicativo
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
[6]
[7]
Bibliografia
Bertinetto, Pier Marco, Tempo, Aspetto e Azione nel verbo italiano. Il sistema dell'Indicativo, Firenze, Accademia
della Crusca 1986.
Bruni, Francesco, L'italiano. Elementi di storia della lingua e della cultura, UTET, Torino 1987.
Coseriu, Eugenio, Das romanische Verbalsystem, Tbinger Beitrge zur Linguistik Vol. 66, Tbingen, Gunter
Narr 1976.
Klein, H.W. tudes Franaises, Stuttgart, Klett+Balmer, 1981 ISBN 3-264-52410-2
Licenza
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//creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/