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Arte: la pubblicità

La pubblicità è un mezzo di comunicazione visiva che serve a orientare le scelte e gli acquisti dei
destinatari del messaggio; ognuno al giorno d’oggi può investire nella pubblicità, per la propria
azienda o business, per condividere un messaggio o un’idea o per sensibilizzare le persone su un
certo argomento.
Lo scopo della pubblicità è quello di persuadere i destinatari e ci sono vari modi per farlo. Prima di
tutto bisogna individuare un target, ossia una cerchia più o meno ristretta di persone a cui è diretto il
messaggio. Il resto del gioco è basato sull’originalità della pubblicità, per rendere una pubblicità
accattivante e sorprendente bisogna giocare molto sull’immagine, scegliendone una che chiarisce
bene il messaggio e riesca a stampare sulla faccia del destinatario un’espressione sorpresa; poi
bisogna scegliere un buon testo, che deve essere sintetico ma carico di significato, per attirare
l’attenzione del lettore. Spesso le agenzie ricorrono anche all’uso di un testimonial, cioè un
personaggio famoso che pubblicizza un prodotto, sfruttando la sua popolarità.
Per creare una pubblicità spesso ci si rivolge ad un’agenzia pubblicitaria, che inizia a preparare una
campagna pubblicitaria. Il cliente mostra le proprie esigenze e in base a ciò le agenzie elaborano la
pubblicità, scegliendo immagini, cercando uno o più testi giusti o trovando uno slogan accattivante.
Infine il layout sarà pronto e dopo le dovute modifiche del cliente la pubblicità può essere diffusa.
Il modello principale per vedere i vari elementi della pubblicità è il poster pubblicitario, che è diviso
in varie parti:
 L’headline, il titolo del messaggio, a caratteri più grandi.
 Lo slogan, una frase incisiva che ha il compito di rimanere in testa al destinatario e quindi
ricordargli il messaggio.
 Il format, cioè lo stile d’impaginazione grafica e l’insieme e l’abbinamento di colori, testi e
forme.
 Il Visual, la parte visiva dell’annuncio, che può
esser una foto o un’illustrazione.
 Il Pack Shot, la foto del prodotto, che può far
parte del visual come no.
 Il trademark, il logo dell’azienda o
dell’organizzazione che ha commissionato la
pubblicità.
 Il bodycopy, il testo molto breve che
approfondisce il messaggio dello slogan,
solitamente si trova nella parte bassa del poster
ed è scritto a caratteri più piccoli.
 Payoff, la frase conclusiva.
La pubblicità è in continua evoluzione ma come qualsiasi altro fenomeno ha una lunghissima storia
dietro; basta pensare che ebbe le sue origini Antica Roma, quando i negozianti utilizzarono delle
insegne per attirare i clienti. Questo metodo di pubblicità rimane invariato fino al XVIII secolo,
quando si diffuse la stampa e nei giornali si videro le réclames, dei testi privi di immagini.
Successivamente, con la seconda rivoluzione industriale le réclames si svilupparono molto e i
metodi di diffusione cambiarono, i modi principali furono tre:
 Gli annunci: dei testi scritti che si trovarono nei giornali, nella quarta e nell’ultima pagina
 Le circolari a stampa: volantini che vennero consegnati tramite posta oppure a mano, per le
strade delle città sempre più in crescita.
 I manifesti: delle réclames con delle immagini, che grazie a una nuova tecnica di stampa,
furono diventate anche a colori.
Nel XX secolo la pubblicità iniziò ad essere trasmessa anche via radio, spesso accompagnata da
canzoncine e slogan. Molte aziende iniziarono ad investire sulla pubblicità, perché capirono che non
solo servì a far conoscere un prodotto ma anche a far notare le sue qualità; proprio in questo periodo
nacque il termine pubblicità. Durante il periodo Fascista la pubblicità in Italia si fermò, fu applicata
una dura censura e si potettero pubblicizzare solo un piccolo gruppo di aziende ben viste dal partito.
Ma la vera crescita e innovazione delle pubblicità in Italia avvenne durante il miracolo economico;
nei primi anni del dopoguerra la pubblicità fu scarsa perché furono poche le aziende sopravvissute
al fascismo e alla guerra ma, con gli arrivo degli aiuti dall’estero l’Italia si rialzò e nacquero nuove
aziende, la classe media, i borghesi, diventò sempre più ampia ed ebbe una disponibilità economica
tanto grande per consumi di prima necessità e per acquistare dei beni di consumo, che migliorarono
le condizioni di vita. Lo sviluppo economico quindi fu la principale causa della modernizzazione
della pubblicità, in questi anni si estese il mercato interno e gli scambi con l’estero migliorarono,
con un successivo aumento nella richiesta della pubblicità. Quindi le aziende si modernizzarono,
aumentarono la produttività, i prodotti in più però dovettero trovare dei nuovi acquirent e l’unico
modo per farlo fu la pubblicità.
La grande innovazione pubblicitaria di quel periodo furono proprio gli spot televisivi; in Italia si
manifestarono in modo completamente originale e diverso dal resto del mondo, la pubblicità ebbe
uno spazio dedicato: Carosello. Le aziende che
vollero sponsorizzare il proprio prodotto in
televisione dovettero creare un filmato che per 100
secondi doveva essere uno spettacolo, con spesso un
protagonista che dovette far ricordare il prodotto e per
35 secondi contené il codino commerciale. Carosello
non fu sempre molto efficace, ma riuscì a non
disturbare lo spettatore con un noioso spot
pubblicitario. Spesso i protagonisti dello spot
diventavano dei tormentoni come il caso Lavazza con
Carmencita e Carballero

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