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La funzione del trade marke1ng è bilanciare il rischio commerciale con diverse formule di contra9 che garan1scano la
soddisfazione sia dell’intermediario che del cliente finale.
P&G per fare questa sponsorizzazione ha faBo un accordo con il comitato olimpico internazionale, in modo che ques1
accordi siano riporta1 obbligatoriamente su tu9 comita1 olimpici nazionali. I diversi marchi a livello locale con i comita1
olimpici trovano dei soBo accordi e poi tramutano questo valore in ambito commerciale sui propri canali”.
Si parte quindi da possibili uten1 del servizio, poi ai lead, al prospect e infine l’utente che diventa cliente.
Nella prima categoria, quindi delle performance economiche, se si parla di riso si può dire per esempio “il riso che non
scuoce” parlando ovviamente anche di promozioni di prezzo come 2x1 o sconto 50% o black Friday.
Nella seconda categoria invece si fanno inves1men1 di posizionamento del brand, spesso si fanno prima di lanciare un
nuovo prodoBo per rendere azienda credibile al mercato o anche successivamente ad un successo inaspeBato di un
prodoBo di cui però non è nota al pubblico l’azienda produBrice, in questo caso si fanno ques1 inves1men1 per renderla
nota in previsione del lancio di nuovi prodo9.
Vediamo 3 esempi di spot pubblicitari:
Il secondo spot è di P&G in una campagna di posizionamento alle olimpiadi. Qui si va a soBolineare l’importanza della
famiglia con una pubblicità che emoziona andando a raccontare varie storie di madri in luoghi e ambien1 diversi.
Essendo le olimpiadi uno sport di tu9 e non di élite si fanno vedere anche luoghi e ambien1 dove probabilmente non si
venderà il prodoBo ma si mostrano comunque ges1 funzionali ai propri prodo9 come lo stendere i panni, consolidando
anche nel cliente il senso di non élite del prodoBo.
Nel terzo spot abbiamo sempre in termini tecnici la grande differenza che a parlare è il figlio disabile che vede la mamma
come protagonista assoluta del suo successo. Qui abbiamo la gra1ficazione del figlio nei confron1 della mamma, mentre
nel secondo abbiamo gra1ficazione della mamma nel vedere il figlio. Questa pubblicità dove la mamma di un figlio
disabile riesce a scuoterlo ed essere il motore per fargli fare grandi cose fa rifleBere e va a responsabilizzare ancora di
più le mamme di figli normodota1 affermando che la gra1ficazione più grande di una mamma è il grazie del proprio
figlio. Il messaggio cambia totalmente cambiando lo storyteller.
In più la stampa consente di parlare a un target più specifico rispeBo alla televisione, perché se pubblichi qualcosa su “La
Repubblica” sai già che parli a un leBore di sinistra o is1tuzionale; quindi, stai facendo una scelta di campo importante.
Se io imprenditore voglio dichiarare che la mia azienda è vicina a cer1 valori culturali, poli1ci, sociali ed economici se
pubblico su “Il Tempo” dico una cosa, se lo faccio su “La Repubblica” ne dico un’altra. Questo perché a seconda della
testata viene condizionato il posizionamento dell’inserzionista.
Infine ci sono i sociale e il web, che hanno come abbiamo visto influenzato e spinto ad evolversi tu9 gli altri media.
Mol1 personaggi na1 sul web si sono trasforma1 in venditori, da queste persone veniamo affascina1 perché sono nate
sui social senza fare una vera e propria gaveBa. Il loro parere tende a valere molto anche perché hanno dimostrato di
aver sfondato in un mercato dove non esistono raccomandazioni. Ogni azienda ormai ha un social media manager che
deve organizzare tuBo il volume di risposte che si creano. La par1colarità di questo mezzo di comunicazione è che un
influencer sul digitale è esso stesso sia un tes1monial che un media. Se io prendo per uno spot la Ferragni compro anche
la fan base Ferragni, lei vale i conta9 che porta. Mentre se la porto in televisione compro soltanto la sua immagine ma
non si porta dietro tuBa la sua fan base.
È un canale molto accessibile per tu9, che apre a una concorrenza spietata ma anche a grandi opportunità di successo.
Inoltre, espone a tan1ssimi aBacchi, per questo bisogna essere aBen1 a non lasciare che un messaggio inevaso venga
percepito come non risposto e scateni una valanga di insul1.
Prima di fare una promozione però generalmente si fa un marke1ng test, dove si fa arrivare a questo micro-target una
proposta (prodoBo) per analizzare la sua risposta e capire se bisogna correggere qualcosa per essere sicuri di soddisfare
il target desiderato. Costano molto, per cui un rischio è quello che possa soBrarre troppi fondi all’azienda che poi non
può sostenere gli inves1men1 strategici. Solo a questo punto si può pensare di costruire una promozione:
I nuovi prodo9 Pan di Stelle cambiano le iconografie e i colori; quindi, si allontanano sempre di più da Barilla, che è
sempre di più solo pasta, staccandosi sempre più anche da Mulino Bianco. Nel 2012 e 2013 poi Mulino Bianco è
diventato il brand, levando totalmente il nome Barilla.
Nel 2017 essendosi creata questa fedeltà nel brand è stato possibile fare azioni di Brand Social Responsibility collegata
direBamente al 1po di materie prime che traBo. La narrazione aBraverso Nyma racconta come Pan di Stelle ridistribuisce
valore nei territori dove opera e questo crea anche affezione alla marca.
Questa diversificazione deriva dall’esigenza di non perdere il cliente che trent’anni fa mangiava i bisco9 e che ora non ne
mangia più ma che potrebbe mangiare grazie al conceBo così radicato di Pan di Stelle, lo snack o il gelato sempre dello
stesso marchio.