Immagino che tu non voglia avere per migliore amico qualcuno che non ti
piaccia giusto?
In questo modo potresti parlare sia agli utenti interessati ad adwords, sia a
quelli interessati al dropshipping, senza entrare in diretta competizione con
i leader di mercato che parlano di questi argomenti in maniera generale.
I test che hanno prodotto i giusti risultati sono quelli che hanno
sviluppato nel loro funnel.
Ti ricordi infatti che abbiamo detto che per trasformare utenti in true fans è
fondamentale instaurare una relazione con loro?
Per fare questo dobbiamo essere in grado di comunicare con questi utenti
in maniera personale.
Il problema è questo:
Per tripwire intendiamo un’offerta dal costo basso ma dal valore percepito
alto.
Perché è importante però far pagare qualcosa per il tripwire invece che
darlo gratuitamente?
È testato che un utente che acquista da noi anche solo per 1€ sia 10 volte
più propenso ad acquistare il nostro prodotti principale rispetto ad un
utente che non ha mai acquistato da noi.
Ora probabilmente penserai che il tripwire sia perfetto nel mercato online,
ma poco utilizzabile nel mercato offline.
Proprio per questo ti voglio fare un esempio pratico di come Harry’s abbia
utilizzato il tripwire nel suo funnel di prodotti fisici:
Come puoi immaginare non tutti i tuoi utenti saranno disposti ad
acquistare il tuo tripwire immediatamente.
Ricordati infatti che il prezzo viene determinato dal valore percepito che un
utente ha del prodotto o del brand che lo vende.
La relazione che noi creiamo con i nostri utenti può aumentare a dismisura
il valore percepito del nostro prodotto.
Queste sequenza di solito prevede 4-5 email che si connettono l’una con
l’altra attraverso storytelling.
Per segmentare questi utenti proporrai nella tua ultima email quello che noi
chiamiamo il sondaggio Matrix.
Quelli che hanno completato il tuo sondaggio e che tu sarai ora in grado di
segmentare in base ai loro interessi e quelli che invece non hanno risposto
al sondaggio e che, senza volerlo, ci hanno subcomunicato che non sono
interessati a quello che gli abbiamo raccontato.
Una volta individuato un suo primo interesse la nostra Funnel Chain (la
catena di funnel automatica) lo inserirà in automatico nel funnel giusto.
La sequenza Door che vedi in giallo non sono altro che 1-2 email che
preparano l’utente a quello che troverà nel funnel di vendita del prodotto
relativo al suo interesse appena esposto.
In questo modo saremo in grado di collegare la nostra sequenza
Matrix a un funnel di vendita di un prodotto/servizio specifico a cui
l’utente potrebbe essere estremamente in target.
Non sono altro che degli stimoli che cercano di far scattare nei nostri
utenti un particolare sentimento.
Puoi vedere esempi pratici di quello di cui sto parlando in questo video:
Infatti una parte fondamentale del funnel di vendita è quello di non farlo
apparire come un funnel di vendita.
Questi trigger, uniti al valore che diamo ai nostri utenti nel funnel, ci
permettono di ottenere risultati incredibili.
Abbiamo detto che un true fan è quel cliente che compra tutto quello
che abbiamo da vendergli (contestualmente ai suoi bisogni).
Di conseguenza vorremo proporre ai nostri clienti delle offerte di backend
per individuare chi sono i clienti che non si accontentano della nostra
offerta di frontend, ma che vogliono immediatamente ottenere più
valore da noi.
Nel caso non accettassi, il negoziante potrebbe offrirti una maglietta meno
costosa. Questo tipo di offerta viene chiamata downsell.
Non credi?
Offrendo loro un upsell dal costo di 197 euro possiamo aspettarci che solo
1 dei 10 clienti di frontend lo acquisti (10%).
Diventa infatti fondamentale far crescere piano piano la spesa media dei
nostri clienti.
Il motivo è semplice.
Ma gli apple store sono dei templi del brand. Dei luoghi dove ricevere e
coccolare i propri clienti, tenendoli a maggior contatto possibile con il
brand.
Il valore dei nostri clienti per il nostro business cresce con il passare del
tempo.
Più saranno gli acquisti di un cliente, maggiore sarà il suo valore per la
nostra azienda o brand.
Il punto è questo.
Posizionando una serie di upsell gli utenti potranno passare da una cifra
all’altra in maniera più graduale e inconscia.
È proprio qui infatti che il vero potere delle automazioni e dei funnel viene
fuori.
Come abbiamo già detto all’inizio, per Funnel Chain intendiamo una
catena di funnel che accompagna l’utente dal primo contatto con il
nostro business fino alla fidelizzazione e alla riconversione continua.
Tutto questo sta alla base del rapporto con i true fan.
“Li ignoreremo per ora. Ti farò vedere come fare a resuscitarli più avanti.”
Ti ho detto tali parole.
Perché in questo momento non abbiamo idea del livello di conoscenza del
nostro utente riguardo ai vini e non sappiamo a quale tipologia sia più
interessato.
Potremo dare tag per qualsiasi evento, visita di una pagina specifica del
nostro sito web, click su email, acquisto di un prodotto, canale di entrata,
materiale scaricato ecc
Immaginati che io debba anche solo parlare con uno dei miei contatti.
Mi basta andare su ActiveCampaign e trovo tutte le interazioni che questo
contatto ha avuto con Marketers.
Fantastico no?
Sono email che vengono inviate solo dopo che un utente fa click sul
link di approfondimento.
Magari interagirà con le email riguardo ai vini bianchi e non con quelle dei
vini rossi.
Ma cosa succederà una volta che l’utente avrà terminato la sua SOS
Sequence?
Se hai paura che ci voglia troppo tempo per creare questo tipo di
automazione ti voglio rassicurare.
Puoi usare questo sistema con le tue email settimanali non automatiche.
Tutte queste automazioni sono fatte per dare valore solo a chi ha alzato la
mano e chiesto di riceverlo.
Ora, penserai probabilmente, che abbiamo così concluso il nostro funnel.
Vero o no?
Assolutamente no.
No di certo.
Come facciamo infatti a capire quale step del nostro funnel sta avendo
buone performance?
Come facciamo invece a riconoscere gli step del funnel che, invece di
creare engagement con il nostro pubblico, rovinano le nostre
performance?
Per fare questo possiamo usare moltissimi tool gratuiti come Google
Analytics, Google Tag Manager e Hotjar.
Okay.
Facciamo un esempio.
Se vedessi che tantissimi utenti arrivano alla pagina di iscrizione del mio
prodotto ma che pochi arrivano fino al modulo di pagamento in fondo alla
pagina, cosa potrei fare?
Mandare il 50% dei miei utenti alla pagina di vendita attuale e l’altro 50%
verso una nuova pagina di vendita.
La nuova pagina di vendita dovrà essere più corta per far arrivare più
velocemente i miei utenti al modulo di pagamento.
Possiamo fare tutte le previsioni del mondo, ma fino a quando non sono
i dati a darci una risposta non possiamo essere sicuri.
Ecco il video: