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stata organizzata da cittadini inglesi. Inoltre, i In quest’ultima, frutto in più luoghi di un’opera di
rilievi eseguiti da Stuart e Revett negli edifici riscrittura tesa a rendere le posizioni di Lodoli e
superstiti di Pola – il teatro era stato nel frattem- del “palladianista” più nette, ciò che emerge sono
po demolito e il secondo dei templi era utilizzato anche le novità che compaiono nell’apparato delle
quale cucina dell’edificio moderno, costruito tra i note. Nella illustrazione del pensiero di Lodoli,
due e adibito a residenza del Provveditore41 (ill. 1) oltre alla nuova presenza del saggio di Marc-
– mostravano oltre alle imprecisioni commesse da Antoine Laugier47, è evidente anche una cono-
Palladio, estendendo quanto già Desgodetz aveva scenza più aggiornata dell’architettura degli anti-
notato per i soli edifici romani42, anche quelle chi: nel discutere dell’origine lignea delle forme
degli italiani che avevano inteso emendare lo stes- dell’architettura classica, alla consueta autorità di
so Palladio. Maffei, che aveva fatto eseguire i Vitruvio e alla tradizione razionalista francese,
disegni dell’anfiteatro nel 1728, non ha proposto, Algarotti, in attesa della lentissima edizione di
nel correggere Palladio, dei disegni più affidabili. Stuart e Revett48, può accostare la descrizione
Perché tra i modelli di rilievo, fino a quel delle fabbriche di Atene del V secolo a.C. così
momento pubblicati a stampa, sono solo i disegni come Julien-David Leroy le aveva nel frattempo
di Wood relativi a Palmira e Baalbek del 1753 e fatte conoscere nel 175849. Modelli di architettu-
1757 e, quindi, di Stuart e Revett43 che fornisco- ra, cioè, ben lontani da quelli allora creduti
no – nelle esplicite asserzioni di Algarotti del repubblicani o augustei che, come il suo marmo
1763 – gli esempi di un nuovo modo di rappre- di Pola, già rilevati da Palladio, erano fino allora
sentare le architetture antiche, tale che rende stati in auge tra i neopalladiani. Con la conse-
obsoleto ogni altro precedente: “né pochi né pic- guenza, di non poco momento, di fare riferimen-
cioli sono gli errori che sfornarono qua e là le to ad architetture che non erano – a eccezione del
tavole del Serlio e anche del Palladio […] e per difficile dorico “pestano” – presenti in Italia.
cosa mirabile si additano coloro che meritano da È la novità dirompente degli anni Sessanta,
noi un’intera fede come un Desgodetz, che della che Algarotti – l’uomo più informato d’Italia o
antichità di Roma ne diede così scrupolosamente perlomeno colui che, osservata una novità, era in
le misure, ovvero quegli Inglesi, tanto dell’archi- grado di trasmetterla in modo più veloce e bril-
tettura benvenuti, che hanno fatto novellamente lante degli altri per via di stampa –, nei pochi
l’istesso de’ preziosi avanzi di Atene”44. mesi che la malattia gli concede prima della
morte (1764), non ha modo di afferrare in tutte
Eredità italiana di un cosmopolita nell’età dei le sue implicazioni. Perché il nuovo modo di
nazionalismi misurare, che Stuart utilizza a Pola, senza ricor-
Mai sono stati sufficientemente messi in luce, in rere all’unità di misura ricavata dal diametro
una edizione critica, i significati delle variazioni della colonna, proponeva quale risultato finale la
apportate da Algarotti alla prima edizione del suo rappresentazione di ogni singolo pezzo, senza
Saggio (1757)45 nella seconda e definitiva (1764)46. che se ne suggerissero le proporzioni relative da
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37. “Venerdì prossimo partono alla volta 50. Algarotti, Saggio sopra l’Accademia…,
di Fiorenza un francese nominato Cléris- cit. [cfr. nota 24]. Sulla dedica a Thomas
seau e un Inglese Adams…” (Lettera a Hollis: G.T. Hollis, Count Francesco Alga-
Mauro Tesi, Bologna 5 gennaio 1760; rotti and the Society, in The virtuoso tribe of
Bologna, Biblioteca dell’Archiginnasio, art and sciences: studies in eighteenth century
ms B 207, 6; Algarotti, Opere…, cit. [cfr. work and membership of the London Society
nota 1], 1794, vol. X). of arts, manufacture and commerce, a cura
di D.G.L. Allan e J.L. Abbott, Athens-
38. Wiebenson, Sources…, cit. [cfr. nota London 1993, pp. 235-264.
22], Appendix I, pp. 75-85.
51. Algarotti dichiara di fare abitualmen-
39. Una delle poche testimonianza del- te disegnare le architetture che attirano il
l’apprezzamento dell’opera di Desgodetz suo interesse; in viaggio si accompagna a
in Italia può leggersi in una lettera del 6 qualcuno che può trarre i necessari dise-
aprile 1720 scritta da Roma da Francesco gni di ciò che vede. Dal contesto delle
Bianchini a Ortensio Zago a Vicenza lettere indirizzate a J.-P. Mariette (Alga-
(Biblioteca Civica Bertoliana, Vicenza, rotti, Opere…, cit. [cfr. nota 1], 1765, vol.
Carteggio Zago, ms 135). VI) se ne deduce che, oltre alle rovine
antiche, il costante interesse sia orientato
40. J. Stuart, N. Revett, The Antiquities of verso le fabbriche del primo Cinquecen-
Athens. Measured and delineated…, Lon- to. Non conosciamo alcuno di questi
don 1762, Preface, p. VI. disegni; tra i beni elencati alla morte del
fratello Bonomo ne sono però registrati
41. Stuart, Revett, The Antiquities of molti. Tra questi: 43 “vari suoi studi di
Athens…, cit. [cfr. nota 21], vol. IV. architettura con annotazioni”, 20 anoni-
mi “disegni geometrici di architettura”,
42. “but Desgodetz, who has discovered nonché quelli fatti fare a Mauro Tesi
some errors in the delineations of that (Catalogo dei quadri…, cit. [cfr. nota 43]).
excellent architect in other buildings,
might have found a more ample field of 52. Piranesi, Osservazioni…, cit. [cfr. nota
criticism” (ibid., vol. IV, cap. II). 24], p. 8 (“per tali controversie vi riman-
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