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giornale della fondazione salvare palermo onlus e 5,00

numero quarantatre settembre – dicembre 2015


SALVAREPALERMO

P. I. Spedizione in A. P. -45% - art. 2 comma 20/b L. 662/96 D.C.I. Sicilia prov. Pa “Per Salvare Palermo” ISSN 1970-5646
per
Paolo Mattina
Ingegnere Il palazzo Santa Croce e Ferdinando Fuga:
una prova d’autore?
Il cantiere di restauro condotto dallo stesso Autore ha consentito di comprendere meglio i
dati emersi dalla ricerca archivistica e quindi di ipotizzare una possibile nuova attribuzione
che proponiamo al dibattito

Palazzo Santa Croce


Le fonti archivistiche conservate nel
fondo del notaio Andrea Lo Cicero che
1 - Archivio Storico di riguardano l’opera di “aggiornamento”
Palermo (nel seguito
ed ampliamento del Palazzo Celestri di
ASPa) , Fondo Notai
Defunti, Notaio Santa Croce avvenuta a partire dal 1756,
Andrea Lo Cicero contengono gli unici documenti dettagliati
2 - C. Filangeri, noti ad oggi che riguardino lavori effettuati
Vicende costruttive del dalla famiglia Celestri sulla propria dimora1.
Palazzo dei marchesi di Gli studi di queste fonti, già intrapresi nel
Santa Croce a Palermo, novecento, hanno ritenuto di poter avanzare
in “Palladio”, III s., a.
la certezza che la sontuosa residenza così
III, 1-4, 1980, pp. 77-
88. Più recentemente., come ci è pervenuta sia opera originale
D. Ruffino, Aggiunte dell’architetto Nicolò Anito (1714 [15?]
documentarie - 1809) Regio Ingegnero che, a partire dal
all’attività di Nicolò 1756 avrebbe così ideato, trasformando ed
Anito ingegnere regio, ampliando un “vecchio” edificio secondo
in M. Giuffré (a cura
di), L’architettura del un programma iniziale ben definito, il
Settecento in Sicilia, nuovo palazzo a due corti molto più ampio
Palermo 1997, pp. e fastoso, mentre un altro Ingegnero,
185-192. Sul Cascione, Giovambattista Cascione Vaccarini (1729 -
C. Filangeri, Note 1790), sarebbe stato introdotto nel cantiere
su Giovan Battista
Cascione Vaccarini,
a lavori iniziati, per dirigere la maggior parte
ibidem pp. 131-142 delle opere2.
3 - S. Piazza, Su questa datazione, si sono ipotizzati
Architettura e Nobiltà: i modelli di ascendenza asburgica, sia pur
palazzi del Settecento a riconoscendo richiami a modelli del primo
Palermo, Palermo, 2005 settecento3. 17566 del mastro Stefano Geraci, e del 22
4 - P. Mattina, Studio Da queste premesse la nostra iniziativa novembre successivo7 del fratello Giuseppe
critico delle fasi per una rilettura critica degli stessi Geraci, marmorari che si impegnano
costruttive, in documenti, riversata in una recente a fornire basi, colonne e capitelli per i
P. Mattina, M. Rotolo,
M. Vesco, Il Palazzo
pubblicazione monografica, è pervenuta due portali, si deduce che il cantiere di
Celestri di Santa Croce, ad un’ altra conclusione che riteniamo “ammodernamento” del prospetto fosse
ed. Provincia Regionale opportuno riassumere qui brevemente4. già avviato precedentemente al 1756.
di Palermo, Palermo, Il documento iniziale, un contratto del Infatti a Stefano Geraci fu ordinata la
2014, pp. 25 -55 22 settembre del 17565 con cui si formalizza consegna entro soli due mesi e, in effetti,
5 - ASPa Fondo l’impegno del “faber murari” Magister dal successivo documento del 22 novembre
Notai Defunti, Notaio Giacomo Di Pasquale, riporta come oggetto 1756 risulta che riuscì davvero a collocare
Andrea Lo Cicero, vol.
10970, cc. 69 - 90
il «proseguimento del Palazzo» avvenuto a in tempo le colonne sul primo portale, che
partire dal «riformare la camera ultima che al doveva essere già esistente. Le colonne
6 - ASPa. Fondo
Notai Defunti, Notaio
p[rese]nte essiste in detta facciata principale». tornite da Giuseppe sarebbero state
Andrea Lo Cicero,vol. Tuttavia confrontando i contenuti invece occorrenti per il secondo nuovo
10970, c.63 dei contratti del medesimo 22 settembre portale davvero finito solo nel 17588.

28 RICERCHE
Tale ipotesi diviene inoppugnabile per il
ritrovamento del documento del 21 aprile
1757, secondo il quale Padre Ferdinando
Lombardo (†1764) «Crocifero Architetto
Ingegnero» viene chiamato a dirigere il
mastro Di Pasquale nella costruzione, anzi
nell’ultimazione, della seconda porta, tant’è
che nelle sue prescrizioni egli afferma
esplicitamente, oltre la preesistenza del
primo portale nella sua forma definitiva,
addirittura anche quella di un secondo
portale “antico”, sebbene al grezzo, da
rifinire come il primo9. Risulta pertanto
dimostrata definitivamente l’esistenza di un
cantiere anteriore al 1756, che si sarebbe
poi proseguito secondo le successioni
cronologiche desunte dai documenti
disponibili.
Inoltre, consultando l’opera di Pietro
Tavola di rilievo dei
La Placa10, che descrive le dimore gentilizie impegno, più o meno diretto, in opere al materiali superficiali
poste sulle strade principali nel 1735, servizio delle dimore di alcune delle grandi della facciata.
scopriamo che l’allora Marchese di Santa famiglie12. Egli lascerà Palermo appena nel (P. Mattina, M. Rotolo,
L. Guzzo. Lavori di
Croce, Giuseppe Celestri, sulla Strada 1730, ma il legame non si reciderà tanto da restauro dei prospetti
Nuova «avea pria rabbellita la facciata della essere richiamato nel 1767 per il “restauro” di Palazzo Santa
Croce, Palermo, 2000)
sua gran casa, rifacendola al nuovo stile». della Cattedrale.
Si deve dunque prendere atto intanto Un confronto con le opere civili del Fuga 7 - ASPa Fondo
della testimonianza diretta dell’esistenza di quegli anni, indirizza pure su Palazzo Notai Defunti, Notaio
effettiva di un primo cantiere settecentesco, Petroni del 1730, a Roma; oltre che per la Andrea Lo Cicero, vol.
almeno sulla facciata, dagli esiti già molto stessa sintassi, il palazzo di Piazza del Gesù 10970, cc. 235-238
chiari ai cronisti dell’epoca che, a questo colpisce anche per la corrispondenza di 8 - ASPa vol. 10973,
punto, non può che essere quello che alcuni particolari decorativi con quelli di doc. 30 ottobre 1758 c.
abbiamo già dimostrato prima. Palazzo Santa Croce. 228 e doc. 19 dicembre
1758 c. 310
La scoperta è di per se eccezionale e Tuttavia più stringente è l’analogia
permette di formulare ulteriori ipotesi con il Palazzo della Consulta che il 9 - ASPa vol. 10973 c.
216 e segg.
fondate almeno sulla comprensione Fuga inizia a costruire ex novo nel 1732,
dell’ambiente culturale all’interno del quale adottando stessa gerarchia tra i piani e temi 10 - P. La Placa, La
Reggia in Trionfo
si svilupparono le idee progettuali, che già decorativi comuni, ma anche medesimi per l’acclamazione, e
negli anni ‘60 del secolo scorso studiosi criteri compositivi “razionali”. La figura coronazione della Sacra
come Bellafiore e Blunt convergevano nel del Fuga “architetto di naturalezza Real Maestà di Carlo
valutare il palazzo frutto di un disegno di un e ragione” sarà ricordata nella storia Infante di Spagna, Re
architetto della prima metà del XVIII secolo. dell’architettura proprio per l’originale di Sicilia…, Palermo
1736, voluto dal
D’altra parte anche Filangeri aveva intento di razionalizzazione delle forme Pretore di Palermo
notato, già all’epoca del suo studio, la stretta tardo barocche che, pur nel lasciarne avulse per commemorare
somiglianza del “nostro” palazzo, con quello le fisionomie plastiche settecentesche, l’eccezionale evento
della Consulta, costruito tra il 1732 e il 1737 preconizzerebbe l’innovazione neoclassica. del 3 luglio 1735
dall’architetto Ferdinando Fuga11. Nel riferirsi all’uso di “modelli” secondo 11 - C. Filangeri,
Ricordiamo che il Fuga (1699 – 1782), l’insegnamento dell’Accademia di S. Luca, Vicende costruttive…
architetto fiorentino molto noto a Roma fin il Fuga ammetteva che «si perfezziona poi op. cit. pag. 84
dagli anni 20 del settecento, fu chiamato con li buoni studj, che dalli Professori sopra 12 - V. Capitano,
a Palermo nel 1728 quale ingegnere della tali materie si fanno; che però in questa Giuseppe Venanzio
Marvuglia architetto
Deputazione degli Stati per costruire il parte è necessario, che l’Architetto si regoli ingegnere docente, vol.
ponte sul fiume Milicia, ma è documentato in miglior forma dell’altre Fabriche gia I, Palermo, 1984, pp.
che durante il suo soggiorno manifestò un stabilite»13. 91-110

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Schema cronologico
delle fasi murarie del
Nell’ambito di un livello d’analisi alla Consulta osò altre scelte cromatiche più
prospetto principale stilistica più tradizionale, non può non affini alla sua radice fiorentina. Essa oggi
(P. Mattina, 2014) annotarsi, com’era nelle coeve consuetudini non riporta più i colori originari, ma è noto
linguistiche fughiane, l’impronta classicista che tutti gli aggetti fossero dipinti in color
d’ispirazione michelangiolesca14 del avorio, senza distinzione tra quelli in stucco
prospetto di Palazzo Santa Croce, che e quelli in travertino vero, mentre nei fondi
13 - E. Kieven, riconduciamo all’uso dell’ordine gigante fu dato il “colore di mattoni oscuro”, e il
Ferdinando Fuga e e di quegli elementi architettonici di colore “celestino oscuro” o “color d’aria”
l’architettura romana
particolare rilievo scultoreo come frontoni fu impiegato invece sul corpo di fabbrica
del settecento, Roma,
1988; B. Azzaro, L’arte e mensole; interessante anche ravvisare la sul «Loggione in cima al Palazzo verso la
di “maneggiar fabriche” sovrapposizione di paraste lisce a quelle Piazza»16.
in un cantiere del bugnate, ricorrente nelle opere del Fuga. L’impiego del celestino sulle “fasce” e del
Settecento. La presenza Infine non può passare in subordine finto mattone sui “fondi” di Palazzo Santa
di Sardi e Fuga, in l’impiego dei frontespizi spezzati con Croce contribuirebbe, dunque, a dar forza
«Palladio», n.s., X
(1996), 17, pp. 51-63; fastigi interposti: per gli storici ciò all’idea della mano del Fuga anche in questo
B. Gravagnuolo, Per rappresenta addirittura un vero e proprio caso essendo ancora una volta coerenti con
una reinterpretazione “sigillo” dell’architetto15; ma è addirittura le stesse scelte per la Consulta. Il color ocra
dell’opera di straordinaria, nell’uso di questo elemento, dei “nostri” aggetti rispetterebbe quello
Ferdinando Fuga, in anche la consonanza dei «Tabelloni della pietra arenitica d’intaglio locale così
A. Gambardella (a
cura di), Ferdinando
dell’Armi» – gli stemmi in stucco – posti come alla Consulta l‘avorio evocava quello
Fuga, 1699 - 1999 sopra i timpani spezzati dei due portali di del travertino.
Roma, Napoli, Palazzo Santa Croce ricalcati sul fastigio Quanto detto risulta confermato dal
Palermo, Napoli 2001, per il portale della Chiesa di Santa Cecilia cantiere di restauro durante il quale
pp. 35-40 in Trastevere, costruita dal Fuga nel 1725. si è scoperto sul prospetto, proprio
14 - C. Filangeri, Rispetto all’uso del colore sulla facciata si in corrispondenza della seconda
Vicende costruttive… notano, poi, i punti di contatto più inattesi anticamera, che tutti gli aggetti della
op. cit. pag. 84
con l’architettura romana del Fuga . La trabeazione d’attico e i due capitelli
15 - G. Cantone, Consulta era ancora in costruzione quando il corrispondenti furono inizialmente
s.v. Fuga Ferdinando
in Dizionario Biografico
Panini stese sul dipinto gli stessi colori delle intonacati da un provino di stucco
degli Italiani Treccani - Scuderie, a destra, appena completate dal biancastro, ad imitazione del travertino,
Volume 50, 1998 Fuga su progetto di Specchi. In realtà il Fuga poi successivamente ricoperto per sempre

30 RICERCHE
Il Palazzo della
dall’ “incantonatura” dorata ad imitazione A nostro parere pertanto l’architettura del Consulta oggi
della calcarenite nostrana che fu scelto di palazzo Santa Croce non potrà oggi non essere Particolari decorativi di
dare definitivamente su tutti gli elementi ritenuta meritevole di un’altra modalità di Palazzo Santa Croce
all’intaglio. A questo punto ci sembra lettura rispetto alle stesse multiformi vicende
ancor più chiara l’influenza romana ed in architettoniche ed urbanistiche dell’epoca, per
particolare ancora più evidente quella del fortuna non più del tutto ignote. [• ]
Fuga, che si spingerebbe addirittura al
dettaglio cromatico. In ogni caso, valutato
l’odierno accertamento di un significativo
cantiere primo settecentesco, inconciliabile
soprattutto con i dati anagrafici dell’Anito,
date la contemporaneità della presenza
del Fuga a Palermo e la consuetudine
professionale con gli ambienti aristocratici
locali, ipotizziamo che a Ferdinando Fuga
possa essere attribuito almeno il disegno
originario della facciata del Palazzo
Santa Croce. La tempestività rispetto ai
suoi lavori romani tra i più significativi e
specifici del periodo, la raffinata razionalità 16 - Sulla policromia
e il rigore proporzionale adottati, la originaria:
particolarità delle soluzioni figurative O. Sangiovanni,
e cromatiche lo introducono in questo L’opera di Ferdinando
Fuga al Quirinale per
dibattito da protagonista. Non ci sembra Clemente XII Corsini:
infatti del tutto plausibile che gli accenti Un contributo sul
fughiani notati possano essere interpretati “colore di Roma” nel
come una modalità solo riflessa di settecento, Bollettino
diffusione delle sue idee, o quale esito di dell’Arte del Ministero
per i Beni e le
un effettivo radicamento della sua arte più Attività Culturali,
personale presso la cultura locale, o di una supplemento ai nn. 35
sorta di emulazione. e 36, Roma 1986

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per salvare palermo settembre – dicembre 2015
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Ricordo di editoriale
Daniela Pirrone Rosanna Pirajno

4 9 14
politiche L’Unesco e le città storiche Palermo arabo-normanna Ritorno a Maredolce
culturali intervista a Presente, passato e Giuseppe Barbera
Francesco Bandarin di futuro di un patrimonio
Maria Lucia Ferruzza universale
Ruggero Longo

16 19
patrimonio Villa Zito di ieri e di oggi Una mostra lunga tre
ritrovato Salvatore Butera secoli
Valeria Rizzo

24 28 32
ricerche Archeologia urbana Il palazzo Santa Croce e Salvatore Prescia, un
a Palermo Ferdinando Fuga: insegnamento di vita
Un immondezzaio una prova d’autore? Silvana Lo Giudice
i signori della di età islamica
cultura Paolo Mattina
Franco D’Angelo

36 39 40 41
contemporanea Denuncia e ritualità Il bassorilievo Una scultura gotica L’intervento conservativo
Due percorsi dell’Annunciazione al tra Toscana e area Giuseppe Milazzo e
dell’avanguardia Conservatorio di Palermo partenopea Rossella Licciardi
attività
fondazione Francesco Andolina Vincenzo Abbate Gaetano Bongiovanni

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attività le attività della letture & mail PERL’APPUNTO
fondazione fondazione

letture & mail

numero giornale della fondazione salvare palermo onlus


quarantatre settembre – dicembre 2015

Salvare Palermo
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