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Il bilinguismo e la mente

La traduzione implica il bilinguismo


Negli ultimi anni: sempre più attenzione verso i processi cerebrali coinvolti nel linguaggio
Neurolinguistica: studia il cervello da un punto di vista concreto e con indagini strumentali
Psicolinguistica: studia l’elaborazione mentale del linguaggio, quale immagine il
linguaggio ha nella la nostra mente. Ambito principale: l’acquisizione
Negli studi sul processo traduttivo, l’attenzione ai processi cognitivi coinvolti è un fattore
centrale
In questo caso l’approccio neurolinguistico è più diffuso di quello psicolinguistico
La struttura del cervello
Componenti principali del cervello (‘encefalo’):
▪ Tronco encefalico
▪ Cervelletto
▪ Cervello (vero e proprio)
Due tipi di cellule encefaliche:
▪ Neuroni (cellule principali)
▪ Cellule della glia (di supporto ai neuroni) → marginali
La struttura del cervello
I neuroni:
100 miliardi di neuroni in un cervello
Cellule «flessibili»: mutano la propria struttura a seconda di
▪ quanto vengono attivati
▪ quanto sono interconnessi con altri neuroni
La comunicazione tra neuroni avviene attraverso le sinapsi, tra cui avvengono processi
Elettrochimici
La struttura del cervello
Il cervello è diviso in due emisferi, separati ma collegati dal corpo calloso
Corteccia cerebrale (parte esterna): processi mentali principali
Subcorteccia: funzioni inconsce fondamentali (per es. le emozioni nell’amigdala)
Emisfero sinistro: pensiero logico, verbale e analitico (= guarda ai dettagli e alle strutture)
Emisfero destro: creatività e fantasia, passioni e pensiero olistico (= immagini nel loro
complesso)
→ Lateralizzazione di determinate funzioni (ma le due parti sono in continua
comunicazione)
La neurologia descrive il fenomeno della lateralizzazione. La lateralizzazione celebrale
non è altro che un processo secondo cui i due emisferi del cervello il destro e il sinistro si
occupano insieme dell’elaborazione del linguaggio. In che senso? Prima si pensava che
esistessero delle aree deputate all’elaborazione del linguaggio in realtà poi si è scoperto che
il nostro cervello che è formato da due emisferi lavora in maniera bimodale. Nel senso che
l’emisfero destro che si occupa dell’elaborazione globale, analogica e simultanea mentre
l’emisfero sinistro che è quello che si occupa dell’analisi, dei processi logici, dei processi
sequenziali lavorano insieme quindi non c’è un area deputata al linguaggio tout court ma il
processo avviene in sinergia però sempre in una precisa direzione infatti si parla di
Bimodalità (nel senso che lavorano entrambi nell’elaborazione del linguaggio) e
Direzionalità (perché l’elaborazione del linguaggio avviene sempre da destra a sinistra,
prima in maniera globale poi in maniera analitica.
Bimodalità: si riferisce ad entrambe le modalità del cervello le quali sono coinvolte nella
comunicazione linguistica e che di conseguenza devono essere integrate in modo che
l’intera mente dell’allievo, venga coinvolta nel processo di acquisizione linguistica. Il
principio di bimodalità è stato trascurato dagli approcci grammatico traduttivo e
strutturalista.
Direzionalità: Il principio di direzionalità stabilisce che l’uso bimodale del cervello avviene
secondo una direzione ben precisa ovvero dall’emisfero destro a quella sinistro. Quindi
durante le prime fasi si motiva l’acquisizione coinvolgendo in maniera di moda bimodale la
dimensione affettiva (piacere di comunicare in un'altra lingua) e quella logica (bisogni
linguistici, professionali). Poi si presenta il materiale il modo contestualizzato sensoriale
ricco di elementi culturali per poi passare a tecniche associate alla modalità sinistra.

La lateralizzazione del linguaggio


→ Non esiste un emisfero dedicato al linguaggio tout court
Emisfero sinistro: funzioni di base (basate su regole): fonologia, morfologia, sintassi, lessico
Emisfero destro: funzioni di «linguistica esterna»:
▪ prosodica, intonazione, metaforica
▪ pragmatica, contesto e contestualizzazione (situare le frasi/parole nel mondo)
→ Modello modulare del linguaggio (il linguaggio nella sua globalità ha un ruolo
associativo)
La facoltà del linguaggio è un tutt’uno interconnesso, non si possono astrarre determinate
attività (per es. sintassi) senza tener conto di tutte le altre
La lateralizzazione del linguaggio
Inizialmente: prevaleva la visione del linguaggio nell’emisfero sinistro
Successivamente: visione modulare
→ Conseguenza: un cambio di orientamento negli studi neurolinguistici:
▪ Prima fase: identificazione delle aree deputate al linguaggio
▪ Fase attuale: analisi delle connessioni complesse che si creano nel linguaggio
La lateralizzazione del linguaggio
Identificazione delle aree deputate al linguaggio
Già dall’800: facoltà di linguaggio localizzata in un’area precisa del cervello.
Prove: i pazienti afasici
Individuazione di due aree (oggi ancora valide, ma in parte relativizzate):
a. Area di Broca: produzione del linguaggio
b. Area di Wernicke: comprensione del linguaggio
La lateralizzazione del linguaggio
Analisi delle connessioni complesse che si creano nel linguaggio
Cambio di prospettiva dovuto a:
a. Considerazioni generali: i livelli linguistici interni da soli non fanno il linguaggio (Cfr.
Time flies like an arrow)
b. Nuove conoscenze patologiche: non c’è una correlazione precisa tra danni a una certa
area e invalidità in un determinato settore del linguaggio. Sono in gioco vari fattori, anche
soggettivi
Un fattore chiave nel linguaggio: la memoria
La memoria e l’apprendimento
A livello scientifico:
Memoria = processi elettrochimici che consentono il richiamo dei dati o delle procedure
apprese
La memoria è basata su:
▪esperienze proprie: attraverso il proprio vissuto
▪esperienze altrui: trasmesse attraverso la comunicazione
Le esperienze altrui sono trasmesse attraverso la comunicazione di vario tipo:
▪ Narrazione orale; Letteratura di vario tipo; Pittura; Fotografia; Film/documentari
La memoria e l’apprendimento
Ruolo del linguaggio nella memoria: fondamentale
Ruolo chiave della frequenza: L’attivazione frequente di un determinato circuito è
necessaria perché qualcosa rimanga in memoria
Altrimenti: rischio di dimenticare (molto frequente)
L’esperienza diretta e indiretta crea apprendimento
Apprendimento = formazione di nuove sinapsi (collegamenti) e modificazione/perdita di
vecchie sinapsi
→Ciò che apprendiamo va a modificare quello che sappiamo già: da una conoscenza più
superficiale a una più dettagliata, da una conoscenza sbagliata a una corretta
(cfr. anche la paura dei cani che viene superata con il tempo)
La memoria e l’apprendimento
Memoria: non ha una localizzazione unica nel cervello
Esistono vari tipi di memoria
Prima suddivisione:
a. Memoria a breve termine
b. Memoria a lungo termine; divisa in
i. Memoria implicita (o memoria procedurale)
ii. Memoria esplicita (o memoria dichiarativa)
Memoria a breve termine
Chiamata anche «memoria di lavoro»
Mantiene in memoria le informazioni per circa 10 secondi
Esempio tipico: numero di telefono
Riesce a ricordare una quantità molto limitata di informazioni
Non porta all’apprendimento → deve intervenire la memoria a lungo termine
Memoria a lungo termine
Ripetizione: accesso principale alla memoria a lungo termine
La memorizzazione per ripetizione può essere
▪ voluta (ripetere per ricordare),
▪ casuale (memorizzare cose senza volerlo)
Divisione tra:
▪ Memoria implicita/procedurale
▪ Memoria esplicita/dichiarativa
Memoria a lungo termine: memoria implicita
Trasforma i dati in procedure, in maniera inconsapevole
Porta ad automatismi: il soggetto non si rende conto di sapere queste cose, né di svolgerle
attraverso la memoria, né saprebbe dire quale processo mentale porta a svolgerle
Esempi:
Acquisizione della L1; Andare in bicicletta; Allacciarsi le scarpe
Nuotare; Stringere oggetti con la mano; Gattonare e poi camminare; Imparare il percorso
lavoro-casa
Memoria a lungo termine: memoria esplicita/dichiarativa (o semantica)
E’ una conoscenza di cui siamo consapevoli e che spesso apprendiamo volutamente
Porta alle «nozioni», ma anche a conoscenze di tipo semantico
Esempi:
▪ Apprendimento del vocabolario (soprattutto in L2, ma anche in L1)
▪ Apprendimento di una LS/L2
▪ Apprendimento di elementi matematici come formule o tabelline
Il ruolo della memoria nell’apprendimento
I tre tipi di memoria sono localizzati in aree diverse del cervello
Apprendimento = il passaggio di un’informazione dalla memoria a breve termine a quella a
lungo
termine (esplicita o implicita)
Due tipi di apprendimento:
▪ non associativo
▪ associativo
L’apprendimento non associativo
Uno stimolo preciso è registrato a livello implicito
Primo stadio evolutivo della memoria
Esempi:
▪ abituazione: «diminuzione della risposta comportamentale dovuta alla presentazione
ripetuta di uno stimolo iniziale» (per es. a un rumore preciso e frequente; alla temperatura).
▪ Sensibilizzazione: rafforzamento di una risposta comportamentale (per es. allergie)
L’apprendimento associativo
Esempio a livello istintivo: condizionamento classico di Pavlov
A livello del pensiero:
Richiama un concetto (anche complesso) con una singola parola
Permette la concettualizzazione e l’astrazione
Procedimento frequente: le nuove informazioni…
▪ formano degli schemi nuovi
▪ si inseriscono in schemi preesistenti, che coinvolgono conoscenze già presenti in memoria
Gli stimoli e l’apprendimento
In qualsiasi momento siamo contorniati da molti stimoli, a vari livelli
Di per sé, qualsiasi stimolo può entrare nella memoria: serve un filtro
L’apprendimento è selettivo: fa entrare nel cervello gli stimoli utili e blocca quelli inutili
→«controllo esecutivo»: richiede uno sforzo cognitivo
Il controllo esecutivo
Si sviluppa tardi e declina precocemente
Importante soprattutto per:
▪ il pensiero astratto e complesso
▪ la concentrazione
▪ la capacità di eseguire più azioni contemporaneamente ("multitasking")
Esempio della Mela: Biancaneve, apple, manzana, medico
Gli stimoli e l’apprendimento
Fattori in gioco nella selezione di cosa apprendere
▪ Volontà
▪ Eccitazione: coinvolgimento emotivo che acuisce la percezione (in positivo o negativo)
▪ Motivazione (legata agli obiettivi): può essere di vario tipo, più o meno conscia
Distinzione principale:
1. Bilinguismo simultaneo (o precoce): acquisizione di due lingue (2L1)
2. Bilinguismo consecutivo: acquisizione di L1 + apprendimento di L2
Questa distinzione è connessa con l’ipotesi della soglia critica
Il cervello bilingue
Il bilinguismo ha numerose sfaccettature. Tra queste:
▪Bilingui «tipici»: sono esposti a due lingue dalla nascita
▪Apprendenti di L2, che possono acquisire un qualche livello che va da elementare a simil-
nativo
▪Persone con conoscenza passiva di una delle due lingue (per es. dialetto-italiano)
▪«Parlanti ereditari»: persone che acquisiscono in famiglia una lingua che non è quella
dominante nella società
▪«Parlanti con attrito linguistico»: persone che si trasferiscono all’estero e «dimenticano»
alcuni tratti della loro L1
L’attrito linguistico
Parlante di più di 80 anni, nata e cresciuta ad Avellino e poi trasferitasi in Argentina a 18
anni circa

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