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Sabrina Mazzucchelli 2B LSA

Per molti anni i neuroscienziati hanno pensato che la lettura fosse esclusivamente relazionata alle zone del
cervello classiche che processano il linguaggio: l’area di Broca e di Wernicke. Tuttavia, da poco tempo si è
scoperto che leggere è un’esperienza molto più complessa che coinvolge altre aree del cervello. 
La lettura è il risultato dell’integrazione di funzioni diverse, che fanno capo a specifici sistemi e reti neurali;
si tratta di un atto cognitivo complesso, in cui sono implicati una serie di processi:
 il riconoscimento visivo dei segni dell’ortografia;
 l’analisi dei suoni delle parole e la conoscenza delle regole di conversione dei segni grafici in suoni;
 l’articolazione dei suoni e la ricostruzione delle stringhe di suoni in parole del lessico;
 la comprensione del significato delle singole parole, delle frasi e del testo.
I primi tre processi possono anche essere considerati le fasi di un’unica attività, chiamata attività di
decodifica o transcodifica, che consente di trasformare dei segni in suoni, il codice scritto in codice orale.
La lettura è il risultato dell’attivazione di aree cerebrali che processano il linguaggio verbale, situate
principalmente nell’emisfero di sinistra, e di aree cerebrali sede del sistema di elaborazione visiva, in cui è
implicato in particolare il sistema magnocellulare che ha il compito di elaborare le informazioni in
movimento, come sono le lettere che scorrono sotto la scansione dei movimenti oculari e vengono fissate
per un tempo brevissimo. La scansione visiva è l’abilità visuo-spaziale attraverso la quale è possibile lo
spostamento dell’attenzione visiva lungo una stringa di stimoli allineati, come avviene, appunto, nella
lettura. Vi è un’integrazione tra processazione e shifting, movimenti oculari e velocità di processing visivo.
È l’emisfero di destra essenzialmente deputato alle operazioni visuo-spaziali.
Più precisamente, la lettura coinvolge diverse aree corticali, primarie, secondarie e associative, quali:
 le aree localizzate nel lobo occipitale per quanto riguarda la percezione visiva (il riconoscimento visivo) che
vengono attivate, tra l’altro, dalla visione di una lettera. Più precisamente, nel riconoscimento della forma
visiva delle parole è implicata la regione occipito-temporale ventrale;
 le aree del linguaggio localizzate, una per l’analisi dei suoni delle parole nel lobo temporale (in genere il
sinistro), in prossimità dell’area motoria denominata area di Wernicke, l’altra per l’articolazione, localizzata
nel lobo frontale, (anche in questo caso in genere il sinistro) inscritta nell’area motoria denominata area di
Broca.
Entrambe intervengono nelle associazioni funzionali tra lettura e linguaggio, anche in termini di
rappresentazione mentale dei concetti, degli oggetti, delle immagini in genere.
Le regioni temporali vengono attivate dall’ascolto di un suono: la regione temporale superiore interviene
nella conversione delle lettere in suoni, il planum temporale e la regione parietale inferiore sono implicati
nella corrispondenza lettere/suoni e grafemi/suoni.
Le aree della coordinazione dei movimenti oculari sono localizzate in prossimità dell’area motoria, ma
anteriormente a essa, sempre nel lobo frontale.
Le aree prefrontali, disposte nel lobo frontale ma in posizione ancora più anteriore, sono coinvolte
nell’elaborazione cognitiva, nell’integrazione emozionale, nella pianificazione, nel vissuto del tempo, ecc.

I meccanismi cognitivi nella lettura


Il primissimo approccio con la lettura avviene quando gli occhi incontrano i segni grafici e, su di essi, opera
la loro “messa a fuoco”. Quando ciò avviene, i neuroni sensitivi si mettono in movimento per trasportare
l’input all’area occipitale posteriore sinistra dove si compie il riconoscimento del segno. Nel momento in cui
questa zona cerebrale ha riconosciuto la morfologia del segno, l’informazione si diffonde rapidamente alle
aree della corteccia cerebrale e, particolarmente, a quelle posizionate nell'emisfero sinistro e deputate al
linguaggio.
Qui avvengono il riconoscimento delle lettere in prima battuta e il riconoscimento delle parole in seconda.
L’informazione visiva passa al cosiddetto giro angolare (o area 39 di Brodman).

Arancione: Giro angolare

Giallo: Giro sopramarginale

Azzurro: Area di Broca

Verde: Area di Wernicke

Rosa: corteccia uditiva primaria

Giunta nel giro angolare, l’informazione visiva diventa informazione fonetica. Da qui, essa passa alla
corteccia temporale e frontale e, particolarmente, nell’area di Wernicke (ibidem) dove le parole acquistano
significato e vengono comprese.

Il prossimo passo compiuto dal cervello consiste nell’analizzare il rapporto semantico e la relazione
sintattica tra le parole. Si tratta di una funzione basilare che è svolta nel lobo temporale anteriore e
anteriore sinistro.  In questa regione avvengono le operazioni di “messa in ordine” delle parole, di
elaborazione delle strutture sintattiche (soggetto, verbo, complemento), di attribuzioni di significato nelle
quali gioca un ruolo primario la memoria, ovvero il richiamo di informazioni di identico contenuto frutto di
nostre esperienze passate. Il loro richiamo è funzionale affinché esse possano essere confrontate con le
informazioni attuali in corso di processazione. Sembrerebbe che, una volta create le connessioni sintattiche
e di senso, il processo si concluda, invece non è così.

Il sistema limbico e il contenuto emotivo


Quando leggiamo il nostro cervello non si occupa solo del processo di riconoscimento di parole e suoni, ma
si concentra anche sul contenuto emotivo di ciò che stiamo leggendo. Questa funzione è svolta dal sistema
limbico.
Il sistema limbico è un raggruppamento di strutture e aree nervose finemente interconnesse tra loro, che
risiede sotto la corteccia cerebrale, dove si estendono la parte sottocorticale del cervello e il diencefalo.
Esso agisce nell’integrazione dell’olfatto, della memoria a breve termine e dell’apprendimento; svolge
funzioni importanti in relazione alle emozioni, all’umore e al senso di autocoscienza. Il sistema
limbico svolge anche funzioni elementari come l’integrazione tra il sistema nervoso vegetativo e
neuroendocrino. Inoltre, alcune parti del sistema limbico sono coinvolte nei processi mnesici, viscerali, di
difesa e riproduzione.
A costituire il sistema limbico sono strutture e aree nervose appartenenti al cervello e al diencefalo.
Tra le strutture e le aree cerebrali, rientrano:
 Amigdala
 Ippocampo
 Nucleo accumbens
 Lobo limbico
 Corteccia piriforme
 Corteccia entorinale
 Corteccia orbitofrontale
Tra le strutture e le aree diencefaliche, invece, figurano:
 Ipotalamo
 Nuclei anteriori del talamo
Tra tutte queste aree del cervello, quelle che in particolare si occupano del contenuto emotivo durante la
lettura sono soprattutto l’ippocampo e l’ipotalamo.

L'ippocampo corrisponde a una piega interna della corteccia cerebrale costituente la porzione mediale


del lobo temporale; è formato dall’archicortex e da una continuazione del giro paraippocampico e della
corteccia entorinale. Esso presenta una forma a “C” che gli permette di essere nominato “corno di
Ammone”, e si compone di almeno tre elementi: l'ippocampo proprio, la circonvoluzione dentata e il
subicolo. L'ippocampo stabilisce numerose connessioni, sia tra le sue componenti interne sia con aree
encefaliche. Le sue funzioni principali sono: il consolidamento delle informazioni provenienti dalla memoria
a breve e a lungo termine, l'elaborazione delle mappe spaziali, la memoria spaziale e l'apprendimento di
nuove informazioni e movimenti. Inoltre esso ha un ruolo chiave nell'associazione dei ricordi ai vari sensi.
Dall’ippocampo partono degli assoni che formano l’alveo, un velo di sostanza bianca raccolta in un fascio, la
fimbria, che superiormente forma le colonne del fornice.
L’ippocampo è costituito da tre strati: uno profondo, lo strato lacunoso molecolare, prosecuzione dello
strato molecolare della neocortex; uno composto da cellule piramidali, in continuazione con il 5° strato
della neocortex, da cui partono le efferenze dell’ippocampo; uno delle cellule polimorfe in continuazione al
6° strato della neocortex. 
L'ipotalamo è una struttura cerebrale in cui afferiscono informazioni provenienti da diversi distretti
anatomici corporei. Esso è posizionato nella zona centrale dell’encefalo, interna ai due emisferi cerebrali, e
costituisce la parte ventrale del diencefalo. In dettaglio, l’ipotalamo è situato ai lati del terzo ventricolo
cerebrale ed è delimitato posteriormente dai corpi mammillari, anteriormente dal chiasma ottico,
superiormente dal solco ipotalamico e inferiormente dall’ipofisi, con la quale è a stretto contatto sia da un
punto di vista anatomico sia funzionale.
Come elemento del sistema limbico, l'ipotalamo partecipa alla memoria, all'apprendimento e alla risposta
agli stimoli olfattivi; inoltre, controlla i cosiddetti comportamenti motivati, come per esempio i
comportamenti difensivi. In quest’area sono conservati i circuiti neuronali all’origine delle funzioni più
complesse sul piano filogenetico: le emozioni, l’autocoscienza e l’umore.
L'ipotalamo costituisce meno dell'1% del peso totale dell'encefalo; si tratta, quindi, di un organo piccolo e
poco pesante. Esso è collegato all'ipofisi tramite il cosiddetto infundibulo dell'ipotalamo (o infundibulo
dell'ipofisi), ed è suddivisibile in tre regioni: la regione anteriore, la regione mediana e la regione
posteriore; ciascuna di queste regioni è ulteriormente suddivisibile nelle cosiddette aree dell’ipotalamo (o
aree ipotalamiche), le quali si caratterizzano per includere all'interno dei loro confini specifici nuclei
nervosi.
Come qualsiasi altra parte dell'encefalo, anche l'ipotalamo non è una struttura isolata, bensì connessa ad
altre componenti nervose, con le quali collabora per un determinato fine.

Come abbiamo visto il sistema limbico svolge diverse funzioni, molte delle quali sono necessarie per la
lettura; infatti, è proprio nel sistema limbico che l’elaborazione cognitiva si unisce a quella emotiva affinché
quest’ultima consenta di alzare la soglia dell’attenzione che, a sua volta permetterà di incrementare la
motivazione all’apprendimento e all’emozione stessa. Solo quando il contenuto cognitivo si sarà associato a
una precisa emozione, si potranno consolidare e conservare le informazioni che sono state apprese
durante la lettura.

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