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Per molti anni i neuroscienziati hanno pensato che la lettura fosse esclusivamente relazionata alle zone del
cervello classiche che processano il linguaggio: l’area di Broca e di Wernicke. Tuttavia, da poco tempo si è
scoperto che leggere è un’esperienza molto più complessa che coinvolge altre aree del cervello.
La lettura è il risultato dell’integrazione di funzioni diverse, che fanno capo a specifici sistemi e reti neurali;
si tratta di un atto cognitivo complesso, in cui sono implicati una serie di processi:
il riconoscimento visivo dei segni dell’ortografia;
l’analisi dei suoni delle parole e la conoscenza delle regole di conversione dei segni grafici in suoni;
l’articolazione dei suoni e la ricostruzione delle stringhe di suoni in parole del lessico;
la comprensione del significato delle singole parole, delle frasi e del testo.
I primi tre processi possono anche essere considerati le fasi di un’unica attività, chiamata attività di
decodifica o transcodifica, che consente di trasformare dei segni in suoni, il codice scritto in codice orale.
La lettura è il risultato dell’attivazione di aree cerebrali che processano il linguaggio verbale, situate
principalmente nell’emisfero di sinistra, e di aree cerebrali sede del sistema di elaborazione visiva, in cui è
implicato in particolare il sistema magnocellulare che ha il compito di elaborare le informazioni in
movimento, come sono le lettere che scorrono sotto la scansione dei movimenti oculari e vengono fissate
per un tempo brevissimo. La scansione visiva è l’abilità visuo-spaziale attraverso la quale è possibile lo
spostamento dell’attenzione visiva lungo una stringa di stimoli allineati, come avviene, appunto, nella
lettura. Vi è un’integrazione tra processazione e shifting, movimenti oculari e velocità di processing visivo.
È l’emisfero di destra essenzialmente deputato alle operazioni visuo-spaziali.
Più precisamente, la lettura coinvolge diverse aree corticali, primarie, secondarie e associative, quali:
le aree localizzate nel lobo occipitale per quanto riguarda la percezione visiva (il riconoscimento visivo) che
vengono attivate, tra l’altro, dalla visione di una lettera. Più precisamente, nel riconoscimento della forma
visiva delle parole è implicata la regione occipito-temporale ventrale;
le aree del linguaggio localizzate, una per l’analisi dei suoni delle parole nel lobo temporale (in genere il
sinistro), in prossimità dell’area motoria denominata area di Wernicke, l’altra per l’articolazione, localizzata
nel lobo frontale, (anche in questo caso in genere il sinistro) inscritta nell’area motoria denominata area di
Broca.
Entrambe intervengono nelle associazioni funzionali tra lettura e linguaggio, anche in termini di
rappresentazione mentale dei concetti, degli oggetti, delle immagini in genere.
Le regioni temporali vengono attivate dall’ascolto di un suono: la regione temporale superiore interviene
nella conversione delle lettere in suoni, il planum temporale e la regione parietale inferiore sono implicati
nella corrispondenza lettere/suoni e grafemi/suoni.
Le aree della coordinazione dei movimenti oculari sono localizzate in prossimità dell’area motoria, ma
anteriormente a essa, sempre nel lobo frontale.
Le aree prefrontali, disposte nel lobo frontale ma in posizione ancora più anteriore, sono coinvolte
nell’elaborazione cognitiva, nell’integrazione emozionale, nella pianificazione, nel vissuto del tempo, ecc.
Azzurro: Area di Broca
Giunta nel giro angolare, l’informazione visiva diventa informazione fonetica. Da qui, essa passa alla
corteccia temporale e frontale e, particolarmente, nell’area di Wernicke (ibidem) dove le parole acquistano
significato e vengono comprese.
Il prossimo passo compiuto dal cervello consiste nell’analizzare il rapporto semantico e la relazione
sintattica tra le parole. Si tratta di una funzione basilare che è svolta nel lobo temporale anteriore e
anteriore sinistro. In questa regione avvengono le operazioni di “messa in ordine” delle parole, di
elaborazione delle strutture sintattiche (soggetto, verbo, complemento), di attribuzioni di significato nelle
quali gioca un ruolo primario la memoria, ovvero il richiamo di informazioni di identico contenuto frutto di
nostre esperienze passate. Il loro richiamo è funzionale affinché esse possano essere confrontate con le
informazioni attuali in corso di processazione. Sembrerebbe che, una volta create le connessioni sintattiche
e di senso, il processo si concluda, invece non è così.
Come abbiamo visto il sistema limbico svolge diverse funzioni, molte delle quali sono necessarie per la
lettura; infatti, è proprio nel sistema limbico che l’elaborazione cognitiva si unisce a quella emotiva affinché
quest’ultima consenta di alzare la soglia dell’attenzione che, a sua volta permetterà di incrementare la
motivazione all’apprendimento e all’emozione stessa. Solo quando il contenuto cognitivo si sarà associato a
una precisa emozione, si potranno consolidare e conservare le informazioni che sono state apprese
durante la lettura.