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CAPITOLO

Anatomia del sistema


nervoso periferico 80
Il sistema nervoso periferico (SNP) è composto dai nervi cranici e Nei traumi gravi che coinvolgono la fossa cranica anteriore il bulbo
spinali, dai gangli (autonomici e sensitivi) a loro associati e dalle loro olfattivo può essere separato dai nervi olfattivi o questi ultimi possono
ramificazioni che trasportano informazioni afferenti ed efferenti fra il subire delle lacerazioni, con conseguente anosmia, ovvero perdita
sistema nervoso centrale (SNC) e il resto del corpo. Include, inoltre, la dell’olfatto. Le fratture possono interessare le meningi con una fuoriu-
porzione periferica del sistema nervoso autonomo (SNA), in particolare scita di liquido cerebrospinale all’interno del naso, determinando la
i tronchi simpatici e i gangli simpatici e parasimpatici con le loro rami- cosiddetta rinoliquorrea. Questo tipo di lesioni crea il tramite per infe-
ficazioni, il sistema nervoso enterico (SNE), composto da plessi di fibre zioni intracraniche provenienti dalla cavità nasale.
nervose e corpi cellulari situati nella parete del tratto gastrointestinale,
e il sistema afferente viscerale.
NERVO OTTICO
NERVI CRANICI Il nervo ottico è il secondo nervo cranico e contiene gli assoni delle
cellule gangliari o gangliari, da armonizzare con la descrizione della
I nervi cranici rappresentano la via che consente al cervello di ricevere retina. I due nervi ottici si uniscono a formare il chiasma ottico che
informazioni da testa e collo, dai visceri toracici e dalla maggior parte generalmente si trova sul diaframma della sella e l’ipofisi (collocazione
dei visceri addominali e di controllarne l’attività. Esistono 12 paia di normale), sebbene possa essere in posizione anteriore (sopra il tuber-
nervi cranici, ciascuno individuato da un nome e da un numero (in colo della sella) o posteriore (sul dorso della sella). All’ingresso nel
numeri romani) con una sequenza rostrocaudale (si veda Tabella 24.1). nervo ottico gli assoni delle cellule gangliari della retina mantengono
A differenza dei nervi spinali, soltanto alcuni nervi cranici hanno una inizialmente la stessa posizione che hanno a livello della retina, con gli
funzione mista, ovvero sono composti da fibre sia motorie sia sensitivi, assoni provenienti dalla fovea che formano un fascicolo laterale. Tale
mentre altri sono esclusivamente sensitivi o motori. Il primo nervo somatotopia retinica viene pressoché conservata all’interno del nervo
cranico (I; olfattivo) è una struttura filogeneticamente arcaica e deriva ottico, ma, poco prima di raggiungere il chiasma, gli assoni che hanno
dal precursore dell’emisfero cerebrale. Esso mantiene questa unica e origine dalla fovea si portano al centro del nervo ottico, mentre le fibre
particolare posizione tramite le connessioni con il bulbo olfattivo ed è temporali assumono la posizione laterale che le fibre foveali occupa-
l’unico nervo cranico sensitivo a proiettarsi direttamente alla corteccia vano precedentemente. La disposizione degli assoni subisce nel chiasma
cerebrale anziché indirettamente attraverso il talamo. Le zone della cor- una riorganizzazione sostanziale; usando come repere una linea retta
teccia cerebrale che ricevono gli stimoli olfattivi presentano un’organiz- che passa per il centro della fovea per dividere la retina in una metà
zazione cellulare di tipo filogeneticamente arcaico e sono parte integrante nasale e una temporale, si osserva che la gran parte delle fibre nasali
del sistema limbico coinvolto negli aspetti comportamentali emotivi. Il rispetto a questo punto delle fibre provenienti dall’emiretina nasale
secondo nervo cranico (II; ottico) è composto da assoni provenienti dai attraversa il chiasma per entrare nel tratto ottico controlaterale, mentre
neuroni visivi di secondo ordine terminanti nel talamo. La gran parte le fibre provenienti dalle emiretine temporali generalmente non si
delle fibre che compongono le altre 10 paia di nervi cranici origina o incrociano a livello del chiasma.
termina nei corrispondenti nuclei nervosi cranici del tronco encefalico. In passato si riteneva che gli assoni all’interno del tratto ottico man-
tenessero la loro posizione e che ciascuno di loro rappresentasse singo-
larmente l’emicampo controlaterale. Oggi è tuttavia chiaro che gli
NERVO OLFATTIVO assoni sono perlopiù organizzati in gruppi funzionali, in cui gli assoni
superficiali più grandi rappresentano la via magnocellulare e quelli più
Il nervo olfattivo, il primo nervo cranico, come indicato dal nome è profondi, originanti dalle cellule gangliari di piccole dimensioni,
coinvolto nella percezione dell’olfatto (senso dell’odorato). È composto formano la via parvocellulare. Questa disposizione è cronotopa: gli
da fasci di assoni amielinici molto piccoli che derivano da neuroni recet- assoni più profondi si sviluppano più precocemente durante l’assono-
tori olfattivi situati nella mucosa olfattoria; gli assoni presentano diversi genesi rispetto a quelli più superficiali (Reese 1993).
stadi di maturità riflettenti il ricambio costante di neuroni olfattivi che Quasi tutti gli assoni delle cellule gangliari retiniche (90%) termi-
avviene nell’epitelio olfattorio. I fasci di assoni sono circondati da cellule nano su neuroni del nucleo genicolato laterale. Gli assoni extragenico-
olfattive avvolgenti e formano una rete plessiforme nella lamina propria lati (10%) abbandonano il tratto ottico prima del nucleo genicolato
sottoendoteliale della mucosa. I fasci si uniscono in un numero di rami- laterale: ciò può avvenire dorsalmente al chiasma ottico con una pro-
ficazioni che può arrivare a 20 e che attraversano la lamina cribrosa iezione verso i nuclei soprachiasmatici dell’ipotalamo, oppure con
dell’osso etmoide in gruppi mediali e laterali, penetrando nel bulbo ramificazioni del tratto ottico a livello del braccio [N.d.C.: del collicolo]
olfattivo sovrastante dove terminano in formazioni glomerulari. Lungo il superiore che si proiettano fino al collicolo superiore, alle aree pretettali
passaggio attraverso la lamina cribrosa ciascun ramo è avvolto da dura e al pulvinar inferiore.
madre e da pia madre/aracnoide (si veda Fig. 39.11A). La dura madre si Il nervo è solitamente descritto in quattro parti: intracranica (circa 10
continua successivamente con il periostio nasale, mentre pia madre/arac- mm), intracanalicolare (circa 10 mm), intraorbitale (25-30 mm) e intra-
noide si fondono con le guaine di tessuto connettivo che circondano i oculare (1 mm). La porzione intracranica origina dal chiasma ottico
fasci nervosi, determinando una configurazione che può facilitare la dif- nella cisterna soprasellare, è circondata dalla guaina ottica e la sua
fusione di infezioni provenienti dalla cavità nasale fino alla cavità cranica. superficie dorsale è ricoperta dal legamento falciforme. La porzione
Il bulbo olfattivo si continua posteriormente con il tratto olfattivo, intracanalicolare passa attraverso il canale ottico assieme all’arteria oftal-
attraverso il quale le informazioni emesse si proiettano direttamente all’a- mica: questo è il punto più debole della parte anteriore della via visiva
rea retrobulbare ipsilaterale (nuclei olfattivi anteriori), al tubercolo olfat- in quanto il nervo è connesso all’osso con mezzi di fissità fibrosi. La
tivo, all’area prepiriforme, all’amigdala e alla corteccia entorinale rostrale. porzione intraorbitale si porta in avanti, lateralmente e verso il basso, e
Il bulbo olfattivo presenta una struttura laminare evidente (si veda perfora la sclera a livello della lamina cribrosa, in posizione leggermente
Fig. 32.9A); al suo interno le diverse molecole degli odori sono rappre- mediale rispetto al polo posteriore: all’interno dell’orbita presenta un
sentate secondo una specifica somatotopia (Sheperd 2006). decorso un po’ tortuoso per permettere i movimenti del globo oculare 1
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CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

(Demer 2016). Lo spazio subaracnoideo che circonda la porzione intra- La porzione cisternale del nervo oculomotore emerge dal mesence-
cranica si continua con quello analogo che circonda le porzioni intra- falo, attraverso il solco mediale nella porzione caudale della fossa inter-
canalicolare e intraorbitale. La guaina di dura madre che circonda il peduncolare della crus cerebri, oppure attraverso la porzione mediale o
nervo ottico origina a livello del canale ottico e accompagna il nervo centrale della crus cerebri. Generalmente prosegue anteriormente e
fino alla sclera. La porzione intraorbitale del nervo ottico presenta con- lateralmente attraverso la cisterna interpeduncolare fra l’arteria comu-
nessioni importanti con altre strutture orbitali (si veda Fig. 44.4). All’u- nicante posteriore e l’arteria cerebellare superiore: questa porzione del
scita dal canale ottico giace in posizione superomediale rispetto all’arteria nervo è vascolarizzata dai segmenti P1 e P2 dell’arteria cerebrale poste-
oftalmica, è separato dal muscolo retto laterale per opera del nervo riore. Le fibre che controllano la costrizione della pupilla giacciono
oculomotore, nasociliare e abducente e, talvolta, dalle vene oftalmiche. superficialmente sulla superficie dorsomediale della porzione cisternale
Si trova in prossimità dell’origine dei quattro muscoli retti, mentre più del nervo oculomotore, una posizione che le rende vulnerabili alla
anteriormente, nel punto in cui i muscoli divergono, viene separato da compressione da aneurisma (Kerr e Hollowell 1964, Shechtman et al.
essi da una quantità notevole di tessuto adiposo orbitale. Subito dopo 2007), mentre una paralisi del nervo oculomotore che risparmia la
il canale ottico, l’arteria oftalmica e il nervo nasociliare incrociano il pupilla è patognomonica di una lesione ischemica che tende a coinvol-
nervo ottico per raggiungere la parete mediale dell’orbita. L’arteria cen- gere la regione centrale del nervo. Il nervo oculomotore passa poi
trale della retina si porta fra gli assoni del nervo ottico a metà circa della inferolateralmente all’arteria comunicante posteriore e inferomedial-
sua lunghezza. Nei pressi del retro del globo oculare il nervo ottico è mente all’uncus ed emerge nel tetto del seno cavernoso attraverso il
circondato dai nervi ciliari lunghi e brevi e dai vasi. trigono dell’oculomotore. Questa porzione cavernosa del nervo passa
lungo la parete durale laterale del seno cavernoso separandosi in due
rami, superiore e inferiore, che decorrono al di sotto dei nervi trocleare
NERVO OCULOMOTORE e oftalmico. Le due divisioni penetrano nell’orbita attraverso la fessura
orbitale superiore, all’interno dell’anello tendineo comune dei muscoli
Il nervo oculomotore è il terzo nervo cranico e innerva il muscolo retti, e separate dal ramo nasociliare del nervo oftalmico.
elevatore della palpebra superiore e quattro dei muscoli extraoculari La divisione superiore del nervo oculomotore passa sopra al nervo
(superiore, inferiore, retto mediale, obliquo inferiore) (si veda ottico per penetrare la superficie inferiore (oculare) del retto superiore,
Fig. 44.15). Trasporta inoltre fibre parasimpatiche pregangliari, origi- a cui fornisce l’innervazione, e dà quindi origine a un ramo destinato
nanti dai soma neuronali presenti nel nucleo di Edinger-Westphal, che al muscolo elevatore della palpebra superiore. La divisione inferiore del
contraggono sinapsi nel ganglio ciliare. nervo si divide nei rami mediale, centrale e laterale. Il ramo mediale
passa sotto al nervo ottico per penetrare nella superficie laterale
Complesso nucleare oculomotore (oculare) del retto mediale; il ramo centrale decorre in avanti e verso il
basso per penetrare nella superficie superiore (oculare) del retto infe-
Il complesso nucleare da cui origina il nervo oculomotore è composto riore; il ramo laterale decorre anteriormente lungo la porzione laterale
da diversi gruppi di grandi neuroni motori, destinati nel complesso al del retto inferiore per penetrare la superficie orbitale dell’obliquo infe-
nucleo oculomotore, e dal più piccolo nucleo parasimpatico pregan- riore e comunica, inoltre, con il ganglio ciliare per distribuire fibre
gliare di Edinger-Westphal (si vedano Figg. 28.3 e 28.16). Il complesso parasimpatiche allo sfintere della pupilla e al muscolo ciliare.
nucleare si trova sull’aspetto ventromediale della sostanza grigia periac-
queduttale, superiormente rispetto al nucleo del trocleare, ed è parzial- Nucleo di Edinger-Westphal
mente racchiuso dalle fibre del fascicolo longitudinale mediale. Ha una Il nucleo di Edinger-Westphal è situato dorsalmente al nucleo oculomo-
lunghezza di circa 5 mm ed è divisibile in gruppi neuronali correlati tore principale, ed è composto da piccoli neuroni multipolari parasim-
alla distribuzione delle fibre motorie all’interno del nervo oculomotore. patici pregangliari piccoli e multipolari (efferenti viscerali generali, [GVE,
Gli impulsi afferenti diretti al complesso nucleare oculomotore inclu- General Visceral Efferent]). Gli impulsi afferenti al nucleo arrivano prin-
dono fibre provenienti dai nuclei interstiziali rostrali del fascicolo lon- cipalmente dai nuclei pretettali bilaterali, controllando il riflesso pupil-
gitudinale mediale e dal nucleo interstiziale di Cajal, entrambi coinvolti lare alla luce, e dalla corteccia visiva, che controlla l’accomodazione.
nel controllo dello sguardo verticale e torsionale. Altri impulsi proven- Fibre efferenti provenienti dal nucleo decorrono nel nervo oculomotore
gono, direttamente o indirettamente, dai nuclei della commessura per formare sinapsi con i neuroni postgangliari del ganglio ciliare (Kozicz
posteriore e, attraverso quest’ultima, dai campi visivi frontali, dal colli- et al. 2011), e inoltre scendono attraverso il fascicolo longitudinale
colo superiore, dal nucleo dentato e dalle aree corticali. Il fascicolo mediale per innervare i nuclei vestibolari mediale e discendente (Nieu-
longitudinale mediale trasporta connessioni afferenti provenienti dai wenhuys et al. 2008).
nuclei trocleare, abducente e vestibolare.
Fibre provenienti dal nucleo vestibolare mediale si proiettano al
sottonucleo del retto mediale. Procedendo da dorsale a mediale, i NERVO TROCLEARE
gruppi neuronali oculomotori del nervo oculomotore innervano i
muscoli ipsilaterali retto inferiore, obliquo inferiore e retto mediale. Il nervo trocleare è il quarto nervo cranico e innerva il muscolo obliquo
Una colonna di cellule collocata medialmente innerva il retto superiore superiore. Possiede il decorso intracranico più lungo e il diametro più
controlaterale mediante assoni decussanti nella porzione caudale di piccolo fra tutti i nervi cranici, ed è, inoltre, l’unico nervo cranico a
questo sottonucleo. Al polo caudale del nucleo oculomotore, adiacente emergere dalla superficie dorsale del tronco encefalico, lateralmente al
ai sottonuclei del retto superiore e del retto mediale, è situato un sot- bordo inferiore del collicolo inferiore.
tonucleo mediano di neuroni di grandi dimensioni, conosciuto come
nucleo centrale caudale. Fasci di assoni provenienti da questi sottonu- Nucleo trocleare
clei si portano anteriormente nel mesencefalo, attraverso tegmento,
nucleo rosso e substantia nigra mediale, per emergere sotto forma di Il nucleo trocleare è una piccola massa ovoidale di sostanza grigia che
nervo oculomotore nella fossa interpeduncolare. I fasci sono molto si trova subito a lato della linea mediana (si veda Fig. 28.15). È circon-
probabilmente disposti, da mediale a laterale, per innervare la pupilla, dato dalla sostanza grigia periacqueduttale dorsalmente e costeggiato
il retto inferiore, il retto mediale, l’elevatore della palpebra superiore e ventralmente e lateralmente dalle fibre del fascicolo longitudinale
retto superiore, e l’obliquo inferiore. (Naidich et al. 2009). Il nucleo è parte della colonna efferente somatica
con i nuclei oculomotore, abducente e ipoglosso. Gli impulsi afferenti
Decorso intra- ed extracranico al nucleo trocleare includono fibre provenienti dal nucleo intermedio
rostrale del fascicolo longitudinale mediale e dal nucleo interstiziale di
A fini descrittivi il nervo oculomotore è solitamente diviso nelle por- Cajal, entrambi coinvolti nel controllo dello sguardo verticale e torsio-
zioni cisternale, cavernosa e orbitale: descrittive in cinque o sette por- nale. Altri impulsi provengono dai nuclei dei nervi vestibolare, abdu-
zioni sono state proposte da classificazioni a orientamento chirurgico, cente e oculomotore e, direttamente o indirettamente, dai nuclei della
derivate da una combinazione di studi anatomici su cadaveri condotti commessura posteriore (nuclei di Darkschewitsch e di Cajal) e, attra-
con tecniche microchirurgiche ed endoscopiche (Iaconetta et al. 2010, verso questi nuclei, dal collicolo superiore, dall’area visiva frontale e da
2 Park et al. 2017). altre aree della corteccia. Altre fibre afferenti provengono dal nucleo
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Anatomia del sistema nervoso periferico

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preposito dell’ipoglosso. Le fibre trocleari efferenti trocleari inizial- laterale del pavimento del quarto ventricolo. Si trova medialmente al
mente decorrono dorsalmente e caudalmente, in profondità al perime- nucleo sensitive principale dal quale è separato da fibre del nervo tri-
tro esterno della sostanza grigia periacqueduttale e medialmente al gemino. Forma la porzione rostrale della colonna faringea (viscerale
nucleo trigeminale del mesencefalo. I nervi trocleari quindi decussano speciale) efferente. Il nucleo motore contiene caratteristici neuroni mul-
all’interno del velo midollare superiore del quarto ventricolo. Alcune tipolari di grandi dimensioni misti a cellule multipolari più piccole,
fibre possono restare in posizione ipsilaterale. organizzati in un numero relativamente discreto di sottonuclei che
controllano i singoli muscoli. Il nucleo riceve fibre da entrambi i tratti
Decorso intra- ed extracranico corticonucleari. Tali fibre abbandonano questi tratti a livello nucleare
o più in alto nel ponte (fibre corticospinali aberranti), discendono nel
I nervi fuoriescono dalla superficie dorsale del tronco encefalico appena lemnisco mediale e possono terminare nei neuroni o negli interneuroni
caudalmente al collicolo inferiore e da ciascun lato del velo del frenulo. motori. Il nucleo motore riceve fibre afferenti dai nuclei sensitivi del
Nel punto di emergenza, un numero variabile di radicole, solitamente nervo trigemino, talvolta provenienti anche dal nucleo mesencefalico,
due, si unisce per formare i tronchi nervosi che curvano ventralmente che formano archi riflessi monosinaptici per il controllo propriocettivo
attraverso le cisterne perimesencefaliche, fra le arterie cerebellari superiori dei muscoli masticatori. Esso riceve, inoltre, fibre afferenti provenienti
inferiormente e le arterie cerebrali posteriori superiormente. La porzione da formazione reticolare, nucleo rosso e tetto, fascicolo longitudinale
cisternale di ciascun nervo decorre anterolateralmente avvolgendosi mediale e forse dal locus coeruleus. Queste fibre costituiscono, nell’in-
attorno al peduncolo cerebrale verso il tentorio del cervelletto attraverso sieme, le vie che probabilmente coordinano la secrezione salivare e la
le cisterne quadrigemina e ambiens. Il nervo si porta anteriormente lungo masticazione.
il solco infratentoriale del tentorio del cervelletto e penetra il tetto del
seno cavernoso nel punto di incontro fra le pliche durali petroclinoidee Riflesso del tensore del timpano e dello stapedio
anteriore e posteriore. La porzione cavernosa continua lungo la parete I rumori forti stimolano la contrazione riflessa del sensore del timpano e
laterale del seno cavernoso sotto al nervo oculomotore, incrociandolo a dello stapedio, attenuando i movimenti della membrana timpanica e
livello del punto di incontro fra piccola ala dello sfenoide e processo della catena degli ossicini. Gli impulsi afferenti viaggiano nel nervo cocle-
clinoideo prima del formarsi del forame ottico [N.d.C]. Il nervo trocleare are fino al nucleo omonimo situato nel tronco encefalico. Le fibre efferenti
penetra nell’orbita attraverso la fessura orbitale superiore all’esterno dell’a- dirette al tensore del timpano nascono nel nucleo motore del nervo tri-
nello tendineo comune per i muscoli retti [N.d.C], sopra all’elevatore gemino e viaggiano nella sua divisione mandibolare. Le fibre afferenti per
superiore della palpebra e medialmente ai nervi frontale e lacrimale (si lo stapedio nascono nel nucleo faciale e viaggiano con il nervo omonimo.
veda Fig. 44.16). La porzione orbitale decorre medialmente all’elevatore
della palpebra superiore e retto superiore per raggiungere il muscolo Riflesso masseterino
obliquo superiore: i suoi rami generalmente terminano sul terzo poste- Il riflesso masseterino è un riflesso tendineo profondo scatenato per-
riore del muscolo, quasi sempre sull’aspetto mediale (Joo e Rhoton 2015). cuotendo sulla linea mediana la mandibola. Il rapido stiramento rapido
dei muscoli masticatori (massetere, temporale, pterigoideo mediale)
attiva i fusi muscolari afferenti che viaggiano nel ramo mandibolare del
NERVO TRIGEMINO nervo trigemino fino al nucleo mesencefalico trigeminale. Rami colla-
terali si proiettano monosinapticamente al nucleo motore del nervo
Il nervo trigemino è il quinto nervo cranico e possiede notevoli com- trigemino nel ponte, formando un arco riflesso bineuronale.
ponenti sensitivi, motorie e autonomiche.

Nuclei sensitivi e connessioni centrali Decorso intra- ed extracranico


Il nervo trigemino possiede tre nuclei sensitivi (spinale, principale e Dal punto di vista embrionale, ciascuna divisione del nervo trigemino
mesencefalo mesencefalico) e un nucleo motore. All’ingresso nel ponte, è associata a un processo faciale in via di sviluppo che dà origine a
le fibre della radice sensitive del nervo trigemino decorrono dorsome- un’area specifica del volto adulto: il nervo oftalmico è associato al
dialmente verso il nucleo sensitive principale. Il 50% circa delle fibre si processo frontonasale, il nervo mascellare al processo mascellare, e il
divide in rami ascendenti e discendenti mentre le altre fibre salgono e nervo mandibolare al processo mandibolare.
scendono senza dividersi. Le fibre discendenti formano il tratto spinale
del nervo trigemino che termina nel nucleo spinale omonimo a esso Nervo oftalmico
adiacente a livello mediale. Alcune fibre ascendenti del trigemino, la
gran parte delle quali presenta una spessa guaina mielinica, formano La divisione oftalmica del nervo trigemino è un nervo sensitivo. Origina
sinapsi attorno ai piccoli neuroni nel nucleo sensitive principale, che è dal ganglio del trigemino, situato nella fossa cranica media, e prosegue
situato lateralmente al nucleo motore e medialmente al peduncolo cere- lungo la parete durale laterale del seno cavernoso, dando origine a tre
bellare medio, e che si continua inferiormente con il nucleo spinale del rami principali, i nervi lacrimale, frontale e nasociliare, subito prima di
nervo trigemino. Si ritiene che il nucleo principale responsabile princi- raggiungere la fessura orbitale superiore. Questi rami successivamente
palmente della percezione degli stimoli tattili. Ulteriori fibre ascendenti passano attraverso l’orbita per innervare vari bersagli situati principal-
penetrano nel nucleo mesencefalico, il quale è una colonna di cellule mente nella porzione superiore del volto (congiuntiva, cute della fronte,
unipolari con ramificazioni periferiche che ricevono gli impulsi proprio- palpebra superiore e gran parte della superficie esterna del naso attraverso
cettivi provenienti dai muscoli masticatori e, forse, anche da denti, i nervi sopraorbitale, lacrimale, infratrocleare e nasale esterno).
muscoli faciali e oculogiri. Si tratta di neuroni unici nel loro genere, in
quanto sono i soli neuroni primari sensitivi unipolari ad avere corpi Nervo lacrimale
cellulari nel SNC. Si tratta della via di trasmissione del “riflesso masse- Il nervo lacrimale è il più piccolo dei rami oftalmici principali. Penetra
terino”, l’unico riflesso monosinaptico sopraspinale rilevante. Le fibre nell’orbita attraverso la fessura orbitale superiore, esternamente all’a-
nervose che salgono al nucleo mesencefalico possono emettere rami nello tendineo comune e lateralmente ai nervi frontale e trocleare. Si
collaterali diretti al nucleo motore del nervo trigemino e al cervelletto. porta anteriormente lungo la parete laterale dell’orbita sul margine
La gran parte delle fibre originanti dal nucleo sensitive del trigemino superiore del retto laterale, e attraversa la ghiandola lacrimale e il setto
attraversa la linea mediana, risale nel lemnisco trigeminale e termina nel orbitale per innervare la congiuntiva e la cute che ricopre la porzione
nucleo ventroposteromediale del talamo, ma da verificare come è deno- laterale della palpebra superiore. Il nervo comunica anche con il ramo
minato nel talamo controlaterale, dal quale neuroni di terzo ordine si zigomatico del nervo mascellare, che può trasportare alcune fibre para-
proiettano nel giro postcentrale (aree 3, 1, 2). simpatiche postgangliari dal ganglio pterigopalatino fino alla ghiandola
lacrimale. Occasionalmente, il nervo lacrimale è assente, e in tal caso è
Nucleo motore sostituito dal nervo zigomaticotemporale; questo rapporto è reciproco
e laddove è il nervo zigomaticotemporale a mancare, esso viene sosti-
Il nucleo motore del nervo trigemino presenta una forma ovoidale ed tuito da un ramo del nervo lacrimale. Il nervo lacrimale forma anasto-
è situato nel tetto della parte superiore del ponte, sotto la porzione mosi con filamenti del nervo faciale. 3
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CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

Nervo frontale Nervi ciliari lunghi


Il nervo frontale è il più grande dei rami del nervo oftalmico. Esso Due o tre nervi ciliari lunghi si ramificano a partire dal nervo ciliare nel
penetra nell’orbita attraverso la fessura orbitale superiore all’esterno punto in cui incrocia il nervo ottico. Accompagnano i nervi ciliari brevi,
dell’anello tendineo comune e si trova fra il nervo lacrimale lateral- attraversano la sclera nei pressi dell’inserzione del nervo ottico, e si
mente e il nervo trocleare medialmente. Prosegue anteriormente il portano anteriormente fra sclera e coroide. Essi innervano corpo ciliare,
bordo dell’orbita sopraelevatore della palpebra superiore, e a metà circa iride e cornea, e contengono fibre simpatiche postgangliari per il
del decorso si divide nei nervi sopraorbitale e sopratrocleare. muscolo dilatatore della pupilla, provenienti da neuroni del ganglio
cervicale superiore. Una via alternativa per l’innervazione del muscolo
Nervo sopraorbitale dilatatore della pupilla è fornita dalla radice simpatica associata al
Il nervo sopraorbitale è la maggiore fra le due ramificazioni terminali ganglio ciliare.
del nervo frontale. Prosegue anteriormente lungo l’elevatore della pal-
pebra superiore, fino a lasciare l’orbita attraverso l’incisura o forame Ramo comunicante con il ganglio ciliare
soprorbitale, per emergere sulla fronte. Innerva la mucosa che riveste il Il ramo comunicante con il ganglio ciliare solitamente origina dal nervo
seno frontale, la congiuntiva e la cute della palpebra superiore attraverso nasociliare, nel punto in cui quest’ultimo penetra nell’orbita, lateral-
i rami palpebrali. Risale sulla fronte assieme all’arteria sopraorbitale e si mente al nervo ottico. È talvolta accompagnato da una piccola ramifi-
divide nei rami mediale e laterale che innervano la cute del cuoio capel- cazione proveniente dal plesso simpatico carotideo interno o dal ramo
luto fin quasi a raggiungere la sutura lambdoidea. Questi rami inizial- superiore del nervo oculomotore, nel punto in cui entra nell’angolo
mente sono situati in profondità al ventre frontale del muscolo posterosuperiore del ganglio.
occipitofrontale. Il ramo mediale perfora il muscolo per raggiungere la
cute, mentre quello laterale perfora l’aponeurosi epicraniale. Le fibre Nervo mascellare
simpatiche postgangliari che innervano le ghiandole sudoripare dell’a-
rea sopraorbitale viaggiano probabilmente con il nervo sopraorbitale, La divisione mascellare del nervo trigemino è un nervo sensitive che
dopo essere entrate a far parte del nervo oftalmico, attraverso la sua abbandona il cranio attraverso il forame rotondo e penetra nella por-
comunicazione con il nervo abducente all’interno del seno cavernoso. zione superiore della fossa pterigopalatina dove dà origine a molti dei
suoi rami extracranici. Il nervo attraversa la fossa pterigopalatina dando
Nervo sopratrocleare origine a due grossi rami gangliari contenenti fibre destinate a naso,
Il nervo sopratrocleare è il più piccolo ramo terminale del nervo fron- palato e faringe e che attraversano il ganglio pterigopalatino senza
tale; decorre anteromedialmente lungo il tetto dell’orbita, passa sopra formare sinapsi. Il nervo mascellare subisce una brusca deviazione late-
la troclea per il tendine del muscolo obliquo superiore, e fornisce un rale passando sulla superficie posteriore del processo orbitale dell’osso
terminale discendente diretto al ramo infratrocleare del nervo nasoci- palatino e sulla porzione superiore della superficie posteriore della
liare. Il nervo emerge fra troclea e forame sopraorbitale, a livello dell’in- mascella, nella fessura orbitale inferiore (che si continua posteriormente
cisura frontale, curva superiormente verso la fronte, in prossimità con la fossa pterigopalatina): si trova all’esterno del periostio orbitale
dell’osso, assieme all’arteria sopratrocleare; innerva la congiuntiva e la dove emette rami zigomatici e, successivamente, rami alveolari posteriori
cute della palpebra superiore. Successivamente risale fra il muscolo superiori. A metà strada circa fra apice e bordo dell’orbita, il nervo
corrugatore e il ventre frontale del muscolo occipitofrontale, prima di mascellare devia medialmente per penetrare nel canale infraorbitale
dividersi in rami che perforano questi muscoli per innervare la cute come nervo omonimo. I rami individuali provenienti dal tronco princi-
della porzione inferiore della fronte in prossimità della linea mediana. pale sono i nervi: meningeo, gangliare, zigomatico, alveolare superiore
posteriore, medio e anteriore; alveolare superiore, medio e posteriore
Nervo nasociliare infraorbitale. I rami individuali provenienti dal ganglio pterigopalatino
Il nervo nasociliare presenta dimensioni intermedie rispetto al nervo sono i nervi orbitale, nasopalatino, nasale posteriore superiore, palatino
frontale e lacrimale. Ha una collocazione più profonda nell’orbita, nella maggiore (anteriore), palatino minore (posteriore) e faringeo.
quale entra attraverso l’anello tendineo comune, trovandosi fra i due
rami del nervo oculomotore. Esso incrocia il nervo ottico assieme all’ar- Nervo meningeo
teria oftalmica e decorre obliquamente sotto i muscoli retto superiore Il ramo meningeo del nervo mascellare nasce all’interno della fossa
e obliquo superiore, per raggiungere la parete mediale dell’orbita dove cranica media e decorre assieme ai vasi meningei medi. Contribuisce
dà origine ai nervi etmoidali anteriore e posteriore. Il nervo nasociliare all’innervazione della dura madre.
si ramifica nei rami ciliari lunghi e infratrocleari, e si connette con il
ganglio ciliare. Rami gangliari
I due rami gangliari generalmente collegano il nervo mascellare al
Nervo etmoidale anteriore ganglio pterigopalatino.
Il nervo etmoidale anteriore attraversa il forame e il canale etmoidale
anteriore per entrare in cavità cranica. Decorre anteriormente in un Nervo zigomatico
solco posto sulla superficie superiore della lamina cribrosa al di sotto Il ramo zigomatico del nervo mascellare abbandona la fossa pterigopala-
della dura madre, quindi si porta inferiormente per entrare nella cavità tina attraverso la fessura orbitale inferiore assieme al nervo mascellare,
nasale attraverso un’apertura laterale alla crista galli, dove occupa un decorrendo vicino alla base della parete laterale dell’orbita. Subito dopo
solco sulla superficie interna dell’osso nasale, e innerva il tetto della l’ingresso nell’orbita il nervo si divide in due rami, i nervi zigomaticotem-
cavità nasale. Dal nervo si dipartono rami nasali interni mediali e late- porale e zigomaticofaciale, che percorrono l’orbita soltanto per un breve
rali, che innervano rispettivamente le porzioni anteriore e superiore del tratto prima di portarsi sul volto attraverso la parete orbitale laterale. I
setto, e la porzione anteriore della parete laterale, prima di emergere a nervi possono percorrere canali separati all’interno dell’osso zigomatico
livello del bordo inferiore dell’osso nasale come nervo nasale esterno. o il nervo zigomatico può penetrare nell’osso prima di dividersi.
Quest’ultimo scende dalla parete laterale del naso e innerva la cute dello
stesso al di sotto delle ossa nasali fino alla punta del naso, escludendo Nervo zigomaticotemporale
però la porzione alare attorno alle narici esterne: danni conseguenti a Il nervo zigomaticotemporale attraversa un canale posto nell’osso zigo-
traumi nasali possono sfociare nella parestesia della punta del naso. matico ed emerge sulla porzione anteriore della fossa temporale, dove
risale fra l’osso e il muscolo temporale prima di perforare la fascia
Nervo etmoidale posteriore temporale circa 2 cm sopra l’arco zigomatico per innervare la cute della
Il nervo etmoidale posteriore abbandona l’orbita tramite il forame tempia. Il nervo comunica con i nervi faciale e auricolotemporale. Nel
etmoidale posteriore e innerva i seni etmoidale e sfenoidale. punto in cui perfora lo strato profondo della fascia temporale, il nervo
invia un’esile ramificazione, interposta fra i due strati della fascia,
Nervo infratrocleare diretta all’angolo laterale dell’occhio. Si riteneva che tale ramo traspor-
Il nervo infratrocleare lascia l’orbita al di sotto della troclea e innerva tasse fibre parasimpatiche postgangliari provenienti dal ganglio pteri-
la cute di palpebre, congiuntiva, sacco lacrimale, caruncola lacrimale e gopalatino e dirette alla ghiandola lacrimale, ma attualmente si ipotizza
4 la porzione laterale del naso al di sopra del canto mediale. che le fibre innervino la ghiandola lacrimale direttamente.
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
Nervo zigomaticofaciale gengiva, mucosa e ghiandole del palato duro, e comunica, inoltre, con
Il nervo zigomaticofaciale attraversa l’angolo inferolaterale dell’orbita i rami terminali del nervo nasopalatino. All’interno del canale pala-
ed emerge sul volto attraverso un forame dell’osso zigomatico. Il nervo tino maggiore dà origine a rami nasali posteriori inferiori, che emer-
perfora il muscolo orbicolare dell’occhio per innervare la cute sulla gono dalla lamina perpendicolare dell’osso palatino e si ramificano
sporgenza zigomatica e forma un plesso con i rami zigomatici del nervo sul turbinato (conca) nasale inferiore e sulle pareti dei meati inferiore
faciale e i rami palpebrali del nervo mascellare. Occasionalmente e medio. All’uscita del canale palatino maggiore fornisce rami che si
questo nervo può mancare. distribuiscono a entrambe le superfici della porzione adiacente del
palato molle.
Nervo infraorbitale I nervi palatini inferiori (medio e posteriore) sono molto più piccoli
Il nervo infraorbitale può essere considerato come il ramo terminale del corrispondente maggiore. Si portano inferiormente attraverso il
del nervo mascellare; abbandona la fossa pterigopalatina per penetrare canale palatino maggiore dal quale, in basso, divergono per emergere
nell’orbita a livello della fessura orbitale inferiore, collocandosi inizial- dal forame palatino minore nel tubercolo o nel processo piramidale
mente nel solco infraorbitale posto sul pavimento dell’orbita. Avvici- dell’osso palatino. Essi innervano ugola, tonsille e palato molle.
nandosi al bordo dell’orbita, il nervo passa nel canale infraorbitale per Le fibre che trasportano gli impulsi del gusto dal palato probabil-
poi emergere sul volto a livello del forame infraorbitale, dove è situato mente passano attraverso i nervi palatini fino al ganglio pterigopala-
fra i muscoli elevatore del labbro superiore ed elevatore dell’angolo tino. Esse attraversano il ganglio senza formare sinapsi e lo abbandonano
della bocca. Il nervo dà origine ai rami palpebrali, nasali e labiali supe- tramite il nervo grande petroso. I loro corpi cellulari si trovano nel
riori. I rami palpebrali si portano superiormente, stando in profondità ganglio faciale e i loro processi centripeti attraversano la radice sensitive
rispetto al muscolo orbicolare dell’occhio, e attraversano tale muscolo del nervo faciale (nervo intermedio) fino ai nuclei gustativi situati nel
per innervate la cute della palpebra inferiore e unirsi ai nervi faciale e nucleo del tratto solitario.
zigomaticofaciale in prossimità del canto laterale. I rami nasali inner-
vano la cute laterale del naso, il vestibolo e le porzioni mobili del setto Nervo faringeo
nasale ed unirsi al ramo nasale esterno del nervo etmoidale anteriore. Il ramo faringeo del nervo mascellare abbandona il ganglio pterigopa-
I rami labiali superiori, numerosi e di grandi dimensioni, si portano latino posteriormente, attraversa il canale palatovaginale assieme al
inferiormente, stando dietro al muscolo elevatore del labbro superiore, ramo faringeo dell’arteria mascellare e innerva la mucosa del nasofa-
per innervate la cute della porzione anteriore della guancia e il labbro ringe dietro alla tuba faringotimpanica.
superiore. A essi si uniscono rami provenienti dal nervo faciale con cui
formano il plesso infraorbitale. Nervi alveolari superiori
I denti dell’arcata superiore sono innervati dai tre nervi alveolari
Rami orbitali (dentali) superiori che si distaccano dal nervo mascellare nella fossa
Piccoli rami orbitali penetrano nell’orbita attraverso la fessura orbitale pterigopalatina oppure nel solco e nel canale infraorbitale.
inferiore per innervare il periostio dell’orbita. Alcune fibre attraversano, Il nervo alveolare (dentale) superiore posteriore si separa dal nervo
inoltre, il forame etmoidale posteriore per innervare i seni sfenoidale mascellare nella fossa pterigopalatina e decorre anteroinferiormente per
ed etmoidale. I rami orbitali probabilmente si uniscono ai rami del perforare la superficie infratemporale della mascella, punto nel quale è
nervo carotideo interno per formare un plesso “retro-orbitale” dal quale possibile eseguire un blocco anestetico locale in grado di anestetizzare
ricevono un’innervazione di tipo autonomico alcune strutture dell’or- la polpa dei denti molari e premolari ipsilaterali; successivamente si
bita, come la ghiandola lacrimale e il muscolo orbitale. porta sotto la mucosa del seno mascellare. Dopo aver innervato il rive-
stimento del seno, il nervo si divide in piccoli rami che collegano la
Nervi nasali posteriori superiori (laterale e mediale) porzione molare del plesso alveolare superiore, fornendo delle piccole
I nervi alveolari posteriori superiori entrano nel retro della cavità nasale ramificazioni ai denti molari, nonché un ramo alla gengiva molare
attraverso il forame sfenopalatino. I nervi nasali posteriori superiori superiore e alla porzione adiacente della guancia.
laterali innervano la mucosa che riveste la porzione posteriore dei tur- Il nervo alveolare (dentale) superiore medio nasce dal nervo infra-
binati nasali (conche) superiore e centrale oltre ai seni etmoidali poste- orbitale lungo il decorso nel solco infraorbitale e prosegue verso la
riori. Due o tre nervi nasali posteriori superiori mediali attraversano il parete laterale del seno mascellare, per terminare con piccole ramifica-
tetto del naso sotto l’apertura del seno sfenoidale per innervare la zioni che si collegano al plesso dentale superiore, fornendo esili termi-
mucosa della porzione posteriore del tetto e del setto nasale. nazioni ai denti premolari superiori. Questo nervo è variabile, e può
essere duplice, triplice o assente.
Nervo nasopalatino Il nervo alveolare (dentale) superiore anteriore abbandona la parte
Il nervo nasopalatino abbandona la fossa pterigopalatina attraverso il laterale del nervo infraorbitale vicino al punto centrale del canale e
forame sfenopalatino per entrare in cavità nasale. Esso attraversa la cavità attraversa il canale sinuoso nella parete anteriore del seno mascellare.
fino al retro del setto nasale, si porta inferiormente e anteriormente sul Si piega inizialmente sotto al forame infraorbitale, dopodiché si porta
setto accolto in un solco del vomere per poi portarsi inferiormente nella medialmente verso il naso per poi portarsi verso il basso e dividersi in
fossa incisiva, nella porzione anteriore del palato duro e raggiungere il rami che innervano i denti incisivi e canini. Questo nervo contribui-
tetto del cavo orale. Qualora in tale fossa siano presenti sia un forame sce alla formazione del plesso dentale superiore e fornisce un ramo
incisivo anteriore sia uno posteriore, il nervo nasopalatino sinistro soli- nasale che passa attraverso un minuscolo canale nella parete laterale
tamente passa attraverso quello anteriore mentre il nervo destro passa del meato inferiore per innervare la mucosa dell’area anteriore della
attraverso il posteriore. Il nervo nasopalatino innerva la porzione infe- parte laterale stessa, fino all’apertura del seno mascellare, e il pavimento
riore del setto nasale e quella anteriore del palato duro, dove comunica della cavità nasale vicino alla spina nasale anteriore. Il nervo comunica
con il nervo palatino maggiore. con i rami nasali del ganglio pterigopalatino per poi, infine, emergere
La divisione chirurgica del nervo nasopalatino, per esempio durante vicino alla radice della spina nasale anteriore e innervare la porzione
la rimozione di un dente canino ectopico, non causa alcun deficit sen- adiacente del setto nasale.
sitive ovvio nella porzione anteriore del palato, suggerendo che il ter-
ritorio del nervo palatino maggiore possa arrivare fino alla gengiva Nervo mandibolare
linguale dell’incisivo, oppure che il nervo nasopalatino abbia un note-
vole potenziale rigenerativo. La divisione mandibolare del nervo trigemino è la più grande delle
ramificazioni di questo nervo e possiede una componente mista. I suoi
Nervi palatini (maggiore e minore) rami sensitivi innervano i denti e la gengiva mandibolare, la cute della
I nervi palatini maggiore e minore si dipartono dal ganglio pterigo- regione temporale, parte del padiglione auricolare e del labbro infe-
palatino per portarsi inferiormente attraverso il canale palatino mag- riore, la porzione inferiore del volto e la mucosa dei due terzi anteriori
giore. Il nervo palatino maggiore si porta inferiormente dal canale (porzione presulcale) della lingua e il pavimento della cavità orale. I
palatino maggiore, emerge dal palato duro tramite il forame palatino rami motori innervano i muscoli della masticazione, il tensore del velo
maggiore e decorre in avanti accolto in un solco sulla superficie infe- palatino, il tensore del timpano, il ventre anteriore del muscolo diga-
riore del palato osseo fin quasi a raggiungere i denti incisivi. Innerva strico e il muscolo miloioideo. La grossa radice sensitive emerge dalla 5
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

porzione laterale del ganglio del trigemino e abbandona la cavità Tronco posteriore del nervo mandibolare
cranica attraverso il forame ovale. La piccola radice motoria passa sotto Il tronco posteriore del nervo mandibolare è più grande di quello ante-
al ganglio e attraversa il forame ovale per unirsi alla radice sensitiva riore ed è principalmente sensitive, sebbene riceva fibre dalla radice
appena all’esterno del cranio. Portandosi inferiormente attraverso il motoria destinate al nervo diretto al muscolo miloioideo. Si divide nei
forame ovale, il nervo mandibolare si trova a circa 4 cm dalla superficie nervi auricolotemporale, linguale e alveolare (dentale) inferiore.
e di poco anteriormente al collo della mandibola. Subito dopo passa
fra il tensore del velo palatino, situato medialmente, e il muscolo pte- Nervo auricolotemporale
rigoideo laterale, situato lateralmente, dando origine a un ramo menin- Il nervo auricolotemporale presenta generalmente due radici che cir-
geo e a un nervo diretto al muscolo pterigoideo mediale nella sua condano l’arteria meningea media. Torna indietro, passando inferior-
porzione mediale, per poi dividersi in un piccolo tronco anteriore e un mente al muscolo pterigoideo laterale, sulla superficie del tensore del
tronco posteriore più grande. Il tronco anteriore fornisce rami ai quattro velo palatino, passa fra il legamento sfenomandibolare e il collo della
muscoli principali della masticazione e un ramo buccale sensitive per mandibola, e quindi decorre lateralmente dietro l’articolazione tempo-
la guancia. Il tronco posteriore fornisce tre rami sensitivi principali, i romandibolare, in corrispondenza della porzione superiore della ghian-
nervi auricolotemporale, linguale e alveolare inferiore, oltre a fibre dola parotide. Emerso posteriormente all’articolazione, il nervo risale
motrici che innervano il muscolo miloioideo e il ventre anteriore del la radice posteriore dello zigomo, dietro ai vasi superficiali temporali,
muscolo digastrico. e si divide nei rami temporali. Il nervo comunica con il nervo faciale e
con il ganglio otico. I rami diretti al nervo faciale, solitamente due,
Ramo meningeo (nervo spinoso) passano anterolateralmente dietro al collo della mandibola per unirsi
Il ramo meningeo entra nuovamente nella fossa cranica media attra- al nervo faciale sul margine posteriore del massetere. Piccole ramifica-
verso il forame spinoso assieme all’arteria meningea media, dopodiché zioni provenienti dal ganglio otico si uniscono alle radici del nervo
si divide nei rami anteriore e posteriore che accompagnano le divisioni auricolotemporale vicino alla loro origine. Il nervo auricolotemporale
principali dell’arteria meningea media e innerva la dura madre della emerge sul volto dietro l’articolazione temporomandibolare, all’interno
fossa cranica media nonché, in misura minore, della fossa anteriore e della superficie superiore della ghiandola parotide, si porta superior-
della calotta cranica. mente passando dietro ai vasi temporali superficiali, passa sopra la
radice posteriore dello zigomo e si divide in rami temporali superficiali.
Nervo diretto allo pterigoideo mediale I rami cutanei del nervo auricolotemporale innervano il trago e parte
Il nervo diretto al muscolo pterigoideo mediale è un ramo che penetra del padiglione auricolare adiacente, oltre alla porzione posteriore della
nell’aspetto profondo del muscolo e che fornisce uno o due piccoli tempia. Questo nervo può essere danneggiato durante interventi chi-
ramificazioni che attraversano il ganglio otico senza interruzioni per rurgici sulla ghiandola parotide compromettendo la sensibilità del
innervare i muscoli tensore del timpano e tensore del velo palatino. trago e della tempia. Il nervo auricolotemporale comunica con la divi-
sione temporofaciale del nervo faciale, solitamente attraverso due rami
Tronco anteriore del nervo mandibolare che passano anterolateralmente dietro al collo della mandibola. Queste
Il tronco anteriore del nervo mandibolare dà origine al nervo buccale, comunicazioni ancorano il nervo faciale vicino alla superficie laterale
del processo condiloideo della mandibola e ne limitano la mobilità
di tipo sensitive, e ai nervi masseterino, temporale profondo e pterigoi-
durante gli interventi chirurgici. Comunicazioni fra i rami temporale e
deo laterale, tutti di tipo motorio.
zigomatico del nervo faciale si avvolgono attorno ai vasi faciali trasversi
e temporali superficiali.
Nervo buccale
Il nervo buccale passa tra i due capi del muscolo pterigoideo laterale,
Nervo linguale
dando origine durante il suo percorso a fibre motorie per lo stesso
Il nervo linguale fornisce la sensibilità alla mucosa del pavimento della
muscolo. Il nervo quindi si porta inferiormente e profondamente
cavità orale, alla gengiva linguale mandibolare e alla mucosa della
rispetto al tendine del muscolo temporale, decorre anterolateralmente
porzione presulcare della lingua (con esclusione delle papille circum-
al massetere e si anastomizza con i rami buccali del nervo faciale. Da
vallate che sono innervate dal nervo glossofaringeo). Esso trasporta,
esso può staccarsi il nervo temporale profondo anteriore. Il nervo inoltre, fibre parasimpatiche postgangliari provenienti dal ganglio sot-
buccale fornisce la sensibilità alla cute sulla porzione anteriore del tomandibolare e dirette alle ghiandole sublinguali e linguali anteriori.
buccinatore, alla mucosa buccale corrispondente e alla porzione poste- Questo nervo nasce dal tronco posteriore del nervo mandibolare e
riore della gengiva buccale opposta al secondo e terzo dente molare. inizialmente decorre sotto il muscolo pterigoideo laterale e superficial-
Può, inoltre, fornire un ramo che attraversa un piccolo forame retromo- mente al muscolo tensore del velo palatino, dove si unisce al ramo
lare per innervare i molari. della corda del timpano del nervo faciale e, spesso, a un ramo del nervo
alveolare inferiore. Uscendo al di sotto del muscolo pterigoideo late-
Nervo diretto al massetere rale, il nervo linguale prosegue verso il basso sulla superficie del
Il nervo diretto al massetere passa lateralmente sopra il muscolo pteri- muscolo pterigoideo mediale portandosi così sempre più vicino alla
goideo laterale sulla base del cranio, davanti all’articolazione temporo- superficie mediale del ramo mandibolare. Esso diviene intimamente
mandibolare e dietro al tendine del muscolo temporale. Incrocia la correlato all’osso pochi millimetri sotto e dietro la giunzione fra il
porzione posteriore dell’incisura mandibolare assieme all’arteria mas- ramo verticale e il corpo orizzontale della mandibola. In questo punto
seterica e si ramifica penetrando la superficie profonda del muscolo. il nervo giace anteriormente e appena più in profondità del nervo
Fornisce rami articolari all’articolazione temporomandibolare. alveolare (dentale) inferiore. Passa quindi al di sotto dell’inserzione
mandibolare del muscolo costrittore superiore della faringe e del rafe
Nervi temporali profondi pterigomandibolare, giustapposto al periostio della superficie mediale
Generalmente i nervi temporali profondi sono due, anteriore e poste- della mandibola, fino a che viene a trovarsi opposto alla radice poste-
riore, sebbene possa essere presente un ramo medio. I nervi passano riore del terzo dente molare inferiore, dove è ricoperto soltanto da
sopra al muscolo pterigoideo laterale per penetrare nella superficie periostio gengivale. In questo punto si trova solitamente a circa 3 mm
profonda del muscolo temporale. Il ramo anteriore può nascere come sotto la cresta alveolare con una distanza media dall’osso di 2 mm:
ramo del nervo buccale oppure dal nervo diretto al massetere; il piccolo può essere in contatto diretto con l’osso (25%) oppure trovarsi sopra
nervo posteriore talvolta emerge assieme al nervo diretto al massetere. la cresta alveolare (15%). Il nervo passa quindi medialmente all’ori-
I rami provenienti dal nervo buccale e dal nervo diretto al massetere gine mandibolare del muscolo miloioideo, allontanandosi progressi-
possono innervare l’aspetto inferiore del muscolo temporale indipen- vamente dalla mandibola che la separa dall’osso alveolare ricoprendo
dentemente dai nervi temporali profondi. la radice mesiale del terzo dente molare inferiore. Successivamente si
sposta verso il basso e in avanti sulla superficie profonda del muscolo
Nervo diretto allo pterigoideo laterale miloioideo (ovvero la superficie più vicina alla mucosa che riveste il
Il nervo diretto al muscolo pterigoideo laterale penetra nella superficie pavimento della bocca), incrociando il solco linguale sotto la mucosa.
profonda del muscolo. Può nascere separatamente dalla divisione ante- In questa posizione, il nervo linguale giace sulla porzione profonda
6 riore del nervo mandibolare o dal nervo buccale. della ghiandola sottomandibolare, la quale sporge sulla sommità del
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
margine posteriore del muscolo miloioideo. Il nervo passa al di sotto Estrazioni dentarie
del dotto sottomandibolare, che lo incrocia in senso mediolaterale, e Le varianti dell’organizzazione fascicolare del nervo alveolare inferiore
curva verso l’alto, in avanti e medialmente, per penetrare nella lingua sono clinicamente importanti durante l’estrazione del terzo molare
tramite i rami mediali e laterali. All’interno della lingua, la branca ritenuto. Il nervo può apparire come un singolo fascio a pochi milli-
mediale invia piccole ramificazioni alla porzione mediale della lingua metri sotto la radice del dente, oppure trovarsi molto più in basso e
ventrolaterale, mentre quella laterale decorre lungo il margine laterale raggiungere quasi il margine inferiore dell’osso, dove fornisce un
della lingua dà origine a rami di maggiori dimensioni che innervano numero variabile di grossi rami che si portano anterosuperiormente
la mucosa della punta anteriore della lingua. Il nervo linguale è con- verso la radice prima di dividersi e innervare i denti e i setti interdentali.
nesso al ganglio sottomandibolare tramite due o tre rami. Forma anse Solo raramente forma un vero e proprio plesso. Il nervo può trovarsi
di collegamento con piccole ramificazioni del nervo ipoglosso, a livello sul lato linguale o buccale della mandibola (con una frequenza legger-
del margine anteriore dell’ipoglosso (Fitzgerald e Law 1958), e all’in- mente maggiore sul lato buccale). Anche quando il terzo dente molare
terno della lingua (Zur et al. 2004). è in posizione normale, il nervo può essere talmente interconnesso a
Il nervo linguale è a rischio durante la rimozione chirurgica del terzo esso da formare una scanalatura nella radice. Eccezionalmente, il nervo
molare inferiore (in caso di mancata eruzione): i pazienti occasional- può avere una relazione simile con il secondo molare.
mente vanno incontro a disturbi sensitivi della lingua dopo l’intervento Un’anestesia insufficiente per i denti mandibolari dopo un blocco
che però raramente sono persistenti (Renton 2011). Il nervo è anche a del nervo alveolare inferiore (che dovrebbe anestetizzare il nervo prima
rischio durante gli interventi di rimozione della ghiandola salivare sotto- dell’ingresso nel canale mandibolare) indica che l’innervazione sensitive
mandibolare dato che il dotto della stessa ghiandola deve essere separato dei denti avviene per altre vie, la cui conoscenza è importante per con-
dal nervo linguale, e anche per la sua connessione al ganglio sottoman- sentire al medico di ottenere un’anestesia dentale completa. Variazioni
dibolare che può determinare una trazione del campo operatorio. anatomiche esistono nella distribuzione del nervo alveolare inferiore,
del ramo buccale del nervo mandibolare, del nervo miloioideo, del
Nervo alveolare (dentale) inferiore nervo linguale, dei nervi temporali profondi e del plesso cervicale. Prima
Il nervo alveolare inferiore si porta inferiormente dietro al muscolo del suo ingresso nel canale mandibolare, il nervo alveolare inferiore può
pterigoideo laterale. A livello del margine inferiore del muscolo il nervo emettere diversi rami in grado di tornare alla mandibola tramite piccoli
passa fra il legamento sfenomandibolare e il ramo della mandibola per forami accessori nella regione retromandibolare per fornire la sensibilità
entrare nel canale mandibolare attraverso il forame omonimo. Subito ai molari, e che possono sfuggire all’anestesia eseguita con il blocco del
prima di entrare nel canale mandibolare, il nervo alveolare inferiore nervo alveolare inferiore. Se, nonostante un blocco del nervo alveolare
emette un piccolo ramo miloioideo che trasporta fibre anche per l’in- inferiore ben eseguito, i denti del quadrante mandibolare non sono
nervazione del ventre anteriore del muscolo digastrico. Sotto al muscolo completamente anestetizzati, possono essere necessarie ulteriori inie-
pterigoideo laterale, il nervo è accompagnato dall’arteria alveolare infe- zioni di anestetico locale attorno al dente interessato in modo da bloc-
riore, un ramo proveniente dalla prima porzione dell’arteria mascellare, care le vie alternative. È inoltre possibile che i nervi incisivi e miloioidei
che entra nel canale con le vene associate. Nel canale mandibolare, il abbiano aree di innervazione sovrapposte a livello della linea mediana.
nervo alveolare inferiore prosegue verso il basso e anteriormente, gene- Nei bambini l’evidenza suggerisce che la posizione della lingula varia e
ralmente al di sotto dell’apice dei denti fino a che si trova sotto al primo aumenta con l’età rispetto al piano occlusale, rendendola inadeguata
e secondo premolare, dove si divide nei rami terminali incisivo e men- come punto di repere per il blocco del nervo alveolare inferiore.
toniero. Il ramo incisivo prosegue in un canale osseo o formando un
plesso, e fornisce rami diretti al primo premolare, ai canini e agli inci- Connessioni neurali fra i rami del trigemino e altri nervi
sivi, oltre che alla gengiva labiale associata a questi denti. Gli incisivi Esistono connessioni fra il nervo alveolare inferiore e il nervo linguale.
centrali inferiori ricevono un’innervazione bilaterale, da fibre che pro- Se il nervo linguale non viene anestetizzato con il blocco del nervo
babilmente si incrociano sulla linea mediana all’interno del periostio alveolare inferiore, queste connessioni possono essere responsabili di
per entrare nuovamente nell’osso attraverso i numerosi canali situati una sensibilità residua dei denti. Sebbene i nervi temporali profondi
nella lamina corticale labiale. Il nervo mentoniero si porta verso l’alto, siano essenzialmente nervi motori, è stato suggerito che rami terminali
all’indietro e verso l’esterno per emergere dalla mandibola attraverso il possono attraversare la massa muscolare del temporale ed entrare nella
forame mentoniero che si trova fra gli apici dei denti premolari appena mandibola attraverso forami nella regione retromolare, per fornire un
al di sotto degli stessi. Si divide immediatamente in tre rami, due dei certo grado di sensibilità ai denti molari. Nel plesso cervicale, il grande
quali proseguono verso l’alto e anteriormente per formare un plesso nervo auricolare, composto dai rami primari anteriori del secondo e del
incisivo labiale per i denti, che innerva la gengiva labiale (e probabil- terzo nervo spinale cervicale, innerva la cute sopra l’angolo della man-
mente il periostio). Da questo plesso e dai rami dentali, le fibre deviano dibola: è possibile che questo nervo possa fornire un ramo che penetra
verso il basso e quindi verso la lingua per emergere sulla superficie la mandibola per innervare uno o più denti della guancia.
linguale della mandibola, sull’aspetto posteriore della sinfisi mento-
niera o davanti ai denti premolari, comunicando probabilmente con i
nervi linguale o miloioideo. Il terzo ramo del nervo mentoniero passa NERVO ABDUCENTE
attraverso le fibre interconnesse del muscolo depressore dell’angolo
della bocca e del platisma per innervare la cute del labbro inferiore e Il nervo abducente è il sesto nervo craniale e innerva il muscolo retto
del mento. Rami del nervo mentoniero sono in comunicazione con laterale ipsilaterale.
filamenti terminali del ramo mandibolare del nervo faciale.
Nucleo abducente e connessioni centrali
Nervo diretto al miloioideo
Il nervo diretto al muscolo miloioideo è una diramazione del nervo Il nucleo del nervo abducente si trova sul pavimento del quarto ventri-
alveolare inferiore che si distacca subito prima dell’ingresso del nervo colo, di poco laterale rispetto alla linea mediana, immediatamente sotto
nel canale mandibolare. Attraversa il legamento sfenomandibolare ed al collicolo nervo faciale e appena laterale rispetto al fascicolo longitu-
è accolto in un solco poco profondo sulla superficie mediale della dinale mediale (si veda Fig. 28.4). Il nucleo del nervo abducente è
mandibola, seguendo un decorso pressoché parallelo al nervo da cui composto da circa 6.500 neuroni che si allineano con i nuclei dei nervi
origina. Passa sotto all’origine del muscolo miloioideo per poi portarsi trocleare, oculomotore e ipoglosso per formare la colonna efferente
sulla faccia superficiale del muscolo, superficie fra quest’ultimo e il somatica generale (GSE, General Somatic Efferent). All’interno del
ventre anteriore del muscolo digastrico, innervando entrambi i muscoli. nucleo, grandi neuroni motori si mescolano a piccoli interneuroni mul-
Sebbene sia principalmente un nervo motore destinato ai muscoli milo- tipolari, questi ultimi in concentrazione più abbondante negli aspetti
ioideo e al ventre anteriore del digastrico, il nervo miloioideo trasporta laterale e ventrale del nucleo. Il nucleo del nervo abducente riceve con-
alcune fibre sensitivi che possono penetrare nella mandibola, attraverso nessioni afferenti da molteplici fonti, fra cui fibre corticonucleari (prin-
uno o più piccoli forami retromentonieri nei pressi delle spine mento- cipalmente controlaterali, alcune fibre sono fibre corticospinali aberranti
niere, per fornire un certo grado di sensibilità ai denti anteriori, e può, che scendono dal mesencefalo fino a questo livello nel lemnisco
inoltre, fornire alcune sottili ramificazioni destinate alla cute che riveste mediale); il fascicolo longitudinale mediale (che collega il nucleo dei
l’apice del mento. nervi abducente ai nuclei oculomotore, trocleare e vestibolare); il tratto 7
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

tettobulbare (dagli strati profondi del collicolo superiore); la formazione Decorso intra- ed extracranico
reticolare pontina paramediana (rostrale e caudale rispetto al nucleo); il
nucleo preposito dell’ipoglosso; e la formazione reticolare midollare Gli assoni dei neuroni motori nel nucleo dell’abducente si propagano
controlaterale. in maniera diffusa dall’aspetto ventromediale del nucleo. Da quindici
a venti fascicoli si portano ventralmente, lateralmente e caudalmente,
Controllo neurale dello sguardo direttamente attraversando formazione reticolare, corpo trapezoide,
Benché i substrati anatomici per i diversi tipi di movimento oculare lemnisco mediale, fibre pontinocerebellari, nuclei pontini e tratti cor-
possano differire nei dettagli, condividono circuiti neurali, situati prin- ticospinali discendenti, fino a emergere dal tronco encefalico a livello
cipalmente nel ponte e nel mesencefalo, per il controllo rispettivamente del solco pontinomidollare, 1-2 cm circa lateralmente rispetto alla linea
dei movimenti dello sguardo orizzontale e verticale (si veda Fig. 44.12). mediana. Durante il loro decorso, le radicole tipicamente si uniscono
L’elemento comune a tutti i tipi di movimenti per lo sguardo orizzontale e fuoriescono dal tronco encefalico come un fascio compatto di fibre.
è il nucleo dell’abducente. Contiene neuroni motori che innervano il Occasionalmente tutte le radicole o alcune di esse possono emergere
muscolo retto laterale ipsilaterale e interneuroni che si proiettano attra- rostralmente al solco pontinomidollare. Il nervo risale, anteriormente
verso il fascicolo longitudinale mediale fino al nucleo del nervo oculo- e un poco lateralmente, lungo la cisterna prepontina tra ponte e clivus,
motore controlaterale che muscolo controlla il retto mediale. Una attraversa lo strato interno della dura madre e decorre nel comparti-
lesione del nucleo dell’abducente porta alla perdita completa dello mento venoso inferiore della confluenza venosa petroclivale in un
sguardo orizzontale ipsilaterale coniugato. Una lesione del fascicolo canale arcuato, il canale di Dorello. Successivamente modifica brusca-
longitudinale mediale produce un rallentamento o l’assenza di addu- mente il suo decorso, formando un ginocchio intorno al margine supe-
zione dell’occhio ipsilaterale, generalmente associata a movimenti di riore della porzione petrosa dell’osso temporale per entrare nel seno
scatto (nistagmo) dell’occhio controlaterale quando si porta in abdu- cavernoso, dove giace lateralmente al segmento cavernoso dell’arteria
zione, sindrome denominata oftalmoplegia internucleare (Leigh e Zee carotide interna, ma medialmente ai nervi oculomotore, trocleare, oftal-
2015). Il controllo motorio dello sguardo coinvolge aree specializzate mico e mascellare, anch’essi presenti nel seno (del quale però si inva-
della formazione reticolare del tronco encefalo che ricevono una gamma ginano appena nella parete durale laterale). Il nervo abducente entra
di impulsi sopranucleari. La regione principale per la genesi di saccadi nell’orbita dalla porzione inferomediale della fessura orbitale superiore
orizzontali è la formazione reticolare pontina paramediana situata da all’interno dell’anello tendineo comune, inizialmente sotto e successi-
ciascun lato della linea mediana nella porzione centrale paramediana vamente fra le due divisioni del nervo oculomotore e lateralmente al
del tegmento, e che si estende dalla giunzione pontinomidollare fino a nervo nasociliare (si veda Fig. 44.15). Prosegue quindi anteriormente
quella pontinopeduncolare. Ciascuna formazione reticolare pontina per attraversare la superficie mediale (oculare) del muscolo retto late-
paramediana contiene neuroni eccitatori che scaricano ad alta frequenza rale, più frequentemente a livello del terzo posteriore del muscolo (Joo
appena prima e durante le saccadi ipsilaterali (N.d.C.) (neuroni definiti et al. 2012).
“burst” dall’inglese “scarica”, N.d.C.) che scaricano ad alta frequenza
appena prima e durante le saccadi ipsilaterali. Tali neuroni eccitatori
instaurano connessioni monosinaptiche con il nucleo dell’abducente NERVO FACIALE
ipsilaterale. I neuroni “omnipause” nel nucleo interposito del rafe a
livello del ponte, situati sulla linea mediana fra le radicole dei nervi Il nervo faciale è il settimo nervo cranico. Contiene assoni viscerali
abducenti, invece, scaricano in modo tonico durante la fase di fissazione speciali/ branchiali efferenti (SVE) che innervano i muscoli derivati dal
dello sguardo, ma cessano le scariche immediatamente prima di una secondo arco branchiale, ovvero i muscoli mimici della faccia, il bucci-
saccade. Sembra che questi neuroni esercitino un’influenza inibitoria natore, lo stapedio, il platisma, il ventre posteriore del muscolo diga-
sui suddetti neuroni eccitatori e agiscano come un interruttore per strico e lo stiloioideo. I muscoli craniofaciali innervati dal nervo faciale
passare dalla fissazione alla saccade (Ramat et al. 2007). sono tipicamente sprovvisti di fusi muscolari: l’informazione proprio-
Si ipotizza che l’attività tonica dei neuroni del nucleo preposito dell’i- cettiva può essere mediata da meccanocettori cutanei modificati o da
poglosso e del nucleo vestibolare mediale fornisca informazioni circa la strutture capsulari simili a corpuscoli site all’interno dei muscoli. Il
posizione oculare per mantenere la posizione eccentrica dell’occhio in nervo faciale contiene due tipi, o forse tre, di assoni sensitivi. Assoni
opposizione alle forze viscoelastiche dell’orbita; tali forze tendono a afferenti viscerali speciali (SVA) trasmettono il gusto dai due terzi ante-
riportare il globo oculare nella posizione di sguardo fisso avanti a sé (la riori della lingua attraverso la corda del timpano e assoni afferenti
cosiddetta posizione primaria di sguardo), dopo una saccade. sensitivi generali (GSA) trasmettono sensazioni cutanee, compreso il
I nuclei vestibolari e il complesso peri-ipoglosso si proiettano diret- dolore, dalla superficie posteriore del meato acustico esterno, con la
tamente ai nuclei dei nervi abducenti; queste proiezioni probabilmente precisazione che l’innervazione di questa regione è complessa e il nervo
veicolano anche informazioni per ottenere una mira fluida dello di Arnold vi contribuisce in modo importante: si ritiene che questi
sguardo, tramite il cervelletto. assoni siano responsabili della tosse durante la rimozione di cerume,
L’ultima via comune per i movimenti verticali dello sguardo è dell’otalgia idiopatica, del segno di Hitselberger e che siano la sede di
formata dai nuclei dei nervi oculomotore e trocleare. Il nucleo intersti- eruzioni vescicolari nella sindrome di Ramsay Hunt.
ziale rostrale del fascicolo longitudinale mediale contiene sia neuroni Le fibre efferenti viscerali generali (GVE) del nervo faciale originano
eccitatori che scaricano in rapporto a movimenti di saccadi verticale in dai neuroni pregangliari parasimpatici del nucleo salivare superiore e
alto e in basso e si proiettano verso neuroni motori coinvolti nello si portano attraverso la corda del timpano al ganglio sottomandibolare
sguardo verticale, sia neuroni omnipausa che agiscono similmente a oppure attraverso il nervo grande petroso e il nervo del canale pterigoi-
quelli per lo sguardo orizzontale. Il nucleo interstiziale rostrale del deo al ganglio pterigopalatino. Gli assoni GVE, SVA, GSA formano il
fascicolo longitudinale mediale si proietta attraverso la commessura nervo intermedio di Wrisberg (nervo intermedio).
posteriore al suo equivalente controlaterale nel mesencefalo per lo
sguardo verso l’alto, oltre che direttamente ai nuclei dei nervi oculomo- Nucleo del nervo faciale e connessioni centrali
tore e trocleare ipsilaterali per lo sguardo verso il basso (si veda
Fig. 44.12). I neuroni disposti attorno e nel nucleo interstiziale di Cajal, Il nucleo del nervo faciale (motorio) è situato caudalmente, ventral-
situato appena dietro al nucleo interstiziale rostrale del fascicolo lon- mente e lateralmente al nucleo del nervo abducente. Si trova all’interno
gitudinale mediale, inviano segnali per il mantenimento dello sguardo della porzionale caudale della formazione pontina reticolare, ventro-
verticale. La paralisi dello sguardo verticale può influenzare lo sguardo medialmente al tratto spinale e al nucleo del nervo trigemino (si vedano
verso l’alto, verso il basso o entrambi. Lesioni della commessura poste- Figg. 28.11 e 28.13) (Haines e Mihailoff 2017). Gruppi di neuroni
riore portano prevalentemente a disturbi dello sguardo verso l’alto formano colonne che innervano singoli muscoli o che corrispondono
associati ad altri segni da sindrome del mesencefalo dorsale, per a rami del nervo faciale. Il nucleo faciale riceve fibre corticonucleari per
esempio anomalie pupillari (dissociazione fra riflesso fotomotore e il controllo volontario della muscolatura della faccia. All’interno del
accomodazione). Lesioni parcellari, poste più ventrali nella regione del nucleo, i neuroni che innervano i muscoli del cuoio capelluto e della
nucleo interstiziale rostrale del fascicolo longitudinale mediale, possono parte superiore della faccia sono innervati bilateralmente da fibre cor-
causare disturbi misti dello sguardo verso l’alto e verso il basso, o prin- ticonucleari. Si dispongono dorsalmente rispetto ai neuroni che inner-
8 cipalmente verso il basso (Leigh e Zee 2015). vano la muscolatura della parte inferiore della faccia, che ricevono
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
un’innervazione prevalentemente controlaterale. Dal punto di vista Nervo per il muscolo stapedio
clinico, dunque, è possibile differenziare lesioni del motoneurone supe- Il nervo per il muscolo stapedio origina dal nervo faciale nel canale del
riore e inferiore che colpiscono il nervo faciale, poiché le lesioni del nervo faciale, dietro l’eminenza piramidale della parete posteriore della
motoneurone superiore provocano una paralisi confinata alla parte cavità timpanica, e si porta anteriormente attraverso un piccolo canale,
inferiore controlaterale della faccia (paralisi faciale sopranucleare), per raggiungere il muscolo.
mentre le lesioni del motoneurone inferiore inducono paralisi faciale
completa ipsilaterale (paralisi di Bell). Il nucleo faciale riceve, inoltre, Corda del timpano
afferenti ipsilaterali dal nucleo solitario e dal nucleo sensitivo del nervo La corda del timpano (si vedano Figg. 42.11 e 42.12) lascia il nervo
trigemino, stabilendo importanti collegamenti riflessi. faciale circa 6 mm sopra il forame stilomastoideo e decorre anterosu-
Fibre efferenti che originano dai grandi motoneuroni del nucleo periormente all’interno di un canale, per accedere alla cavità timpanica
faciale formano la radice motoria del nervo faciale. Inizialmente, le fibre attraverso il canalicolo posteriore. Essa curva quindi anteriormente
faciali decorrono dorsomedialmente verso il pavimento del quarto ven- nello spessore della membrana timpanica, tra gli strati mucoso e
tricolo, per poi portarsi dorsalmente e medialmente rispetto al nervo fibroso, e incrocia medialmente la parte superiore del manico del mar-
abducente. In seguito, confluiscono in un fascio di fibre definito che tello fino alla parete anteriore della cavità timpanica, dove entra nel
curva nuovamente dorsalmente e lateralmente sopra il polo rostrale del canalicolo anteriore. Esce dal cranio ed entra nella fossa infratemporale
nucleo del nervo abducente, creando una protuberanza sul pavimento passando attraverso l’estremità mediale della fessura petrotimpanica,
del quarto ventricolo, il cosiddetto collicolo del faciale (si veda posteriormente alla capsula dell’articolazione temporomandibolare.
Fig. 28.11). Le fibre discendono ventrolateralmente attraverso la forma- Discende quindi medialmente alla spina dell’osso sfenoide, nella quale
zione reticolare e passano tra il loro nucleo di origine, medialmente, e talora è alloggiata in un solco, disponendosi posterolateralmente al
il nucleo del tratto spinale del nervo trigemino, lateralmente. Il nervo muscolo tensore del velo palatino. È incrociata medialmente dall’arteria
faciale emerge dal tronco encefalico a livello della fossetta sopraolivare, meningea media, dalle radici del nervo auricolotemporale e del nervo
tra l’oliva e il corpo restiforme, e si porta lateralmente attraverso la alveolare inferiore (si veda Fig. 38.16) e raggiunge la superficie poste-
cisterna dell’angolo pontocerebellare verso il poro acustico del meato riore del nervo linguale, formando un angolo acuto. La corda del
acustico interno (canale uditivo interno). timpano porta fibre gustative provenienti dai due terzi anteriori della
lingua (ma non dalla papilla circumvallata) e fibre parasimpatiche
pregangliari efferenti (secretomotorie) destinate al ganglio sottomandi-
Decorso intracranico e intratemporale bolare nel pavimento del cavo orale.

Il nervo è composto dalle porzioni intracranica (cisternale), intratem- Deiscenza del canale del nervo faciale
porale ed extratemporale. La porzione intratemporale è ulteriormente Il nervo faciale può avere un decorso anatomico alquanto variabile
suddivisa nei segmenti meatale, labirintico, timpanico (orizzontale) e attraverso l’osso temporale (Proctor e Nager 1982, Proctor 1991). Può
mastoideo (verticale) (si veda Fig. 42.12). La porzione cisternale emerge dividersi in due o tre componenti, a partire dal ganglio genicolato, e
dalla parte ventrolaterale del margine caudale del ponte. La porzione proseguire attraverso il promontorio verso il forame stilomastoideo, o
meatale entra nel poro acustico del meato acustico interno affiancata passare alcuni millimetri posteriormente al secondo ginocchio prima
dal nervo intermedio, dal nervo vestibolococleare e dai vasi labirintici. di curvare inferiormente e posteriormente verso la fossa dell’incudine,
In questa parte del suo decorso, il nervo faciale è sprovvisto di una punto in cui è particolarmente vulnerabile durante l’esplorazione chi-
guaina fibrosa, o endonevrio, ed è circondato da un sottile strato di rurgica dell’antro mastoideo. Più prossimale è la divisione, più atipico
aracnoide. La radice motoria, che innerva i muscoli della faccia, e il è il decorso successivo. Biforcazioni più distali decorrono su entrambi
nervo intermedio, che contiene fibre sensitive coinvolte nella perce- i lati della finestra del vestibolo. Può verificarsi una deiscenza, soprat-
zione del gusto e fibre parasimpatiche (secretomotorie) destinate a tutto nel suo secondo tratto, quando sporge occasionalmente oltre la
diverse ghiandole, sono ancora componenti separate; convergono di staffa oppure decorre inferiormente alla sovrastruttura del muscolo
norma all’interno del meato. Il segmento labirintico decorre dal fondo stapedio, posizione che lo rende vulnerabile durante la chirurgia della
del meato acustico interno al ganglio genicolato, dove il nervo descrive staffa (Barnes et al. 2001). Le fibre motorie dirette alla faccia possono
la prima piega o ginocchio (si veda Fig. 42.12). Il segmento labirintico viaggiare all’interno della corda del timpano, che in questo caso è più
è la porzione più breve e di minor diametro del nervo faciale; la man- larga. In questo caso, il nervo faciale distale si riduce a un elemento
canza di una propria rete vascolare anostomotica lo rende suscettibile fibroso all’interno di un ristretto foro stilomastoideo. In caso di malat-
alla compressione vascolare. La parte timpanica circonda la nicchia tia ossea cronica della cavità timpanica, il nervo faciale può essere
della finestra ovale; quindi, si dispone appena anteriormente e inferior- esposto nel suo canale. L’infiammazione può determinare una paralisi
mente al canale semicircolare laterale e si piega nuovamente a livello del faciale di tipo infranucleare o da motoneurone inferiore.
del secondo ginocchio per proseguire come segmento verticale o
mastoideo. Il segmento mastoideo è il più lungo dei segmenti petrosi
e si porta dal processo piramidale al forame stilomastoideo. I segmenti Decorso extratemporale
timpanico e mastoideo del nervo faciale sono irrorati dell’arcata faciale,
formato dal ramo petroso dell’arteria meningea media e dal ramo sti- Il nervo faciale emerge dalla base del cranio in corrispondenza del foro
lomastoideo dell’arteria auricolare posteriore. stilomastoideo ed emette quasi immediatamente i nervi per il ventre
I rami che originano dal nervo faciale all’interno dell’osso temporale posteriore del muscolo digastrico e per il muscolo stiloioideo, e il nervo
possono essere suddivisi in quelli che provengono dal ganglio genico- auricolare posteriore, che innerva il ventre occipitale del muscolo occi-
lato (nervo grande petroso) e in quelli che originano all’interno del pitofrontale e alcuni dei muscoli intrinseci dell’orecchio (si veda
canale faciale (nervo per il muscolo stapedio e per la corda del timpano). Fig. 36.16). Il nervo entra quindi nella ghiandola parotide nella parte
alta della sua superficie posteromediale e si porta anteriormente e infe-
Nervo grande petroso riormente dietro il ramo mandibolare. Nello spessore della ghiandola,
Il nervo grande petroso (superficiale), un ramo del nervo intermedio, si divide nei tronchi superiore (temporofaciale) e inferiore (cervicofa-
è la branca principale che deriva dal ganglio genicolato. Esso si porta ciale), di norma appena posteriormente e superficialmente alla vena
anteriormente, riceve un ramo dal plesso timpanico e attraversa uno retromandibolare. I tronchi si ramificano ulteriormente a formare un
iato sulla superficie anteriore della parte petrosa dell’osso temporale. plesso parotideo (pes anserinus). Dal plesso originano cinque rami ter-
Entra nella fossa cranica media, decorre anteriormente in un solco minali principali, che divergono all’interno della ghiandola e si allon-
osseo, sopra il nervo piccolo petroso, e successivamente passa sotto il tanano dalla sua superficie anteromediale, medialmente al suo margine
ganglio del trigemino per raggiungere il foro lacero. Qui è raggiunto anteriore, per innervare i muscoli mimici (si veda Fig. 36.16). Sei
dal nervo petroso profondo, proveniente dal plesso simpatico carotideo distinte posssibili anastomosi sono state originariamente classificate da
interno, per formare il nervo del canale pterigoideo (nervo vidiano). Il Davis et al. (1956) e sono illustrati nella Figura 36.17. Numerosi studi
nervo grande petroso contiene fibre parasimpatiche destinate al ganglio di microdissezione hanno dimostrato una notevole variabilità nei
pterigopalatino e fibre gustative provenienti dal palato. Il ganglio geni- modelli di ramificazione e anastomosi tra i rami, sia all’interno della
colato comunica, inoltre, con il nervo piccolo petroso. parotide sia a livello della faccia (per esempio, Lineaweaver et al. 1997, 9
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CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

Kwak et al. 2004): la descrizione che segue rappresenta dunque una Lesioni del nervo faciale
panoramica. Da un punto di vista chirurgico, queste anastomosi sono Una paralisi del faciale può essere dovuta a una lesione del motoneu-
importanti e spiegano presumibilmente perché interruzioni intenzio- rone superiore (in cui il muscolo frontale è parzialmente risparmiato a
nali o accidentali di un piccolo ramo spesso non determinano l’attesa causa della rappresentazione corticale bilaterale dei muscoli della parte
debolezza del nervo faciale. superiore della faccia) o a una lesione del motoneurone inferiore (in
Il ramo temporale si divide solitamente nei rami anteriore e poste- cui possono essere coinvolti tutti i rami). La paralisi del faciale da
riore subito dopo aver perforato la fascia parotidomasseterica sotto motoneurone inferiore è più frequentemente idiopatica (paralisi di
l’arco zigomatico; spesso è presente un ramo medio (frontale). Questi Bell). Esistono numerose altre cause riconosciute, che comprendono
rami incrociano l’arco nel tessuto sottocutaneo, disponendosi nello l’herpes zoster del ganglio (N.d.C.) genicolato (sindrome di Ramsay
spazio subgaleale: presentano un decorso estremamente variabile. Hunt) e tumori maligni della ghiandola parotide e dell’osso temporale.
I piccoli rami innervano la muscolatura intrinseca della superficie Un numero significativo di paralisi è inoltre attribuibile a un danno
laterale del padiglione e i muscoli auricolari anteriore e posteriore. Essi iatrogeno, molto spesso acquisito in seguito a chirurgia di schwannoma
comunicano con la branca zigomaticotemporale del nervo mascellare vestibolare, della parotide e dell’orecchio medio o del mastoide.
e con la branca auricolotemporale del nervo mandibolare. I rami posti
più anteriormente innervano il ventre frontale del muscolo occipito- Paralisi di Bell
frontale, il muscolo orbicolare dell’occhio e il muscolo corrugatore e si La paralisi di Bell è una paralisi idiopatica del nervo faciale da moto-
uniscono ai rami sopraorbitale e lacrimale del nervo oftalmico. neurone inferiore. Può essere completa o parziale ed è caratterizzata da
paralisi flaccida dei muscoli mimici faciali ipsilaterali (muscoli dell’e-
Rami zigomatici spressione facciale); ridotta lacrimazione nell’occhio ipsilaterale (con-
I rami zigomatici sono generalmente multipli. Attraversano l’osso zigo- trollato dai neuroni del nervo grande petroso); iperacusia o ridotta
matico fino al canto laterale dell’occhio e innervano il muscolo orbico- tolleranza ai rumori intensi nell’orecchio ipsilaterale come conseguenza
lare dell’occhio; possono, inoltre, fornire fibre a muscoli innervati dal della paralisi del muscolo stapedio. La causa è a oggi oggetto di discus-
ramo buccale. I piccoli rami comunicano con filamenti del nervo lacri- sione, ma è probabilmente legata a un’infezione da herpes virus
male e del ramo zigomaticofaciale del nervo mascellare. (Zandian et al. 2014). Studi di imaging con risonanza magnetica sug-
geriscono alterazioni infiammatorie nei segmenti labirintico e perige-
Nervo buccale nicolato del nervo faciale. Nella grande maggioranza dei casi, dopo
Il ramo buccale del nervo faciale è di norma unico. È in stretta relazione alcune settimane si verifica una guarigione totale e spontanea.
con il dotto parotideo per circa 2,5 cm dopo l’emergenza dalla ghian-
dola parotide e si dispone tipicamente sotto il dotto. I rami superficiali
decorrono sotto il grasso sottocutaneo e il sistema muscoloaponeuro- NERVO VESTIBOLOCOCLEARE
tico superficiale (SMAS). Alcuni rami si portano profondamente al
muscolo procero e si uniscono ai nervi infratrocleare e nasale esterno. Il nervo vestibolococleare è l’ottavo nervo cranico. Come suggerisce il
I rami profondi superiori innervano il muscolo zigomatico maggiore e nome, è formato da due componenti, il nervo vestibolare, coinvolto
il muscolo elevatore del labbro superiore e formano un plesso infraor- nell’equilibrio, e il nervo cocleare, coinvolto nell’udito.
bitale con i rami labiali superiori del nervo infraorbitale. Essi innervano
anche i muscoli elevatore dell’angolo della bocca, zigomatico minore,
elevatore del labbro superiore e dell’ala del naso e i piccoli muscoli Nuclei vestibolari e collegamenti centrali
nasali (questi rami sono talvolta indicati come rami zigomatici infe-
riori). I rami profondi inferiori innervano i muscoli buccinatore e orbi- Il complesso del nucleo vestibolare si trova sotto il pavimento del quarto
colare dell’occhio e comunicano con filamenti del ramo buccale del ventricolo. È stato tradizionalmente suddiviso in quattro raggruppa-
nervo mandibolare. menti cellulari, il nucleo laterale (di Deiter), il nucleo mediale (di
Schwalbe), il nucleo superiore (di Bechterew) e il nucleo inferiore
Nervo mandibolare marginale (spinale, discendente) (si vedano Figg. 28.8 e 28.11) (Haines e Mihailoff
Sono presenti solitamente due nervi mandibolari marginali. Essi decor- 2017). Anche il nucleo preposito dell’ipoglosso, situato medialmente al
rono in avanti verso l’angolo della mandibola, sotto il muscolo plati- nucleo vestibolare, può essere considerato un nucleo vestibolare. I
sma, e si piegano poi verso l’alto incontrando il corpo della mandibola gruppi cellulari X e Y sono stati riconosciuti come nuclei accessori del
per portarsi sotto il muscolo depressore dell’angolo della bocca. I rami complesso vestibolare.
innervano il muscolo risorio e i muscoli del labbro inferiore e del Il nucleo vestibolare mediale è il più grande dei nuclei vestibolari.
mento. Alcune minute ramificazioni comunicano con il nervo mentale. Si dispone lateralmente e superiormente ai nuclei visceromotori dei
Il ramo mandibolare marginale è in un rapporto importante, dal punto nervi glossofaringeo e vago, è incrociato dorsalmente dalle strie midol-
di vista chirurgico, con il margine inferiore della mandibola. lari del quarto ventricolo ed è inferiormente in continuità con il nucleo
intercalato. Il nucleo vestibolare superiore è di dimensioni ridotte; si
Rami cutanei trova sopra i nuclei mediale e laterale. Si estende più in alto nel ponte
I rami cutanei del nervo faciale affiancano il ramo auricolare del nervo rispetto alle altre suddivisioni e occupa la parte superiore dell’area
vago e probabilmente innervano piccole aree su entrambi i lati del vestibolare. Il nucleo vestibolare inferiore è il più piccolo del gruppo.
padiglione auricolare, nella depressione della conca e sopra la sua Si trova tra il nucleo vestibolare mediale e il corpo restiforme, dal livello
eminenza. dell’estremità superiore del nucleo gracile alla giunzione pontomidol-
Il nervo faciale possiede collegamenti intra- ed extracranici con i rami lare, ed è attraversato dalle fibre discendenti del nervo vestibolare, pro-
cutanei delle tre divisioni del nervo trigemino (comprese le ramifica- venienti dal cervelletto e dal tratto vestibolospinale. Il nucleo vestibolare
zioni dei nervi auricolotemporale, buccale, mentale, linguale, infraorbi- laterale si dispone ventrolateralmente alla porzione superiore del
tale, zigomatico e oftalmico); con rami del nervo vestibolococleare, nucleo mediale, appena sopra al nucleo inferiore, e sale fin quasi al
glossofaringeo e vago; infine, con rami del plesso cervicale (compresi i livello del nucleo abducente. La sua estremità rostrale è in continuità
nervi grande auricolare, grande e piccolo occipitale e cervicale trasverso). con l’estremità caudale del nucleo superiore. Si proietta verso il midollo
Questi collegamenti cutanei sono importanti nell’agevolare la diffusione spinale attraverso il tratto vestibolospinale laterale (Voogd 2016). Il
perineurale di tumori che originano dalla parotide o a livello facciale e nucleo vestibolare laterale può essere suddiviso in una componente
spiegano perché alcuni pazienti con diffusione perineurale di neoplasie dorsale e una ventrale. La porzione dorsale contiene neuroni giganti ed
cutanee o parotidee possono manifestare paralisi delle corde vocali. è localizzata nel corpo iuxtarestiforme: non riceve afferenti vestibolari
diretti, ma assoni delle cellule di Purkinje provenienti dal verme ante-
Ramo cervicale riore ed estende le connessioni efferenti fino al cervelletto. La porzione
Il ramo cervicale del nervo faciale emerge dalla porzione inferiore della ventrale contiene cellule di diverse dimensioni ed è situata medial-
ghiandola parotide e decorre anteroinferiormente sotto il muscolo pla- mente al corpo iuxtarestiforme.
tisma verso la parte anteriore del collo. Tipicamente singolo, innerva il Fibre vestibolocerebellari (primarie e secondarie) decorrono attra-
10 muscolo platisma e comunica con il nervo cutaneo trasverso del collo. verso il corpo iuxtarestiforme, dirette principalmente al flocculo e al
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
nodulo. Anche fibre cerebellovestibolari raggiungono i nuclei attraverso I processi centrali dei neuroni del ganglio vestibolare viaggiano
il corpo iuxtarestiforme: originano prevalentemente a livello del floc- attraverso il nervo vestibolare, entrano nel tronco encefalico in corri-
culo e del nodulo (lobo posteriore), mentre alcune fibre derivano dal spondenza dell’angolo pontocerebellare e terminano nel complesso dei
lobo anteriore e dal nucleo del fastigio. Alcune fibre vestibolari entrano nuclei vestibolari (si veda oltre). I neuroni situati in questo complesso
nel cervelletto direttamente dal corpo iuxtarestiforme e terminano nel proiettano ai nuclei motori del tronco encefalico e al tratto superiore
nucleo del fastigio, nel lobo flocculonodulare e nell’uvula. del midollo spinale, al cervelletto e al talamo. Le proiezioni talamiche
I nuclei vestibolari ricevono fibre afferenti da diverse sedi, tra cui la efferenti si portano a un’area vestibolare corticale situata probabilmente
porzione vestibolare del nervo vestibolococleare, il cervelletto, la for- in prossimità del solco intraparietale, nell’area 2 della corteccia soma-
mazione reticolare del tronco encefalico e il midollo spinale. Fibre tosensitiva primaria.
mieliniche del nervo vestibolare raggiungono il midollo allungato tra I processi periferici dei neuroni del ganglio vestibolare sono raggrup-
il corpo restiforme e il tratto spinale del nervo trigemino, per biforcarsi pati in nervi definiti, ognuno con una distribuzione specifica. Il nervo
in rami ascendenti e discendenti. La maggior parte delle fibre vestibolari principale si divide a livello (e all’interno) del ganglio nelle componenti
ascendenti termina nel nucleo vestibolare superiore. Le fibre vestibolari superiore e inferiore, collegate da un istmo. La componente superiore,
discendenti attraversano il corpo iuxtarestiforme ed emettono ampi la più estesa delle due, attraversa i piccoli fori dell’area vestibolare
collaterali traversali per i nuclei vestibolari inferiore e mediale (ma non superiore in corrispondenza del fondo del meato acustico interno (si
per il laterale). Ulteriori fibre afferenti discendono dalla corteccia cere- veda Fig. 43.3) e innerva le creste ampollari dei canali semicircolari
brale per innervare bilateralmente i nuclei vestibolari. laterale e anteriore, rispettivamente attraverso i nervi ampollari laterale
Fibre afferenti che originano dal nucleo interstiziale di Cajal discen- e anteriore. Un ramo secondario del nervo ampollare laterale innerva
dono attraverso il fascicolo longitudinale mediale per effettuare sinapsi la macula dell’utricolo; la maggior parte della macula dell’utricolo,
a livello dei nuclei vestibolari superiore e mediale ipsilaterali e del nucleo tuttavia, è innervata dal nervo utricolare, una branca separata della
preposito dell’ipoglosso. Fibre afferenti dal nucleo di Edinger-Westphal componente superiore. Un altro ramo della componente superiore
proiettano ai nuclei vestibolari mediale e inferiore, che ricevono anche innerva parte del sacculo. La componente inferiore passa attraverso
fibre radicolari dalle radici dei nervi cervicali superiori (C2, C3). Il nucleo piccoli fori dell’area vestibolare inferiore (si veda Fig. 43.3) per inner-
vestibolare laterale e le porzioni inferiori dei nuclei vestibolari mediale e vare il resto del sacculo e la cresta ampollare posteriore, rispettivamente
inferiore ricevono fibre spinovestibolari ipsilaterali che risalgono dai seg- attraverso i rami sacculare e singolare; quest’ultimo attraversa il foro
menti spinali inferiori attraverso il tratto spinocerebellare dorsale. singolare. Occasionalmente, un ramo supplementare o accessorio, di
I nuclei vestibolari proiettano abbondantemente al cervelletto; rice- dimensioni molto ridotte, innerva la cresta posteriore; si tratta proba-
vono, inoltre, fibre dalla corteccia del cervelletto e dai nuclei del fastigio. bilmente di un elemento vestigiale della crista neglecta, un’ulteriore
Le fibre vestibolocerebellari attraversano il corpo iuxtarestiforme e rag- area di epitelio sensitivo riscontrata in altri mammiferi, ma raramente
giungono il cervelletto (Carpenter e Sutin 1983). Alcune fibre del nervo nell’uomo.
vestibolare bypassano i nuclei vestibolari e attraversano il corpo iuxta- Nella componente inferiore del nervo vestibolare sono inoltre pre-
restiforme per terminare direttamente nel nucleo del fastigio, nel lobo senti fibre cocleari afferenti ed efferenti, che si staccano in corrispon-
flocculonodulare e nell’uvula. denza dell’anastomosi di Oort per unirsi al nervo cocleare principale
Le evidenze suggeriscono che l’apparato vestibolare sia rappresen- (si veda la revisione di Warr [1992]). Un’altra anastomosi, l’anastomosi
tato dal punto di vista spaziale in questi nuclei. Efferenti dal nucleo vestibolofaciale, si trova in posizione più centrale, tra i nervi faciale e
vestibolare laterale discendono verso il midollo spinale attraverso il vestibolare; si tratta del punto in cui le fibre che originano dal nervo
tratto vestibolospinale laterale ipsilaterale e si estendono per tutta la intermedio si portano dal nervo vestibolare al tronco principale del
lunghezza del midollo spinale per esercitare un influsso facilitatorio nervo faciale.
sull’attività spinale riflessa e sul tono dei muscoli estensori. Gli efferenti Nel nervo vestibolare sono presenti circa 20.000 fibre, di cui 12.000
dei nuclei vestibolari rappresentano una porzione importante del fasci- decorrono nella componente superiore e 8.000 nella componente infe-
colo longitudinale mediale, attraverso cui le interconnessioni tra i riore. I diametri delle fibre hanno una distribuzione bimodale, con
nuclei vestibolari e oculogiri e la formazione reticolare pontina consen- picchi a 4 μm e 6,5 μm. Le fibre più piccole sono dirette principalmente
tono movimenti oculari coniugati che compensano i movimenti della alle cellule capellute di tipo II e le fibre più grandi tendono a innervare
testa percepiti dal labirinto. Gli archi riflessi stabilizzano la fissazione le cellule capellute di tipo I. Oltre alle fibre afferenti, sono state identi-
visiva nonostante i cambiamenti di posizione della testa. Efferenti vesti- ficate fibre efferenti e fibre del sistema nervoso autonomo. Le fibre
bolari proiettano al talamo (probabilmente attraverso le porzioni efferenti effettuano sinapsi esclusivamente con i terminali afferenti a
posteriori del complesso ventroposteriore e il pulvinar mediale), che a calice intorno alle cellule di tipo I e di norma con gli afferenti a bottone
sua volta proietta alla corteccia vestibolare primaria del lobo parietale delle cellule di tipo II, anche se alcune sono in contatto diretto con i
in corrispondenza della giunzione tra le circonvoluzioni intraparietale corpi cellulari delle cellule di tipo II. Le fibre del sistema nervoso auto-
e postcentrale, in posizione adiacente alla porzione craniale della cir- nomo non entrano in contatto con i neuroni sensitivi vestibolari, ma
convoluzione postcentrale. Può essere presente un’ulteriore rappresen- terminano sotto l’epitelio sensitivo.
tazione del sistema vestibolare nella circonvoluzione temporale
superiore, in prossimità della corteccia uditiva.
Nuclei cocleari e collegamenti centrali
Ganglio vestibolare
Gli afferenti primari della via uditiva sono i processi centrali dei neuroni
I corpi cellulari dei neuroni bipolari che compongono il nervo vestibolare sensitivi di tipo I e II nel ganglio spirale di Corti all’interno della coclea.
si trovano nel ganglio vestibolare (di Scarpa), situato nel tronco del nervo, Essi decorrono nella componente cocleare del nervo vestibolococleare
nell’estremità laterale del meato acustico interno (si veda Fig. 43.10B). ed entrano nel tronco encefalico appena caudalmente alla componente
Essi presentano dimensioni variabili, con circonferenze che oscillano tra vestibolare del nervo vestibolococleare, in corrispondenza dell’angolo
45 e 160 μm (Felix et al. 1987): non è stata riscontrata un’organizzazione pontocerebellare. Gli assoni si biforcano e terminano nei nuclei cocleari
topografica in base alle dimensioni. I corpi cellulari sono degni di nota dorsale (posteriore) e ventrale (anteriore), disposti lungo la superficie
per l’abbondante reticolo endoplasmatico rugoso, che qua e là forma i laterale del corpo restiforme. Il nucleo cocleare dorsale forma un rigon-
corpi di Nissl, e per il notevole apparato di Golgi. Essi sono rivestiti da fiamento, il tubercolo uditivo (eminenza uditiva) sulla superficie poste-
un sottile strato di cellule satelliti e sono spesso appaiati, strettamente riore del corpo restiforme; forma, inoltre, il pavimento del recesso
associati l’uno all’altro, così che i rivestimenti di cellule satelliti adiacenti laterale del quarto ventricolo. Medialmente è in continuità con l’area
sono separati solo da un sottile strato di endonevrio. Questa organizza- vestibolare nel pavimento del quarto ventricolo (si veda Fig. 28.9). Il
zione ha indotto a ipotizzare che le cellule gangliari possano avere una nucleo cocleare ventrale si trova tra le fibre cocleari e vestibolari del
reciproca influenza diretta per propagazione elettrotonica (trasmissione nervo vestibolococleare. I nuclei cocleari dorsale e ventrale sono sepa-
efaptica: si veda Felix et al. 1987). Nel ganglio vestibolare sono state rati soltanto da un sottile strato di soma neuronali e fibre.
identificate due distinte componenti simpatiche, un sistema adrenergico Gli assoni dei neuroni di tipo 1 del ganglio spirale entrano nel nucleo
perivascolare derivato dal ganglio stellato e un sistema indipendente dai cocleare ventrale e si biforcano nella sua porzione centrale, dividendosi
vasi sanguigni derivato dal ganglio cervicale superiore. nei sottonuclei ventrali anteriore e posteriore. Le fibre sono organizzate 11
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

in lamine orientate dorsoventralmente, in cui le fibre che trasmettono tuba faringotimpanica, le fauci, le tonsille, il rinofaringe, l’uvula e il
suoni a bassa frequenza dai neuroni apicali del ganglio spirale termi- terzo posteriore (postsulcale) della lingua; infine, fibre gustative prove-
nano ventralmente e le fibre che trasmettono suoni ad alta frequenza nienti dalle papille circumvallate.
dal giro basale del ganglio spirale terminano dorsalmente. I processi
posteriori dei neuroni gangliari di tipo 1 si portano al polo caudale del Nucleo ambiguo
nucleo ventrale, da cui entrano nel nucleo cocleare dorsale. Gli assoni
amielinici dei neuroni di tipo 2 del ganglio spirale prendono contatto Il nucleo ambiguo è un gruppo complesso di grandi neuroni posto in
con gruppi di piccoli interneuroni sparsi nei nuclei cocleari. profondità nella formazione reticolare midollare (si vedano Figg. 28.3
Gli assoni che emergono dai nuclei cocleari sono raggruppati in tre e 28.9). Esso si estende rostralmente fino all’estremità rostrale del
fasci di fibre, prevalentemente trasversali: le strie acustiche dorsale e nucleo del vago; caudalmente si trova in linea con il nucleo del nervo
intermedia e il corpo trapezoide. Il nucleo cocleare dorsale proietta al accessorio, ma non in continuità con esso. Un piccolo nucleo retrofa-
collicolo inferiore controlaterale attraverso la stria acustica dorsale. La ciale separa l’estremità superiore del nucleo ambiguo dal nucleo faciale.
stria acustica dorsale curva dorsalmente e medialmente, dorsalmente al Il nucleo ambiguo contiene sottogruppi di cellule che mostrano un
corpo restiforme, attraversa la formazione reticolare ventralmente alle certo grado di rappresentazione somatotopica. Gruppi relativamente
strie midollari, attraversa la linea mediana, si porta al complesso olivare discreti di cellule della regione caudale innervano i singoli muscoli
superiore controlaterale e sale nel lemnisco laterale controlaterale. Il laringei; i neuroni dell’area intermedia innervano la faringe; i neuroni
nucleo cocleare ventrale proietta attraverso il corpo trapezoide o la stria dell’area rostrale innervano l’esofago e il palato molle.
acustica intermedia a centri di trasmissione posti nel complesso olivare Il nucleo ambiguo fornisce fibre efferenti viscerali speciali al nervo
superiore, nei nuclei del lemnisco laterale, o nel collicolo inferiore. glossofaringeo e può portare fibre efferenti viscerali generali al nervo
Inizialmente, la stria acustica intermedia affianca la stria acustica dorsale vago. Le fibre che emergono dal nucleo ambiguo si portano dorsome-
nel tratto in cui decorrono medialmente, appena dorsalmente al corpo dialmente per poi curvare lateralmente. Le fibre rostrali si uniscono al
restiforme; in un secondo momento la stria acustica intermedia si separa nervo glossofaringeo; le fibre caudali si uniscono al nervo vago e si
dalla stria acustica dorsale, descrive un angolo acuto ventralmente al distribuiscono ai muscoli costrittori della faringe, ai muscoli laringei
tegmento ipsilaterale, attraversa il nucleo spinale del trigemino, si unisce intrinseci e alla muscolatura striata del palato e dell’esofago superiore.
al corpo trapezoide e attraversa la linea mediana per unirsi al lemnisco Uno specifico gruppo caudale di motoneuroni laringei dà origine al
laterale controlaterale per procedere con questo in senso centripeto. nervo laringeo ricorrente.
Il nervo cocleare porta anche fibre efferenti che escono dal tronco
encefalico per terminare sulle cellule capellute e sui neuroni del ganglio
spirale. Decorso extracranico
Il nervo glossofaringeo emerge dal cranio attraverso la parte anterome-
Decorso intratemporale e intracranico diale del foro giugulare, o foro lacero posteriore, anteriormente ai nervi
vago e accessorio, in una guaina durale separata. All’interno del foro, è
Il nervo vestibolococleare emerge dall’angolo pontocerebellare (si alloggiato in un profondo solco che origina dalla depressione dell’ac-
vedano Figg. 28.4 e 28.5). Percorre la fossa cranica posteriore in stretta quedotto cocleare, separato dai nervi vago e accessorio dal seno petroso
associazione con il nervo faciale, il nervo intermedio e i vasi del labi- inferiore. Il solco è ricoperto da tessuto fibroso, talvolta calcifico. Dopo
rinto. Insieme a queste strutture, entra nella parte petrosa dell’osso tem- aver lasciato il foro, il nervo si porta anteriormente tra la vena giugulare
porale attraverso il poro acustico del meato acustico interno (si veda interna e l’arteria carotide interna, per poi discendere anteriormente a
Fig. 43.3) e si divide in un tronco anteriore, il nervo cocleare, e un tronco quest’ultima, profondamente al processo stiloideo e ai muscoli asso-
posteriore, il nervo vestibolare. Entrambi contengono gli assoni centri- ciati, per raggiungere il margine posteriore del muscolo stilofaringeo.
peti dei neuroni bipolari diretti centralmente, oltre a un numero minore Descrive una curva anteriormente a livello del muscolo stilofaringeo e
di fibre efferenti che originano dai neuroni del tronco encefalico e perfora le fibre inferiori del muscolo costrittore superiore della faringe,
giungono ai neuroni sensitivi cocleari e vestibolari. Nell’uomo, la por- oppure passa tra esso e il muscolo costrittore medio, per distribuirsi
zione intratemporale del nervo vestibolococleare è formata da due parti alle tonsille palatine, alla mucosa della faringe e alla porzione postsul-
distinte dal punto di vista istologico: una zona gliale centrale, adiacente cale della lingua, alle papille vallate e alle ghiandole della mucosa orale.
al tronco encefalico, e una zona periferica o non gliale (Bridger e Farka- Due gangli, superiore e inferiore, sono associati al nervo glossofa-
shidy 1980). All’interno della zona gliale, gli assoni sono rivestiti dalla ringeo nel punto in cui attraversa il foro giugulare. Il ganglio superiore
neuroglia tipica del sistema nervoso centrale, mentre nella zona non si trova nella parte superiore del solco occupato dal nervo nel foro
gliale sono rivestiti da cellule di Schwann. Nell’uomo, la zona non gliale giugulare. È di piccole dimensioni, non ha ramificazioni ed è di norma
del nervo vestibolococleare si estende talvolta fino all’angolo pontoce- considerato una porzione distaccata del ganglio inferiore. Il ganglio
rebellare, medialmente al meato acustico interno. È stato riportato un inferiore è più grande e si dispone in un incavo nel margine inferiore
intervallo di diverse settimane, durante lo sviluppo, tra l’inizio della della parte petrosa dell’osso temporale. È composto da tipici neuroni
mielinizzazione delle cellule di Schwann distalmente e la mielinizza- unipolari, i cui rami periferici trasmettono impulsi gustativi e tattili
zione della neuroglia centrale prossimalmente; è stato ipotizzato che il dalla mucosa della lingua (terzo posteriore, compreso il solco terminale
divario possa coincidere con il momento della maturazione finale e le papille vallate) e la sensibilità generale dall’orofaringe, dove il nervo
dell’organo di Corti. Per ulteriori dettagli sullo sviluppo del nervo cocle- glossofaringeo dà origine al riflesso faringeo.
are nell’uomo, si rimanda a Ray et al. (2005). Il nervo glossofaringeo dà origine ai rami timpanico, carotideo,
Nella pratica audiologica, è importante distinguere tra lesioni infra- faringei, muscolare, tonsillari e linguali.
temporali e intracraniche. Questa distinzione chirurgica, tuttavia, non
è correlata alla precisa descrizione anatomica delle porzioni periferiche Rami comunicanti
e centrali degli apparati uditivo e vestibolare. Dal punto di vista clinico, Il nervo glossofaringeo comunica con il tronco del simpatico e con i nervi
si utilizza il termine “lesione uditiva periferica” per descrivere lesioni vago e faciale. Il suo ganglio inferiore è collegato al ganglio simpatico
periferiche rispetto al ganglio spirale, mentre il termine “disturbo vesti- cervicale superiore. Due sottili ramificazioni dal ganglio inferiore si
bolare periferico” comprende lesioni del ganglio vestibolare e dell’in- portano al nervo vago, uno al ramo auricolare e l’altro al ganglio supe-
tero nervo vestibolare. riore. Una branca del nervo faciale origina dal nervo glossofaringeo sotto
al ganglio inferiore e attraversa il ventre posteriore del muscolo digastrico
per unirsi al nervo faciale in prossimità del foro stilomastoideo.
NERVO GLOSSOFARINGEO
Nervo timpanico
Il nervo glossofaringeo è il nono nervo cranico (si vedano Figg. 35.8, Il nervo timpanico ha origine dal ganglio inferiore, sale verso la cavità
35.11 e 35.19). Contiene fibre motorie per il muscolo stilofaringeo; timpanica attraverso il canalicolo timpanico e si divide in rami che
fibre parasimpatiche secretomotorie per la ghiandola parotide (derivate contribuiscono al plesso timpanico sul promontorio. Il nervo piccolo
12 dal nucleo salivare inferiore); fibre sensitive per la cavità timpanica, la petroso deriva dal plesso timpanico.
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
Ramo carotideo Trombosi del bulbo giugulare superiore (per esempio, in caso di otite
Il ramo carotideo è spesso doppio. Origina appena sotto al foro giugu- media) e sindrome di Vernet, o del foro lacero posteriore (associata a
lare e discende sull’arteria carotide interna fino alla parete del seno carcinoma del rinofaringe o a paraganglioma giugulare), possono
carotideo e al corpo carotideo. Il nervo contiene fibre afferenti primarie indurre lesioni degli adiacenti nervi glossofaringeo, vago e accessorio,
provenienti dai chemocettori del corpo carotideo e dai barocettori associate a debolezza dei muscoli innervati a livello di faringe e laringe.
situati nella parete del seno carotideo. Può essere in comunicazione con
il ganglio inferiore del vago, o con uno dei suoi rami, e con un ramo
simpatico dal ganglio cervicale superiore. NERVO VAGO
Rami faringei Il nervo vago è il decimo nervo cranico. Si tratta di un nervo misto di
I rami faringei sono tre o quattro piccole ramificazioni che si uniscono grandi dimensioni, contenente fibre nervose branchiomotorie, fibre
al ramo faringeo del nervo vago e ai rami laringofaringei del tronco del afferenti viscerali generali e fibre parasimpatiche pregangliari. Il nervo
simpatico per formare il plesso faringeo, in prossimità del muscolo vago presenta un decorso e una distribuzione più estesi di tutti gli altri
costrittore medio della faringe. Essi costituiscono la via tramite cui il nervi cranici, attraversando il collo, il torace e l’addome. La proporzione
nervo glossofaringeo fornisce fibre sensitive alla mucosa della faringe. delle fibre nervose parasimpatiche efferenti che contiene varia a seconda
dei livelli, ma è ridotta rispetto al suo contenuto sensitivo e sensomo-
Ramo muscolare torio. Le fibre di tipo branchiomotorio originano dai neuroni del
Il ramo muscolare innerva il muscolo stilofaringeo. nucleo ambiguo nel midollo allungato e si distribuiscono ai muscoli
costrittori della faringe e ai muscoli intrinseci della laringe. I nervi
Rami tonsillari, linguali, piccolo petroso e plesso timpanico parasimpatici pregangliari originano da corpi cellulari nel nucleo
Il plesso timpanico fornisce rami alla mucosa della cavità timpanica, dorsale del vago, nel midollo allungato, percorrono il nervo e i suoi
alla tuba faringotimpanica e alle cellule mastoidee. I nervi che costitui- rami polmonari, cardiaci, esofagei, gastrici e intestinali e trasmettono/
scono il plesso timpanico si ramificano sulla superficie del promontorio effettuano sinapsi nei piccoli gangli delle pareti dei visceri (si veda
sulla parete mediale della cavità timpanica. Derivano dal ramo timpa- Fig. 56.6) (Mussa e Verberne 2013).
nico del nervo glossofaringeo e dai nervi caroticotimpanici. Il primo Le fibre afferenti viscerali generali trasmettono la sensibilità dei
origina dal ganglio inferiore del nervo glossofaringeo e raggiunge la visceri toracici e addominali e dei barocettori e chemocettori dell’arco
cavità timpanica attraverso il canalicolo timpanico per il nervo timpa- aortico e terminano nel nucleo solitario del midollo allungato. I corpi
nico. I nervi caroticotimpanici superiore e inferiore sono fibre simpati- cellulari si trovano nei gangli superiore e inferiore del vago. I processi
che postgangliari derivanti dal plesso simpatico carotideo, che attraversa periferici si distribuiscono ai terminali situati nelle pareti della faringe e
la parete del canale carotideo per unirsi al plesso. dell’esofago dove, in azione sinergica con gli afferenti viscerali del glos-
Il nervo piccolo petroso, che può essere considerato la prosecuzione sofaringeo nella faringe, sono impegnati nel riflesso della deglutizione.
del ramo timpanico del nervo glossofaringeo, attraversa il plesso tim- Si ritiene che gli afferenti vagali innervino anche la tiroide e le parati-
panico. Esso occupa un piccolo canale posto sotto a quello per il roidi. A livello cardiaco, gli afferenti vagali innervano le pareti dei grandi
tensore del timpano. Passa accanto al ganglio genicolato del nervo vasi, i corpi aortici e i barocettori, stimolati da un aumento della pres-
faciale, da cui riceve un ramo comunicante. Il nervo piccolo petroso sione intravascolare. A livello polmonare si distribuiscono attraverso i
emerge dalla superficie anteriore dell’osso temporale attraverso una plessi polmonari: innervano la mucosa bronchiale, dove sono probabil-
piccola apertura posta lateralmente allo iato per il nervo grande petroso; mente coinvolti nel riflesso della tosse; la muscolatura bronchiale, dove
attraversa quindi il foro ovale, la fessura sfenopetrosa o il canale inno- circondano i miociti e terminano in sottili propaggini che talora sono
minato (di Arnold) per unirsi al ganglio otico. Fibre secretomotorie considerati come fusi muscolari, che si ritiene siano stimolati da varia-
postgangliari si distaccano da questo ganglio nel nervo auricolotempo- zioni di lunghezza dei miociti; il tessuto connettivo intra-alveolare, dove
rale per innervare la ghiandola parotide. Il plesso timpanico invia un le terminazioni a bottone, insieme ai terminali dei miociti, possono
ramo al nervo grande petroso attraverso un’apertura posta anterior- evocare il riflesso di Hering-Breuer; l’avventizia delle arterie polmonari,
mente alla finestra del vestibolo. dove possono agire da barocettori; infine, l’intima delle vene polmonari,
La regione tonsillare è innervata dai rami tonsillari dei nervi mascel- dove possono agire da chemocettori. Fibre afferenti viscerali vagali ter-
lare e glossofaringeo. Le fibre provenienti dal nervo mascellare attra- minano, inoltre, nella parete dello stomaco e dell’intestino, delle ghian-
versano il ganglio pterigopalatino senza effettuare sinapsi; si dole digestive e nei reni. Le fibre che terminano a livello dell’intestino
distribuiscono ai nervi palatini minori e, insieme ai rami tonsillari del e dei suoi dotti rispondono allo stiramento e alla contrazione. Impulsi
nervo glossofaringeo, formano un plesso (circulus tonsillaris) intorno provenienti dallo stomaco possono evocare sensazione di fame e nausea.
alla tonsilla. Le fibre nervose di questo plesso si distribuiscono anche Circa il 5% degli afferenti vagali proietta direttamente, e termina, a
al palato molle e alla regione dell’istmo orofaringeo. Il ramo timpanico livello del tratto superiore del midollo spinale cervicale (C1-C2), dove
del nervo glossofaringeo innerva la mucosa che riveste la cavità timpa- si ritiene che dia un contributo alla sensibilità riferita, oltre che a mec-
nica. Infezioni, neoplasie e processi infiammatori postoperatori della canismi propriospinali di modulazione nocicettiva. Quasi tutti i pro-
tonsilla e della fossa tonsillare possono perciò essere associati a dolore cessi centrali delle fibre afferenti del vago e del glossofaringeo terminano
riferito all’orecchio. nel nucleo solitario del midollo allungato.

Lesioni del nervo glossofaringeo Nucleo motore dorsale del vago


Esistono anastomosi tra i nervi glossofaringeo, vago, grande auricolare
e altri rami del plesso cervicale che possono essere rilevanti durante il Il nucleo motore dorsale del vago si dispone appena dorsolateralmente
trattamento di pazienti con patologie alla base del cranio. Un danno al nucleo dell’ipoglosso, da cui è separato dal nucleo intercalato (si veda
al nervo glossofaringeo è di raro riscontro in assenza di un coinvolgi- Fig. 28.8). Il nucleo del vago si estende caudalmente fino al primo
mento di altri nervi cranici inferiori. Un’ipertensione transitoria o segmento spinale cervicale e rostralmente fino alla porzione aperta del
protratta può fare seguito al sezionamento chirurgico del nervo ed è midollo allungato, sotto al trigono del vago nel quarto ventricolo. Si
indicativa del coinvolgimento del ramo carotideo. Lesioni isolate del tratta di un nucleo efferente viscerale generale, il più grande nucleo
nervo glossofaringeo determinano una perdita di sensibilità ipsilate- parasimpatico del tronco encefalico. La maggior parte (80%) dei suoi
rale a livello del palato molle, delle fauci, della faringe e del terzo neuroni dà origine a fibre parasimpatiche pregangliari che si portano
posteriore della lingua, anche se di difficile valutazione clinica; la nel nervo vago. La restante parte è costituita da interneuroni o neuroni
conferma richiede una stimolazione galvanica. I riflessi palatino e che proiettano centralmente. Il nucleo innerva i muscoli cardiaci e la
faringeo (del vomito) sono ridotti o assenti; anche la secrezione sali- muscolatura liscia dei visceri toracici (cuore, bronchi, polmone, esofago)
vare della ghiandola parotide può essere ridotta. Una debolezza del e addominali (stomaco, fegato, pancreas, milza, intestino tenue e tratto
muscolo stilofaringeo non può essere indagata in modo individuale. prossimale del colon), oltre all’epitelio ghiandolare. Afferenti sensitivi
La nevralgia del glossofaringeo è rappresentata da dolore episodico ma sparsi provenienti dal ganglio nodoso proiettano direttamente ai
intenso, spesso scatenato dalla deglutizione e percepito a livello della margini dorsali e laterali del nucleo dorsale del vago e verosimilmente
gola, dietro l’angolo della mascella e all’interno dell’orecchio. oltre, nel nucleo del tratto solitario (Holstein 2012). 13
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

Il nucleo è formato da neuroni eterogenei, che possono essere clas- Ramo auricolare
sificati in nove sottonuclei, raggruppati nelle componenti rostrale, inter- Il ramo auricolare (nervo di Arnold) origina dal ganglio superiore del
media e caudale. Mappe somatotopiche di rappresentazione dei visceri vago ed è raggiunto da un ramo proveniente dal ganglio inferiore del
negli animali suggeriscono che il cuore e il polmone siano rappresentati nervo glossofaringeo. Decorre posteriormente alla vena giugulare
nelle parti caudale e laterale del nucleo; lo stomaco e il pancreas nelle interna ed entra nel canalicolo mastoideo, sulla parete laterale della
regioni intermedie; il resto degli organi addominali nelle porzioni fossa giugulare. Nel tragitto attraverso l’osso temporale, incrocia il
rostrale e mediale del nucleo. canale faciale indicativamente 4 mm sopra il foro stilomastoideo, dove
fornisce un ramo ascendente al nervo faciale. Alcune fibre del nervo
intermedio possono a questo punto passare al ramo auricolare, evento
Decorso extracranico che può spiegare la formazione di vescicole cutanee a livello del padi-
glione auricolare che talvolta accompagna l’herpes genicolato. Il ramo
Il nervo vago emerge dal cranio attraverso il foro giugulare, associato al
auricolare attraversa dunque la fessura timpanomastoidea e si divide in
nervo accessorio, con cui condivide una guaina costituita dall’aracnoide
due rami. Un ramo si unisce al nervo auricolare posteriore, mentre
e dalla dura madre. Entrambi i nervi si dispongono anteriormente a un
l’altro si distribuisce alla cute di parte dell’orecchio e al meato acustico
setto fibroso che li separa dal nervo glossofaringeo. Il nervo vago discende
esterno.
in direzione verticale nel collo all’interno della guaina carotidea, tra la
vena giugulare interna e l’arteria carotide interna, fino al margine supe-
Ramo faringeo
riore della cartilagine tiroidea; successivamente decorre tra la vena e
Il ramo faringeo del nervo vago è il principale nervo motorio della
l’arteria carotide comune fino alla radice del collo. I suoi rapporti, in
faringe; è composto da assoni che originano dai corpi cellulari di
questo tratto del suo decorso, sono dunque analoghi a quelli descritti per
neuroni situati nel nucleo ambiguo. Innerva tutti i muscoli del palato
queste strutture (si vedano Figg. 35.7A, 35.8 e 35.17). Il suo decorso
molle (fatta eccezione per il muscolo tensore del velo palatino, inner-
successivo differisce sui due lati. Il vago destro discende posteriormente
vato dalla componente mandibolare del nervo trigemino attraverso il
alla vena giugulare interna, interseca l’arteria succlavia ed entra nel torace.
nervo per il muscolo pterigoideo mediale) e tutti i muscoli della faringe
Il vago sinistro entra nel torace tra l’arteria carotide comune sinistra e
(escluso il muscolo stilofaringeo, innervato dal nervo glossofaringeo).
l’arteria succlavia, dietro la vena brachiocefalica sinistra.
Emerge dalla parte superiore del ganglio inferiore del vago, decorre tra
Dopo l’emergenza dal foro giugulare, il vago presenta due evidenti
le arterie carotidi esterna e interna per raggiungere il margine superiore
dilatazioni: un piccolo e tondeggiante ganglio superiore (giugulare) e
del muscolo costrittore medio della faringe e si divide in numerose
un ganglio inferiore (nodoso), di dimensioni maggiori.
piccole ramificazioni che si uniscono ai rami del tronco del simpatico
e del nervo glossofaringeo per realizzare il plesso faringeo. Emette,
Ganglio superiore (giugulare) inoltre, ulteriore ramificazione molto minuta, il ramo linguale del vago,
Il ganglio superiore è di colore grigiastro, ha forma tondeggiante e
che si collega al nervo ipoglosso nel punto in cui effettua una curva
misura circa 4 mm di diametro. È collegato al ganglio glossofaringeo
intorno all’arteria occipitale.
inferiore e al tronco del simpatico, a quest’ultimo tramite una sottile
ramificazione proveniente dal ganglio cervicale superiore.
Rami per il corpo carotideo
I rami per il corpo carotideo sono presenti in numero variabile. Possono
Ganglio inferiore (nodoso)
originare dal ganglio inferiore, viaggiare nel ramo faringeo oppure nel
Il ganglio inferiore, o nodoso, è più grande del ganglio superiore, ha
nervo laringeo superiore. Costituiscono un plesso insieme ai rami del
forma allungata e cilindrica, con una lunghezza di 25 mm e una lar-
nervo glossofaringeo e ai rami del tronco cervicale del simpatico.
ghezza massima di 5 mm. È collegato al nervo ipoglosso, all’ansa tra il
primo e il secondo nervo spinale cervicale, e al ganglio simpatico cer-
Nervo laringeo superiore
vicale superiore. La maggior parte degli assoni afferenti che decorrono
Il nervo laringeo superiore ha dimensioni maggiori del ramo faringeo;
nel nervo vago è costituita dai processi periferici dei corpi cellulari
ha origine dalla porzione centrale del ganglio inferiore del vago. Riceve
situati nel ganglio nodoso.
uno o più rami comunicanti dal ganglio cervicale superiore del simpa-
Entrambi i gangli del vago sono esclusivamente sensitivi e contengono
tico; il collegamento avviene più frequentemente con il nervo laringeo
neuroni afferenti somatici, viscerali speciali e viscerali generali. Il ganglio
esterno. La comunicazione simpatica contribuisce all’innervazione del
superiore è prevalentemente di tipo somatico; la maggior parte dei suoi
corpo carotideo (Monfared et al. 2002) e della tiroide (Sun e Chang
neuroni entra nel nervo auricolare, mentre i neuroni del ganglio inferiore
1991). Il nervo laringeo superiore discende lungo la faringe, dapprima
sono coinvolti nella sensibilità viscerale di cuore, laringe, polmone e
posteriormente, quindi medialmente, fino all’arteria carotide interna:
tratto digerente dalla faringe fino al colon trasverso. Alcune fibre trasmet-
può trovarsi sulla superficie laterale dell’arteria. Si divide in un ramo
tono impulsi provenienti dalle terminazioni gustative a livello della val-
più piccolo, esterno, e un ramo interno di dimensioni maggiori, indi-
lecola e dell’epiglottide. Fibre afferenti di grosso calibro derivano dai fusi
cativamente 1,5 cm sotto il ganglio: raramente, entrambi i rami possono
muscolari dei muscoli laringei. I neuroni sensitivi vagali del ganglio
originare dal ganglio (si vedano Figg. 35.8 e 41.12).
nodoso possono mostrare un certo grado di organizzazione somatoto-
pica. Entrambi i gangli sono attraversati da fibre parasimpatiche e, forse,
Nervo laringeo interno
da alcune fibre simpatiche, mentre non si ha evidenza del passaggio di
Il nervo laringeo interno decorre anteriormente per circa 7 mm prima
componenti parasimpatiche nel ganglio inferiore. Le fibre motorie pre-
di attraversare la membrana tiroidea, di norma a un livello più alto
gangliari che originano nel nucleo dorsale del vago e gli efferenti viscerali
dell’arteria tiroidea superiore (Durham e Harrison 1962). Al suo ingresso
speciali provenienti dal nucleo ambiguo, che discendono nel ganglio
in laringe si divide nei rami superiore, medio e inferiore. Il ramo supe-
inferiore del vago, realizzano di norma una formazione nastriforme visi-
bile, che in alcuni mammiferi costeggia il ganglio. Queste fibre di dimen- riore innerva la mucosa della fossa piriforme. L’ampio ramo medio si
sioni maggiori provvedono probabilmente all’innervazione motoria della distribuisce alla mucosa del ventricolo, in particolare alla membrana
laringe all’interno del nervo laringeo ricorrente, con un contributo del quadrangolare; verosimilmente, quindi, trasmette la componente affe-
nervo laringeo superiore che innerva il muscolo cricotiroideo. rente del riflesso della tosse. Il ramo inferiore si distribuisce principal-
mente alla mucosa del ventricolo e alla cavità sottoglottica. Sulla parete
mediale della fossa piriforme, i rami discendenti emettono piccoli ulte-
Nervo vago nel collo riori ramificazioni per i muscoli interaritenoidei e condividono diversi
Nel collo, il nervo vago è formato dai rami meningei, auricolare, farin- rami comunicanti con il nervo laringeo ricorrente (Sanders e Mu 1998).
geo, del corpo carotideo, dai nervi laringei superiore e ricorrente e dai Il nervo laringeo interno riceve informazioni sensitive dalla mucosa
rami cardiaci. laringea fino al livello delle corde vocali. Porta, inoltre, fibre afferenti
dai fusi neuromuscolari laringei e da altri recettori di stiramento.
Rami meningei Discende fino alla membrana tiroioidea, la attraversa al di sopra della
Si ritiene che i rami meningei abbiano inizio a livello del ganglio supe- arteria laringea superiore e si divide nei rami superiore e inferiore. Il
riore del vago e che attraversino il foro giugulare per distribuirsi alla ramo superiore ha decorso orizzontale e innerva la mucosa della
14 dura madre a livello della fossa cranica posteriore. faringe, l’epiglottide, la vallecola e il vestibolo laringeo. Il ramo inferiore
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
discende nella parete mediale del recesso piriforme, innerva la plica fine di evitare una possibile confusione con un precedente sinonimo del
ariepiglottica, la mucosa sulla parte dorsale della cartilagine aritenoide nervo laringeo ricorrente). Esso sale posteriormente all’articolazione cri-
ed emette uno o due rami per il muscolo aritenoideo trasverso (quest’ul- cotiroidea e al suo legamento, di norma rivestito da fibre del muscolo
timo si unisce a piccoli rami provenienti dal nervo laringeo ricorrente cricoaritenoideo posteriore; quindi, si flette sopra l’articolazione e pro-
per innervare lo stesso muscolo). Il nervo laringeo interno termina segue anteriormente sopra il muscolo cricoaritenoideo laterale prima di
attraversando il muscolo costrittore inferiore della faringe per unirsi con terminare nel muscolo tiroaritenoideo. Innerva il muscolo cricoaritenoi-
un ramo ascendente del nervo laringeo ricorrente. Mentre sale nel collo, deo posteriore con diversi rami e, inoltre, i muscoli interaritenoideo,
emette delle ramificazioni, più numerose a sinistra, per la mucosa e la cricoaritenoideo laterale e tiroaritenoideo (Maranillo et al. 2005). Il
tonaca muscolare dell’esofago e della trachea e per il muscolo costrit- ramo posteriore del nervo laringeo ricorrente è prevalentemente sensi-
tore inferiore. tivo e sale in profondità nel muscolo cricoaritenoideo posteriore per
unirsi al ramo discendente del nervo laringeo interno.
Nervo laringeo esterno Il nervo laringeo ricorrente non è sempre disposto in posizione pro-
Il nervo laringeo esterno, di dimensioni ridotte rispetto al laringeo tetta nel solco tracheoesofageo, ma può trovarsi appena anteriormente
interno, discende dietro al muscolo sternoioideo insieme all’arteria a esso (più spesso a destra) e in posizione decisamente laterale alla
tiroidea superiore, ma più in profondità. Si dispone dapprima sul trachea a livello della porzione inferiore della tiroide. Il tratto superiore
muscolo costrittore inferiore della faringe (occasionalmente nel suo del nervo è in rapporto stretto, ma variabile, con l’arteria tiroidea infe-
spessore), a cui fornisce alcuni rami, e successivamente lo attraversa per riore. A destra, si trova con la medesima frequenza anteriormente, poste-
descrivere una curva intorno al tubercolo tiroideo inferiore. Si porta riormente o tra i rami terminali dell’arteria; a sinistra, il nervo si trova
sotto il punto di attacco del muscolo sternotiroideo fino alla linea di norma posteriormente all’arteria, anche se occasionalmente può
obliqua della cartilagine tiroidea per raggiungere il muscolo cricotiroi- disporsi anteriormente. L’incidenza di questi rapporti varia nella descri-
deo, che innerva. Un ramo comunicante prosegue dalla superficie zione fatta da diversi autori. Il nervo laringeo ricorrente presenta uno
posteriore del muscolo cricotiroideo, attraversa la fossa piriforme e schema di ramificazione altamente variabile (si veda Fig. 41.13) (Henry
penetra nel muscolo tiroaritenoideo, dove si anastomizza con rami et al. 2016).
provenienti dal nervo laringeo ricorrente. È stato ipotizzato che questi Un’anomalia decisamente rara, ma rilevante per la patologia e la
rami comunicanti possano fornire ulteriori componenti motorie al chirurgia della laringe, è il nervo laringeo ricorrente “non ricorrente”,
muscolo tiroaritenoideo e fibre sensitive alla mucosa della regione in cui il nervo laringeo ricorrente destro origina direttamente dal tronco
sottoepiglottica. È stata descritta anche un’anastomosi tra i nervi larin- del nervo vago in posizione alta nel collo ed entra nella laringe in
gei esterno e interno (Kochilas et al. 2008). Il nervo laringeo esterno prossimità del polo inferiore della tiroide. È interessato solo il lato
emette, inoltre, rami per il plesso faringeo e comunica con il nervo destro ed è sempre associato a un’alterata origine dell’arteria succlavia
cardiaco superiore e il ganglio simpatico cervicale superiore. destra sul lato sinistro dall’arco aortico. Se non diagnosticato, un nervo
Lo stretto rapporto tra il nervo laringeo esterno e l’arteria tiroidea laringeo ricorrente con queste caratteristiche è a rischio di lesioni
superiore rappresenta un rischio potenziale per il nervo durante il durante la chirurgia. È, inoltre, a rischio di compressione da parte di
clampaggio dell’arteria nelle procedure di lobectomia tiroidea, soprat- piccoli tumori della tiroide (Friedman et al. 1986).
tutto quando è vicino all’arteria (in circa il 20% dei casi) o quando,
invece di intersecare i vasi tiroidei superiori circa 1 cm sopra il polo Plesso faringeo
superiore della ghiandola, passa al di sotto di questo punto (in una La quasi totalità dell’innervazione motoria e sensitiva della faringe
percentuale vicina al 20% dei casi) (Cernea et al. 1992, Kierner et al. deriva dal plesso faringeo, formato da rami del nervo glossofaringeo e
1998). Il nervo laringeo esterno è, inoltre, a rischio durante procedure del nervo vago, a cui contribuisce il ganglio simpatico cervicale supe-
di paratiroidectomia, endoarteriectomia carotidea e interventi sulla riore. Il plesso si trova sulla superficie esterna della faringe, soprattutto
colonna cervicale anteriore. a livello del muscolo costrittore medio. Alcune sottili ramificazioni del
plesso si portano in alto o in basso esternamente ai muscoli costrittori
Nervo laringeo ricorrente superiore e inferiore, prima di ramificarsi nello strato muscolare e nella
Il nervo laringeo ricorrente innerva tutti i muscoli laringei, fatta eccezione mucosa della faringe. L’ipotesi che una “radice craniale” del nervo acces-
per il cricotiroideo; comunica con il nervo laringeo interno e porta fila- sorio agisca da condotto per la via motoria principale del plesso farin-
menti sensitivi dalla mucosa laringea sotto le corde vocali e dai recettori geo, sebbene attraverso il nervo vago, è oggetto di discussione. I
di stiramento della laringe. Il nervo ha diversa origine e diverso decorso collegamenti plessiformi dimostrabili tra il nervo accessorio e il nervo
sui due lati. Sulla destra, origina dal vago, quasi sempre anteriormente vago nella fossa cranica posteriore sono troppo variabili e inconsistenti
al primo tratto dell’arteria succlavia; descrive una curva diretta posterior- per sostenere questa funzione.
mente, prima sotto e poi dietro a essa, e successivamente sale in direzione
obliqua fino alla superficie laterale della trachea, dietro l’arteria carotide Anastomosi del nervo laringeo
comune. In prossimità del polo inferiore del lobo laterale della tiroide, Le comunicazioni anastomotiche tra i nervi laringei interno, esterno e
è in stretto rapporto con l’arteria tiroidea inferiore e la interseca anterior- ricorrente sono probabilmente in grado di spiegare il possibile mante-
mente, posteriormente o tra i suoi rami. A sinistra, il nervo laringeo nimento di una funzionalità vocale normale o vicina alla norma, in
ricorrente origina dal nervo vago a sinistra dell’arco aortico, curva infe- seguito a chirurgia del collo, dopo dissezione di uno o più rami di questi
riormente appena dietro all’attacco del legamento arterioso, a livello nervi (Naidu et al. 2014, Sanudo et al. 1999, Henry et al. 2017). Sono
della superficie concava dell’arco aortico, e sale lateralmente alla trachea state descritte numerose anastomosi (Sanudo et al. 1999, Furlan et al.
(si veda Fig. 57.27). Nel punto in cui il nervo laringeo ricorrente descrive 2002). L’ansa di Galeno, che si trova tra i muscoli interaritenoidei, crea
una curva intorno all’arteria succlavia o all’arco aortico, emette sottili un collegamento diretto tra il nervo laringeo ricorrente e il nervo larin-
rami cardiaci per il plesso cardiaco profondo. geo interno: può trattarsi di un tronco singolo o doppio, oppure di un
Su entrambi i lati, il nervo laringeo ricorrente si porta verso l’alto plesso. La comunicazione cricoidea collega i rami che originano bilate-
all’interno, o in prossimità, del solco tracheoesofageo. È in stretto rap- ralmente dal nervo laringeo ricorrente con il ramo superiore della por-
porto con la superficie mediale della tiroide prima di passare sotto il zione profonda del plesso aritenoideo. La comunicazione tiroaritenoidea
margine inferiore del muscolo costrittore inferiore ed entrare nella connette il ramo ascendente del nervo laringeo ricorrente con il ramo
laringe sotto l’articolazione del corno tiroideo inferiore con la cartilagine discendente del ramo anteriore del nervo laringeo interno. Esistono,
cricoide, passando in profondità (di solito) o tra le fibre (talvolta) del inoltre, comunicazioni tra il nervo laringeo esterno e il nervo laringeo
muscolo cricofaringeo nel suo punto di attacco alla superficie laterale ricorrente, tra i nervi laringei interno ed esterno e tra il nervo laringeo
della cartilagine cricoide. Durante il suo decorso, innerva il muscolo ricorrente e il nervo laringeo superiore. L’anastomosi tra il nervo laringeo
cricofaringeo. In questo punto, il nervo si trova in stretta prossimità della ricorrente e il tronco del simpatico spiega probabilmente la comparsa
superficie posteromediale della tiroide. Il tronco principale si divide in di ptosi come rara complicanza in seguito a tiroidectomia.
due o più rami, di norma sotto il margine inferiore del muscolo costrit-
tore inferiore, anche se la ramificazione può avere luogo più in alto. Il Lesioni del nervo vago e paralisi del nervo laringeo ricorrente
ramo anteriore è prevalentemente motorio ed è talvolta indicato come Lesioni del nervo vago hanno conseguenze complesse, che riflettono
nervo laringeo inferiore (un termine che si preferisce non utilizzare, al il decorso del nervo e il possibile coinvolgimento di tre dei suoi rami, 15
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

ovvero il nervo faringeo, il nervo laringeo superiore e il nervo laringeo riteneva che questo effetto riflettesse la suddivisione, interna al nervo
ricorrente. Insieme, essi innervano i muscoli della laringe, del palato laringeo ricorrente, degli assoni che innervano i muscoli abduttori della
molle e della faringe; una lesione può, dunque, avere effetti negativi laringe. L’ipotesi fu successivamente messa in discussione dalla dimo-
sulla fonazione, sui movimenti del palato molle e/o sulla deglutizione. strazione che gli assoni destinati a determinati muscoli laringei sono
Una lesione del nervo vago sopra il livello a cui viene emesso il ramo distribuiti casualmente all’interno del nervo. La debole azione di abdu-
faringeo avrà ripercussioni sul nervo laringeo superiore e sul nervo zione del muscolo cricotiroideo, che si dice determini un allungamento
laringeo ricorrente. La conseguenza è un’immobilità della corda vocale delle corde vocali, è stata suggerita come spiegazione del fatto che, in
sul lato colpito, con comparsa di voce ansimante, priva di modula- questo tipo di lesioni, l’abduzione è relativamente risparmiata, ma è
zione tonale e flebile. La corda vocale interessata è paralizzata e rimane difficile conciliarla con la visione alternativa, per cui il muscolo crico-
nella cosiddetta posizione “cadaverica”, a metà tra l’abduzione e l’ad- tiroideo agisca da lieve adduttore delle corde vocali (Mu e Sanders
duzione. In caso di lesione unilaterale, la voce è debole e rauca, mentre 2009, Wadie et al. 2013). È probabile che la variabilità dei quadri ana-
in caso di lesione bilaterale la fonazione è quasi assente, il tono di voce stomotici tra i nervi laringei determini una difficoltà nel predire l’effetto
non può essere modulato e la tosse è debole e inefficace. Avrà inoltre di lesioni parziali del nervo laringeo ricorrente. Per ulteriori approfon-
un timbro nasale a causa dell’effetto sui movimenti del palato molle dimenti si rimanda ad Aronson e Bless (2009) e Blitzer et al. (2009).
indotto dalla paralisi del muscolo elevatore del velo palatino. Una
paralisi monolaterale ha un impatto significativo sulla qualità di vita Nervo vago nel torace
del paziente, a causa della menomazione della vocalizzazione e della
tendenza ad aspirare. Le paralisi bilaterali sono estremamente gravi; Gli assoni parasimpatici pregangliari originano dai corpi cellulari dei
può rendersi necessaria una tracheostomia per proteggere le vie aeree. neuroni siti nel nucleo motore dorsale del vago, nel midollo allungato.
Una lesione che interessa il nervo laringeo superiore può essere Quelli destinati ai visceri toracici decorrono nelle ramificazioni polmo-
monolaterale o bilaterale. Una dissezione completa è estremamente nari, cardiache ed esofagee del nervo vago ed effettuano sinapsi in
probabile durante la legatura dei vasi che formano il peduncolo vasco- piccoli gangli nella parete degli organi bersaglio. Gli assoni che decor-
lare del polo superiore della tiroide durante una procedura di lobecto- rono nei rami cardiaci si uniscono ai plessi cardiaci ed entrano in
mia tiroidea. Lesioni monolaterali possono determinare un aspetto sinapsi nei gangli distribuiti liberamente a livello degli atri, del setto
relativamente normale della corda vocale, con conseguenze sulla voce interatriale e del tessuto subepicardico perinodale. Le fibre postgangliari
appena percepibili e spesso non rilevate. Un esame più dettagliato può si distribuiscono agli atri e al fascio atrioventricolare; si concentrano
evidenziare un certo grado di accorciamento della corda vocale sul lato intorno al nodo senoatriale e, in misura minore, al nodo atrioventrico-
colpito, con inclinazione asimmetrica dell’epiglottide e piegamento lare. I rami cardiaci rallentano la frequenza cardiaca e riducono la forza
della parte anteriore della laringe verso il lato non interessato. Il risul- di contrazione; inoltre, possono avere un’influenza diretta sulla musco-
tato è una voce lievemente rauca, con perdita di controllo del tono. latura del ventricolo tramite la loro azione sul nodo atrioventricolare.
Lesioni bilaterali del nervo laringeo superiore determinano un accor- L’innervazione parasimpatica postgangliare diretta al ventricolo è
ciamento di entrambe le corde vocali, la sporgenza dell’epiglottide esigua. Le ramificazioni minori delle arterie coronarie sono innervate
sopra le corde vocali e una ridotta inclinazione tra le cartilagini cricoi- principalmente da neuroni parasimpatici vagali, mentre le arterie mag-
dea e tiroidea. Gli effetti sulla voce sono proporzionalmente maggiori, giori sono innervate prevalentemente da neuroni simpatici. Tutti i rami
con riduzione del volume e del tono, ma con un grado variabile di voce cardiaci del nervo vago contengono fibre afferenti ed efferenti. I rami
sussurrata. polmonari contengono assoni che effettuano sinapsi nei gangli dei
Un danno al nervo laringeo interno provoca la perdita di sensibilità plessi polmonari: si tratta di assoni motori (broncocostrittori) diretti
meccanocettiva e propriocettiva dalla laringe. Una perdita monolaterale alle fibre muscolari lisce circolari dei bronchi e dei bronchioli (e dunque
induce una sensazione di qualcosa bloccato in gola, mentre una perdita determinano broncocostrizione) e assoni secretomotori diretti alle
bilaterale determina aspirazione e può provocare disfagia, con rischio ghiandole mucose dell’epitelio respiratorio.
di strozzamento.
Una paralisi monolaterale incompleta del nervo laringeo ricorrente Nervo vago destro
è più comune a sinistra, presumibilmente a causa della maggiore lun- Il nervo vago destro discende posteriormente alla vena giugulare interna
ghezza del nervo su questo lato. Si verifica una paralisi isolata di tutti destra nel collo e interseca il primo tratto dell’arteria succlavia destra per
i muscoli laringei sul lato colpito, fatta eccezione per il cricotiroideo, entrare in torace; l’ansa succlavia è posizionata lateralmente, mentre il
che è innervato dal nervo laringeo esterno. Il paziente può essere asin- nervo frenico è ancora più laterale. Dopo avere emesso il nervo laringeo
tomatico oppure presentare una voce rauca e ansimante, con una ricorrente destro, scende attraversando il mediastino superiore, dap-
ridotta capacità di modulare il tono. La raucedine può diventare per- prima posteriormente alla vena brachiocefalica destra, quindi lateral-
manente oppure alleviarsi con il tempo, se la corda controlaterale svi- mente alla trachea e posteromedialmente alla vena cava superiore.
luppa una capacità di iperadduzione che le consente di opporsi alla Superiormente, la porzione mediastinica destra della pleura parietale e
corda paralizzata, in modo da chiudere la glottide durante la fonazione il lobo superiore del polmone si trovano lateralmente; inferiormente, la
e la tosse, anche se raramente ciò è sufficiente a ristabilire una piena vena azygos e il suo tratto arcuato terminale separano il nervo vago
qualità della voce. Esiste il rischio di aspirazione di alimenti e di liquidi. destro dalla pleura parietale (si veda Fig. 56.7A). Il nervo si porta quindi
Lesioni bilaterali del nervo laringeo ricorrente determinano una paralisi posteriormente al bronco principale destro e si dispone sulla parte poste-
bilaterale delle corde vocali, che assumono una posizione parame- riore dell’ilo del polmone destro. In questo punto emette rami bron-
diana. La fonazione può essere quasi normale, poiché le corde vocali si chiali posteriori che si uniscono ai rami provenienti dai gangli toracici
dispongono assai vicino alla linea mediana, ma sarà presente uno del simpatico, dal secondo al quinto/sesto, a formare il plesso polmo-
stridore percepibile all’udito e la via aerea sarà compromessa. nare posteriore destro. Due o tre rami discendono dalla parte inferiore
Dal punto di vista clinico, la posizione della corda vocale in fase di questo plesso sulla superficie posteriore dell’esofago per unirsi a un
acuta dopo resezione del nervo laringeo ricorrente è molto variabile. ramo del vago sinistro e realizzare il plesso esofageo posteriore. Il tronco
Nonostante lo stridore compaia più comunemente in seguito a lesioni anteriore del vago, contenente fibre nervose provenienti dal nervo vago
bilaterali e sia talvolta percepibile solo da un orecchio allenato, le corde di entrambi i lati, esce dal plesso e si porta inferiormente sulla superficie
vocali possono essere sufficientemente abdotte, così che a riposo non posteriore dell’esofago, entrando in addome attraverso lo iato esofageo
si verifichi un’ostruzione delle vie aeree, anche se in questa situazione del diaframma respiratorio (diaframma, diaframma toracico).
la voce è sempre più debole. Nelle lesioni croniche, le corde vocali sono
leggermente più separate, perciò la voce è più debole, ma l’impatto sulle Nervo vago sinistro
vie aeree è minore. Nelle lesioni croniche, l’atrofia e la fibrosi dei Il nervo vago sinistro entra in torace posteriormente alla vena brachio-
muscoli paraglottici influenzano probabilmente la posizione delle cefalica sinistra, tra l’arteria carotide comune sinistra (anteriormente) e
corde vocali paralizzate in misura maggiore delle variazioni di forza dei l’arteria succlavia sinistra (posteriormente). Discende attraverso il
gruppi muscolari adduttori e abduttori circostanti. mediastino superiore, interseca il lato sinistro dell’arco aortico, emette
Per diversi anni è stata opinione diffusa che, in caso di lesione par- il nervo laringeo ricorrente sinistro e si porta posteriormente all’ilo del
ziale del nervo laringeo ricorrente, i movimenti di abduzione fossero polmone sinistro (si veda Fig. 56.7B). Superiormente all’arco aortico, è
16 interessati maggiormente di quelli di adduzione (legge di Semon). Si intersecato anterolateralmente dal nervo frenico sinistro; a livello
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
dell’arco, è incrociato lateralmente dalla vena intercostale superiore spesso condotti tramite stereomicroscopio, non hanno raggiunto una
sinistra e, talvolta, da una prosecuzione della vena emiazygos accesso- descrittiva universalmente condivisa, non trovando collegamenti tra le
ria. Posteriormente all’ilo del polmone sinistro, il nervo vago emette radicole che originano dal midollo spinale dorsolaterale e la radice
rami bronchiali posteriori che si uniscono ai rami dei gangli toracici spinale del nervo accessorio poiché la radice cranica era mancante, o
del simpatico (dal secondo al quarto) per formare il plesso polmonare per variazioni significative nell’organizzazione e nella dimensione dei
posteriore sinistro. Due o tre rami discendono anteriormente all’eso- collegamenti plessiformi tra le radicole craniche e la radice spinale. Non
fago e si uniscono a un ramo proveniente dal plesso polmonare poste- sono infrequenti interconnessioni plessiformi con i nervi cranici vicini
riore destro, a formare il plesso esofageo anteriore. Il tronco posteriore e certamente non sono confinate ai nervi accessorio e vago (Shoja et al.
del vago, che contiene fibre nervose provenienti dal nervo vago di 2014); il loro significato funzionale è spesso incerto. (Per ulteriori
entrambi i lati, si porta inferiormente sulla superficie anteriore dell’e- approfondimenti si rimanda a Krammer et al. [1987], Lachman et al.
sofago ed entra in addome attraverso lo iato esofageo. Diversi rami del [2002], Ryan et al. [2007], Wiles et al. [2007], Benninger e McNeil
tronco anteriore del vago e del tronco sinistro del simpatico si distribui- [2010], Skinner [2011], Liu et al. [2014], Tubbs et al. [2014].)
scono all’aorta toracica discendente. Questa via trasmette il tipico
dolore intenso e lancinante di un ematoma intramurale dell’aorta Nucleo spinale
dovuto a dissezione o lacerazione dell’aorta.
Il nervo accessorio (spinale) origina da un nucleo allungato di moto-
Nervo vago in addome neuroni nella parte laterale del corno ventrale. Alcune radicole emer-
gono direttamente, mentre altre piegano cranialmente prima di uscire;
Il nervo vago garantisce l’innervazione parasimpatica dei visceri addo- la traiettoria di uscita è irregolare piuttosto che lineare. Si uniscono a
minali fino alla porzione distale del colon trasverso, ovvero innerva i formare un tronco, il nervo accessorio, che sale nel canale vertebrale
derivati del canale alimentare primitivo anteriore e medio, mentre i all’interno della dura madre, tra il legamento denticolato e le radici
derivati del canale alimentare primitivo posteriore sono innervati da dorsali dei nervi spinali. Il nervo entra nel cranio attraverso il forame
fibre parasimpatiche che decorrono nei nervi splancnici pelvici; il grado magno, dietro l’arteria vertebrale. Descrive quindi una curva verso l’alto
di sovrapposizione tra queste due fonti di innervazione può variare. I e si porta lateralmente per raggiungere il foro giugulare, che attraversa
tronchi vagali derivano dal plesso esofageo ed entrano in addome rivestito da una guaina durale in comune con il nervo vago; i due nervi
attraverso lo iato esofageo, in stretta associazione alle pareti anteriore sono separati da una plica di aracnoide.
e posteriore del tratto addominale dell’esofago (si veda Fig. 56.6). Il
tronco vagale anteriore deriva principalmente dal nervo vago sinistro,
mentre il tronco vagale posteriore dal vago destro. Innervano diretta- Decorso extracranico
mente il tratto addominale dell’esofago e lo stomaco. Il tronco vagale
anteriore emette un ramo epatico, che innerva il fegato e la sua vasco- Dopo l’uscita dal foro giugulare, esso decorre posterolateralmente e
larizzazione, compresa la colecisti e i dotti biliari, oltre ad altre strutture passa medialmente o lateralmente alla vena giugulare interna; occasio-
nel margine libero del piccolo omento (legamento epatoduodenale). Il nalmente può attraversare la vena. La porzione extradurale del nervo
tronco vagale posteriore fornisce rami al plesso celiaco: queste fibre interseca successivamente il processo trasverso dell’atlante ed è incro-
rappresentano frequentemente la porzione principale del plesso; origi- ciato dall’arteria occipitale prima di discendere in direzione obliqua,
nano direttamente dal tronco vagale posteriore e dal suo ramo gastrico, medialmente al processo stiloideo, al muscolo stiloioideo e al ventre
decorrono sotto al peritoneo, profondamente rispetto alla parete poste- posteriore del muscolo digastrico. Decorrendo con il ramo sternoclei-
riore della parte superiore della retrocavità degli epiploon, e raggiun- domastoideo superiore dell’arteria occipitale, raggiunge la parte supe-
gono il plesso celiaco. Le sinapsi con i neuroni postgangliari avvengono riore del muscolo sternocleidomastoideo e attraversa la sua superficie
nei plessi mioenterico (di Auerbach) e sottomucoso (di Meissner), posti profonda per realizzare un’anastomosi con le fibre provenienti da C2
nella parete dei visceri cavi. (singolarmente), C3 (singolarmente) o C2 e C3 (ansa di Maubrac).
Può, inoltre, comunicare con la radice ventrale del primo nervo cervi-
cale (ramo di McKenzie).
NERVO ACCESSORIO Il nervo accessorio termina occasionalmente nel muscolo sterno-
cleidomastoideo. Più comunemente, emerge (di norma come singolo
Il nervo accessorio è l’undicesimo nervo cranico: la sua integrità è fon- tronco) 5-10 mm cranialmente al punto in cui il nervo grande aurico-
damentale per la funzionalità toracoscapolare ed essenziale per il ritmo lare avvolge il muscolo sternocleidomastoideo e si sposta da un piano
scapolo-omerale (Camp e Birch 2011). situato posteriormente al muscolo a un piano posto anteriormente a
È stato tradizionalmente descritto come composto da una radice esso. Il rapporto tra il nervo accessorio e il nervo grande auricolare nel
cranica, formata da un numero variabile di piccole radicole che emer- triangolo posteriore è la chiave per l’esposizione del nervo accessorio:
gono dal solco retro-olivare del midollo allungato dorsolaterale, cau- i rapporti generali del triangolo posteriore presentano variabilità indi-
dalmente alle radicole del vago, e da una radice spinale, formata da viduale, ma il rapporto tra i due nervi è costante. Il nervo accessorio
fibre che derivano dai segmenti cervicali del midollo spinale (si veda attraversa quindi il tessuto adiposo areolare a livello dell’apice del
oltre). Secondo questa descrizione, le radicole craniche contengono gli triangolo posteriore, in stretta associazione con i linfonodi cervicali
assoni di motoneuroni situati nella porzione caudale del nucleo superficiali superiori dei livelli Va e Vb, profondamente al muscolo
ambiguo, mentre le radicole spinali quelli di motoneuroni posti in un platisma. Il tessuto areolare e, più in profondità, la fascia prevertebrale,
nucleo a livello del corno ventrale del midollo spinale cervicale, allinea- lo separano dal sottostante muscolo elevatore della scapola (si veda
to al nucleo ambiguo. La radice spinale sale all’interno del canale ver- Fig. 35.7A). Un ramo filiforme raggiunge le fibre superiori del muscolo
tebrale ed entra nel cranio attraverso il forame magno. Le radici cranica trapezio, profondamente allo sternocleidomastoideo o appena oltre.
e spinale si uniscono prima o all’interno del foro giugulare; il fascio Il nervo perfora la fascia che riveste la faccia profonda del trapezio in
così formato si divide quindi nei rami interno ed esterno all’uscita dal prossimità del margine anteriore del muscolo; decorre poi caudal-
foro giugulare. Il ramo interno si unisce al nervo vago e le sue fibre mente a circa 2 cm da questo margine. Si porta in basso con un tipico
innervano la muscolatura branchiomerica attraverso i rami faringei e decorso sinuoso, associato a vasi filiformi verso la faccia profonda,
laringei del nervo vago, mentre il ramo esterno discende all’interno del interna, del trapezio. Un ramo dal plesso cervicale (terzo e quarto ramo
collo e innerva i muscoli sternocleidomastoideo e trapezio. cervicale ventrale) raggiunge il nervo appena sopra la clavicola. La
Un’opinione alternativa ritiene che la radice cranica del nervo acces- stimolazione intraoperatoria di questo ramo evoca raramente una
sorio sia, dal punto di vista anatomico e funzionale, una componente risposta muscolare; esso trasmette probabilmente fibre afferenti dalle
del nervo vago, mentre la radice spinale costituisca, di fatto, il nervo porzioni media e inferiore del trapezio. A questo punto, il nervo si
accessorio. Non si tratta semplicemente di una mera questione concer- piega medialmente, proseguendo parallelamente alla spina della
nente la terminologia anatomica; esso riflette piuttosto la necessità di scapola, circa 4 cm sopra di essa. All’estremità mediale della spina, il
chiarire informazioni anatomiche rilevanti per la microchirurgia, al fine nervo descrive una nuova curva in direzione caudale, dirigendosi infe-
di minimizzare le potenziali complicanze durante la chirurgia in questa riormente, parallelamente al margine mediale della scapola. Si divide
regione. Paradossalmente, studi meticolosi di dissezione cadaverica, nei rami muscolari terminali circa 7 cm distalmente alla spina della 17
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

scapola. Mentre il muscolo sternocleidomastoideo e le porzioni media Nucleo dell’ipoglosso e collegamenti centrali
e inferiore del trapezio possono essere parzialmente innervati da rami
del plesso cervicale, la parte superiore del trapezio è innervata sola- Il nucleo dell’ipoglosso si trova nella sostanza grigia dorsale del midollo
mente dal nervo accessorio. allungato, in prossimità della linea mediana. Ha una lunghezza di circa
Il decorso cervicale del nervo accessorio segue un decorso che va 2 cm e si estende dal trigono dell’ipoglosso, nel pavimento del quarto
dalla parte anteriore del trago alla punta del processo trasverso dell’at- ventricolo, nella parte chiusa del midollo allungato (si vedano
lante; quindi, attraverso lo sternocleidomastoideo e il triangolo poste- Figg. 28.3, 28.5 e 28.8). È composto da grandi motoneuroni frammisti
riore, fino a un punto sul margine anteriore del trapezio, 3-5 cm sopra a fibre mieliniche ed è organizzato negli strati nucleari dorsale e ven-
la clavicola. trale, ognuno a sua volta suddiviso nei sottonuclei mediale e laterale.
Si ritiene che il nervo accessorio garantisca l’unica innervazione Alle divisioni strutturali e funzionali della muscolatura della lingua
motoria del muscolo sternocleidomastoideo; il secondo e il terzo nervo corrisponde una rappresentazione muscolotopica dei motoneuroni
cervicale ne trasmetterebbero le fibre afferenti propriocettive. La via all’interno del nucleo. Evidenze sperimentali suggeriscono che i moto-
sopranucleare di fibre destinate allo sternocleidomastoideo non è sem- neuroni della divisione mediale del nucleo dell’ipoglosso innervino i
plice; le evidenze attuali sono a favore di un’innervazione emisferica muscoli orientati su piani trasversali rispetto all’asse principale della
bilaterale, anche se ci sono diverse opinioni circa l’entità dell’afferenza lingua (i muscoli intrinseci trasverso e verticale e il muscolo genio-
ipsilaterale. L’innervazione motoria delle porzioni discendente (supe- glosso), mentre i motoneuroni della divisione laterale innervano i
riore) e trasversa (media) del trapezio deriva principalmente dal nervo muscoli della lingua orientati parallelamente all’asse lungo (i muscoli
accessorio, sotto controllo sopranucleare principalmente controlaterale. stiloglosso, ioglosso, longitudinale superiore e inferiore).
Di norma, il trapezio riceve un’innervazione dal plesso cervicale, nella Il nucleo dell’ipoglosso riceve fibre corticonucleari dalla circonvolu-
maggior parte dei casi da C3 e C4 (Tubbs et al. 2011). Uno studio con- zione precentrale e dalle aree adiacenti, prevalentemente dall’emisfero
dotto con l’utilizzo di elettroneurografia intraoperatoria e analisi isto- controlaterale. Le fibre corticonucleari effettuano sinapsi direttamente
chimiche ha verificato che, qualora presenti, le fibre cervicali non con i motoneuroni del nucleo oppure con interneuroni. La maggior
innervavano uniformemente tutte e tre le porzioni del muscolo (discen- parte dei sottonuclei mediali dell’ipoglosso riceve proiezioni da
dente, trasversa e ascendente) e che le fibre provenienti da C2 decorre- entrambi gli emisferi cerebrali. Il nucleo dell’ipoglosso può collegarsi
vano di norma nel nervo accessorio, mentre le fibre provenienti da C3 al cervelletto tramite l’adiacente nucleo peri-ipoglosso e, forse, anche
e C4 innervavano il trapezio in maniera indipendente (Pu et al. 2008). attraverso la formazione reticolare del midollo allungato, il nucleo
Oltre al contributo di fibre motorie, C3 e C4 portano anche fibre pro- sensitivo del trigemino e il nucleo del tratto solitario (Holstein 2012).
priocettive provenienti dal trapezio. Le fibre del nervo ipoglosso emergono dalla parte ventrale del
Sulla base dell’incompleta denervazione del muscolo che si verifica nucleo e attraversano la formazione reticolare lateralmente al lemnisco
talvolta in seguito al sacrificio del nervo accessorio e del plesso cervicale, mediale e al nucleo olivare accessorio mediale. Proseguono ventral-
è stato suggerito che il trapezio riceva un’innervazione motoria parziale mente, tra i nuclei olivari accessorio mediale e inferiore, per poi curvare
da altre fonti, verosimilmente attraverso radici toraciche. (Per una revi- lateralmente ed emergere dal tronco encefalico come una serie di 10-15
sione dettagliata dell’anatomia chirurgica applicata del plesso del nervo radicole organizzate lungo una linea che segue il solco preolivare (si
accessorio, si rimanda a Brown [2002].) veda Fig. 28.8) (Yousry et al. 2002). Queste radici convergono in due
Lungo il decorso della porzione intradurale del nervo sono stati fasci che escono separatamente dal canale dell’ipoglosso e si uniscono
descritti gangli sensitivi. esternamente alla dura madre.

Lesioni del nervo accessorio


Il nervo accessorio può subire lesioni a livello centrale, nel punto di Decorso extracranico
emergenza dal cranio, o nel collo. Le fibre sopranucleari che hanno
effetto sui motoneuroni che innervano il muscolo sternocleidomastoi- Le radicole dell’ipoglosso decorrono lateralmente dietro all’arteria ver-
deo decussano due volte; una lesione del sistema corticospinale sopra tebrale, raccolte in due fasci che perforano la dura madre separatamente
il ponte determina, quindi, debolezza dello sternocleidomastoideo di fronte al canale dell’ipoglosso nell’osso occipitale e si uniscono dopo
ipsilaterale e del trapezio controlaterale. Contrazioni episodiche dello averlo attraversato. Il canale è, talvolta, suddiviso da una spicola ossea.
sternocleidomastoideo e del trapezio, spesso associate a contrazione Il nervo emerge dal canale su un piano situato medialmente alla vena
di altri gruppi muscolari, come il muscolo splenio del capo, si verifi- giugulare interna, all’arteria carotide interna e ai nervi glossofaringeo,
cano in corso di torcicollo spasmodico, una distonia focale. Nella vago e accessorio; si porta poi inferolateralmente dietro l’arteria caro-
sindrome del foro lacero posteriore, causata da patologie che compren- tide interna e i nervi glossofaringeo e vago fino allo spazio tra l’arteria
dono il carcinoma nasofaringeo e il paraganglioma giugulare, si veri- e la vena giugulare interna (si veda Fig. 35.8). In questo punto descrive
ficano contemporaneamente lesioni dei nervi glossofaringeo, vago e una mezza spirale intorno al ganglio inferiore del vago, a cui si trova
accessorio. Il nervo accessorio può essere lesionato a livello più distale unito da tessuto connettivo. Discende quindi quasi verticalmente tra i
nel collo a causa di un trauma o durante esplorazione chirurgica nel vasi, anteriormente al vago, fino a un punto in corrispondenza dell’an-
triangolo posteriore, soprattutto a livello dell’apice del triangolo. Tipi- golo della mandibola, portandosi superficialmente dietro al ventre
camente compare dolore immediato, seguito da abbassamento della posteriore del muscolo digastrico ed emergendo tra la vena giugulare
spalla e da notevole perdita di funzione. Il dolore è tipico: spesso interna e l’arteria carotide interna. Dato che è spesso associato a un
intenso, profondo, sordo, costante e tedioso; percepito intorno alla plesso venoso intorno alla giunzione della vena faciale comune e della
scapola e alla parte posteriore del collo e della spalla. Anche la posi- vena giugulare interna (vena comitans nervi hypoglossi), un sanguina-
zione della scapola è caratteristica: a causa della perdita di uno dei mento eccessivo in questo punto durante la dissezione del collo può
principali muscoli sospensori, il trapezio, la scapola si abbassa e si determinare un grave danno a carico del nervo. Il nervo descrive una
allontana dalla colonna vertebrale. Spesso si riscontra una scapola curva intorno al ramo sternocleidomastoideo inferiore dell’arteria occi-
alata, facilmente distinguibile da quella causata da una paralisi del pitale, interseca lateralmente le arterie carotidi interna ed esterna e
muscolo serrato anteriore dalla posizione della scapola. Il nervo l’ansa dell’arteria linguale, appena sopra la punta del grande corno dello
sembra essere relativamente immune ai danni provocati da una ripa- ioide; a sua volta, è incrociato dalla vena faciale (si vedano Figg. 35.7A,
razione posticipata, anche dopo quattro anni dalla lesione; ben prima 35.8, 35.17). Successivamente, il nervo si inclina superiormente e ante-
della reinnervazione del muscolo si ottiene un precoce alleviamento riormente sul muscolo ioglosso, passando profondamente al muscolo
del dolore (Camp e Birch 2011). stiloioideo, al tendine del muscolo digastrico e al margine posteriore
del muscolo miloioideo. Tra il miloioideo e l’ioglosso, il nervo ipo-
glosso si dispone sotto la parte profonda della ghiandola sottomandi-
NERVO IPOGLOSSO bolare, del dotto sottomandibolare e del nervo linguale, con cui
comunica. Si porta quindi sulla superficie laterale del muscolo genio-
Il nervo ipoglosso è il dodicesimo nervo cranico; fornisce innnervazione glosso, proseguendo in avanti nel suo spessore fino alla punta della
motoria a tutti i muscoli della lingua, fatta eccezione per il lingua (si veda Fig. 37.11A). Invia fibre ai muscoli stiloglosso, ioglosso,
18 palatoglosso. genioglosso e intrinseci della lingua. Lingue di cadaveri processate
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
secondo la colorazione di Sihler (una tecnica di colorazione di ampie
porzioni di nervo che rende i campioni trasparenti senza dover proce- NERVI SPINALI
dere a sezione, operando quindi su campioni interi e ottenendo comun-
que un buon contrasto per i nervi), oppure le colorazioni per I nervi spinali sono il mezzo tramite cui il sistema nervoso centrale riceve
acetilcolinesterasi o con impregnazione argentica, mostrano lo schema informazioni dal tronco e dagli arti e ne controlla l’attività. Esistono 31
base di distribuzione del nervo ipoglosso all’interno della lingua dei paia di nervi spinali (8 cervicali, 12 toracici, 5 lombari, 5 sacrali, 1 coc-
mammiferi, anche se esistono importanti differenze anche rispetto ai cigeo), che contengono un insieme di fibre sensitive e motorie. Ai singoli
primati non umani. Molte fibre muscolari, quindi, soprattutto nel nervi sono comunemente applicate le abbreviazioni C, T, L, S e Co,
gruppo dei muscoli intrinseci trasversi, contengono diverse placche associate ai relativi numeri cardinali, a indicare la loro radice.
motorie a grappolo, suggerendo che si tratti di una variante di fibre I nervi spinali attraversano i forami intervertebrali. A livello toracico,
muscolari toniche, a contrazione lenta. Verosimilmente, queste specia- lombare, sacrale e coccigeo, i nervi lasciano il canale vertebrale pas-
lizzazioni facilitano il controllo motorio fine per le modificazioni di sando sotto il peduncolo della vertebra corrispondente; così, per
forma che la lingua deve subire per il linguaggio e per la deglutizione esempio, il quarto nervo lombare (L4) esce dal foro intervertebrale tra
(Mu e Sanders 2010). la quarta e la quinta vertebra lombare. Nella regione cervicale, invece,
Il nervo ipoglosso dà origine ai rami meningei, discendente, tiroio- i sette nervi cervicali superiori (C1-C7) passano sopra la vertebra corri-
ideo, genioioideo e comunicanti. spondente. Il primo nervo cervicale (C1) lascia il canale vertebrale tra
l’occipite e l’atlante ed è spesso denominato nervo sotto-occipitale.
Rami meningei L’ultimo paio di nervi cervicali non ha una vertebra di numero corri-
I rami meningei lasciano il nervo all’interno del canale dell’ipoglosso spondente; l’ottavo nervo cervicale passa tra la settima vertebra cervicale
e lo ripercorrono per innervare la diploe dell’osso occipitale, le pareti e la prima vertebra toracica.
durali dei seni occipitale e petroso inferiore e gran parte del pavimento
della parete anteriore della fossa cranica posteriore, probabilmente
attraverso vie diverse da quella del nervo ipoglosso, per esempio i nervi Aspetto e orientamento delle radici a ogni livello
spinali cervicali superiori (si veda Fig. 25.2B). spinale
Ramo discendente Le radici dei nervi spinali presentano dimensioni e direzioni variabili.
Il ramo discendente (discendente del nervo ipoglosso) contiene fibre Le radici dei quattro nervi cervicali superiori sono di piccole dimen-
provenienti dal primo nervo spinale cervicale. Si stacca dal nervo ipo- sioni, mentre le quattro inferiori hanno dimensioni maggiori. Il rap-
glosso nel punto in cui questo curva intorno all’arteria occipitale e porto tra lo spessore delle radici cervicali dorsali e quello delle radici
scende sulla guaina carotidea. Fornisce un ramo diretto al ventre supe- ventrali è di 3:1, superiore a quello di altre regioni. La prima radice
riore del muscolo omoioideo prima di unirsi al nervo cervicale discen- dorsale rappresenta un’eccezione, in quanto è più piccola della sua
dente per formare l’ansa cervicale (si vedano Figg. 35.7A e 35.8). controparte ventrale e, talvolta, assente. La prima e la seconda radice
spinale cervicale sono brevi e decorrono quasi orizzontalmente fino al
Nervi per i muscoli tiroioideo e genioioideo punto di uscita dal canale vertebrale, mentre dal terzo all’ottavo seg-
I nervi diretti ai muscoli tiroioideo e genioioideo originano in prossi- mento cervicale le radici scendono in direzione obliqua. L’inclinazione
mità del margine posteriore del muscolo ioglosso; derivano dal primo e la lunghezza aumentano progressivamente, anche se la distanza tra
ramo cervicale ventrale. l’attacco spinale e l’uscita dalla vertebra non supera mai l’altezza della
vertebra. Una descrittiva alternativa riporta che le radicole cervicali
Rami comunicanti superiori si portino verso il basso, la quinta sia orizzontale, dalla sesta
Il nervo ipoglosso comunica con il tronco del simpatico, con i nervi all’ottava salgano, le prime due radicole toraciche siano orizzontali, le
linguale, glossofaringeo e vago e con il plesso faringeo. In prossimità tre successive si portino verso la sesta sia orizzontale e le successive
dell’atlante è raggiunto da rami provenienti dal ganglio cervicale supe- vadano verso il basso (Kubik e Müntener 1969): questa descrittiva si
riore della catena del simpatico e da una sottile ramificazione prove- basa sull’osservazione che il tratto cervicotoracico del midollo spinale
niente dall’ansa tra il primo ramo ventrale cervicale e il ramo ascendente raggiunge una lunghezza maggiore degli altri segmenti.
del secondo ramo ventrale cervicale, che lascia il nervo ipoglosso come Le radici toraciche, fatta eccezione per la prima, sono di piccole
radice superiore dell’ansa cervicale. Le connessioni con il nervo vago si dimensioni e la radice dorsale ha uno spessore di poco superiore alla
trovano in prossimità del cranio; diverse piccole ramificazioni passano radice ventrale. Aumentano progredendo inferiormente lungo il
all’interno del connettivo che unisce il nervo ipoglosso e il ganglio midollo spinale in lunghezza. Nella regione toracica inferiore, le radici
inferiore del vago. Nel punto in cui il nervo ipoglosso curva intorno discendono di almeno due vertebre a contatto del midollo spinale
all’arteria occipitale, riceve il ramo linguale del vago dal plesso faringeo. prima di emergere dal canale vertebrale.
Vicino al margine anteriore del muscolo ioglosso si connette al nervo Le radici lombari inferiori e sacrali superiori sono quelle di dimen-
linguale attraverso diverse sottili ramificazioni che salgono passando sioni maggiori, con il maggior numero di radicole. Le radici coccigee
sul muscolo. sono quelle di dimensioni minori. Le radici lombari, sacrali e coccigee
discendono con un grado di inclinazione crescente portandosi ai rela-
Lesioni del nervo ipoglosso tivi punti di emergenza (Kubik e Müntener 1969). Il midollo spinale
Il nervo ipoglosso può subire lesioni durante la dissezione del collo. termina in prossimità del margine inferiore della prima vertebra
Una resezione completa dell’ipoglosso determina una paralisi monola- lombare; quindi, la lunghezza delle radici successive aumenta veloce-
terale della lingua, con conseguente emiatrofia; la lingua quando viene mente: il successivo raggruppamento di radici forma la cauda equina
protrusa fuori dal cavo orale mostra una deviazione verso il lato para- (si veda Fig. 47.1A). Le radici più grandi, e quindi i nervi spinali di
lizzato e, invece, quando retratta all’interno del cavo orale, il lato dan- maggiori dimensioni, sono in continuità con il rigonfiamento cervicale
neggiato e paralizzato si solleva maggiormente rispetto al lato non e con quello lombare del midollo spinale; innervano l’arto superiore e
interessato. Durante la deglutizione, la laringe può essere deviata verso l’arto inferiore.
il lato attivo in conseguenza della paralisi monolaterale dei muscoli
depressori dell’osso ioide associata alla perdita del primo ramo cervi- Gangli spinali (gangli delle radici dorsali)
cale ventrale, che decorre con il nervo ipoglosso. In caso di paralisi
bilaterale, la lingua non può compiere movimenti. Il gusto e la sensi- I gangli spinali (GRD, Gangli delle Radici Dorsali) sono costituiti da
bilità tattile non subiscono alterazioni, ma l’articolazione dei suoni è un esteso raggruppamento di neuroni sensitivi posti sulle radici dorsali
lenta e la deglutizione molto difficoltosa. del midollo spinale. Hanno forma ovale e colore rossastro: le dimen-
Il nervo ipoglosso è spesso utilizzato per ripristinare la motilità dei sioni variano in relazione alle dimensioni della radice. Il ganglio si
muscoli mimici nei pazienti, soprattutto anziani, in cui è stato sezionato presenta bifido medialmente, dove i due fascicoli di una radice dorsale
il nervo faciale. Innesti diretti terminoterminali, terminolaterali o innesti emergono per entrare nel midollo spinale. I gangli si trovano di norma
con suddivisione del nervo sono affidabili e rappresentano un’alternativa nel forame intervertebrale, appena lateralmente al punto in cui le radici
resistente, efficace e veloce a procedure di riparo più complesse. perforano la dura madre (si veda Fig. 47.4A). Tuttavia, il primo ganglio 19
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

cervicale, se presente, si trova sull’arco vertebrale dell’atlante, mentre il Variazioni delle radici e dei nervi spinali
secondo si trova posteriormente all’articolazione atlantoassiale laterale;
i gangli sacrali sono posti all’interno del canale vertebrale e il ganglio Le radici e i nervi spinali possono avere un decorso aberrante in rap-
coccigeo si trova, di norma, all’interno della dura madre. Sono talvolta porto al sacco durale e ai canali vertebrale e radicolare. Un singolo
presenti piccoli gangli aberranti sulle radici dorsali dei nervi cervicali forame intervertebrale può contenere una doppia guaina, con doppio
superiori, tra i gangli spinali e il midollo spinale. nervo e doppia radice, che saranno dunque assenti a livello di uno dei
segmenti adiacenti. All’interno del canale vertebrale possono verificarsi
connessioni anomale tra le radici. Queste alterazioni sono state descritte
Nervi spinali propri e classificate per la colonna lombosacrale da Neidre e Macnab (1983).

Appena distalmente ai gangli spinali, le radici ventrali e le radici dorsali


si uniscono a formare i nervi spinali. Questi si dividono quasi subito Componenti funzionali dei nervi spinali
in un ramo dorsale e un ramo ventrale, ognuno dei quali riceve fibre
da entrambe le radici (si veda Fig. 47.4A). A tutti i livelli sopra il sacro, Un nervo spinale tipico contiene fibre efferenti somatiche e fibre affe-
la divisione si verifica all’interno del foro intervertebrale. La divisione renti somatiche e viscerali. Alcuni nervi spinali, ma non tutti, conten-
dei nervi spinali sacrali avviene nel canale vertebrale sacrale; il ramo gono anche fibre autonomiche pregangliari.
dorsale e il ramo ventrale escono separatamente dai fori sacrali poste-
riore e anteriore a ogni livello. A livello di alcuni segmenti cervicali e Componenti somatiche
toracici, i nervi spinali si triforcano, e in questo caso il terzo ramo è
denominato ramo intermedio. In corrispondenza o distalmente al suo Le fibre efferenti somatiche innervano la muscolatura scheletrica e sono
punto di origine, ogni ramo ventrale emette rami meningei ricorrenti gli assoni di neuroni α, β e γ situati nella colonna grigia ventrale del
(sinovertebrali) e riceve un ramo grigio comunicante dal corrispon- midollo spinale. Le fibre afferenti somatiche sono i processi periferici
dente ganglio simpatico. Tutti i rami ventrali toracici e il primo e il dei neuroni unipolari dei gangli spinali e trasmettono impulsi al SNC
secondo lombare forniscono un ramo comunicante bianco al corri- dai recettori a livello di cute, tessuto sottocutaneo, muscoli, tendini,
spondente ganglio simpatico. Il secondo, il terzo e il quarto nervo fasce e articolazioni.
sacrale forniscono rami viscerali che danno origine al ramo parasimpa-
tico pregangliare diretto ai plessi pelvici. Componenti viscerali
I nervi spinali cervicali aumentano di dimensioni dal primo al sesto
nervo. Il settimo e l’ottavo nervo cervicale e il primo toracico hanno Fibre efferenti viscerali
dimensioni simili al sesto nervo cervicale. I restanti nervi toracici sono Le fibre efferenti viscerali pregangliari simpatiche sono gli assoni dei
relativamente piccoli. I nervi lombari sono di grandi dimensioni, e neuroni della colonna grigia intermediolaterale del midollo spinale in
aumentano dal primo al quinto. Il primo nervo sacrale è più grande tutti i segmenti toracici e nei due o tre segmenti lombari superiori; si
degli altri nervi sacrali, che hanno dimensioni progressivamente ridotte. uniscono al tronco del simpatico tramite i corrispondenti rami bianchi
I nervi coccigei sono i nervi spinali più piccoli. comunicanti ed entrano in sinapsi con i neuroni post-gangliari distri-
Nel canale radicolare e nel foro intervertebrale, un nervo spinale è buiti alla muscolatura liscia, al miocardio e alle ghiandole esocrine.
associato all’arteria spinale di quel segmento e al suo corrispondente Le fibre efferenti viscerali pregangliari parasimpatiche sono gli
ramo radicolare, oltre a un plesso venoso di piccole dimensioni. All’e- assoni dei neuroni situati nella colonna grigia laterale del midollo
stremità esterna del forame, il nervo può disporsi sopra o sotto i lega- spinale, nei segmenti sacrali dal secondo al quarto; essi lasciano i rami
menti transforaminali. Le dimensioni di un nervo spinale e delle ventrali dei corrispondenti nervi sacrali ed effettuano sinapsi nei gangli
strutture a esso associate all’interno del forame vertebrale non sono pelvici. Gli assoni postgangliari si distribuiscono prevalentemente alla
direttamente correlate alle dimensioni del foro di uscita del nervo: il muscolatura liscia o alle ghiandole delle pareti dei visceri pelvici.
quinto nervo lombare è il più grande dei nervi lombari, ma ha un foro
più piccolo di quello dei primi quattro nervi lombari; è, quindi, parti- Fibre afferenti viscerali
colarmente soggetto a fenomeni compressivi. Fibre afferenti viscerali generali provenienti dai visceri e dai vasi sangui-
gni accompagnano la controparte efferente. Rispondono a vari stimoli,
Nervi meningei tra cui un’eccessiva contrazione o distensione muscolare, ischemia e
infiammazione; i corpi cellulari dei neuroni sono situati nei gangli del
I nervi meningei (o sinovertebrali) ricorrenti sono presenti a livello di nervo glossofaringeo e del nervo vago e nei gangli delle radici dorsali
tutti i segmenti vertebrali. Si tratta di nervi misti sensitivi e simpatici, toraciche e lombosacrali (fibre afferenti viscerali che decorrono princi-
rappresentati da numerose e sottili ramificazioni, tra cui possono essere palmente con le fibre efferenti simpatiche). Le loro proiezioni centrali
evidenti fino a quattro tronchi di dimensioni maggiori. A livello cervi- raggiungono rispettivamente il tronco encefalico e il midollo spinale. Le
cale, le radici del sistema nervoso autonomo originano da rami grigi fibre sensitive del nervo vago sono più numerose nei derivati del tratto
che formano il nervo vertebrale. A livello toracico e lombare, ogni nervo anteriore del canale alimentare primitivo rispetto a quelli del tratto
è formato da una radice somatica proveniente dal ramo ventrale e da intermedio; sono coinvolte in risposte fisiologiche come la sazietà,
una radice autonomica proveniente dal ramo comunicante grigio di mentre sensazioni di dolore e fastidio sono mediate da vie spinali.
quel segmento. Ogni nervo segue un decorso ricorrente attraverso il I corpi cellulari degli afferenti viscerali generali del glossofaringeo
forame intervertebrale, passando ventralmente al nervo spinale, per sono situati nei gangli del glossofaringeo. I loro processi periferici
entrare nel canale vertebrale, dove si divide nei rami ascendente, discen- innervano la regione postsulcale della lingua, le tonsille palatine e la
dente e trasverso. Queste ramificazioni comunicano con le corrispon- faringe, ma non le papille gustative. Innervano anche il seno carotideo
denti dei segmenti adiacenti, superiori e inferiori, e controlaterali, e il corpo carotideo, che contengono recettori sensibili alla tensione e
formando arcate lungo il pavimento del canale vertebrale. I rami alle variazioni nella composizione chimica del sangue. Gli impulsi
meningei delle arcate formano un plesso, sulla superficie ventrale del provenienti da questi recettori sono essenziali ai riflessi circolatori e
sacco durale, e lungo le guaine delle radici nervose che si portano late- respiratori.
ralmente; in sede paramediana posteriore, la dura madre è priva di I corpi cellulari delle fibre afferenti viscerali generali del vago si
terminazioni nervose. I rami scheletrici si distribuiscono al legamento trovano nei gangli vagali superiore e inferiore. I loro processi periferici
longitudinale posteriore, al periostio dei corpi vertebrali e alle superfici si distribuiscono a terminali nelle pareti della faringe e dell’esofago
posteriore e posterolaterale dei dischi intervertebrali (Garcia-Cosama- dove, agendo in sinergia con gli afferenti viscerali del glossofaringeo
lon et al. 2010). Rami vascolari accompagnano il decorso delle vene e nella faringe, sono impegnati nei riflessi di deglutizione. Si ritiene che
delle arterie del canale vertebrale e di quelle dei corpi vertebrali. I tre gli afferenti vagali innervino anche la tiroide e le paratiroidi. A livello
nervi meningei cervicali superiori salgono attraverso il forame magno cardiaco, gli afferenti vagali innervano le pareti dei grandi vasi, i corpi
e raggiungono la fossa cranica posteriore, dove innervano la dura madre aortici e i pressocettori, dove sono stimolati da un aumento della pres-
che riveste il clivus; lungo il loro decorso, innervano l’articolazione sione intravascolare. A livello polmonare si distribuiscono attraverso i
20 atlantoassiale mediana e i relativi legamenti. plessi polmonari. Innervano: la mucosa bronchiale, dove sono
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
probabilmente coinvolti nel riflesso della tosse; la muscolatura bron- evocare sintomi da angina pectoris, in cui è presente un tipico dolore
chiale, dove circondano i miociti e terminano in esili ramuscoli, consi- presternale riferito anche a gran parte del torace sinistro, e tale dolore
derati talvolta fusi neuromuscolari e che si ritiene siano stimolati da può anche irradiarsi alla spalla sinistra, alla superficie mediale del
variazioni di lunghezza dei miociti; il tessuto connettivo interalveolare, braccio sinistro, lungo il lato sinistro del collo fino alla mascella e
dove le terminazioni a bottone, insieme ai terminali sui miociti, all’occipite e in basso fino all’epigastrio. Gli afferenti cardiaci, traspor-
possono evocare il riflesso di Hering-Breuer; l’avventizia delle arterie tati nei rami cardiaci del nervo vago, sono coinvolti nel controllo
polmonari, dove possono agire da pressocettori; l’intima delle vene riflesso di depressione dell’attività cardiaca. Le fibre dolorifiche prove-
polmonari, dove possono fungere da chemocettori. Le fibre afferenti nienti dagli ureteri, che decorrono con le fibre simpatiche, sono vero-
viscerali vagali terminano anche nelle pareti di stomaco e intestino, similmente coinvolte nel dolore lancinante che caratterizza le coliche
ghiandole digestive e reni. Le fibre che terminano a livello intestinale e renali provocate da ostruzione da parte di calcoli. Le fibre afferenti
dei dotti rispondono a forze di stiramento o contrazione. Impulsi pro- provenienti dal testicolo e dall’ovaio attraversano i corrispondenti plessi
venienti dallo stomaco possono evocare sensazioni di fame e nausea. e raggiungono i rispettivi corpi cellulari nel decimo e undicesimo
Gli afferenti viscerali che raggiungono il midollo spinale attraverso ganglio della radice dorsale.
le radici dei nervi spinali producono estese ramificazioni ed effettuano Alcuni neuroni afferenti primari che innervano l’intestino, il
sinapsi con i neuroni visceromotori del corno dorsale e della sostanza polmone, il cuore e i vasi sanguigni sembrano anche avere un’attività
grigia intermedia. Quasi tutti i processi centripeti delle fibre afferenti del efferente, in quanto durante il riflesso assonico rilasciano trasmettitori
vago e del glossofaringeo terminano nel nucleo solitario del midollo dalle estremità terminali. Le sostanze principali rilasciate in questo
allungato. Circa il 5% degli efferenti vagali proietta direttamente e modo sono la sostanza P, il peptide correlato al gene della calcitonina
termina a livello dei segmenti superiori del midollo spinale cervicale (CGRP) e l’ATP. La loro azione sulle cellule bersaglio determina vasodi-
(C1-C2), dove si ritiene che contribuiscano alla sensibilità riferita, oltre latazione, aumento della permeabilità delle venule, variazioni di con-
che a meccanismi propriospinali di modulazione nocicettiva. Gli affe- trattilità della muscolatura liscia, degranulazione dei mastociti e diversi
renti viscerali stabiliscono collegamenti nel SNC che mediano i riflessi effetti a carico di leucociti e fibroblasti, un processo conosciuto, nel suo
autonomici. Inoltre, gli impulsi afferenti mediano verosimilmente sen- insieme, come “infiammazione neurogena periferica”. Il rilascio locale
sazioni viscerali come fame, nausea, eccitazione sessuale, distensione di queste sostanze potrebbe avere un ruolo nel mantenimento dell’inte-
vescicale ecc. Le fibre del dolore viscerale possono seguire queste vie. grità tissutale e nei processi di riparazione successivi a una lesione (per
Nonostante i visceri non siano sensibili al taglio, allo schiacciamento o ulteriori approfondimenti si rimanda a Xanthos e Sandkühler [2014]).
alle ustioni, una tensione eccessiva della muscolatura liscia e alcune
condizioni patologiche possono indurre dolore viscerale. In corso di
patologie viscerali, è possibile percepire un dolore indefinito in prossi- RAMI DEI NERVI SPINALI
mità del viscere stesso (dolore viscerale) o in un’area cutanea o altro
tessuto i cui afferenti somatici raggiungono segmenti spinali che rice- I nervi spinali escono dal canale vertebrale dal corrispondente forame
vono afferenti dal viscere, un fenomeno conosciuto come dolore riferito. intervertebrale. Si dividono quindi in un ramo ventrale (anteriore), di
In caso di diffusione di un processo infiammatorio da un viscere affetto dimensioni maggiori, e un ramo dorsale (posteriore), di dimensioni
da malattia alla sierosa parietale adiacente (per esempio, il peritoneo), minori. In termini generali, i rami ventrali innervano la muscolatura e
si avrà una stimolazione degli afferenti somatici, che determina dolore la cute della porzione anterolaterale del tronco e gli arti. Gli assoni dei
somatico localizzato, di norma spastico. Il dolore riferito è spesso asso- rami ventrali che innervano il collo, l’arto superiore e l’arto inferiore
ciato a dolorabilità cutanea localizzata. Per ulteriori approfondimenti sono ridistribuiti rispettivamente al plesso cervicale, brachiale e lombo-
sul dolore viscerale si rimanda a Bielefeldt e Gebhart (2013). sacrale. I rami ventrali toracici decorrono in modo indipendente e
Le fibre afferenti dei nervi splancnici pelvici innervano i visceri della conservano una distribuzione prevalentemente segmentaria. I rami
pelvi e il tratto distale del colon. I recettori vescicali sono diffusi; quelli dorsali (posteriori) dei nervi spinali sono di norma più piccoli dei rami
negli strati muscolari sono associati a fibre densamente mielinizzate e si ventrali e si dirigono posteriormente. Dal momento che conservano
ritiene siano recettori di stiramento, verosimilmente attivati dalla contra- una distribuzione segmentaria, tutti i nervi spinali, fatta eccezione per
zione. Fibre dolorifiche provenienti dalla vescica e dal tratto prossimale il primo cervicale, il quarto e il quinto sacrale e il coccigeo, si dividono
dell’uretra attraversano i nervi splancnici pelvici e il plesso ipogastrico nei rami mediale e laterale, che innervano i muscoli e la cute delle
inferiore, i nervi ipogastrici, il plesso ipogastrico superiore e i nervi splan- regioni posteriori del collo e del tronco (si veda Fig. 47.6).
cnici lombari per raggiungere i rispettivi corpi cellulari nei gangli delle
radici spinali dorsali del tratto toracico inferiore e lombare superiore; il
significato di questa doppia via sensitiva non è del tutto chiaro. Lesioni Rami dorsali
della cauda equina sopprimono il dolore derivante da una sovradisten-
sione vescicale, mentre la sezione del plesso ipogastrico non ha questo Rami spinali dorsali cervicali
effetto. Le fibre dolorifiche provenienti dall’utero attraversano il plesso
ipogastrico e i nervi splancnici pelvici per raggiungere i corpi cellulari Tutti i rami spinali dorsali cervicali, tranne il primo, si dividono in un
negli ultimi gangli spinali toracici e nei primi gangli spinali lombari; la ramo mediale e un ramo laterale, che innervano i muscoli. General-
sezione del plesso ipogastrico può alleviare la dismenorrea. Gli afferenti mente, solo i rami mediali dei nervi dal secondo al quarto, e di solito
provenienti dalla cervice uterina attraversano i nervi splancnici pelvici per il quinto, innervano la cute. Con l’eccezione del primo e del secondo,
raggiungere i corpi cellulari nei gangli spinali dei segmenti sacrali supe- ogni ramo dorsale si porta posteriormente, medialmente al muscolo
riori; uno stiramento della cervice uterina determina dolore, mentre la intertrasversario posteriore (che innerva), descrive una curva intorno al
cauterizzazione e l’esecuzione di biopsie escissionali no. processo articolare verso lo spazio tra il muscolo semispinale della testa
In generale, le fibre afferenti che accompagnano le fibre simpatiche e il muscolo semispinale del collo.
pre- e postgangliari presentano un’organizzazione segmentale e termi-
nano nei segmenti del midollo spinale da cui originano le fibre pregan- Ramo dorsale del primo nervo cervicale (nervo sotto-occipitale)
gliari che innervano la regione o il viscere interessato. Gli afferenti Il ramo dorsale del primo nervo cervicale, il nervo sotto-occipitale,
viscerali generali che raggiungono i segmenti spinali toracici e quelli presenta dimensioni maggiori rispetto al ramo ventrale (si veda
lombari superiori sono coinvolti principalmente nella sensibilità dolo- Fig. 46.55). Emerge superiormente all’arco posteriore dell’atlante e infe-
rifica. Impulsi nocicettivi provenienti da faringe, esofago, stomaco, inte- riormente all’arteria vertebrale, entra nel triangolo sotto-occipitale per
stino, reni, ureteri, colecisti e dotti biliari sembrano essere trasmessi innervare i muscoli retti posteriori maggiore e minore della testa, i
dalle vie del simpatico. Gli impulsi nocicettivi di origine cardiaca rag- muscoli obliqui superiore e inferiore della testa e il muscolo semispi-
giungono il midollo spinale all’interno dei nervi spinali toracici dal nale della testa. Una ramificazione proveniente dal ramo del muscolo
primo al quinto, prevalentemente attraverso i nervi cardiaci medio e obliquo inferiore si unisce al ramo dorsale del secondo nervo cervicale.
inferiore, ma alcune fibre passano direttamente nei nervi spinali. È stato Il nervo sotto-occipitale presenta occasionalmente un ramo cutaneo,
descritto che non ci siano fibre afferenti viscerali generali nei nervi che decorre insieme all’arteria occipitale fino al cuoio capelluto e si
cardiaci superiori. In periferia, le fibre attraversano i plessi cardiaci e collega ai nervi grande e piccolo occipitale. Può, inoltre, comunicare
decorrono lungo le arterie coronarie. Un’anossia del miocardio può con il nervo accessorio. 21
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

Ramo dorsale del secondo nervo cervicale rami articolari alle faccette articolari poste sopra e sotto il loro decorso,
Il ramo dorsale del secondo nervo cervicale è leggermente più grande prima di raggiungere e innervare il muscolo multifido. A ogni seg-
del ramo ventrale e di tutti gli altri rami dorsali cervicali (si vedano mento, rami terminali raggiungono il muscolo interspinale. Rami
Figg. 36.15 e 46.55). Decorre tra la lamina dell’epistrofeo e il muscolo cutanei originano costantemente dal quarto ramo mediale e frequente-
obliquo inferiore, al di sotto del quale si divide in un ramo mediale, di mente dal quinto, dal sesto e dall’ottavo, ma, di norma, non dal settimo.
dimensioni maggiori, e un ramo laterale, di dimensioni minori. Il ramo Questi rami attraversano il muscolo multifido o il semispinale del collo
dorsale, o il suo ramo mediale, riceve rami comunicanti dal ramo e curvano dorsalmente intorno al margine mediale del semispinale
dorsale del primo nervo cervicale, che decorre attraverso e intorno al della testa per attraversare lo splenio del collo e il trapezio e raggiungere
muscolo obliquo inferiore. Un ramo comunicante discendente inter- la cute.
seca la faccetta articolare tra la seconda e la terza vertebra cervicale per
raggiungere il ramo dorsale del terzo nervo cervicale. Rami dorsali dei nervi spinali toracici
Nervo grande occipitale I rami dorsali dei nervi spinali toracici innervano la muscolatura intrin-
Il ramo mediale, denominato nervo grande occipitale, decorre trasver- seca del dorso e la sovrastante cute su base segmentaria (si veda
salmente attraverso il muscolo obliquo inferiore, profondamente al Fig. 47.6). A ogni livello, si portano dorsalmente attraverso un’apertura
muscolo semispinale della testa, che innerva. In prossimità dell’origine delimitata superiormente e inferiormente dai processi trasversi, medial-
del muscolo obliquo inferiore, descrive una piega in senso rostrale mente dalla faccetta articolare e lateralmente dal legamento costotra-
lungo il muscolo retto posteriore maggiore della testa, dove riceve un sversario superiore. In seguito, ogni ramo dorsale segue lateralmente un
ramo comunicante dal terzo nervo occipitale prima di curvare dorsal- decorso prolungato, tra la lamella anteriore del legamento costotrasver-
mente e attraversare il muscolo semispinale della testa. Emerge a livello sario superiore, anteriormente, e il legamento costolamellare e la
del cuoio capelluto passando sopra una fascia aponeurotica tra il lamella posteriore del legamento costotrasversario superiore, posterior-
muscolo trapezio e lo sternocleidomastoideo in prossimità dei loro mente. In questo spazio ristretto, il ramo dorsale si divide nei rami
punti di attacco occipitali. Sale con l’arteria occipitale e si divide in rami laterale e mediale. I rami laterali proseguono lateralmente fino all’arti-
che si collegano ai nervi terzo occipitale e piccolo occipitale, che inner- colazione costotrasversaria, sopra la quale curvano dorsalmente e infe-
vano la parte posteriore del padiglione auricolare e la cute del cuoio riormente per innervare i muscoli elevatori delle coste e raggiungere il
capelluto fino alla sutura coronale. La branca laterale del ramo dorsale muscolo lunghissimo del torace e l’ileocostale. Le ramificazioni laterali
del secondo nervo cervicale innerva il muscolo lunghissimo della testa, dei rami dorsali dei sei nervi toracici superiori conservano la posizione
il semispinale della testa e lo splenio della testa; invia un ramo comu- intramuscolare. Quelle provenienti dai sei segmenti inferiori emergono
nicante alla branca laterale del ramo dorsale del terzo nervo cervicale. dal muscolo ileocostale dei lombi e perforano il serrato posteriore
inferiore e il grande dorsale in linea con gli angoli costali. Devono
Nevralgia del nervo grande occipitale  La nevralgia del grande occi- decorrere inferiormente almeno di quattro livelli costali prima di diven-
pitale è una sindrome caratterizzata da algia e parestesie a livello del tare superficiali. Il dodicesimo ramo laterale toracico invia una sottile
territorio di distribuzione del nervo grande occipitale. È di norma pro- ramificazione in direzione mediale lungo la cresta iliaca e successiva-
vocata da un danno o da un’irritazione a carico del nervo grande occi- mente si porta in basso, verso la cute della regione glutea anteriore.
pitale, ma, più raramente, può essere determinata da un processo simile Alcuni dei rami laterali toracici superiori possono diventare cutanei.
a carico del nervo piccolo occipitale o di entrambi i nervi occipitali. Ogni ramo mediale descrive una curva a U in direzione dorsale, intorno
Una sindrome analoga può essere causata da fenomeni artrosici della al margine laterale della lamella posteriore del legamento costotrasver-
faccetta articolare posteriore che coinvolga la radice del secondo nervo sario superiore, disponendosi a una distanza variabile sopra l’estremità
cervicale (Vanelderen et al. 2010). del processo trasverso. A livello dei segmenti toracici dal primo al
quarto, nono e decimo, i rami mediali incrociano l’estremità del pro-
Ramo dorsale del terzo nervo cervicale cesso trasverso per curvare inferiormente e medialmente attraverso la
Il ramo dorsale del terzo nervo cervicale ha dimensioni intermedie tra superficie posteriore del processo trasverso, disponendosi tra le inser-
il secondo e il quarto. Decorre all’indietro intorno al processo articolare zioni del muscolo multifido, medialmente, e del semispinale, lateral-
della terza vertebra cervicale, medialmente al muscolo intertrasversario mente. Ogni nervo prosegue questo decorso obliquo per innervare il
posteriore, e si divide nei rami mediale e laterale. Il ramo laterale si muscolo multifido e il semispinale. A livello dei segmenti toracici dal
porta dorsalmente, attraverso la superficie del muscolo semispinale quinto all’ottavo, i rami mediali assumono un decorso parallelo a
della testa, per innervare questo muscolo e i sovrastanti lunghissimo quello degli altri segmenti; tuttavia, essi non raggiungono il processo
della testa e splenio della testa. Riceve un ramo comunicante dalla trasverso, ma passano superiormente e dorsalmente al piano dei pro-
branca laterale del ramo dorsale del secondo nervo cervicale e invia un cessi trasversi. In corrispondenza dell’undicesimo e del dodicesimo
ramo analogo alla branca laterale del ramo dorsale del quarto nervo segmento, in linea con la lunghezza relativamente ridotta dei processi
cervicale. Il ramo mediale profondo descrive una curva dorsalmente e trasversi a questi livelli, i rami mediali decorrono in prossimità dei
medialmente intorno alla parte più stretta del processo articolare, prima processi articolari superiori. Ogni ramo mediale fornisce rami articolari
di terminare nel muscolo multifido. Invia un ramo articolare alla fac- alle faccette articolari poste superiormente e inferiormente al suo
cetta articolare tra la terza e la quarta vertebra cervicale; può, inoltre, decorso. Le ramificazioni mediali dei rami dorsali dei sei nervi toracici
inviare un ramo al muscolo semispinale della testa. Il ramo mediale superiori emettono rami cutanei che perforano i muscoli trapezio e
superficiale, il terzo nervo occipitale, curva intorno alle superfici laterale romboidi per raggiungere la cute in prossimità dei processi spinosi.
e dorsale della faccetta articolare tra la seconda e la terza vertebra cer- Occasionalmente, dalle ramificazioni mediali dei rami dorsali dei sei
vicale, che innerva. Prosegue trasversalmente, profondamente al nervi toracici inferiori possono originare dei rami cutanei.
muscolo semispinale, che innerva, e invia un ramo comunicante al
nervo grande occipitale. Appena sopra il processo spinale della seconda Rami dorsali dei nervi spinali lombari
vertebra cervicale, il terzo nervo occipitale curva dorsalmente per attra-
versare i muscoli semispinale della testa, splenio della testa e trapezio; Dopo aver lasciato il corrispondente nervo spinale, ogni ramo dorsale
diventa cutaneo a livello di una piccola area posta appena sotto alla dei nervi lombari dal primo al quarto attraversa un’apertura nella
linea nucale superiore. Rami comunicanti si uniscono ai rami cutanei lamina dorsale del legamento intertrasversario, appena sopra il pro-
dei nervi grande e piccolo occipitale. cesso trasverso (si veda Fig. 47.10). Ciascun ramo dorsale innerva il
sovrastante muscolo intertrasversario mediale prima di dividersi nei
Rami dorsali dei cinque nervi cervicali inferiori rami laterale e mediale. I rami laterali innervano le componenti del
I rami dorsali dei cinque nervi cervicali inferiori si piegano all’indietro muscolo erettore della spina lombare: lunghissimo e iliocostale. I tre
intorno ai processi articolari vertebrali e si dividono nei rami laterali e rami laterali lombari superiori emergono dal margine laterale del
mediali. I rami laterali innervano il muscolo lunghissimo del collo, lo muscolo ileocostale dei lombi, perforano l’aponeurosi del muscolo
splenio del collo e l’ileocostale del collo. I rami mediali curvano intorno grande dorsale e diventano cutanei. Incrociano la cresta iliaca per rag-
alle superfici laterali e dorsali dei processi articolari dei segmenti corri- giungere la cute della regione glutea; alcuni si spingono fino al livello
22 spondenti, profondamente al muscolo semispinale della testa. Inviano del grande trocantere. I rami mediali attraversano la giunzione tra il
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
processo articolare superiore e il processo trasverso; seguono quindi un insieme alla maggior parte del ramo ventrale del primo nervo toracico,
decorso a uncino in direzione mediale, tra i processi mammillare e formano il plesso brachiale. Ognuno di essi riceve almeno un ramo
accessorio, profondamente al legamento mammilloaccessorio. Medial- comunicante grigio, i primi quattro dal ganglio cervicale superiore della
mente al legamento, ogni ramo mediale invia rami articolari alle fac- catena del simpatico, il quinto e il sesto dal ganglio cervicale medio, il
cette articolari poste sopra e sotto il suo decorso prima di andare a settimo e l’ottavo dal ganglio cervicotoracico.
innervare il muscolo multifido. Il blocco dei rami mediali si mostra Il ramo ventrale del primo nervo cervicale, il nervo sotto-occipitale,
abbastanza utile nel trattamento della lombalgia mediata da sindrome emerge sopra l’arco posteriore dell’atlante e si porta in avanti lateral-
delle faccette articolari. Le ramificazioni terminali raggiungono i mente alla sua massa laterale e medialmente all’arteria vertebrale.
muscoli interspinali di ciascun segmento. Innerva il muscolo retto laterale della testa, emerge medialmente a esso,
Il ramo dorsale del quinto nervo ha un decorso più lungo degli altri discende anteriormente al processo trasverso dell’atlante e posterior-
rami. Descrive un arco sopra l’ala del sacro, ponendosi a contatto con la mente alla vena giugulare interna; infine, si unisce alla branca ascen-
radice del primo processo articolare superiore sacrale. Di fronte alla base dente del ramo ventrale del secondo nervo cervicale.
dell’articolazione lombosacrale, invia un ramo alle fibre inferiori del Il ramo ventrale del secondo nervo cervicale origina tra gli archi
muscolo lunghissimo del torace e un ramo comunicante al ramo dorsale vertebrali dell’atlante e dell’epistrofeo. Sale nello spazio tra i processi
del primo nervo sacrale; termina con un ramo che curva a U intorno trasversi delle due vertebre, si porta anteriormente al primo muscolo
all’articolazione lombosacrale e raggiunge il muscolo multifido. intertrasversario posteriore ed emerge lateralmente all’arteria vertebrale,
generalmente tra il muscolo lungo della testa e il muscolo elevatore
Rami dorsali dei nervi spinali sacrali della scapola. Il ramo si divide in una branca ascendente, che si unisce
al primo nervo cervicale, e una branca discendente, che si unisce alla
I rami dorsali dei nervi spinali hanno piccole dimensioni, che si ridu- branca ascendente del ramo ventrale del terzo nervo cervicale.
cono procedendo inferiormente; fatta eccezione per il quinto, emer- Il ramo ventrale del terzo nervo cervicale esce tra il muscolo lungo
gono tutti attraverso i forami sacrali dorsali. I tre rami superiori sono della testa e il muscolo scaleno medio. I restanti rami ventrali emergono
ricoperti dal muscolo multifido nel loro punto di emergenza; si divi- tra il muscolo scaleno anteriore e il muscolo scaleno medio.
dono nei rami mediali e laterali. I rami mediali sono di piccole dimen-
sioni e terminano nel multifido. I rami laterali si uniscono tra di loro Nervo frenico
e con i rami dell’ultimo nervo lombare e del quarto nervo sacrale per Il nervo frenico è un nervo somatico misto sensitivo e motorio, che
formare delle anse dorsalmente al sacro. Rami di queste anse decorrono garantisce l’unica innervazione motoria al corrispondente emidia-
dorsalmente in direzione del legamento sacrotuberoso e formano una framma. Deriva principalmente dal ramo ventrale del quarto nervo
seconda serie di anse sotto il muscolo grande gluteo. A partire da queste cervicale ipsilaterale, con contributi dai rami ventrali del terzo e del
anse, due o tre rami glutei attraversano il grande gluteo (lungo una linea quinto nervo cervicale ipsilaterale (si vedano Figg. 35.17 e 35.18). Il
che va dalla spina iliaca superiore posteriore all’apice del coccige) per nervo origina in corrispondenza della porzione superiore del margine
innervare la cute della regione glutea posteriore. laterale del muscolo scaleno anteriore e discende quasi verticalmente
I rami dorsali del quarto e del quinto nervo sacrale sono di piccole sulla sua superficie anteriore, dietro la fascia prevertebrale. Discende
dimensioni; si dispongono caudalmente rispetto al muscolo multifido. posteriormente al muscolo sternocleidomastoideo, al ventre inferiore
Si uniscono tra di loro e con il ramo dorsale del nervo coccigeo per del muscolo omoioideo (in prossimità del suo tendine intermedio),
formare delle anse dorsalmente al sacro; sottili ramificazioni prove- alla vena giugulare interna, alle arterie cervicale trasversa e soprascapo-
nienti da queste anse innervano la cute che riveste il coccige. lare e, sulla sinistra, al dotto toracico. A livello della radice del collo, il
nervo frenico decorre anteriormente al secondo tratto dell’arteria suc-
Ramo dorsale del nervo spinale coccigeo clavia, da cui è separato dal muscolo scaleno anteriore (secondo alcune
descrizioni, a sinistra, il nervo passa anteriormente al primo tratto
Il ramo dorsale del nervo spinale coccigeo non si divide nei rami dell’arteria succlavia) e posteriormente alla vena succlavia. Il nervo
mediale e laterale. Comunica con i rami dorsali del quarto e quinto frenico interseca il muscolo serrato anteriore da laterale a mediale
nervo sacrale. (disponendosi sotto la fascia prevertebrale) ed entra in torace incro-
ciando anteriormente l’arteria toracica interna in direzione mediale.
Nel collo, ogni nervo riceve un numero variabile di piccole ramifi-
Rami ventrali cazioni dai gangli cervicali della catena del simpatico o dai loro rami;
può, inoltre, collegarsi ai plessi toracici interni del sistema simpatico.
I rami ventrali innervano la cute della regione anterolaterale del collo Nella cavità toracica, i nervi frenici destro e sinistro discendono ante-
e del tronco e la cute che riveste gli arti superiori e inferiori. I rami riormente agli ili polmonari, tra il pericardio fibroso e la pleura parietale
ventrali dei nervi cervicali dal secondo al quarto (C2-C4) innervano la mediastinica, associati ai vasi pericardiofrenici. Ciascun nervo frenico
cute del collo (rami del plesso cervicale); i rami ventrali dei nervi cer- emette rami sensitivi per la pleura mediastinica, il pericardio fibroso e lo
vicali dal quinto all’ottavo (C5-C8) e il ramo ventrale del primo nervo strato parietale del pericardio sieroso: il nervo frenico destro innerva la
toracico (T1) innervano la cute dell’arto superiore (rami del plesso porzione del pilastro diaframmatico destro che si trova a destra dell’eso-
brachiale); i rami ventrali dei nervi dal secondo toracico al primo fago, mentre il nervo frenico sinistro innerva il pilastro diaframmatico
lombare (T2-L1) innervano la cute della regione anterolaterale del sinistro e la parte del pilastro destro che si trova a sinistra dell’esofago.
tronco; i rami ventrali dei nervi dal primo o secondo lombare al terzo I nervi frenici destro e sinistro presentano differenze nei rispettivi
sacrale (L1/2-S3) innervano la cute dell’arto inferiore e del perineo rapporti intratoracici (Rajanna 1947).
(rami dei plessi lombare e sacrale). I rami ventrali innervano in maniera
segmentaria i muscoli flessori del collo e della parete del corpo, i Nervo frenico destro
muscoli sottoioidei e i muscoli degli arti attraverso i plessi cervicale Il nervo frenico destro ha un decorso più breve e verticale del sinistro.
(C1-C4), brachiale (C5-T1/2), lombare (L1-L4/5) e sacrale (L4/5-S3). A livello della radice del collo è separato dal secondo tratto dell’arteria
succlavia destra dal muscolo scaleno anteriore (si veda Fig. 55.8A). Si
Rami ventrali dei nervi cervicali porta quindi inferomedialmente attraverso l’apertura toracica superiore,
tra il primo tratto dell’arteria succlavia destra e la vena succlavia destra.
In termini generali, i rami ventrali dei nervi cervicali innervano i gruppi Occasionalmente, i nervi frenici destro e sinistro possono decorrere
anteriori e laterali dei muscoli prevertebrali; il diaframma (attraverso il anteriormente alla corrispondente vena succlavia o attraversare la sua
nervo frenico); i muscoli e le articolazioni dell’arto superiore e la parete anteriore (Paraskevas et al. 2011). Indicativamente in corrispon-
maggior parte dei muscoli sottoioidei; la cute della regione anterolate- denza della prima costa o della prima cartilagine costale, il nervo
rale del collo, il lato radiale dell’arto superiore e le superfici palmare e frenico destro interseca l’arteria toracica interna destra superiormente,
dorsale della mano (attraverso il plesso cervicale e il plesso brachiale). tra l’arteria e la prima costa, o inferiormente, spinto contro l’arteria
Fatta eccezione per il primo, i rami ventrali dei nervi cervicali com- dall’apice del polmone destro e dal relativo rivestimento pleurico
paiono tra il muscolo intertrasversario anteriore e posteriore. I quattro (Owens et al. 1994). Il nervo prosegue la sua discesa, passando appena
superiori costituiscono il plesso cervicale, mentre i quattro inferiori, lateralmente alla vena brachiocefalica destra, alla vena cava superiore, 23
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

al pericardio fibroso che riveste il lato destro dell’atrio destro e alla vena spinale cervicale). Ciò avviene, di norma, in caso di infiammazione
cava inferiore. Si ramifica appena superiormente o in corrispondenza della pleura parietale diaframmatica, come in corso di polmonite
del diaframma. basale, versamento pleurico, patologie neoplastiche o in caso di irrita-
zione del peritoneo parietale diaframmatico, per esempio in caso di
Nervo frenico sinistro pneumoperitoneo o ascesso sottodiaframmatico, in cui può anche veri-
A livello della radice del collo, il nervo frenico sinistro si diparte, di ficarsi una contrazione involontaria del diaframma (singhiozzo).
norma, dal margine mediale del muscolo scaleno anteriore e si porta
anteriormente al primo tratto dell’arteria succlavia sinistra e posterior- Nervo frenico accessorio
mente alla vena succlavia sinistra e al dotto toracico (si veda Fig. 55.8B). Il nervo frenico accessorio è composto da fibre provenienti dal ramo
Il nervo frenico destro e il nervo frenico sinistro hanno talvolta un ventrale del quinto nervo cervicale, che decorrono in una branca del
decorso simmetrico nel tratto cervicale, nel qual caso il nervo frenico nervo diretta al muscolo succlavio. Si dispone lateralmente al nervo
sinistro è inizialmente separato dal secondo tratto dell’arteria succlavia frenico e discende posteriormente (occasionalmente anteriormente)
sinistra dal muscolo scaleno anteriore. Dopo il passaggio attraverso alla vena succlavia. Il nervo frenico accessorio si unisce, di norma, al
l’apertura toracica superiore, il nervo frenico sinistro interseca l’arteria nervo frenico in prossimità della prima costa; talvolta a livello dell’ilo
toracica interna sinistra, più spesso superiormente, indicativamente in del polmone e oltre. Il nervo frenico accessorio può originare dal ramo
corrispondenza della prima costa o della prima cartilagine costale ventrale del quarto o del sesto nervo cervicale o dall’ansa cervicale.
(Owens et al. 1994). Discende sul lato mediale dell’apice del polmone
sinistro e del suo rivestimento pleurico e decorre tra l’arteria carotide Rami ventrali dei nervi toracici
comune sinistra e l’arteria succlavia sinistra. Il nervo discende quindi
anteromedialmente e si porta anteriormente e in prossimità del nervo I rami ventrali dei nervi toracici, diversamente dalle controparti cervicali
vago nella regione superiore all’arco aortico e posteriormente alla vena e lombari, hanno conservato una distribuzione prevalentemente seg-
brachiocefalica sinistra. Prosegue inferiormente, passando anterior- mentaria alla parete del corpo (si vedano Figg. 24.10, 47.5 e 53.3). I
mente alla vena intercostale superiore sinistra, all’arco aortico e all’ilo nervi intercostali dal primo all’undicesimo decorrono negli spazi inter-
del polmone sinistro, per poi portarsi inferolateralmente e a sinistra, costali tra coste adiacenti, mentre il dodicesimo (nervo sottocostale)
sopra il pericardio fibroso che riveste l’atrio sinistro e il ventricolo sini- passa sotto la dodicesima costa. Sono tutti collegati agli adiacenti gangli
stro (si veda Fig. 55.7). Durante il suo passaggio sopra il pericardio della catena del simpatico da rami pre- e postgangliari (rispettivamente
fibroso, il nervo frenico sinistro si trova in posizione anteriore rispetto rami comunicanti bianchi e grigi) (si vedano Figg. 24.13 e 53.18).
al nervo frenico destro ed è quindi a rischio maggiore di lesioni da Quasi tutti i nervi intercostali si distribuiscono alla parete del torace e,
incisioni chirurgiche per l’accesso alla cavità pericardica. nel caso dei nervi inferiori, dell’addome. La quasi totalità del ramo
ventrale del primo nervo toracico entra nel plesso brachiale (si veda
Rapporti diaframmatici Il nervo frenico destro attraversa il centro Fig. 48.6), insieme a proporzioni variabili del ramo ventrale del secondo
tendineo del diaframma passando dallo iato per la vena cava o appena e, talvolta, del terzo nervo toracico tramite i nervi intercostobrachiali. I
lateralmente a esso. Il nervo frenico sinistro attraversa la porzione nervi intercostali dal quarto al sesto innervano solo la parete toracica,
muscolare del diaframma anteriormente al centro tendineo, appena mentre i nervi dal settimo all’undicesimo innervano la parete toracica
lateralmente al pericardio fibroso che riveste il margine polmonare e addominale. Il nervo sottocostale si distribuisce alla parete dell’ad-
sinistro del cuore e posteriormente all’apice cardiaco (si veda Fig. 55.7). dome e alla cute che riveste la parte superiore della faccia laterale della
In corrispondenza del diaframma, o appena superiormente a esso, regione glutea e della coscia. Rami comunicanti possono collegare
entrambi i nervi frenici emettono sottili rami per la pleura parietale che posteriormente i nervi intercostali attraverso gli spazi intercostali (si
si trova al di sopra del centro tendineo del diaframma. Tipicamente, veda Fig. 56.6). La mammella è innervata principalmente dai rami
con il passaggio attraverso il diaframma il tronco di ciascun nervo si cutanei anteriori e laterali dei nervi intercostali dal quarto al sesto. Un
divide in tre rami (anteriore o sternale, anterolaterale e posteriore) (si plesso costituito prevalentemente da rami cutanei del quarto nervo
veda Fig. 55.1A). I rami principali possono essere contenuti nella parte intercostale innerva il capezzolo.
muscolare del diaframma o disporsi inferiormente a essa. Essi forni- I rami ventrali dei nervi intercostali dal sesto all’undicesimo, del
scono fibre motorie al muscolo e fibre sensitive al peritoneo e alla nervo sottocostale (dodicesimo toracico) e del primo nervo lombare
pleura associati al tendine centrale del diaframma. Trasmettono, inoltre, (nervi ileoipogastrico e ileoinguinale) innervano la muscolatura e la
fibre propriocettive provenienti dalla muscolatura. Il ramo anteriore cute della parete addominale anteriore (Rozen et al. 2008). I rami ven-
(sternale) decorre anteromedialmente in direzione dello sterno e si trali dei nervi toracici dal settimo al dodicesimo proseguono anterior-
collega al ramo controlaterale. Il ramo anterolaterale decorre in dire- mente nella parete addominale (si veda Fig. 60.5). Avvicinandosi
zione della foglia laterale del centro tendineo. Il breve ramo posteriore all’arco costale, i nervi intercostali dal settimo al decimo curvano
si divide in un ramo posterolaterale, che si porta posteriormente alla medialmente sulla superficie profonda delle cartilagini costali, tra le
foglia sinistra o destra del centro tendineo, e in un ramo posteriore che digitazioni del diaframma e il muscolo trasverso dell’addome. Il nervo
innerva i pilastri diaframmatici. I rami posterolaterale e posteriore sottocostale emette spesso una branca diretta al ramo ventrale del
crurale possono originare separatamente dal nervo frenico. primo nervo lombare (nervo dorsolombare); in questi casi, quindi, dà
un contributo al plesso lombare. Decorre insieme ai vasi sottocostali
Gangli frenici  Il nervo frenico destro prosegue il suo decorso sotto il lungo il margine inferiore della dodicesima costa, passando posterior-
diaframma; frequentemente si collega al ganglio frenico destro. Talvolta mente al legamento arcuato laterale e al rene e anteriormente alla
è presente un ulteriore ganglio frenico accessorio destro, di dimensioni porzione prossimale del muscolo quadrato dei lombi.
minori, che si trova prossimalmente lungo il decorso del nervo frenico, Ognuno di questi nervi segmentari decorre anteriormente all’in-
in prossimità della sua uscita dal foro della vena cava. Il ganglio frenico terno di un sottile strato di fascia nel piano neurovascolare tra il
destro possiede comunicazioni plessiformi con i gangli celiaco e reno- muscolo trasverso dell’addome e il muscolo obliquo interno dell’ad-
aortico e con il surrene destro (si veda Fig. 55.9). Meno comunemente, dome, dove si ramifica e interconnette con i nervi adiacenti ed emette
si riscontra un ganglio frenico sinistro; se presente, comunica tramite rami destinati alla muscolatura laterale (Rozen et al. 2008). Rami
plessi con diversi gangli autonomici. Entrambi i nervi frenici e i gangli cutanei innervano la cute delle pareti laterale e anteriore dell’addome.
sono in stretto rapporto con i pilasti del diaframma; perciò, il posizio- I nervi entrano nella guaina del muscolo retto a livello del suo margine
namento di suture che riaccollino i pilastri, per la riparazione dell’ernia laterale, penetrando la lamina posteriore del muscolo obliquo interno
iatale, deve avvenire superiormente ai gangli, al fine di evitare lesioni dell’addome e il muscolo retto dell’addome sulla sua superficie poste-
iatrogene all’innervazione autonomica del diaframma e dell’addome riore. In questo punto emettono rami muscolari (per il retto dell’ad-
(Loukas et al. 2016). dome, il trasverso dell’addome e il piramidale) e rami cutanei, che
perforano lo strato anteriore della guaina del muscolo retto per inner-
Dolore riferito L’irritazione o il dolore diaframmatico sono, di vare la cute sovrastante.
norma, percepiti a livello della punta della spalla, fatto che riflette la Il nono nervo intercostale innerva la cute prossimalmente all’ombe-
comune origine a livello delle radici dei nervi spinali del nervo frenico lico, il decimo nervo intercostale innerva un’area di cute che comprende
24 e del nervo sopraclavicolare (rami ventrali del terzo e del quarto nervo in buona parte l’ombelico e l’undicesimo innerva la cute distalmente
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
all’ombelico (si vedano Figg. 24.10 e 60.5). Il nervo sottocostale innerva auricolare (eccetto la parte superiore); una minuta ramificazione attra-
la cute che riveste la regione glutea anteriore appena distalmente alla versa il padiglione e ne raggiunge la superficie laterale, dove si distribu-
cresta iliaca e la cute della parte distale dell’addome e della regione isce al lobo e alla conca. Durante la chirurgia della parotide si cerca di
inguinale (in sovrapposizione, in questa regione, con il dermatomero conservare il ramo posteriore, al fine di evitare un deficit sensitivo del
di L1) (Lee et al. 2008). Nella Figura 24.10 è illustrata una tipica mappa padiglione. Il ramo posteriore comunica con il nervo piccolo occipitale,
dei dermatomeri della parete addominale anteriore. I nervi intercostali con il ramo auricolare del nervo vago e con il ramo auricolare posteriore
inferiori e il nervo sottocostale forniscono anche fibre sensitive alle del nervo faciale. La sezione del nervo grande auricolare durante la
porzioni costali del diaframma e del peritoneo parietale. chirurgia del collo determina una perdita di sensibilità di grado varia-
I muscoli della parete addominale anterolaterale sono innervati da bile a livello della metà inferiore del padiglione auricolare, che alcuni
diversi nervi segmentari; la lesione di un singolo nervo determina rara- pazienti trovano inizialmente fastidiosa.
mente una perdita di tono muscolare rilevabile clinicamente. La sovrap-
posizione tra dermatomeri adiacenti fa sì che la perdita di sensibilità Nervo cervicale trasverso
cutanea e la denervazione muscolare siano apprezzabili solo in caso di Il nervo cervicale trasverso origina dai rami ventrali del secondo e del
sezione chirurgica di almeno due nervi adiacenti. terzo nervo cervicale. Descrive una curva intorno al margine posteriore
del muscolo sternocleidomastoideo, in prossimità del suo punto cen-
trale, e decorre anteriormente in direzione obliqua, profondamente alla
PLESSI DEI NERVI PERIFERICI vena giugulare esterna, portandosi al margine anteriore del muscolo.
Perfora la fascia cervicale profonda e, sotto al muscolo platisma, si
Plesso cervicale divide nei rami ascendenti e discendenti, che si distribuiscono alle
porzioni anterolaterali del collo. I rami ascendenti raggiungono la
Il plesso cervicale è formato dai rami ventrali dei quattro nervi cervicali regione sottomandibolare, realizzando un plesso con il ramo cervicale
superiori; innerva alcuni muscoli del collo, tra cui la maggior parte del del nervo faciale sotto al platisma. Alcuni rami perforano il muscolo
gruppo dei muscoli sottoioidei, e aree cutanee della testa, del collo e del platisma e si distribuiscono alla cute delle parti anteriori superiori del
torace (si vedano Figg. 33.6 e 35.5B). Si trova nel collo, sul lato opposto collo. I rami discendenti perforano il platisma e si distribuiscono ante-
rispetto a una linea immaginaria tracciata sul lato del collo, dalla radice rolateralmente alla cute del collo.
del padiglione auricolare fino al livello del margine superiore della
cartilagine tiroidea. Si dispone profondamente alla vena giugulare Nervi sopraclavicolari
interna, alla fascia profonda e al muscolo sternocleidomastoideo e ante- I nervi sopraclavicolari originano da un tronco comune formato da
riormente ai muscoli scaleno medio ed elevatore della scapola. Ogni ramificazioni dei rami ventrali del terzo e quarto nervo cervicale; emer-
ramo, fatta eccezione per il primo, si divide in una porzione ascendente gono in corrispondenza del margine posteriore dello sternocleidoma-
e una discendente, che si uniscono in anse comunicanti. I rami cutanei stoideo. Durante la discesa sotto il platisma e la fascia cervicale
della prima ansa (rami ventrali del secondo e terzo nervo cervicale) profonda, il tronco si divide nei rami mediale, intermedio e laterale
innervano la testa e il collo, mentre quelli della seconda ansa (rami (posteriore), che divergono per perforare la fascia profonda appena
ventrali del terzo e quarto nervo cervicale) innervano la spalla e il torace. sopra la clavicola. I nervi sopraclavicolari mediali decorrono inferome-
Dagli stessi nervi originano rami muscolari e rami comunicanti. I rami dialmente, lungo la vena giugulare esterna e i capi clavicolare e sternali
sono superficiali o profondi: quelli superficiali perforano la fascia cervi- dello sternocleidomastoideo, per innervare la cute fino alla linea
cale, innervano la cute e successivamente salgono (nervi piccolo occipi- mediana, raggiungendo una distribuzione caudale sino alla seconda
tale, grande auricolare e cervicale trasverso) o discendono (nervi costa. Essi innervano anche l’articolazione sternoclavicolare. I nervi
sopraclavicolari) (si veda Fig. 35.1B). I rami profondi formano serie sopraclavicolari intermedi intersecano la clavicola per innervare la cute
mediali e laterali; solitamente innervano i muscoli. sopra i muscoli grande pettorale e deltoide, fino al livello della seconda
costa, accanto all’area di innervazione del secondo nervo toracico. La
Nervo piccolo occipitale sovrapposizione tra i territori di innervazione di questi due nervi è
Il nervo piccolo occipitale origina principalmente dal ramo ventrale del minima. I nervi sopraclavicolari laterali discendono superficialmente al
secondo nervo cervicale (anche se talvolta può esserci un contributo da di sopra di trapezio e acromion e innervano la cute delle parti superiore
parte di fibre del terzo nervo cervicale). Decorre prima anteriormente e posteriore della spalla.
al piano del nervo accessorio, per poi avvolgerlo e portarsi anterior-
mente a esso. Sale quindi lungo il margine posteriore del muscolo Rami profondi - serie mediale
sternocleidomastoideo. In prossimità del cranio attraversa la fascia pro- Rami comunicanti
fonda e raggiunge il cuoio capelluto dietro il padiglione auricolare, dove I rami comunicanti si portano dall’ansa, tra i rami ventrali del primo e
innerva la cute e si collega al nervo grande auricolare, al nervo grande del secondo nervo cervicale, ai nervi vago e ipoglosso e alla catena del
occipitale e al ramo auricolare del nervo faciale. Il suo ramo auricolare simpatico. Il ramo dell’ipoglosso si diparte successivamente dal nervo
innerva la cute del terzo superiore del lato mediale del padiglione ipoglosso con una serie di ramificazioni, ovvero: il ramo meningeo, la
auricolare; si connette con il ramo posteriore del nervo grande aurico- radice superiore dell’ansa cervicale, i nervi per i muscoli tiroioideo e
lare. Il ramo auricolare deriva talora interamente dal nervo grande genioioideo. Un ramo collega, inoltre, i rami ventrali del quarto e del
auricolare. È stato ipotizzato che la compressione o lo stiramento del quinto nervo cervicale. I rami ventrali dei primi quattro nervi cervicali
nervo piccolo occipitale possano contribuire alla comparsa di cefalea ricevono un ramo comunicante grigio dal ganglio cervicale superiore
muscolotensiva a genesi cervicale (Lucas et al. 1994). della catena del simpatico.
La radice superiore dell’ansa cervicale (discendente dell’ipoglosso)
Nervo grande auricolare (si vedano Figg. 35.7A e 35.8) si diparte dal nervo ipoglosso nel punto
Il nervo grande auricolare è il ramo ascendente di maggiori dimensioni in cui descrive una curva intorno all’arteria occipitale; discende quindi
del plesso cervicale. Origina dai rami ventrali del secondo e del terzo anteriormente alla guaina carotidea o all’interno di essa. Contiene fibre
nervo cervicale, circonda il margine posteriore del muscolo sternoclei- del ramo ventrale del primo nervo cervicale. Dopo avere emesso un
domastoideo, attraversa la fascia profonda e sale sul muscolo sotto al ramo per il ventre superiore del muscolo omoioideo, è raggiunta dalla
platisma, insieme alla vena giugulare esterna. Una volta raggiunta la radice inferiore dell’ansa, proveniente dai rami ventrali del secondo e
ghiandola parotide, si divide nei rami anteriore e posteriore. Il ramo del terzo nervo cervicale. Le due radici costituiscono l’ansa cervicale
anteriore si distribuisce alla cute della faccia sopra la parotide; all’in- (ansa dell’ipoglosso), da cui partono rami che innervano i muscoli
terno della ghiandola, si collega al nervo faciale. Si ritiene che questa sternoioideo, sternotiroideo e il ventre inferiore del muscolo omoioi-
innervazione crociata tra fibre somatiche sensitive e fibre parasimpati- deo. Si ritiene che un altro ramo discenda anteriormente ai vasi per
che secretomotorie sia una componente della base anatomica del feno- raggiungere il torace e unirsi ai nervi cardiaci e frenico.
meno di sudorazione in risposta allo stimolo gustativo (sindrome di
Frey), riscontrato dopo parotidectomia e conseguente interruzione Rami muscolari
dell’innervazione secretomotoria. Il ramo posteriore innerva la cute I rami muscolari innervano i muscoli retto laterale della testa (C1), retto
sopra il processo mastoideo e sulla parte dorsale del padiglione anteriore della testa (C1, C2), lungo della testa (C1-C3) e lungo del 25
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

collo (C2-C4). La radice inferiore dell’ansa cervicale e il nervo frenico segmento dell’arteria succlavia e decorrere tra i tronchi superiore e
rappresentano ulteriori rami muscolari. medio del plesso brachiale.
La radice inferiore dell’ansa cervicale (nervo cervicale discendente)
(si vedano Figg. 35.7A e 35.8) si forma per unione delle ramificazioni Tronchi del plesso brachiale
dei rami ventrali del secondo e del terzo nervo cervicale. Discende Il tronco superiore è formato dai rami ventrali del quinto e del sesto
lateralmente alla vena giugulare interna, che interseca appena sotto la nervo cervicale, nel punto in cui questi nervi emergono dalla posizione
porzione centrale del collo; prosegue in avanti e si unisce alla radice profonda rispetto al muscolo scaleno anteriore. Il tronco medio è la
superiore anteriormente all’arteria carotide comune, formando l’ansa prosecuzione del ramo ventrale del settimo nervo cervicale. Il tronco
cervicale (ansa dell’ipoglosso), che innerva tutti i muscoli sottoioidei inferiore è costituito dai rami ventrali dell’ottavo nervo cervicale e del
eccetto il tiroioideo. La radice inferiore proviene quasi sempre dai rami primo nervo toracico; decorre sopra la superficie anterosuperiore della
ventrali del secondo e del terzo nervo cervicale; talvolta dal secondo al prima costa. Il ramo ventrale del primo nervo toracico si porta verso
quarto e occasionalmente solo dal terzo. Talvolta può originare solo dal l’alto, incrociando il collo della prima costa, sul suo versante profondo,
ramo ventrale del secondo nervo cervicale oppure dai rami ventrali dei dietro la pleura e le arterie vertebrale e succlavia, portandosi verso il
nervi cervicali dal primo al terzo. tronco inferiore. La disposizione dei tronchi è pressoché costante; si
dispongono uno di fronte all’altro, piuttosto che uno accanto all’altro,
Rami profondi - serie laterale con l’arteria succlavia che decorre anteromedialmente. Il nervo frenico
Rami comunicanti interseca il ramo ventrale del quinto nervo cervicale per portarsi ante-
I rami profondi laterali del plesso cervicale (C2-C4) possono collegarsi romedialmente sulla superficie del muscolo scaleno anteriore. In un
al nervo accessorio nel muscolo sternocleidomastoideo, nel triangolo soggetto di corporatura normale, il tronco superiore, le sue suddivisioni
posteriore o sotto il muscolo trapezio. e il nervo soprascapolare sono palpabili nella fossa sopraclavicolare.
Durante la palpazione, si identifica la posizione del polso dell’arteria
Rami muscolari succlavia con le dita e quindi i nervi, facendo scorrere la punta del dito
I rami muscolari si distribuiscono allo sternocleidomastoideo (C2-C4), lateralmente (si veda Video 48.1).
al trapezio (C2 e verosimilmente C3), all’elevatore della scapola (C3,
C4) e allo scaleno medio (C3, C4). I rami diretti al trapezio attraversano Divisioni del plesso brachiale
il triangolo posteriore in direzione obliqua sotto il nervo accessorio. I tronchi si ramificano nelle divisioni anteriore e posteriore. Il tronco
superiore si divide 2-3 cm sopra la clavicola, mentre i tronchi medio e
inferiore si dividono profondamente alla clavicola. Le divisioni poste-
Plesso brachiale riori dei tronchi superiore e medio presentano dimensioni maggiori
delle altre divisioni. La divisione posteriore del tronco inferiore è
Il plesso brachiale è formato dall’unione dei rami ventrali dei quattro costantemente più piccola ed è assente in circa il 10% dei casi.
nervi cervicali inferiori e dalla maggior parte del ramo ventrale del
primo nervo spinale toracico. Può, inoltre, ricevere contributi dai rami Corde del plesso brachiale
ventrali del quarto nervo cervicale e del secondo nervo toracico. Come Le corde si formano dalla confluenza delle divisioni: la corda laterale
suggerisce il nome, i suoi rami innervano la muscolatura, le articola- dalle divisioni anteriori dei tronchi superiore e medio; la corda poste-
zioni e la cute dell’arto superiore. riore dalle tre divisioni posteriori; la corda mediale dalla divisione ante-
A livello della sua origine, il plesso brachiale si trova nel triangolo riore del tronco inferiore e, talvolta, da un ramo della divisione anteriore
posteriore del collo, nell’angolo tra la clavicola e il margine inferiore del tronco medio. Le divisioni dei tronchi e la formazione delle corde
posteriore dello sternocleidomastoideo. Emerge tra i muscoli scaleno costituiscono un’importante differenziazione anatomica e funzionale.
anteriore e medio, superiormente al terzo segmento dell’arteria succla- Le divisioni posteriori e la corda posteriore innervano i muscoli del
via, ed è coperto dal muscolo platisma, dalla fascia profonda e dalla comparto postassiale (estensori); le divisioni anteriori e le corde laterale
cute, attraverso cui è palpabile (si veda Fig. 35.17). È intersecato dai nervi e mediale innervano i muscoli del comparto preassiale (flessori).
sopraclavicolari, dal nervo per il muscolo succlavio, dal ventre inferiore La formazione e i rapporti delle tre corde sono variabili; in effetti,
del muscolo omoioideo, dalla vena giugulare esterna e dal ramo super- il loro nome è in qualche modo fuorviante. Subito inferiormente alla
ficiale dell’arteria cervicale trasversa. Il plesso decorre posteriormente ai clavicola, la corda posteriore si dispone lateralmente, la corda mediale
due terzi mediali della clavicola, al muscolo succlavio e ai vasi soprasca- posteriormente e la corda laterale anteriormente rispetto all’arteria
polari. A livello ascellare, le corde laterale e posteriore del plesso bra- ascellare; le corde hanno i rapporti attesi rispetto all’arteria ascellare
chiale sono poste rispettivamente anteriormente e lateralmente al primo profondamente al muscolo piccolo pettorale. Questa disposizione
tratto dell’arteria ascellare, mentre la corda mediale si trova dietro all’ar- subisce notevoli variazioni; più frequentemente, l’arteria ascellare si
teria. Le corde raggiungono questa tipica posizione indicativamente a dispone anteriormente alle tre corde e al nervo mediano.
livello del secondo tratto dell’arteria, profondamente al muscolo grande I rami della corda posteriore, che presentano le dimensioni maggiori
pettorale. Nella parte inferiore dell’ascella, le corde si dividono nei rami dei tre tronchi, sono costanti. In successione, si tratta dei nervi sottosca-
che innervano l’arto superiore. Diversamente dalla radice mediale del polare superiore, toracodorsale, sottoscapolare inferiore, ascellare e radiale.
nervo mediano, questi nervi sono associati al terzo segmento dell’arteria I rami della corda mediale sono di norma prevedibili; ai nervi pettorale
nello stesso modo in cui le rispettive corde sono associate al secondo mediale e cutaneo mediale dell’avambraccio fanno seguito, di norma, la
tratto; quindi, i rami della corda laterale sono posti lateralmente all’ar- divisione nella radice mediale del nervo mediano e il nervo ulnare. Il
teria, i rami della corda mediale si trovano medialmente e i rami della nervo ulnare può originare con due o tre rami. Le variazioni più ampie
corda posteriore sono in posizione posteriore. nella formazione dei nervi si riscontrano nella corda laterale. Il nervo
muscolocutaneo origina occasionalmente in sede più distale rispetto alla
Vascolarizzazione  La vascolarizzazione del plesso brachiale deriva da norma, direttamente dalla corda laterale con due o tre rami oppure dal
vasi che originano dalle arterie succlavia e vertebrale. Importanti rami nervo mediano stesso. Talvolta, il superiore tra questi rami entra nel
originano dall’arteria vertebrale per portarsi ai rami ventrali del quinto muscolo coracobrachiale non più di 2 o 3 cm sotto il processo coracoideo.
e del sesto nervo cervicale e ai nervi cervicali posti prossimalmente. La radice laterale del nervo mediano può originare con due o tre rami; in
Rami del tronco costocervicale forniscono una ricca vascolarizzazione alcuni casi, compare come ramo del nervo muscolocutaneo.
ai rami ventrali dell’ottavo nervo cervicale e del primo nervo toracico.
Un vasto contributo origina dalle arterie cervicali soprascapolare e
superficiale, che originano dal tronco tireocervicale. In almeno un terzo Rami terminali del plesso brachiale
dei casi, le arterie cervicale superficiale e scapolare dorsale derivano dal
tronco tireocervicale come arteria cervicale trasversa. In termini clinici, Nervo soprascapolare
le arterie che originano dal tronco tireocervicale costituiscono l’ancora Il nervo soprascapolare (rami ventrali del quinto e del sesto nervo cer-
di salvezza dell’arto superiore: devono essere conservate durante gli vicale) è un esteso ramo del tronco superiore: di norma è il primo ramo
interventi chirurgici nel caso in cui non sia stata riparata una rottura del tronco superiore, ma frequentemente origina direttamente dal ramo
26 dell’arteria succlavia. L’arteria scapolare dorsale può originare dal terzo ventrale del quinto nervo cervicale (si vedano Figg. 35.17 e 49.35).
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
Decorre in direzione laterale, in profondità rispetto ai muscoli tra- e del gomito: un contributo muscolare dal ramo ventrale del secondo
pezio e omoioideo, ed entra nella fossa sopraspinosa attraverso l’incavo nervo toracico è raro. I rami entrano nel triangolo posteriore del collo
soprascapolare, inferiormente al legamento trasverso superiore della tra i muscoli scaleno anteriore e medio. Le ramificazioni dei rami ven-
scapola. Decorre profondamente al muscolo sopraspinato e lo innerva. trali del settimo e dell’ottavo nervo cervicale sono le più grandi (C8
Descrive una curva intorno al margine laterale della spina della scapola contiene circa 30.000 assoni mielinizzati), mentre quelle dei rami ven-
insieme all’arteria soprascapolare e raggiunge la fossa infraspinata, dove trali del quinto nervo cervicale e del primo nervo toracico sono le più
emette due rami per il muscolo sottospinato e rami articolari per le piccole (tra 15.000 e 20.000 assoni mielinizzati). Il plesso brachiale di
articolazioni gleno-omerale e acromionclavicolare. Il nervo soprascapo- un soggetto adulto contiene tra 120.000 e 150.000 assoni mielinizzati,
lare presenta raramente un ramo cutaneo: se presente, attraversa il il 25% dei quali innerva il cingolo scapolare e l’articolazione gleno-
muscolo deltoide in prossimità della punta dell’acromion e innerva la omerale. Le fibre motorie sono presenti in proporzione maggiore nei
cute del terzo prossimale del braccio nel territorio del nervo ascellare. rami ventrali del quinto e dell’ottavo nervo cervicale; il contributo
Il nervo soprascapolare è essenziale nell’abduzione e nella rotazione sensitivo è massimo nel ramo ventrale del settimo nervo cervicale. Un
laterale a livello dell’articolazione gleno-omerale. In caso di lacerazione complesso sistema di interscambio tra i rami, prima della formazione
del nervo o della cuffia dei rotatori, o di lesioni a carico di entrambi, il dei nervi principali dell’arto superiore, realizza i tronchi, le divisioni e
grado di mobilità articolare è così ridotto che il paziente non è in grado le corde del plesso brachiale.
di allontanare il braccio dal corpo. A riposo, la testa dell’omero è lussata
verso il basso e scorre in direzione prossimale nei tentativi di abdu- Nervo scapolare dorsale
zione. In caso di lesioni isolate della cuffia, il grado di mobilità artico- Il nervo scapolare dorsale origina sopra la clavicola, dal tratto prossi-
lare raggiunge circa 30° o anche di più. In corso di paralisi del solo male del ramo ventrale del quinto nervo cervicale. Si porta in direzione
nervo ascellare, il grado di mobilità articolare è talvolta normale o, più posteriore, perfora il muscolo scaleno medio e decorre verso il basso
spesso, ridotto di circa 20°. nel piano tra i muscoli elevatore della scapola, serrato posteriore supe-
riore e scaleno posteriore. Prosegue lungo il margine anteriore dei
Nervo per il muscolo succlavio muscoli romboidi circa 1,5 cm medialmente al margine vertebrale della
Il sottile nervo per il muscolo succlavio (rami ventrali del quinto e del scapola, in stretto rapporto con l’arteria scapolare dorsale. Il nervo
sesto nervo cervicale) origina dal tronco superiore e si porta anterior- scapolare dorsale innerva i muscoli romboidi e, insieme ai rami ventrali
mente. Discende anteriormente al plesso e all’arteria succlavia e passa del terzo e del quarto nervo cervicale, il muscolo elevatore della scapola.
sopra la vena succlavia per innervare il muscolo succlavio.
Nervo toracico lungo
Nervo pettorale laterale Il nervo toracico lungo è composto da rami che originano sopra la
Il nervo pettorale laterale (rami ventrali del quinto e del sesto nervo clavicola, dai segmenti prossimali dei rami ventrali del quinto, sesto e
cervicale) ha dimensioni maggiori del mediale; può originare dalle settimo nervo cervicale. Innerva il serrato anteriore, un muscolo fonda-
divisioni anteriori dei tronchi anteriore e medio oppure da un ramo mentale per il funzionamento dell’articolazione toracoscapolare. Le
singolo proveniente dalla corda laterale, appena sopra o sotto la clavi- ramificazioni muscolari che giungono dai rami si uniscono profonda-
cola. Interseca anteriormente l’arteria e la vena ascellare, attraversa la mente al muscolo scaleno medio e il tronco si porta in basso postero-
fascia clavipettorale e innerva la superficie profonda del grande petto- lateralmente al muscolo, sul pavimento del triangolo posteriore,
rale. Invia un ramo al nervo pettorale mediale, formando un’ansa profondamente al nervo soprascapolare. Le ramificazioni dei rami ven-
davanti al primo tratto dell’arteria ascellare per innervare alcune fibre trali del quinto e del sesto nervo cervicale sono quelle più grandi. Il
del piccolo pettorale. nervo segue un decorso sinuoso profondamente alla fascia di rivesti-
mento che ricopre le facce anteriori delle digitazioni del serrato ante-
Nervo pettorale mediale riore. Qui è accompagnato da un ramo dell’arteria toracodorsale e si
Il nervo pettorale mediale (rami ventrali dell’ottavo nervo cervicale e inclina in direzione posterolaterale verso la linea ascellare media. Il
del primo nervo toracico) si stacca dalla corda mediale nel tratto in cui nervo toracico lungo subisce frequentemente lesioni durante interventi
questa si trova posteriormente all’arteria ascellare e curva in avanti tra chirurgici che coinvolgano la prima costa, eseguiti a livello del triangolo
l’arteria e la vena ascellare. Anteriormente all’arteria, si unisce a un ramo posteriore e della zona ascellare, e in seguito a malposizionamento di
del nervo pettorale laterale ed entra nella superficie profonda del drenaggi intercostali. È particolarmente soggetto a un coinvolgimento
muscolo piccolo pettorale, che innerva. Due o tre rami perforano il nell’amiotrofia nevralgica. In caso di lesioni pregangliari a carico dei
piccolo pettorale, mentre altri possono passare intorno al suo margine rami ventrali del quinto, sesto e settimo nervo cervicale, compare tipi-
inferiore per terminare nel muscolo grande pettorale. camente una paralisi del serrato. Dolore e perdita di funzione sono
usuali e di entità solo lievemente minore a quella che si riscontra in
Nervo sottoscapolare superiore caso di paralisi del nervo accessorio. I segni sono caratteristici. Il grado
Il nervo sottoscapolare superiore presenta dimensioni ridotte rispetto di mobilità articolare attivo è, in media, 130°; si tratta dell’unica lesione
all’inferiore. Origina dalla corda posteriore (rami ventrali del quinto e nervosa in cui in realtà il grado di mobilità articolare attivo supera
del sesto nervo cervicale), entra in alto nel muscolo sottoscapolare ed l’ampiezza totale di abduzione attiva. La scapola è tirata verso l’alto e
è frequentemente doppio. verso la spina a causa dell’azione non contrastata del trapezio, azione
che è aumentata dal peso dell’arto, che contribuisce alla scapola alata
Nervo sottoscapolare inferiore ed è più evidente durante l’abduzione.
Il nervo sottoscapolare inferiore origina dalla corda posteriore (rami
ventrali del quinto e del sesto nervo cervicale). Innerva la porzione Nervo ascellare (circonflesso)
inferiore del muscolo sottoscapolare e termina nel muscolo grande Il nervo ascellare origina dalla corda posteriore (rami ventrali del
rotondo, che talvolta è innervato da un ramo separato. quinto e del sesto nervo cervicale) (si vedano Figg. 48.8, 49.33 e 49.35);
innerva i muscoli piccolo rotondo e deltoide e la cute che riveste il
Nervo toracodorsale deltoide sulla superficie laterale della spalla. Inizialmente è posizionato
Il nervo toracodorsale origina dalla corda posteriore (rami ventrali del lateralmente al nervo radiale, posteriormente all’arteria ascellare e ante-
sesto, settimo e ottavo nervo cervicale) tra i nervi sottoscapolari. Affianca riormente al muscolo sottoscapolare. A livello del margine inferiore del
l’arteria sottoscapolare lungo la parete ascellare posteriore e innerva il muscolo sottoscapolare, descrive una curva a ritroso inferiormente alla
muscolo grande dorsale, raggiungendo il suo margine distale (si veda capsula dell’articolazione scapolo-omerale, insieme ai vasi circonflessi
Fig. 49.29). I muscoli, le articolazioni e la cute dell’arto superiore sono posteriori dell’omero, attraversa uno spazio quadrangolare delimitato:
innervati dai rami ventrali del quinto, sesto, settimo e ottavo nervo superiormente dai muscoli sottoscapolare (anteriormente) e piccolo
cervicale e dalla quasi totalità del ramo ventrale del primo nervo tora- rotondo (posteriormente); inferiormente dal muscolo grande rotondo;
cico, che insieme compongono il plesso brachiale (si vedano Figg. 48.6 medialmente dal capo lungo del muscolo tricipite brachiale; lateral-
e 48.7). Occasionalmente, durante gli interventi è possibile distinguere mente dal collo chirurgico dell’omero. In questo spazio si divide nei
una branca dei rami ventrali del quarto e del quinto nervo cervicale, rami anteriore e posteriore. Il ramo anteriore curva intorno al collo
che dà un contributo all’innervazione dei muscoli flessori della spalla dell’omero insieme ai vasi circonflessi posteriori dell’omero, 27
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

profondamente al muscolo deltoide, e raggiunge la porzione anteriore muscolocutaneo prosegue come nervo cutaneo laterale dell’avambrac-
del muscolo. In corrispondenza del margine anteriore dell’acromion, il cio, disposto profondamente al bicipite, prima di emergere lateral-
nervo è spesso formato da due o più sottili ramificazioni che innervano mente a esso, circa 11 cm sopra l’epicondilo laterale, e proseguire la
il deltoide anteriore; emette alcuni piccoli rami cutanei che perforano discesa sulla superficie laterale dell’avambraccio.
il deltoide e si ramificano nella cute che ne riveste la sua parte inferiore. Il nervo muscolocutaneo può presentare frequenti varianti anatomi-
Il ramo posteriore decorre in direzione mediale e posteriore, lungo che. Può decorrere posteriormente al coracobrachiale o aderire per un
l’attacco del capo laterale del tricipite brachiale, inferiormente alla rima tratto al nervo mediano e, successivamente, portarsi posteriormente al
glenoidea. Nello spazio quadrangolare si posiziona di norma medial- bicipite brachiale. Alcune fibre del nervo mediano possono decorrere
mente al ramo anteriore. Emette il nervo per il muscolo piccolo rotondo nel nervo muscolocutaneo, lasciandolo per unirsi al loro rispettivo
e il nervo cutaneo laterale superiore del braccio a livello del margine tronco; meno frequentemente, si verifica l’opposto, e il nervo mediano
laterale di inserzione del capo lungo del tricipite brachiale. Il nervo per invia rami al nervo muscolocutaneo. Occasionalmente, il nervo musco-
il piccolo rotondo entra nel muscolo dalla superficie inferiore. Il ramo locutaneo innerva anche il muscolo pronatore rotondo e può innervare
posteriore innerva frequentemente la superficie posteriore del deltoide, la cute del primo metacarpo e della porzione laterale dell’eminenza
di norma mediante un ramo separato dal tronco principale, ma occa- tenar.
sionalmente dal nervo cutaneo laterale superiore del braccio. Tuttavia,
la porzione posteriore del muscolo deltoide riceve un’innervazione di Nervo cutaneo laterale dell’avambraccio
entità maggiore dal ramo anteriore del nervo ascellare, di cui si deve Il nervo cutaneo laterale dell’avambraccio è la divisione cutanea del
tenere conto durante l’approccio chirurgico alla spalla con disinser- nervo muscolocutaneo. Si trova tra il muscolo bicipite brachiale e il
zione del deltoide posteriore. Il nervo cutaneo laterale superiore del muscolo brachiale, portandosi in direzione obliqua dal lato mediale a
braccio perfora la fascia profonda in corrispondenza del margine quello laterale, attraversa la fossa cubitale lateralmente al tendine del
mediale della superficie posteriore del deltoide e innerva la cute che bicipite brachiale e profondamente alla vena cefalica e discende lungo
riveste la porzione inferiore del deltoide e la parte superiore del capo il margine radiale dell’avambraccio fino al carpo (si vedano Figg. 49.33,
lungo del tricipite brachiale. Il ramo posteriore è intimamente associato 49.34, 50.31 e 50.32). Innerva la cute della superficie anterolaterale
alla superficie inferiore della cavità glenoidea e della capsula articolare dell’avambraccio (si veda Fig. 49.1); è collegato al nervo cutaneo poste-
della spalla. È spesso presente un rigonfiamento, o pseudoganglio, sul riore dell’avambraccio e al ramo terminale del nervo radiale da rami
ramo del muscolo piccolo rotondo. Il tronco ascellare invia un ramo che passano intorno al margine radiale dell’avambraccio. Il tronco prin-
all’articolazione della spalla sotto il muscolo sottoscapolare. cipale dà origine a un sottile ramo ricorrente che si estende per la
lunghezza della vena cefalica fino al terzo medio dell’arto superiore,
Lesioni del nervo ascellare distribuendo sottili ramificazioni alla cute del terzo distale della super-
Il nervo ascellare innerva il muscolo deltoide. Nonostante si mantenga ficie anterolaterale dell’arto superiore, in prossimità della vena. In cor-
un discreto grado di elevazione grazie a meccanismi di abduzione che rispondenza dell’articolazione del carpo, il nervo cutaneo laterale
rimangono illesi, la forza e la resistenza (del muscolo deltoide [N.d.C.]) dell’avambraccio si trova anteriormente all’arteria radiale. Emette sottili
sono fortemente ridotte. Una diagnosi precoce di lesione del nervo ramificazioni che perforano la fascia profonda e affiancano l’arteria fino
ascellare può rivelarsi difficoltosa; il nervo è situato in profondità, perciò alla parte dorsale del carpo. Il nervo si porta alla base dell’eminenza
il segno di Tinel è raramente rilevabile. Il movimento attivo è limitato tenar, dove termina in rami cutanei, alcuni dei quali si collegano al
dal dolore e dal posizionamento di eventuali tutori. La perdita di sensi- ramo terminale del nervo radiale e al ramo cutaneo palmare del nervo
bilità è variabile e l’anestesia potrebbe non essere completa. I pazienti mediano.
con nervo soprascapolare integro e con cuffia dei rotatori intatta sono
in grado di dare inizio ai movimenti di abduzione e molti possono Nervo cutaneo mediale del braccio
elevare completamente, o quasi completamente, il braccio. La capacità Il nervo cutaneo mediale del braccio (ramo ventrale dell’ottavo nervo
di flessione in avanti e di abduzione sono ridotte al massimo al 30-40% cervicale e ramo ventrale del primo nervo toracico) è il ramo più piccolo
del normale, mentre l’estensione, con la spalla abdotta di 90°, è pari o e mediale del plesso brachiale, che origina dalla corda mediale (si veda
inferiore al 10%. Una manovra semeiotica utile è rappresentata dalla Fig. 49.35). Attraversa l’ascella anteriormente o posteriormente rispetto
palpazione con le dita del terzo posteriore del deltoide, chiedendo al alla vena ascellare, si porta medialmente alla vena ascellare, comunica
paziente di muovere delicatamente il gomito all’indietro. Dovrebbe con il nervo intercostobrachiale e discende medialmente all’arteria bra-
essere possibile rilevare un’attività del muscolo quando il braccio è chiale e alla vena basilica. Perfora la fascia profonda nel punto medio
sostenuto da un tutore ortopedico o dal braccio dell’esaminatore. dell’arto superiore per innervare la cute della superficie mediale del
terzo distale dell’arto superiore (si veda Fig. 49.34). Si connette al ramo
Nervo muscolocutaneo posteriore del nervo cutaneo mediale dell’avambraccio. Il nervo cutaneo
Il nervo muscolocutaneo (rami ventrali del quinto, sesto e settimo mediale del braccio e il nervo intercostobrachiale sono talvolta collegati
nervo cervicale) è uno dei due rami terminali della corda laterale, tramite una struttura plessiforme a livello ascellare. Il nervo intercosto-
mentre l’altro è la radice laterale del nervo mediano (si veda Fig. 48.13). brachiale può avere dimensioni importanti ed essere ulteriormente
La divisione avviene, di norma, in corrispondenza del terzo segmento supportato da una parte del ramo cutaneo laterale del terzo nervo
dell’arteria ascellare, dove la corda laterale si dispone lateralmente al intercostale. In questo caso, sostituisce il nervo cutaneo mediale del
vaso, ma può avvenire in un punto più prossimale, dove la corda si braccio e riceve dal plesso brachiale un collegamento che lo rappresenta
trova anteriormente al secondo tratto dell’arteria. Il nervo può anche (occasionalmente, questo collegamento è mancante).
originare con due o tre rami dalla corda oppure dal nervo mediano.
Perfora il muscolo coracobrachiale a una distanza variabile sotto la Nervo cutaneo mediale dell’avambraccio
punta del processo coracoideo, per poi discendere lateralmente tra il Il nervo cutaneo mediale dell’avambraccio origina dalla corda mediale
muscolo bicipite brachiale e il muscolo brachiale fino alla superficie (ramo ventrale del primo nervo toracico) (si veda Fig. 49.34). Si dispone
laterale del braccio. Il primo ramo, per il muscolo coracobrachiale, può inizialmente tra l’arteria e la vena ascellare ed emette un ramo che
raggiungere il muscolo non oltre 2 cm distalmente alla punta del pro- perfora la fascia profonda per innervare la cute che riveste il bicipite
cesso coracoideo; fibre da C7 possono staccarsi direttamente dalla corda brachiale quasi fino al gomito. Il nervo discende medialmente all’arteria
laterale. I rami per i muscoli bicipite brachiale e brachiale si staccano brachiale, perfora la fascia profonda con la vena basilica a metà della
dopo che il nervo muscolocutaneo ha perforato il muscolo coracobra- lunghezza del braccio e si divide nei rami anteriore e posteriore prima
chiale. Sono, di norma, presenti due rami per il brachiale; il ramo di raggiungere l’avambraccio (si vedano Figg. 49.34, 50.31 e 50.32). Il
inferiore innerva anche la faccia anteriore dell’articolazione del gomito. ramo anteriore, più grande, decorre di norma anteriormente, ma tal-
Il nervo per il bicipite brachiale è regolarmente associato a un pedun- volta posteriormente, alla vena cubitale mediana; discende anterome-
colo vascolare. A questo punto, il nervo assume un’inclinazione in dialmente nell’avambraccio per innervare la cute fino al carpo. Curva
senso laterale e in profondità, su un piano compreso tra il muscolo intorno alla parte dorsale dell’avambraccio, discendendo sul suo
brachiale, posteriormente, e il bicipite, anteriormente, dove emette un margine mediale fino al carpo, innervandone la cute (si veda Fig. 50.1).
piccolo ramo per l’omero, che entra nella diafisi insieme all’arteria Si collega al nervo cutaneo mediale del braccio, al nervo cutaneo poste-
28 nutritizia. Sotto i rami per il muscolo brachiale, il nervo riore dell’avambraccio e al ramo dorsale del nervo ulnare.
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
Nervo ulnare Ramo dorsale
Il nervo ulnare (rami ventrali del settimo e dell’ottavo nervo cervicale Il ramo dorsale origina circa 5 cm prossimalmente al carpo (si veda
e ramo ventrale del primo nervo toracico) è la prosecuzione della corda Fig. 51.6). Decorre distalmente e dorsalmente, profondamente al fles-
mediale (si veda Fig. 48.12). Solitamente non presenta ramificazioni sore ulnare del carpo, perfora la fascia profonda, discende lungo il lato
a livello del braccio, ma occasionalmente può emettere un ramo per mediale del dorso del carpo e della mano e si divide in due, o spesso
il capo mediale del tricipite brachiale. Il nervo si porta distalmente tre, nervi digitali dorsali. Il primo innerva il lato mediale del dito
nell’ascella, medialmente all’arteria ascellare e tra questa e la vena; mignolo; il secondo i lati adiacenti del mignolo e dell’anulare; il terzo
prosegue distalmente, medialmente all’arteria brachiale, fino alla parte invece, se presente, innerva i lati adiacenti dell’anulare e del dito medio.
L’ultimo può essere sostituito, totalmente o parzialmente, da un ramo
media del braccio. A questo livello prosegue obliquamente in dire-
del nervo radiale, con cui comunica a livello del dorso della mano. A
zione posteromediale, perfora il setto intermuscolare mediale circa 10
livello del dito mignolo, i nervi digitali dorsali si estendono solo fino
cm prossimalmente all’epicondilo mediale e attraversa un canale
alla base della falange distale; nell’anulare, si estendono solo fino alla
fibroso, l’arcata di Struthers, di lunghezza compresa tra 5 e 6 cm. Le
base della falange intermedia. Le porzioni distali del mignolo e del lato
pareti del canale comprendono il setto intermuscolare mediale e la
ulnare dell’anulare sono innervate da ramificazioni dorsali dei rami
fascia che riveste il capo mediale del tricipite brachiale. Il nervo si porta
digitali palmari propri del nervo ulnare. La porzione distale della faccia
dietro all’epicondilo mediale, all’interno di un incavo in cui è facil-
laterale dell’anulare è innervata da ramificazioni dorsali del ramo digi-
mente palpabile (si veda Fig. 50.29) e attraversa il tunnel cubitale, tra
tale palmare proprio del nervo mediano.
la capsula dell’articolazione omeroulnare e il sovrastante legamento
arcuato di Osborne (che collega i due capi del muscolo flessore ulnare
Ramo terminale superficiale
del carpo). Durante il suo passaggio tra l’epicondilo mediale e l’ole-
Il ramo terminale superficiale innerva il muscolo palmare breve e la
crano emette rami articolari per il gomito. Il nervo ulnare raggiunge
cute della porzione mediale del palmo. Si divide in due nervi digitali
l’avambraccio tra i due capi del flessore ulnare del carpo, che innerva
palmari. Uno innerva la faccia mediale del dito mignolo; l’altro (un
mediante due peduncoli neurovascolari di cui il primo origina appena
nervo digitale palmare comune) invia un ramo al nervo mediano e si
distalmente al tunnel cubitale, il secondo a circa un quarto della lun- divide in due nervi digitali propri per innervare i lati adiacenti del
ghezza dell’avambraccio; decorre superficialmente alle porzioni poste- mignolo e dell’anulare. Nel dito i rami digitali propri si distribuiscono
riore e obliqua del legamento collaterale ulnare e profondamente alla come quelli che derivano dal nervo mediano.
consistente fascia profonda del flessore ulnare del carpo (fascia di
Osborne). Il nervo discende sul lato mediale dell’avambraccio sul Ramo terminale profondo
muscolo flessore profondo delle dita, a cui invia diversi rami (si veda Il ramo terminale profondo affianca il ramo profondo dell’arteria
Fig. 50.32). A livello prossimale decorre con i vasi ulnari, in una guaina ulnare nel punto di passaggio tra i muscoli abduttore e flessore del
ben definita, profondamente al margine anteriore del flessore ulnare mignolo; quindi, perfora l’opponente del mignolo e segue l’arco
del carpo; a livello distale si trova lateralmente al muscolo ed è rivestito palmare profondo dorsalmente ai tendini flessori. Nel suo punto di
solo dalla cute e dalle fasce. Nel terzo prossimale dell’avambraccio, il origine innerva i tre brevi muscoli del dito mignolo. Mentre attraversa
nervo ulnare è distante dall’arteria ulnare, mentre viene a trovarsi in la mano, innerva i muscoli interossei e terzo e quarto lombricale.
prossimità del lato mediale dell’arteria a un livello più distale. Emette, Termina innervando l’adduttore del pollice, il primo interosseo dorsale
5-6 cm prossimalmente al processo stiloideo dell’ulna, il ramo cutaneo e, solitamente, il flessore breve del pollice.
dorsale, che gira intorno all’ulna, dapprima profondamente al flessore La porzione mediale del muscolo flessore profondo delle dita è
ulnare del carpo e poi a livello sottocutaneo, e innerva la cute del dorso innervata dal nervo ulnare, così come il terzo e il quarto lombricale,
della mano e del dito mignolo e il lato mediale del dito anulare. In che sono collegati ai tendini di questa parte del muscolo. In modo
corrispondenza del carpo, il nervo ulnare passa insieme all’arteria analogo, la porzione laterale del muscolo flessore profondo delle dita
ulnare sotto la porzione superficiale del retinacolo dei flessori (nel e il primo e secondo lombricale sono innervati dal nervo mediano. Il
canale di Guyon) e si divide nei rami superficiale e profondo. Il ramo terzo lombricale è spesso innervato da entrambi i nervi. Il ramo termi-
superficiale innerva la cute delle due dita mediali e il muscolo palmare nale profondo emette rami per alcune articolazioni intercarpiche, car-
breve. Il ramo profondo decorre insieme al ramo profondo dell’arteria pometacarpiche e intermetacarpiche; gli esatti dettagli non sono definiti
ulnare tra i muscoli abduttore e flessore del dito mignolo, perfora il con certezza. Rami vasomotori che originano nell’avambraccio e nella
muscolo opponente del dito mignolo e attraversa lo spazio palmare mano innervano le arterie ulnare e palmare.
profondo insieme all’arcata palmare profonda. Innerva tutti i muscoli
della mano, fatta eccezione per il primo e il secondo lombricale (dito Ramo cutaneo palmare
indice e dito medio), l’abduttore breve del pollice, l’opponente del Il ramo cutaneo palmare del nervo ulnare origina nella parte centrale
pollice e parte del flessore breve del pollice. dell’avambraccio, discende sull’arteria ulnare, che innerva, e perfora la
Nel terzo distale del braccio, fino all’ingresso del tunnel cubitale, il fascia profonda. Comunica con il ramo palmare del nervo mediano e
nervo ulnare è affiancato dai vasi collaterali ulnari superiori; successi- termina nella cute del palmo. Talvolta innerva il muscolo palmare breve.
vamente, dai vasi collaterali ulnari posteroinferiori. L’anastomosi tra
questi vasi consente di utilizzare la maggior parte del nervo ulnare come Lesioni del nervo ulnare
lembo libero vascolarizzato nel caso in cui le radici di origine, i rami Il nervo ulnare è un nervo misto, perciò i pazienti possono presentare
ventrali del settimo e dell’ottavo nervo cervicale e il ramo ventrale del sintomi sensitivi, motori o una combinazione dei due, talvolta con
primo nervo toracico, siano danneggiate in modo irreparabile. È possi- segni aggiuntivi dovuti ad alterazioni a carico del sistema nervoso auto-
bile palpare il nervo ulnare a livello della parte inferiore del braccio e nomo. Può essere presente dolorabilità e un segno di Tinel positivo nel
dietro l’epicondilo mediale, dove si trova in posizione sottocutanea. A punto di compressione sopra il nervo. Si verificano precocemente intor-
questo livello c’è un importante rapporto: un ramo posteriore del nervo pidimento e parestesie, seguiti, nei casi più gravi, da debolezza nella
cutaneo mediale dell’avambraccio si porta sopra il tunnel cubitale e prensione e, infine, da atrofia dei muscoli lombricali e interossei, con
viene a trovarsi sulla via degli accessi chirurgici mediali. Una lesione conseguente atteggiamento ad artiglio dell’anulare e del mignolo.
accidentale può causare un dolore intenso. A livello del polso, il nervo Il nervo ulnare può essere compresso dall’arcata di Struthers a livello
ulnare è palpabile nel punto in cui emerge da sotto il muscolo flessore del setto intermuscolare mediale; a livello dell’aponeurosi del flessore/
ulnare del carpo. Il ramo cutaneo dorsale è palpabile nei soggetti di pronatore, nel punto in cui entra nell’avambraccio tra i capi del flessore
corporatura snella nel punto in cui interseca il segmento sottocutaneo ulnare del carpo; infine, profondamente alla fascia profonda del flessore
dell’ulna. ulnare del carpo, che mostra degli indurimenti che si estendono fino a
9 cm dall’epicondilo mediale (Siemionow et al. 2007). Il più delle volte,
Rami muscolari il nervo è compresso a livello del tunnel cubitale dal legamento arcuato
Il nervo ulnare possiede due rami muscolari principali a livello dell’a- di Osborne; si tratta della più comune sindrome tronculare da com-
vambraccio. Essi originano in prossimità del gomito e innervano il pressione meccanica, dopo quella del nervo mediano nel tunnel carpale.
muscolo flessore ulnare del carpo e la metà mediale del muscolo fles- È stato evidenziato che l’area di sezione trasversale del tunnel cubi-
sore profondo delle dita. tale si riduce di quasi il 55% in completa flessione. Studi 29
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

ultrasonografici hanno suggerito che il rapporto tra l’area di sezione perdita di sensibilità a livello del mignolo e della metà ulnare dell’anu-
trasversale del nervo ulnare e del tunnel cubitale si associ fortemente a lare. La cute del lato ulnare del dorso della mano è risparmiata, in
una riduzione della velocità di conduzione (Yoon et al. 2007). La com- quanto il ramo dorsale del nervo ulnare è emesso circa 5 cm prossimal-
binazione di flessione del gomito e contemporanea una pressione mente all’articolazione del carpo. Una paralisi congiunta del nervo
diretta sopra il tunnel cubitale per 60 secondi evocherà dei sintomi mediano e del nervo ulnare determina la comparsa di atteggiamento
nella maggior parte dei pazienti colpiti (Novak et al. 1994). Ulteriori ad artiglio a livello di tutta la mano, con appiattimento delle eminenze
fattori contribuenti sono traumi precedenti, soprattutto fratture sopra- tenar e ipotenar e adduzione e flessione del pollice (mano di scimmia)
condiloidee e dell’epicondilo mediale durante l’infanzia, instabilità in
valgismo del gomito, in atleti impegnati in sport di lancio, e patologie Nervo mediano
degenerative. Il nervo mediano si forma dall’unione della radice laterale della corda
Il trattamento più efficace per i pazienti che non rispondono alle laterale (rami ventrali del sesto e del settimo nervo cervicale) e della
terapie non chirurgiche è la semplice decompressione del tunnel cubi- radice mediale della corda mediale (rami ventrali dell’ottavo nervo cer-
tale. La decompressione deve essere completa e includere la decompres- vicale e del primo nervo toracico), che si incontrano anteriormente o
sione del legamento di Osborne e della fascia profonda del flessore lateralmente al terzo segmento dell’arteria ascellare (si vedano Figg. 48.7,
ulnare del carpo; è necessario porre attenzione a evitare di lesionare i 48.10, 49.29, 49.35 e 49.36). Frequentemente, alcune fibre di C7 lasciano
rami del nervo cutaneo mediale dell’avambraccio, che solitamente la radice laterale nella parte inferiore dell’ascella, si portano in direzione
intersecano la linea di incisione circa 2 cm sopra l’epicondilo mediale distale e mediale posteriormente alla radice mediale e, di norma, ante-
e in media 3,1 cm distalmente all’epicondilo mediale in tutti i pazienti riormente all’arteria ascellare, per unirsi al nervo ulnare. Dal punto di
(Lowe et al. 2004). Se presente, il muscolo anconeo epitrocleare deve vista clinico, si ritiene siano fibre prevalentemente motorie e che inner-
essere reciso, poiché è una possibile causa di recidiva della sintomato- vino il flessore ulnare del carpo. Se la radice laterale è troppo piccola, il
logia. Non si deve liberare il nervo ulnare dal suo retinacolo in modo nervo muscolocutaneo (rami ventrali del quinto, sesto e settimo nervo
circonferenziale, in quanto contiene la sua vascolarizzazione intrinseca. cervicale) si collega con il nervo mediano a livello del braccio.
La trasposizione del nervo è da riservarsi a casi di sublussazione persi- Il primo ramo del nervo mediano, diretto al muscolo pronatore
stente o di impossibilità di ottenere un alleviamento dei sintomi con rotondo, origina 2-3 cm sopra l’epicondilo mediale. Un secondo ramo,
la semplice decompressione. Si tratta di un evento relativamente infre- o briglia di rami, origina a livello della punta dell’epicondilo mediale
quente, che si ritiene si verifichi in solo il 7% dei casi. e innerva il muscolo palmare lungo, il flessore radiale del carpo e il
Il nervo ulnare può essere compresso durante il suo passaggio nel flessore superficiale delle dita. Nella fossa cubitale, il nervo mediano si
canale di Guyon, in corrispondenza del carpo. Cause di compressione dispone medialmente all’arteria brachiale, profondamente all’aponeu-
a questo livello comprendono una cisti gangliare dell’articolazione piso- rosi del bicipite brachiale e anteriormente al brachiale. Raggiunge di
piramidale, prolungata compressione da parte del manubrio di bici- norma l’avambraccio tra i capi del muscolo pronatore rotondo, anche
cletta, frattura dell’uncino dell’uncinato, e vicinanza di muscoli aberranti se, occasionalmente, può passare posteriormente a entrambi i capi del
o accessori. I sintomi dipendono dal preciso livello a cui avviene la muscolo o attraversare il capo omerale (si vedano Figg. 50.21, 50.22 e
compressione del nervo ulnare e dei suoi rami. Si nota un’alterata sen- 50.31). Il nervo interseca la faccia laterale dell’arteria ulnare, da cui è
sibilità della superficie palmare del dito mignolo e della metà ulnare separato dal capo profondo del pronatore rotondo, si porta dietro un
dell’anulare; la sensibilità del lato ulnare del dorso della mano è ponte tendineo tra i capi omeroulnare e radiale del flessore superficiale
normale, grazie alla conservazione del ramo cutaneo dorsale. In caso di delle dita e discende nell’avambraccio posteriormente e adeso al fles-
interessamento delle fibre del ramo motorio, compare debolezza e ipo- sore superficiale delle dita e anteriormente al flessore profondo delle
trofia dei muscoli intrinseci della mano innervati dal nervo ulnare, con dita. Appena prossimalmente all’arcata tendinea del flessore superfi-
atteggiamento ad artiglio in caso di grave compressione. Una debolezza ciale delle dita, il nervo mediano emette il nervo interosseo anteriore.
dell’adduttore del pollice e del primo interosseo dorsale riducono con- Affiancato dai vasi interossei anteriori, questo esteso ramo si porta in
siderevolmente la forza di presa. Se si tiene un foglio di carta nella profondità per discendere lungo la membrana interossea e innerva il
classica posizione di presa, tra il pollice e il lato radiale dell’indice, flessore lungo del pollice, la metà radiale del flessore profondo delle
prossimalmente all’articolazione interfalangea, la punta del pollice si dita e il pronatore quadrato. Non è presente una distribuzione cutanea.
flette involontariamente, mentre il flessore lungo del pollice si contrae Il nervo principale prosegue nel piano tra i flessori superficiale e
per compensare la mancanza dell’adduttore del pollice e del primo profondo delle dita, emettendo due o tre rami per il primo. Circa 5 cm
interosseo dorsale (segno di Froment). Il trattamento chirurgico prevede prossimalmente al retinacolo dei flessori, il nervo mediano emerge da
la decompressione del nervo mediante separazione del tetto del canale dietro il margine laterale del flessore superficiale delle dita e diventa
di Guyon e rimozione di tutte le lesioni causali, come una cisti gangliare. superficiale appena prossimalmente al polso. Subito prossimalmente al
Può essere difficile distinguere la sindrome del tunnel ulnare da cause retinacolo dei flessori, il nervo mediano si trova in posizione laterale e
di compressione del nervo ulnare situate più prossimalmente, la più superficiale rispetto ai tendini dei flessori superficiali delle dita e si
comune delle quali è l’intrappolamento del nervo nel canale cubitale dispone tra il tendine del flessore radiale del carpo e quello del palmare
del gomito. In questo disturbo, le alterazioni sensitive interessano la lungo (si veda Fig. 50.31). Decorre sotto il retinacolo nel tunnel carpale,
faccia dorsoulnare della mano, mentre le alterazioni motorie coinvol- dove è soggetto a compressione nella sindrome del tunnel carpale, ed
gono il flessore ulnare del carpo e il flessore profondo delle dita a livello entra nel palmo. Distalmente al retinacolo, il nervo si allarga e si appiat-
del mignolo e dell’anulare. L’atteggiamento ad artiglio è meno evidente tisce, di norma dividendosi in cinque o sei rami; la modalità e il livello
in caso di una lesione più prossimale del nervo ulnare (“paradosso a cui avviene la divisione sono variabili. Il nervo ricorrente (motorio),
ulnare”) in quanto è deficitario anche il flessore profondo delle dita: è diretto ai muscoli tenar, origina nel tunnel carpale, o appena distal-
quindi presente una minore forza di flessione che renda evidente l’as- mente a esso, di norma lateralmente al nervo principale. I nervi digitali
senza di momento estensorio dei muscoli intrinseci paralizzati. In palmari si formano nel palmo della mano e si portano distalmente,
assenza di evidenti segni clinici, una spiacevole sensazione di formicolio profondamente all’arco palmare superficiale e ai suoi vasi digitali,
(segno di Tinel) a livello del sito di compressione, studi elettrofisiologici prima anteriormente ai tendini dei flessori lunghi, per innervare la cute
e indagini di risonanza magnetica possono facilitare la diagnosi. palmare del pollice, dell’indice e del dito medio e della parte laterale
Una sezione del nervo ulnare a livello del carpo determina la paralisi dell’anulare. Il ramo cutaneo palmare origina 3,5-6 cm prossimalmente
di tutti i muscoli intrinseci della mano (eccetto i due lombricali radiali, alla piega prossimale del polso e si porta lateralmente al nervo princi-
l’abduttore breve del pollice e parte del flessore breve del pollice e pale e superficialmente al retinacolo dei flessori per innervare la cute
dell’opponente del pollice). Viene persa l’azione di flessione dell’arti- della parte prossimale del palmo.
colazione metacarpofalangea e di estensione delle articolazioni interfa- È stato dimostrato che nel tunnel carpale e nella mano il nervo
langee esercitata dalla muscolatura intrinseca. L’azione incontrastata mediano può scorrere fino a 3 mm, a seconda della posizione del
degli estensori e dei lunghi flessori delle dita determina atteggiamento gomito e della posizione dell’avambraccio in pronazione o supinazione
ad artiglio, con estensione delle articolazioni metacarpofalangee e fles- (Echigo et al. 2008). Il nervo mediano presenta la massima escursione
sione delle articolazioni interfalangee. L’atteggiamento ad artiglio è (15,5 mm) appena prossimalmente al tunnel carpale; un’escursione
meno pronunciato a livello del dito indice e del dito medio, in quanto analoga del nervo ulnare è stata riscontrata nei cadaveri (14,8 mm)
30 in questa sede i lombricali sono innervati dal nervo mediano. C’è una (Wilgis e Murphy 1986).
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
Il nervo mediano è palpabile lungo il suo decorso nel braccio, dove è nervo digitale comune diretto all’anulare e al mignolo (che origina dal
rivestito dalla fascia profonda e dalla cute dopo essere riemerso dalla nervo ulnare); questo può spiegare la variabilità nell’innervazione, che
posizione in profondità rispetto al muscolo coracobrachiale; sul lato non corrisponda allo schema classico.
interno del gomito, profondamente all’aponeurosi del bicipite; infine, a Sono state descritte varie configurazioni per l’innervazione terminale
livello del carpo, dove emerge dalla posizione posteriore rispetto ai tendini dei nervi digitali palmari: i rami sono di norma disposti secondo la
flessori superficiali, appena lateralmente al palmare lungo. È in stretto descrizione che segue. Distalmente al retinacolo dei flessori, il nervo
rapporto con l’arteria brachiale sulla faccia anteriore del gomito, dove mediano si divide in una porzione laterale più piccola e una porzione
decorre anteriormente al muscolo brachiale e medialmente all’arteria. mediale di dimensioni maggiori. La porzione laterale dà origine a un
Il nervo mediano possiede i rami muscolari, interosseo anteriore, ramo motorio ricorrente e si divide in tre nervi digitali propri che
cutaneo palmare e digitale palmare. innervano il pollice e la parte radiale dell’indice. Il ramo che innerva il
lato radiale dell’indice innerva anche il primo lombricale. La porzione
Rami muscolari mediale si divide in due nervi digitali palmari comuni, ognuno dei
I rami muscolari sono emessi in prossimità del gomito in direzione di quali si divide ulteriormente in due nervi digitali propri, che innervano
tutti i muscoli flessori superficiali, fatta eccezione per il flessore ulnare i lati adiacenti dell’indice, del medio e dell’anulare. Il nervo digitale
del carpo. Il ramo diretto alla porzione del flessore superficiale delle dita comune laterale innerva il secondo lombricale, mentre il mediale riceve
che raggiunge il dito indice è emesso in prossimità della parte centrale un piccolo ramo comunicante dal ramo digitale palmare comune del
dell’avambraccio e può derivare dal nervo interosseo anteriore. nervo ulnare e può innervare il terzo lombricale. Nella porzione distale
del palmo, le arterie digitali decorrono in profondità tra le divisioni dei
Nervo interosseo anteriore nervi digitali; i nervi si dispongono anteriormente alle arterie, sui due
Il nervo interosseo anteriore origina dalla superficie posteriore del nervo lati delle dita.
mediano, tra i due capi del muscolo pronatore rotondo, appena distal- I nervi digitali decorrono in direzione distale, profondamente all’arco
mente ai rami per i flessori superficiali dell’avambraccio e all’arco tendi- palmare superficiale e ai relativi vasi digitali, prima anteriormente ai
neo prossimale del flessore superficiale delle dita (si vedano Figg. 50.10 tendini dei flessori lunghi. Insieme ai lombricali e alle arterie digitali
e 50.22). Discende insieme all’arteria interossea anteriore fino alla mem- palmari, passano dorsalmente al legamento trasverso superficiale delle
brana interossea, tra il flessore lungo del pollice e il flessore profondo ossa metacarpali e ventralmente al legamento trasverso profondo delle
delle dita, in profondità rispetto a questi (si veda Fig. 50.32), innervando ossa metacarpali. Nelle dita, i nervi decorrono in direzione distale poste-
il flessore lungo del pollice e la parte laterale del flessore profondo delle riormente ai lunghi tendini flessori (all’esterno delle relative guaine
dita (verso il dito indice e il dito medio). In posizione terminale, il nervo fibrose), a livello delle superfici anteriori delle falangi e anteriormente
interosseo anteriore si trova posteriormente al pronatore quadrato, che alle arterie digitali, tra i legamenti di Grayson e Cleland. Ogni nervo
innerva attraverso la sua superficie profonda. Inoltre, fornisce rami arti- emette diversi rami per la cute delle facce volare e laterale del dito e invia
colari alle articolazioni radioulnare distale, radiocarpica e carpale. rami alle articolazioni metacarpofalangea e interfalangea.
I nervi digitali innervano: le guaine fibrose dei tendini dei muscoli
Ramo cutaneo palmare flessori lunghi, i vasi sanguigni (rami vasomotori) e le ghiandole sudo-
Il ramo cutaneo palmare emerge dal lato radiale del nervo mediano, da ripare (rami sudomotori). Distalmente alla base della falange distale,
3,5 cm a 6 cm prossimalmente al retinacolo dei flessori. Decorre in un ogni nervo digitale emette un ramo che passa dorsalmente al letto
piccolo tunnel lungo il margine ulnare della guaina del flessore radiale ungueale (si veda Fig. 51.6). Il nervo principale va sovente incontro a
del carpo, in posizione radiale e profonda rispetto al palmare lungo, triforcazione per innervare la parte carnosa e la cute della porzione
prima di perforare la fascia profonda ed entrare nel palmo attraverso il terminale del dito. Distalmente alla base della falange prossimale, ogni
retinacolo dei flessori o superficialmente a esso (si veda Fig. 51.22B). nervo digitale proprio emette anche un ramo dorsale che innerva la cute
Conclude solitamente il suo decorso nei rami terminali mediale e late- del dorso della falange media e della falange distale. I nervi digitali
rale, che innervano una porzione di pelle posta sopra e appena oltre la palmari propri che innervano il pollice e la parte laterale dell’indice
parte anteriore del palmo sovrastante il tubercolo dello scafoide e la emergono con i tendini dei lunghi flessori da sotto il margine laterale
faccia anteriore dell’articolazione carpometacarpica del primo dito dell’aponeurosi palmare. Nelle dita si dispongono come descritto in
(Hobbs et al. 1990, da Silva et al. 1996). I rami laterali si collegano al precedenza, tranne che, nel pollice, dove i piccoli rami distali innervano
nervo cutaneo laterale dell’avambraccio, mentre i rami mediali si col- la cute del dorso della sola falange distale.
legano al ramo cutaneo palmare del nervo ulnare (si veda Fig. 51.27B).
Altri rami
Ramo muscolare (ramo motorio ricorrente) Oltre ai rami del nervo mediano descritti precedentemente, rami vaso-
Il ramo motorio ricorrente è breve e spesso e origina dalla superficie motori variabili innervano le arterie radiale e ulnare e i rispettivi rami.
laterale del nervo; può essere il primo ramo palmare o un ramo termi- Si ritiene che alcune articolazioni intercarpiche, carpometacarpiche e
nale che origina a livello dei rami digitali. Decorre in direzione laterale, intermetacarpiche siano innervate dal nervo mediano o dal suo ramo
appena distalmente al retinacolo dei flessori e con una leggera curvatura interosseo anteriore; gli esatti dettagli non sono definiti con certezza.
ricorrente sotto la parte dell’aponeurosi palmare che riveste i muscoli
tenar (si veda Fig. 51.22B). Descrive una curva intorno al margine distale Anastomosi di Martin-Gruber
del retinacolo e si dispone superficialmente al flessore breve del pollice, In circa un quarto dei pazienti è presente un ramo comunicante motorio
che solitamente innerva, e prosegue superficialmente al muscolo o lo tra i nervi mediano e ulnare a livello dell’avambraccio. La variante più
attraversa. Emette un ramo per l’abduttore breve del pollice, che penetra comune è caratterizzata da un ramo che decorre dall’interosseo anteriore
il bordo mediale del muscolo, e si porta poi profondamente a esso per al nervo ulnare. Sono state descritte diverse configurazioni secondo cui
innervare il muscolo opponente del pollice, entrando dal margine i rami passano tra i flessori superficiale e profondo delle dita, profonda-
mediale. La sua porzione terminale emette, talvolta, un ramo per il mente all’arteria ulnare, per unirsi al nervo ulnare; questi rami possono
primo interosseo dorsale e può rappresentare la sua unica innervazione, spiegare le variazioni nell’innervazione dei muscoli intrinseci.
o parte di essa. Il ramo muscolare può originare nel tunnel carpale e
perforare il retinacolo dei flessori. In circa il 10% dei pazienti sottoposti Lesioni del nervo mediano
a decompressione del nervo a livello del tunnel carpale si riscontrano Il nervo mediano è soggetto a compressione in quattro sedi a livello del
varianti anatomiche del nervo mediano. Questi rami originano, di gomito e dell’avambraccio. In punto più prossimale è il legamento di
norma, dal lato ulnare del nervo e possono essere motori o sensitivi. Struthers, dove, se il nervo mediano è affiancato dall’arteria brachiale,
possono insorgere anche sintomi e segni vascolari. Procedendo in dire-
Rami digitali palmari zione distale, può essere compresso da un ispessimento dell’aponeurosi
Il nervo mediano emette rami digitali cutanei palmari per le tre dita e del bicipite brachiale. Le altre sedi di compressione si trovano tra i capi
mezza sul lato radiale (pollice, indice, medio e parte laterale dell’anu- superficiale e profondo del muscolo pronatore rotondo e a livello
lare); talvolta, il lato radiale è innervato dal nervo ulnare. Occasional- dell’arco fibroso prossimale del flessore superficiale delle dita.
mente è presente un ramo comunicante tra il nervo digitale comune La resezione del nervo mediano in corrispondenza del carpo deter-
diretto al dito medio e all’anulare (che origina dal nervo mediano) e il mina paralisi dei lombricali del dito indice e medio e dei muscoli tenar 31
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CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

(fatta eccezione per il flessore breve del pollice e per l’adduttore del è raccomandato l’intervento chirurgico. Questo prevede la divisione
pollice), oltre che perdita di sensibilità a livello di pollice, indice, medio del retinacolo dei flessori. I rischi più comuni della decompressione
e metà radiale dell’anulare. I muscoli tenar vanno incontro a ipotrofia, sono rappresentati da: insufficiente decompressione dovuta all’impos-
mentre l’adduttore del pollice, non più antagonizzato dal flessore breve sibilità di dividere le porzioni distale e prossimale del retinacolo dei
del pollice e dall’opponente del pollice, determina un atteggiamento di flessori; danno a carico del ramo motorio, che determina debolezza;
adduzione del pollice. La resezione del nervo mediano distalmente danno del ramo cutaneo palmare o uno o più rami sensitivi terminali
all’origine del ramo cutaneo palmare, che ha inizio tra 3,5 e 6 cm che causano dolore a livello della cicatrice e presenza di intorpidi-
prossimalmente al margine prossimale del retinacolo dei flessori e alla mento e danno a livello di una porzione dell’arco palmare superficiale,
piega trasversa distale del polso, lascerà intatto il ramo che innerva la che provoca la formazione di un ematoma.
cute dell’eminenza tenar e del lato radiale della porzione prossimale Le variazioni anatomiche del nervo mediano nel tunnel carpale
della mano. Un meticoloso esame clinico della sensibilità cutanea di sono molto comuni (Henry et al. 2015); è interessato fino al 12% delle
questa regione aiuta a fare chiarezza circa il livello della lesione. Una mani. Le più comuni riguardano il decorso del ramo motorio ricorrente
resezione alta del nervo, così come lesioni a carattere compressivo a in rapporto al retinacolo dei flessori. Possono essere translegamentose
questo livello, determineranno debolezza della pronazione dell’avam- (11,3%), sublegamentose (13,5%) o extralegamentose (75,2%). Può
braccio e flessione del carpo e delle due dita laterali verso il lato radiale. verificarsi un danno anche a carico del ramo cutaneo palmare del nervo
I pazienti manifestano fondamentalmente una o due sindromi. La mediano e alle anastomosi superficiali tra i nervi mediano e ulnare
sindrome del nervo interosseo anteriore si manifesta come impossibi- (Martin et al. 1996) (ramo di Berrettini, la cui resezione lascerà il
lità di presa con le dita determinata da debolezza del flessore lungo del paziente con intorpidimento del dito medio e anulare). Stancič et al.
pollice e della porzione radiale del flessore profondo delle dita. Di (1999) notarono che questa anastomosi era presente nell’81% delle
conseguenza si ha una riduzione della capacità di flessione dell’artico- mani sottoposte a dissezione e proposero di considerarla un normale
lazione interfalangea del pollice e dell’articolazione interfalangea reperto anatomico.
distale dell’indice. La sindrome del pronatore si manifesta con sintomi
e segni che mimano la sindrome del tunnel carpale. I pazienti manife- Nervo radiale
stano dolore e alterazione della sensibilità nelle tre dita e mezzo del Il nervo radiale (rami ventrali del quinto, sesto, settimo e ottavo nervo
lato radiale della mano, aggravati dall’utilizzo. Tuttavia, sarà presente cervicale e del primo nervo toracico) è il ramo terminale della corda
un segno di Tinel positivo a livello dell’avambraccio prossimale e potrà posteriore (si veda Fig. 48.9). Si tratta del più grande nervo dell’arto
verificarsi una riduzione di sensibilità a livello dell’eminenza tenar, in superiore e di quello più frequentemente danneggiato. Tra la sua origine,
quanto il ramo cutaneo palmare del nervo origina sopra il tunnel in corrispondenza della base del processo coracoideo, e il suo ingresso
carpale. La presentazione clinica può subire variazioni in presenza di nel solco spirale, dove è affiancato dall’arteria brachiale profonda, il
un’anastomosi di Martin-Gruber (Rodriguez-Niedenführ et al. 2002). nervo radiale è irrorato dal numero di arterie minore di tutto il suo
La maggior parte dei pazienti risponde alla terapia non chirurgica, decorso. I primi 8-10 cm del nervo possono essere sprovvisti di arteria
ma, in caso di risposta non adeguata, si otterrà una buona risposta con nutritizia ed essere dunque relativamente avascolari in caso in cui il
la decompressione chirurgica. L’esplorazione chirurgica e la decompres- nervo venga sezionato alla sua origine. Il nervo si trova più vicino all’osso
sione devono interessare tutte le sedi di possibile compressione. nel punto in cui perfora il setto intermuscolare laterale per attraversare
un breve tunnel delimitato dall’osso e da una salda fascia. In questa
Sindrome del tunnel carpale pozione il nervo ha un punto di fissità, ed è quindi un punto in cui si
La sindrome del tunnel carpale è la più comune mononeuropatia da verificano comunemente lesioni, intrappolamento o compressione.
intrappolamento. È causata dalla compressione del nervo mediano Il nervo radiale discende posteriormente al terzo segmento dell’ar-
durante il suo passaggio attraverso il tunnel osseo fibroso posto sotto teria ascellare e al tratto superiore dell’arteria brachiale, anteriormente
il retinacolo dei flessori (si veda Fig. 51.32). al muscolo sottoscapolare, sopra, e ai tendini del muscolo grande
La sindrome del tunnel carpale è di norma idiopatica; tuttavia, dorsale e grande rotondo, sotto. A questo livello emette rami per il capo
alcune condizioni mediche costituiscono fattori predisponenti per mediale del tricipite brachiale. Insieme all’arteria brachiale profonda,
questa patologia. Il tunnel carpale può andare incontro a restringi- si piega dorsalmente, attraversando lo spazio triangolare inferiore, sotto
mento in seguito a cambiamenti artritici a livello dell’articolazione del il margine inferiore del grande rotondo, tra il capo lungo del tricipite
carpo, a ispessimento della membrana sinoviale (soprattutto nella brachiale e l’omero. Prosegue poi con un decorso obliquo e a spirale
malattia reumatoide), a ispessimento dei tessuti molli, come in caso sulla diafisi posteriore dell’omero, disponendosi posteriormente alle
di mixedema e acromegalia; è associato a diabete, edema, obesità, fibre superiori del capo mediale del tricipite brachiale, che separa il
gravidanza e danno da vibrazioni intense e ripetute (per esempio, nervo dall’osso nel primo tratto del solco spirale. Il/I nervo/i per il capo
utilizzo ripetuto del martello pneumatico, N.d.C.). L’associazione laterale del tricipite origina/no nel solco spirale; quello per il capo
causale con movimenti ripetitivi dell’arto superiore è controversa ed è laterale appena prima che il nervo radiale rientri nel comparto ante-
stata probabilmente sovrastimata. In condizioni normali, il nervo riore. Due nervi cutanei, il nervo cutaneo laterale del braccio e il nervo
mediano scorre in modo fluido dentro e fuori dal tunnel carpale cutaneo posteriore dell’avambraccio, si allontanano dal nervo princi-
durante la flessione e l’estensione del carpo; invece, in caso di com- pale nel tratto finale del solco spirale e decorrono lungo la faccia ante-
pressione del nervo, questo scorrimento è limitato dalla trazione, che riore del capo laterale del tricipite per perforare la fascia profonda circa
aggrava il blocco della conduzione. La sindrome provoca tipicamente quattro dita sopra l’epicondilo laterale. Innervano la cute della parte
parestesie dolorose e intorpidimento di pollice, indice, medio e lato laterale inferiore del braccio e la superficie posteriore dell’avambraccio,
mediale dell’anulare, che peggiora nelle ore notturne e durante il man- rispettivamente. In corrispondenza del gomito, il nervo radiale si trova
tenimento di alcune posture, come tenendo un libro o il telefono. Il nel profondo solco tra il muscolo brachiale, medialmente, e i muscoli
ramo palmare del nervo mediano è risparmiato in quanto non attra- brachioradiale ed estensore radiale lungo del carpo, lateralmente (si
versa il tunnel carpale. Nel tempo, la compressione determina ipotrofia veda Fig. 50.21). Il nervo per il brachioradiale origina circa tre dita
e debolezza del muscolo abduttore breve del pollice e perdita della prossimalmente all’epicondilo laterale; il nervo per l’estensore radiale
sudorazione nel territorio cutaneo del nervo mediano; è risparmiata la lungo del carpo circa un dito più distalmente; il nervo per l’estensore
porzione di cute che riveste il tubercolo dello scafoide e il lato palmare radiale breve del carpo circa un dito sopra l’epicondilo. Questi rami
dell’articolazione carpometacarpica, innervata dal nervo cutaneo originano dal nervo radiale principale nel tratto in cui decorre tra il
palmare. Il trattamento dipende dalla causa sottostante. Se compare muscolo brachiale, anteriormente, e il muscolo brachioradiale, poste-
solo di notte, a causa di una flessione involontaria del carpo (che riormente; a questo livello il nervo può essere palpabile. Quando rag-
determina un aumento di pressione all’interno del tunnel carpale) può giunge la faccia laterale dell’omero, il nervo radiale perfora il setto
essere sufficiente il posizionamento di un palmare/polsiera rigido. In intermuscolare laterale per entrare nel comparto anteriore del braccio.
caso di sindromi di recente insorgenza, soprattutto in associazione a A livello della punta dell’epicondilo laterale, il nervo si divide nei nervi
gravidanza o ispessimento della membrana sinoviale, un’iniezione di interosseo posteriore e radiale superficiale. A questo livello è di norma
steroidi può essere risolutiva. In caso di sintomatologia persistente, e emesso un altro ramo dell’estensore radiale breve del carpo. Il livello a
soprattutto se c’è evidenza di una lesione assonale (intorpidimento, cui i rami del nervo radiale originano dal tronco principale presenta
32 perdita della sudorazione, ipotrofia dell’abduttore breve del pollice), una certa variabilità individuale. I rami per l’estensore radiale breve del
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Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
carpo e per il supinatore possono originare dal tronco principale del dell’avambraccio. Il secondo innerva il lato mediale del pollice; il terzo,
nervo radiale o dal tratto prossimale del nervo interosseo posteriore, la faccia laterale del dito indice; il quarto, i lati adiacenti dell’indice e del
ma quasi sempre sopra l’arcata di Frohse. medio. Il quinto si anastomizza con una branca del ramo dorsale del
Il nervo radiale superficiale innerva la cute del dorso della metà nervo ulnare e innerva le aree adiacenti del dito medio e dell’anulare,
radiale dell’anulare, del dito medio e dell’indice, oltre a quella del dove è frequentemente sostituito dal ramo dorsale del nervo ulnare. I
pollice fino all’articolazione interfalangea distale. Fornisce spesso nervi digitali del pollice raggiungono solo la radice dell’unghia; quelli
importanti informazioni sensitivi sulla cute della plica interdigitale e dell’indice arrivano a metà della falange intermedia; infine, quelli del dito
delle aree adiacenti del pollice e dell’indice. medio e della parte laterale dell’anulare possono spingersi non oltre le
I rami del nervo radiale sono i rami muscolari, cutanei, articolari, articolazioni interfalangee prossimali. Le restanti aree dorsali distali della
radiale superficiale e interosseo posteriore. cute di queste dita sono tipicamente innervate dai rami digitali palmari
dei nervi mediano e ulnare. Tuttavia, il ramo terminale superficiale del
Rami muscolari nervo radiale può innervare tutto il dorso della mano.
I rami muscolari innervano i muscoli tricipite brachiale, anconeo, bra-
chioradiale, estensore radiale lungo del carpo e brachiale; sono divisi in Nervo interosseo posteriore
gruppi mediali, posteriori e laterali. I rami muscolari mediali originano Il nervo interosseo posteriore è il ramo terminale profondo del nervo
dal nervo radiale sul lato mediale del braccio e innervano i capi mediale radiale (si vedano Figg. 48.9 e 50.21). Raggiunge la parte posteriore
e lungo del tricipite brachiale. Il ramo per il capo mediale è lungo e dell’avambraccio passando intorno alla faccia laterale del radio, tra i
sottile, e si trova in prossimità del nervo ulnare fino al terzo distale del due capi del muscolo supinatore (si vedano Figg. 50.25 e 50.26).
braccio; è spesso denominato nervo ulnare collaterale. Un esteso ramo Innerva il supinatore prima di entrare nel muscolo e mentre lo attra-
muscolare posteriore origina dal nervo nel punto in cui si trova nel solco versa. Emergendo posteriormente dal supinatore, il nervo emette tre
omerale e si divide per innervare i capi mediale e laterale del tricipite e brevi rami per i muscoli estensore delle dita, estensore del mignolo ed
l’anconeo. Il ramo per l’anconeo è un lungo nervo che discende nel capo estensore ulnare del carpo, oltre a due rami più lunghi, un ramo
mediale del tricipite e lo innerva parzialmente; il nervo è affiancato dal mediale per l’estensore lungo del pollice e per l’estensore dell’indice e
ramo collaterale medio dell’arteria brachiale profonda e passa posterior- un ramo laterale che innerva l’abduttore lungo del pollice e l’estensore
mente all’articolazione del gomito per terminare nell’anconeo. I rami breve del pollice. Inizialmente il nervo si trova tra i muscoli estensore
muscolari laterali originano anteriormente al setto intermuscolare late- superficiale ed estensore profondo, mentre a livello del margine distale
rale e innervano la porzione laterale dei muscoli brachiale, brachiora- dell’estensore breve del pollice si porta profondamente all’estensore
diale ed estensore radiale lungo del carpo. lungo del pollice e, ridotto a una sottile ramificazione, discende sulla
membrana interossea del dorso del carpo. I piccoli rami, che originano
Rami cutanei dalla sua terminazione appiattita, innervano i legamenti e le articola-
I rami cutanei sono i nervi cutaneo posteriore e cutaneo laterale infe- zioni del carpo. I rami articolari del nervo interosseo posteriore inner-
riore e il nervo cutaneo posteriore dell’avambraccio. vano le articolazioni del carpo, radioulnare distale e alcune articolazioni
intercarpiche e intermetacarpiche. I rami digitali innervano le articola-
Nervo cutaneo posteriore del braccio Il piccolo nervo cutaneo zioni metacarpofalangea e interfalangea prossimale.
posteriore del braccio origina nell’ascella e decorre medialmente per La porzione distale del nervo si trova in una guaina distinta nella
innervare la cute della superficie dorsale fin quasi all’olecrano. Incrocia faccia radiale profonda del quarto comparto dorsale del retinacolo degli
posteriormente il nervo intercostobrachiale, con cui comunica. estensori del carpo, dove si posiziona profondamente all’estensore delle
dita e all’estensore del dito indice.
Nervo cutaneo laterale inferiore del braccio  Il nervo cutaneo late- Ramificazioni del ramo superficiale del nervo radiale raggiungono
rale inferiore del braccio perfora il capo laterale del tricipite brachiale la mano descrivendo una curva intorno al polso, sopra i tendini dell’ab-
distalmente alla tuberosità deltoidea, passa sulla parte anteriore del duttore lungo del pollice e dell’estensore breve del pollice, dividendosi
gomito in prossimità della vena cefalica e innerva la cute della porzione nei nervi digitali dorsali (si veda Fig. 51.31). Creano solitamente ana-
laterale della metà inferiore del braccio. stomosi con i nervi cutaneo posteriore e cutaneo laterale dell’avambrac-
cio sul dorso della mano.
Nervo cutaneo posteriore dell’avambraccio  Il nervo cutaneo poste-
riore dell’avambraccio origina insieme al nervo cutaneo laterale infe- Lesioni del nervo radiale
riore del braccio. Dopo aver perforato il capo laterale del tricipite Può verificarsi una compressione del nervo radiale in diverse sedi del
brachiale, discende prima lateralmente nel braccio, quindi lungo il gomito e dell’avambraccio. Quella situata più prossimalmente si trova
dorso dell’avambraccio fino al carpo, innervando la cute durante il suo nel tunnel radiale, che inizia dove il ramo profondo del nervo radiale
decorso. Innerva la cute della parte centrale dell’avambraccio e, in pros- si trova sopra l’articolazione omeroradiale e termina nel punto in cui
simità della sua terminazione, si unisce ai rami dorsali del nervo il ramo profondo diventa il nervo interosseo posteriore, in corrispon-
cutaneo laterale dell’avambraccio. denza del margine distale del muscolo supinatore. A livello della testa
del radio, il nervo può subire una compressione da parte di bande di
Nervo radiale superficiale tessuto fibroso. Più distalmente, è stato ipotizzato che rami dell’arteria
Il nervo radiale superficiale discende dall’epicondilo laterale in dire- radiale ricorrente possano comprimere il nervo interosseo posteriore.
zione anterolaterale nei due terzi prossimali dell’avambraccio, inizial- Altri siti di compressione sono il margine tendineo della superficie
mente disponendosi sul muscolo supinatore, lateralmente all’arteria profonda dell’estensore radiale breve del carpo e il punto in cui il nervo
radiale e posteriormente al muscolo brachioradiale. Nel terzo medio decorre sotto l’arcata di Frohse e tra i due capi del supinatore. Rara-
dell’avambraccio si trova posteriormente al brachioradiale, in prossi- mente, il nervo può essere compresso in corrispondenza del margine
mità della faccia laterale dell’arteria. Decorre anteriormente al muscolo distale del supinatore.
pronatore rotondo, al capo radiale del flessore superficiale delle dita e I pazienti manifestano una o due sindromi: la sindrome del tunnel
al flessore lungo del pollice; di norma si allontana dall’arteria 7 cm radiale, in cui è presente dolore lungo il margine laterale del gomito e
prossimalmente al carpo e si porta profondamente al tendine del bra- dell’avambraccio superiore (Roles e Maudsley 1972), o la sindrome del
chioradiale. Durante la sua discesa descrive una curva intorno alla nervo interosseo posteriore, che si manifesta con debolezza motoria nel
superficie laterale del radio, perfora la fascia profonda e si divide in territorio di distribuzione del nervo, che colpisce in modo particolare
cinque, talvolta quattro, nervi digitali dorsali. Sul dorso della mano, l’estensore delle dita e l’estensore ulnare del carpo. Il trattamento di
crea solitamente anastomosi con i nervi cutanei posteriore e laterale prima scelta non prevede la chirurgia, ma evitare attività che inducano
dell’avambraccio. dolore, utilizzando appropriati tutori ortopedici rigidi. Nei casi non
responsivi al trattamento conservativo, può essere necessaria la decom-
Nervi digitali dorsali pressione chirurgica. È essenziale una liberazione completa di tutte le
Ci sono, di norma, quattro o cinque piccoli nervi digitali dorsali (si veda possibili sedi di compressione.
Fig. 51.6). Il primo innerva la cute della faccia radiale del pollice e dell’a- Il gomito è una sede ben nota di lesioni nervose, soprattutto nei
diacente eminenza tenar; comunica con i rami del nervo cutaneo laterale bambini. La stretta vicinanza all’osso di tutti i principali tronchi nervosi 33
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CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

li rende vulnerabili. Il nervo ulnare è particolarmente a rischio in caso Il ramo ventrale del primo nervo lombare si unisce spesso a una
di lussazione del gomito, soprattutto quando l’epicondilo mediale è branca del ramo ventrale del dodicesimo nervo toracico; queste radici
dislocato nell’articolazione. Tutti e tre i nervi sono a rischio di disloca- contribuiscono alla formazione dei nervi ileoipogastrico e ileoingui-
zione nel caso questa articolazione vada incontro a lussazione. I nervi nale, che decorrono lateralmente sulla parete addominale posteriore.
interosseo posteriore e radiale sono particolarmente a rischio in seguito Una branca del ramo ventrale del primo nervo lombare si unisce con
a frattura/lussazione di Monteggia. Tutti i nervi possono venire intrap- una branca del ramo ventrale del secondo nervo lombare per formare
polati all’interno di una frattura, per esempio il nervo mediano è spesso il nervo genitofemorale. I rami ventrali del secondo, del terzo e della
affiancato dall’arteria brachiale in caso di frattura sopracondiloidea. Un maggior parte del quarto nervo lombare si dividono nelle divisioni
dolore persistente, o in peggioramento, dopo riduzione di una frattura ventrali e dorsali; le divisioni ventrali si uniscono a formare il nervo
suggerisce un’imminente ischemia potenzialmente dannosa, un’irrita- otturatorio, mentre la maggior parte delle fibre nervose delle divisioni
zione continua del nervo o entrambe. I nervi sono a rischio durante dorsali costituisce il nervo femorale. Le restanti fibre del ramo ventrale
interventi chirurgici o altri interventi di tipo medico, soprattutto nel del quarto nervo lombare si uniscono al ramo ventrale del quinto nervo
caso in cui i normali piani anatomici siano distorti da ematomi, fibrosi lombare per formare il tronco lombosacrale, che discende per unirsi al
o frammenti ossei. plesso sacrale. Ramificazioni delle divisioni dorsali dei rami ventrali del
secondo e del terzo nervo lombare si uniscono a formare il nervo
cutaneo laterale della coscia. Se presente, il nervo otturatorio accessorio
Plesso lombare e plesso sacrale origina solitamente dai rami ventrali del terzo e del quarto nervo. Il
plesso lombare è vascolarizzato da rami dei vasi lombari che irrorano
I nervi che originano dai plessi lombare e sacrale innervano l’arto infe- il grande psoas.
riore (si veda Fig. 76.8). Il plesso lombare si trova nello spessore del La divisione dei rami ventrali nelle ramificazioni ventrali e dorsali
muscolo grande psoas, anteriormente ai processi trasversi delle prime non è chiara nei plessi lombare e sacrale come lo è nel plesso brachiale.
tre vertebre lombari. Il plesso sacrale si trova nella cavità pelvica, sulla Ramificazioni cutanee laterali dei rami ventrali del dodicesimo nervo
superficie anteriore del muscolo piriforme, esternamente alla fascia toracico e del primo lombare si portano alla cute della regione glutea;
pelvica, che lo separa dai vasi glutei inferiori e pudendi interni. Il tronco per il resto, questi nervi sono analoghi ai nervi intercostali. Il ramo
lombosacrale (rami ventrali del quarto e del quinto nervo lombare) ventrale del secondo nervo lombare è più complesso. Fornisce un con-
emerge medialmente al grande psoas sulla parete addominale poste- tributo considerevole ai nervi femorale e otturatorio e possiede anche
riore e si dispone sull’ala del sacro prima di incrociare il margine della un ramo terminale anteriore (il ramo genitale del nervo genitofemo-
pelvi per unirsi al ramo ventrale del primo nervo sacrale. Contributi al rale) e un ramo cutaneo laterale che contribuisce al nervo cutaneo
tronco lombosacrale possono giungere anche dal terzo nervo lombare laterale della coscia e al ramo femorale del nervo genitofemorale. Le
(Apaydin 2016). ramificazioni terminali anteriori dei rami ventrali dei nervi lombari dal
terzo al quinto e del primo nervo sacrale sono soppresse, mentre le
Lesioni dei plessi lombare e sacrale corrispondenti ramificazioni dei rami ventrali del secondo e del terzo
La localizzazione profonda e protetta dei plessi fa sì che le lesioni non nervo sacrale innervano la cute della regione perineale.
siano comuni. Il plesso lombare può essere interessato da patologie Il nervo furcale è un nervo indipendente, con le proprie piccole
retroperitoneali, mentre il plesso sacrale può essere invaso da neoplasie radici ventrale e dorsale, che il più delle volte origina lungo il quarto
pelviche; entrambi possono essere colpiti in caso di reticolosi, interes- nervo spinale lombare. I suoi rami forniscono un contributo ai nervi
sati da neuromi plessiformi o danneggiati da fratture della colonna femorale e otturatorio, che originano dal plesso lombare, e al tronco
lombare e della regione pelvica, oppure da altre patologie che provo- lombosacrale (Harshavardhana e Dabke 2014). Il termine “furcale” si
cano gravi emorragie retroperitoneali e pelviche. Possono insorgere riferisce al suo aspetto a forchetta, dal momento che collega i plessi
lesioni temporanee dopo la gravidanza e il parto, come in caso di parto lombare e sacrale. Occasionalmente, il nervo furcale origina dal terzo
complicato con forcipe per macrosomia fetale. La caratteristica più o dal quinto nervo spinale lombare; in questo caso, il plesso sacrale è
comune è il dolore, che può essere diffuso. Possono verificarsi lesioni considerato rispettivamente prefissato o postfissato.
iatrogene durante l’accesso chirurgico all’addome e alla pelvi, soprat- Processi infiammatori a carico della parete addominale posteriore,
tutto in corso di interventi a carico dello spazio retroperitoneale, oltre come un’appendicite retrocecale a destra e ascessi diverticolari a sinistra,
che durante l’accesso laterale alla colonna. possono interessare i tessuti appena anteriormente al grande psoas,
Il termine sciatica indica un dolore a livello della regione lombare determinando un’irritazione a carico di uno o più rami del plesso
e delle anche, che si irradia inferiormente lungo la coscia posteriore fino lombare, con dolore o alterazioni della sensibilità nel territorio di
alla gamba. È spesso secondario a ernia di un disco intervertebrale, che distribuzione dei nervi interessati, come la cute della coscia, dell’anca
comprime il ramo ventrale del quinto nervo lombare o del primo o delle natiche.
sacrale. La cosiddetta sindrome del piriforme, che può derivare da una
variante o di un’anomalia del rapporto tra il muscolo piriforme e il
nervo sciatico, può anche provocare dolore alle anche che si irradia Rami terminali del plesso lombare
inferiormente lungo il decorso del nervo sciatico. La diagnosi di speci-
fiche lesioni nervose si basa sulla distribuzione e sulle caratteristiche Rami muscolari
dei reperti clinici, in associazione a studi elettrofisiologici e/o indagini Piccole ramificazioni dei rami ventrali lombari innervano muscoli adia-
RM e TC a sostegno. La presentazione clinica delle lesioni è variabile, centi, come il grande psoas e il quadrato dei lombi (Mahan et al. 2017).
in conseguenza della variabilità anatomica e della sovrapposizione
degli schemi di innervazione. Generalmente, deficit di flessione dell’anca Nervo ileoipogastrico
e di estensione del ginocchio indicano una lesione lombare; deficit di Il nervo ileoipogastrico origina solitamente dal ramo ventrale del primo
abduzione dell’anca, flessione del ginocchio, plantiflessione e dorsifles- nervo lombare, ma può originare interamente o in parte dal ramo
sione sono sintomi di lesioni a livello sacrale (Ahmadian et al. 2015). ventrale del dodicesimo nervo toracico (Klaassen et al. 2011). Emerge
dal margine laterale superiore del grande psoas e incrocia obliqua-
mente, posteriormente al polo inferiore del rene, sulla superficie ante-
Plesso lombare riore del quadrato dei lombi. Sopra la cresta iliaca entra nella parte
posteriore del muscolo trasverso dell’addome e decorre anteriormente
Il plesso lombare è formato dai rami ventrali dei primi tre nervi lombari tra il trasverso dell’addome e l’obliquo interno dell’addome, che
e dalla maggior parte del quarto, solitamente insieme a un contributo innerva. Emette un ramo cutaneo laterale che perfora gli obliqui interno
del ramo ventrale del dodicesimo nervo toracico (si veda Fig. 61.11). I ed esterno dell’addome sopra la cresta iliaca e innerva la cute della
rami ventrali lombari decorrono lateralmente nella porzione posteriore regione glutea posterolaterale. Prosegue in avanti, perfora l’obliquo
del muscolo grande psoas, anteriormente ai processi trasversi delle interno dell’addome circa 3 cm medialmente e 1 cm inferiormente alla
vertebre lombari (Moro et al. 2003, Benglis et al. 2009). Nonostante spina iliaca anteriore superiore (nell’adulto), quindi penetra l’aponeu-
esistano molte variazioni, viene qui descritta la configurazione più rosi dell’obliquo esterno dell’addome circa 3 cm superiormente e
34 comune del plesso (Tubbs et al. 2018). medialmente all’anello inguinale superficiale per innervare la cute della
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Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
regione dell’ipogastrio. Il nervo ileoipogastrico si anastomizza frequen- esterna, entra nel canale inguinale attraverso l’anello inguinale pro-
temente con il nervo ileoinguinale e, meno frequentemente, con il fondo e affianca il funicolo spermatico o il legamento rotondo dell’u-
nervo sottocostale. I rami motori del nervo ileoipogastrico innervano il tero. Esce dall’anello inguinale superficiale, di norma posteriormente al
muscolo trasverso dell’addome e obliquo interno dell’addome. I rami funicolo spermatico o al legamento rotondo dell’utero, e innerva il
cutanei innervano la regione glutea posterolaterale e la cute della muscolo cremastere e la cute dei genitali esterni. Il ramo femorale
regione ipogastrica. discende lateralmente rispetto all’arteria iliaca esterna, prima di incro-
ciare l’arteria iliaca circonflessa profonda per passare profondamente al
Lesioni del nervo ileoipogastrico legamento inguinale (occasionalmente, attraverso di esso) (Rab et al.
Il nervo ileoipogastrico subisce occasionalmente lesioni a causa di inci- 2001) ed entrare nella guaina femorale lateralmente all’arteria femorale.
sioni chirurgiche nella regione inguinale destra, per esempio durante Perfora la faccia anteriore della guaina femorale e la fascia lata e innerva
interventi di riparazione di ernie inguinali, appendicectomia laparoto- la cute della porzione prossimale del triangolo femorale. Può collegarsi
mica o posizionamento di trocar nella parete addominale, ma rara- al nervo cutaneo laterale della coscia e ai rami cutanei anteriori del
mente si riscontra una perdita di sensibilità, poiché la cute della regione nervo femorale. I rami motori del nervo genitofemorale innervano il
ipogastrica è innervata da diverse fonti. La resezione del nervo ileoipo- muscolo cremastere attraverso il suo ramo genitale. Le fibre sensitive
gastrico sopra la spina iliaca anteriore superiore può indebolire la che viaggiano nel ramo genitale innervano la cute dello scroto nel
parete posteriore del canale inguinale e predisporre alla formazione di maschio e quella del monte del pube e delle grandi labbra nella
un’ernia inguinale diretta. femmina; esiste una notevole variabilità e sovrapposizione con la distri-
buzione cutanea del nervo ileoinguinale (Cesmebasi et al. 2015).
Nervo ileoinguinale
Il nervo ileoinguinale origina di norma dal ramo ventrale del primo Lesioni del nervo genitofemorale
nervo lombare, ma può ricevere un contributo dai rami ventrali del Il ramo genitale del nervo genitofemorale può subire lesioni durante
dodicesimo nervo toracico o del secondo nervo lombare (Klaassen et al. interventi di riparazione di ernie inguinali (aperti o in laparoscopia),
2011). Emerge dal margine laterale del muscolo grande psoas, insieme con conseguente nevralgia (Cesmebasi et al. 2015).
al nervo ileoipogastrico o appena inferiormente a esso, si porta in dire-
zione obliqua sulla superficie anteriore del muscolo quadrato dei lombi Nervo cutaneo laterale della coscia
e sulla parte superiore del muscolo iliaco; entra nel muscolo trasverso Il nervo cutaneo laterale della coscia origina di norma dalle ramifica-
dell’addome circa 3 cm medialmente e 4 cm inferiormente alla spina zioni dorsali dei rami ventrali del secondo e del terzo nervo lombare,
iliaca anteriore superiore (nell’adulto); in questo punto, è facilmente ma sono stati descritti contributi variabili dai rami ventrali dei nervi
raggiungibile per operare un blocco anestetico tronculare. In questa lombari dal primo al terzo (de Ridder et al. 1999). Il nervo emerge dal
regione, un ramo può anastomizzarsi con il nervo ileoipogastrico o margine posterolaterale del grande psoas e interseca obliquamente l’i-
laterale della coscia. Più in basso, perfora l’obliquo interno dell’ad- liaco, decorrendo verso la spina iliaca anteriore superiore. Fornisce fibre
dome, lo innerva e attraversa la restante parte del canale inguinale sensitive al peritoneo parietale della fossa iliaca. A destra, il nervo
superficialmente al funicolo spermatico o al legamento rotondo dell’u- decorre posterolateralmente al cieco, da cui è separato dalla fascia iliaca
tero. Emerge dall’anello inguinale superficiale insieme al funicolo sper- e dal peritoneo; a sinistra, passa posteriormente al tratto inferiore del
matico e si divide nei rami cutanei terminali. colon discendente. Entrambi i nervi decorrono di norma posterior-
Sono state descritte numerose varianti anatomiche (Al-dabbagh mente al legamento inguinale, circa 1-2 cm medialmente alla spina
2002, Ndiaye et al. 2007). I nervi ileoinguinale e genitofemorale iliaca anteriore superiore; occasionalmente passano attraverso o, rara-
possono creare interconnessioni all’interno del canale inguinale; in tal mente, anteriormente al legamento (Tubbs et al. 2016): è stato descritto
modo, ognuno innerva in modo variabile la cute dei genitali (Rab et al. un rivestimento fasciale distinto per questo nervo (Hanna 2017). Occa-
2001, Cesmebasi et al. 2015). Il nervo ileoinguinale può perforare l’a- sionalmente, il nervo si dispone anteriormente o superiormente alla
poneurosi dell’obliquo esterno dell’addome verso l’anello inguinale spina iliaca anteriore superiore nel punto in cui entra nella coscia, dove
superficiale o dividersi nei rami terminali all’interno del canale ingui- di norma passa anteriormente o lateralmente al muscolo sartorio, ma
nale. Può realizzare un tronco comune con il nervo ileoipogastrico fino può anche perforare il muscolo. Si divide nei rami anteriore e poste-
al punto centrale del canale inguinale o può essere molto piccolo o riore. Il ramo anteriore diventa superficiale circa 10 cm distalmente alla
persino assente, nel qual caso il nervo ileoipogastrico e il ramo genitale spina iliaca anteriore superiore e innerva la cute della parte anteriore e
del nervo genitofemorale innervano il suo territorio. Raramente, esso laterale della coscia, fino al ginocchio. A livello terminale, si collega ai
origina come ramo del nervo genitofemorale. Rami motori del nervo rami cutanei della divisione anteriore del nervo femorale e al ramo
ileoinguinale innervano il muscolo trasverso dell’addome e il muscolo infrapatellare del nervo safeno, formando il plesso peripatellare. Il ramo
obliquo interno dell’addome; emette le fibre prima di entrare nella posteriore perfora la fascia lata superiormente rispetto all’anteriore e si
parte laterale del canale inguinale. I rami sensitivi innervano la cute divide per innervare la cute della superficie laterale dal grande trocan-
della porzione prossimale mediale della coscia e la cute della radice del tere fino a circa metà della coscia. Può inoltre innervare la cute della
pene e della parte prossimale dello scroto nel maschio (nervo scrotale regione glutea.
anteriore) oppure la cute del monte del pube e delle adiacenti grandi
labbra nella femmina (nervo labiale anteriore). Lesioni del nervo cutaneo laterale della coscia
Il nervo cutaneo laterale della coscia può subire un intrappolamento a
Lesioni del nervo ileoinguinale tre livelli del suo decorso: in prossimità della colonna vertebrale; in
Il nervo ileoinguinale può essere lesionato o intrappolato durante inter- cavità addominale, durante il passaggio attraverso la pelvi; nel punto
venti di chirurgia inguinale, soprattutto di riparazione di ernie ingui- in cui lascia la pelvi. In quest’ultima sede il nervo è più frequentemente
nali, con conseguenti alterazioni della sensibilità che comprendono soggetto a lesioni e si ritiene che l’intrappolamento abbia luogo durante
dolore a carico dei genitali esterni e della parte prossimale mediale della il passaggio del nervo attraverso o profondamente al legamento ingui-
coscia (Ndiaye et al. 2007). nale, appena medialmente alla spina iliaca anteriore superiore. L’angolo
assunto dal nervo mentre interseca la cresca iliaca determina vulnera-
Nervo genitofemorale bilità alla compressione durante il movimento; per esempio, l’esten-
Il nervo genitofemorale origina dai rami ventrali del primo e del sione dell’anca può aumentare l’angolo assunto e la tensione del nervo.
secondo nervo lombare nello spessore del muscolo grande psoas. La lesione provoca un’alterazione della sensibilità, spesso associata
Discende obliquamente e anteriormente attraverso il muscolo ed a dolore e parestesia sulla superficie anterolaterale della coscia (la cosid-
emerge sulla sua superficie anteriore, più vicino al margine mediale, di detta meralgia parestesica) nel territorio distale di distribuzione del
fronte alla terza o quarta vertebra lombare (Moro et al. 2003). Discende nervo. Quest’area non si estende anteriormente oltre la linea mediana,
quindi profondamente al peritoneo parietale posteriore che riveste il inferiormente sotto il ginocchio e lateralmente oltre i tendini posteriori
grande psoas, incrocia obliquamente e posteriormente l’uretere e si del ginocchio. I sintomi possono essere esacerbati da cinture strette,
divide nei rami genitale e femorale; può dividersi in prossimità della abbigliamento a vita stretta o da un recente aumento di peso o gravi-
sua origine, così che i suoi rami emergono separatamente dal grande danza. In casi eccezionali, il ramo posteriore del nervo cutaneo laterale
psoas. Il ramo genitale incrocia il segmento distale dell’arteria iliaca della coscia, che innerva una sottile striscia dal grande trocantere del 35
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CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

femore a circa due terzi della distanza dal ginocchio, può essere inte- intermedio comunica con il ramo femorale del nervo genitofemorale,
ressato separatamente. Questo ramo si stacca dal tronco principale del frequentemente perforando il sartorio e talvolta innervandolo.
nervo, di norma distalmente al legamento inguinale, descrive una curva
in direzione laterale e perfora il muscolo tensore della fascia lata, dove Nervo per il sartorio
può restare intrappolato. Il nervo principale per il sartorio origina dal nervo femorale insieme al
nervo cutaneo intermedio della coscia.
Nervo otturatorio accessorio
Talvolta è presente un nervo otturatorio accessorio, più spesso a sinistra Nervo safeno
(Turgut et al. 2017). Origina dalle ramificazioni ventrali dei rami ven- Il nervo safeno è il più grande e lungo ramo cutaneo del nervo femorale
trali del terzo e del quarto nervo lombare, emerge dal margine mediale e il più lungo nervo del corpo (si vedano Figg. 76.8 e 77.40). Discende
del grande psoas, lateralmente al nervo otturatorio, discende lungo il lateralmente all’arteria femorale nel triangolo femorale ed entra nel
margine mediale del grande psoas, interseca il ramo superiore del pube canale degli adduttori, dove interseca anteriormente l’arteria per disporsi
dietro il muscolo pettineo e si ramifica; un ramo penetra la superficie medialmente a essa. All’estremità distale del canale, si allontana dall’ar-
profonda del muscolo pettineo, un altro innerva l’articolazione dell’anca teria ed emerge dal rivestimento aponeurotico con il ramo safeno
e un terzo si collega al ramo anteriore del nervo otturatorio. Talvolta, dell’arteria genicolare discendente. Non appena lascia il canale degli
il nervo otturatorio accessorio è molto piccolo e innerva solo il muscolo adduttori, il nervo safeno emette un ramo infrapatellare, che contribu-
pettineo. Ogni ramo può essere mancante e possono essere presenti isce al plesso peripatellare, e poi perfora la fascia lata tra i tendini dei
altri rami; un ulteriore ramo può talvolta innervare il muscolo addut- muscoli sartorio e gracile, portandosi in posizione sottocutanea per
tore lungo. innervare la cute anteriormente alla rotula. Discende lungo il margine
mediale della tibia con la lunga vena safena e si divide distalmente in
Nervo femorale un ramo che prosegue lungo la tibia fino al tarso e un ramo che si porta
Il nervo femorale è il ramo maggiore del plesso lombare; è il nervo del anteriormente al tarso per innervare la cute della superficie mediale del
comparto anteriore della coscia. Possiede rami motori per i muscoli piede, spesso fino all’articolazione metatarsofalangea. Il nervo safeno
iliaco, pettineo, sartorio e quadricipite femorale; rami articolari per si anastomizza con il ramo mediale del nervo peroneo superficiale. In
l’anca, il ginocchio e il tarso; rami cutanei che innervano la maggior prossimità della parte centrale della coscia, fornisce un ramo al plesso
parte della cute che riveste la parte anteriore della coscia, la porzione sottosartoriale. Il nervo può essere intrappolato nel punto in cui lascia
mediale della gamba e del piede e rami per l’arteria femorale (si veda il canale degli adduttori.
Fig. 61.11). Origina dalle ramificazioni dorsali (divisioni posteriori)
dei rami ventrali dei nervi lombari dal secondo al quarto (si vedano Rami muscolari
Figg. 76.8A, 77.36 e 77.41) e discende attraverso il muscolo grande I rami muscolari della divisione posteriore del nervo femorale inner-
psoas, emergendo sul suo margine laterale o profondamente a esso, vano il muscolo quadricipite femorale. Un ramo per il muscolo retto
circa 4 cm sopra il legamento inguinale (Moore e Stringer 2011). Si femorale penetra la sua superficie posteriore prossimale e innerva anche
porta quindi tra il grande psoas e l’iliaco profondamente alla fascia l’articolazione dell’anca. Un ramo più grande per il muscolo vasto
iliaca, disponendosi lateralmente all’arteria e alla guaina femorale. laterale forma un fascio neurovascolare con il ramo discendente dell’ar-
Durante il suo passaggio dietro il legamento inguinale verso la coscia, teria femorale circonflessa laterale nel suo segmento distale e innerva
il nervo femorale è suddiviso nelle divisioni anteriore e posteriore anche l’articolazione del ginocchio. Un ramo per il muscolo vasto
dall’arteria femorale circonflessa laterale. I rami della divisione ante- mediale discende attraverso il tratto prossimale del canale degli addut-
riore sono i nervi cutanei femorali intermedio e mediale e il nervo per tori, lateralmente al nervo safeno e ai vasi femorali; entra nel muscolo
il muscolo sartorio. I rami della divisione posteriore sono il nervo indicativamente nel suo punto medio, inviando un lungo filamento
safeno, i rami muscolari per il quadricipite femorale e i rami articolari articolare in direzione distale lungo il muscolo, fino al ginocchio. Due
per le articolazioni dell’anca e del ginocchio. I rami terminali del nervo o tre rami per il vasto intermedio penetrano la sua superficie anteriore
femorale originano nel triangolo femorale circa 2 cm distalmente al circa a metà della coscia; un piccolo ramo proveniente da uno di questi
legamento inguinale. discende attraverso il muscolo per innervare il muscolo geno articolare
e l’articolazione del ginocchio.
Nervo per il muscolo pettineo
Il nervo per il muscolo pettineo si stacca dalla superficie mediale del Rami vascolari
nervo femorale, in prossimità del legamento inguinale. Decorre poste- I rami vascolari del nervo femorale innervano l’arteria femorale e i suoi
riormente alla guaina femorale ed entra nella faccia anteriore del rami.
muscolo.
Lesioni del nervo femorale
Nervo cutaneo mediale della coscia Lesioni complete o parziali possono verificarsi: durante interventi chi-
Il nervo cutaneo mediale della coscia si trova inizialmente in posizione rurgici a livello dell’anca, della pelvi o della colonna; successivamente
laterale rispetto all’arteria femorale. Interseca anteriormente l’arteria in a cateterizzazione dell’arteria femorale; per un trauma; come risultato
corrispondenza dell’apice del triangolo femorale e si divide nei rami di un ematoma o di una massa retroperitoneale. Le caratteristiche più
anteriore e posteriore. Prima di dividersi, invia alcune fibre attraverso evidenti della neuropatia femorale sono l’ipotrofia e la debolezza, che
la fascia lata a innervare la cute della parte mediale della coscia, in determinano difficoltà nella deambulazione e una tendenza al cedi-
prossimità della lunga vena safena; un ramo emerge dallo iato safeno, mento dell’arto. Possono verificarsi dolore e parestesie sulle superfici
mentre un altro diventa sottocutaneo a circa metà della coscia. Il ramo anteriore e mediale della coscia, che si estendono lungo la superficie
anteriore discende sul muscolo sartorio, perfora la fascia lata oltre la mediale della gamba nel territorio di distribuzione del ramo safeno del
metà della coscia e si divide in un ramo che innerva la cute fino al lato nervo femorale.
mediale del ginocchio e in un altro che decorre lateralmente al primo
e si collega al ramo infrapatellare del nervo safeno. Il ramo posteriore Nervo otturatorio
discende lungo il margine posteriore del muscolo sartorio fino al ginoc- Il nervo otturatorio è il nervo del comparto mediale della coscia: origina
chio, perfora la fascia lata, si collega al nervo safeno ed emette diversi dalle ramificazioni ventrali dei rami ventrali dei nervi lombari dal
rami cutanei, alcuni dei quali raggiungono la superficie mediale della secondo al quarto. Il ramo del terzo nervo è il più grande, mentre quello
gamba. Il nervo contribuisce al plesso sartorio (si veda oltre). del secondo è spesso molto piccolo. Il nervo discende nello spessore
del grande psoas, emergendo dal suo margine posteromediale in pros-
Nervo cutaneo intermedio della coscia simità della quinta vertebra lombare (Kirchmair et al. 2008). Decorre
Il nervo cutaneo intermedio della coscia perfora solitamente la fascia posteriormente ai vasi iliaci comuni e lateralmente ai vasi iliaci interni,
lata circa 8 cm sotto al legamento inguinale, come due rami o come discende sulla parete laterale della pelvi unito alla fascia dell’otturatore
nervo singolo che si divide rapidamente in due. Questi discendono e si dispone anterosuperiormente ai vasi otturatori prima di decorrere
sulla parte anteriore della coscia, innervando la cute fino al ginocchio nel canale otturatorio ed entrare nella coscia. In prossimità del foro, si
36 e terminando nel plesso peripatellare. Il ramo laterale del nervo cutaneo divide nei rami anteriore e posteriore, separati inizialmente da una
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Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
parte del muscolo otturatore esterno e, più distalmente, dal muscolo lombare e tutto il ramo ventrale del quinto nervo lombare; compare
adduttore breve. a livello del margine mediale del grande psoas e discende sulla linea
Si afferma che il nervo otturatorio non possiede rami in cavità addo- terminale, prima medialmente e poi distalmente, incrociando anterior-
minale o pelvica, anche se è stato riportato che invia rami articolari alla mente all’articolazione sacroiliaca, per unirsi al ramo ventrale del
faccia anteriore dell’articolazione sacroiliaca. I suoi rami sensitivi inner- primo nervo sacrale. La maggior parte dei rami del secondo e del terzo
vano le articolazioni dell’anca e del ginocchio, oltre a una piccola e nervo sacrale converge sulla faccia inferomediale del tronco lombosa-
variabile porzione di cute sulla parte mediale prossimale della coscia; crale nel grande forame ischiatico e forma il nervo sciatico. Le divisioni
i suoi rami motori innervano i muscoli otturatore esterno, adduttore ventrale e dorsale dei nervi non si separano fisicamente l’una dall’altra,
lungo, adduttore breve, grande adduttore, gracile e, talvolta, pettineo (si ma le loro fibre restano separate all’interno dei rami; le divisioni ven-
veda Fig. 61.11) (Tubbs et al. 2016). trali e dorsali di tutte le radici impegnate si uniscono nel nervo sciatico.
Le fibre della divisione dorsale proseguono per formare il nervo
Ramo anteriore peroneo comune, mentre le fibre della divisione ventrale formano il
Il ramo anteriore (si veda Fig. 77.41) lascia la cavità pelvica anterior- nervo tibiale. Occasionalmente, il nervo sciatico si divide nei nervi
mente all’otturatore esterno e discende anteriormente all’adduttore peroneo e tibiale comune all’interno della pelvi; in questo caso, il
breve, dietro il pettineo e l’adduttore lungo. A livello del margine infe- nervo peroneo comune decorre solitamente attraverso il muscolo
riore dell’adduttore lungo, comunica con i rami cutaneo mediale e piriforme.
safeno del nervo femorale, formando un plesso sottosartoriale che Il plesso sacrale si trova contro la parete pelvica posteriore, anterior-
innerva la cute della faccia mediale della coscia. Discende stando al di mente al piriforme, posteriormente ai vasi iliaci interni e all’uretere e
sopra dell’arteria femorale, che innerva. In prossimità del forame ottu- posteriormente al colon sigmoideo a sinistra. I vasi glutei superiori
ratorio, il ramo anteriore innerva l’articolazione dell’anca. Posterior- decorrono tra il tronco lombosacrale e il ramo ventrale del primo nervo
mente al muscolo pettineo, innerva i muscoli adduttore lungo, gracile, sacrale, o tra i rami ventrali del primo e del secondo nervo sacrale,
di norma l’adduttore breve e spesso il pettineo; se presente, si anasto- mentre i vasi glutei inferiori si trovano tra i rami ventrali del primo e
mizza con il nervo otturatorio accessorio. Occasionalmente, il ramo del secondo nervo sacrale o tra il secondo e il terzo.
comunicante per i rami cutaneo mediale della coscia e safeno prosegue Il plesso sacrale non è frequentemente interessato da tumori maligni
come ramo cutaneo per la coscia e la gamba. In questo caso, il nervo della pelvi, poiché si trova dietro la relativamente densa fascia presa-
emerge da dietro il margine distale dell’adduttore lungo e discende crale, che oppone resistenza alle infiltrazioni maligne, fatta eccezione
lungo il margine posteriore del sartorio fino al ginocchio, dove perfora per quelle localmente molto avanzate. In questo caso, compare dolore
la fascia profonda e si collega al nervo safeno per innervare la cute fino intrattabile a livello della distribuzione dei rami del plesso, la cui
a metà della superficie mediale della gamba. gestione può essere molto complessa. Il plesso può essere interessato
in corso di reticolosi o affetto da neuroma plessiforme. I rami del plesso
Plesso nervoso sottosartoriale  Il nervo cutaneo mediale della coscia sacrale sono illustrati nella Tabella 77.1.
forma un plesso sottosartoriale con i rami del nervo safeno e del nervo
otturatorio, profondamente alla fascia lata, a livello del margine infe- Rami viscerali e muscolari sacrali
riore del muscolo adduttore lungo. Se il ramo comunicante del nervo I rami viscerali, i nervi splancnici pelvici, originano dai rami ventrali
otturatorio è esteso e raggiunge la gamba, il ramo posteriore è piccolo dei nervi sacrali dal secondo al quarto e innervano i visceri pelvici.
e termina nel plesso, da cui dà origine ad alcuni piccoli rami cutanei. Diversi rami muscolari originano dal ramo ventrale del quarto nervo
sacrale e innervano la superficie superiore del muscolo elevatore
Ramo posteriore dell’ano e la parte superiore dello sfintere anale esterno. I rami per
Il ramo posteriore perfora anteriormente il muscolo otturatore esterno, l’elevatore dell’ano entrano nella superficie superiore del muscolo. Il
lo innerva e si porta dietro al muscolo adduttore breve; sulla parte ramo per lo sfintere anale esterno (denominato anche ramo perineale
anteriore del grande adduttore si divide in rami per questo muscolo e del quarto nervo sacrale) raggiunge la fossa ischioanale decorrendo
per l’adduttore breve, nel caso in cui quest’ultimo non sia innervano attraverso il muscolo ischiococcigeo o tra l’ischiococcigeo e l’ileococci-
dalla divisione anteriore. Di norma, invia un piccolo ramo articolare geo: innerva anche la cute tra l’ano e il coccige.
all’articolazione del ginocchio, che perfora distalmente il muscolo
grande adduttore o attraversa la sua apertura insieme all’arteria femo- Nervo gluteo superiore
rale per accedere alla fossa poplitea. All’interno della fossa poplitea, il Il nervo gluteo superiore origina dalle ramificazioni dorsali dei rami
nervo discende al di sopra della arteria poplitea fino alla parte dorsale ventrali del quarto e quinto nervo lombare e del primo nervo sacrale.
del ginocchio, attraversa il suo legamento posteriore e innerva la capsula Affiancato dai vasi glutei superiori, il nervo lascia la cavità pelvica attra-
articolare. Emette piccoli rami per l’arteria poplitea. verso il grande forame ischiatico sopra il muscolo piriforme e si divide
nei rami superiore e inferiore (si veda Fig. 77.39). Il ramo superiore
Lesioni del nervo otturatorio accompagna il ramo superiore della divisione profonda dell’arteria
Le lesioni isolate del nervo otturatorio sono rare. Esso, tuttavia, può glutea superiore per innervare il muscolo gluteo medio e, occasional-
subire lesioni insieme ad altri nervi in caso di lesioni retroperitoneali mente, il piccolo gluteo. Il ramo inferiore decorre insieme al ramo
che si sviluppano in prossimità dell’origine del plesso lombare, a causa inferiore della divisione profonda dell’arteria glutea superiore attraverso
di fratture dell’acetabolo, tumori pelvici, ernia otturatoria, travaglio il muscolo piccolo gluteo, innerva il gluteo medio e il piccolo gluteo e
prolungato o trauma diretto. Può subire un danno iatrogeno a seguito termina nel tensore della fascia lata.
di manipolazione, sezione o retrazione durante un intervento chirur-
gico e può restare intrappolato nella fascia che riveste l’adduttore breve. Nervo gluteo inferiore
La compressione del nervo da parte di anse intestinali, erniate a livello Il nervo gluteo inferiore origina dalle ramificazioni dorsali dei rami
del forame otturatorio, può determinare dolore riferito a livello ventrali del quinto nervo lombare e del primo e secondo nervo sacrale.
dell’anca, della parte mediale della coscia e del ginocchio, il cosiddetto Lascia la cavità pelvica attraverso il grande forame ischiatico sotto il
segno di Howship-Romberg. Una sindrome da compressione nervosa muscolo piriforme e si divide in rami che penetrano la superficie pro-
più distale è stata descritta in atleti con muscoli adduttori di cospicue fonda del muscolo grande gluteo (si veda Fig. 77.39).
dimensioni.
Lesioni dei nervi glutei superiore e inferiore
Lesioni focali dei nervi glutei superiore e inferiore si verificano, di
Plesso sacrale norma, insieme a quelle del nervo sciatico, del nervo cutaneo posteriore
della coscia e/o del nervo pudendo. Entrambi i nervi glutei sono tutta-
Il plesso sacrale è formato dal tronco lombosacrale, dai rami ventrali via a rischio di lesioni durante interventi di protesi totali di anca; meno
delle vertebre sacrali dalla prima alla terza e da parte del ramo ventrale frequentemente, in seguito a traumi contusivi o errata esecuzione di
del quarto nervo sacrale (la restante parte del ramo ventrale del quarto iniezioni a livello dei glutei. Lesioni a carico del nervo gluteo superiore
nervo sacrale si unisce al plesso coccigeo). La porzione lombare del che determinano paralisi del muscolo gluteo medio e del piccolo gluteo
tronco lombosacrale contiene parte del ramo ventrale del quarto nervo possono dare origine al segno di Trendelenburg, ovvero la pelvi cede 37
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

dal lato ove non è più sostenuta (sul piano coronale), quando si sta in Nervo perforante cutaneo
posizione eretta facendo perno sull’arto affetto. Lesioni del nervo gluteo Il nervo perforante cutaneo origina di norma dalle facce posteriori dei
inferiore determinano debolezza del muscolo grande gluteo, con diffi- rami spinali ventrali del secondo e del terzo nervo sacrale. Perfora il
coltà nell’estensione dell’anca (Kretschmer e Heinen 2015). legamento sacrotuberoso, curva intorno al margine inferiore del
Nervo pudendo muscolo grande gluteo e innerva la cute che riveste la superficie infero-
mediale di questo muscolo. Il nervo può avere origine dal nervo
Il nervo pudendo origina dalle divisioni ventrali dei rami ventrali del pudendo o può essere assente, nel qual caso può essere sostituito da
secondo, terzo e quarto nervo sacrale, appena superiormente al margine un ramo del nervo cutaneo posteriore della coscia o da una divisione
superiore del legamento sacrotuberoso e alle fibre superiori del muscolo dei rami ventrali del terzo e quarto, o del quarto e quinto, nervo sacrale.
ischiococcigeo (Klink 1953, Sato 1980). Lascia la cavità pelvica attra-
verso il grande forame ischiatico, tra i muscoli piriforme e ischiococci- Nervo per il muscolo quadrato del femore
geo (si veda Fig. 71.9), entra nella regione glutea e passa dorsalmente Il nervo per il muscolo quadrato del femore origina dalle divisioni
al legamento sacrospinoso, in prossimità della sua inserzione alla spina ventrali dei rami ventrali dei nervi dal quarto lombare al primo sacrale.
ischiatica, dove si dispone medialmente ai vasi pudendi interni. Affianca Lascia la cavità pelvica attraverso il grande forame ischiatico inferior-
l’arteria pudenda interna attraverso il piccolo forame ischiatico, nel mente al muscolo piriforme, discende sull’ischio profondamente al
canale pudendo, sulla parete laterale della fossa ischioanale. Nella parte nervo sciatico, al muscolo gastrocnemio (gemelli) e al tendine dell’ot-
posteriore del canale, dà origine ai nervi anale inferiore (rettale) e peri- turatore interno; innerva il gemello inferiore, il quadrato del femore e
neale; il nervo dorsale del pene o del clitoride prosegue anteriormente l’articolazione dell’anca.
da questa origine.
Il decorso dei rami del nervo pudendo è parallelo a quello dei vasi Nervo per l’otturatore interno
pudendi (si vedano Figg. 74.18 e 75.4). Rami muscolari, che originano Il nervo per l’otturatore interno origina dalle ramificazioni ventrali dei
direttamente dal nervo pudendo, innervano i muscoli trasverso super- rami ventrali del quinto nervo lombare e del primo e secondo nervo
ficiale del perineo, bulbospongioso, ischiocavernoso, lo sfintere uretrale sacrale. Lascia la cavità pelvica attraverso il grande forame sciatico,
esterno e le porzioni anteriori dello sfintere anale esterno e dell’eleva- inferiormente al muscolo piriforme, emette un ramo per la superficie
tore dell’ano. Nel maschio, il ramo per il bulbospongioso perfora il posteriore superiore del gemello superiore, interseca la spina ischiatica
muscolo per innervare il corpo cavernoso del pene; termina nella lateralmente ai vasi pudendi interni, rientra nella cavità pelvica attra-
mucosa uretrale. verso il piccolo forame ischiatico ed entra nella superficie pelvica del
Il nervo pudendo ha una posizione costante sulla spina ischiatica e muscolo otturatore interno.
può essere sottoposto ad anestesia tronculare mediante infiltrazione
con anestetico locale, con inserzione di un ago attraverso la parete Nervo cutaneo posteriore della coscia
laterale della vagina, ottenendo così l’anestesia della cute perineale e Il nervo cutaneo posteriore della coscia origina dai rami dorsali del
anale. È inoltre palpabile sulla spina ischiatica attraverso la parete late- primo e del secondo e dai rami ventrali del secondo e del terzo ramo
rale del retto. sacrale. Lascia la cavità pelvica attraverso il grande forame ischiatico,
inferiormente al muscolo piriforme, e discende sotto il muscolo grande
Nervo anale inferiore gluteo insieme ai vasi glutei inferiori, disponendosi posteriormente o
Il nervo anale inferiore (rettale) decorre nella parete mediale del canale medialmente al nervo sciatico (si veda Fig. 77.39). Discende sulla parte
pudendo, insieme ai vasi anorettali inferiori; oppure, posteriormente dorsale della coscia, superficialmente al capo lungo del bicipite femo-
al legamento sacrospinoso, direttamente dal ramo ventrale del quarto rale, profondamente alla fascia lata. Perfora la fascia profonda posterior-
nervo sacrale, passando attraverso il canale pudendo (Maldonado et al. mente al ginocchio e affianca la breve vena safena fino a metà polpaccio;
2015), occasionalmente, esso origina direttamente dal plesso sacrale e i suoi piccoli rami terminali si collegano al nervo surale. Possiede rami
interseca il legamento sacrospinoso oppure si riunisce al nervo cutanei, distribuiti alla regione glutea, al perineo, alla parte posteriore
pudendo. Il nervo attraversa la fossa ischioanale per innervare lo sfin- della coscia e alla parte prossimale della gamba posteriore.
tere anale esterno, il margine della parte distale del canale anale e la Tre o quattro rami glutei (nervo cluneale inferiore) si avvolgono
cute intorno all’ano. Si divide frequentemente nei rami terminali intorno al margine inferiore del grande gluteo per innervare la cute che
prima di raggiungere il margine laterale dello sfintere anale esterno. I riveste la porzione inferolaterale del muscolo. Il ramo perineale innerva
suoi rami cutanei, distribuiti sulla circonferenza dell’ano, si sovrap- la cute superomediale della coscia, si piega anteriormente sopra i tendini
pongono alle ramificazioni del ramo perineale del nervo cutaneo posteriori del ginocchio inferiormente alla tuberosità ischiatica, perfora
posteriore della coscia e del nervo scrotale o labiale posteriore. Nella la fascia lata e decorre nella fascia perineale superficiale fino alla cute
femmina, il nervo anale inferiore può fornire fibre sensitive alla por- dello scroto o delle labbra. Comunica con i rami anale inferiore (rettale)
zione distale della vagina. e scrotali o labiali posteriori del nervo perineale ed emette numerosi
rami diretti alla cute della parte dorsale e mediale della coscia, alla fossa
Nervo perineale poplitea e alla porzione prossimale del dorso della gamba. Uno studio
Il nervo perineale è l’ultimo e il più esteso dei rami terminali del nervo ha riscontrato la presenza del ramo perineale del nervo cutaneo poste-
pudendo nel canale pudendo. Decorre anteriormente, inferiormente riore della coscia in circa metà dei soggetti (Tubbs et al. 2009).
all’arteria pudenda interna, affiancando l’arteria perineale, che si divide
nei rami muscolari scrotale posteriore o labiale posteriore. Il nervo Nervo per il muscolo piriforme
scrotale posteriore o labiale posteriore è solitamente doppio; possiede Il nervo per il muscolo piriforme origina solitamente dalle divisioni dorsali
rami mediali e laterali, che decorrono sulla membrana perineale e si dei rami ventrali del primo e del secondo nervo sacrale (talvolta solo il
portano anteriormente, nella parte laterale del triangolo urogenitale, secondo) ed entra nella superficie anteriore del muscolo piriforme.
insieme ai rami scrotali posteriori o labiali posteriori dell’arteria peri-
neale. Innerva rispettivamente la cute dello scroto o delle grandi labbra, Nervo sciatico
sovrapponendosi alla distribuzione del ramo perineale del nervo Il nervo sciatico è largo normalmente 2 cm nel suo punto di origine; si
cutaneo posteriore della coscia e del nervo anale inferiore. Nella tratta del nervo più grosso del corpo. Decorre nel comparto posteriore
femmina, i rami labiali posteriori forniscono anche fibre sensitive alla della coscia e innerva la gamba e il piede. Lascia la cavità pelvica attra-
cute della porzione distale della vagina. verso il grande forame ischiatico, di solito inferiormente al piriforme, e
discente tra il grande trocantere e la tuberosità ischiatica, lungo il dorso
Nervo dorsale del pene o del clitoride della coscia, dividendosi nei nervi tibiale e peroneo comune a un livello
Il nervo dorsale del pene o del clitoride decorre anteriormente sopra variabile prossimalmente al ginocchio (si vedano Figg. 76.8B e 77.42).
l’arteria pudenda interna, lungo il ramo ischiopubico, profondamente Superiormente, si trova profondamente al muscolo grande gluteo, ada-
alla membrana perineale. Innerva il corpo cavernoso e accompagna giandosi pima sulla superficie posteriore dell’ischio, con interposto il
l’arteria dorsale del pene o del clitoride tra gli strati del legamento nervo per il muscolo quadrato del femore. Incrocia quindi posterior-
sospensorio del pene o del clitoride. Il nervo dorsale del pene decorre mente i muscoli otturatore interno, gastrocnemio e quadrato del femore,
38 nella porzione dorsale del pene e termina nel glande. separato da quest’ultimo dal muscolo otturatore esterno e
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
dall’articolazione dell’anca. Sul lato mediale è accompagnato dal nervo all’arco del soleo insieme all’arteria poplitea e prosegue nella gamba.
cutaneo posteriore della coscia e dall’arteria glutea inferiore. A un livello Nella coscia, vi si sovrappongono prossimalmente i muscoli flessori
più distale, si dispone posteriormente al muscolo grande adduttore ed è della gamba, mentre nella fossa poplitea diventa più superficiale e si
intersecato posteriormente dal capo lungo del muscolo bicipite femorale. trova lateralmente ai vasi poplitei. A livello del ginocchio, il nervo
Il suo decorso corrisponde a una linea tracciata da un punto situato tibiale diventa superficiale rispetto ai vasi poplitei e incrocia il lato
appena medialmente al punto medio tra la tuberosità ischiatica e il mediale dell’arteria. Nella fossa poplitea distale, gli si sovrappone la
grande trocantere e l’apice della fossa poplitea. Rami articolari originano giunzione dei due capi del muscolo gastrocnemio.
prossimalmente e innervano l’articolazione dell’anca attraverso la capsula Nella gamba, il nervo tibiale costituisce il nervo del comparto poste-
posteriore; questi derivano, talvolta, direttamente dal plesso sacrale. Rami riore. Discende con i vasi tibiali posteriori per disporsi tra il tallone e il
muscolari si distribuiscono ai muscoli bicipite femorale, semitendinoso, malleolo mediale (si veda Fig. 78.4). Prossimalmente, si trova profon-
semimembranoso e alla porzione ischiatica del grande adduttore. damente ai muscoli soleo e gastrocnemio, ma nel suo terzo distale è
Il punto di divisione del nervo sciatico nelle sue componenti tibiale rivestito solo dalla cute e dalle fasce; talvolta, gli si sovrappone il muscolo
e peroneo comune è molto variabile: i due grandi nervi sono tenuti flessore lungo dell’alluce. Dapprima disposto medialmente ai vasi tibiali
insieme in modo lasso come nervo sciatico e il livello a cui si separano posteriori, li interseca posteriormente e discende lateralmente a essi fino
nella coscia è variabile. La sede comune è in corrispondenza della al punto in cui si biforca. Per la maggior parte del suo decorso, eccetto
giunzione tra il terzo medio e il terzo distale della coscia, in prossimità distalmente, dove si unisce alla superficie posteriore della tibia, si trova
dell’apice della fossa poplitea, ma la divisione può avvenire a qualun- sul muscolo tibiale posteriore. Il nervo tibiale termina sotto il retinacolo
que livello sopra questo punto e, raramente, sotto di esso: le comuni dei flessori, dividendosi nei nervi plantari mediale e laterale.
varianti del nervo sciatico sono state classificate in sei tipi (Beaton e Il nervo tibiale emette rami articolari, muscolari (per i muscoli
Anson 1937). Il nervo tibiale origina dalla divisione anteriore del plesso gastrocnemio, plantare, soleo, popliteo, tibiale posteriore, flessore
sacrale, mentre il nervo peroneo comune origina dalla divisione poste- lungo delle dita e flessore lungo dell’alluce), il nervo surale, il nervo
riore del plesso. La componente mediale (tibiale) innerva i muscoli calcaneare mediale e i nervi plantari mediale e laterale.
posteriori della coscia, compresa la porzione ischiatica del grande
adduttore, ma non il capo breve del bicipite femorale, che è innervato Rami articolari
dalla componente laterale (peroneo comune). I rami articolari per il ginocchio affiancano le arterie genicolari mediali
superiore e inferiore e l’arteria genicolare media; formano un plesso con
Vascolarizzazione del nervo sciatico  Nella regione glutea, il nervo un ramo del nervo otturatorio e innervano anche il legamento popliteo
sciatico è irrorato dall’arteria glutea inferiore e dall’anastomosi crociata obliquo. I rami che accompagnano le arterie genicolari mediali superiore
(arterie circonflesse mediale e laterale del femore, arteria glutea inferiore e inferiore innervano la parte mediale della capsula. Un ramo del nervo
e primo ramo perforante dell’arteria profonda del femore) (si veda per il muscolo popliteo (nervo tibiale) innerva la porzione posteriore
Fig. 77.39). In rare occasioni, è vascolarizzato da rami delle arterie dell’articolazione tibiofibulare superiore. Appena prima che il nervo
glutea superiore o pudenda interna, che raggiungono il nervo sul lato tibiale si biforchi, emette rami che innervano l’articolazione del tarso.
mediale. Inferiormente nella coscia, i rami arteriosi derivati dai rami
perforanti dell’arteria profonda del femore, dalla catena anastomotica Rami muscolari
tra di essi oppure, occasionalmente, dall’arteria poplitea, entrano nel I rami muscolari prossimali originano tra i capi del gastrocnemio e
nervo dalla sua faccia laterale o anterolaterale (Sunderland 1945). I innervano i muscoli gastrocnemio, plantare, soleo e popliteo. Il nervo
numerosi rami arteriosi per il nervo sciatico si anastomizzano l’uno con per il muscolo soleo entra nella sua faccia superficiale. Il ramo per il
l’altro a formare catene arteriose extraneurali e intraneurali (Sunderland popliteo discende obliquamente attraverso i vasi poplitei, avvolgendosi
1945, Ugrenovic et al. 2013). intorno al margine distale del muscolo sulla sua superficie anteriore.
Innerva anche il muscolo tibiale posteriore, l’articolazione tibiofibulare
Lesioni del nervo sciatico superiore e la tibia; emette un ramo interosseo, che discende in prossi-
Il nervo sciatico innerva i muscoli posteriori della coscia e tutti i muscoli mità del perone per raggiungere l’articolazione tibiofibulare distale.
sotto il ginocchio; ciò significa che una paralisi completa del nervo I rami muscolari della gamba innervano i muscoli soleo (sulla sua
sciatico determina paralisi completa del piede e gravi difficoltà nella superficie profonda), tibiale posteriore, flessore lungo delle dita e fles-
deambulazione. Fortunatamente, la paralisi completa del nervo sciatico sore lungo dell’alluce, in modo indipendente o tramite un tronco
è molto rara. Il nervo è soggetto a lesioni in caso di dislocazione poste- comune. Il ramo per il flessore lungo dell’alluce affianca i vasi fibulari.
riore dell’anca. Dopo aver lasciato la cavità pelvica, passa inferiormente
al muscolo piriforme o, talvolta, attraverso il muscolo; a questo punto Nervo surale
può essere intrappolato o compresso molto di rado. La sindrome del Il nervo surale discende tra i capi del muscolo gastrocnemio, perfora la
piriforme è una patologia controversa, in cui si ritiene che un rapporto fascia profonda a livello prossimale nella gamba ed è raggiunto a un
anomalo tra il muscolo piriforme e il nervo sciatico determini dolore livello variabile dal ramo comunicante surale del nervo peroneo
a livello delle natiche e lungo il decorso del nervo sciatico. Una com- comune. Alcuni autori chiamano questo ramo nervo cutaneo surale
pressione esterna sulle natiche, per esempio in pazienti che giacciono laterale e chiamano il tronco principale (dal nervo tibiale) nervo
immobili su una superficie dura per un considerevole periodo tempo- cutaneo surale mediale. Il nervo surale discende lateralmente al tendine
rale, può lesionare il nervo. Tuttavia, la causa più comune di gravi calcaneale, in prossimità della breve vena safena, fino alla regione tra
lesioni del nervo sciatico (e risultante quindi in una quota rilevante di il malleolo laterale e il calcagno; innerva la cute posteriore e laterale del
richieste di risarcimento da parte dei pazienti) è iatrogena (Dillow et al. terzo distale della gamba. Si porta quindi distalmente al malleolo late-
2013). Il nervo può subire un danno iatrogeno a causa di erronea ese- rale, lungo la superficie laterale del piede e del quinto dito, e innerva
cuzione di iniezioni nel grande gluteo. In seguito a interventi di protesi la cute che li riveste. Crea anastomosi con il nervo cutaneo posteriore
totale di anca, si verifica paralisi del nervo sciatico nell’1% dei casi; la della coscia a livello della gamba e con il nervo peroneo superficiale a
paralisi può essere indotta da una lesione da taglio o puntura, ustioni livello del dorso del piede.
da cemento osseo, trazione con strumenti, manipolazione dell’anca, Il nervo surale è spesso utilizzato come innesto autologo di nervo
estensione accidentale del femore o ematoma circostante il nervo. Per periferico, essendo facilmente prelevabile, rapidamente identificabile
qualche ragione, verosimilmente anatomica, la componente fibulare ed esclusivamente cutaneo.
comune del nervo sciatico è, di norma, quella più colpita, con conse-
guente piede cadente e andatura steppante. Nervo calcaneare mediale
Il nervo calcaneare mediale origina dal nervo tibiale; perfora il retina-
Nervo tibiale colo dei flessori per innervare la cute del tallone e il lato mediale della
Il nervo tibiale, la componente più estesa del nervo sciatico, deriva dalle pianta del piede.
ramificazioni ventrali (divisioni anteriori) dei rami ventrali del quarto
e del quinto nervo lombare e dei rami sacrali dal primo al terzo. Nervo plantare mediale
Discende lungo la parte posteriore della coscia e la fossa poplitea fino Il nervo plantare mediale è la più grande divisione terminale del nervo
al margine distale del muscolo popliteo. Si porta quindi anteriormente tibiale; si trova lateralmente all’arteria plantare mediale. Dalla sua 39
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

origine sotto il retinacolo dei flessori, passa profondamente al muscolo lato mediale a livello della pianta del piede. Può, inoltre, essere com-
abduttore dell’alluce, quindi compare tra quest’ultimo e il muscolo presso tra l’abduttore dell’alluce e l’osso navicolare (il cosiddetto piede
flessore breve delle dita, emette un nervo digitale proprio mediale per del corridore). L’intrappolamento del nervo surale non è di norma
l’alluce e si divide in prossimità della base dei metatarsi in tre nervi dovuto a compressione da parte di elementi fasciali. L’intrappolamento
digitali plantari comuni (si vedano Figg. 79.20 e 79.25). del terzo nervo digitale comune nel punto in cui passa profondamente
I rami cutanei perforano l’aponeurosi plantare tra l’abduttore dell’al- al legamento intermetatarsale della terza o, meno comunemente, della
luce e il flessore breve delle dita per innervare la cute della pianta del seconda plica interdigitale può indurre la formazione di un neuroma
piede. I rami muscolari innervano i muscoli abduttore dell’alluce, fles- di Morton, probabilmente la più comune forma di intrappolamento di
sore breve delle dita, flessore breve dell’alluce e il primo lombricale. I un nervo a livello del piede.
primi due originano in prossimità dell’origine del nervo ed entrano A seconda del livello della lesione, il danno a carico del nervo tibiale
nella superficie profonda dei muscoli. Il ramo per il flessore breve può determinare debolezza alla flessione del ginocchio, della flessione
dell’alluce viene dal nervo digitale mediale dell’alluce, mentre quello plantare, dell’inversione e flessione delle dita, associate a perdita di
per il primo lombricale dal primo nervo digitale plantare comune. I sensibilità nella parte laterale inferiore della gamba, a livello del tallone
rami articolari innervano le articolazioni del tarso e dei metatarsi. e della pianta del piede.
Tre nervi digitali plantari comuni passano tra le lamine dell’aponeu-
rosi plantare, ognuno dividendosi in due rami digitali propri. Il primo Nervo peroneo comune
innerva i lati adiacenti dell’alluce e del secondo dito; il secondo innerva Il nervo peroneo comune (nervo fibulare comune) è il nervo dei com-
i lati adiacenti del secondo e del terzo dito; infine, il terzo innerva i lati parti anteriore e laterale della gamba. È largo circa la metà del nervo
adiacenti del terzo e del quarto dito e si collega al nervo plantare late- tibiale e deriva dalle ramificazioni dorsali (posteriori) dei rami ventrali
rale. Il primo emette un ramo per il primo lombricale. Ogni nervo del quarto e del quinto nervo lombare e del primo e del secondo nervo
digitale proprio possiede rami cutanei e articolari: in prossimità delle sacrale. Discende in direzione obliqua lungo la parte laterale della fossa
falangi distali, un ramo dorsale innerva le strutture intorno all’unghia. poplitea fino alla testa del perone, medialmente al bicipite femorale. Si
L’abduttore dell’alluce, il flessore breve dell’alluce e il primo lombricale dispone tra il tendine del bicipite femorale, a cui è legato da una fascia,
sono innervati dal nervo plantare mediale. e il capo laterale del muscolo gastrocnemio (si veda Fig. 78.41). Il nervo
passa successivamente nel comparto anterolaterale della gamba attra-
Nervo plantare laterale verso una stretta apertura nella fascia che riveste il muscolo tibiale
Il nervo plantare laterale innerva la cute del quinto dito, la metà laterale anteriore. Curva lateralmente al collo del perone, disponendosi sull’osso
del quarto dito e la maggior parte dei muscoli del piede (si veda profondamente al muscolo peroneo lungo, e si divide nel nervo
Fig. 79.20). È situato medialmente all’arteria plantare laterale e decorre peroneo superficiale e nel nervo peroneo profondo; un tronco artico-
anteriormente verso il tubercolo del quinto metatarso. Successivamente, lare, che deriva dal nervo peroneo profondo, emette un ramo articolare,
passa tra i muscoli flessore breve delle dita e flessore accessorio; termina che decorre con l’arteria ricorrente tibiale anteriore, e un ramo prossi-
tra i muscoli flessore breve del piccolo dito e abduttore del piccolo dito male per il muscolo tibiale anteriore.
dividendosi nei rami superficiale e profondo. Prima di dividersi, innerva Il nervo peroneo comune innerva la porzione anterolaterale della
il flessore accessorio e l’abduttore del piccolo dito ed emette piccoli capsula articolare del ginocchio, l’articolazione tibiofibulare prossimale
rami che perforano l’aponeurosi plantare per innervare la cute della e la cute delle superfici anteriore, posteriore e laterale della parte pros-
parte laterale della pianta (si veda Fig. 79.27). Il ramo superficiale si simale della gamba. Il nervo peroneo superficiale innerva i muscoli
divide in due nervi digitali plantari comuni: il laterale innerva la parte peroneo lungo e breve e la cute della gamba inferiore prima di dividersi
laterale del quinto dito, il flessore breve del piccolo dito e i due inte- nei nervi cutanei dorsali mediale e intermedio. Il nervo peroneo pro-
rossei nel quarto spazio intermetatarsale; il mediale crea anastomosi fondo fornisce rami muscolari per il tibiale anteriore, gli estensori lungo
con il terzo ramo digitale plantare comune del nervo plantare mediale dell’alluce e lungo delle dita e il peroneo terzo; inoltre, un ramo arti-
e si divide in due per innervare i lati adiacenti del quarto e del quinto colare per l’articolazione del tarso prima di dividersi nei rami terminali
dito. Il ramo profondo affianca l’arteria plantare laterale profonda- laterale e mediale.
mente ai tendini flessori e all’adduttore dell’alluce; innerva i lombricali Il nervo peroneo comune possiede rami articolari e cutanei e termina
dal secondo al quarto, l’adduttore dell’alluce e tutti gli interossei (fatta nei nervi peroneo superficiale e peroneo profondo.
eccezione per quelli del quarto spazio intermetatarsale). I rami per il
secondo e il terzo lombricale si portano distalmente, profondamente Rami articolari
al capo trasverso del muscolo adduttore dell’alluce, e girano intorno al Sono presenti tre rami articolari. Due affiancano le arterie genicolari
suo margine distale per raggiungerli (si veda Video 79.1). laterali superiore e inferiore; possono originare insieme. Il terzo, il ramo
articolare ricorrente, origina in prossimità della terminazione del nervo
Lesioni del nervo tibiale peroneo comune. Sale con l’arteria tibiale ricorrente anteriore attraverso
Il nervo tibiale è soggetto a lesioni dirette nella fossa poplitea, dove è il muscolo tibiale anteriore e innerva la parte anterolaterale della capsula
disposto superficialmente ai vasi poplitei a livello del ginocchio, o a articolare del ginocchio e l’articolazione tibiofibulare prossimale.
compressione in corrispondenza dell’arco tendineo del soleo. Può
subire danni nella sindrome compartimentale che colpisce il comparto Rami cutanei
dei flessori profondi del polpaccio. Tutti i nervi del piede sono soggetti I due rami cutanei, spesso originanti da un tronco comune, sono i nervi
a intrappolamento, che determina classicamente una sensazione di comunicanti surale laterale e surale mediale. Il nervo cutaneo surale
bruciore nel territorio di distribuzione del nervo. La sindrome del laterale (nervo cutaneo laterale del polpaccio) innerva la cute delle
tunnel tarsale è molto meno comune della sindrome del tunnel carpale. superfici anteriore, posteriore e laterale della gamba prossimale. Il nervo
Il retinacolo dei flessori può comprimere il nervo tibiale o uno dei suoi surale comunicante origina in prossimità della testa del perone e inter-
rami (nervi plantari mediale e laterale); un intrappolamento a questo seca il capo laterale del muscolo gastrocnemio per unirsi al nervo surale.
livello è quasi sempre dovuto a lesioni occupanti spazio, come una cisti Può discendere singolarmente fino al tallone.
gangliare, o a compressione da parte di una banderella di vasi o della
fascia profonda associata al muscolo abduttore dell’alluce. La compres- Lesioni del nervo peroneo comune
sione del primo ramo del nervo laterale plantare (nervo di Baxter) da Il nervo peroneo comune è relativamente sprovvisto di protezione nel
parte della fascia profonda che riveste l’abduttore dell’alluce è stata suo passaggio sulla faccia laterale del collo del perone; in questo punto
indicata come possibile causa di dolore cronico del calcagno e di fascite è facilmente soggetto a compressione, per esempio da parte di ingessa-
plantare. (La fascite plantare, spesso indotta da una lesione ripetuta ad ture o di cisti gangliari. Il nervo può anche essere intrappolato da una
alto impatto a carico del piede, può essere associata a dolore, soprat- banda fasciale sotto il muscolo peroneo lungo, all’interno del cosiddetto
tutto a livello del processo calcaneare mediale, che può essere esacer- tunnel fibulare, tra le inserzioni del muscolo peroneo lungo alla testa e
bato da flessione passiva della caviglia o dell’alluce.) Il nervo plantare alla diafisi del perone. Lesioni da trazione possono associarsi a lussa-
mediale può essere compresso a livello del “nodo di Henry”, che è il zioni a carico del comparto laterale del ginocchio, con frequenza mag-
punto in cui il tendine del flessore lungo dell’alluce interseca profon- giore in caso di avulsione delle inserzioni distali del bicipite femorale e
40 damente il tendine del flessore lungo delle dita per raggiungere il suo dei legamenti che si inseriscono sulla testa del perone, talvolta con
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
distacco di un piccolo frammento della testa del perone. Il nervo è legato gamba, che si estende fino al dorso del piede. Il nervo è soggetto a
al tendine del bicipite femorale da una spessa fascia; pertanto, subisce intrappolamento nel punto in cui penetra la fascia profonda della
una trazione in direzione prossimale. Gravi lesioni da trazione possono gamba; può essere interessato dalla sindrome compartimentale che
provocare lesioni longitudinali che interessano un lungo segmento del colpisce il comparto laterale della gamba oppure, può subire danni in
nervo peroneo comune. Lesioni da torsione a seguito di traumi del tarso seguito a gravi lesioni da inversione della caviglia.
(fratture o distorsioni) possono determinare una neuropatia del peroneo
comune; la lesione è trasmessa dal tarso alla gamba prossimale attra- Nervo peroneo profondo
verso la membrana interossea (Lalezari et al. 2012). I pazienti con questo Il nervo peroneo profondo (nervo fibulare profondo) inizia alla bifor-
tipo di lesioni presentano un piede cadente. L’esame fisico evidenzia cazione del nervo peroneo comune, tra il perone e la porzione prossi-
debolezza o paralisi di dorsiflessione del piede, estensione delle dita ed male del muscolo peroneo lungo. Si porta anteriormente in direzione
eversione del piede, mentre l’inversione e la flessione plantare sono obliqua, profondamente al muscolo estensore lungo delle dita, fino alla
normali. La sensibilità del dorso del piede, compresa quella della prima parte anteriore della membrana interossea e raggiunge l’arteria tibiale
plica interdigitale dorsale, è ridotta. I riflessi achillei sono conservati. Dal anteriore nel terzo prossimale della gamba. Discende insieme all’arteria
momento che il nervo peroneo comune si divide al livello del collo del fino al tarso, dove si divide nei rami terminali laterale e mediale.
perone nei nervi peroneo superficiale e peroneo profondo, lesioni del Durante il suo decorso, il nervo si trova prima lateralmente all’arteria,
nervo a questo livello possono danneggiare sia il tronco principale, sia poi anteriormente e infine di nuovo lateralmente a livello del tarso.
i suoi rami. Studi elettrodiagnostici possono facilitare la localizzazione
di una lesione a carico del nervo peroneo comune nella regione del collo Rami cutanei e muscolari
del perone. A questo livello, studi di conduzione nervosa possono Il nervo peroneo profondo invia rami muscolari ai muscoli tibiale
mostrare una riduzione della velocità; l’elettromiografia dimostra la anteriore, estensore lungo dell’alluce, estensore lungo delle dita e
denervazione dei muscoli innervati dal nervo peroneo comune (come peroneo terzo; un ramo articolare all’articolazione del tarso.
il tibiale anteriore e il peroneo lungo), mentre i muscoli innervati a un Il ramo terminale laterale incrocia il tarso profondamente all’esten-
livello più prossimale (soprattutto il capo breve del bicipite femorale) sore breve delle dita, subisce un rigonfiamento sotto forma di pseudo-
sono normali. Una lesione specifica a carico del nervo peroneo superfi- ganglio e innerva il muscolo estensore breve delle dita. Dal punto di
ciale determina paralisi dell’eversione del piede e perdita di sensibilità rigonfiamento, tre piccoli rami interossei innervano le articolazioni del
nella parte inferiore laterale della gamba, che si estendono fino al dorso tarso e metatarsofalangee delle tre dita centrali.
del piede. Un danno al nervo peroneo profondo determina paralisi della Il ramo terminale mediale decorre distalmente sul dorso del piede,
dorsiflessione e dell’estensione delle dita, con perdita di sensibilità della lateralmente all’arteria dorsale del piede, e crea un’anastomosi con il
prima plica interdigitale. ramo mediale del nervo peroneo superficiale nel primo spazio interos-
seo. Si divide in due nervi digitali dorsali, che innervano i lati adiacenti
Nervo peroneo superficiale dell’alluce e del secondo dito. Prima di dividersi, emette un ramo
Il nervo peroneo superficiale (nervo fibulare superficiale) inizia alla interosseo, che innerva la prima articolazione metatarsofalangea. Il
biforcazione del nervo peroneo comune. Inizialmente si dispone pro- nervo peroneo profondo può terminare in tre rami terminali.
fondamente al muscolo peroneo lungo, successivamente passa ante-
roinferiormente tra i muscoli peroneo lungo e breve ed estensore lungo Lesioni del nervo peroneo profondo
delle dita e perfora la fascia profonda nel terzo distale della gamba (si Lesioni isolate del nervo peroneo profondo possono essere conseguenti a
veda Fig. 78.41). Si divide in un grande nervo cutaneo dorsale mediale una sindrome compartimentale che interessa il comparto anteriore della
e in un più piccolo nervo cutaneo dorsale intermedio, posizionato più gamba oppure a una cisti gangliare intraneurale (cisti mucinosa interna
lateralmente, di norma dopo aver perforato la fascia, ma talvolta mentre al nervo, che origina dall’articolazione tibiofibulare superiore attraverso il
si trova ancora profondamente alla fascia. Mentre si trova tra i muscoli, ramo articolare che affianca l’arteria tibiale ricorrente anteriore [Spinner
innerva il muscolo peroneo lungo, il muscolo peroneo breve e la cute et al. 2003]). Il nervo subisce talvolta compressione da parte di osteofiti
della parte inferiore della gamba. Il decorso profondo, ovvero la loca- nella regione della seconda articolazione tarsometatarsica.
lizzazione compartimentale, e la distribuzione periferica alle dita del Soggetti con lesioni del nervo peroneo profondo presentano debo-
nervo peroneo superficiale sono soggetti a notevoli variazioni (si veda lezza della dorsiflessione della caviglia e dell’estensione di tutte le dita,
la classificazione di Kosinksi; Kosinski 1926, Solomon et al. 2001). mentre l’eversione del piede è normale. Le alterazioni della sensibilità
sono limitate alla prima plica interdigitale.
Rami cutanei
Il nervo cutaneo dorsale mediale passa davanti alla caviglia e si divide
in due rami digitali dorsali; uno di questi innerva il lato mediale dell’al- Plesso coccigeo
luce, mentre gli altri innervano i lati adiacenti del secondo e del terzo
dito. Comunica con i nervi safeno e peroneo profondo. Il più piccolo Il plesso coccigeo è formato da un piccolo ramo discendente dal ramo
ramo intermedio interseca lateralmente il dorso del piede. Si divide nei ventrale del quarto nervo sacrale e dai rami ventrali del quinto nervo
rami digitali dorsali, che innervano i lati adiacenti dal terzo al quinto sacrale e del nervo coccigeo. Il ramo ventrale del quinto nervo sacrale
dito e la cute della faccia laterale della caviglia, dove si anastomizza con emerge dallo iato sacrale, descrive una curva intorno al margine laterale
il nervo surale. Entrambi i rami, soprattutto l’intermedio, sono a rischio del sacro, inferiormente al corno, e perfora inferiormente il muscolo
durante l’esecuzione di incisioni cutanee per procedure di artroscopia ischiococcigeo per raggiungere la sua superficie pelvica. Qui è rag-
e durante l’accesso chirurgico al malleolo laterale. Rami del nervo giunto da un ramo discendente dal ramo ventrale del quarto nervo
peroneo superficiale innervano la cute del dorso di tutte le dita, fatta sacrale; il piccolo tronco formatosi discende sulla superficie pelvica del
eccezione per quella laterale del quinto dito (innervata dal nervo surale) muscolo ischiococcigeo, si unisce al piccolo ramo ventrale del nervo
e per i lati adiacenti dell’alluce e del secondo dito (innervati dal ramo coccigeo, che emerge dallo iato sacrale, e curva intorno al margine
terminale mediale del nervo peroneo profondo). Alcuni rami laterali laterale del coccige, perforando il muscolo ischiococcigeo per raggiun-
del nervo peroneo superficiale sono spesso mancanti e sono sostituiti gere la pelvi. Il piccolo tronco così formato costituisce il plesso cocci-
da rami del nervo surale. geo. Da esso originano i nervi anococcigei, che formano alcuni sottili
filamenti che perforano il legamento sacrotuberoso per innervare la
Nervi peronei accessori cute adiacente.
Sono state descritte due varianti del nervo peroneo superficiale, il nervo
peroneo superficiale accessorio e il nervo peroneo profondo accessorio;
entrambi sono probabilmente il risultato di una ramificazione atipica SISTEMA NERVOSO AUTONOMO
del nervo principale profondamente alla fascia profonda (si veda oltre).
Il sistema nervoso autonomo rappresenta la componente viscerale del
Lesioni del nervo peroneo superficiale sistema nervoso. È costituito da neuroni situati all’interno del SNC e
Una lesione del nervo peroneo superficiale determina debolezza nell’e- del SNP coinvolti nel controllo dell’ambiente interno attraverso l’inner-
versione del piede e perdita di sensibilità della superficie laterale della vazione di ghiandole secretive, del miocardio e della muscolatura liscia. 41
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

Tuttavia, le sue funzioni sono strettamente integrate con quelle del sistemi effettori, per esempio vasomotore, sudomotore ecc., da parte di
sistema nervoso somatico. uno specifico nervo (probabilmente una singola fibra pregangliare
Le vie efferenti viscerali differiscono dalle loro controparti somati- contrae sinapsi con i neuroni postgangliari destinati a un solo sistema
che in quanto sono interrotte da sinapsi periferiche, esistendo una effettore). In alternativa, le fibre postgangliari possono decorrere in un
sequenza di almeno due neuroni tra il SNC e la struttura target (si veda ramo mediale di un ganglio diretto a particolari visceri, possono inner-
Fig. 24.11). Tali neuroni vengono chiamati, rispettivamente, neuroni vare i vasi ematici adiacenti oppure accompagnarne il decorso fino alla
pregangliari e postgangliari. I somi dei neuroni pregangliari sono situati loro area di distribuzione periferica. Come descritto in precedenza, tali
nei nuclei efferenti viscerali del tronco encefalico e nel corno laterale fibre possono ascendere o discendere prima di lasciare il tronco simpa-
del midollo spinale. I loro assoni, in genere finemente mielinizzati, tico. Molte fibre si distribuiscono lungo le arterie e i dotti sotto forma
emergono dal SNC all’interno di determinati nervi cranici e spinali e si di plessi fino a raggiungere effettori distanti; per esempio il nervo caro-
portano in seguito ai gangli periferici dove contraggono sinapsi con i tideo interno, una continuazione del tronco simpatico, emerge dal polo
neuroni postgangliari. Gli assoni dei neuroni postgangliari sono, di craniale del ganglio cervicale superiore e accompagna l’arteria carotide
solito, amielinici. I neuroni postgangliari sono più numerosi rispetto a interna attraverso il canale carotico fino a penetrare nella cavità cranica.
quelli pregangliari; un singolo neurone pregangliare può mettersi in Il principale neurotrasmettitore rilasciato dai neuroni simpatici
contatto sinaptico con 15-20 neuroni postgangliari e ciò è alla base postgangliari è la noradrenalina (norepinefrina). Il sistema simpatico
dell’ampia distribuzione di molti effetti autonomi. presenta una distribuzione molto più ampia rispetto al sistema para-
Il sistema nervoso autonomo viene tradizionalmente suddiviso nei simpatico: innerva tutte le ghiandole sudoripare, i muscoli erettori dei
sistemi simpatico e parasimpatico che regolano in modo coordinato peli, le pareti muscolari di molti vasi sanguigni, il cuore, i polmoni e
funzioni viscerali e omeostatiche. In generale, l’attività simpatica deter- l’albero respiratorio, i visceri addominopelvici, l’esofago, i muscoli
mina costrizione delle arterie cutanee (con conseguente aumento dell’iride e la muscolatura non striata del tratto urogenitale, delle pal-
dell’apporto ematico al cuore, ai muscoli e all’encefalo), aumento della pebre e di altri distretti anatomici. Le fibre simpatiche postgangliari che
frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, contrazione degli sfinteri tornano ai nervi spinali hanno effetti vasocostrittori sui vasi sanguigni,
e depressione della peristalsi, effetti che, nel complesso, contribuiscono secretomotori sulle ghiandole sudoripare e motori sui muscoli erettori
a mobilizzare le riserve energetiche dell’organismo necessarie per far dei peli presenti nei rispettivi dermatomeri. La maggior parte se non
fronte alla richiesta di una maggiore attività. L’attività parasimpatica tutti i nervi periferici contengono fibre simpatiche postgangliari. Quelle
comporta una riduzione della frequenza cardiaca e un aumento dell’at- che raggiungono i visceri sono coinvolte nella vasocostrizione generale,
tività ghiandolare e peristaltica dell’intestino, effetti che possono essere nella dilatazione di bronchi e bronchioli, nell’inibizione della contra-
considerati finalizzati alla conservazione delle riserve energetiche zione della muscolatura gastrointestinale ecc.
dell’organismo.

Tronco simpatico
SISTEMA NERVOSO SIMPATICO
Il tronco simpatico è un cordone nervoso provvisto di gangli che si
Gli assoni simpatici pregangliari originano dai somi di neuroni situati estende lateralmente lungo la colonna vertebrale dalla base del cranio
nel nucleo intermediolaterale (corno laterale) del midollo spinale, dal al coccige. I gangli sono uniti ai nervi spinali da parte di brevi nervi di
primo segmento spinale toracico al secondo lombare (T1-L2) (si veda connessione, chiamati rami comunicanti bianchi e grigi. Gli assoni
Fig. 24.12). Gli assoni simpatici postgangliari originano dai somi di pregangliari si uniscono al tronco simpatico attraverso i rami comuni-
neuroni situati nel tronco simpatico (paravertebrale) o in un plesso più canti bianchi, mentre gli assoni postgangliari lasciano il tronco simpa-
periferico. Esistono 10-12 gangli toracici (di solito 11), quattro gangli tico come rami comunicanti grigi. Nel torace, il tronco simpatico è
lombari e quattro o cinque gangli nella regione sacrale. I gangli simpatici situato anteriormente alle teste delle coste, nell’addome giace anterola-
cervicali sono, di norma, ridotti a tre, dato che vanno incontro a fusione. teralmente ai corpi delle vertebre lombari e nella pelvi è situato ante-
Gli assoni pregangliari sono mielinici con diametri di 1,5-4 μm e riormente al sacro e medialmente ai fori sacrali anteriori. Anteriormente
rilasciano acetilcolina quale principale neurotrasmettitore. Decorrono al coccige, i due tronchi controlaterali si incontrano in corrispondenza
inizialmente con le corrispondenti radici ventrali, dalle quali si staccano di un singolo ganglio terminale mediano.
sotto forma di rami comunicanti bianchi per entrare nell’adiacente
ganglio simpatico del tronco simpatico (si veda Fig. 24.13). I loro target Sistema simpatico cervicale
variano; alcuni contraggono sinapsi nel ganglio simpatico in cui
entrano, mentre altri ascendono o discendono lungo il tronco simpa- Nel collo, ogni tronco simpatico è situato posteriormente alla guaina
tico per stabilire sinapsi rispettivamente all’interno dei gangli cervicali carotica e anteriormente ai processi trasversi delle vertebre cervicali. Il
o di quelli lombari. Gli assoni destinati ai gangli cervicali derivano tronco simpatico cervicale giace sulla fascia prevertebrale dietro la
principalmente da neuroni pregangliari le cui fibre decorrono nel primo guaina carotica e contiene tre gangli interconnessi: i gangli superiore,
nervo spinale toracico. Molti degli assoni pregangliari che originano nei medio e inferiore (stellato o cervicotoracico) (si vedano Figg. 35.17 e
segmenti toracici inferiori (T5-T12) non formano sinapsi a livello locale 35.18). Occasionalmente vi possono essere due o quattro gangli. I
ma entrano nella cavità addominale come nervi splancnici toracici. gangli simpatici cervicali inviano rami comunicanti grigi a tutti i nervi
Questi nervi decorrono attraverso il mediastino posteriore e il dia- spinali cervicali, senza tuttavia ricevere dagli stessi alcun ramo comuni-
framma per entrare nella cavità addominale e contrarre sinapsi nei cante bianco. Le loro fibre spinali pregangliari derivano dai rami comu-
gangli prevertebrali che circondano l’origine delle principali arterie nicanti bianchi dei primi cinque nervi spinali toracici (soprattutto dai
viscerali che si staccano dall’aorta addominale, per esempio nei gangli primi tre) e ascendono lungo il tronco simpatico per contrarre sinapsi
celiaco e mesenterico superiore, oppure attorno alle cellule cromaffini nei gangli cervicali. Lungo il loro decorso, i rami comunicanti grigi
della midollare del surrene. possono attraversare i muscoli lungo del capo o scaleno anteriore.
Gli assoni dei neuroni postgangliari sono amielinici e, in genere, più
lunghi rispetto a quelli dei neuroni pregangliari, ad eccezione di alcuni Ganglio cervicale superiore
assoni che innervano i visceri pelvici. Gli assoni postgangliari si distri- Il ganglio cervicale superiore è il più voluminoso dei tre gangli (si veda
buiscono agli organi target in vari modi. Quelli provenienti da un Fig. 35.17). Giace sui processi trasversi della seconda e terza vertebra
ganglio del tronco simpatico possono tornare al nervo spinale da cui cervicale ed è probabilmente formato da quattro gangli fusi tra loro, se
ha avuto origine la componente pregangliare sotto forma di rami comu- si considera che i suoi rami comunicanti grigi raggiungono i primi
nicanti grigi, che, in genere, si uniscono al nervo appena prossimal- quattro nervi spinali cervicali. L’arteria carotide interna posta nella
mente al ramo comunicante bianco e, in seguito, si distribuiscono fascia carotidea è situata anteriormente al ganglio, e il muscolo lungo
attraverso i rami spinali dorsale e quello ventrale ai vasi sanguigni, alle del capo è situato posteriormente. L’estremità inferiore del ganglio è
ghiandole sudoripare, ai follicoli piliferi ecc. nel proprio territorio di unito da un tronco di connessione al ganglio cervicale medio. I rami
innervazione. Le aree di distribuzione segmentale hanno un’estensione postgangliari si distribuiscono nel nervo carotideo interno, che ascende
variabile e presentano considerevoli sovrapposizioni; si possono, con l’arteria carotide interna nel canale carotico per penetrare nella
42 inoltre, riscontrare differenze nell’entità di innervazione di diversi cavità cranica, nonché nei rami laterali, mediali e anteriori. Essi
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Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
forniscono nervi vasocostrittori e sudomotori alla faccia e al collo, e interno, e fornisce rami alla stessa. Questo tratto corrisponde all’ansa
innervano il muscolo dilatatore della pupilla, la muscolatura liscia delle succlavia, spesso multipla, situata in stretto contatto con la pleura cer-
palpebre e il muscolo orbitale. vicale e solitamente connessa al nervo frenico e talvolta al nervo vago
(si veda Fig. 35.18).
Rami laterali Il ganglio cervicale medio dà origine a rami tiroidei e al ramo car-
I rami laterali del ganglio cervicale superiore corrispondono ai rami diaco. I rami tiroidei accompagnano l’arteria tiroidea inferiore nel suo
comunicanti grigi che si portano ai primi quattro nervi spinali cervicali decorso fino alla tiroide. Comunicano con i nervi cardiaco superiore,
e ad alcuni nervi cranici. Tali rami raggiungono il ganglio inferiore del laringeo esterno e laringeo ricorrente, e inviano rami alle paratiroidi. Le
vago, il nervo ipoglosso, il bulbo giugulare superiore e il glomo giugu- fibre destinate a entrambe le ghiandole sono in gran parte vasomotrici,
lare associato, nonché le meningi nella fossa cranica posteriore. Un anche se alcune raggiungono le cellule secretorie. Il ramo cardiaco, il
altro ramo, il nervo giugulare, ascende fino alla base del cranio e si nervo cardiaco simpatico più grande, origina dal ganglio stesso o più
divide in due: una parte si dirige al ganglio glossofaringeo inferiore e spesso dal tronco simpatico cranialmente o caudalmente a tale ganglio.
l’altra al ganglio vagale superiore. Sul lato destro, discende dietro l’arteria carotide comune e anteriormente
o posteriormente all’arteria succlavia, fino alla trachea, dove riceve alcuni
Rami mediali piccoli rami dal nervo laringeo ricorrente prima di unirsi alla metà destra
I rami mediali del ganglio cervicale superiore sono i rami laringofarin- della porzione profonda (dorsale) del plesso cardiaco. Nella regione del
gei e cardiaci. I rami laringofaringei innervano il glomo carotideo e, collo, si connette ai nervi cardiaco superiore e laringeo ricorrente. A
lateralmente alla faringe, si uniscono a rami del glossofaringeo e del sinistra, il nervo cardiaco entra nel torace tra le arterie carotide comune
vago per formare il plesso faringeo. Un ramo cardiaco origina a partire e succlavia di sinistra per unirsi alla metà sinistra della porzione profonda
da due o più sottili ramificazioni della parte inferiore del ganglio cer- (dorsale) del plesso cardiaco. Sottili rami provenienti dal ganglio cervi-
vicale superiore e occasionalmente riceve un ramuscolo dal tronco cale medio si distribuiscono anche alla trachea e all’esofago.
simpatico tra il ganglio cervicale superiore e il ganglio medio. Si ritiene
che contenga solo fibre efferenti, con apporto pregangliare derivante Ganglio inferiore (cervicotoracico/stellato)
dai segmenti toracici superiori del midollo spinale, e che sia privo di Il ganglio cervicale inferiore (cervicotoracico/stellato) presenta una
fibre dolorifiche provenienti dal cuore. Discende dietro l’arteria carotide forma irregolare ed è molto più voluminoso rispetto al ganglio cervicale
comune, anteriormente al muscolo lungo del collo, e incrocia anterior- medio (si vedano Figg. 35.18 e 48.16). Probabilmente è formato dalla
mente l’arteria tiroidea inferiore e il nervo laringeo ricorrente. In fusione dei gangli degli ultimi due segmenti cervicali e del primo tora-
seguito, il decorso dei nervi dei due lati differisce. Il ramo cardiaco cico, a volte anche del secondo e persino del terzo e del quarto ganglio
destro decorre in genere posteriormente, ma a volte anteriormente, toracico. Il primo ganglio toracico può essere separato e in tal caso il
all’arteria succlavia e decorre posterolateralmente al tronco brachioce- ganglio cervicale superiore è situato al di sopra dello stesso. In corri-
falico per unirsi alla parte profonda (dorsale) del plesso cardiaco dietro spondenza della giunzione tra collo e torace, il tronco simpatico piega
l’arco aortico. Presenta altre connessioni simpatiche. A circa metà all’indietro, ragion per cui l’asse lungo del ganglio cervicotoracico
altezza del collo, riceve minute ramificazioni dal nervo laringeo esterno. diventa quasi anteroposteriore. Il ganglio giace in corrispondenza o
Inferiormente, è raggiunto da uno o due rami cardiaci vagali. Al suo appena lateralmente al margine laterale del muscolo lungo del collo,
ingresso nel torace, riceve un ramuscolo dal nervo laringeo ricorrente. tra la base del processo trasverso della settima vertebra cervicale e il
Alcuni piccoli rami provenienti dal nervo comunicano anche con i rami collo della prima costa (entrambi situati posteriormente). I vasi verte-
tiroidei del ganglio cervicale medio. Il ramo cardiaco sinistro, nel brali sono situati anteriormente, e inferiormente il ganglio è separato
torace, è situato anteriormente all’arteria carotide comune sinistra e dal versante posteriore della pleura cervicale da parte della membrana
incrocia anteriormente il lato sinistro dell’arco aortico per raggiungere sovrapleurica. Il tronco costocervicale dell’arteria succlavia si ramifica
la parte superficiale (ventrale) del plesso carotideo. Può discendere a in prossimità del polo inferiore del ganglio e l’arteria intercostale
destra dell’aorta per terminare nella parte profonda (dorsale) del plesso suprema è posta lateralmente.
cardiaco. Comunica con i rami cardiaci dei gangli simpatici cervicali Lungo il tronco simpatico può essere presente un piccolo ganglio
medio e inferiore e talvolta con i rami cardiaci cervicali inferiori del vertebrale, anteriormente o anteromedialmente all’origine dell’arteria
nervo vago di sinistra, e forma un plesso sull’aorta ascendente con rami vertebrale e subito superiormente all’arteria succlavia. Quando pre-
provenienti da questi nervi misti. sente, può fornire l’ansa succlavia. È inoltre unito al ganglio cervicale
inferiore da fibre che racchiudono l’arteria vertebrale ed è, in genere,
Rami anteriori considerato una parte distaccata del ganglio cervicale medio o inferiore.
I rami anteriori del ganglio cervicale superiore si ramificano in corri- Come il ganglio cervicale medio, può emettere rami comunicanti grigi
spondenza delle arterie carotidi comune ed esterna, attorno alle quali diretti al quarto e quinto nervo spinale cervicale. Il ganglio cervicale
formano un plesso delicato in cui si riscontrano occasionalmente anche inferiore invia rami comunicanti grigi al settimo e ottavo nervo spinale
piccoli gangli. Il plesso che circonda l’arteria faciale fornisce un piccolo cervicale e al primo toracico, e dà origine a un ramo cardiaco, a rami
ramo al ganglio sottomandibolare; il plesso che avvolge l’arteria menin- destinati ai vasi vicini e, talvolta, a un ramo diretto al nervo vago.
gea media invia un ramo al ganglio otico e un secondo ramo, il nervo I rami comunicanti grigi destinati al settimo nervo cervicale variano
petroso esterno, al ganglio faciale. Molte delle fibre, che decorrono da uno a cinque (abitualmente sono due). Spesso si osserva un terzo
lungo la carotide esterna e i suoi rami, alla fine se ne allontanano per ramo che ascende medialmente all’arteria vertebrale davanti al processo
raggiungere le ghiandole sudoripare faciali attraverso rami del nervo trasverso della settima vertebra cervicale. Si connette al settimo nervo
trigemino. cervicale e invia un sottile ramo verso l’alto che, attraversato il foro
trasversario della sesta vertebra cervicale ove è accompagnato dai vasi
Ganglio cervicale medio vertebrali, si unisce al sesto nervo spinale cervicale nel punto in cui
Il ganglio cervicale medio è il più piccolo dei tre gangli simpatici cer- questo emerge dal foro intervertebrale. Un ramo incostante può attra-
vicali ed è occasionalmente assente, nel qual caso può essere sostituito versare il foro trasversario della settima vertebra cervicale. I rami grigi
da minuscoli gangli presenti nel tronco simpatico o può risultare fuso diretti all’ottavo nervo spinale cervicale variano in numero da tre a sei.
con il ganglio superiore. Si trova, in genere, a livello della sesta vertebra Il ramo cardiaco discende dietro l’arteria succlavia e lungo la super-
cervicale, anteriormente o appena superiormente all’arteria tiroidea ficie anteriore della trachea per raggiungere il plesso cardiaco profondo.
inferiore, oppure può essere contiguo al ganglio cervicale inferiore. Dietro l’arteria si connette al nervo laringeo ricorrente e al ramo car-
Probabilmente rappresenta la coalescenza dei gangli del quinto e sesto diaco del ganglio cervicale medio (quest’ultimo è spesso sostituito da
segmento cervicale, se si considera che i suoi rami postgangliari si fini rami del ganglio cervicale inferiore e dell’ansa succlavia).
uniscono al quinto e sesto nervo spinale cervicale (ma talora anche al I rami destinati ai vasi sanguigni formano dei plessi attorno all’arteria
quarto e al settimo). È connesso al ganglio cervicale inferiore da due o succlavia e ai suoi rami. L’innervazione della succlavia deriva dal ganglio
più cordoni molto variabili. In genere il cordone posteriore si divide cervicale inferiore e dall’ansa succlavia e tipicamente si estende fino alla
per racchiudere l’arteria vertebrale, mentre il cordone anteriore piega ad prima parte dell’arteria ascellare, anche se alcune fibre possono esten-
ansa prima anteriormente e poi al di sotto della porzione prossimale dersi ulteriormente. Un’estensione del plesso succlavio diretta all’arteria
dell’arteria succlavia, medialmente all’origine del suo ramo toracico toracica interna può essere raggiunta da un ramo del nervo frenico. 43
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CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

All’interno dei fori trasversari e degli spazi intertrasversari, i rami livello locale, ma entrano nella cavità addominale come nervi splanc-
grigi cervicali formano arcate intersegmentali, comunicando gli uni con nici toracici. Questi nervi attraversano il mediastino posteriore e il
gli altri e con i rami ventrali dei primi cinque o sei nervi spinali cervicali. diaframma per entrare nella cavità addominale dove contraggono
Queste arcate accompagnano la seconda porzione dell’arteria vertebrale sinapsi nei gangli prevertebrali che circondano l’origine delle principali
e assumono l’aspetto di un lungo nervo noto come nervo vertebrale. arterie viscerali che si staccano dall’aorta addominale, per esempio i
Fini ramuscoli derivanti da questo nervo e dai rami comunicanti grigi gangli celiaco e mesenterico superiore, oppure attorno alle cellule cro-
formano il plesso vertebrale sulla superficie dell’arteria vertebrale. maffini della midollare del surrene. Gli assoni destinati ai gangli cervi-
Questo plesso contiene non solo fibre efferenti simpatiche ma anche cali derivano principalmente da neuroni pregangliari le cui fibre
fibre sensitivi somatiche provenienti dall’avventizia dell’arteria, con decorrono nel primo nervo spinale toracico.
corpi cellulari situati nei gangli della radice dorsale dei nervi cervicali.
Il nervo vertebrale invia filamenti agli angoli posterolaterali dei dischi Nervo grande splancnico
intervertebrali cervicali (Bogduk et al. 1988) e dà origine a rami menin- A ciascun lato, il nervo grande splancnico deriva dai rami mediali dei
gei (nervi senovertebrali) in corrispondenza di ciascun segmento cervi- gangli toracici dal quinto al nono. Dà origine a rami diretti all’aorta
cale. Il plesso vertebrale, che contiene alcuni corpi neuronali, continua toracica discendente ed entra nell’addome attraversando le fibre musco-
nel cranio lungo le arterie vertebrale e basilare e i loro rami, spingendosi lari del pilastro ipsilaterale del diaframma, lungo cui discende anteroin-
fino all’arteria cerebrale posteriore, dove incontra un plesso formato feriormente. Il tronco principale del nervo entra nel ganglio celiaco in
dall’arteria carotide interna. Il plesso che avvolge l’arteria tiroidea infe- corrispondenza del suo versante superiore e, in questa sede, la maggior
riore raggiunge la tiroide e si connette con i nervi laringeo ricorrente e parte delle fibre pregangliari stabilisce rapporti sinaptici (tranne quelle
laringeo esterno, il ramo cardiaco del ganglio cervicale superiore e il destinate alla midollare del surrene).
plesso carotideo comune.
Nervo piccolo splancnico
Sindrome di Horner  Qualsiasi condizione o lesione che comporti un A ciascun lato, il nervo piccolo splancnico deriva dai rami mediali del
danneggiamento del tronco simpatico, nel suo decorso ascendente dal decimo e undicesimo (o del nono e decimo) ganglio toracico. Entra
torace attraverso il collo fino alla faccia, porta alla sindrome di Horner nell’addome decorrendo attraverso le fibre più inferiori del pilastro
(sindrome di Bernard-Horner, paralisi oculosimpatica), caratterizzata ipsilaterale del diaframma o al di sotto del legamento arcuato mediale
da palpebra cadente (ptosi), infossamento del globo oculare e, in seguito, decorre lungo il pilastro in direzione anteroinferiore. Il
(enoftalmo), fessura palpebrale ristretta, pupilla contratta (miosi), tronco del nervo si unisce al ganglio aorticorenale e può dare origine a
nonché vasodilatazione e mancanza di risposta sudomotoria allo rami che raggiungono il versante laterale del ganglio celiaco. Occasio-
stimolo termico (anidrosi) della faccia dal lato affetto. Classicamente, nalmente si unisce ai nervi grande splancnico e splancnico minimo
questa sindrome si osserva in pazienti con carcinomi bronchiali che formando un unico nervo splancnico.
hanno invaso il tronco simpatico ed è una complicanza riconosciuta
della simpatectomia cervicale o di una dissezione radicale del collo. Nervo splancnico minimo
L’avulsione del primo nervo toracico dal midollo spinale può essere A ciascun lato, il nervo splancnico minimo deriva dai rami mediali
diagnosticata in base allo sviluppo della sindrome dopo lesione chiusa dell’undicesimo e/o dodicesimo ganglio toracico. Entra nell’addome
da trazione del plesso brachiale sopraclavicolare. La sindrome di Horner medialmente al tronco simpatico, sotto il legamento arcuato mediale
congenita è stata riportata in associazione ad agenesia dell’arteria caro- del diaframma, e decorre inferiormente per unirsi al plesso renale. Il
tide interna ipsilaterale (Fons et al. 2009). Caratteristiche peculiari della tronco del nervo entra nel ganglio aorticorenale e può dare origine a
sindrome di Horner congenita comprendono capelli lisci in un solo rami diretti al versante laterale del ganglio celiaco. Talvolta fa parte del
lato del capo e anomalie della pigmentazione dell’iride in uno o nervo piccolo splancnico, nel qual caso forma un fascetto che entra nel
entrambi gli occhi (eterocromia dell’iride mono- o bilaterale), in genere plesso renale appena al di sotto del ganglio aorticorenale.
ereditata come tratto autosomico dominante e attribuita a interruzione I nervi splancnici toracici mostrano considerevoli variazioni indivi-
della via simpatica postgangliare responsabile di disgenesia neurotropa duali in termini di origine e distribuzione (Loukas et al. 2010). Per
dei melanociti dell’iride (Rennie 2011). Connessioni tra il nervo larin- esempio, il nervo grande splancnico può ricevere un contributo dal
geo ricorrente, il vago e il simpatico cervicale sono state chiamate in quarto o dal decimo ganglio toracico del tronco simpatico o può ori-
causa nella sindrome di Horner insorgente quale complicanza della ginare solo dai gangli dal sesto al nono.
tiroidectomia.
Sistema simpatico lombare
Sistema simpatico toracico
La parte lombare di ciascun tronco simpatico contiene, in genere,
I tronchi simpatici di destra e di sinistra e i gangli associati (comune- quattro gangli situati in corrispondenza dei versanti anterolaterali delle
mente in numero di 11) sono situati posteriormente alla parte costale vertebre lombari lungo il margine mediale del grande psoas (si vedano
della pleura parietale ai due lati della colonna vertebrale. La maggior Figg. 59.2-59.4) (Murata et al. 2003). Superiormente, è in continuità
parte dei gangli simpatici toracici giace anteriormente alla testa di una con la parte toracica del tronco simpatico, posteriormente al legamento
costa; il primo ganglio toracico e il ganglio cervicale inferiore sono fusi arcuato mediale. Inferiormente, decorre posteriormente ai vasi iliaci
tra loro, mentre gli ultimi due o tre gangli toracici sono spesso situati comuni e si continua con la parte sacrale del tronco simpatico. Sul lato
lateralmente al corpo della vertebra corrispondente per numero (si veda destro, giace posteriormente alla vena cava inferiore; a sinistra, è situato
Fig. 56.6). Un tumore del solco polmonare superiore (apice del posteriormente ai linfonodi aortici laterali. Si trova anteriormente alla
polmone) può comprimere il ramo ventrale del primo nervo spinale maggior parte dei vasi lombari, sebbene possa decorrere dietro ad
toracico, il ganglio cervicotoracico o il tronco simpatico (si veda alcune vene lombari.
Fig. 54.2) con conseguente perdita dell’innervazione simpatica desti- A ciascun lato, il primo, il secondo e a volte il terzo ramo ventrale
nata al lato ipsilaterale del capo (sindrome di Horner) (Nikolaos et al. lombare sono connessi alla parte lombare del tronco simpatico attra-
2014) e dolore irradiante al lato mediale dell’avambraccio ipsilaterale verso i rami comunicanti bianchi. Tutti i rami ventrali lombari sono
(Bruzzi et al. 2008). raggiunti, in prossimità della loro origine, da rami comunicanti grigi
Gli assoni simpatici pregangliari originano dal soma di neuroni lunghi e sottili, provenienti dai quattro gangli lombari. La loro organiz-
situati nel nucleo intermediolaterale (corno laterale) del midollo zazione è irregolare: un singolo ganglio può inviare rami a due o tre
spinale, da T1 a L2. Viaggiano, inizialmente, con la corrispondente rami ventrali lombari, un singolo ramo ventrale può ricevere rami da
radice ventrale, che abbandonano sotto forma di rami comunicanti due gangli oppure i rami grigi possono lasciare il tronco simpatico in
bianchi per entrare nel ganglio simpatico adiacente del tronco simpa- corrispondenza dei tratti intergangliari (Murata et al. 2003).
tico. I loro target variano; alcuni contraggono sinapsi nel ganglio sim-
patico in cui entrano, mentre altri ascendono o discendono lungo il Rami somatici e vascolari
tronco simpatico per stabilire rapporti sinaptici rispettivamente nei I rami nervosi simpatici accompagnano le arterie lombari lungo i lati
gangli cervicali o lombari. Molti degli assoni pregangliari che originano dei corpi vertebrali, medialmente alle arcate fibrose su cui si inserisce
44 nei segmenti spinali toracici inferiori (T5-T12) non formano sinapsi a il grande psoas, fornendo l’innervazione simpatica ai territori di
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Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
distribuzione segmentale delle arterie lombari. I rami provenienti dai ventrale lombare e in seguito al nervo femorale, che le trasporta all’ar-
gangli lombari innervano l’aorta addominale e le arterie iliache comune, teria femorale e ai suoi rami. Alcune fibre discendono attraverso i gangli
esterna e interna, formando delicati plessi nervosi che si estendono lombari per stabilire rapporti sinaptici nei due o tre gangli sacrali
lungo i vasi. Altri nervi simpatici postgangliari diretti ai vasi e alla cute superiori, dai quali gli assoni postgangliari decorrono attraverso i rami
viaggiano assieme ai nervi somatici. Per esempio, il nervo femorale comunicanti grigi fino alle radici del plesso sacrale. Quelli contenuti
trasporta fibre simpatiche vasocostrittrici all’arteria femorale e ai suoi nel nervo pudendo e nei nervi glutei superiore e inferiore accompa-
rami nella coscia, così come fibre simpatiche nei suoi rami cutanei. Le gnano le arterie omonime fino ai tessuti delle regioni glutea e perineale;
fibre postgangliari che decorrono con il nervo otturatore innervano alcuni rami possono anche innervare i linfonodi pelvici. Le fibre post-
l’arteria otturatoria e una zona variabile di cute della coscia mediale. La gangliari che si uniscono al nervo tibiale vengono trasportate all’arteria
denervazione simpatica dei vasi dell’arto inferiore può essere ottenuta poplitea e si distribuiscono, lungo i suoi rami, alla gamba e al piede.
mediante rimozione o ablazione dei tre gangli lombari prossimali e dei La denervazione simpatica dei vasi dell’arto inferiore viene usata
tratti interposti del tronco simpatico; questa procedura può essere utile raramente per il trattamento dell’insufficienza vascolare dell’arto infe-
nel trattamento di alcune varietà di insufficienza vascolare dell’arto riore; può essere ottenuta attraverso la rimozione o l’ablazione dei
inferiore. primi tre gangli simpatici lombari e dei tratti interposti del tronco
simpatico.
Nervi splancnici lombari
Quattro nervi splancnici lombari decorrono dai gangli come rami Nervi splancnici sacrali
mediali per unirsi ai plessi celiaco, mesenterico inferiore e ipogastrico I nervi splancnici decorrono direttamente dai gangli della sezione
superiore (si veda Fig. 59.4). Il primo nervo splancnico, derivante dal sacrale del tronco simpatico al plesso ipogastrico inferiore e, da qui, ai
primo ganglio della sezione lombare del tronco simpatico, dà origine visceri pelvici; in genere originano dai primi due gangli sacrali.
a rami diretti ai plessi celiaco, renale e mesenterico inferiore. Il secondo
nervo splancnico lombare si unisce alla parte inferiore del plesso inter-
mesenterico o mesenterico inferiore. Il terzo nervo splancnico lombare Innervazione autonoma degli arti
origina dal terzo o quarto ganglio e si unisce al plesso ipogastrico
superiore. Il quarto nervo splancnico lombare, derivante dall’ultimo L’innervazione autonoma degli arti è esclusivamente simpatica. L’ap-
ganglio, si unisce alla parte distale del plesso ipogastrico superiore o ai porto simpatico pregangliare all’arto superiore deriva da neuroni
nervi ipogastrici. Si noti che i nervi splancnici lombari contribuiscono situati nel nucleo intermediolaterale dei segmenti del midollo spinale
ai plessi ipogastrici superiore e inferiore e, di conseguenza, all’innerva- da T2 a T6/7. Gli assoni pregangliari mielinici decorrono dai nervi
zione della vescica urinaria, dei vasi deferenti e della prostata, tra le altre spinali al tronco simpatico toracico attraverso i rami comunicanti
strutture. Una lesione a questi nervi, per esempio durante un intervento bianchi e ascendono lungo il tronco fino ai gangli cervicali medio e
di chirurgia aortoiliaca, può portare a disfunzione sessuale. inferiore (stellato o cervicotoracico), dove contraggono sinapsi. Le fibre
postgangliari amieliniche si distribuiscono attraverso i rami comuni-
Sistema simpatico pelvico canti grigi ai nervi di origine del plesso brachiale; l’innervazione è
particolarmente ricca nella cute palmare della mano e nella cute del
La sezione sacrale del tronco simpatico innerva gli organi e il sistema cavo ascellare. I nervi C5 e C6 ricevono rami grigi dal ganglio cervicale
vascolare della pelvi. In genere è costituito da quattro o cinque gangli medio; i nervi C7 e C8 ricevono rami grigi dal ganglio cervicale infe-
interconnessi, situati medialmente o anteriormente ai fori sacrali ante- riore; infine, T1 non solo riceve un ramo grigio dal ganglio cervicale
riori al di sotto della fascia presacrale (Oh et al. 2004) (si veda inferiore, ma invia allo stesso un ramo bianco (si veda Fig. 48.16).
Fig. 71.10). Occasionalmente, sono presenti uno o due gangli coccigei. L’interruzione di questo ramo bianco è una delle cause della sindrome
Il primo ganglio sacrale è quello più voluminoso e i gangli successivi di Horner (Bernard-Horner).
diventano progressivamente più piccoli (Blaszczyk 1981). Il tronco sim- L’apporto simpatico pregangliare all’arto inferiore deriva da neuroni
patico sacrale è spesso asimmetrico, con gangli fusi o assenti, e frequen- situati nel nucleo intermediolaterale dei segmenti T10-T12 e L1, L2 del
temente sono presenti comunicazioni trasversali tra i due i lati. Ogni midollo spinale. Le fibre decorrono nei rami comunicanti bianchi per
ganglio invia almeno un ramo comunicante grigio al nervo spinale raggiungere il tronco simpatico e contraggono sinapsi nei gangli
adiacente, sebbene siano stati riportati fino a undici di tali rami origi- lombari e sacrali. Le fibre postgangliari decorrono nei rami comunicanti
nanti da un singolo ganglio (Potts 1925). grigi per entrare nei plessi lombare e sacrale; molte vengono distribuite
Superiormente, la sezione sacrale del tronco simpatico si continua alla cute attraverso i rami cutanei dei nervi originanti da questi plessi.
con la sezione lombare e attraverso questa via discendono fibre pregan- I vasi sanguigni dell’arto inferiore ricevono l’innervazione simpatica
gliari provenienti dai segmenti distali del midollo lombare. I tronchi di attraverso i nervi periferici adiacenti. Le fibre postgangliari che accom-
destra e di sinistra convergono distalmente al ganglio più inferiore e si pagnano le arterie iliache sono destinate principalmente alla pelvi, ma
uniscono per formare una singola struttura retroperitoneale, il ganglio possono anche innervare i vasi del segmento prossimale della coscia.
impari (ganglio di Walther), che giace a un livello variabile tra l’artico-
lazione sacrococcigea e l’apice del coccige; occasionalmente è pari,
unilaterale o assente (Oh et al. 2004). I rami comunicanti grigi decor- SISTEMA NERVOSO PARASIMPATICO
rono dai gangli ai nervi spinali sacrali e coccigei e non sono presenti
rami comunicanti bianchi. I rami mediali si connettono tra loro attra- I neuroni parasimpatici pregangliari sono situati nel nucleo di Edinger-
verso la linea mediana e fascetti di sottili ramuscoli derivanti dai primi Westphal e nei nuclei salivatori superiore e inferiore del tronco encefa-
due gangli si uniscono al plesso ipogastrico inferiore o al nervo ipoga- lico (si veda Fig. 28.3), nonché nella sostanza grigia intermedia dei
strico. Altri rami formano un plesso attorno all’arteria sacrale mediana. segmenti sacrali dal secondo al quarto del midollo spinale. I loro
Gli afferenti nocicettivi provenienti dal perineo e dalle regioni uro- assoni, che sono mielinici, emergono dal SNC all’interno dei nervi
genitali terminali si portano al ganglio impari ai tronchi parasimpatici oculomotore, faciale, glossofaringeo e vago e come nervi splancnici
sacrali: il blocco anestetico del ganglio impari può essere impiegato per pelvici nei nervi spinali sacrali dal secondo al quarto. I neuroni para-
trattare il dolore perineale intrattabile trasportato da fibre afferenti simpatici pregangliari sono colinergici. I somi dei neuroni parasimpa-
viscerali nei pazienti con tumori pelvici (Toshniwal et al. 2007). tici postgangliari sono situati perlopiù in posizione distante dal SNC,
in gangli ben individuabili situati in prossimità delle strutture innervate
Rami vascolari oppure dispersi nelle pareti dei visceri.
Le fibre pregangliari per i vasi destinati alla pelvi e all’arto inferiore
derivano dagli ultimi tre segmenti del midollo spinale toracico e dai
primi due o tre segmenti del midollo spinale lombare. Raggiungono i Sezione craniale del sistema parasimpatico
gangli toracici inferiori e lombari superiori attraverso rami comunicanti
bianchi e discendono lungo il tronco simpatico per contrarre sinapsi La sezione craniale del sistema parasimpatico contiene quattro piccoli
nei gangli lombari. Le fibre postgangliari decorrono da questi gangli, gangli periferici pari, i gangli ciliare, pterigopalatino, sottomandibolare
attraverso i rami comunicanti grigi, al secondo, terzo e quarto ramo e otico, a livello dei quali gli assoni pregangliari stabiliscono i contatti 45
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CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

sinaptici (questi gangli parasimpatici efferenti sono diversi dai gangli sottili ramuscoli, chiamati nervi ciliari brevi, emergono anteriormente
sensitivi dei nervi trigemino, faciale, glossofaringeo e vago, tutti coin- dal ganglio, disposti in due o tre fasci, di cui quello inferiore più grande.
volti esclusivamente nella ricezione di impulsi afferenti e contenenti i Decorrono in avanti con andamento sinuoso assieme alle arterie ciliari,
corpi cellulari di neuroni sensitivi). I gangli parasimpatici craniali sono al di sopra e al di sotto del nervo otico, e si dividono in 15-20 rami che
attraversati anche da fibre afferenti, fibre simpatiche postgangliari e, nel perforano la sclera attorno al nervo otico e decorrono in piccoli solchi
caso del ganglio otico, da fibre efferenti branchiali; tuttavia, nessuna di sulla superficie interna della sclera. Trasportano fibre parasimpatiche,
queste fibre contrae sinapsi nei gangli. Le fibre parasimpatiche postgan- simpatiche e sensitive tra il globo oculare e il ganglio ciliare; solo le
gliari sono, in genere, amieliniche e più brevi delle loro controparti nel fibre parasimpatiche formano sinapsi nel ganglio.
sistema nervoso simpatico, dal momento che i gangli dove le fibre La radice parasimpatica, derivata dal ramo del nervo oculomotore
parasimpatiche stabiliscono le sinapsi si trovano all’interno o in vici- destinato al muscolo obliquo inferiore, è costituita da fibre pregangliari
nanza dei visceri che innervano. I neuroni parasimpatici postgangliari provenienti dal nucleo di Edinger-Westphal, che stabiliscono rapporti
sono colinergici. A livello del capo, le fibre parasimpatiche esercitano sinaptici nel ganglio. Le fibre postgangliari viaggiano nei nervi ciliari
effetti secretomotori sulle ghiandole lacrimale e parotide, sulle ghian- brevi per raggiungere lo sfintere della pupilla e il muscolo ciliare. Più
dole salivari sottomandibolare e sottolinguale e innervano la muscola- del 95% di queste fibre innerva il muscolo ciliare, che è di gran lunga
tura liscia intraoculare (sfintere della pupilla e muscolo ciliare). il muscolo di maggior dimensione.
La radice simpatica contiene fibre provenienti dal plesso che avvolge
Ganglio otico l’arteria carotide interna all’interno del seno cavernoso. Queste fibre
Il ganglio otico è un ganglio di piccole dimensioni (diametro maggiore postgangliari, derivate dal ganglio cervicale superiore, formano un ramo
di 3-4 mm), di forma ovale, appiattito e di colore grigio-rossastro, sottile che entra nell’orbita attraverso la fessura orbitaria superiore
situato appena al di sotto del foro ovale. È un ganglio parasimpatico all’interno dell’anello tendineo comune. Le fibre possono raggiungere
periferico correlato topograficamente al nervo mandibolare, ma con- direttamente il ganglio o possono unirsi al nervo nasociliare e decorrere
nesso funzionalmente al nervo glossofaringeo (si veda Fig. 42.11). In verso il ganglio nella sua radice sensitiva; in ogni caso, attraversano il
prossimità della sua giunzione con la radice motoria del trigemino, il ganglio senza formare sinapsi per poi emergere nei nervi ciliari brevi e
nervo mandibolare giace lateralmente al ganglio, il muscolo tensore del distribuirsi ai vasi sanguigni del globo oculare. A volte, le fibre simpa-
velo palatino è situato medialmente, separando il ganglio dalla parte tiche che innervano il muscolo dilatatore della pupilla possono viag-
cartilaginea della tuba faringotimpanica, e l’arteria meningea media è giare nei nervi ciliari brevi (anziché seguire la via più abituale attraverso
situata posteriormente al ganglio. Il ganglio otico circonda, in genere, il nervo oftalmico, il nervo nasociliare e i nervi ciliari lunghi).
l’origine del nervo destinato al muscolo pterigoideo mediale. Ha tre Le fibre sensitive che attraversano il ganglio ciliare derivano dal
radici, di cui una motrice parasimpatica, una simpatica e una sensitiva: nervo nasociliare. Entrano nei nervi ciliari brevi e trasportano informa-
solo le fibre parasimpatiche contraggono sinapsi nel ganglio (si veda zioni sensitive dalla cornea, dal corpo ciliare e dall’iride.
Fig. 33.7). Le fibre parasimpatiche originano da corpi cellulari situati
nel nucleo salivatorio inferiore e decorrono nel ramo piccolo petroso Ganglio pterigopalatino
del nervo glossofaringeo. Il nervo piccolo petroso decorre in sede intra- Il ganglio pterigopalatino, chiamato colloquialmente “ganglio della
cranica nella fossa cranica media sulla superficie anteriore della parte febbre da fieno”, è il più voluminoso dei gangli parasimpatici periferici
petrosa dell’osso temporale e attraversa il foro ovale, la fessura sfeno- ed è ben protetto, trovandosi in profondità nella fossa pterigopalatina.
petrosa o il canale innominato di Arnold (un canale situato nella Appena anteriormente al canale pterigoideo, il ganglio giace al di sotto
grande ala dello sfenoide in vicinanza del foro spinoso), per unirsi al e medialmente al foro rotondo e al nervo mascellare e lateralmente al
ganglio otico a livello del quale stabilisce contatti sinaptici. Le fibre foro sfenopalatino (si veda Fig. 38.16B). È appiattito e di colore gri-
postgangliari decorrono in un ramo comunicante verso il nervo aurico- gio-rossastro e risiede appena al di sotto del nervo mascellare, nel tratto
lotemporale per raggiungere la parotide. La radice simpatica origina da in cui questo incrocia la fossa pterigopalatina. La maggior parte dei
un plesso che avvolge l’arteria meningea media. Contiene fibre vaso- “rami” del ganglio è connessa allo stesso morfologicamente, ma non
motrici postgangliari derivanti dal ganglio simpatico cervicale supe- funzionalmente, trattandosi principalmente di rami sensitivi del nervo
riore, che attraversano il ganglio otico e si uniscono alle fibre mascellare che, di conseguenza, passano attraverso il ganglio senza
parasimpatiche per raggiungere la parotide attraverso il nervo auricolo- stabilire alcuna sinapsi per poi entrare nei rami gangliari del nervo
temporale. Le fibre sensitive provenienti dalla parotide derivano dal mascellare.
nervo auricolotemporale. Osservazioni cliniche suggeriscono che Il nervo petroso profondo (fibre simpatiche postgangliari) e il nervo
nell’uomo la parotide riceva anche fibre parasimpatiche secretomotrici grande petroso (fibre parasimpatiche pregangliari) convergono per
attraverso la corda del timpano. formare il nervo del canale pterigoideo (il nervo Vidiano nel canale
Vidiano). Questo nervo è un importante punto di repere per la parte
Rami petrosa dell’arteria carotide interna e raramente è possibile procedere
Il ganglio otico è connesso da alcuni rami al nervo della corda del alla sua transezione per trattare la rinorrea intrattabile. Il canale pteri-
timpano e al nervo del canale pterigoideo. Questi rami possono formare goideo sbocca nella fossa pterigopalatina, dove il nervo del canale
una via supplementare attraverso cui le fibre gustative provenienti dai pterigoideo si unisce al ganglio pterigopalatino posteriormente e le
due terzi anteriori della lingua raggiungono il ganglio genicolato senza fibre parasimpatiche stabiliscono sinapsi con i neuroni postgangliari.
passare attraverso l’orecchio medio: tali fibre non contraggono sinapsi Alcune fibre parasimpatiche postgangliari possono unirsi al nervo
nel ganglio otico. I rami motori diretti al muscolo tensore del velo mascellare attraverso un ramo gangliare per poi decorrere nei suoi rami
palatino e al tensore del timpano, derivati dal nervo destinato al zigomatico e zigomaticotemporale fino alla ghiandola lacrimale; tut-
muscolo pterigoideo mediale, attraversano il ganglio senza formare tavia, si ritiene che la maggior parte delle fibre raggiunga la ghiandola
sinapsi (per ulteriori approfondimenti, si veda Senger et al. [2014]). attraverso rami orbitari. Si pensa che l’innervazione parasimpatica
della parte preoculare dell’arteria centrale della retina derivi principal-
Ganglio ciliare mente dal ganglio pterigopalatino e sia di natura vasodilatatrice. Anche
Il ganglio ciliare è un ganglio parasimpatico coinvolto nell’innervazione fibre secretomotrici pregangliari di origine incerta viaggiano nel nervo
del muscolo ciliare e dello sfintere della pupilla. È un piccolo rigonfia- del canale pterigoideo e contraggono sinapsi nel ganglio pterigopala-
mento appiattito, di colore grigio-rossastro e con diametro di 1-2 mm, tino: le fibre postgangliari si distribuiscono alle ghiandole mucose
connesso al nervo nasociliare e situato in prossimità dell’apice dell’or- palatine, faringee e nasali attraverso i rami palatino e nasale del nervo
bita, immerso in tessuto adiposo lasso approssimativamente 1 cm mascellare.
davanti all’estremità mediale della fessura orbitaria superiore. Giace tra Fibre simpatiche postgangliari attraversano il ganglio senza con-
il nervo otico e il muscolo retto laterale, di solito lateralmente all’arteria trarre sinapsi. Originano nel ganglio cervicale superiore e decorrono
oftalmica. I suoi neuroni, che sono multipolari, sono più grandi di attraverso il plesso carotideo interno e il nervo petroso profondo per
quelli presenti in un tipico ganglio autonomo; è presente anche un entrare nel ganglio pterigopalatino all’interno del nervo del canale
numero molto piccolo di neuroni più tipici. pterigoideo: innervano i vasi sanguigni e il muscolo orbitale. Anche le
Le sue connessioni o radici (motoria, sensitiva e simpatica) entrano fibre sensitive generali destinate alla distribuzione attraverso i rami
46 o escono dal ganglio posteriormente (si veda Fig. 44.18). Da otto a dieci orbitario, nasopalatino, alveolare superiore, palatino e faringeo della
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Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
divisione mascellare del trigemino decorrono attraverso il ganglio senza livello possa indurre un aumento della frequenza cardiaca. I rami pol-
formare sinapsi. monari contengono assoni che formano sinapsi in gangli dei plessi
polmonari: hanno effetti motori (broncocostrittori) sulla muscolatura
Rami orbitari del ganglio pterigopalatino circolare non striata dei bronchi e dei bronchioli, nonché effetti secre-
Diversi rami orbitari originano dorsalmente dal ganglio pterigopalatino tomotori sulle ghiandole mucose dell’epitelio respiratorio.
ed entrano nell’orbita attraverso la fessura orbitaria inferiore. I rami I neuroni parasimpatici che innervano i visceri nell’addome e nella
lasciano l’orbita attraverso il seno etmoidale posteriore. Forti evidenze pelvi risiedono nel nucleo dorsale del vago o nella sostanza grigia
sperimentali derivate da studi su animali dimostrano che i rami para- intermediolaterale del secondo, terzo e quarto segmento sacrale del
simpatici postgangliari passano direttamente alla ghiandola lacrimale, midollo spinale. Il vago fornisce l’innervazione parasimpatica pregan-
all’arteria oftalmica e alla coroide. gliare ai visceri addominali fino alla porzione distale del colon tra-
sverso, ovvero innerva gli organi derivati dalle porzioni cefalica e
Riflesso della lacrimazione La ghiandola lacrimale è innervata da intermedia dell’intestino primitivo. Le strutture derivate dalla porzione
fibre parasimpatiche postgangliari secretomotrici derivanti dal ganglio posteriore dell’intestino primitivo sono innervate da fibre parasimpati-
pterigopalatino. Raggiungono la ghiandola attraverso i rami zigomatico che che viaggiano attraverso i nervi splancnici pelvici; la sovrapposi-
e lacrimale del nervo mascellare o direttamente dal ganglio stesso zione tra questi due apporti è variabile. I tronchi vagali derivano dal
(Ruskell 2004). Le fibre simpatiche postgangliari originanti dal ganglio plesso esofageo ed entrano nell’addome attraverso lo iato esofageo, in
cervicale superiore innervano la ghiandola lacrimale e possono essere stretto rapporto con le pareti anteriore e posteriore della porzione
coinvolte nella regolazione del flusso sanguigno e nella modulazione addominale dell’esofago (si veda Fig. 56.6). Il tronco vagale anteriore
della secrezione ghiandolare (Dartt 2009). Il riflesso di lacrimazione deriva prevalentemente dal vago di sinistra e il tronco vagale posteriore
produce un aumento significativo del volume lacrimale ed è evocato da dal vago di destra. I nervi si distribuiscono direttamente alla porzione
stimoli termici, meccanici o chimici dei nocicettori polimodali presenti addominale dell’esofago e allo stomaco. Il tronco vagale anteriore dà
nella congiuntiva e nella cornea (Situ e Simpson 2010). Il braccio affe- origine a un ramo epatico, che innerva il fegato, i suoi vasi sanguigni,
rente del riflesso coinvolge rami del nervo oftalmico, con un contributo la cistifellea e i dotti biliari, nonché altre strutture situate nel margine
supplementare da parte del nervo infraorbitario se è coinvolta la con- libero del piccolo omento (legamento epatoduodenale). Il tronco
giuntiva della palpebra inferiore. Gli afferenti corneali che viaggiano in vagale posteriore fornisce rami al plesso celiaco e queste fibre costitui-
questi nervi terminano nel nucleo del tratto spinale del nervo trigemino: scono spesso la percentuale maggiore delle fibre che contribuiscono al
studi sperimentali di tracciamento di tale tratto, negli animali, hanno plesso. Originano direttamente dal tronco vagale posteriore e dal suo
suggerito che la transizione tra i sottonuclei caudale e interpolare del ramo gastrico, e decorrono al di sotto del peritoneo, profondamente
trigemino costituisca un’importante area che proietta ai neuroni para- alla parete posteriore della porzione superiore della borsa omentale,
simpatici pregangliari situati in vicinanza o all’interno del nucleo sali- per raggiungere il plesso celiaco. Contraggono sinapsi con neuroni
vatorio superiore e al nucleo del faciale, entrambe regioni coinvolte nel postgangliari situati nei plessi mienterico (di Auerbach) e sottomucoso
braccio efferente del riflesso di ammiccamento (Meng e Kurose 2013). (di Meissner) situati nella parete dei visceri cavi.
Il meccanismo nervoso per il controllo e il mantenimento della produ-
zione basale di lacrime è meno chiaro. La lacrimazione può anche
verificarsi in risposta a stimoli emotivi, in assenza di qualsiasi irritazione Nervi splancnici pelvici
delle strutture oculari, nel qual caso può essere accompagnata da alte-
razioni nei muscoli mimici del viso, vocalizzazioni e singhiozzi I nervi splancnici pelvici (nervi erigendi) viaggiano nei rami ventrali del
(Gračanin et al. 2014): si ritiene che la lacrimazione emotiva sia mediata secondo, terzo e quarto nervo spinale sacrale. Abbandonano i nervi in
da proiezioni limbiche dirette al nucleo salivatorio superiore. corrispondenza della loro uscita dai fori sacrali anteriori e decorrono
nel tessuto presacrale sotto forma di una fine rete di rami che si distri-
Ganglio sottomandibolare buiscono a tre destinazioni principali. La maggior parte passa antero-
Il ganglio sottomandibolare è un piccolo corpo fusiforme, situato sulla lateralmente nel plesso ipogastrico inferiore (si veda più avanti). Alcuni
parte superiore del muscolo ioglosso, superiormente alla parte pro- si uniscono ai nervi ipogastrici e ascendono portandosi al di fuori della
fonda della ghiandola sottomandibolare e inferiormente al nervo lin- pelvi fino a raggiungere il plesso ipogastrico superiore, a partire dal
guale, al quale è connesso da diversi sottili ramuscoli. Il ramuscolo quale si distribuiscono accompagnando il decorso dei rami dell’arteria
posteriore corrisponde alla radice parasimpatica motoria che trasporta mesenterica inferiore. Un piccolo numero decorre superolateralmente
fibre pregangliari dal nucleo salivatorio superiore nel tronco encefalico nella fascia presacrale, lungo la linea terminale anteriormente ai vasi
attraverso il nervo faciale, la corda del timpano e il nervo linguale fino iliaci di sinistra, e passa direttamente nel tessuto del retroperitoneo
al ganglio, dove contrae le sinapsi. Cinque o sei rami secretomotori verso il colon sigmoide e il colon discendente. I nervi splancnici pelvici
postgangliari provenienti dal ganglio innervano la ghiandola sottoman- esercitano effetti motori sulla muscolatura liscia delle strutture derivate
dibolare e il relativo dotto, nonché le ghiandole sottolinguali e linguali dalla porzione posteriore dell’intestino primitivo e sulla parete della
anteriori, viaggiando attraverso i filamenti anteriori che connettono la vescica urinaria, effetti vasodilatatori sui tessuti erettili del pene e del
ghiandola sottomandibolare al nervo linguale oppure lungo i vasi san- clitoride ed effetti secretomotori sulle strutture derivate dall’intestino
guigni adiacenti fino alle strutture target. Nello stroma del connettivo posteriore primitivo.
interlobulare delle ghiandole sottomandibolari dell’uomo, in vicinanza Uno studio sperimentale sull’espressione differenziale di fattori di
delle cellule parenchimali salivari e dei vasi sanguigni, sono stati trascrizione in embrioni di topo ha suggerito che i pool toracici e sacrali
descritti corpi cellulari di neuroni e piccoli gangli (Tosios et al. 2010). di neuroni pregangliari condividano un’identità simpatica comune e
La radice simpatica deriva dal plesso che avvolge l’arteria faciale ed è che l’innervazione autonoma sacrale debba pertanto essere considerata
costituita da fibre postgangliari derivanti dal ganglio cervicale superiore di natura simpatica (Espinosa-Medina et al. 2016). Questa interpreta-
che attraversano il ganglio sottomandibolare senza formare sinapsi. zione controversa è però stata messa in discussione (Horn 2018).
Queste fibre esercitano effetti vasomotori sui vasi sanguigni delle ghian-
dole sottomandibolare e sottolinguale. Attraverso il ganglio possono
passare anche fibre sensitive derivate dal nervo linguale. PLESSI AUTONOMI
Componenti parasimpatiche del nervo vago Il sistema nervoso autonomo nel torace è costituito dai tronchi simpa-
Gli assoni parasimpatici pregangliari destinati ai visceri del torace viag- tici di destra e di sinistra, dai nervi vaghi di destra e di sinistra, nonché
giano nei rami polmonare, cardiaco ed esofageo del nervo vago (si veda dai plessi cardiaco, esofageo e polmonare (si vedano Figg. 56.6 e 56.7).
Fig. 56.7) e formano sinapsi in minuscoli gangli situati nelle pareti dei L’innervazione autonoma destinata ai visceri addominali e pelvici è
visceri target. Gli assoni che decorrono nei rami cardiaci si uniscono ai assicurata dalla porzione addominopelvica del tronco simpatico e dai
plessi cardiaci e contraggono sinapsi in gangli distribuiti su entrambi nervi splancnici grande, piccolo e minimo (simpatici), nonché dai nervi
gli atri, il setto interatriale e il tessuto subepicardico perinodale: quando vaghi e dai nervi splancnici pelvici (parasimpatici).
stimolati, determinano di norma un rallentamento del ciclo cardiaco e I somi dei neuroni simpatici pregangliari sono situati nella sostanza
costrizione delle arterie coronarie, sebbene una stimolazione di basso grigia intermediolaterale (lamina VII) dei segmenti toracolombari del 47
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

midollo spinale; quelli destinati alla muscolatura liscia della parete stimolazione dei nervi colinergici comporta anche la secrezione di
dei visceri cavi attraversa perlopiù il tronco simpatico senza formare muco e vasodilatazione bronchiale. I nervi simpatici adrenergici svol-
sinapsi e contrae rapporti sinaptici nei gangli prevertebrali (celiaco, gono un ruolo minimo, se non nullo, nella regolazione diretta del tono
mesenterico e pelvico). Le fibre simpatiche postgangliari accompa- della muscolatura liscia delle vie aeree dell’uomo, anche se possono
gnano il decorso dei rami del tronco celiaco e delle arterie mesenteri- controllare la costrizione dei vasi ematici tracheobronchiali. La nora-
che per distribuirsi a tre target principali: i gangli mienterici e drenalina (norepinefrina) circolante può indurre broncodilatazione
sottomucosi (determinando inibizione), i vasi sanguigni (inducendo attraverso l’attivazione di recettori β-adrenergici situati nelle vie aeree.
vasocostrizione) e i muscoli sfinteri (inducendone la contrazione). I Afferenti extrapolmonari possono modulare la regolazione mediata dal
somi neuronali da cui originano gli assoni parasimpatici pregangliari sistema nervoso del tono della muscolatura liscia della via aeree
si trovano nel nucleo dorsale del vago nel midollo allungato e nei (Canning e Fischer 2001). L’innervazione vagale è coinvolta nel riflesso
segmenti sacrali del midollo spinale dal secondo al quarto. I loro target della tosse, nella produzione di muco e nel controllo del diametro
principali nella parete dei visceri cavi sono i neuroni enterici del plesso bronchiale; la transezione accidentale dei nervi vagali polmonari
mienterico. Il nervo vago svolge un ruolo importante nella propul- durante l’esofagectomia può essere correlata all’alta incidenza di pol-
sione esofagea, nella secrezione acida gastrica e nello svuotamento monite postoperatoria e di complicanze polmonari che si osservano in
dello stomaco, nella contrazione della cistifellea e nella secrezione del seguito a esofagectomia (Weijs et al. 2017); è pertanto desiderabile la
pancreas esocrino. I nervi splancnici pelvici innervano il colon distale preservazione dei rami polmonari vagali (Weijs et al. 2016).
e il retto.
Esistono numerose interconnessioni tra i plessi e i gangli, in parti- Plesso esofageo
colare nei plessi principali che circondano l’aorta addominale; di con- Il plesso esofageo circonda l’esofago inferiormente al livello dell’ilo dei
seguenza, la presente descrizione rappresenta una semplificazione polmoni (si veda Fig. 56.6). Gli assoni parasimpatici pregangliari deri-
basata sul contributo “principale” a ciascun organo (si veda Fig. 59.2). vanti dal vago e dal nervo laringeo ricorrente si portano a gangli presenti
nella parete esofagea, direttamente oppure attraverso il plesso esofageo,
ed esercitano effetti motori sulla muscolatura liscia della porzione infe-
Plessi toracici riore dell’esofago ed effetti secretomotori sulle ghiandole mucose pre-
senti nella mucosa esofagea. Gli assoni vasomotori simpatici originano
Plesso cardiaco dai segmenti toracici dal primo al sesto (a volte meno) del midollo
Il plesso cardiaco presenta una componente superficiale situata infe- spinale. Quelli che originano dai segmenti più superiori del midollo
riormente all’arco aortico, tra quest’ultimo e il tronco polmonare, e spinale contraggono spesso sinapsi nei gangli simpatici cervicali medio
una parte profonda situata tra l’arco aortico e la biforcazione della e inferiore; i loro assoni postgangliari esercitano effetti vasomotori sui
trachea (si veda Fig. 57.27). Il plesso presenta estensioni coronariche, vasi delle porzioni cervicale e toracica superiore dell’esofago. Gli assoni
polmonari, atriali e aortiche. La parte superficiale (ventrale) è formata pregangliari che derivano dal quinto o sesto segmento del midollo
dal ramo cardiaco del ganglio simpatico cervicale superiore di sinistra spinale toracico si portano direttamene al plesso esofageo o al ganglio
e dai due rami cardiaci cervicali del nervo vago di sinistra. La parte celiaco, dove formano sinapsi; gli assoni postgangliari innervano i vasi
profonda (dorsale) è formata dai rami cardiaci dei gangli simpatici dell’esofago distale.
toracici superiori, nonché da quelli del vago e del nervo laringeo ricor-
rente. Gli unici nervi cardiaci che non si uniscono a tale porzione sono
quelli che raggiungono la parte superficiale del plesso. I rami originanti Plessi e gangli autonomi addominopelvici
dal plesso cardiaco formano successivamente i plessi coronarici e
atriali destro e sinistro. I plessi autonomi addominopelvici presentano una certa variabilità e
sono spesso fusi o strettamente intercorrelati. La descrizione che segue
Plesso polmonare si riferisce alle loro caratteristiche principali (si vedano Figg. 59.3, 59.4
Il sistema nervoso autonomo (mediante innervazione assonale diretta e 73.8).
o attraverso i neurotrasmettitori circolanti) controlla molti aspetti della
funzione delle vie aeree, tra cui la regolazione del tono della muscola- Plesso celiaco
tura liscia delle vie aeree, la secrezione di muco da parte delle ghiandole Il plesso celiaco è situato a livello della dodicesima vertebra toracica e
sottomucose e delle cellule caliciformi dell’epitelio di superficie, la della prima lombare. È una fitta rete che riunisce i gangli celiaci e cir-
permeabilità vascolare e il flusso ematico (Belvisi 2002). La trachea e i conda il tronco celiaco e la parte prossimale dell’arteria mesenterica
bronchi sono innervati da rami dei nervi vaghi, dai nervi laringei ricor- superiore. È situato posteriormente allo stomaco e alla borsa omentale
renti e dai tronchi del simpatico attraverso i plessi polmonari anteriore e anteriormente ai pilastri del diaframma e alla parte iniziale dell’aorta
e posteriore. I plessi sono interconnessi e risiedono anteriormente e addominale; giace medialmente ai surreni. Il plesso e i gangli ricevono
posteriormente alle strutture della radice e dell’ilo dei polmoni (si i nervi grande e piccolo splancnico e rami derivanti dai tronchi vagali.
vedano Figg. 56.6, 56.7 e 57.27). Il plesso posteriore fornisce la maggior Il plesso è in continuità con piccoli rami lungo le arterie adiacenti ed
parte dell’innervazione autonoma al polmone ed è formato da circa 12 è connesso ai plessi frenico, splenico, epatico, mesenterico superiore,
(8-18) rami originanti dal nervo vago (Weijs et al. 2015) e da rami surrenale, renale e ovarico/testicolare. Le fibre afferenti viscerali nel
cardiaci derivanti dai gangli simpatici toracici dal secondo al quinto (o plesso celiaco trasportano stimoli dolorifici e altre sensazioni dai visceri
sesto). Il più piccolo plesso anteriore è formato da 3 (2-4) rami del vago addominali prossimali. Talora si esegue l’anestesia o l’ablazione di
e dai nervi cardiaci del simpatico cervicale attraverso le parti superficiale questi nervi (blocco del plesso celiaco) al fine di trattare il dolore cli-
e profonda del plesso cardiaco. I rami dei nervi laringei ricorrenti nicamente intrattabile dovuto a disturbi pancreatici.
formano un plesso sulla parete posteriore membranosa della trachea;
il plesso innerva principalmente la trachea e le parti prossimali dei Gangli celiaco e aorticorenale
bronchi principali, con rami diretti all’esofago. I gangli celiaci sono masse nervose irregolari, che misurano approssi-
I nervi parasimpatici pregangliari efferenti originanti dal vago mativamente 2 cm in larghezza, situati tra l’origine del tronco celiaco
formano sinapsi in piccoli gangli situati nelle pareti dell’albero trache- e l’arteria mesenterica superiore, medialmente ai surreni e anterior-
obronchiale, agendo probabilmente come siti di integrazione e/o mente ai pilastri del diaframma (Zhang et al. 2006). Variano in numero,
modulazione dell’input proveniente da nervi estrinseci o permettendo dimensioni, forma e sede precisa; sono spesso due, uno a ciascun lato.
il controllo locale di alcuni aspetti della funzione delle vie aeree attra- Il ganglio di destra è frequentemente situato posteriormente alla vena
verso meccanismi riflessi locali. L’innervazione contrattile predomi- cava inferiore, mentre quello di sinistra giace spesso posteriormente
nante della muscolatura liscia delle vie aeree è di natura parasimpatica all’origine dell’arteria splenica. Il nervo grande splancnico ipsilaterale
colinergica, mentre l’innervazione predominante broncodilatazione è si unisce alla parte superiore di ciascun ganglio, e il nervo piccolo
di natura non colinergica (nervi parasimpatici contenenti sintetasi splancnico alla parte inferiore. La parte più inferiore di ciascun ganglio
dell’ossido nitrico e peptide intestinale vasoattivo). Questi nervi para- forma in genere una suddivisione distinta, il ganglio aorticorenale, che
simpatici sono anatomicamente e fisiologicamente distinti l’uno dall’al- riceve il nervo piccolo splancnico ipsilaterale e dà origine alla maggior
48 tro e regolati in modo diverso tramite meccanismi riflessi. La parte del plesso renale.
80
Anatomia del sistema nervoso periferico

CAPITOLO
Plesso frenico prostata e del fondo della vescica urinaria: il punto in cui il vaso defe-
Il plesso frenico è un’estensione periarteriosa del plesso celiaco attorno rente incrocia l’uretere fornisce una guida approssimativa al limite supe-
all’arteria frenica inferiore, in posizione adiacente al pilastro destro del riore del plesso (Mauroy et al. 2003). Il margine prossimale del plesso
diaframma (Rusu 2006). Contiene uno o due gangli frenici ed è un giace al di sotto del peritoneo del cavo rettovescicale ed è in contatto
tronco nervoso definito che connette il plesso celiaco e il nervo frenico: con la superficie laterale del fondo della vescica urinaria. Il margine
il ganglio frenico è probabilmente simpatico (Tubbs et al. 2008). Il anteriore raggiunge il versante posteriore della prostata; a livello del suo
plesso frenico fornisce rami ai surreni e al diaframma. limite inferiore, i nervi cavernosi del pene si portano in avanti per rag-
giungere la superficie posterolaterale della prostata (si veda Fig. 73.5).
Plesso e ganglio mesenterico superiore Nella femmina, ogni plesso è situato lateralmente alla cervice uterina,
Il plesso mesenterico superiore giace nel tessuto connettivo preaortico al fornice vaginale e al fondo della vescica urinaria, spesso estendendosi
posteriormente al pancreas, attorno all’origine dell’arteria mesenterica nel legamento largo dell’utero; il limite prossimale del plesso corri-
superiore. Rappresenta la continuazione inferiore del plesso celiaco e sponde approssimativamente al livello dove l’arteria uterina incrocia
include rami derivanti dal tronco vagale posteriore e dal plesso celiaco. l’uretere (Azaïs et al. 2013).
I suoi rami accompagnano l’arteria mesenterica superiore e i suoi rami. Il plesso ipogastrico inferiore è formato principalmente da rami
Il ganglio mesenterico superiore è situato superiormente nel plesso, in splancnici pelvici (parasimpatici) e splancnici sacrali (simpatici); un
genere al di sopra dell’origine dell’arteria mesenterica superiore. più piccolo contributo deriva da fibre simpatiche (originanti dai gangli
lombari inferiori) che discendono nel plesso dal plesso ipogastrico
Plesso intermesenterico superiore attraverso i nervi ipogastrici. Dà origine a una complessa rete
Come altre parti del plesso autonomo aortico addominale, il plesso di piccoli rami pelvici che innervano i visceri pelvici direttamente o
intermesenterico non è una struttura discreta, ma fa parte di un plesso indirettamente attraverso plessi periarteriosi. I rami del plesso ipoga-
nervoso periarterioso continuo connesso ai plessi ovarico/testicolare, strico inferiore innervano il deferente, le ghiandole seminali, la pro-
mesenterico inferiore, iliaco e ipogastrico superiore. Giace sulle super- stata, le ghiandole bulbouretrali e il pene nel maschio, l’ovaio, le tube
fici laterale e anteriore dell’aorta, tra le origini delle arterie mesenteriche uterine, l’utero, la cervice e la vagina nella femmina, nonché la vescica
superiore e inferiore, ed è costituito da numerose fibre nervose sottili e urinaria e la parte distale dell’uretere in entrambi i sessi. Il plesso svolge
interconnesse, nonché da alcuni gangli in continuità superiormente con un ruolo chiave nella continenza e nella funzione sessuale.
il plesso mesenterico superiore e inferiormente con il plesso ipogastrico
superiore. Non è stato ben caratterizzato, ma riceve rami parasimpatici Nervi ipogastrici
e simpatici dal plesso celiaco e ulteriori contributi simpatici dal primo I nervi ipogastrici sono in genere fasci nervosi pari, sebbene possano
e secondo nervo splancnico lombare. anche essere costituiti da ramuscoli multipli. Contengono fibre simpa-
tiche (perlopiù discendenti dal plesso ipogastrico superiore) e fibre
Plesso mesenterico inferiore parasimpatiche (ascendenti dal plesso ipogastrico inferiore). A ciascun
Il plesso mesenterico inferiore giace attorno all’origine dell’arteria lato, i nervi decorrono tra i plessi ipogastrico superiore e inferiore,
mesenterica inferiore e si distribuisce lungo i suoi rami. È formato posteriormente alla fascia presacrale, medialmente ai vasi iliaci interni
prevalentemente dal plesso aortico, integrato da fibre simpatiche pro- e lateralmente ai fori sacrali anteriori.
venienti dal primo e secondo nervo splancnico lombare e da fibre
parasimpatiche pelviche ascendenti originanti dal plesso ipogastrico Altri plessi e gangli autonomi
inferiore (attraverso i nervi ipogastrici e il plesso ipogastrico superiore). Per i visceri addominopelvici, sono stati descritti altri plessi, come i
L’interruzione del solo plesso mesenterico inferiore raramente causa plessi epatico e ovarico/testicolare. Ciascun plesso tende a situarsi
disturbi clinicamente significativi della funzione autonoma. attorno al ramo arterioso principale diretto all’omonimo organo, riceve
fibre sia simpatiche che parasimpatiche da uno o più plessi autonomi
Plesso ipogastrico superiore principali e contiene almeno un ganglio. Per esempio, i gangli auto-
Il plesso ipogastrico superiore giace anteriormente alla biforcazione nomi che innervano il testicolo si trovano attorno all’origine delle
dell’aorta, alla vena iliaca comune di sinistra, ai vasi sacrali mediani, al arterie testicolari dall’aorta addominale e presentano connessione con
corpo della quinta vertebra lombare e al promontorio del sacro, e tra i plessi renale e intermesenterico, così come con il primo e secondo
le arterie iliache comuni. È situato nel connettivo extraperitoneale nervo splancnico lombare (Motoc et al. 2010).
lungo la linea mediana, estendendosi leggermente a sinistra. Le dimen-
sioni del plesso e i suoi nervi costituenti variano; l’aspetto varia da una
disposizione a reticolo a una struttura a banda, a uno o due tronchi SISTEMA NERVOSO ENTERICO
nervosi distinti (Paraskevas et al. 2008). L’attacco mediale del mesoco-
lon sigmoide e il limite superiore del mesoretto sono situati anterior- Le pareti dei visceri cavi sono densamente innervate dal sistema nervoso
mente alla parte distale del plesso, dal quale sono separati da un sottile enterico (controllo intrinseco) e dal sistema nervoso autonomo (con-
strato di tessuto connettivo lasso. Il plesso è formato da rami prove- trollo estrinseco). Quest’ultimo non è essenziale per la funzione, come
nienti da tre strutture principali: il plesso aortico addominale (simpa- evidenziato dalla presenza di attività intestinale dopo trapianto della
tico e parasimpatico), i nervi splancnici lombari (simpatici) e i nervi parte estrinsecamente denervata del tratto gastrointestinale. Per contro,
splancnici pelvici (parasimpatici), che ascendono dal plesso ipogastrico le neuropatie che interessano il sistema nervoso enterico, come la malat-
inferiore attraverso i nervi ipogastrici di destra e di sinistra (Kraima et al. tia di Hirschsprung, sono potenzialmente fatali. Per una descrizione
2015). Il plesso è, inoltre, attraversato da fibre sensitive viscerali. I nervi dettagliata del sistema nervoso enterico, si veda Furness et al. (2014).
ipogastrici sono situati nel tessuto connettivo lasso appena posterola-
teralmente al mesoretto prossimale e decorrono lungo la linea termi-
nale medialmente ai vasi iliaci interni. Il plesso ipogastrico superiore Innervazione intrinseca
invia rami al plesso mesenterico inferiore e ai plessi nervosi ureterico,
ovarico/testicolare e iliaco comune; altri piccoli rami piegano brusca- L’innervazione intrinseca del tratto gastrointestinale deriva da neuroni
mente in avanti nel mesoretto prossimale per decorrere assieme all’ar- enterici distribuiti lungo tutta la sua parete in migliaia di piccoli gangli,
teria anorettale superiore. ciascuno costituito da corpi cellulari neuronali supportati da cellule
gliali enteriche; si stima che esistano da 200 a 600 milioni di neuroni
Plesso ipogastrico inferiore nel sistema nervoso enterico dell’uomo. I neuroni enterici derivano da
Il plesso ipogastrico inferiore giace nel sottile strato di tessuto connet- cellule della cresta neurale e innervano i visceri cavi dall’esofago all’ano,
tivo extraperitoneale sulla parete laterale della pelvi, anterolateralmente oltre che il pancreas e i dotti biliari.
al mesoretto. I vasi iliaci interni e gli attacchi del muscolo elevatore La maggior parte dei neuroni enterici nella parete del tratto gastroin-
dell’ano e dell’otturatore interno sono situati lateralmente, mentre l’ar- testinale si trova in due plessi provvisti di gangli (si veda Fig. 59.9).
teria vescicale superiore e la parte occlusa dell’arteria ombelicale si Quello più esteso è il plesso mienterico (di Auerbach), costituito da
trovano superiormente. Nel maschio, il plesso ipogastrico inferiore una rete di fibre nervose e piccoli gangli situati tra gli strati circolare e
giace posterolateralmente, a ciascun lato delle ghiandole seminali, della longitudinale della muscularis esterna. Si estende senza soluzione di 49
80
CAPITOLO ANATOMIA SISTEMATICA

continuità dall’esofago all’ano. Il plesso sottomucoso (di Meissner) Bruzzi JF, Komaki R, Walsh GL et al 2008 Imaging of non-small cell lung
presenta una componente esterna e una interna ed è presente lungo cancer of the superior sulcus. Part 2: Initial staging and assessment of
tutto l’intestino, mentre è assente o appena accennato nell’esofago e resectability and therapeutic response. Radiographics 28:561–72.
nello stomaco (Nagy e Goldstein 2017). Plessi nervosi di interconnes- Camp SJ, Birch R 2011 Injuries to the spinal accessory nerve: a lesson to
sione, privi di gangli, si trovano a vari livelli nella parete del tratto surgeons. J Bone Joint Surg Br 93:62–7.
gastrointestinale, anche nella lamina propria (plesso mucoso), all’inter- Canning BJ, Fischer A 2001 Neural regulation of airway smooth muscle
faccia tra sottomucosa e muscularis esterna, tra gli strati circolare e tone. Respir Physiol 125:113–27.
longitudinale della muscolatura liscia (parte priva di gangli del plesso Carpenter MB, Sutin J 1983 Human Neuroanatomy, 8th ed. Baltimore,
mienterico), nonché all’interno della sierosa. MD: Williams & Wilkins.
I singoli neuroni enterici possono agire in diversi modi: come nervi Cernea CR, Ferraz AR, Nishio S et al 1992 Surgical anatomy of the exter-
afferenti (sensitivi) che rispondono a stimoli meccanici e chimici; come nal laryngeal branch of the external laryngeal nerve. Head Neck
nervi efferenti (motori) che innervano le cellule epiteliali (influenzando 14:380–83.
l’assorbimento, la secrezione e /o il rilascio di ormoni), la muscolatura Cesmebasi A, Yadav A, Gielecki J et al 2015 Genitofemoral neuralgia: a
review. Clin Anat 28:128–35.
liscia (effetti eccitatori o inibitori), le arteriole (vasocostrizione o vaso-
Dartt DA 2009 Neural regulation of lacrimal gland secretory processes:
dilatazione) e il tessuto linfoide; oppure come interneuroni che tra-
relevance in dry eye diseases. Prog Retin Eye Res 28:155–77.
smettono e integrano i segnali. Nel complesso, sono coinvolti in una
DaSilva MF, Moore DC, Weiss AP et al 1996 Avoidance of transection of
gerarchia di riflessi enterici che comprendono riflessi locali all’interno
the palmar cutaneous branch of the median nerve in carpal tunnel
della parete dei visceri cavi, riflessi mediati da gangli prevertebrali e
release. J Hand Surg Am 21(4):644–50.
riflessi mediati dal sistema nervoso centrale (asse intestino-encefalo). Davis RA, Anson BJ, Budinger JM et al 1956 Surgical anatomy of the facial
Le funzioni dei neuroni enterici possono essere ulteriormente modulate nerve and parotid gland based upon a study of 350 cervicofacial halves.
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