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EFFETTI DELLA MUSICA SUL CERVELLO

Come argomento a scelta ho deciso di portare il cervello del musicista, in quanto è un argomento che mi ha colpito
molto n da subito per le molteplici informazioni scienti che di cui io non ero minimamente a conoscenza.
La prima domanda da porsi infatti è: che cosa succede nel cervello di un musicista quando si suona uno strumento
musicale, quando si canta o quando si ascolta semplicemente musica?
Può avere molti e etti positivi, i più importanti sono:

1. favorire la neuroplasticità, quindi la capacità del sistema nervoso di adattare la propria struttura in risposta a degli
stimoli interni o esterni.

2. aumentare la connettività tra le diverse parti del cervello tramite le bre bianche, rendendoci praticamente anche più
intelligenti.

3. facilitare la comunicazione e l’espressione emotiva (esempio; per una persona anziana o addirittura a etta da
demenza ascoltare musica può risultare cosi piacevole da stimolare i ricordi episodici e di suscitare forti emozioni come
il ricordo dell’amore).

4. induce il movimento e la danza, stimolando la corteccia motoria e i gangli della base.

5. migliorare l’acquisizione del linguaggio, per esempio nelle persone che so rono di patologie come la dislessia o la
sordità congenita.

6. fornire una forte stimolazione sensoriale, per esempio nelle persone autistiche e nei non vedenti.

ANATOMIA DEL CERVELLO

Numerosi studi fatti sul cervello dimostrano che possono veri carsi delle modi cazioni neuroplastiche e dei
cambiamenti macro-strutturali dovuti appunto alla pratica musicale, specie se l’inizio dello studio musicale è stato
precoce.
Le parti del cervello coinvolte in questo processo più importanti sono il corpo calloso, la corteccia motoria e il
cervelletto.

Il corpo calloso, situato esattamente sotto alla corteccia cerebrale, svolge una funzione di ponte tra un emisfero
cerebrale e l’altro: infatti, permette il trasferimento di informazioni di tipo motorio, sensitivo e cognitivo tra le varie aree
del cervello. Questo processo viene chiamato comunicazione interemisferica.

La corteccia motoria invece è la regione del cervello coinvolta nella piani cazione, nel controllo e nell’esecuzione dei
movimenti volontari del corpo.
Infatti, è l’area maggiormente coinvolta nella neuroplasticità ed è in grado di riorganizzarsi in seguito a esperienze ben
speci che (alcuni studi dimostrano che la pratica musicale a lungo termine aumenta l’area della corteccia motoria
responsabile del controllo delle dita dei violinisti e dei pianisti).

Il cervelletto, localizzato nella parte posteriore del cervello appena sopra al tronco cerebrale, è una struttura che
rappresenta il 10% del volume cerebrale e contiene oltre il 50% del numero totale dei neuroni. Le sue funzioni principali
sono legate al mantenimento dell’equilibrio e della postura, al coordinamento dei movimenti volontari, alla
temporizzazione e uidità del movimento, all’apprendimento motorio.

Da queste informazioni si deduce quindi che queste modi cazioni anatomiche sono da imputarsi esclusivamente ad
un training motorio di lungo termine, piuttosto che a una predisposizione genetica.

IL CERVELLO E IL CANTO

Da un punto di visto evoluzionistico, a livello musicale, è stato dimostrato che la capacità di cantare precede la capacità
di parlare articolando i fonemi (lallazioni).
Quindi, al contrario di quanto si possa pensare, l’organo principale alla base della capacità canora non è la laringe ma il
cervello.

Nel cervello di un cantante, tornando ad approfondire la neuroplasticità, ci sono altre regioni che si attivano e si
modi cano anatomicamente se sottoposte ad un training di lungo termine.
Le più importanti sono:

-la corteccia somatosensoriale primaria, che aumenta di grandezza in funzione della quantità di pratica vocale (sia
normale, sia in ripasso silenzioso)

-l’insula, che svolge un ruolo chiave come regolatore del feedback somatosensoriale e nella rappresentazione corporea.
Infatti, in questo caso vengono attivati i muscoli coinvolti nel canto come lingua, labbra, palato, laringe, glottide,
diaframma e muscoli respiratori.
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