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La comprensione musicale è qualcosa di più ampio rispetto al linguaggio. Ci sono cose che si
posseggono in modo INNATO, essendo in stretto legame con la cultura e la natura: noi
nasciamo con competenze musicali molto fondate, che però se non vengono alimentate
decadono (8-9 anni).
Già da neonati abbiamo degli stimoli musicali innati dovuti al cuore (RITMO) e alla voce
materna o esterna (parte MELODICA). In base a questo imprinting sonoro poi si avrà più o
meno capacità musicale.
I bimbi riconoscono altezze e ritmi: subito solo i contorni, dai 5 anni riconoscono gli
intervalli. Questo parlando di CONSONANZA, perché fa parte della nostra cultura.
Il bambino dal punto di vista ritmico nasce con delle predisposizioni: il dondolamento e la
lallazione, che poi si trasformeranno nella camminata e nel parlare. A 3 anni sanno battere le
mani correttamente.
Più gli elementi fondamentali sono vicini fra loro più è facile comprenderne il significato:
questo riguarda l’organizzazione dei concetti, il CHUNCKING. Possiamo infatti tenere a
mente dai 7 ai 9 elementi, ma fare raggruppamenti aiuta ad aumentare le unità.
Il CANTO MATERNO costituisce una sintonizzazione tra mamma e bambino, che viene
chiamata RELAZIONE DI ATTACCAMENTO, che deve essere equilibrata perché il bambino
cresca bene.
Quando si canta la ninna nanna si usano dei modi particolari per aiutare il bambino nella
fase di ASTRAZIONE: assicurare al bambino di potersi fidare di quello che gli viene ripetuto in
questo modo.
Il rapporto fra musica ed emozioni è stato studiato da Mayer: la musica crea ASPETTATIVA,
cosa che non succede nelle altre arti.
Il compositore quasi sempre lascia all’interprete la parte espressiva, ma una buona parte di
ciò è dovuto anche dall’ascoltatore: deve ancora reinterpretare ciò che PERCEPISCE.
Nell’ascoltatore c’è sempre una fase CONSAPEVOLE e una INCONSAPEVOLE (quello che
accade nella memoria).
Per la REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI si parla della corteccia cerebrale: questo serve per
diventare persone civili.
C’è una relazione fra linguaggio VERBALE e MUSICALE: il primo è certo e non è ambiguo
come quello musicale. Ci sono diversi stadi di quello verbale:
- Fonetico
- Morfo sintattico
- Grammatico
- Lessico e semantico
RESTAURAZIONE FONEMICA: manca una parte nel pezzo che viene ricostruito in automatico
dal cervello di chi ascolta, succede grazie alle aspettative musicali che ci si crea.
Gino Stefani ha creato una classificazione delle competenze musicali: dalla più bassa in cui si
parla in termini sensoriali, poi pratiche sociali, livello tecnico, percezione livello storico e
comprensione del brano.
La memoria si divide in ECOICA, MBT e MLT: livello di continuità degli eventi, analisi
melodica e ritmica, analisi delle forme musicali.
Nell’ascolto è fondamentale la SOGGETTIVITA’, spesso tendiamo a descrivere le emozioni
tramite VALENZA e INTENSITA’ (pos/neg, bassa/alta).
- Tempo
- Modo
- Timbro
“La musica è una scatola in cui le emozioni la riempiono per renderla più bella”.
- Autorevole
- Remissivo
- Passivo
- Attivo