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Laboratorio di didattica della musica con attenzione alla fascia 5-12

Scienze della formazione primaria 2023 - UniBz - Arnolfo Borsacchi


Riepilogo Incontro 1 - Giovedì 9 marzo 2023

- Presentazione del docente e delle partecipanti:


Chi sono?
Cos'è la musica per me?
Cosa mi aspetto da questo laboratorio?
Perché mi interessa l'educazione e l'insegnamento?

Riflessione iniziale:
- Se vogliamo parlare di educazione e apprendimeno musicale dobbiamo assumerci la
responsabilità di provare a definire la musica.
- Molte idee, concezioni, visioni: occorre fare una scelta.
- Proposta: guardare all'antropologia e soprattutto agli studi in paleoantropologia e
etnomusicologia per guardare alla musica in funzione evolutiva.

Studi specifici (Joseph Jordania e Steven Mither et al.) ci suggeriscono che la musica sia:

"il risultato di un comportamento umano, ereditato e modificato ma sostanzialmente in continuità


con un comportamento animale, pre Homo Sapiens, consistente nell'organizzare collettivamente in
repertorio i suoni, vocali e/o prodotti tramite gesti percussivi e, successivamente, tramite oggetti,
con finalità evolutive connesse alla sopravvivenza del gruppo (branco, tribù, comunità) e, quindi,
della specie, sulla base di consuetudini culturali nate spontaneamente e con l'uso.” (Borsacchi,
2023)

Quindi: suoni organizzati secondo consuetudini culturali

Millenni di musica utilizzata a fine di sopravvivenza hanno prodotto l'attitudine musicale che è la
capacità potenziale di portare significato alla musica e di impararla, indipendentemente dal tipo di
sistema musicale culturale a contatto col quale si nasca e viva, acquisendo competenze informali
che ci permettono di fare musica insieme ai nostri simili.
L'attitudine musicale, per come la descrive Edwin E. Gordon, è fondamentalmente connessa alla
capacità di riconoscere uguaglianza o differenza ascoltando esempi musicali organizzati con le
stesse consuetudini presenti in ciò che riconosciamo come musica.

L'esperienza musicale fondamentale si compone principalmente di contatto con repertori fatti di


brani: "interi" musicali, vale a dire temi musicali con inizio e fine, di diversa lunghezza ma
tendenzialmente afferrabili e ricordabili.

Quando qualcuno canta per noi o suona quando siamo piccoli, mettiamo in atto comportamenti
istintivi che derivano da un repertorio di significati che attribuiamo istintivamente alla musica: sono
significati motorii e collegati a emozioni e sensazioni di cura, protezione, movimento derivante
dall'aver ascoltato per millenni la musica aggrappati al pelo dei nostri genitori.
Gli altri significati istintivi che come esseri umani portiamo alla musica sono connessi a:
- cura e protezione (lo ripeto per comodità di lettura): tracce che restano nel cullare, nel ninnare e
nel comportamento spontaneo dei bambini che si cantano, da piccolissimi, melodie improvvisate nel
passaggio dalla veglia al sonno;
- costruzione dell'identità del gruppo: organizzare i suoni insieme, a più voci o all'unisono crea una
sintonia che non è presente in nessuna altra attività umana;
- difesa/attacco (sembrare un gruppo più forte e coordinato di un eventuale gruppo avversario):
tracce che restano nel canto dei militari, nei canti dello stadio etc;
- accesso a stati alterati di coscienza: cantare danzando, cantare per stare in contatto con il divino,
girare su stessi (girotondo) e perdere equilibrio e coscienza; sentire meno la fatica e non perdere la
forza di aggrapparsi all'istinto di sopravvivenza (canti di lavoro e di schiavitù);

A questi comportamenti istintivi mediante i quali portiamo senso inizialmente all'esperienza


musicale, si aggiungono quelli che nascono nelle relazioni affettive grazie a processi di continuo
scambio non verbale, di modeling reciproco, di esplorazione sensoriale.

Ma come prende vita l'apprendimento musicale?

L'apprendimento musicale prende vita grazie all'attitudine ma dipende strettamente dal modo in cui
questa è nutrita.

Nutrendo l'attitudine musicale prendono vita processi di apprendimento e competenze musicali


connesse che sono in primo luogo di natura informale e riguardano la capacità di orientarsi nella
sintassi musicale comprendendola, sempre informalmente (semplificando: sviluppo di capacità di
intonazione e senso del ritmo, per esempio). Per dirla con Edwin E. Gordon, competenze di
Audiation Preparatoria.
Queste competenze sono fondamentali per portare significato musicale a un repertorio di ascolto,
per esprimersi musicalmente e per avere accesso a competenze formali (lettura e scrittura musicali,
comprensione di forme musicali più complesse, comprendere la teoria della musica etc).

Come abbiamo detto in precedenza, condividere con i più piccoli un repertorio di brani e la prima
azione significativa e importante che possa nutrire la loro attitudine musicale per inaugurare un
processo di apprendimento.

Impariamo un brano: Ciao sono maggiore

Procedura di insegnamento:
- l'insegnante canta il brano accompagnandosi con uno strumento armonico (chitarra, piano, ukulele
etc oppure con uno strumento che suoni il basso degli accordi): gli allievi ascoltano il brano
muovendosi liberamente e cercando di ampliare la propria esperienza motoria per evitare di
muoversi sempre in modo stereotipato;
- idem: gli allievi portano l'attenzione sullo spazio intorno a sé e sui compagni
- idem: l'insegnante propone un gioco o, generalmente, promuove attività e comportamenti ch
creano piacere e motivazione e che potrebbero connettersi direttamente al ricordo del brano
rendendolo degno di essere appreso;
- l'insegnante porta l'attenzione del gruppo, dopo diversi ascolti, sul tempo ritmico del brano
descrivendolo dondolando da un piede all'altro. Lo imitio/lo imitiamo. L'insegnante comprende se il
tempo è percepito da tutti nello stesso modo o se tutti riescono a imitarlo su richiesta.
- L'insegnante chiede di cantare il tempo con la sillaba pa mentre lui canta la melodia;
- la stessa procedura avviene con la divisione del tempo;
- l'insegnante porta l'attenzione sulla nota base (in questo caso coincide con la prima e l'ultima nota
del brano) e chiede al gruppo di cantarla.
- l'insegnante gioca a far sentire note diverse alla fine del brano per essere sicuro che il gruppo
riconosce la nota base e sa distinguere quando il suono cantato non è la nota base;
- l'insegnante chiede di cantare la nota base durante l'esecuzione del brano (abbiamo saltato questo
punto ma ci torneremo)
- l'insegnante inizia a cantare silenziosamente alcune parti del brano (canta il brano "bucato")
- l'insegnante canta quasi tutto il brano bucato e chiede al gruppo di dire se sente nella propria
audiation (interiormente) le parti mancanti;
quando tutto il gruppo afferma di sentire più o meno tutto il brano interiormente, il gruppo è pronto
per provare a cantarlo.

Il gruppo impara il brano in gruppo ed è sempre sostenuto dal canto dell'insegnante e dallo
strumento armonico.
Successivamente l'insegnante smette di cantare col gruppo ma continua a sostenerlo con lo
strumento.
Il canto "A cappella" senza strumento e senza il sostegno dell'insegnante, prima in gruppo e poi
individuale, è il livello di competenza musicale più alto e difficle al quale si dovrebbe arrivare
progressivamente.
Il livello di competenza di intonazione e di senso del ritmo di ogni singolo membro di un gruppo è
più alto quando è parte del gruppo rispetto a quello che dimostra cantando "a solo".

Modello di apprendimento:
cosa avviene, quindi, negli allievi?
Prendiamo ispirazione dal modello dell'Audiation Preparatoria di Edwin E. Gordon:

l'attitudine musicale permette che prenda vita un processo di apprendimento tendenzialmente così
descrivibile:

- un tipo di apprendimento legato all'ascolto, alla produzione di senso istintiva, all'esplorazione


sensoriale chiamato ACCULTURAZIONE. Quando ci muoviamo, giochiamo, esploriamo, lasciamo
che il canto "turbi" la nostra esperienza sensoriale e lo scopriamo nella relazione con il modello e
gli altri membri del gruppo, prevale questo tipo di comportamento.

- molto rapidamente, a meno che non siamo neonati o bambini molto piccoli, appare in noi, se
riteniamo, istintivamente e nella relazione, che il brano sia "degno di essere appreso", il desiderio di
imitare, cioè di cercare di esprimerci musicalmente in modo analogo a come si esprime il modello
che ci sta presentando il canto. In parole povere vogliamo fare come lui. Cerchiamo di "fare
uguale".
In questo processo, che si chiama Imitazione, possiamo:
- cercare di imitare e non riuscire a imitare accuratamente SENZA esere consapevoli di questa
inaccuratezza
.- cercare di imitare e non riuscire a imitare accuratamente ACCORGENDOCI di questa
inaccuratezza (perdita dell'egocentrismo, vergogna, senso di inadeguatezza)
- cercare di imitare e riuscire a farlo con una certa accuratezza (cosa che avviene prima sui brani che
sono costruiti su consuetudini musicali più familiari): in questo caso ci accorgiamo dell'esistenza di
un'espressione musicale OGGETTIVA del brano, quella cioè attorno alla quale la maggior parte dei
mambri di un gruppo si esprime riconoscendo l'identità del brano quando è cantato in una
determinata maniera e non quando è cantato in maniera diversa. Conquistiamo questa competenza
sempre in presenza del modello e cantando in gruppo.

Quando (e se) diventiamo in grado di emanciparci dalla presenza del modello, riusciamo a rievocare
interiormente tutti gli elementi della sintassi musicale del brano (tempo, metro, nota base, accordi
che sostengono la melodia, etc) e progressivamente a cantarlo da soli.

Caratteristiche del repertorio finora incontrate:


brevità (afferrabilità)
l'essere senza (prima) e con (poi) un testo;
avere più voci (melodia e seconda voce di Ciao sono Maggiore)

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Da svolgere in autonomia:

Familiarizzare con Cade la Neve (prima e seconda voce) e L'aquilone (prima e seconda voce)

Leggere quanto presente nel dropbox circa il laboratorio d'ascolto e familiarizzare con i brani
presenti nella cartellina

Provare a costruire altre sessioni del laboratorio d'ascolto usando i criteri descritti.

In treno, 9 marzo 2023


Arnolfo

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