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Novità apportate alla disciplina MUSICA dai Programmi ministeriali del 1979

L’ E. M. permette di coltivare e valorizzare una dotazione linguistica universale costitutiva della


personalità. Essa costituisce un CONTRIBUTO ESSENZIALE E NON SOSTITUIBILE alla
formazione delle persone

Si AMPLIA IL REPERTORIO prima fortemente limitato all’ascolto della musica e al canto di


musica tradizionale e in minor misura alla musica sacra; per la prima volta si considerano la
musica per il cinema, la musica antica, la musica leggera e jazz e soprattutto si apre alla musica
di altre etnie.

La PRATICA MUSICALE vocale e strumentale si arricchisce degli strumenti a percussione (quelli


più semplici) anche chiamati strumenti didattici che in Germania Carl Orff aveva già introdotto nel
dopoguerra

Si considera lo viluppo di capacità percettive e cognitive specifiche: ORECCHIO MUSICALE

Si introduce la didattica INTERDISCIPINARE cioè l’INTEGRAZIONE CON ALTRE DISCIPLINE

IMPROVVISAZIONE E COMPOSIZIONE ELEMENTARE


Con i Programmi del 1979, oltre all’ampliamento del campo disciplinare di ogni materia, si rinnova anche il
modo di preparare il lavoro nelle classi: gli insegnanti sono tenuti a programmare il loro lavoro.
Come per ogni programma, si ipotizzano delle mete (obiettivi), dei percorsi (metodologie), mezzi (strumenti di
lavoro con allestimento di luoghi) e tempi.
Ad esempio, la mancanza di certi tipi di attrezzature (tecnologiche o strumenti musicali particolari) influisce
sulla programmazione poiché rende inutile programmare delle attività ad alto livello tecnologico o esecuzioni
musicali di tipo orchestrale.
Il programma sarà poi verificato in itinere e quindi passibile di modifiche e adattamenti.

La programmazione nasce con l’intento di migliorare la qualità dell’insegnamento attraverso


• una maggiore analisi delle potenzialità e delle sfaccettature di una disciplina,
• l’osservazione condivisa dei bisogni culturali ed educativi nei vari contesti scolastici,
• l’uso di strumenti e procedure di verifica e autoverifica per avere un maggior controllo del lavoro in prima
istanza del docente stesso, della scuola, oltre che degli studenti.

Infatti, i motivi che guidano lo sviluppo della pratica della programmazione, sono frutto dell’esigenza di
miglioramento della professionalità del corpo docente.

MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA DELLA FUNZIONE DEL DOCENTE


sia nella sua individualità sia come facente parte di un team.
Indicazioni Nazionali per il primo ciclo 2012- Programma di Musica (oggi in vigore)

La musica, componente fondamentale e universale dell’esperienza umana, offre uno


spazio simbolico e relazionale propizio all’attivazione di processi di cooperazione e
socializzazione, all’acquisizione di strumenti di conoscenza, alla valorizzazione della
creatività e della partecipazione, allo sviluppo del senso di appartenenza a una
comunità, nonché all’interazione fra culture diverse.
L’apprendimento della musica consta di pratiche e di conoscenze, e nella
scuola si articola su due dimensioni:
a) produzione, mediante l’azione diretta (esplorativa, compositiva, esecutiva) con e
sui materiali sonori, in particolare attraverso l’attività corale e di musica d’insieme;
b) fruizione consapevole, che implica la costruzione e l’elaborazione di significati
personali, sociali e culturali, relativamente a fatti, eventi, opere del presente e del
passato.

“L’ educazione musicale è quella disciplina che fornisce le competenze necessarie


per divenire fruitori e produttori autonomi e critici di cultura musicale”
J. Tafuri, L’educazione musicale. Teorie metodi e pratiche, EDT, 1995
FUNZIONI FORMATIVE della disciplina MUSICA secondo le INDICAZIONI NAZIONALI 2012

L’apprendimento della musica esplica specifiche funzioni formative, tra loro interdipendenti.
Mediante la funzione cognitivo-culturale gli alunni esercitano la capacità di rappresentazione
simbolica della realtà, sviluppano un pensiero flessibile, intuitivo, creativo e partecipano al patrimonio
di diverse culture musicali; utilizzano le competenze specifiche della disciplina per cogliere significati,
mentalità, modi di vita e valori della comunità a cui fanno riferimento.
Mediante la funzione linguistico-comunicativa la musica educa gli alunni all’espressione e alla
comunicazione attraverso gli strumenti e le tecniche specifiche del proprio linguaggio.
Mediante la funzione emotivo-affettiva gli alunni, nel rapporto con l’opera d’arte, sviluppano la
riflessione sulla formalizzazione simbolica delle emozioni.
Mediante la funzione identitaria e interculturale la musica induce gli alunni a prendere coscienza
della loro appartenenza a una tradizione culturale e nel contempo fornisce loro gli strumenti per la
conoscenza, il confronto e il rispetto di altre tradizioni culturali e religiose.
Mediante la funzione relazionale essa instaura relazioni interpersonali e di gruppo, fondate su
pratiche compartecipate e sull’ascolto condiviso.
Mediante la funzione critico-estetica essa sviluppa negli alunni una sensibilità artistica basata
sull’interpretazione sia di messaggi sonori sia di opere d’arte, eleva la loro autonomia di giudizio e il
livello di fruizione estetica del patrimonio culturale.
La competenza linguistica comune è la
POSSIBILITA’ DI PADRONEGGIARE UNA LINGUA AD UN LIVELLO MEDIO
SENZA CONOSCERNE LE REGOLE GRAMMATICALI E SINTATTICHE:
CI SI COMPORTA COME SE LE SI CONOSCESSE.
Ogni individuo nel suo ambiente impara a capire e produrre frasi nuove,
ad agire sugli elementi linguistici combinandoli variamente
per comunicare con gli altri.

La competenza musicale comune è


la capacità di mettere in relazione degli elementi sonori
secondo schemi e modelli sentiti a sufficienza e depositati nella mente.
Le esperienze di R. Francès “dimostrano che anche i non esperti di musica sono in grado di
distinguere una musica tonale da una non tonale, una cadenza perfetta da una d’inganno, sono
in grado di riconoscere se una melodia è conclusa o sospesa ecc. Sono inoltre in grado di
valutare la correttezza dell’intonazione nel canto o la giustezza degli accordi scelti per
accompagnare una melodia. Sloboda afferma che già a 14 anni, in assenza di un’educazione
musicale specifica, i ragazzi mostrano di possedere quella che viene definita la “sensibilità allo
stile”(…) . E ricerche più recenti hanno mostrato come già a 8 anni i bambini riconoscano stili
musicali diversi sia nell’ambito della musica colta sia in quello della popular music.
E’ a proposito del linguaggio tonale e della sua capacità di penetrazione nella cultura
occidentale che Francès ha proposto la felice definizione di “lingua musicale materna degli
occidentali” intendendo con ciò che gli occidentali, pur parlando lingue diverse, condividono lo
stesso linguaggio musicale, quello tonale.”
R. Deriu, Concetto di competenza musicale, in Musica Domani n.116, EDT, Torino. 2000

“LA MUSICA CHE SI CONFORMA ALLE REGOLE DELL’ARMONIA TONALE DIATONICA E’


MOLTO PIU’ FACILE DA RICORDARE, PER GLI ASCOLTATORI OCCIDENTALI, DI QUELLA CHE
INFRANGE TALI REGOLE. (...) LA MUSICA CHE NON CONTIENE STRUTTURE E
CONFIGURAZIONI FAMILIARI NON VIENE RAPPRESENTATA FACILMENTE NELLA MEMORIA
DELL’ASCOLTATORE”
J. Sloboda, La mente musicale, Il Mulino, Bologna, 1985
L’ascoltatore comune è consapevole
degli elementi in primo piano,
coglie configurazioni brevi, ripetitive,
anche a seconda delle abitudini.

L’ascoltatore esperto, ha la capacità di rappresentarsi la musica


attraverso numero maggiore di elementi/configurazioni,
più complesse,
sa collegare elementi in primo piano con elementi di sfondo,
sa creare gerarchie fra gli elementi.

La capacità di nominare le configurazioni (etichetta) influisce in


modo determinante sulla memoria musicale e quindi anche sulla
percezione.

Nel flusso sonoro, la mente percepisce cesure e continuità costruendo delle unità (raggruppamenti)
che confronta e mette in relazione per cogliere ripetizioni, similitudini, contrasti, variazioni, elementi in
primo piano, elementi sullo sfondo, sospensioni, conclusioni, etc...
In altre parole le strutture musicali ci permettono di operare
sia raggruppamenti mentali (melodia, accompagnamento, accordo, ostinato ritmico, ostinato melodico,
giri armonici, ecc...)
sia operazioni cognitive (discriminazione, confronto, gradazione, classificazione, gerarchizzazione,
associazione, ecc...) .
La competenza musicale comune si sviluppa sia attraverso competenze passive (percepire/
comprendere) sia attive (eseguire/inventare) che si rinforzano a vicenda.

Nella nostra cultura le abilità musicali relative all’invenzione, dopo il 5/6 anni vanno spegnendosi
mentre quelle esecutive sono privilegiate.
(A tale proposito abbiamo letto il saggio di Monique Frapat “La macchina da scrivere”, come esempio
di invenzione con bambini piccoli).
ESEMPIO DI OPERAZIONI COGNITIVE RELATIVE ALLA COMPETENZA MUSICALE

FRUIRE (passiva) PRODURRE (attiva)

PERCEPIRE COMPRENDERE ESEGUIRE INVENTARE

INDIVIDUARE ANALIZZARE UN BRANO IN ESEGUIRE ESPLORARE le possibilità


velocità ordine a: per imitazione sonore
durata strutture ritmiche per lettura
fonte/timbro struttura formale a memoria
direzione fraseologia
intensità dinamica da soli/in gruppo
altezza/registro armonica

DISTINGUERE CONTESTUALIZZARE INTERPRETARE RIELABORARE (variare,


cogliere le relazioni fra trasformare, adattare,
musica e contesti storici/ da soli/in gruppo arrangiare...)
culturali/sociali

CLASSIFICARE POSSEDERE TECNICHE SONORIZZARE


STRUMENTALI/VOCALI

MEMORIZZARE IMPROVVISARE

COMPORRE

LEGGERE E SCRIVERE

CONOSCERE E USARE LA NOTAZIONE TRADIZIONALE E ALTRI SISTEMI DI NOTAZIONE

Vedi anche schema competenze di percezione/comprensione e esecuzione /invenzione al termine dell’articolo di R. Deriu
Esempi di formulazione di Obiettivi Disciplinari
PERCEPIRE
• CONCENTRARE L’ATTENZIONE SUL SUONO
• MEMORIZZARE RIPRODURRE SUONI, RITMI, MELODIE
• CLASSIFICARE E ORDINARE I SUONI IN BASE AD UNA PROPRIETA’
• ANALIZZARE UN AMBIENTE SONORO
• CONOSCERE GLI STRUMENTI MUSICALI

COMPRENDERE STRUTTURE/ORGANIZZAZIONI
• COGLIERE ED ESPRIMERE L’IDEA GENERALE DI UN BRANO
• INDICARE ORIENTATIVAMENTE GENERE ED EPOCA
•CONOSCERE L’ORGANIZZAZIONE DELLE PRINCIPALI FORMAZIONI STRUMENTALI
• INDIVIDUARE LO SCHEMA FORMALE IDENTIFICANDO LE SEZIONI, L’ORGANIZZAZIONE (RIPETIZIONE, VARIAZIONE, CONTRASTO,
RIPRESA, ETC.) E LE LORO FUNZIONI
• ESTRARRE IL TEMA/I PRINCIPALE/I, LE CELLULE RITMICHE TIPICHE
• RICONOSCERE DINAMICHE E AGOGICA
• COGLIERE IL CARATTERE APERTO/CHIUSO DELLE UNITA’ MELODICHE
• ANALIZZARE I PROFILI MELODICI (AMPIEZZA INTERVALLARE, ASCESA/DISCESA, NOTE-CHIAVE, ETC.) ANCHE ATTRAVERSO GRAFICI
• RICONOSCERE GLI ASPETTI SALIENTI DEL RITMO (PULSAZIONE, METRO, CELLULE, OSTINATI, ACCENTI, ETC.)
• RICONOSCERE LE ESSENZIALI STRUTTURE VERTICALI (MELODIA/ACCOMPAGNAMENTO, ACCORDI, ETC.)

COMPRENDERE I SIGNIFICATI
• COGLIERE IL POTENZIALE SIGNIFICATIVO DI SINGOLI ELEMENTI MUSICALI (TIMBRO, ALTEZZA, VELOCITA’, ETC.)
• SPIEGARE IL TITOLO DI UN BRANO RIFERENDOSI ALLE CARATTERISTICHE SONORE
• METTERE IN RELAZIONE LA PROPRIA INTERPRETAZIONE DI UN BRANO CON CARATTERISTICHE SONORE UTILIZZANDO IL
LINGUAGGIO VERBALE, MOTORIO, GRAFICO-PITTORICO

COMPRENDERE FUNZIONI E CONTESTO


• INDIVIDUARE IL CONTESTO IN CUI SI REALIZZA UN EVENTO MUSICALE
• SPIEGARE, IN RELAZIONE AL CONTESTO, LE FUNZIONI DI UN EVENTO MUSICALE
• CONFRONTARE OPERE MUSICALI DI EPOCHE DIVERSE COGLIENDO ASPETTI COMUNI E DIFFERENZE PIU’ RILEVANTI
• COGLIERE IL CAMBIAMENTO DELLA FUNZIONE DI UN BRANO SE UTILIZZATO IN CONTESTI DIVERSI
• CONOSCERE E INDIVIDUARE I PRINCIPALI GENERI MUSICALI
• METTERE IN RELAZIONI OPERE MUSICALI CON OPERE NON MUSICALI STORICAMENTE E CULTURALMENTE VICINE
• REALIZZARE SEMPLICI RICERCHE SULLE PRATICHE SOCIALI MUSICALI (ANCHE STORICHE).
PRODUZIONE/ESECUZIONE
• ESPLORARE E MANIPOLARE I SUONI (VOCE, BP, OGGETTI, STRUMENTI)
• MEMORIZZARE, PRODURRE, RIPRODURRE SEQUENZE RITMICHE E MELODICHE
• ESEGUIRE UN CANTO (ALL’UNISONO, A DUE VOCI)
• INVENTARE ED ESEGUIRE FILASTROCCHE/RAP
• ESEGUIRE BRANI MELODICI CON STRUMENTI (FLAUTO DOLCE, TASTIERE, XILO/METALLOFONI, ETC.)
• SONORIZZARE TESTI VERBALI, GRAFICO-PITTORICI, SEQUENZE VISIVE, ETC.
• ELABORARE ACCOMPAGNAMENTI
• VARIARE RITMICAMENTE E MELODICAMENTE UNA MELODIA
• PIANIFICARE LA STRUTTURA DI UN BRANO
• IMPROVVISARE CON COERENZA E INTENZIONALITA’ A PARTIRE DA UN MATERIALE DATO
• ESEGUIRE UN BRANO AVENDO CONSAPEVOLEZZA DELLE SCELTE ESPRESSIVE

UTILIZZARE LA NOTAZIONE TRADIZIONALE E NON CONVENZIONALE


Obiettivi e competenze relativi all’esempio attività didattica “Tirocinio di pianoforte” (vedi allegato)

OBIETTIVI DISCIPLINARI
- Saper improvvisare con coerenza utilizzando la scala pentatonica (limitazione ai tasti neri) a partire da due
accompagnamenti di carattere contrastante: (regolare, moderato, piano/ritmico, percussivo, forte).
- Saper cogliere la relazione gesto/suono/musica utilizzando velocità, intensità, energia, tocco, registro.
- Saper improvvisare con intenzionalità e coerenza a partire da alcune vignette di Hoffnung che forniscono
indicazioni di tipo espressivo.

OBIETTIVI EDUCATIVI
- saper esplorare e sperimentare situazioni nuove
- sapersi esprimere in modo personale
- saper gestire le emozioni, acquisire fiducia e capacità di iniziativa

COMPETENZA MUSICALE
Sapersi esibire con padronanza, sapendo gestire le emozioni, davanti ad un pubblico/nel contesto di un
concorso.

Saper affrontare con padronanza una esibizione in pubblico non è una competenza prevista per la disciplina
Musica anche se solitamente sono previste, nei saggi scolastici, esibizioni in coro e strumentali. Nel programma di
strumento musicale per le Scuole ad indirizzo musicale (dette SMIM), invece, è previsto il raggiungimento di “un
primo controllo di capacità performative con tutto ciò che ne consegue in ordine alle possibilità di controllo del proprio
stato emotivo in funzione dell’efficacia della comunicazione” (DM. 201/99)
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di I grado (Indicazioni Nazionali 2012)

– Eseguire in modo espressivo, collettivamente e individualmente, brani vocali e strumentali di diversi generi e stili, anche
avvalendosi di strumentazioni elettroniche.
– Improvvisare, rielaborare, comporre brani musicali vocali e strumentali, utilizzando sia strutture aperte, sia semplici schemi
ritmico-melodici.
– Riconoscere e classificare anche stilisticamente i più importanti elementi costitutivi del linguaggio musicale.
– Conoscere, descrivere e interpretare in modo critico opere d’arte musicali e progettare/realizzare eventi sonori che integrino
altre forme artistiche, quali danza, teatro, arti visive e multimediali.
– Decodificare e utilizzare la notazione tradizionale e altri sistemi di scrittura.
– Orientare la costruzione della propria identità musicale, ampliarne l’orizzonte valorizzando le proprie esperienze, il percorso
svolto e le opportunità offerte dal contesto.
– Accedere alle risorse musicali presenti in rete e utilizzare software specifici per elaborazioni sonore e musicali.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di primo grado (IND NAZ 2012)

L’alunno partecipa in modo attivo alla realizzazione di esperienze musicali attraverso l’esecuzione l’interpretazione di brani
strumentali e vocali appartenenti a generi e culture differenti.

Usa diversi sistemi di notazione funzionali alla lettura, all’analisi e alla produzione di brani musicali.

È in grado di ideare e realizzare, anche attraverso l’improvvisazione o partecipando a processi di elaborazione collettiva,
messaggi musicali e multimediali, nel confronto critico con modelli appartenenti al patrimonio musicale, utilizzando anche
sistemi informatici.

Comprende e valuta eventi, materiali, opere musicali riconoscendone i significati, anche in relazione alla propria esperienza
musicale e ai diversi contesti storico-culturali.

Integra con altri saperi e altre pratiche artistiche le proprie esperienze musicali, servendosi anche di appropriati codici e
sistemi di codifica.
La competenza in materia di cittadinanza si riferisce alla
capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare
pienamente alla vita civica e sociale, in base alla comprensione
delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e
politici oltre che dell’evoluzione a livello globale e della
sostenibilità. (www.invalsiopen.it)
Le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la
realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione
sociale e l’occupazione.

(Vedi allegato Competenze chiave di cittadinanza)


Il concetto di competenza nell’apprendimento

La competenza non è uno stato o una conoscenza posseduta. Non è riducibile né a un sapere, né a ciò che si
è acquisito con la formazione. [...] La competenza non risiede nelle risorse (conoscenze, capacità) da
mobilizzare, ma nella mobilizzazione stessa di queste risorse. [...]. Qualunque competenza è finalizzata (o
funzionale) e contestualizzata: essa non può dunque essere separata dalle proprie condizioni di “messa in
opera”. [...] La competenza è un saper agire (o reagire) riconosciuto.
Le Boterf, De la compétence, Les éditions de l’Organisation, Paris 1994

In ambito scolastico

La competenza è un’integrazione di:

SAPERE = conoscenze
SAPER FARE = abilità

SAPER AGIRE =
1) capacità metacognitive (SAPER COME FARE A. . . , RISOLVERE PROBLEMI, TRASFERIRE ACQUISIRE E
ORGANIZZARE INFORMAZIONI)
2) capacità personali e sociali (RELAZIONARSI, COLLABORARE, ASSUMERE INIZIATIVE e
RESPONSABILITA’)

Franca Da Re, La didattica per competenze, Pearson


Fondamenti pedagogici per la didattica per competenze

Centralità degli studenti e del processo di apprendimento

Docente come mediatore fra disciplina e studenti: attenzione ai processi metodologici

Valorizzazione dell’esperienza attiva dell’allievo

Flessibilità didattica: utilizzo di mediatori diversi (stili d’apprendimento/cognitivi) e metodi diversi (dalle più
tradizionali lezioni frontali al problem solving fino ad esperienze da gestire in autonomia)

Apprendimento sociale per dare rilievo ai contributi e alle attitudini diverse, favorire collaborazione e reciprocità
(laboratorialità, gruppi cooperativi, discussione)

Attenzione agli aspetti affettivo-emotivi e relazionali

Integrazione dei saperi diversi che assieme concorrono a costruire competenze attraverso l’esperienza e la
riflessione (inter/intradisciplina)

Acquisizione di una modalità riflessiva per rappresentare l’esperienza, attribuirle significato, acquisire
metacognizione

Anche nella quotidianità e nella didattica ordinaria è opportuno problematizzare, contestualizzare i concetti della
disciplina nel caso particolare, favorendo la TRASFERIBILITA’ delle conoscenze in diverse esperienze

Attribuzione di autonomia e responsabilità agli studenti attraverso compiti di realtà


Franca Da Re, La didattica per competenze, Pearson
La valutazione delle competenze

“Per conseguire competenze, dobbiamo offrire agli allievi occasioni di assolvere in autonomia i “compiti significativi”, cioè compiti
realizzati in contesto vero o verosimile e in situazioni di esperienza, che implichino la mobilitazione di saperi provenienti da campi
disciplinari differenti, la capacità di generalizzare, organizzare il pensiero, fare ipotesi, collaborare, realizzare un prodotto materiale o
immateriale. Il compito affidato non deve essere banale, ma legato a situazioni di esperienza concreta e un po’ più complesso rispetto
alle conoscenze e abilità che l’alunno già possiede, per poter attivare il problem solving. Attraverso i compiti significativi non soltanto si
mobilita ciò che si sa, ma si acquisiscono nuove conoscenze, abilità e consapevolezza di sé e delle proprie possibilità. (...) L’allievo può
agire la competenza e mostrare le sue evidenze attraverso i cosiddetti “compiti significativi”, ovvero compiti realizzati in un contesto vero
o verosimile e in situazioni di esperienza, dove egli possa gestire situazioni e risolvere problemi in autonomia e responsabilità”.
Franca Da Re, La didattica per competenze, Pearson

Il compito di realtà

Prevede la realizzazione di un prodotto che serve ad esercitare ed accrescere abilità, mobilitare e reperire conoscenze, mettere
in atto competenze

Deve mobilitare l’esperienza attiva dell’allievo

Deve essere un po’ più difficile delle conoscenze e abilità possedute, per mobilitare la capacità di problem solving e di
riflessione

Il compito può essere svolto individualmente, in coppia, più spesso in gruppo

Si propone di “allenare” più competenze, attraverso diversi compiti significativi e la realizzazione di prodotti

Può coinvolgere da un solo docente a tutto il consiglio di classe, a seconda della complessità

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