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PSICOLOGIA 2

APPUNTI PER ESAME


IL CERVELLO E LA MUSICA
Quando il cervello umano è sottoposto a stimoli musicali, sia suonando, cantando o semplicemente
ascoltando musica, quest’ultimo subisce una serie di benefit. Gli stimoli musicali possono favorire:
• La Neuroplasticitò, ovvero sia la capacità del sistema nervoso di adattare la propria risposta in base a
stimoli interni ed esterni.
• L’aumento della connettivitò, ovvero sia la capacità di collegare il cervello con altre parti del corpo,
attraverso fibre bianche, rendendoci più intelligenti.
• Facilità la comunicazione ed espressione emotiva (suscita ricordi in persone affette da demenza)
• Induce movimento e danza, stimolando la corteccia motoria
• Migliora l’acquisizione del linguaggio, (in persone affette da sordità congenita o dislessia)
• Fornisce forte stimolazione sensoriale (per esempio in persone autistiche o non vedenti)
ANATOMIA DEL CERVELLO
Numerosi studi sul cervello hanno dimostrato come stimoli e pratica musicale, possano portare a
modificazioni neuroplastiche e cambiamenti macrostrutturali all’interno di esso, soprattuto se la pratica
musicale avviene in tenera età e viene perpetrata nel tempo. Le parti anatomiche che subiscono
modificazioni e cambiamenti sono:
• Corpo Calloso, che svolge una funzione di collegamento tra i due emisferi, trasferendo segnali ed
impulsi di tipo sensoriale, cognitivo e motorio. Questo processo prende il nome di comunicazione
interemisferica. La posizione del corpo calloso è situata sotto la corteccia cerebrale.
• Corteccia motoria: E’ la regione del cervello che si preoccupa della pianificazione, controllo ed
esecuzione di movimenti volontari ed è stato scientificamente dimostrato che la pratica musicale a
lungo termine, conferisce maggiore abilità e controllo delle dita. (nel caso di pianisti, violinisti etc…)
• Il cervelletto, situato nella parte posteriore del cervello, appena sopra il tronco cerebrale e rappresenta
il 10% del volume cerebrale, contento il 50% dei neuroni. Il cervelletto si occupa di equilibrio, postura e
coordinamento dei movimenti volontari e all’apprendimento motorio.
Sulla base di queste informazioni, è dunque possibile dedurre che queste modificazioni anatomiche, siano
il frutto di un lungo training e non di predisposizione genetica, marcando ancora una volta il concetto
dell’esposizione agli stimoli e non al talento innato (Sloboda, esperimento bambino A e B)
IL CERVELLO E IL CANTO

A livello evolutivo, è stato scientificamente dimostrato che la capacità di cantare precede quella di parlare
articolando fonemi (lallazioni).
Contrariamente a quanto si possa pensare, dunque, il principale organo coinvolto nella capacità canora non
è la laringe, bensì il cervello.

Nel cervello di un cantante, da un punto di vista neuroplastico, ci sono altre regioni che si attivano e
modificano se sottoposte a training di lungo termine.

La corteccia somatosensoriale, ad esempio, aumenta di grandezza in funzione alla quantità di pratica


vocale (anche in ripasso silenzioso)
Oppure l’INSULA, che funge da regolatore del feedback somatosensoriale. Nella rappresentazione
corporea, vengono attivati muscoli come lingua, labbra, palato, laringe, diaframma e muscoli respiratori.
ORECCHIO ASSOLUTO

• L'orecchio assoluto (OA) è una capacità legata alla musica che permette a una persona di identificare
immediatamente la nota esatta di un suono senza bisogno di riferimenti esterni. Questa abilità si sviluppa
principalmente se si inizia a studiare musica prima dei sette anni, quando il cervello è più flessibile.
• Le persone con OA possono associare verbalmente un suono a una nota musicale specifica, anche se il
suono è puro e senza armoniche. Al contrario, coloro che non hanno l'OA tendono a commettere errori
nella determinazione dell'altezza del suono, spesso sbagliando di pochi semitoni o toni.
• Gli studi hanno dimostrato che ci sono differenze cerebrali tra i musicisti con OA e quelli senza. In
particolare, si nota un'asimmetria nel cervello dei musicisti con OA, che suggerisce un possibile aspetto
genetico nell'acquisizione di questa capacità. Le persone con OA possono identificare la nota di un suono
sia ascoltandolo effettivamente sia immaginando di ascoltarlo.
• La sensazione di distinzione chiara tra le note delle persone con OA è simile a quella dei parlanti che
distinguono chiaramente i suoni delle parole. Questa capacità può essere associata a predisposizioni
genetiche e può essere correlata a tratti autistici, come l'attenzione selettiva e la concentrazione.

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