Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Andrea Piarulli
E-mail:
- andrea.piarulli@med.unipi.it
- andrea.piarulli@uliege.be
RETI COGNITIVE CEREBRALI
FUNZIONI COGNITIVE
Col termine Funzioni Cognitive si identificano tutti quei processi mentali che
ci permettono di eseguire un vasto repertorio di compiti. Tali funzioni
permettono all’individuo di avere un ruolo attivo nella manipolazione di
informazioni:
Ricezione
Scelta
Trasformarzione
Immagazzinamento(in memoria)
Processamento
Recuperaro (dalla memoria)
Il cervello non é un unità omogenea ma piuttosto un aggregato di organi mentali con funzioni specifiche.
1. nucleo cocleare
tronco encefalico 2. complesso olivare superiore
3. lemnisco laterale
mesencefalo 4. collicolo inferiore
talamo 5. nucleo genicolato mediale
corteccia uditiva primaria area di Wernicke
Linguaggio parlato (pronuncia di parole)
Il significato delle parole viene inviato attraverso il fascicolo arcuato all’
area di Broca, dove vengono assemblati in modo congruo i morfemi*.
Secondo il modello, l’area di Broca conserverebbe una rappresentazione
delle parole da pronunciare. L’informazione elaborata verrebbe inviata alla
corteccia motoria (area facciale), e da qui al nucleo motorioi dei nervi
facciali (tronco dell’encefalo), che regola il movimento dei muscoli facciali
necessario per l’articolazione delle parole.
2) fascicolo arcuato
3) area di Broca
1) area di Wernicke
lettura silenziosa
cortecce visive
giro angolare
corteccia uditiva primaria
Aree di Brodmann
Agli inizi del 900, Brodmann, un neurologo tedesco, usando tecniche di microscopia ottica,
operò una suddivisione della corteccia in regioni definite sulla base della citoarchitettura
corticale (organizzazione dei neuroni e delle fibre nervose) nell’ uomo e in altri primati.
corteccia visiva
associativa
corteccia associativa
corteccia prefrontale somatosensoriale
dorsolaterale
Goldman-Rakic. 1988
LE FUNZIONI COGNITIVE SONO
FUNZIONI DI ALTO LIVELLO CHE
EMERGONO DALL’INTERAZIONE
DINAMICA TRA I NODI DI RETI
DISTRIBUITE
Lo studio delle reti neurocognitive attualmente coinvolge un grande numero di discipline:
Psicologia cognitiva
Neuroanatomia comportamentale
Neuroimaging funzionale
Neurofisiologia
Modellizzazione computazionale
Ventral Stream
V2->V4->corteccia temporale inferiore.
Il Ventral Stream é associato al riconoscimento
Dorsal Stream
V2-> area visiva V5 (MT, middle temporal) ->
corteccia parietale posteriore.
Il Dorsal Stream é associato al movimento, alla
rappresentazione della localizzazione spaziale
degli oggetti, al controllo degli arti (quando
l’informazione visiva é usata per raggiungere ad
L’espressione locale di attività in un’area corticale dipende dal
‘contesto neurale’ creato dalle interazioni di rientro da altre aree
corticali
Modello di connettività effettiva per la modulazione attenzionale del processamento visivo del movimento.
Gli effetti dello stimolo impattano sulla area visiva primaria (V1) e sulla corteccia prefrontale (PFC). Quando la
richiesta attentiva cambia, si ha una modulazione dell’attività della PFC che modula la responsività della
corteccia parietale posteriore (PP) alle informazioni provenienti dalla corteccia occipitale (V5).
1) Piena attenzione allo stimolo: L’attività della PFC consente il processamento delle informazioni visive in PP e
quindi la percezione del movimento.
2) Nessuna attenzione allo stimolo: bassa attività della PFC, nessun processamento dell’informazione visiva in
PP e nessuna percezione del movimento.
Buchel & Friston 1997
LA NEUROANATOMIA HA LARGAMENTE CONTRIBUITO E
STRUTTURA CONTRIBUISCE ANCORA OGGI ALLO STUDIO DELLE RETI
DELLE RETI NEUROCOGNITIVE, IDENTIFICANDO LE AREE DEL CERVELLO
COSITUENTI I NODI DELLE RETI, E I LORO PATTERN DI
NEUROCOGNITIVE
INTERCONNESSIONE.
LA CONNETTIVITÀ TRA AREE CORTICALI É FONDAMENTALE
PER L’ORGANIZZAZIONE DELLE RETI NEUROCOGNITIVE
Modello di connettività tra moduli corticali
sviluppato da Morecraft et al., 1993, basato su
osservazioni sperimentali nel modello animale
(scimmia). Tale modello illustra l’architettura della
connettività della rete neurocognitiva
dell’ attenzione ‘direzionale’. Gli interneuroni
locali (all’interno di ciascun modulo) giocano un
ruolo fondamentale per l’integrazione della rete.