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E le funzioni corrispondenti di queste aree associative sono le funzioni cognitive o nervose superiori.
Servono per avere conoscenza del mondo esterno, per organizzare schemi motori complessi intenzionali e
schemi gestuali complessi (comportamenti verbali e mototri), per memorizzare, progettualità,
comunicazione e comprensione, elaborazione di emozioni.
E’ importante conoscere l’anatomia e le funzioni di queste aree perché nella clinica si potranno riconoscere
dei segni e dei sintomi che riporteranno l’attenzione verso la struttura anatomica colpita da lesione/insulto
di qualsiasi tipo.
Come è fatta la corteccia: strato sottile di pochi millimetri di spessore, superficie molto convoluta con
alternanza di circonvoluzioni e solchi o scissure.
Lo spessore non è uniforme, più sottile nelle aree primarie e più spesso nelle aree associative e motorie.
A livello della corteccia sono presenti particolari neuroni specializzati:
neuroni granulari
neuroni piramidali
Queste due tipologie di neuroni e l’intero spessore corticale non è uniforme ma ha una sua caratteristica
struttura laminare a strati.
La neocortex 95% del telencefalo ha 6 strati granulari
Allocorteccia
Paleocortex nell’uncus temporale
Archicortex nell’ippocampo
3/10/2018
Prof. Ildebrando Appolonio
Neurologia
Ultimo tassello informativo: i sei strati non hanno lo stesso spessore nelle regioni corticali. Questo aspetto
ha fornito l’opportunità di caratterizzare le regioni cerebrali in base alla citoarchitettura.
Area 4 – motoria
Area 17 – corteccia visiva primaria
Area 3,1,2 - sensoriale
Area 41/42 uditiva primaria
Ulteriore salto concettuale: anche le aree associative hanno una correlazione funzionale specifica. Non solo
le singole regioni corticali, ma anche le associazioni di più aree corticali assumono aspetti funzionali
specifici.
3/10/2018
Prof. Ildebrando Appolonio
Neurologia
Il modello organizzativo delle funzioni non primari è un modello a rete, network di neurale.
NETWORK PERISILVINAO SX
- parte posteriore della prima circonvoluzione temporale sx (BA22) area di Wernicke. Funzione:
trasformare gli input sonori nelle rappresentazioni neurali delle parole (x successivo accesso ad
aree associative distribuite che contengono i significati delle parole stesse).
Queste due aree sono collegate dal fascicolo arcuato (BA44 e BA 22); la lesione selettiva di questo fascicolo
si presenta con un quadro specifico.
In realtà poi il network è più ampio, come le aree corticali marginali e strutture grigie sottocorticali.
Rilevanza clinica: a seconda della prevalenza e della localizzazione della lesione si avranno
quadri diversi: nei soggetti bilaterali con lesioni in un unico emisfeo avranno una lesione
funzionale minore e una maggiore capacità di recupero.
I deficit sono presenti sia sul versante orale che scritto, e sono quasi sempre corrispondenti e in genere il
disturbo sul versante scritto è più grave di quello orale.
Semeiotica dell’afasia
Fase di screening del linguaggio valuta in modo semiquantitativo le capacità di eloquio orale, analizzando
quattro componenti:
3/10/2018
Prof. Ildebrando Appolonio
Neurologia
Produzione verbale:
- denominazione
- velocità di espressione/fluenza
Acquisizione verbale:
- comprensione
- ripetizione
In alcuni casi specifici al letto del paziente possiamo valutare componenti scritte. Questo quando non è
chiaro dall’espressione verbale se è portatore di afasia o disartria. La dd non è sempre immediata e le due
componenti possono essere presenti entrambe.
Le prove scritte sono nella norma nei pazienti disertrici, mentre nei pazienti afasici presentano errori nella
scrittura.
La prova di denominazione è la più importante: quando alterata definisce la presenza o meno di afasia.
(anomia deficit di denominazione)
Le altre tre prove orali ci permettono di definire le varie sottocategorie di afasia.
3/10/2018
Prof. Ildebrando Appolonio
Neurologia
Mettendo insieme queste tre variabili si ricavano otto diverse tipologie di afasie.
Quelle più frequenti sono quelle che derivano la loro classificazione su base eponimica:
- Afasia di Broca lesione selettiva focale di Broca
- Afasia di Wernicke
- Afasia globale lesione ampia del network
AFASIE fluenti
La produzione verbale appare normale e l’intonazione e prosodia (quantità vocalica e sillabica) delle frasi è
normale. La caratteristica semeiologica è la presenza contemporanea di parole appropriate e di neologismi,
parole senza senso. Le frasi sono lunghe ma non seguono le regole della sintassi, con utilizzo di perifrasi
(gergo afasico).
Nei casi più gravi il pz utilizza solo un gergo senza senso, come se parlasse una lingua straniera. (insalata di
parole)
Altre caratteristiche
Un elemento caratteristico è costituito dal fatto che gli afasici fluenti non sono consapevoli del loro deficit
anosognosia
Inoltre non comprendono quello che dicono gli altri ne quello che dicono loro stessi. (mentre gli afasici non
fluenti ne sono consapevoli).
Le afasie fluenti sono afasie posteriori (post-rolandiche) mentre quelle non fluenti sono anteriori.
Una seconda distinzione anatomo-funzionale deriva da un altro elemento: capacità o meno di ripetizione:
se ripetizione è compromessa, il danno è a livello perisilviane, altrimenti delle aree marginali.
La lesione del fascicolo arcuato da origine all’afasia di conduzione: alterazione elettiva e selettiva
dellaripetizione.
Altri deficit nel network perisilviano: lesione dell’area BA 39 sindrome di Gerstmann
3/10/2018
Prof. Ildebrando Appolonio
Neurologia
Memoria episodica è memoria di venti in un preciso luogo e tempo, mentre la memoria semantica è una
memoria di conoscenze decontestualizzate.
All’interno della memoria semantica vengono comprese anche le conoscenze lessicali.
In clinica viene valutata più spesso la memoria episodica, ma in alcuni casi bisogna valutare anche la
memoria semantica.
MEMORIA EPISODICA test: rievocazione di episodi antecedenti (cosa ha mangiato il giorno
prima)/oppure in modo più strutturato facendo apprendere una lista di parole.
Questa memoria episodica ha un correlato anatomo-funzionale specifico: circuito di Papez, una struttura
temporale-mesiale (regioni ippocampali e peri-ippocampali +
corpi mammillari, fornice, corteccia del giro del cingolo)
3/10/2018
Prof. Ildebrando Appolonio
Neurologia
PARTE SX
I gesti sono atti motori con un determinato fine e consapevolezza; non si tratta di un disturbo motorio
elementare ma complesso. Riguarda la intenzionalità e programmazione della gestualità.
Lesioni di questa parte del network determinano deficit dell’atto motorio complesso aprassia (disturbo
del gesto intenzionale, in assenza di disturbi motori elementari e deficit di forza) e il deficit si presenta su
comando e imitazione
APRASSIA IDEATIVA
Il pz non sa quale gesto dovrebbe fare, ha perso la capacità di avere un’idea di come fare. Si manifestano
nel caso di serie di movimenti finalistici e quando deve utilizzare degli oggetti. Ad esempio il paziente non
riesce ad utilizzare in modo corretto il pettine perché non sa cosa farne.
APRASSIA IDEOMOTORIA
Il paziente non riesce a programmare in modo corretto il gesto che vorrebbe fare; soprattutto quando
questi sono gesti nuovi e non ne ha il ricordo. Ad esempio quando chiediamo al paziente di eseguire un
movimento nuovo.
Nei casi più gravi anche quando deve compiere dei gesti abituali, in particolari quando i gesti hanno un
valore simbolico. (come il segno della croce).
L’uso di oggetti rimane quasi inalterato.
PARTE DX
Funzioni spaziali: la manifestazione più rilevante è l’eminattenzione (NEGLECT)
Questo disturbo consiste nel fatto che il pz affetto da questo disturbo tende a ignora tutto ciò che avviene
nell’emispazio contro laterale alla lesione, quindi nell’emispazio di SX.
Il pz non esplora emispazio di SX, non focalizza attenzione in quell’emispazio, non rileva stimoli (di qualsiasi
natura), non agisce nell’emispazio di SX.
3/10/2018
Prof. Ildebrando Appolonio
Neurologia
In modo analogo per le afasie fluenti, anche i pz con neglect non sono consapevoli del loro disturbo, sono
anosognosici, non comprendono di negligere.
All’esame clinico: paziente non rileva nessuno stimolo come uditivo o visivo provenienti da emisfero SX
oppure paziente sembra rilevare stimoli da sx ma si comporta come se provenissero da emisfero dx.
I pazienti con neglect hanno spesso un deficit motorio complementare e sono anosognosici anche per
l’emiplegia (anosognosia del soma di sx).
Test clinici:
- Test di cancellazione/dd con emianopsia (si chiede al pz di controllare il quadro con le linee) (slide 60)
- Disegnare un oggetto a memoria o su copia
- Correlati anatomo-funzionale:
- lobulo parietale inferiore dx
- lobo frontale dx
- -strutture sottocorticali dx
Entrambe sono rare perché per manifestarsi hanno bisogno di una lesione bilaterale del network.
3/10/2018
Prof. Ildebrando Appolonio
Neurologia
AGNOSIA VISIVA
Via del What (visione per la percezione)
Incapacità di riconoscere stimoli visivi in assenza di disturbi sensoriali visivi elementari; il riconoscimento
dell’oggetto avviene quando lo stimolo viene presentato tramite altri sensi (tattile, uditiva).
L’agnosia è un deficit cognitivo unimodale.
Una forma particolare di agnosia selettiva (sottocategoria dell’agnosia visiva): prosopoagnosia, agnosia
selettiva per i volti.
NETWORK PREFRONTALE
Disturbi:
- affettivi/motivazionali
- comportamentali
- cognitivi
- elementari (riflessi)
DISTURBI AFFETTIVI/MOTIVAZIONALI
Disturbi dell’umore e interazione sociale e con la motivazione; possono manifestarsi con aspetti ipo o iper:
apatia o maniacale.
Sono sindromi psicotiche o depressive su base organiche e non psichiatriche (slide 79)
DISTURBO COMPORTAMENTALE
I pz mostrano un disturbo del comportamento abituale, definito come sociopatia acquisita.
Diventano pazienti caratteriali o borderline: diventano intolleranti, capricciosi, disinibiti, aggressivi
verbalmente e dal punto di vista motorio; questo perché non sono più in grado di inibire comportamenti
involontari.
DISTURBI COGNITIVI
Lesione delle porzioni dorso laterali.
Disturbi:
- di astrazione
- di giudizio
- di pianificazione (ragionamento)
- nella capacità di passare da una strategia all’altra (perseverazione cognitiva), anche in ambito motorio.
Prova classica:
- testare capacità di passare da una determinata sequenza motoria ad un’altra, tendenza alla
perseverazione. ( anche graficamente)
- testare la capacità di concettualizzare: interpretazione di proverbi/prove di categorizzazione
DEFICIT DI ATTENZIONE
L’attenzione non è un’entità unitaria. In particolare l’attenzione selettiva che si divide in volontaria e
automatica.
Normalmente interagendo con l’ambiente si filtrano le informazione in base alla rilevanza e al contesto.
3/10/2018
Prof. Ildebrando Appolonio
Neurologia
L’attenzione volontaria inibisce quella automatica e si focalizza su stimoli che interessano in un determinato
contesto.
I pz con lesioni del network prefrontale vengono distratti da tutti gli stimoli ambientali non rilevanti in un
determinato contesto. (Distraibilità: prevalenza dell’attenzione automatica su quella volontaria)