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NEUROSCIENZE COGNITIVE DELL’INVECCHIAMENTO (CNA)

DOMANDE
-differenze tra materia bianca e grigia nell’invecchiamento fisiologico
-correlazione tra prestazioni cognitive e materia bianca e grigia
-teorie invecchiamento
-esempio di compensazione (in tutti gli argomenti: memoria, sistema motorio….): scegli caso che ti piace
di compensazione, ad es x; idem x differenziazione (flanker e 170)
-alterazioni cerebrali EEG nell’invecchiamento
-TMS eccitatoria x migliorare funzioni cognitive: TMS potenzia prestazione stroop (test frontale)
-anziani fanno fatica a riconoscere emozioni negative? Dipende, da modalità di presentazione di
emozione e da emozione;
-mimicry ed invecchiamento fisiologico: anziani hanno difficoltà ad anziani mimicry? Uno studio dice di
no (Huhnel), anzi che è maggiore x disgusto; in altro studio (Pedder) dice che è compromesso.
-anziani hanno attività cerebrale diversa x codifica e recupero? Alcune aree sono in comune, altre diverse
tra giovani e anziani.
-anziani hanno problema nell’elaborazione del contesto? Si, lo vedi in esperimento di Gutchess
-come aumentare nei vecchi le capacità mnestiche? TMS, musica congruente con immagine che gli
mostri.
-Come uso stimolazione cerebrale non invasiva x migliorare memoria? Cerco di aumentare codifica
(studio di Sandrini: con o senza reminder) o recupero (recupero: funziona peggio: migliorano solo dopo
tdcs anodica a sx: solo + veloci, non + accurati).
-come migliorare memoria
-come migliorare funzioni motorie? Nei giovani: studio di Reis.

-alterazioni correlate all’età nei correlati elettroencefalografici


-condizionamento alla paura e invecchiamento
-differenza tra familiarità e recupero invecchiamento
-correlazione tra sostanza bianca e prestazione cognitiva: maggiore integrità di bianca e miglior
prestazione cognitiva; integrità calloso: meglio al flanker; integrità bianca: meglio altri
-benefici training fisico e cognitivo invecchiamento (nel flanker e sistema motorio; allenamento motorio
non sappiamo bene se sia efficace)
-teorie dell’invecchiamento: con esempi, es PASA: match volti e luoghi
-attivazione di M1 in compiti motori nell’invecchiamento
-Esempio di compensazione
-videogiochi e invecchiamento: migliorano destrezza fisica e intellettive
-studi di stimolazione cerebrale non invasiva x potenziare capacità motorie, cognitive, mnestiche ed
emotive: ricorda: le emotive NON sono potenziabili (è domanda trabocchetto). Cognitive: miglior stroop /
n back.
-effetto contesto nel recupero dell’informazione.

PER OGNI ARGOMENTO TEORICO: STUDIA ALMENO 1 ESEMPIO, FAI 2, MA NON TUTTO.

Ricorda:
 Asse coronale: divisa tra rostrale e caudale: come il cerchietto di Sara Panetoni
 Asse sagittale: tagliato in metà dx e sx: come freccia che ti colpisce nel naso e ti divide.

INTRO

Entro il 2050 la popolazione americana di vecchi raddoppierà; ciò porta a declino fisico e cognitivo.
Obiettivo: invecchiamento di successo, grazie a supporto cognitivo e fisico.
Invecchiamento porta a cambiamenti:
 micro (cellule),
 meso (mielina, sostanza bianca)
 macro (cambiamenti anatomici del cervello).
1
Anziani: dai 65 in poi.

 Giovani: attivazioni specializzate x emisfero; infatti corteccia sx: elabora materiale verbale; dx:
materiale spaziale.
 ≠ anziani: talvolta attivano sia dx che sx x entrambi i compiti

ANATOMIA DELL’INVECCHIAMENTO FISIOLOGICO


Obiettivo: collegare effetti di invecchiamento su cognizione a effetti di invecchiamento sul cervello.
CNA: composta da:

1. neuroscienze dell’invecchiamento: indagano ruolo invecchiamento sull’anatomia e fisiologia del


cervello e descrive forme di declino neurale collegate all’età, come atrofia cerebrale e perdita sinaptica.
Valutati con misure neurali: immagini post mortem e in vivo (fMRI..).

2. psicologia cognitiva dell’invecchiamento: indaga l’effetto dell’invecchiamento su misure


comportamentali di cognizione caratterizzate da deficit di memoria, attenzione e simili, legate all’età.
Indagati con misure cognitive come accuratezza, tempi di reazione in compiti percettivi, attentivi..

C’è doppia influenza:


-la 1° si riflette sulla 2°: se perdo neuroni (1°), peggiorano le mie abilità cognitive.
-la 2° si riflette sulla 1°: se io non uso mai certi processi cognitivi: c’è riorganizzazione cerebrale: neuroni
che si occupavano di quei processi cognitivi si dedicano ad altro: perdi neuroni in quell’area.
Per vedere se hai perso neuroni: fai indagini strutturali.

TECNICHE
-EEG (funzionale): precisione temporale (millisecondo) nel dirti che neuroni sotto all’elettrodo stanno
scaricando in quel millisecondo;
però risoluzione spaziale è bassa: perché non sai quali precisi neuroni stanno scaricando.
-RMN (strutturale): ottima risoluzione spaziale: ti dice localizzazione struttura;
ma scarsa risoluzione temporale: segnale BOLD (ematico) è lento: ci mette secondi x arrivare.
-tDCS: funziona x correnti elettriche: catodiche è inibitoria, anodica: ecciti area, sham: finta.
D prime: indice di accuratezza: + è alto e meglio faccio compito. È + preciso di accuratezza: ti dice indice
di distribuzione di risposte: ad es se tu hai risultato di esperimento che dice che il sogg ha risposto 50 e
50 le 2 alternative: non sai se ha fatto così perché ha dato sempre la stessa risposta o perché ha tirato a
caso (a volte una risp e a volta l’altra): se guardi solo accuratezza no scopri quale delle due alternative
(se per caso o per stessa risposta sempre), invece col d prime lo sai, ti dice ad es se ha dato sempre la
stessa risposta.

PFC
È la più colpita dall’invecchiamento: la 1° che declina con invecchiamento.
≠ aree medio temporali MLT (es ippocampo): declino NON lineare, più colpite da Alzheimer (atrofia).

-PFC IN GIOVANI specializzazione emisferica:


-SX:
 memoria verbale;
 singole parti del volto.

-DX:
 memoria spaziale;
 volti (non singole componenti): face fusiform area: FFA: infero temporale: sta avanti e non in V1
perché V1 risponde a stimoli semplici: più ti sposti anteriormente e più rispondono a stimoli
complessi.

2
 monitora l'output dall'emisfero sx nei processi di controllo verbale: può aiutare a selezionare tra
le rappresentazioni alternative in competizione nella memoria di lavoro ed è sensibile alle
differenze in strategia di recupero.

-PFC IN VECCHI attivazione bilaterale x entrambi i compiti.

-PFC SERVE PER COMPENSARE?  Dipende dal compito:


-se il compito HA materiale verbale: l’attivazione di emisfero sx è utile: quindi sì, compensa;
-se il compito NON ha materiale verbale: attivazione di sx è inutile: quindi non compensa.

COMPITI ANZIANI VS GIOVANI


Perché gli anziani hanno maggiore attività cerebrale? Cioè perché si attiva bilateralmente PFC? 3
alternative:
a. INEFFICIENZA stessa prestazione tra giovane e anziano, ma anziano mostra + attività del cervello x
svolgere il compito rispetto ai giovani; però non sai se quell’area che il vecchio attiva di più serva davvero
x avere quella prestazione (x questo “inefficienza”);
b. INEFFICIENZA prestazione peggiore dell’anziano, nonostante ci sia uguale o + attività cerebrale
nell’anziano che nel giovane; allora forse l’attività aggiuntiva altera la prestazione nei vecchi.
Quindi: aree attivate in giovani e vecchi simili (o poco + negli anziani), ma gli anziani hanno maggior
costo.
c. COMPENSAZIONE NON SELETTIVA  anziani e giovani prestazioni simili, però anziani reclutano una
regione del cervello che non è attiva nel giovane, questo x compensazione.
Però non sai se senza attivare quell’area il vecchio sarebbe andato peggio del giovane: non sai se
l’attivare area nuova rispetto al giovane sia reclutamento o dedifferenziazione non selettiva.
d. COMPENSAZIONE prestazione simile tra giovani e anziani SOLO SE anziani attivano aree in più di
giovani: sai che se anziani non attivano quelle aree in più la prestazione peggiora: allora quelle aree
attivate in più rispetto al giovane sono direttamente correlate con la migliore prestazione.

Colcombe, 2005: il reclutamento di ulteriori regioni cerebrali aiuta le prestazioni SOLO SE l’area reclutata
completa l’elaborazione del compito in questione.

RIDUZIONE DELL’ASIMMETRIA EMISFERICA IN ANZIANI / HAROLD


Studi PET E fMRI: l’attività di PFC tende ad essere MENO asimmetrica negli anziani che nei giovani adulti:
meno specializzazione emisferica x compiti diversi.
Tale cambiamento può:
-H compensazione: aiutare contrastare il declino neurocognitivo dato dall’età; quindi attivazione
bilaterale migliore prestazione rispetto a quando attivano 1 solo emisfero;
oppure
-H di dedifferenziazione: riflettere una difficoltà di reclutamento legata all’età di meccanismi neurali
specializzati.
L’attività di PFC in anziani ad alta o bassa prestazione: è misurata durante:
-il richiamo di parole (ricordare la 2° parola associata)
-il richiamo della fonte (ricordare se l’avessero sentita o letta).

-COMPENSAZIONE
-STUDIO CABEZA, 2002: nei compiti di richiamo della fonte (dire se hanno sentito o letto una parola):
-Giovani: attivano emisfero dx (materiale spaziale);
-Anziani: se si attiva solo em dx: si attiva di più che nei giovani MA falliscono nel compito;
se invece c’è attivazione bilaterale: prestazione come i giovani: è un caso di compensazione: questa
attivazione bilaterale è stata compensativa; anziani ad alte prestazioni hanno compensato declino
neurale dato dall’età con una riorganizzazione plastica di attivazioni neurali.
Chi va meglio: differenza di sostanza bianca.

-DEDIFFERENZIAZIONE
-STUDIO COLCOMBE, 2005: si vede l’opposto di ciò che emerge da studio di Cabeza;

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flanker task: compito spaziale inibitorio: devi riconoscere direzione di freccia target: dire se freccia che
vedi puntava a dx o sx. Ci sono distrattori: compito spaziale (em dx). ><<<<>><<<<<
Ti serve PFC dx x inibire i distrattori: la PFC perché inibisce, la dx perché è compito spaziale (e l’emisfero
dx se ne occupa).
-Giovani: attiva PFC dx x inibire distrattori; ≠ sx: totale inattivo.
-Anziani: se c’è attività di PFC bilaterale: vanno male nel compito;
≠ se si attiva solo PFC inferiore sx (opposto ai giovani): vanno bene nel compito caso di H della
dedifferenziazione.

DIFFERENZE TRA ANZIANI CAPACI E NON


In generale i vecchi hanno:
 minore densità di materia grigia in PFC
 minor densità di materia bianca in PFC
rispetto ai giovani.

Però ci sono ≠ tra anziani capaci (alta prestazione) e quelli non capaci (bassa prestazione):
 NO differenza di densità di materia grigia,
 SI differenza di densità di materia bianca: se la loro prestazione è migliore c’è maggiore densità
di sostanza bianca nel corpo calloso nel lobo frontale rispetto ai meno capaci.
Questi dati suggeriscono che i cambiamenti della sostanza bianca hanno una grande influenza sulle
funzioni cognitive, più che i cambiamenti della corteccia di per sé , in linea con l’idea che l’integrità
delle connessioni di sostanza bianca sia critica sia per le abilità cognitive che per il funzionamento
cerebrale.
Lo vedi grz al contrasto di risonanza.

DIPENDE DAL COMPITO


Si pensa che i fallimenti dei processi di controllo nell'emisfero sx durante un compito di memoria
verbale potrebbero essere compensati da un maggiore monitoraggio dell’emisfero dx, attuato
intenzionalmente o meno. Tuttavia, durante l'elaborazione di informazioni che sono meno suscettibili al
controllo verbale (ad esempio, il flanker), è improbabile che i processi verbali di controllo siano utili e
addirittura potrebbero impedire la performance.

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TEORIE DELL’INVECCHIAMENTO
1. IPOTESI DI INIBIZIONE, HASHER E ZACKS, ‘91
Anziani avrebbero problemi nel reclutare attenzione su stimoli irrilevanti e / o ripetuti.
Questa teoria è in linea con
-mancanza di inibizione di risposte prepotenti nell’invecchiamento / mancanza di abituazione,
-evidenze di neuroimaging di una attività + diffusa negli anziani: H della differenziazione / attivazione
diffusa.

2. IPOTESI FRONTALE NELL’INVECCHIAMENTO O IPOFRONTALITÀ, WEST, ‘06


Ampiamente diffusa ma i deficit non sono solo frontali nell’invecchiamento.

3. TEORIA DELLA VELOCITA’ DI ELABORAZIONE NELL’INVECCHIAMENTO COGNITIVO, SALTHOUSE


Le diminuzioni nelle prestazioni cognitive legate all’età possono essere in gran parte rappresentate dalla
velocità decisionale: nei vecchi ci sarebbe un rallentamento generalizzato.
Questa teoria del rallentamento generalizzato con l’età è in linea con:
-l’idea che la velocità di elaborazione sia correlata a vari indici dell’integrità cerebrale legata all’età, come
la dimensione della testa, il volume di PFC dorsolaterale e l’integrità della materia bianca.

4. SPOSTAMENTO POSTERIORE- ANTERIORE NELL'INVECCHIAMENTO: PASA


Spostamento di attivazione cerebrale: da posteriore ad anteriore. Con l’età:
-diminuzione dell'attività occipitale (deficit elaborazione visiva)
associata ad
-aumento dell'attività di PFC (processi cognitivi di ordine superiore).
-GRADY E COLLABORATORI ’94: furono i primi a notarlo; hanno suggerito che gli anziani compensano il
deficit di elaborazione visiva (diminuzione occipitale) reclutando processi cognitivi di ordine superiore
(aumento di attività della PFC).
Nel loro studio i soggetti giovani e anziani dovevano rotare mentalmente volti o pallini.

A: match dei volti


B: match dei luoghi

Risultati: accuratezza uguale, ma anziani più lenti, soprattutto nel match dei luoghi (pallino).
 l’aumento di attività di PFC consente ad anziani di mantenere un buon livello di precisione a scapito di
tempi di reazione più lenti.

Sia giovani che anziani:


-match dei volti: attivazione occipito temporale
-match dei luoghi (pallini): attivazione occipito parietale.

Inoltre:
-Giovani: maggiore attivazione di corteccia prestriata (area 18)
-Anziani: in generale maggiore attivazione della corteccia occipito temporale (area 37),
e in particolare nei match dei luoghi: attivano di +:
 PFC
 corteccia parietale mediale

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Quindi negli anziani: stesso compito dei giovani: si attivano di + aree frontali: “ci ragionano”.
Però non sia se questa loro attivazione più frontale serva x far avere migliore prestazione: non sai cosa
succederebbe se nell’anziano si attivassero stesse aree dei giovani.

5. “IPOTESI DI HAROLD”, CABEZA, 2002


è la + accreditata.
Si basa sull’ipotesi HERA di Tulving e Craik dell’asimmetria emisferica: dicono che nei giovani PFC serve:
-x codifica: emisfero sx
-recupero: emisfero dx

Modello Harold dice che anziani non c’è più specializzazione interemisferica:
-non usano più sx x verbale e dx x spazio (come giovani).
-non usano più sx per codificare info e dx per recuperare info già codificate (come giovani).
≠ Anziani hanno attivazione bilaterale: no asimmetria rigida come giovani.

Tale H spiega come il cambiamento legato all'età sia dovuto a meccanismi compensativi e di
dedifferenziazione e di cambiamenti regionali nella PFC che conducono all’attivazione bilaterale in
quella regione nell’anziano.
Questa teoria riconosce che esistano processi di plasticità, ma non spiega il ruolo di PFC (ovvero
compensa o rappresenta un costo per la prestazione?)

Il modello HAROLD è stato originariamente descritto da Cabeza et al. (1997) e attribuito a un


meccanismo di compensazione.
Questa compensazione è legata al fatto che l'attività bilaterale negli anziani è correlata
positivamente con le prestazioni cognitive di successo, e si trova maggiormente quando gli anziani
mostrano alte prestazioni.
Tuttavia, un’ipotesi alternativa è che ci sia un’attivazione + diffusa legata ad una difficoltà degli
anziani nel coinvolgere meccanismi neurali specializzati. Questo porterebbe ad un meccanismo di
dedifferenziazione.

SOSTANZA GRIGIA E BIANCA DEL CERVELLO IN ANZIANI


All’esame chiede sempre ≠ tra bianca e grigia nell’invecchiamento fisiologico.

-Nel cervello: la bianca sta all’interno e la grigia all’esterno; nella grigia: neuroni.
-Nel midollo è il contrario: grigia dentro e bianca fuori: perché midollo deve far comunicare velocemente
cervello e corpo, e chi permette ciò è la bianca, che fa comunicare in fretta assoni.
Circonvoluzioni: servono x contenere neuroni.

IPER INTESITA’ DELLA SOSTANZA BIANCA


Invecchiando si espandono i ventricoli. Più invecchi male (leggi poco, poco sport..) e più ciò accade.
Il volume della bianca aumenta durante adolescenza fino ai 40y, poi c’è declino rapido.
Quindi evoluzione di sostanza bianca: forma ad “U” rovesciata: aumenta fino a circa 40 / 50y, poi cala.
NO declino lineare.
Il volume della materia bianca è stato correlato alla performance cognitiva.
La materia bianca potrebbe essere maggiormente impattata dall’età rispetto alla materia grigia, infatti i
cambiamenti in volume ventricolare sono del 20% per decade significativamente maggiori di qualsiasi
misura di materia grigia.

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Corpo calloso: materia bianca.
Nei vecchi: declino della bianca nelle regioni frontali.
La diffusività della bianca (che nei vecchi è maggiore): correla con funzione esecutiva.
-SOSTANZA BIANCA E PRESTAZIONI La materia bianca predice prestazione: il declino dato dall’età
della bianca: correlato con prestazioni in 2 compiti:
1) TRAIL MAKING TEST: associare pallini: 1 ad A, 2 a B, 3 a C..; test considerato misura di controllo
attentivo e set shifting (passare da numero a lettera).
La prestazione a questo test correla con distruzione dei tratti di bianca: meno hai bianca e peggio vai,
quindi + la materia bianca è intatta e meglio fa il compito.

2) VERBAL FLUENCY (FLUENZE VERBALI): dimmi tutte parole che iniziano con lettera “G”: prestazioni
correlano con integrità della bianca: + materia bianca è intatta e meglio va la prestazione.
Nei vecchi: declino della bianca è visto soprattutto in regioni frontali.
La diffusività della bianca, che è maggiore negli anziani, correla con funzioni esecutive.
Il problema del volume della bianca come substrato cognitivo dell’invecchiamento è che la perdita
sembra iniziare a fine 40y, quando ancora deficit cognitivi significativi non sono visibili.
Altri trovano che volume della bianca ha un picco a 43y, poi declina.

RIDUZIONE MATERIA GRIGIA


Invecchiando: riduzione volume di materia grigia, soprattutto in PFC, che si pensa sia legata a
degenerazione neuronale corticale e riduzione di densità sinaptica che è nelle cortecce associative (più
che nelle sensoriali).
Materia grigia (quindi neuroni): declina in modo lineare da infanzia a vecchiaia (c’è breve periodo di calo
di atrofizzazione tra i 40 e i 60y, poi riprende).
Ci sono differenze regionali nel tasso di atrofia della materia grigia ed espansione del liquido
cerebrospinale (CSF):
 zone occipitali: declino meno ripido
 zone frontali: declino più ripido
 ippocampo: cala sostanza grigia solo dai 60y.
Maschi perdono + grigia di femmine.

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VARIAZIONI REGIONALI E DIFFERENZE INDIVIDUALI DATE DALL’ETA’
Gli studi di voxel-based morphometry hanno rivelato un significativo cambiamento:
• nel lobulo parietale superiore (Good et al., 2001)
• parietale inferiore (frontale inferiore) (Van Laere & Dierckx, 2001)
• orbitale frontale (Tisserand et al., 2002)
• medio frontale (Good et al., 2001)
• temporale superiore (Good et al., 2001)
• cingolato anteriore (Good et al., 2001)
• giro dell’ insula (Good et al., 2001)
• cervelletto (Van Laere & Dierckx, 2001)
• i territori perirolandici (Good et al., 2001)
Le cortecce associative sono + vulnerabili all'invecchiamento rispetto alle regioni sensoriali primarie.

-volume del lobo frontale: maggior declino con l'età,


-volume dei lobi temporali: differenze minori (declina – con
l’età).
-lobo occipitale e parietale: modeste e generalmente non
significative differenze legate all’età

Quindi: le differenze di genere legate all’età erano


generalmente piccole, ad eccezione di il lobo frontale in cui gli
uomini avevano un volume significativamente + piccolo.

ISPESSIMENTO CORTICALE
Anziani che fanno bene compiti (“alto funzionamento”): hanno cingolo posteriore molto più spesso.
Quindi ispessimento corticale solo in vecchi ad alto funzionamento.

ISPESSIMENTO E PLASTICITA’ CORTICALE


Plasticità: si manifesta in cambiamenti di spessore corticale.
La plasticità è + impo del solo ispessimento / assottigliamento.
Correlazione tra lo spessore della corteccia e il QI.
Più cingolo è spesso e meglio so fare compito.
Curva ad U dello spessore della corteccia:
 bimbo: più la corteccia è spessa e meglio è (alto QI);
 mezza età: meno la corteccia è spessa e meglio è (?????? Chiedi meglio?)
 anziani: + spesso meglio è.

BIGGER IS BETTER?
Il volume di materia grigia del giro frontale medio e dei giri temporali (e quindi neuroni): correla
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negativamente con l’abilità di memoria in anziani
Più c’è materia grigia (e neuroni) e peggiore è la prestazione: quindi materia grigia NON predice migliore
performance.
-SALAT E COLLEGHI (2002): hanno scoperto negli anziani che
 + il volume PFC orbitale era grande, peggiori erano le prestazioni di memoria di lavoro
 una PFC di dimensioni maggiori era correlata ad un apprendimento associativo scadente.
-FJELL E I COLLEGHI hanno osservato un assottigliamento corticale nella mezza età.
Sebbene lo spessore corticale NON fosse correlato al funzionamento neuropsicologico in giovani
adulti,
ha fatto la differenza tra performance media e alta in un gruppo di anziani (età media 71 anni).
C'era una relazione tra abilità fluide (ma non tra abilità esecutive) e spessore della corteccia
associativa temporale e cingolato posteriore.

RESTRINGIMENTO CERVELLO
Anziani: maggiore riduzione dello spessore della grigia è in:
 giri della corteccia frontale
 motoria e visiva primaria (M1 e V1)
Altri studi hanno trovato differenza di spessore nei lobi temporali, soprattutto nei maschi: meno
spessore e maggiore riduzione di lobi frontali.

REESTRINGIMENTO CERVELLO ED ESPANSIONE VENTRICOLI


Anziani: significativa espansione dei ventricoli, in media 2,9% x anno.
Tale espansione NON segue andamento lineare: assottigliamento cerebrale:
-nei giovani è dello 0,12,
-nei vecchi 0,35% x anno.
≠ riduzione parenchima è + lieve.
Volume di grigia frontale e parietale: si riduce dopo i 10y.
Strutture sottocorticali: poco impattate da invecchiamento; impattate solo talamo e ippocampo.

CAMBIAMENTI REGIONI CORTICALI


Significativo declino longitudinale in 5 anni:
-riduzione PFC annua + ampia.
-cortecce temporali (inferiore temporale e fusiforme): diminuzione di volume + lenta.
-corteccia occipitale: no declino significativo.

CAMBIAMNETI STRUTTURE MEDIO TEMPORALI


Volume corteccia entorinale: permette di discriminare anziani sani dai mild cognitive impairment.
L’ippocampo: aumenta di volume fino ai 50y, poi cala.
Altri dicono che prima dei 50 cala ma poco.
Quindi ippocampo è impattato da invecchiamento ma solo col tempo, quindi ci sono altre strutture
molto più danneggiate da invecchiamento.

CAMBIAMENTI NELLO STRIATO E NELLE SUE COMPONENTI


In tutti i nuclei striatali: delino lineare.
Però il tasso di declino cambia attraverso i nuclei:
-caudato: calo rapido;
-putamen e globus pallidus: tassi di declino inferiori.

CAMBIAMENTI CERVELLETTO E ALTRE STRUTTURE METENCEFALICHE


TUTTE le strutture mesencefaliche si riducono con l’invecchiamento.

CAMBIAMENTI CORPO CALLOSO


Significative riduzioni di dimensioni totali del calloso (0,90% all’anno).
-TANIWAKI, 2007: anziani: diminuita connettività in 2 loop:
 uno fatto da gangli base, talamo e corteccia motoria,
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 l’altro da cervelletto e sue connessioni corticali.
Questo prova declino di connettività cortico sottocorticale dato da età, con interazione aumentata tra
cortecce motorie, forse a causa di riduzione di processi inibitori interemisferici.

CAMBIAMENTI NEL DEFAULT MODE NETWORK E BASSE PRESTAZIONI COGNITIVE IN COMPITI DI


MEMORIA E FUNZIONI ESECUTIVE
Default mode network: attivo quando in apparenza non faccio niente: vaghi con mente.
Quindi è l’attività di base del cervello.
Se fai compito: si spegne il default e si attiva sistema attentivo.
Anziani: ridotta connettività funzionale tra regioni le del default mode network legata a diversi processi
cognitivi (memoria episodica, self referential, mind wandering..) che correlava con basse prestazioni
cognitive in compiti di memoria e funzioni esecutive.
Quindi vecchi faticano a spegnere il default quando non serve: basse prestazioni ai compiti di memoria:
distratti.

Differenze nella connettività funzionale: anche in altri network come il dorsale attentivo, il network della
salienza e sensorimotorio. Nessuna di queste differenze, però , è così consistente come nel
default mode network.
Il network frontoparietale, invece, mostra un’aumentata connettività.

Anche il default mode network ha andamento ad U rovesciata per le connessioni:


-connessioni basse nei bimbi: bassa prestazione perché più il default ha connessioni (rete) e + lo
controlli: sai spegnerlo se non serve.
-picco a 40y: max capacità di concentrarti attivando e spegnendo il default
-connessioni basse nei vecchi: bassa prestazione.
Tale differenza nelle connessioni è correlata con efficienza: alta efficienza durante sviluppo e prima età
adulta, poi cala con l’età avanzata.

-MINORE CONNESSIONI DEL DEFAULT NELLE CONNESSIONI LONTANE anziano:


-aumenta connettività vicina del default
-ridotta connettività lontana: peggiora memoria.
Serve equilibrio tra connessioni vicine e lontane x compiti cognitivi.

-TMS ECCITATORIA migliora connessioni lontana del default, e quindi la prestazione, SOLO SE anziani
hanno buone prestazioni cognitive, altrimenti la TMS aumenta solo connessioni vicine: quindi non utile.
TMS eccitatoria funziona, ovvero aumenta connessioni lontane, solo x anziani con buone prestazioni
cognitive, ad es compiti di MBT, MLT e attenzione selettiva sostenuta.
La TMS non la fai sul cingolo perché il cingolo è sottocorticale: più difficile da raggiungere dal campo
magnetico della TMS, che va in profondità di max 3 cm, e il cingolo / ippocampo sono più profondi,
Per stimolare ippocampo: lo stimoli indirettamente stimolando la prefrontale dorsolaterale, che inibisce
l’ippocampo.

ETA’ E PRESTAZIONI COGNITIVE


Con l’invecchiamento: cambia anatomia ma anche prestazioni:
-attenzione selettiva sostenuta
-MBT
-MLT

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CAMBIAMENTI NELLE ONDEE EEG
EEG: ottima risoluzione temporale, bassa spaziale.
Vecchi:
-rallentamento di onde: stesse onde dei giovani ma spostate avanti nel tempo;
-onde sono anche più frontali.
-P300 nei vecchi è + frontale: è registrata da elettrodi + frontali rispetto a dov’è registrata nei giovani.
È anche è persistente.
Inoltre la distribuzione sullo scalpo negli anziani è + variabile.
-GOODIN: trova che la P300 degli ERP (considerata indice di durata di processi di valutazione di stimoli):
P300 rallenta nei vecchi di 1 millisecondo e ½ all’anno (1,5 ms).
-FABIANI: le risposte di orientamento registrate dalla P300 x uno stimolo nuovo: sono + persistenti negli
anziani (resta la P300 nel tempo): quando stimolo nuovo è ripetuto: la risposta è mantenuta + a lungo
negli anziani che nei giovani. Quindi c’è incapacità di sopprimere i processi che non sono + rilevanti.
Tale mantenimento di P300 frontale quando non necessaria: correla con risultati ai test neuropsicologici
di funzionalità frontale.
Quindi ridotti processi inibitori a diversi livelli del sistema hanno ruolo impo nei cambiamenti cognitivi
che si hanno durante normale invecchiamento.
Quindi se nel vecchio registro una P300 frontale: non bene, sta avendo invecchiamento neurologico.

-N100 onda uditiva; negli anziani:


-più persistente,
-più frontale che nei giovani: non bene.
Nell’oddball: senti tanti suoni uguali, poi stimolo target / odd (≠ dagli altri di controllo) e devi premere: nei
giovani l’N100 si attiva solo x stimolo target, invece negli anziani si attiva sempre anche x stimoli di
controllo tutti uguali (curiosità: anche nel PTSD c’è sempre N100, anche x stimoli irrilevanti).
Quindi l’N100 uditiva suscitata da stimoli irrilevanti: è maggiore negli anziani.
Nel match to sample uditivo: devi dire se 2 suoni sono uguali con o senza distrattori nell’intervallo tra i 2
suoni. L’N100 è indice di inizio di processi di sensing gating sensitivo.
Il filtro delle info irrilevanti sembra compromesso negli anziani.
La % di errori perseveranti nel Wisconsin test (misura di funzione di lobo frontale): è positivamente
correlata con ampiezza di risposta uditiva evocata in anziani.

-N170 onda dei volti. 170 msec dopo presentazione volto: c’è N170 in FFA: volto ci mette 100ms x
andare da retina in V1, e 70ms x andare in FFA (che si attiva FFA lo sai da MRI, ≠ EEG ti dice solo che è
via visiva).
Quindi 170 è onda occipito temporale, in particolare in FFA.
N170 è + ampia se è volto di paura.
Negli anziani: la N170 è:

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-più ampia
-più ritardata: quindi è rallentata percezione di volte nei vecchi.

COI VOLTI: vecchi:


 P100 è ridotta,
 P200 ridotta.
 N170 + ampia e ritardata; nello specifico è:
-meno selettiva: si attiva anche se presenti orologio: x compensare: usano onda che non c’entra;
-meno lateralizzata (nei giovani la vedi nella FFA di dx, ≠ nei vecchi: anche a sx)
quindi c’è dedifferenziazione.

EEG:
Più i millisec sono ridotti e più sono aree posteriori: i segnali ci mettono – ad arrivare ad aree posteriori
(es visive) e di + ad arrivare ad aree frontali; infatti P100 è onda di area V1.
Più sei avanti, es P300, e più sei avanti nel cervello: elettrodi parieto centro frontali.

INVECCHIARE CON SUCCESSO: AEROBIC FITNESS


Regioni che declinano con invecchiamento: sono le stesse che migliori con attività aerobica.
Quindi attività aerobica è potenziale modulatore di invecchiamento cerebrale.
Differenze di genere: quasi nulle tranne forse nel caudato che declina leggermente di più nelle donne.
CI sono prove che la perdita di volume sia attenuata (non assente) in individui in salute.

-METANALISI SOFI, 2010: molti soggetti (33 mila soggetti) x 1-12 anni, e volevano vedere se fare attività
fisica fosse predittivo di migliore invecchiamento.
Attività ad alta intensità: preserva declino cognitivo in media del 40%
Attività a bassa / moderata intensità: preserva declino cognitivo in media sempre del 40%
-STUDIO MONTEIRO: anziani che vivono in case di riposo: trovano correlazione tra forma fisica (attività
aerobica) e sintomi cognitivi: correlazioni:
-tra prestazioni fisiche e fluenza verbale: se fai attività fisica vai meglio in fluenza verbale);
-tra forma fisica e depressione: alta forma fisica correla con assenza di depressione; e meno rischio di
sviluppare demenza.

≠ tra metanalisi e Review: Review è racconto (questo ha fatto quello..);


Metanalisi: analizzi dati degli altri, non li riprendi solo .
ALE metanalisi: metanalisi di risonanza, in cui unisci studi che fanno una certa cosa, ad es che stimolano
area FFA, tu prendi tutti studi RMI che fanno contrasto tra facce emotive e neutre: unisci dati, e ALE
metanalisi (programma) fa classifica di tutte le aree che si attivano quando vedi volti emotivo e non
neutro.

PLASTICITA’
Capacità del SNC di alterare strutture esistenti e funzioni in risposta ad esperienze, apprendimento,
formazione o al danno (Hubel e Wiesel).
Meccanismo che permette di adattarci al cambiamento.
Serve però allenamento per avere plasticità.
La plasticità coinvolge sia meccanismi cellulari che sinaptici.
-MATTSON ipotizzò che sia i neuroni che la glia rispondano ai fattori ambientali di stress durante
l’invecchiamento, adattandosi o soccombendo, con una risposta di adattamento associata
all’invecchiamento di successo.

I cambiamenti strutturali e funzionali (riorganizzazioni neurali) del cervello includono:


-sviluppo di nuovi neuroni (neurogenesi),
-generazione di nuove cellule gliali (gliogenesi),
-rafforzamento di connessioni esistenti o la crescita di nuove sinapsi (sinaptogenesi)
-creazione di nuovi vasi sanguigni nel cervello.

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Regioni corticali nelle quali c’è riduzione di volume nell’invecchiamento (PFC e PC): mostrano maggiore
aumento in attivazione correlata all’attività nell’invecchiamento, e ciò porta a riorganizzazione funzionale?

La plasticità neurale dipende da apprendimento ed è processo che dura tutta la vita.


Perché possa avvenire significativa riorganizzazione corticale: esistono periodi critici relativi ad età, o
finestre temporali.
Plasticità nel cervello anziano:
-nell’apprendimento di compito visuomotorio complesso: giovani e vecchi hanno aumenti simili di
eccitabilità corticospinale dopo diversi minuti di allenamento, riflettendo in modo simile plasticità
cognitivo-motoria delle 2 fasce d’età (Studio di Crillo*)
-training di memoria di lavoro ha aumentato l’efficienza neurale in compiti di memoria di lavoro negli
anziani.
La memoria di lavoro stimolata aumenta la sostanza bianca che correla con la prestazione negli anziani.
-il multitasking è migliorato negli anziani dopo gli allenamenti ai videogiochi; benefici estendibili a
compiti attentivi e di WM che non sono stati addestrati in modo specifico (generalizzazione).

Studio Cirillo*:
Stimoli M1, si muove mano controlaterale.
Tale attivazione di M1: lo misuri, ed è il MEP.
SICI: ti dice quanto l’inibizione è attiva.
Effetto interazione: miglioramento è solo negli anziani (età) e solo tra blocco 1 e blocco 2: quindi x
vedere effetto: devi sia essere anziano, che essere o in blocco 1 o 2 (interazione tra età e appartenenza
al blocco).
F = gradi di libertà (n soggetti testati); + la F è alta e + la P (significatività?) è bassa.
Dato comportamentale: anziani: hanno sùbito plasticità: basta fare il blocco 1 volta x migliorare.
Dato neurofisiologico: MEP migliorano, quindi cala inibizione, sia in adulti che vecchi, dopo solo 6 min hai
cambiato funzionamento del sistema motorio.
La barretta sopra alla barra è errore standard (come si disperdono dati attorno alla media).

Il n di sinapsi aumenta con l’allenamento negli animali, anche nei vecchi.


Perdita di sinapsi nell’invecchiamento è reversibile nei roditori, dopo la somministrazione di nicotina,
estrogeni, arricchimento ambientale, neurotrofine ed esercizio fisico.
Quindi il cervello dei vecchi è plastico!

Processi attivi nel cervello dei vecchi:


-ispessimento corticale in individui ad alto funzionamento
-crescita sinapsi in risposta a training
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-espansione di funzioni in aree corticali adiacenti a quelle danneggiate.
Ciò supporta H che le differenze individuali nell’invecchiamento cognitivo potrebbero essere correlate a
plasticità funzionale nell’invecchiamento del cervello.
Letteratura dice: anziani possono beneficiare del training cognitivo e lo generalizzano ad altri compiti.
Effetti di addestramento cognitivo in ampio campione di vecchi: mantenuti x 2y.
Revisione: cervelli vecchi: - plasticità rispetto a giovani; benefici di allenamento, in particolare dominio
specifici, possono essere sostanziali e duraturi.

EFFETTI TRAINING FISICO


-STUDIO LIU AMBROSE: Flanker task: devono dire freccia target indica a dx o sx, però ci sono distrattori.
Serve PFC x inibire distrattori.
3 gruppi:
-un gr attività aerobica 1 volta a settimana,
-altro gruppo 2 volte a settimana,
-altro gruppo faceva But (equilibrio, stretching: NON aerobico).
Risultati:
-attività aerobica 1 volta a settimana: migliora solo prestazione cognitiva
-attività aerobica 2 volte a settimana: migliora anche plasticità.
Più fai attività aerobica e + si riduce interferenza nel flanker (distrattori che ti fano sbagliare).
Infatti nel gr 3 (no aerobica): non riduce significativamente interferenza.
Quindi: fare attività aerobica 1 volta e 2 volte a settimana migliora prestazione al flanker perché riduce
interferenza.
PERO’: allenamento aerobico 1 volta a settimana NON migliora plasticità: plasticità migliora solo se fai
allenamento aerobico 2 volte a settimana.
Quindi: allenamento di resistenza (aerobico) bisettimanale negli anziani: può avere impatto positivo su
plasticità funzionale di processi di inibizione di risposta.

Cambiamenti funzionali in 2 regioni di corteccia associate a processi di inibizione di risposta:


-porzione anteriore di giro temporale medio sx
-insula anteriore sx
In donne vecchie.
Questi dati: legati a prestazioni migliori nel flanker task in chi fa allenamento anche solo 1 volta a
settimana.
In anziani sani: ippocampo e paraippocampo: cambiamenti consistenti indotti da esercizio fisico.

L’ALE metanalisi ha rilevato 3 gruppi di aree che aumentano la loro attivazione dopo cognitive training:
-giro frontale medio sx
-giro precentrale
-parietale posteriore
Estendendosi al giro occipitale superiore.
Aumento attivazione emisfero sx e calo attivazione emisfero dx, in linea col modello compensatorio
dell’invecchiamento: asimmetria di riduzione emisferica (HAROLD) in vecchi, che postula che
l’attivazione di PC durante processi cognitivi tende ad essere – latealizzata nei vecchi, le riduzioni
correlate al training cognitivo a dx possono riflettere ridotta necessità di attivazione bilaterale x
completamento con successo di complessi processi cognitivi che venivano usati prima del training
cognitivo.
Rispetto all’allenamento fisico: maggiori miglioramenti nelle funzioni esecutive dopo allenamento
cognitivo.

STIMOLAZIONE CEREBRALE NON INVASIVA


Studi usano TMS e TES nei vecchi: ovvero stimolazioni non invasive: funzionano nell’80% dei casi x
contrastare invecchiamento.

Puoi abbinare EEG a TMS: metti EEG, stimoli in punto e vedi come stimolazione (TEP) si propaga nel
tempo e nello spazio. Con MRI non puoi farlo: ti dice solo aree attive iin un certo momento, non

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propagazione sengale.

-EFFETTI NEUROSTIMOLAZIONE (TMS) NELLO STREOOP TASK TMS:


 Eccitatoria se Hz sono da 5 in su.
 Inibitoria se Hz sono da 5 in giù.

-Offline: mentre non fai niente


-Online: TMS mentre fai compito

-STUDIO KIM: Parola “grigio” scritta in rosso, devi dire rosso.


Gruppo a: anziani sani: stimolati con TMS a 10Hz (ecciti funzionamento area) nella dorsolaterale (x
compiti cognitivi) sx (perché ci sono parole).
Gruppo b: stimolazione sham: placebo.
Fatto stroop 2 volte: fai stroop 1 g prima, poi TMS online (vera o sham) x 5gg consecutivi, poi di nuovo
stroop.
Risultati:
-tempi di reazione: gruppo A migliora nel post TMS rispetto al pre nelle prove incongruenti (“grigio”
scritto in rosso).
≠ gruppo B non migliora. Ovviamente nella condizione congruente non migliorano: è già facile anche
senza TMS: pavimento.
-Accuratezza: gruppo A migliora anche se non significativamente.
Stimolano offline e non online perché lo stroop dura 20min, mentre la TMS dura meno, quindi non
coincidono i tempi.

-STUDIO CESPON: compito n-back (compito di WM).


Stimoli con tDCS anodica (stimolazione elettrica) la dlPFC (dorsolaterale) sx (perché materiale verbale) x
5gg.
Esiti tDCS anodica (eccitatoria) negli anziani:
-migliora accuratezza: migliorano prestazioni negli anziani nel post rispetto al pre: + bravi rispetto a
prima nel fare compito: questa è evidenza comportamentale.
-P300: + ampia: onda indice di allocazione attentiva, processi cognitivi complessi: cervello funziona
meglio e si riflette in migliore accuratezza.
Il fatto che la P300 sia aumentata: mi fa prevedere migliore prestazione; più sono bravi a fare compito e
+ la P300 è grande, onda che indica prestazioni cognitive.
Quindi accuratezza e ampiezza P300 correlano: dopo corrente anodica: + aumenta p300 e meglio vado.
Info è in aree occipitali (visive): 100 ms dopo presentazione stimolo.
P300: 300 ms dopo presentazione stimolo: è in aree centrali.
-No effetti con stimolazione catodica e sham.

-ESPERIMENTO HARTY: Compito go – no go (go: premi se c’è stimolo; no go: non premi se c’è stimolo):
compito: non premere se 2 stimoli uguali si ripetono.
Inoltre se ti accorgi di aver fatto errore (premi se non dovevi premere): devi ripremere tasto, per dire che
ti sei accorto di aver sbagliato. Consapevolezza: prefrontale dx.
Onda ERN: error relate negativity : è onda fronto centrale legata all’errore: se sei consapevole di aver
sbagliato.
4 gruppi: 4 timolazioni tDCS ≠ ai 4 gruppi:
-anodica dorsolaterale prefrontale dlPFC dx, dx: x consapevolezza errore,
-anodica dlPFC sx, sx perché contiene materiale verbale.
-catodica dlPFC dx
-sham
Risultati:
-anodica su dlPFC dx: aumenta consapevolezza errore (non cambia prestazione: non fanno meno errori,
cambia solo consapevolezza errore);
-anodica su dlPFC sx: non migliora prestazione e non cambia consapevolezza errore.
-dopo la catodica non cambia nulla, perché già all’inizio la consapevolezza errore era bassa, quindi più

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tanto non cala da consapevolezza già bassa.

tDCS modula anche frequenze negli anziani: cervello anziani è plastico anche cambiando frequenze
cerebrali (es alpha e delta modulate).

Miglioramenti in stroop: generalizzati a vita quotidiana: fare spesa, ricordare di gettare spazzatura...
Buono unire tDCS a training cognitivo: generalizzi ancor meglio.

Dopo 5 gg di tDCS e compiti di WM: migliora prestazione all’n-back.

-STUDIO SIEGERT: tDCS anodica nell’invecchiamento: nella maggior parte dei casi stimolano nel frontale,
in particolare dorsolaterle, e maggior parte a sx (materiale verbale + facile da testare in lab), oppure
bilaterale: a dx e sx.
Frontale: anodo su F3: elettrodi di tDCS molto grandi, quindi usi EEG x sapere dove metterli: con tDCS
stimoli in corrispondenza di elettrodo F3 di cuffia EEG: sotto c’è corteccia dorso laterale.
Risultati: ripetere la tDCS a 2 milliamper x 2 min su dlPFC a sx: maggiori benefici x ridurre progressivo
deterioramento cognitivo (rispetto a quando la fai a dx).
Variabilità intersoggettiva: impedisce di generalizzare stimolazione a tutti.

Successful aging: invecchiare bene. Più la nostra rete è ampia e ricca (sociale) e meglio invecchi.

Studio Yeung: dimostra ciò: stare in casa col covid: calo socialità: aumenta deterioramento.

Riassunto: anziani mostrano:


-atrofia: riduzione sostanza grigia lineare di molte aree, soprattutto frontali;
-riduzione di sostanza bianca in molte aree, che potrebbe spiegare deficit di prestazioni cognitive
-maggiore attività bilaterale frontale in compiti in cui i giovani attivano solo un emisfero, x compensare
o a causa di dedifferenziazione: in linea con teoria HAROLD; Funziona se l’area attivata in più dei giovani
è dedicata a quel compito;
-meno connessioni nel default mode network, che predice peggiori prestazioni di memoria;
-cambiamenti della P300 (legata a valutazione stimolo);
-cambiamenti della N100 (processi sensoriali);
-fenomeni di plasticità corticale grazie a training fisici e cognitivi e TMS (previene declino cognitivo del
40%);
TMS ha maggior impatto dei training: migliora processi cognitivi legati al frontale ma anche compiti
ecologici (vita quotidiana).

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EMOZIONI
Emozioni: qualcosa che dura poco, transitoria, dinamica. Per questo è ≠ da sentimento, che è duraturo.

AMIGDALA
Struttura principale, area sottocorticale associata non solo a paura, ma anche a novità di stimolo
È poco colpita invecchiamento:
-NO declino strutturale (di neuroni, atrofia: no declino di materia grigia)
-poco declino funzionale (relativamente preservata).
Amigdala + grande: non necessariamente migliore: può essere data da esperienze stressanti;
inoltre amigdala grande è associata a dimensione e complessità del proprio social network.
Amigdala di anziani: relativamente + reattiva a stimoli positivi che negativi rispetto ai giovani.
Non smette di rispondere a stimoli emotivi negli adulti, ma sposta la valenza a cui è + reattiva (stimoli
positivi).

Nei vecchi declina la prefrontale laterale: PFC laterale: sovra reclutata durante invecchiamento
≠ la mediale, deputata ad emozioni (dove c’è sede del default model), rimane relativamente preservata.
Anche ACC mediale è relativamente preservata.
I vecchi a volte hanno minore disattivazione in regioni mediali di PFC durante compiti cognitivi, collegato
a difficoltà nel disattivare attività del default mode network durante compiti attentivi complessi.

ANZIANI: NO MIGLIORE MEMORIA X STIMOLI NEGATIVI, E + ERRORI NEL DENOMINARE EMOZIONI DI


VOLTI NEGATIVI RISPETTO AI GIOVANI
-ESPERIMENTO CHARLES Vedono immagini (positive o negative o neutre),
poi compito distraente,
poi 2 compiti:
1. compito richiamo: devono ricordare maggior n di immagini
-giovani (18-29): ricordano ugualmente immagini positive e negative, ma di – quelle neutre
-medi (41-53y): ricordano ± uguale immagini positive o negative, e di – quelle neutre;
-vecchi (65-80y): immagini negative le ricordano molto meno dei giovani; inoltre ricordano di + immagini
positive che negative, quelle positive le ricordano ± come i giovani (ma la cosa principale è che ricordano
meno quelle negative)
2. compito di riconoscimento: vedono immagini e devono dire se l’hanno già viste o no
-giovani: riconoscono di + immagini negative (ricordano di + di averle viste)
-medi e anziani: non vero: perdono capacità di ricordare di + quelle negative (le ricordano – rispetto a
giovani).

DIFFICOLTÀ A RICONOSCERE ESPRESSIONI NEGATIVE


Compito: anziani vedono volti dinamici e devono riconoscere emozione espressa.
Risultati:
-VECCHI: deficit selettivo nel riconoscimento di rabbia (si scoprirà poi che NON È COSì); quindi ci sono ≠
di età nell’identificazione di emozioni di stimoli dinamici:
 x volti arrabbiati: anziani: - accurati di giovani
 x volti tristi: anziani accurati quanto i giovani;
 x volti gioia: anziani hanno fatto bene
-GIOVANI: fanno fatica pure loro a riconoscere rabbia, e infatti: questo è limite:
Limite studio: non vanno bene gli stimoli: stimoli di gioia troppo facili. ≠ rabbia e tristezza: molto +
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difficili (effetto soffitto).
Infatti anziani fanno fatica a riconoscere rabbia perché sono stimoli difficili, che sono difficili anche x
giovani (che infatti fanno male pure loro).
≠ anziano non ha difficoltà nel riconoscere gioia perché sono stimoli facili: quindi non è detto che siano
bravi con gioia, sono solo stimoli facili.
Comunque, al di là di limiti dello studio: anziani fanno + fatica x volti arrabbiati.
DA UNA METANALISI: emerge che anziani hanno difficoltà a riconoscere alcune delle emozioni
fondamentali: gioia, rabbia, tristezza, paura, disgusto, sorpresa.

RICONOSCERE ESPRESSIONI EMOTIVE CON VOCE O ETICHETTA VERBALE


-STUDIO DI RYAN Vengono presentate espressioni facciali di emozioni o etichette verbali di paura (es
scritta “paura”).
Un’espressione vocale (voce intonata es con gioia / piano) è stata presentata simultaneamente
all’espressione facciale / all’etichetta, e i partecipanti dovevano abbinare l’espressione vocale, sulla base
del contenuto emotivo, alla faccia o all’etichetta appropriata.
Risultati:
-Quando dovevano abbinare espressioni vocali di emozioni alle espressioni facciali: prestazioni peggiori
x riconoscere tristezza, rabbia, felicità e paura. Tale prestazione: indipendente da calo di capacità fluide.
-Se invece dovevano abbinare espressioni vocali ad etichette verbali: prestazioni peggiori x tristezza e
rabbia.
Quindi a seconda di come presenti emozioni (se con espressione facciale o etichetta): cambia
prestazione.

RICONOSCERE ESPRESSIONI EMOTIVE DELLA PROPRIA ETA’


-STUDIO CORTES giovani e vecchi dovevano riconoscere 12 emozioni da brevi registrazioni video
presentate in modo o visivo (solo faccia), uditivo (solo udito di voce con tono emotivo) o multimodale
(faccia E udito).
Risultato: effetto interazione tra età (giovani o anziani), modalità di presentazione stimolo (vista, udito o
multimodale) e tipo di emozione: infatti solo anziani (età) vanno peggio se stimolo è solo uditivo
(modalità).
In particolare andavano peggio quando le emozioni erano rabbia, irritazione e sollievo (in qualsiasi
modalità): quindi a seconda di modalità di presentazione di emozione e di emozioni: prestazione cambia.
POI: altro compito: ripresentano emozioni SOLO AUDIO in forma non linguistica (risata, singhiozzo...) e
devono riconoscerle:
-riconoscimento di emozioni positive e negative: ci sono differenze legate all’età
-quindi il vantaggio di emozioni positive è – evidente se sono usati stimoli emotivi dinamici, e la felicità
non è l’unica emozione positiva testata.
Quindi: a seconda di modalità di presentazione e del compito: cambia prestazione.
Quindi anziani NON hanno difficoltà a riconoscere solo emozioni negative: infatti talvolta hanno
difficoltà anche x emozioni positive, dipende dal compito e dalla modalità di presentazione di
emozione (udito, vista..).
-ZIAEI giovani e vecchi vedono facce di giovani o anziani, felici o arrabbiati.
ANOVA: fattore 1 è l’età (con 2 livelli: giovani o vecchi), fattore 2: età stimolo osservato (giovane o
anziano); fattore 3: emozione stimolo osservato (gioia o felicità).
-Tempi di reazione + rapidi x gioia rispetto a rabbia: effetto principale: a prescindere da età di chi fa
compito e di età di soggetto che osservo: + facile riconoscere gioia di rabbia.
-Tempi di reazione più brevi x riconoscere volti di giovani arrabbiati rispetto ad anziani arrabbiati: quindi
sia giovani che vecchi: sono + bravi a riconoscere giovani arrabbiati rispetto a vecchi arrabbiati: effetto
interazione a 2 vie (tra età di soggetto osservato ed emozione di soggetto osservato).
-Vecchi: + lenti a riconoscere volti emotivi di anziani: effetto interazione: tra età di osservatore e età di
soggetto osservato.
QUINIDI: fondamentale è che:
-felicità è emozione + facile da riconoscere
-volti di anziani: + difficili da elaborare x tutti (difficile riconoscere emozioni espresse da volti anziani).

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-HESS espressione facciale mostrata su un viso anziano: percepita dai giovani in modo ≠ rispetto alla
stessa espressione mostrata xò da giovane.
In particolare: un’espressione su un viso vecchio è vista come – intensa.
Allora sono le rughe, le pieghe a cambiare l’espressione di un volto.

MIMICRY (pronuncia: “mimicri” non “mimicrai”


Fenomeno automatico col quale metti muscoli tuoi nella stessa posizione di quelli del volto che osservi,
in modo inconsapevole (es vedi uno sorridere e ti si attivano muscoli x sorridere, ma non
volontariamente).
Serve x sintonizzarti con emozione dell’altro: simulo emozione sua così la provi meglio.

Studio Avenanti e Borgomaneri: partecipanti dovevano riconoscere emozioni facciali di volti visti, nel
frattempo però avevano penna tenuta in bocca tra i denti: sono – bravi a riconoscere solo volti di gioia
(perché soggetto così non riesce a mimare sorriso dell’altro), ≠ con altre emozioni (per le quali non serve
sorriso): non cambia.
Allo stesso modo si ipotizza che se blocchi con molletta il corrugatore: riconosci meno emozioni di
rabbia.

-MIMICRY NELL’INVECCHIAMENTO FISIOLOGICO


-STUDIO HUHNEL: x vedere gioia: misuri con elettrodo da zigomatico (si contrae se sorridi, anche se è
sorriso falso), e da orbicolare dell’occhio (contratto se sorridi con occhi: attivo solo se è sorriso vero, se
è falso: non attivo)
Per rabbia: misuri corrugatore.
Per disgusto: misuri levatore labiale.
Giovani e anziani:
-stessa attivazione di zigomatico e orbicolare: quindi nella gioia: no ≠ nel mimicry tra giovani e vecchi x
gioia.
-stessa attivazione di corrugatore: nella rabbia: no ≠ mimicry tra giovani e anziani
-c’è differenza x disgusto: anziani attivano molto di + levatore labiale dei giovani: quindi c’è aumento di
mimicry x disgusto.
-STUDIO PEDDER: soggetti devono, in base alla prova, fare 1 di queste 3 cose:
-condizione watch: dovevano guardare una faccia emotiva senza avere comandi;
-condizione “suppression”: dovevano guardare faccia emotiva SENZA muovere muscoli;
-condizione “reprisal”: immagina che scena che vedi (faccia emotiva) NON è reale, ma parte di un sogno:
“rivalutazione cognitiva distaccata”
Misuri elettromiografia; risultati:
-anziani: - attività durante la condizione watch, quindi calo mimicry.
Dato che devono alternare tra i 3 comandi: anziani potrebbero essere ancorati a comando del compito
precedente che dice di sopprimere emozioni (ovvero sia condizione suppression che repra; invece
giovani: più capacità di dis-ancorarti.
No differenza di prestazione di memoria di prestazioni tra le 2 strategie di regolazione x entrambi i
gruppi.

Usano – mimicry (basso livello) e + prefrontale : x compensare usano di + strutture cognitive (PFC) e -
quelle sottocorticali (mimicry).

-STUDIO HUHNEL: Fattori contestuali possono influenzare mimica emotiva verso gli anziani, che sono
comunemente percepiti in modo + negativo dai giovani.
Compito Cyberball: usato x manipolare atteggiamenti e grado di simpatia verso anziani.
Gli individui che sperimentano esclusione sociale: hanno + probabilità di imitare gli altri x ripristinare
sentimenti di appartenenza, specialmente nei confronti di membri di ingroup.
Giovane: + mimicry verso giovani x farsi passare palla: attivano corrugatore.
Se poi anziano inizia a passarti palla: inizi a fare + mimicry verso anziani. Utile a livello sociale: fai amare
vecchi ai giovani.
Quindi in 5 min di task: cambia modo di fare mimicry.

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-LOVE AND IMITATION coppie di giovani: + mimicry rispetto a coppie di anziani.
Mimicry NON legato a vicinanza soggettiva né in coppie giovani né vecchie.
Significativa associazione positiva tra mimicry e soddisfazione di relazione in coppie di giovani, ma non
di vecchi.

-GAZE CUEING PRESERVATO X EMOZIONI SOTTOSCALA Gaze cueing”: tendenza automatica ed


involontaria di uno sguardo di catturare la nostra attenzione: sguardo dell’altro (gaze) fa da cue: cattura
la nostra attenzione in modo automatico.
Quindi se io sto parlando te e guardo a dx: tu orienti lì la tua attenzione automaticamente.
-STUDIO BAILEY: (di solito non chiede all’esame) compito è “gaze cueing”. Ci sono partecipanti giovani e
vecchi.
Al centro di schermo: c’è volto neutro (no emozione) di vecchio o di giovane che ha sguardo girato verso
dx o sx: 2 condizioni:
-“sopraliminale / soprasoglia”: volto resta al centro x 200ms (lo vedo, sei consapevole) e questo orienta
la mia attenzione da quel lato;
-“subliminale”: volto al centro c’è x 8msec: quindi tu NON sei consapevole di averlo visto (x essere
consapevole lo stimolo deve restare almeno circa 20ms), tale volto è immediatamente seguito da un
mask (puntini a caso): che toglie immagine di volto da retina.

Ora, dopo volto, compare pallino a dx o sx del volto:


-congruente: pallino è dallo stesso lato dove sguardo del volto al centro stava guardando
-incongruente: pillino è dal lato opposto rispetto a quello dove sguardo del volto al centro guardava.

Compito: partecipanti, anziani e vecchi, devono dire se pallino è a dx o sx:


-se volto è soprasoglia: sei + veloce se pallino è congruente: se compare nello stesso lato dove il volto al
centro stava guardando, perché tu hai già attenzione lì. Perché stimolo è soprasoglia e decidono di
guardare bocca, non occhi, quindi il volto al centro non orienta il loro sguardo.

-se volto è subliminale (volto x 8ms) ed è volto di un anziano: sia giovani che anziani guardano occhi del
volto al centro e hanno maggiore gaze cueing di quando è consapevole: volto al centro orienta tua
attenzione dal lato dove volto sta guardando, anche perchè sappiamo che volti di vecchi: catturano di +
attenzione.

Quindi persone (sia giovani che vecchi) hanno maggiore gaze cueing se il volto al centro è sottosoglia e
se rappresenta un vecchio: non possono scegliere dove guardare (perché non vedono stimolo
sottosoglia).

Altra condizione “

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Ora fanno una 2° condizione: tutto come prima, ma il volto al centro non è più neutro, ma esprime
emozione:
-x stimoli soprasoglia in generale: anziani: meno gaze cueing dei giovani: perché stimolo è soprasoglia e
decidono di guardare bocca, non occhi, quindi il volto al centro non orienta il loro sguardo.
-x volti soprasoglia di anziani di gioia: sia soggetti giovani che vecchi: hanno maggiore gaze cueing;
quindi qui 3 cose devono esserci: il volto deve essere: 1. Soprasoglia, 2. Di anziano, 3. Di gioia.
-x stimoli sottosoglia di paura (sia che sia di un giovane che di un vecchio: perché paura cattura tutti: è
emozione vitale): tutti hanno maggiore gaze cueing: perché paura è stimolo ad alto arousal.

QUINDI: gaze cueing negli anziani:


-pare minore se stimoli sono sottosoglia, se però quello sottosoglia è di paura: vecchi hanno + gaze
cueing.
-se stimolo è sottosoglia: maggiore gaze cueing, soprattutto se oltre ad essere sottosoglia è volto di
gioia.
-anziani hanno own age bias x stimoli gaze cueing subliminali e consapevoli se esprimevano felicità (non
paura).
Quindi gaze cueing nei vecchi potrebbe essere preservato x stimoli subconsci emotivi.

EFFETTO PRIMING X STIMOLI EMOTIVI


Priming: se 2 stimoli sono semanticamente o percettivamente correlati: sono + veloce a rievocarne uno
(es dici “bianco” 20 volte, poi ti chiedo cosa mangia la mucca: spesso tu dici “latte”: perché “bianco”
funge da priming x latte).
-ESPERIMENTO MANENTI Cercano se nei vecchi c’è priming emotivo: dato che loro faticano ad
elaborare emozioni, un priming emotivo influenza la loro risposta successiva?
-Compito priming emotivo: ti viene presentata una parola che riguarda ambito emotivo positivo e
negativo, poi vedi faccia e devi riconoscere se faccia è di rabbia o felice: se la parola era negativa
(“violenza”) sei + veloce a rispondere se faccia è di rabbia.
-Compito priming non emotivo: ti viene presentata una parola che riguarda ambito maschile o femminile
(es “muratore” / “ballerina”) e poi ti viene presentato volto e devi dire il genere di quel volto (M / F).

In entrambi i casi il prime è la parola che ti viene presentata prima del volto.
-sia giovani che vecchi: priming nel compito NON emotivo (discriminare genere).
-nei vecchi: no priming emotivo, quindi i cambiamenti causati da invecchiamento nella capacità di
riconoscere le emozioni implicitamente: sono direttamente dipendenti da una difficoltà
nell’elaborazione emotiva, e NON a causa di una modifica generale legata all’età.
Quindi NON è deficit cognitivo che ti impedisce di leggere la parola, perché se fosse così non
funzionerebbe neanche il priming non emotivo, invece quello non emotivo (compito del genere) funziona.
-ESPERIMENTO CIRCELLI “Eye tracking”: occhiali che ti metti e registrano le tue saccadi e fissazioni.
Anziani esposti a volti emotivi (rabbia, disgusto..) e un paesaggio: dovevano riconoscerli (dire emozione
del volto).
-anziani: vanno meglio nel riconoscimento del disgusto (ricorda: ci fanno anche + mimicry); quindi hanno
preferenza x disgusto.
-“Fissazioni sotto sopra”: vecchi: fissano meno la parte superiore di faccia (occhi): x disgusto, paura,
felicità, neutre e tristezza. Questo si traduce in migliore riconoscimento SOLO x disgusto, perché infatti x
riconoscere disgusto: basta guardare bocca. ≠ paura: devi guardare occhi.
-no differenze quando osservano paesaggi.
Quindi: anziani guardano meno gli occhi e di più la bocca / il naso.
Paura, tristezza, rabbia: li riconosci se guardi parte superiore di faccia; ≠ disgusto: parte inferiore.
Questo spiega deficit di riconoscimento delle emozioni degli anziani.

-ESPERIMENTO BOGA Ti viene presentata immagine emotiva, e sotto o sopra alla foto c’è una linea: tu
devi dire se linea è sopra o sotto la foto (Orientamento della barra): compito implicito.
Dopo 45 min ti ripresentano immagini di volti e devi dire se l’hai già vista o no e quanto sei sicuro.
-giovani: + bravi nel ricordare di aver già visto facce di disgusto: emozione negativa che quindi impatta di
+ la memoria;

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questo non accade x anziani.
-anziani: + lenti nel task orientamento rispetto ai giovani, in particolare erano ancor più rallentati se
l’immagine emotiva (a cui in teoria non doveva prestare attenzione) era di disgusto o di paura.

DIVERSA ELABORAZIONE DI STIMOLI NEGATIVI NEGLI ANZIANI


-ESPERIMENTO LOI mostrano immagini emotive (neutra, triste e gioia) e ti misurano la N170:
-vecchi: N170 x emozioni di tristezza o gioia è + grande e + ritardata.
E la P100 + piccola x espressioni tristi
! ricorda: in esperimento precedente (è nelle pagine su) vedono che la N170 era + grande, + lenta, -
selettiva (rispondeva anche ad orologi).

-STUDIO DI FISCHER, 2005


I processi di elaborazione delle emozioni vengono influenzati dall’invecchiamento (anche se
normotipico)?
Autori prendono 2 studi passati:
1. discriminazione genere (M / F) di volti emotivi: maggiore attivazione di amigdala solo nei giovani; ≠
vecchi: ipoattivazione amigdala.
2. discriminazione emozioni di volto: anziani + attiva PFC rispetto a giovani.
Allora loro vogliono vedere cosa accade nel cervello di anziani mentre tu presenti loro dei volti emotivi
ma loro non devono fare nulla (base line): x capire se hanno problema cognitivo (di attenzione) o
emotivo: dato che in questo compito di base line non c’è carico cognitivo: non dovrebbe attivarsi PFC se
questa serve quando c’è alto carico cognitivo.
Quindi fanno esperimento:
1. ti metto in fMRI
2. ti presento volti emotivi arrabbiati o neutri, e ti chiedo valenza di emozione (quanto immagine è
positiva o negativa).
Vedono cosa si attiva se vedi faccia arrabbiata rispetto a quando vedi faccia neutra tra giovani e tra
vecchi (lo vedi sovrapponendo immagini e facendo metodo sottrattivo).
Risultati:
-amigdala:
a. giovani: aumenta segnale bold se facce sono arrabbiate (rispetto a facce neutre): x facce arrabbiate
nei giovani l’amigdala è + attiva;
b. vecchi: deattivazione amigdala x facce arrabbiate (ma non x facce neutre): contrario che giovani.
-corteccia prefrontale ventro laterale: nei vecchi è + attiva.
Qui non si attiva PFC laterale perché non devono fare compito.
Non sai se attivazione di PFC ventro laterale serve x compensare, perché qui non c’è compito.
Limiti compito passivo: non sei sicuro che anziano stia guardando stimolo.

-STUDIO DI DOLCOS Variano intensità di stimolo pauroso o comunque di stimolo negativo: solo se
stimolo era davvero tanto pauroso / negativo si attiva amigdala, se lo è poco non si attiva. Mentre nei
giovani basta poca paura.
Inoltre anziano attiva di + cingolo x immagini neutre: quindi aumenta controllo cognitivo, x non
spaventarsi.
Quindi nei vecchi: - attivazione x paura (amigdala) e + attivazione x stimoli neutri (cingolo, x controllo).

Quindi gli studi precedenti non trovano attivazione di amigdala x stimoli paurosi solo perché gli stimoli
che mostravano erano troppo poco paurosi.

DIVERSE ATTIVAZIONI NEURALI IN GIOVANI E VECCHI X MEMORIA DI EMOZIONI NEGATIVE


-STUDIO MURTY Giovani e vecchi vedono stimoli emotivi: scene di IAPS (immagini), e poi devono
richiamarli (dire se l’hanno già visto o no) e dire se sono ambientate indoor (es in casa) o outdoor (es in
giardino).
Se devono richiamarle: dire se le hanno già viste o no: x emozioni negative:
-giovani usano amigdala: si affidano a senso di paura che avevano provato,
-vecchi x compensare usano la PFC dorsolaterale: quella di WM, e non amigdala.

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Inoltre vecchi riconoscono più immagini negative che positive.
Quindi attivazione dei vecchi di PFC dorsolaterale è compensativa: vanno un po' peggio dei giovani ma x
effetto di vecchiaia, non vanno male xò.
Quindi vecchi usano modo di svolgere compito + cognitive (strutture corticali: controllate), mentre i
giovani usano strutture + emotive (sottocorticali).
Per fare invece compito di indoor o outdoor: usano ippocampo e amigdala.
-Inoltre + durante la codifica (quando vedi immagini x 1° volta) ho attivato amigdala e ippocampo, e +
dopo so ricordarle: perché ippocampo ti aiuta x memoria, amigdala x stimoli emotivi negativi x ricordarli
meglio.

ANZIANI ED EVENTI NEGATIVI


-BEZ LUGO ti faccio vedere stimolo altamente o bassamente emotivi:
vedere video di emozioni altamente emotive: nei vecchi potenzia legame tra default mode ed amigdala.
Anziani a cui si potenzia di + tale legame: sono con quelli con + pensieri negativi e + ruminazione.
Questa connettività default può essere substrato alla base di futuro sviluppo di patologia (es
depressione).
-STUDIO KNIGHT studio eye tracker: vedi immagine con coppia di stimoli: uno neutro e l’altro emotivo
(a volte positivo altre volte negativo) o neutra:
2 condizioni:
a. full attention: tu puoi stare attento a ciò che vuoi: se coppia è negativo- neutro: giovani guardano +
tempo stimolo negativo; anziani no.
b. compito distraente: tu devi contare suoni mentre vedi immagini (x farlo serve PFC): in tal caso: anche
anziani se la coppia è negativo-neutro guardano stimoli negativi: perché in tal caso PFC non può
controllare dall’alto e impedirti di guardare stimoli negativi, ovvero qui PFC non può controllare dall’alto
l’amigdala, perché qui PFC è già impegnata a contare, e quindi anche vecchi guardano stimoli negativi.
-ESPERIMENTO THOMAS E HASHER devi dire se 2 cifre ai lati di una parola sono dispari o pari.
Giovani: + lenti se parola al centro (distrattore) era negativa, rispetto a quando era positiva o neutra.
Vecchi: no ≠ nei tempi di reazione dato da valenza di parola.
2 min dopo: test di riconoscimento (memoria) su parola distrattore:
-giovani: miglior riconoscimento di distrattori negativi;
-anziani: miglior riconoscimento di parole positive;
Forse anziani: distratti da stimoli positivi.

REGOLAZIONE DI EMOZIONI NEGATIVE


-FEAR CONDITIONING capacità di apprendere la connessione tra uno stimolo e le sue conseguenze
avversive, anche quando le conseguenze avversive non ci sono più.
Dimostri che c’è stata acquisizione solo quando la scossa non c’è: facile avere paura se c’è scossa... tu
per avere avuto davvero acquisizione devi avere paura quando scossa non c’è (infatti scossa c’è solo il
60% delle volte).
Quindi è quando impari ad aver paura di qualcosa che di per sé non è pauroso.
Es ti presento stimoli: quando ti presento un determinato stimolo ti do scossa: allora col tempo anche
solo la presentazione di stimolo target fa iperattivare amigdala; se poi smetto per tanto tempo di darti
scossa: estinzione paura (ma non dimentichi), e questo accade grazie a PFC ventromediale che controlla
dall’alto amigdala x far spegnere amigdala. Se però ti ridò 3 scosse (senza stimolo sullo schermo:
schermo bianco) e DOPO ti ripresento stimoli: quando vedi stimolo target si attiva amigdala: quindi è
stato mantenuto in memoria questo condizionamento alla paura.
FASI FEAR CONDITIONING: composto da: acquisizione, estinzione e recupero spontaneo.
Estinzione: non è unlearning (non dimentichi), ma “inhibitory learning”: non cancelli associazione tra
stimolo neutro e avversivo, ma interferisce col suo recupero.
Aree neurali fear conditioning:
-amigdala: serve x acquisire collegamento tra stimolo aversivo e stimolo neutro.
-ippocampo: x memoria.
-PFC: dice ad amigdala di non aver più paura: serve x estinzione.
-vlPFC: serve anche x acquisire: infatti se lesionata non acquisisci.
Allora, dato che queste aree sono quelle che declinano di più con invecchiamento: se studi fear

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conditioning nei vecchi studi invecchiamento.
-BATTAGLIA Studio pz con lesione vmPFC: cosa accade senza? Rapporto causativo.
Vedono immagini:
-acquisizione: devono imparare che quando c’è pianta in stanza di foto gli danno scossa, ≠ quando c’è
lampada niente scossa;
allora nei sani e pz di controllo (lesione altrove, NON di vmPFC, es occipitale) aumenta conduttanza
cutanea se vedono pianta (ti spaventi): anche se non c’è scossa (perché sono stati condizionati: pianta
precede scossa);
≠ pz lesione vmPFC: no condizionamento: non aumenta conduttanza se vedono pianta: allora vmPFC
serve anche x acquisire condizionamento, non solo x estinzione.
!ovviamente sti vecchi lo sentivano dolore di scossa: quindi quando la scossa la sentono fisicamente:
anche loro vecchi aumentano conduttanza, quello che non fanno è aumentare conduttanza quando
vedono pianta: NO conduttanza anticipatoria: NO anticipazione
In acquisizione vmPFC serve x dire dall’alto all’amigdala di attivarsi perché c’è stimolo associato a
scossa.
-estinzione: non danno + scossa con pianta.
A fine esperimento: anche vecchi sanno dire che la scossa era data quando c’era pianta: quindi loro
hanno ippocampo intatto: funziona: c’è memoria dichiarativa; ma non hanno reazione fisica.

 (lo chiede sempre) : Allora c’è una differenza tra vecchi e lesi vmPFC: lesi di vmPFC non sanno fare
compito perché è vmPFC è lesionata; ≠ anziano: sa acquisire, ma non sai richiamare estinzione il
secondo giorno, e vmPFC non è lesa, solo invecchiata.
È caso di dedifferenziazione: si attivano quando non è necessario.

-VARIANTE ESPERIMENTO SEMPRE BATTAGLIA ti condiziono a paura x pianta solo se su sfondo


giallo:
1. acquisizione: ti mostro foto di pianta con sfondo giallo e ti do scossa,
Dopo un po' di trial:
2. estinzione: estingui il contesto: cioè devi imparare che la scossa c’è solo se lo sfondo è giallo, ≠ se
sfondo è rosso: niente scossa, quindi devi richiamare contesto (colore sfondo).
Il giorno dopo ti ripresento pianta su sfondo giallo e rosso: tu devi aver paura solo se c’è sfondo giallo.
-giovani sanno farlo: se gli mostrano pianta con sfondo giallo hanno paura, se invece sfondo è rosso no:
ippocampo funziona bene: rievoca contesto.
-vecchi: il giorno 1 sanno fare tutto: sanno acquisire paura (pianta sfondo giallo), e sanno estinguerla
(pianta sfondo rosso),
MA il giorno dopo non sanno più farlo bene: mostrano conduttanza (paura) sia x pianta sfondo giallo che
rosso: vmPFC non funziona bene: non regola bene risposta psico fisiologica (conduttanza) in base al
contesto;
però a livello di memoria dichiarativa loro ricordano che sfondo rosso NON è associato a scossa,
semplicemente hanno conduttanza anche x sfondo rosso: memoria non è cancellata: sai qual è stimolo
aversivo (sfondo giallo).
Quindi c’è sia deficit di vmPFC che non regola conduttanza, che deficit fisiologico di ippocampo: normale
invecchiamento fisiologico fa un po' peggiorare ippocampo.
Anziani con buon performance cognitiva: vanno meglio nel compito.
“CS-“: stimolo neutro; “CS+”: stimolo condizionato.

-ESPERIMENTO URRY dovevano controllare emotività: vedi immagini emotive e devi o aumentare o
diminuire la risposta emotiva alla visione.
Quando devi spaventarti: si attiva amigdala e PFC, sia nei giovani che nei vecchi;
Quando invece NON devi spaventarti: nei vecchi non si attiva PFC x spegnere amigdala (invece nei
giovani sì).
I pochi vecchi che sanno farlo (sanno attivare PFC x inibire amigdala): sono quelli con miglior
modulazione di cortisolo (ormone stress): ovvero quelli che ne hanno meno.
Quindi non riuscire ad attivare PFC x spegnere amigdala: genera stress, e quindi produzione cortisolo;
ma in realtà può essere anche il contrario: può essere che alto cortisolo ti impedisca di attivare PFC:

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quindi è correlazione: non sai se aumento di cortisolo sia causa o effetto.

ANZIANI PROVANO STESSE EMOZIONI: INTENSITA’


Misure psico fisiologiche: conduttanza cutanea (sudorazione: cambiamento elettrolitico: se alta hai
paura), battito cardiaco (all’inizio si ferma, bradicardico, poi aumenta x scappare: potenzi sangue),
pressione sanguigna, frequenza respiratori, dilatazione pupille (aumenta x stimolo pauroso x far entrare
info), temperatura,
Se menti: temperatura aumenta nel naso.
-STUDIO LEVENSON attivare espressioni facciali e riattivare esperienze emotive passate: nei vecchi
c’è stesso pattern fisiologico, ma si sa modulare meno: quindi anche nei vecchi il sistema fisiologico
funziona bene: NORMALE intensità di emozioni, ma sono – bravi a modularle.
Inoltre

RISPOSTE CARDIO VASCOLARI ED INVECCHIAMENTO


-STUDIO SAKAKI battito cardiaco è ok se sa modularsi in base a situa: indice che ti dice se sai farlo è
“heart rate variability”.
Modello “NEUROVISCERAL INTEGRATION MODEL”: dice che c’è correlazione diretta tra funzionamento
di cuore (heart rate variability: HRV) e funzionamento cerebrale, in particolare regolazione emozioni.
Più tale variabilità funziona bene: meglio sai regolare emozioni.
Se sai regolare poco il battito: ansia depressione, alcol, PTSD, bassa qualità vita coniugale.
Anziani sanno regolare poco battito cardiaco: e questo correla con minor connettività tra vmPFC e
amigdala dx.
Più cuore sa modularsi (alto HRV) e meglio funziona collegamento tra vmPFC e amigdala dx, MA solo
nei giovani; perché negli anziani funziona meno connettività: no correlazione.
vmPFC: deve aumentare x spegnere amigdala.

MAGGIORE FREQUENZA DI SENTIMENTI POSITIVI


Se sei felice vivi + a lungo, non si sa bene come e perché.

MAGGIORE COMPORTAMENTI PROSOCIALI E MENO EMPATIA COGNITIVA


-STUDIO CARSTENSEN Anziani hanno + comportamenti prosociali? Misura comportamenti prosociale
con donazione soldi.
Vecchi e giovani arrivano e gli danno 10€, gli dicono che devono decidere quanto dare (su 10) ad altro
soggetto in altra stanza, e quell’altro può decidere quanto darti indietro.
Però in un caso ti dicono che l’altro era malato di cancro (x indurre empatia).
Misurano empatia: questionario “interpersonal…” domande x misurare empatia emozionale o cognitiva
(capacità di metterti nei panni dell’altro).
Anziani: hanno poca empatia cognitiva: si mettono poco nei panni dell’altro; ma normale empatia
emozionale (provare ciò che provi tu).
Anziani: danno + soldi del giovane al malato di cancro. E più sono empatici emotivamente e + danno
soldi all’altro, soprattutto se è malato.
In realtà solo 3 vecchi del campione sono molto empatici e danno + soldi, ma questi 3 bastano x alzare
significativamente la media e rendere significativa la correlazione (≠ maggior parte di vecchi: poco
empatici: danno pochi soldi anche ai malati).
-KHALSA devi contare tuo battito cardiaco (mentre hai cuffie che ti isolano) più sai farlo e + hai alta
interocezione di te. Anziani: sanno contarli meno.

RIASSUNTO ANZIANI
-no migliore memoria x stimoli negativi, fanno + errori nel denominare e si fanno distrarre meno da volti
negativi rispetto a giovani
-difficoltà nel riconoscere emozioni, in parte x diversa attenzione allocata a ≠ parti del volto, ma provano
emozioni di medesima intensità dei giovani
-maggiore empatia emotiva ma – cognitiva , e + comportamenti prosociali soprattutto in contesti
empatici
-minor attivazione di amigdala e iperattivazione frontale bilaterale

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-miglior problem solving

MEMORIA

È uno dei domini cognitivi + impattati da invecchiamento.

QUALI FUNZIONI COGNITIVE DECLINANO SU INVECCHIAMENTO?


-codifica nuovi ricordi / episodi / fatti
-memoria di lavoro (mantenere e manipolare a breve termine delle info che ti servono per eseguire
compiti)
-velocità di elaborazione;
≠ inalterate:
-memoria a breve termine
-memoria autobiografica
-conoscenza semantica (di parole) ed emotiva.
In generale funzioni cognitive: declinano più che altro dagli 80y.

DECLINO LINEARE: velocità di elaborazione, memoria episodica, ragionamento, abilità spaziali.

STUDI LONGITUDINALE: migliore, stessi soggetti nel tempo. Mostra che:


-Cambiamenti legati all’età dai 20 ai 60y: piccoli / inesistenti; quella che cambia di + è la velocità di
elaborazione;
-≠ cambiamenti dopo i 60y: pendenza approssimativamente equivalente a quella trovata in studi
trasversali.

QUALI AREE PERDONO VOLUME?


I cambiamenti regionali del volume cerebrale NON sono uniformi:
-alcune regioni come la PFC, le strutture temporali mediali: sono molto influenzate dall’invecchiamento;
-altre strutture primarie, come corteccia occipitale / V1 / motoria: relativamente inalterate.
Volume di corteccia prefrontale laterale: diminuisce costantemente nel corso del tempo;
≠ ippocampo: pendenza curvilineare: maggiori cali dopo i 60y.
Negli ultimi anni: molti studi su memoria e invecchiamento.

TIPI MEMORIA
MEMORIA A LUNGO TERMINE
a. DICHIARATIVA relazionale, non relazionale.
Consente di creare nuovi e duraturi ricordi, x fatti (semantica) ed eventi (episodica).
Tali ricordi sono spesso espressi esplicitamente a livello di consapevolezza cosciente, da qui l’etichetta
“dichiarativa”.
La memoria dichiarativa supporta molte abilità: capacità di accedere alle nostre storie personali, l’abilità
di distinguere tra esperienze simili e la capacità di esprimere in modo flessibile le info archiviate è
supporto di altri comportamenti come l’uso del linguaggio e il processo decisionale.
b. NON DICHIARATIVA / IMPLICITA procedurale, priming, condizionamento classico (fear
conditioning).
Supportano le capacità di acquisire conoscenza espressa attraverso prestazioni.
Le memorie non dichiarative sono apprese attraverso molte esposizioni come nei casi di priming,
semplice condizionamento classico.
Alcune forme di memoria non dichiarativa sono espresse attraverso azioni o procedure fisiche (quindi
“procedurale”) come il saper andare in bici.

MEMORIA A BREVE TERMINE


-DI LAVORO esecutivo centrale, loop fonologico e taccuino visuospaziale
-DI MANTENIMENTO storie

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Più una memoria è fresca e poco consolidata e più è a rischio perdita.

Memoria episodica: è quella che declina di + con l’età.

COSA SUCCEDE NELL’INVECCHIAMENTO?


1. riduzione memoria episodica
2. ridotta working memory WM
3. ridotta attivazione di corteccia dorsolaterale prefrontale sx durante la codifica e nuovo apprendimento
4. ridotta attivazione di corteccia temporale mediale durante la codifica e recupero
5. iperattivazione di corteccia prefrontale e dell’omologo controlaterale: compenso o maggiore bisogno
di funzioni esecutive relato a difficoltà del compito ma non selettivo?
Evidenze mostrano che alcune funzioni cognitive declinano con l’età, mentre altre, come la memoria
semantica, possono rimanere intatte e addirittura migliorare con l’età.

! encoding: codifica fata come elaborazione impegnata quando si verifica un evento e lo si rende
accessibile ad un successivo test di memoria.
Gli anziani potrebbero usare ridotte strategie di encoding.
! retrieval: recupero di memorie apprese. Anziani: riportano meno dettagli e si rifanno ad un senso di
familiarità generale.

Differenze interindividuali molto accentuate.


30% in + di info mantenute (non perse) se hai alte prestazioni cognitive.

DIVERSA ATTIVAZIONE CEREBRALE NEGLI ANZIANI IN CODIFICA


-STUDIO MORCOM Compito di giudizi animato / inanimato: vecchio è nello scanner, vedi parole e devi
dire se è indica qualcosa di animato (cane) o no (tavolo).
Dopo 10 min (MBT) e dopo 30 min (MLT) ti chiedo ti rievocare parole viste: ti presento parole viste o no e
tu devi dire se l’hai vista prima (dentro allo scanner) o no.
Campione selezionato molto accuratamente: prima gli fanno fare molti test (matrici di raven, digit span),
inoltre no farmaci.
Risultati comportamentali:
Dopo 10 min: anziani hanno stessa prestazione che hanno i giovani dopo 30 min.
Dopo 30 min: anziani vanno ancora peggio.
Giovani: peggiorano dopo 30 min.
Risultati di attivazione cerebrale: guardano attivazione cerebrale di vecchio mentre vede singole parole
dentro allo scanner (fase di codifica);
poi nella fase di remember (devi dire se hai visto o no parola) vedono se tu ricordi o no parole, e
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classificano parole remembered (le riconosci) e forgotten (non riconosci), e quindi hanno le immagini di
attivazione cerebrali di quando hai visto parole nello scanner che poi ricordi e quelle di parole che poi
non ricordi.
Per parole ricordate: giovani e anziani: attivano alcune aree ugualmente e altre aree diversamente.
1. aree attivate ugualmente da giovani e anziani x parole ricordate: si attivano di + ippocampo e
prefrontale sx quando le codifichi (in scanner), sia in giovani che in vecchi, e poi le ricordi.
2. aree attivate diversamente da giovani e anziani x parole ricordate:
-giovani: in + attivano di + corteccia infero temporale anteriore sx (aree sottocorticali);
-vecchi: compensano attivando bilateralmente cortecce prefrontali anteriori (aree corticali).

Inoltre per parole dimenticate:


-giovani non attivano nulla
-vecchi attivano lo stesso qualcosa: come x sforzarsi x rievocare, non c’è più attività organizzata.

Allora tra giovani e vecchi: dedifferenziazione tra dx e sx (giovani solo sx, ≠ vecchi bilateralmente: in
modo inutile, perché area dx non serve x questo compito), e tra sottocorticale e corticale.
C’è anche inefficienza perché vecchi attivano aree in + dei giovani (che giovani non attivano), ma
inutilmente, perché questo non migliora prestazione.

DIVERSA ATTIVAZIONE CEREBRALE NEGLI ANZIANI IN CODIFICA E RECUPERO


Default mode network: devi inibirlo se devi fare compito.
-STUDIO GRADY Devono codificare / recuperare parole.
All’aumentare dell’età: in tutti i compiti di codifica e recupero: aumenta attività di:
-mPFC,
-cingolo posteriore
-precuneo (default mode)
E diminuisce attività:
-bilaterale PFC,
-caudato,
-putamen sx,
-giro fusiforme sx.
Quindi: per questo compito di codifica / recupero:
-giovani: disattivano precuneo, cioè default mode network, e attivano PFC;

-vecchi: non disattivano precuneo (cioè default mode network) e non attivano la PFC che serve x
compito.

Attività di memoria (sia codifica che riconoscimento): all’aumentare dell’età:


-aumenti lineari dell’attività di aree che di solito sono poco attive per svolgere certi compiti (PFC e
parietale mediale)
-diminuita attività di aree che di solito sono poco attive durante svolgimento di compito (PFC
dorsolaterale).
Quindi con aumentare di età: non sanno sospendere attività del default: lo tengono attivo x svolgere
compiti di memoria.

RUOLO DEL CONTESTO IN CODIFICA E RECUPERO


Lo chiede sempre.
-STUDIO GUTCHESS Guardano se c’è deficit di elaborazione di contesto.
Presenti stimoli visivi: animale (capra delle nevi) su uno sfondo (contesto, es montagna).
Poi io ti mostro stimoli uguali o diversi: tu devi ignorare sfondo (contesto) e dire solo se l’immagine era
lo stessa (capra):
-o stessa immagine di prima su stesso sfondo: devi dire sì
-o stessa immagine su sfondo diverso: devi dire sì
-o immagine diversa su stesso sfondo: devi dire no
-o immagine diversa su sfondo diverso: devi dire no.

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Vecchi: la categoria dove vanno peggio è quando c’è stesso sfondo (montagna) ma stimolo diverso
(cane): falsi allarmi.
Si fanno guidare troppo dal contesto.
Nel caso di stimolo nuovo (animale nuovo: cane) su contesto vecchio:
-anziani che vanno male: ridotta attivazione dlPFC bilaterale e cingolato anteriore; ricorda: dlPFC
servirebbe x controllo cognitivo: inibire tendenza a dire che hai già visto stimolo (non vero: non hanno
visto stimolo, hanno visto solo contesto) falsi allarmi; quindi vecchi: calo controllo cognitivo.
-anziani che vanno bene: attivano anche aree mediali di PFC
 allora l’attivazione di aree mediali di PFC: è compensazione: porta a migliore prestazione.
Chiede sempre collegamento di questo studio con quello di Battaglia sul contesto.

Alternative:
Hit: c’è stimolo giusto e tu dici si
Falso allarme: c’è stimolo sbagliato ma tu dici si
Correct regection: non è lui e dici che non è lui
Miss: era lui ma tu dici di no.

DIVERSA ATTIVAZIONE CEREBRALE NON COMPENSATIVA


Teoria PASA: dice che maggiore attività frontale riflette uno spostamento funzionale posteriore –
anteriore compensativo, che contribuisce al mantenimento di prestazioni cognitive quando la funzione
corticale posteriore (visiva) è compromessa.
In alternativa, l’aumento di attività PFC potrebbe essere meno efficiente o meno specifico
(dedifferenziazione) a causa di cambiamenti strutturali e neurochimici che accompagnano
l’invecchiamento.
Allora: attivazione PFC è compensativa o dedifferenziazione?
-STUDIO MORCOM si muovono puntini in una certa direzione, poi pausa, poi devi dire in che direzione
andavano i pallini.
Con aumentare di età: aumentata attività frontale, rispetto alla posteriore.
Quindi il PASA (aumento attività frontale con aumentare dell’età): avviene.
PERO’: tale maggiore attivazione frontale: non porta a miglioramento prestazione.
Quindi chi ha maggiore attività frontale non è anziano che ha migliore prestazione.
Allora tale aumento di attività di PFC NON è compensativo, ma è dedifferenziazione.

PROBLEMI NEL RECUPERO O IN FAMILIARITA’?


Anziano sano: x rievocare info usa familiarità
Anziano con demenza: neanche familiarità.
1. partecipanti studiano lista mescolata di 120 parole e 80 non parole in compito di decisione lessicale
(devi dire se è parola / non parola); è stato detto loro che ci sarebbe stato un test di memoria più tardi x
le parole;
2. scansione fMRI: partecipanti facevano:
a. compito di giudizio percettivo non mnemonico: giudizio vecchio / nuovo sulle parole, e poi dovevano
segnalare la loro sicurezza.
b. compito di memoria di riconoscimento / recollection:
-giovani: attivano di + ippocampo e cortecce parieto temporali, rispetto ai vecchi
-Vecchi: attivano corteccia rinale: area vicino all’ippocampo, è area della familiarità, e cortecce parieto
occipitali, anch’esse di familiarità.
!! In particolare sappiamo che il vecchio non è che non attiva ippocampo e cortecce parieto temporali
(aree del recupero): le attiva anche lui, il problema è che mentre nei giovani tali 2 aree sono MOLTO più
attive quando vedono parole già viste rispetto a quando vedono parole non viste, quindi c’è alto
gradiente x differenziare
≠ nei vecchi: non c’è tale differenza di attività di ippocampo e cortecce parieto temporali quando vedono
parola già vista vs nuova.
Quindi quello che ci interessa è gradiente: differenza di attivazione di ippocampo e parieto temporale
quando ci sono parole già viste o nuove.
Inoltre vecchi si basano su familiarità, no recupero.

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Familiarità: uguale in giovani e vecchi; servono aree rinali e parieto occipitali;
Recupero: giovani ok grz ad aree parieto temporali e ippocampo, vs nei vecchi no recupero.

Recupero: ricordare specifica info contestuale (perso negli anziani)


Familiarità: senso di aver già visto quella cosa, senza dettagli contestuali (c’è anche nei vecchi).

Area Broca: si attiva anche per lingue che non conosci, ma che cervello riconosce come lingua esistente
perché c’è grammatica universale. ≠ per non parole: Broca non si attiva perché non c’è la grammatica
universale che sottostà ad ogni lingua (anche quelle che non conosci).

Connettività del network è ≠:


-vecchio: connessioni tra rinale e le 2 prefrontali
-giovane: connessioni tra ippocampo e parieto temporale nel giovane.

E SE IL COMPITO DIVENTA DIFFICILE?


-STUDIO MATTAY Compito n back
-anziani: 1 back: vanno bene; ≠ 2 back e 3 back: non sanno farlo. Quindi + aumento carico cognitivo e più
fanno fatica i vecchi.
Effetto principale: difficoltà compito: sia x giovani che x vecchi: il 2 back e 3 back sono più difficili.
Altro effetto principale: età: vecchi sono in generale meno bravi dei giovani.

Vecchi:
-1 back: anziano ci prova, quindi attivazione di PFC: compensa.
-2 back e 3 back: PFC si attiva meno, non compensa e prestazione va male.
Non sai se vanno male perché si attiva poco PFC o se dato che si attiva meno PFC vanno male: non sai
relazione di causa effetto.
Quindi nei vecchi: si attiva PFC e compensa SOLO SE carico cognitivo è poco elevato (≠ oltre i 2 back:
non compensano più).

≠ nei giovani: più è difficile il compito (aumenti gli n-back): e + si attiva PFC.

Coordinate: se x è positiva è emisfero dx; se è negativa: emisfero sx.

ATTENZIONE, MEMORIA DI LAVORO E MLT: LA PFC SI ATTIVA SEMPRE CONTROLATERALMENTE?


-CABEZA PFC si attiva sempre controlateralmente? Se sì, serve?
Compiti di:
-WM: devi imparare lista di parole, poi te le ripresento e devi dire se le hai già viste o no.
-visual attention / attenzione visiva: vedi 3 pallini e devi dire quanti ne erano stati presentati
-episodic retrival: ti presento parola nello scanner, dopo devi dire se: la ricordi (ricordi di averla vista: ne
sei certo), o se è familiare (know: si penso di averla vista) o se è nuova.

Accuratezza:
-compito di WM: facile sia x giovani che x vecchi;
-visual attention: facile sia x giovani che x vecchi;
-episodic retrival: vecchi vanno significativamente peggio: dicono “know”: familiarità (si penso di averla
vista) ≠ giovani dicono di più di ricordarla.

Vecchi: vanno meglio nel compito + facile: visual attention: effetto principale di difficoltà del compito.
Inoltre vecchi si appoggiano più su familiarità che su ricordo (vero recupero): vanno peggio.

Giovani: attivano cortecce occipitali, infatti sono compiti visivi.


Vecchi: in tutti e tre i compiti (soprattutto in quello di WM): attivano di + cortecce frontali, e meno quelle
occipitali.  in linea con teoria PASA.

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Compito WM di parole:
-giovani: attivano emisfero sx
-vecchio: attivazione bilaterale: però non sai se compensa: magari sarebbero andati bene anche solo
attivando em sx.

Compito visual attention:


-giovane: attiva em dx
-vecchio: attiva bilateralmente: però non sai se compensa: magari sarebbero andati bene anche solo
attivando em dx.

Compito episodic retrival:


-giovani: attivano ippocampo
-vecchi: attivano giro para ippocampale di corteccia rinale, e non attivano ippocampo. Non sai se

Allora: nel compito di episodic retrival:


-giovani: attivano di + ippocampo
-vecchi: attivano di + paraippocampo / corteccia rinale: quindi si affidano di + a familiarità (e infatti
dicono + spesso “know” dei giovani, che invece dicono di + di ricordare).

MEMORIA IMPLICITA
Studi lista di parole (cane, libro..)
Poi ti presento sillaba “ca” e tu devi completarla: anche vecchio completa con “cane”: ricorda
implicitamente di averla già vista.
Memoria implicita: preservata nei vecchi. ≠ quella dichiarativa: meno preservata.
Unica memoria implicita che vecchi non hanno: priming emotivo: non c’è tale effetto.

ALTERAZIONI ONDE CEREBRALI: EEG DURANTE LA CODIFICA


P300: nei vecchi diventa più frontale e più lenta (di 1 millisecondo e mezzo all’anno).
Più è frontale: e peggio sti vecchi vanno nei test.
N100: negli anziani c’è anche x stimoli distrattori.
N170: cortecce infero temporali.

P1 / P100: onda che permette di focalizzare attenzione su uno stimolo; è onda occipitale. Fa selezione
sensoriale tramite soppressione TOP-DOWN.
Aumenta se vedi faccia di paura, anche se tu non sei ancora consapevole che sia volto di paura: segnala
che devi prestarci attenzione perché è stimolo saliente, arousal.
N1 / N100: orientamento attenzione
P2 / P200: indice di WM, in particolare riflette codifica di info.

-STUDIO FINNINGHAN (lo chiede sempre, e lo vuole in correlazione a studio EEG della 1° lezione) vedi
lista di parole, poi te le ripresento e devi dire se le avevi già viste o no (riconoscimento parole).
-basso carico cognitivo: devi ricordare 4 parole
-alto carico cognitivo: devi ricordare molte parole.

P100: nei giovani è più ampia e meno latente (=onda più veloce), soprattutto se aumenta carico
cognitivo.
Quindi prestano prima, più velocemente, attenzione al compito.
E correla con accuratezza: + è veloce e + sono accurato;
in realtà dal grafico loro hanno messo tutto al negativo: correlazione negativa: - sei veloce e – sei
accurato.
Infatti anziani: selezione attentiva – efficiente.
La P100: x essere utile: deve avere bassa latenza (cioè essere veloce).

N100: + ampia negli anziani, soprattutto se aumenta carico cognitivo.


Non correla con accuratezza: attivano tanto N100, ma non aumenta accuratezza: inefficienza 

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dedifferenziazione.

P200: Più lenta e maggiore nei giovani, perché devi tenere attiva WM x tanto tempo (x ricordare tante
parole).
Correla positivamente con accuratezza: + è lenta e ampia: meglio vai.

Quindi x essere buono: P100 deve essere veloce, mentre P200 deve essere lenta.

Quindi: vecchi sono più lenti ad iniziare processi di attenzione selettiva che sopprimano le info irrilevanti
(P100) x la WM e la codifica (P200).
Tali processi possono contribuire al deterioramento cognitivo nell’invecchiamento.
AUMENTARE CAPACITA’ MNESTICHE CON LA REALTA’ VIRTUALE
-STUDIO DI WAIS
-gruppo sperimentale: 12 h di gioco al pc x 4 settimane, in cui dovevano fare navigazione in labirinto
tridimensionale, devi imparare a orientarti nello spazio.
-gruppo di controllo: orientamento spaziale in realtà bidimensionale, non immersivo.
Subito dopo testano abilità di memoria.
Dopo trattamento di capacità mnestiche (gruppo sperimentale): aumenta capacità cognitive del gruppo
sperimentale rispetto a quello di controllo: + erano diventati bravi a orientarsi nel labirinto, e migliori
erano le capacità cognitive al test dopo.

AUMENTARE CAPACITA’ MNESTICHE CON MUSICA


misura utile x migliorare capacità mnestiche di vecchi.
-STUDIO ABRAHAN valutano 2 tipi di memoria verbale:
-neutra: ti faccio sentire serie di parole neutre (pane, gatto)
-emotiva: ti faccio ascoltare parole emotive
Dopo averti fatto sentire parole (neutre o emotive): fase sperimentale:
-alcuni vecchi: compito di improvvisazione musicale
-altri: riproduzione di ritmi
-condizione passiva: rest: non devi fare niente.
Poi ti richiedo parole di prima: miglioramento significativo di memoria verbale neutra tra i partecipanti,
musicisti e non, che hanno fatto improvvisazione musicale: migliore recupero di parole (ne ricordavano
di + dei controlli).
Questo avviene perché le parole erano presentate in forma uditiva, e il compito di improvvisazione
musicale era acustico: quindi il sentire parole funge da prime: si attivano aree uditive (temporali), e poi
usi stesse aree x compito di improvvisazione musicale. Quindi sono stimolate stesse aree.

Effetto principale dell’essere musicista: se sei musicista ricordi più parole dei non musicisti,
indipendentemente dal fatto che siano parole neutre o emotive, e dal fatto che tu abbia fatto compito di
improvvisazione o ritmi o rest.

-STUDIO WARD Vedi immagini neutre, poi devi richiamarle (ricordarle) (controllo).
Subito dopo è stato indotto stato felice facendoti vedere immagini (es bimbo felice),
seguite da musica, che trasmette emozione corrispondente o no a quella di foto.
Poi richiamo: immagine – musica.
Se musica era congruente con stato em
Poi ti rifaccio vedere immagine e sentire musica.
Poi di nuovo richiamo: immagine: te la ricordi meglio se la musica era congruente con emozione di foto
 effetto priming

-STUDIO CANSINO Nei vecchi:


-ippocampo: funziona meno
-calo connettività di ippocampo con giro paraippocampale e con corteccia cingolata posteriore:
che sono regioni essenziali della rete di recupero.
-maggiore connettività tra ippocampo e varie regioni rispetto ai giovani adulti. Tali nuove connessioni

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che non ci sono nei giovani però non sono funzionali: non gli fa migliorare prestazione.
Tale maggiore connettività è stata interpretate come ricorso all’intensificazione del cervello x superare il
decadimento di memoria (ma non sappiamo se sia compensativo).

TMS E TDCS
-PROBLEMI NEGLI STUDI DI TDCS NELLA POPOLAZIONE ITALIANA TDCS usata x migliorare
memoria, però ne cervello dei vecchi ci sono cambiamenti:
-anatomici
-di connettività
-assunzione farmaci / mix farmaci
-serve consenso informato di caregiver dell’anziano (non facile) o dell’anziano stesso
-effetti avversi di TMS (tecnica che ha 38y)
-ATTIVARE BILATERALMENTE PFC SERVE A COMPENSARE, STUDIO ROSSINei giovani:
-PFC sx: x codificare
-PFC dx: x recuperare.
Spegni PFC dx e sx per vedere se davvero servono una x recuperare e una x codificare.
Per fare ciò usano rTMS (treno di impulsi) inibitoria online.
Compito di codifica: vedi stimoli (immagini) e dici se sono ambientati indoor o outdoor.
Compito di recupero: rievocare stimoli visti.
Risultati:
-se inibisci dlPFC sx: riduzione prestazione di codifica sia in giovani che vecchi;
Allor la sx era necessaria x codificare, sia x giovani che x vecchi.
-se stimoli dlPFC dx: riduzione di prestazione di recupero SOLO nei giovani;
Allora se inibizione di dlPFC dx non fa peggiorare recupero nei vecchi: vuol dire che loro x recuperare
attivano dlPFC bilateralmente: quindi è compensazione (perché attivazione bilaterale fa sì che vadano
bene al compito).
Tale cambiamento di aree in fase di recupero, ovvero attivazione di dlPFC bilaterale x recuperare: inizia
dai 40y.

Nello studio interferiscono con la dlPFC durante fase di codifica o durante recupero di parole.

SUCCESSFUL PSHYSIOLOGICAL AGING AND EPISODIC MEMOORY: A BRAIN STIMULATION


Capacità di apprendimento di nuove info: cala con invecchiamento fisiologico.
Trovano studi dove sono contrapposte prestazioni di anziani e giovani in task:
Vecchi:
-codifica: meno attiva PFC sx e regioni temporo occipitali; xò + attive regioni insulari
-recupero: PFC dx – attiva; xò + attiva PFC sx o cuneo / precuneo.
Da qui nascono modelli:
1. modello HERA: giovani: tendono ad assumere asimmetricamente regioni di un emisfero in un compito
di memoria episodica: in codifica serve PFC sx, e in recupero serve PFC dx.
Però questo è influenzato da fattori come difficoltà del task.
2. Modello Harold: vecchi: tale asimmetria emisferica è generalmente ridotta: attivano PFC
bilateralmente, x compensare.
Infatti studi fMRI dei vecchi: trovano PFC bilaterale attiva sia x codifica che x recupero.

Questo modello Harold è confermato da anziani ad alato rendimento, cioè l’attivazione bilaterale di PFC
coincide con migliore prestazione: alto rendimento.
E quelli a basso rendimento che fanno?
Tale attivazione bilaterale è compensativa o dedifferenziazione (inefficienza)?
H compensazione: usa dx e sx e compito lo fa bene: quindi serve attivazione bilaterale.
H dedifferenziazione:

Però tali studi sono di fMRI, che ha limiti.


Allora studiano rTMS: spengono aree x vedere cosa cambia.
Riprendono studio di Sandrini però usando anziani, e la loro H è che ci sia simmetria emisferica solo x

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anziani ad alto rendimento.

STUDIO SANDRINI: fa studio sui giovani:


2 fasi:
1. encoding / codifica
2. recupero
Ogni fase: 6 blocchi sperimentali, ognuno ha gruppi di coppie di parole.
Compito: ti fanno rTMS intanto tu fissi punto, poi compaiono coppie di parole, poi cerchio verde (segnale
di “go”): devi dire premendo tasto se le 2 parole presentate erano collegate semanticamente o meno; poi
pausa di 7/8 secondi, e poi da capo.
Mi aspetto che se stimolo durante codifica la sx abbia effetto su codifica x giovani,
≠ e stimolare la dx: effetto su recupero dei giovani.

STUDIO MANENTI: riprende studio di Sandrini ma lo fa sui vecchi: ti fanno TMS durante codifica.

Soggetti (solo vecchi) divisi in low e high performance in base a valutazione neuropsicologica che era
fatta prima di fare tutto, e a prestazione alla baseline (senza TMS).
Risultati:
Durante codifica: soggetti a bassa prestazione vanno peggio se stimolata dlPFC sx: tale stimolazione ha
creato interferenza significativa; ≠ vecchi ad alto funzionamento va bene lo stesso.

Nella fase di codifica:


-soggetti a basse prestazioni seguono il modello HERA (che era x giovani): con lateralizzazione
emisferica: dlPFC sx predomina durante codifica: e questo nello studio si vede solo nei vecchi a basso
rendimento, che attivano a sx come i giovani ma con basse prestazioni  non funzionale, ma normale
degenerazione data da invecchiamento.

-soggetti ad alta prestazione: riduzione di asimmetria (attivazione bilaterale): quindi seguono modello
HAROLD: compensano effetti di invecchiamento con attivazione bilaterale di dlPFC: compensazione.

Recupero:
-sia vecchi high che low hanno attivazione bilaterale, e non c’è differenza oggettiva di prestazione tra
soggetti high e low performance; allora dato che anche chi va male ha attivazione bilaterale: non sai se
tale attivazione bilaterale sia compensazione o dedifferenziazione; forse dipende dal tipo di compito.

Quindi:
-codifica: soggetti low performance asimmetria, ≠ vecchi high performance: attivazione bilaterale
(compensazione).
-recupero: vecchi sia high che low performance: attivazione bilaterale.

AUMENTARE LA MEMORIA EPISODICA: IL RECUPERO


Se stimolo PFC migliora recupero?
-MANENTI fanno tdcs anodica o catodica durante il recupero, ad alcuni su frontale, ad altri sul
parietale a dx e sx.
Anziani: x recupero usano sia dx che sx, allora stimolano entrambi gli emisferi.
1. Codifica: sono presentate parole, tu devi dire se sono concrete o astratte (codifica implicita: non ti
dico di ricordarle, ma ti faccio fare compito così le ricordi involontariamente).
2. poi 5 min di pausa
3. Poi recupero: devi dire se sono parole nuove o già viste, intanto ti fanno tdcs (online).

Risultati:
Anziani di controllo (no stimolazione): in generale più lenti e meno accurati.
NON ci sono effetti su accuratezza.
Ci sono effetti solo sui tempi di reazione (velocità di risposta):
-tdcs anodica sul parietale o frontale di sx: migliora tempi di reazione, sia nei giovani che negli anziani;

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-tdcs anodica sul parietale o frontale di dx: migliora tempi di reazione solo nei giovani;
Ma allora perché vecchi recuperano con sx? Potrebbe sembrare strano, in realtà no perché sono parole:
-Giovani: per recuperare parole se le ri-immaginano usando emisfero dx: sia perché per recupero serve
emisfero dx, sia perché se le immagini.
-Anziani: per recuperale parole usano strategie + verbali: emisfero sx (sono parole).
-SANDRINI stimolano con tdcs durante la codifica: se stimoli in codifica ti ricordi di più?
Ti presento parole e poi tu devi fare free recall: dimmi tutte le parole che ti ricordi: il giorno stesso, dopo
3 gg e dopo 1 mese.
Stimolano con tdcs anodica il prefrontale sx (perché dagli studi di prima si era capito che x codificare
serve sx sia in giovani che anziani).
Dal giorno 1 al giorno 3 al giorno 30: tutti dimenticano progressivamente parole.
In particolare ne perdi molte dal giorno 1 al giorno 3, invece dal giorno 3 al 30 c’è poca differenza.
Chi ha fatto tdcs anodica sx: ricorda un po' meglio; allora tdcs anodica anodica su PFC sx: migliora
memoria.

RICONSOLIDAMENTO
Possibilità di cambiare i nostri ricordi.
È la capacità della memoria di tornare a galla per essere modificata.
Se io ti insegno che alla presentazione di una pianta è associato un evento avversivo (shock elettrico):
dopo un po' impari che devi avere paura di pianta (perché nel 70% dei casi seguita da scossa): questa è
nuova memoria.
Dopo 6h: tale memoria è stabile, consolidata.
Però io posso richiamare tale memoria alla mente facendoti vedere pianta 1 volta e senza farla seguire
da scossa: cervello però si aspettava scossa che non è arrivata: errore di predizione.
Se dopo un po' di volte che vedi pianta: arriva scossa: aspettativa corrisponde a realtà e quindi non si
modula memoria.
Se invece la scossa non arriva: incertezza: se entro 6h (in cui memoria resta aperta, a galla): ti do
farmaco (metabloccante) che agisce su memoria, te la fa riconsolidare come NON aversiva.
-STUDIO KINDT
1. giorno 1: acquisizione: ti mostro quadrato rosso associato a scossa, ≠ quello blu no: acquisiscono
Aumenta paura per quadrato che precede scossa (aumenta conduttanza)
Poi tu vai a casa e ci dormi su
2. giorno 2: ti mostro quadrato rosso senza scossa: riapro memoria: incertezza: tu ti aspettavi scossa
dopo quadrato rosso ma la scossa non arriva; ora entro 6h devo darti farmaco:
-ad alcuni do placebo (controlli)
-ad altri do farmaco metabloccante che ti fa riconsolidare quadrato rosso come non aversivo
Ora vai a casa
3. giorno 3: ti mostro quadratino rosso:
-soggetti di controllo (placebo): quando vedono quadratino hanno paura (si conduttanza)
-soggetti sperimentali: quando vedono quadrato rosso NON hanno paura: il farmaco ha cancellato tale
reazione aversiva per quadrato rosso.
Poi ti do 3 scosse:
-soggetti di controllo: ritorna paura estinguere NON cancella memoria, quindi torna paura;
-soggetti sperimentale: NON si riattiva pura per quadrato rosso, anche se ricorda che i giorni prima il
quadrato rosso precedeva scossa  memoria dichiarativa c’è

-STUDIO BORGOMANERI Identico a quello di Kindt ma con rTMS su PFC sx anziché il farmaco (qui no
farmaco).
Giorno 1: acquisizione: ti faccio andare al CNC in una certa stanza e mostro immagine seguita da scossa;
Giorno 2:
-soggetti sperimentali li faccio andare in stessa stanza di giorno 1 e gli mostro foto che era associata a
scossa ma senza essere seguita da scossa: ti apro memoria, e ti faccio TMS**.
-ai controlli detti “no reminder”: non era detto che stavano facendo lo stesso esperimento: era detto “ah
puoi venire oggi al CNC per fare un altro esperimento per una mia collega?” così non si attivava reminder:
stanza diversa, sperimentatore diverso.

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Poi vai a dormire, così nuova memoria (NO paura) si chiude; se non lo mandi a dormire ma testi subito
memoria: non c’è effetto: continua ad avere paura di foto: perché non abbia più paura deve prima
dormire.
Giorno 3: test di memoria: ti faccio andare in stanza di giorno 1 e ti mostro foto che all’inizio era seguita
da scossa ma senza darti scossa: e vedo se hai paura o no (conduttanza).

Nei 3 gg: soggetti dovevano andare sempre alla stessa ora.


** fanno diversi tipi di TMS:
-anodica / catodica su dlPFC sx
-anodica / catodica su dlPFC dx
-occipitale (controllo)

Risultati:
-solo nei soggetti che hanno ricevuto tms in dlPFC dx e sx: non hanno risposta maggiore per stimolo che
prima era associato a scossa rispetto a quello che non era associato a scossa.
Se a questi poi sono ridate scosse: non le associano più all’immagine che prima ti dava scossa.

-STUDIO SANDRINI ri-consolidamento (posso riconsolidare memoria) in anziani senza stimoli aversivi,
ma solo in memoria di lista di parole.
Giorno 1: impari lista di parole
Giorno 2: ti faccio entrare in stanza
-o nella stanza dove il giorno prima hai imparato parole sperimentali: reminder: entrare nella stessa
stanza ti riapre il ricordo: memoria aperta;
-o in altra stanza: controllo: no reminder: non ti riattivo il ricordo perché non entri nella stanza, quindi non
ti riapro memoria;
e intanto ti faccio tdcs anodica (sperimentale) o catodica (controllo) su dlPFC sx.
Giorno 3: torni nella stanza del giorno 1 e ti chiedo parole memorizzate il 1° giorno:
si aspettano che chi il giorno 2 è andato nella stessa stanza del giorno 1 e ha fatto tdcs anodica su
dlPFC sx vada meglio: cioè ricordi meglio le parole.
Non va così:
Risultati:
-tdcs anodica: ti sei dimenticato parole al giorno 3 e al giorno 30, ma non c’è effetto del reminder: essere
entrati o no nella stessa stanza del giorno 1 non ha effetti; ha effetto solo l’aver fatto tdcs anodica su
dlPFC sx;
quindi l’unica differenza è tra chi ha fatto tdcs anodica o catodica, indipendentemente dalla stanza in cui
sei entrato nel giorno 2.
Perché accade questo: perché i nostri soggetti sono vecchi, e il reminder è il contesto (entrare nella
stessa stanza del giorno 1): ma anziani come abbiamo visto prima non prestano attenzione al contesto,
quindi x loro essere entrati o no nella stessa stanza non funge da reminder: non riapre memoria.

-TASSONE raddoppiano numero remainder (ti aprono la memoria 2 volte, non 1).
Giorno 1: anziani e giovani hanno imparato 15 associazioni tra suono, sillaba e parola: es sentono suono
di risata, sentono sillaba “cl” e poi viene presentata parola “clown”; oppure sentono suono di pianto,
sillaba “tr” e parola “triste”
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Giorno 2: 2 gruppi:
a. un gruppo non ha reminder: non sente niente, nessuna parola del 1° giorno;
b. un gruppo sente 1 reminder: 1 sola parola della lista del 1° giorno: sentono “cl” e devono completare
con “clown”  1 apertura di memoria
c. un gruppo sente 2 reminder: 2 parole della lista del 1° giorno: sentono “cl” e devono completare
“clown”, e poi sentono “tr” e devono completare “triste”.  2 aperture di memoria
Giorno 7: sentono risata e devono dire “clown” , risentono pianto e devono dire “triste”
Risultati:
-Vecchi e anziani che hanno fatto 2 remainder (aperto 2 volte la memoria): migliori prestazioni di chi ha
fatto 0 o 1 remainder;
-chi ha fatto 1 solo remainder ha prestazioni uguali a chi ne ha fatti 0. Quindi 1 solo remainder non serve:
è come farne 0.
Qui non c’è contesto.
Nel fear conditioningn non puoi fare 2 remainder perché si innesca estinzione,
≠ nei compiti di memoria (come questo): più parole ripresenti e meglio vai.

AUMENTARE DENOMINAZIONE
Anziani: problemi di denominazione.
STUDIO ROSS: soggetti dovevano guardare immagini di volti famosi o paesaggi, e richiamare il nome.
Se stimoli lobo temporale anteriore (ATL):
-giovani: migliori denominazione di volti se stimoli lobo temporale anteriore dx, ≠ peggiori se stimoli sx
-vecchi: migliori denominazione volti se stimoli lobo temporale sx.

CERVELLO DIVERSO CREA EFFETTI DIVERSI DELLA STIMOLAZIONE


Se fai stimolazione theta burst (TMS a 50Hz: molto forte) sul parietale sx:
-giovani: aumenta connettività di rete ippocampale (tra ippocampo e regioni correlate); migliora
memoria;
-vecchi: aumenta connettività di tutto il cervello senza essere selettivo: diffusività, cervello dei vecchi è
organizzato male.
Inoltre nei vecchi: no effetti su memoria.
Quindi stimolazione TMS: non ha stessi effetti su giovani e vecchi.
 dedifferenziazione: nei vecchi si attiva tutto a cazzo

RIASSUNTO
-vecchi hanno problemi di memoria dichiarativa soprattutto episodica ma intatta memoria implicita
(completamento frammento: c’è fear conditioning, c’è priming MA NON quello emotivo);
-deficit di memoria nei vecchi è dato da una riduzione dell’attività dell’ippocampo ed in aree medio
temporali e ad un’attivazione frontale (PASA)
-l’iperattivazione frontale è bilaterale quando dovrebbe essere sx x codifica e dx x recupero (HAROLD)
-anziani mostrano ridotto controllo cognitivo (effetto del contesto: capra delle nevi)
-anziani mostrano deficit di WM, maggiore è la difficoltà del compito
-anziani hanno minore selezione attentiva (P1), capacità di codifica (N2) e di utilizzo delle risorse
cognitive (P300).
-l’uso della stimolazione cerebrale non invasiva su cortecce fronto temporali si è vista efficace per
migliorare le prestazioni di memoria.

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SISTEMA MOTORIO
STUDIO SMITH: vecchi dovevano manipolare 4 oggetti (prima uno poi l’altro) che sono dentro ad una
teca di plastica.
I 4 oggetti, presentati uno doppo l’altro, sono di difficoltà crescente.

Risultati:
-Compito facile (A: primo a sx): dai 60y in poi: l’aumentare di età aumenta tempo richiesto x svolgere
compito: raggiungere, afferrare e sollevare oggetto; aumento di tempo di 8 millisecondi all’anno.
-Compito difficile (D: quello più a dx): dai 60y in poi: aumentare di età aumenta tempo x svolgere compito,
ma qui peggiora di più che nei compiti facile: rallentamento 10 volte maggiore, di 90 millisecondi all’anno.
Quindi: movimenti di piccoli oggetti sono nella media 2 volte più lunghi negli anziani (in media 68y).
Inoltre l’oggetto da afferrare può essere:
-piccolo: compito motorio fine (singole dita: es prendere chicco di riso);
-grande: compito motorio grossolano (tutta mano: es prendere tazza).
Risultati: difficoltà in compiti motori fini e grossolani:
-Prestazioni motorie fini: migliori con mano dominante in tutte le età;
-vecchi e giovani differiscono nelle prestazioni fini e grossolane:
 Effetto di difficoltà del compito su misure fini: + compito è difficile (D) e più vanno male
(lenti), solo x manipolazione fine;
 Invece se manipolazione è grossolana: anziani vanno sempre peggio: sempre rallentato.
-Non c’è effetto del compito.
-no differenze di genere

ANZIANI HANNO MENO FORZA


STUDIO FRONTERA: La forza di tutti i gruppi muscolari era significativamente inferiore (tra 18 e 21% in
meno) negli uomini e nelle donne (65-78y) rispetto a donne e uomini di 45-50y.
La massa muscolare xò spiegava tali differenze di età, che scomparivano una volta tenuta in
considerazione questa variabile (3.6 -10% in meno).

CAMBIAMENTI ANATOMICI NELL’ANZIANO


Corteccia motoria e somatosensoriale primaria di vecchi: atrofia di materia grigia e perdita di sostanza
bianca.
Ridotto volume corticale / spessore in corteccia premotoria, motoria primaria, e parietale: suggeriscono
che ci sono meno neuroni corticali disponibili x pianificare i movimenti e interpretare le info sensoriali
ricevute durante il movimento.
Strutture sottocorticali che elaborano il movimento e le relative info sensoriali, in particolare il cervelletto
e i gangli della base, mostrano anche perdita di volume di materia grigia con l’età, che può contribuire ad
un compromesso controllo del movimento degli arti superiori.
STUDIO SALET: Più cervello è grigio e peggio è: assottigliamento cervello.
Atrofia (perdita di neuroni e assottigliamento): anche in corteccia motoria.  cambiamenti anatomici
anche in cortecce motorie.

MAGGIORE ATTIVAZIONE CORTICALE PER LO STESSO COMPITO


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Giovani: per muovere mano dx: si attiva corteccia sx: che ti permette di muovere mano dx E spegne la
corteccia dx.
STUDIO WARD: compito di impugnatura isometrico, dinamico, variando la forza ed usando la mano
dominante e non.
Anziani:
-disattivano meno la corteccia motoria primaria ipsilaterale della mano da muovere (- inibizione
transcallosale),
-avevano molte più aree attive di emisfero sx, come il solco centrale, coinvolto nel mantenere
l’attenzione x la prestazione motoria che spiegherebbe l’uso di maggiori risorse neurali degli anziani x
ottenere stessa prestazione.
Quindi vecchi: maggiore attivazione cerebrale x stessa prestazione di giovani.

MEP
MEP: media tra inibizione ed eccitazione
SICI: ti dice quanto sistema è inibito.
Nell’omuncolo: mano ha grande rappresentazione perché ti servono movimenti fini e la usi spesso.,

Tempo di conduzione centrale: tempo che ci mette impulso x passare da corteccia motoria primaria alla
mano, quindi tempo che passa dalla schicchera al movimento mano.
Nel grafico: movimento mano è quello con quadrato giallo: è il MEP; +il MEP è grande: più mano si è
mossa, e quindi più sistema motorio è stato eccitato.
la schicchera è la barra nera alla sx del quadrato giallo.

PARAMETRI REGISTRATI CON TMS


Utili in anziani x vedere se i MEP (potenziali evocati motori) si modulano e se sistema motorio è
eccitabile.
Vedi:
1. soglia motoria a riposo:
2. ampiezza di potenziali evocati motori ad una certa intensità della macchina: MEP riflettono
l’eccitabilità del sistema corticospinale.
3. short intracortical inhibition: SICI  riflettono l’eccitabilità dei circuiti inibitori gabaergici corticali;
4. intracortical facilitatio: ICF  riflettono eccitabilità di circuiti eccitatori glutammatergici
5. central motor conduction time: CMCT riflette integrità del ratto corticospinale;

Studi selettivamente interneuroni motori e eccitatori.


MEP da solo non ti dice se stai usando interneuroni eccitatori o inibitori: ti dà una media.
Allora tu per scoprirlo (se sono eccitatori o inibitori): prima di dare impulso TMS che genera attivazione
di sistema sottocorticale di 1 millivolt, dai altra scarica: ottieni effetti ≠ in base al tempo che fai passare
tra le 2 scariche:

-Se intervallo tra 2 stimoli di TMS è breve: quindi 2 stimoli ravvicinati, cioè tra 1 e 6 millisecondi: ti aspetti
39
inibizione, cioè il MEP diventa più piccolo;

-Se intervallo tra 2 stimoli di TMS è più lungo: quindi 2 stimoli più distanziati, cioè oltre i 10-15
millisecondi: ti aspetti facilitazione, eccitazione.

ANZIANI HANNO RIDOTTA ECCITABILITA’ CORTICOSPINALE


-STUDIO OLIVIERO: L’ampiezza dei potenziali evocati motori (MEP) è significativamente più piccola nei
vecchi rispetto ai giovani.
Tali cambiamenti di fenomeni eccitatori sono forse dati dai cambiamenti dati da invecchiamento nella
corteccia motoria e nel midollo spinale.
L’ipoeccitabilità potrebbe essere data da perdita di motoneuroni corticali e spinali, e al declino di sistema
neuromuscolare.
Tale declino: causa di deficitarie prestazioni fisiche in vecchi.

-STUDIO MEP LINGUA: Registri potenziali evocati motori dalla bocca, mentre soggetti vedono qualcuno
parlare.
-MEP (media tra inibizione ed eccitazione): aumentano: perché ti viene da simulare ciò che vedi (l’altro
che parla ti spinge a imitare suo gesto).
Però:
-SICI (ti dice quanto sistema è inibito): aumenta, perché tu se vedi uno parlare NON devi muovere bocca;
quindi deve esserci aumento di inibizione per non farti muovere labbra.
Risultati:
-vecchi hanno MEP più piccoli: perché ci sono meno motoneuroni (atrofia).

-STUDIO PITCHER: + stimoli forte con TMS e più ti aspetti grandi MEP, ma aumento di MEP non è lineare:
ma sigmoide (ad una certa raggiunge platò).
Nei vecchi serve maggiore intensità di stimolazione di TMS x evocare MEP di stessa ampiezza dei
giovani: maggiore intensità di stimolazione x evocare stesso movimento di giovane.
Se nel giovane stimolando a 30HZ genere un certo MEP, nel vecchio per ottenere stesso MEP devi
stimolare molto di più.
Tali differenze: forse date dal fatto che nei vecchi c’è numero ridotto di motoneuroni spinali attivati in
sincrono, o all’attivazione di stesso numero di motoneuroni in modo meno sincrono.
Perché sei vecchio e ti sono morti neuroni: quindi ti serve più stimolazione; ma una volta che la stimoli
funziona come i giovani.

INIBIZIONE E FACILITAZIONE INTRACORTICALE (SICI E ICF) NON SUBISCONO CAMBIAMENTI


DURANTE INVECCHIAMENTO
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STUDIO DEGARDIN: Dimostra che SICI e ICF: preservati con invecchiamento
STIMOLAZIONE NERVO MEDIANO E TMS CORTICALE: PAS
La grandezza dei MEP: è aumentata dal PAS nei giovani e nell’età media, ma non negli anziani;
e il cambiamento era negativamente correlato con l’età.
PAS = 240 coppie di stimoli ogni 5 secondi x 20 minuti, ISI 25 ms.
M1: riduzione plasticità corticale dipendente dall’età.
riduzione di plasticità: causata forse da reattività attenuata di circuiti intra corticali in M1 e/ o da
un’interrotta integrazione sensomotoria all’interno del loop gangli talamo corteccia.
-STUDIO FATHY: neuroplasticità alterata.
Per 240 volte faccio prima stimolo elettrico al nervo mediano, e poi TMS (stimolo cervello).
Alla fine il potenziale evocato motorio diventa più grande:
-giovani: accoppiamento di stimolazione nervo mediano - TMS: aumenta eccitabilità corticale: aumenta
MEP;
-vecchio: non c’è tale effetto: riduzione di plasticità corticale dato da età: non integra effetti di tali segnali,
sensoriale e motorio.

ANZIANI MOSTRANO ATTIVAZIONE IPSILATERALE


-STUDIO MCGREGOR diverso pattern di attivazione cerebrale legato all’età durante movimenti motori
unimanuali.
Giovani: deattivazione di corteccia ipsilaterale,
≠ anziani: attivazione corteccia motoria ipsilaterale.
In generale:
-corteccia motoria controlaterale: si attiva sia nei vecchi che nei giovani,

-corteccia motoria ipsilaterale:
 Giovani: la disattivano
 Vecchi: non la disattivano, perché la controlaterale non disattiva la ipsilaterale dato
deterioramento di coprpo calloso.

-STUDI VERSTYNEN anche giovani attivano ipsilaterale, ma SOLO SE il compito è molto difficile: tanto
difficile che la controlaterale non basta più, e quindi attivazione di ipsilaterale serve x compensare.
Nell’esperimento dovevano fare compito di difficoltà crescente:
-movimenti ripetuti di singolo dito
-movimenti sequenziali di 4 dita
-movimenti non sequenziali (tipo suonare piano).

-compiti facili:
 Giovani: si attiva solo controlaterale;
 Vecchi: si attiva anche ipsilaterale.

-compito più complesso:


 Giovani: si attiva anche x loro la corteccia ipsilaterale: proprio perché è difficile: deve compensare
 Vecchi: si attiva ipsilaterale sempre di più quanto più compito è difficile.

Allora si chiedono: forse nei giovani x compiti difficili si attiva ipsilaterale perché sono compiti dove
servono più dita: ma non era così: hanno fatto esperimento di controllo (tapping con numero crescente
di dita) e hanno visto che l’attività ipsilaterale di M1 sx è specifica x movimenti complessi e non dipende
dal n di muscoli richiesti.
Quindi: attivazione ipsilaterale non era dipendente da quanti muscoli dovevi attivare x fare movimento,
ma solo da complessità del compito.
Quindi emisfero sx: ruolo prominente nell’eseguire movimenti complessi indipendenti da natura
sequenziale del compito.

L’attivazione x movimenti ipsilaterali è + anteriore, laterale e ventrale, rispetto al locus per movimenti
controlaterali: l’attività ipsilaterale riflette una rete di neuroni all’interno del giro precentrale, che sono
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distinti da quelli associati al controllo di movimento controlaterale.

-STUDIO TALELLI Anziani: attivazione ipsilaterale sempre, ma ancor di più quando sono movimenti
complessi.
Anziani non sanno inibire emisfero ipsilaterale x compiti facili perché c’è deterioramento dato da età di
corpo calloso.
Anziani: minore è l’inibizione interemisferica e maggiore è attivazione ipsilaterale, ancor di più se i
compiti sono complessi.
Inoltre anziani: spostamento di attività della corteccia sensomotoria controlaterale verso la parte
rostrale di PMV / BA44.
Nel cervello dei vecchi: gli input esistenti x M1: possono essere insufficienti x generare un output ai
neuroni motori del midollo spinale quando sono necessarie forze maggiori (compito di hand grip: di
prensione).

Hanno fatto TMS x vedere relazione tra M1 di dx e di sx.


Spengono M1 dx con TMS inibitoria (<5hz):
-Giovani:
 MEP di M1 dx: più bassi (l’hai spenta)
 MEP di M1 di sx: più alti: perché non è più inibita dalla corteccia di dx (che ho inibito con TMS).
-Vecchi:
 MEP di M1 dx: non sono più bassi: quindi M1 di dx non si è inibita  ridotta plasticità corticale
 MEP di M1 di sx: si attiva di più della dx, ma non si è eccitata significativamente (perché non
significativamente ≠ da 0), quindi M1 sx non si è eccitata.  ridotta comunicazione
interemisferica
Quindi TMS inibitoria su M1 di dx noi vecchi non ha fatto effetto.

-STUDIO BASHIR nei vecchi:


-no differenze d’età nello spessore corticale.
-l’emisfero di dx è meno eccitabile alla baseline, quindi
 MEP: più bassi alla baseline.
 TMS: meno efficace.

Qui fanno rTMS inibitoria di 1Hz su M1 dx (mano NON dominante): ti aspetti effetti su mano sx;
-mano sx: inibizione sia nei giovani che nei vecchi: aumento tempi di reazione (hai spento corteccia
motoria che comanda mano sx)  anche se non vedi effetti nel cervello (TMS non ha funzionato: MEP
non indicano che corteccia dx è inibita), però i tempi di reazione sono significativamente più lenti, quindi
C’È effetto comportamentale
-aumento di tempi di reazione nei vecchi x mano dx (≠ giovani no).

rTMS ha aumentato eccitabilità dell’emisfero dominante non stimolato (sx) che correla negativamente
con l’età: ridotta integrità di corpo calloso.
La sx nei vecchi si eccita sempre meno quanto più sei vecchio  correlazione con età.

-STUDIO DI HOFF
Si chiedono cosa accade se migliori capacità motorie con stimolazione cerebrale non invasiva: tDCS
anodica su M1 dx, combinata all’uso di mirror visual feedback: MVF (usato x arto fantasma).

Gruppo 1: fai compito MVF e intanto ricevi stimolazione anodica in M1 dx


Gruppo 2: fai compito MVF e intanto ricevi stimolazione sham
Gruppo 3: ricevi solo stimolazione anodica in M1 dx, no compito  gruppo di controllo

1. Baseline: x 1 minuto devi far ruotare più volte possibile una pallina in senso antiorario in mano sx;
2. Trial: mano sx ferma, mano dx dentro a scatola: devi fare rotazione di palline in senso orario x 1 min,
poi 1 min pausa, poi 1 min rotazione: per 10 volte, per un totale di 20 minuti.
Tu però la mano dx non la vedi direttamente, vedi solo il riflesso della tua mano allo specchio, così ti
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sembra la mano sx: perché è riflesso allo specchio.
Quindi: io ti stimolo emisfero di dx che in teoria eccita mano sx che tu però non stai usando, MA a te
pare di usare mano sx: perché riflesso allo specchio di mano dx te la fa sembrare mano sx.
( si usa di solito con arto fantasma perché così lo inganni: lui vedendo riflesso di mano che ha nello
specchio, a lui sembra la mano che non ha).
3. trial: rifai compito con mano sx, NO stimolazione x nessuno, x vedere se migliori.
Loro studiano performance della mano sx:
-tutti migliorano x effetto di allenamento,
-chi ha fatto sia tDCS anodica su M1 che il compito (gruppo 1): migliora con mano sx più degli altri (più
di quelli della sham e quelli che hanno fatto solo tDCS senza compito); ricorda: mano sx non fa MVF.
Chi ha ricevuto solo tDCS anodica senza tringing: NO miglioramento significativo di prestazione con
mano sx.

4. Trial: il giorno dopo la tDCS ritestano soggetti che hanno fatto il giorno prima tDCS anodica su M1
mentre facevano MVF (gruppo 1) e quelli della sham (gruppo 2): (nel trial 4 non ti rifanno tDCS):
emerge che solo i soggetti del gruppo che ha fatto sham (gruppo 2): mostrano miglioramento di
prestazione rispetto al giorno prima (confrontano i dati degli stessi gruppi del giorno 1 (trial 3) e del
giorno 2 (trial 4): solo chi ha fatto sham era migliorato rispetto ai risultati del giorno prima dello stesso
gruppo); quindi c’è stato miglioramento durante la notte: off-line: hai consolidato memoria.
Questo però è effetto apprendimento, quindi questo miglioramento non è significativo;
il miglioramento significativo è quello del trial 3: gruppo che ha fatto tDCS anodica + MVF: migliora con
mano sx.

Però questi miglioramenti sono sulla mano sx, non sulla dx: la mano dx è quella con cui hanno fatto il
compito di MVF; però noi abbiamo fatto tDCS anodica su M1 DX: che controlla mano sx.
Quindi: loro hanno fatto compito con mano dx, ma vedendola solo riflessa allo specchio a loro sembrava
mano sx: c’è stata generalizzazione (è lo stesso principio che usi per “ingannare” pz con arto fantasma).

ANIZANI BENEFICIANO DI ESERCIZIO FISICO


Anziani sedentari: attivano ancor di più M1 ipsilaterale quando non serve rispetto ad anziani che fanno
sport.
Anziani che fanno allenamento aerobico x 4 mesi: miglioramento significativo di funzioni cognitive in
test neuro psicologici. In particolare migliorano funzioni frontali.
-VOSS: Vecchi che hanno camminato x 12 mesi (attività aerobica per 12 mesi):
-migliora plasticità di connessioni cerebrali
-migliora connettività funzionale (efficienza) di default mode network
Quindi non serve fare attività intensa, ma basta farla per tanto tempo (prolungata nel tempo, come 12
mesi).
-STUDIO DI LENZE, 2022: testano vecchi e vedono che NON ci sono differenze tra chi fa e non fa
esercizio fisico:
-né nei compiti di memoria episodica, funzioni esecutive
-né per quanto riguarda volume e di spessore di ippocampo e dlPFC: quindi no ≠ in come sono modulate
aree corticali,
né dopo 6 mesi né dopo 18.

ANZIANI BENEFICIANO DI VIDEOGIOCHI


-STUDIO MAILOT: Fare training motorio con videogiochi 1h a settimana x 12 settimane:
-miglioramento prestazioni motorie
-miglioramento cognitivo: di funzioni esecutive
-migliora velocità di processamento.

INFLUENZARE NEI GIOVANI IL CONSOLIDAMENTO DI ABILITA’ MOTORIE TRAMITE tDCS


-STUDIO REIS: Compito: c’è quadratino al centro dello schermo, tu in mano hai un aggeggio: per muovere
quadrino verso dx devi stringerlo, per muoverlo a sx: lo devi lasciare.
L’obiettivo è muovere questo quadrino per raggiungere col quadrino stesso delle altre barre che ti

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compaiono nello schermo.
Mentre fai compito, x 5 giorni, fai tDCS anodica (eccitatoria) su M1 sx ≠ i controlli fanno la sham.
Poi ti testano dopo alcuni giorni: ti fanno rifare compito SENZA tDCS:
-se hai fatto tDCS anodica: migliori di più di chi non l’ha fatta.
Quindi gli effetti perdurano nel tempo, e dopo 85gg gli effetti di tDCS anodica ci sono ancora.
-ZIMERMAN: lo fa nei vecchi.
Fai compito per 5 volte (5 blocchi, però ora nello stesso giorno) intanto ti fanno tDCS online come prima,
e ti testano dopo 90 minuti e dopo 24h con compiti diversi:
-effetti di tDCS anodica ci sono ancora sia dopo 90 minuti (90 min dopo che hai finito i 5 blocchi) che
dopo 24 h.
Inoltre in questo studio vedono che più sei vecchio e più migliori con tDCS.
Inoltre anziano beneficia da subito di tDCS: anche mentre fa il compito.

NEUROPLASTICITA’ NELL’ANZIANO
-STUDIO FARNAD: Nei vecchi non serve alta intensità di corrente di tDCS x vedere effetti sul sistema
motorio (MEP): se la fai per 15, 20 o 30 minuti: gli effetti sono visibili già dai 15 minuti.
Quindi MEP: modulati a prescindere da intensità e durata di tDCS.

-STUDIO DUMEL:
1. Partecipanti dovevano fare PPT task (perdue pegboard test): hanno griglia in cui inserire pioli più
velocemente possibile (tipo gioco da bimbi).
2. 5gg di tDCS anodica o sham su M1 mentre fanno un task SRTT
3. Rifanno compito PPT

Risultati:
-chi ha fatto tDCS anodica: migliora nel fare il SRTT task nel gg 3, 4, 5, 6, 7 (quindi dopo qualche giorno di
tDCS);
-chi ha fatto tDCS anodica: migliora anche nel PPT task: ma ricorda che loro erano stimolati durante
l’altro compito (SRTT), però migliorano anche in questo compito: migliorano a livello motorio in generale,
non solo nel compito che hanno allenato e durante il quale erano stati stimolati.
Quindi qui migliorano per effetti additivi di: allenamento motorio E per tDCS.

-STUDIO FIORI: studio “dual coil” / “pared puls”.


Su tu dai solo un impulso su M1: evochi potenziale evocato motorio: mano che si muove; mano che si
muove: MEP grandi 100%.
Però se tali potenziali sono preceduti da impulso su altra area, in tal caso pIFG: influenzi MEP su M1.
Quindi:
1. dai impulso su plFG
2. dopo 40 o dopo 60 msec dai impulso su M1.

-se il 1° impulso precede quello su M1 di 40msec: inibisce potenziale su M1.


-se il 1° impulso precede quello su M1 di 60msec: eccita potenziale su M1
Studi come cambiano potenziali motori su M1 se prima stimoli plFG.

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Così mappi connessioni di aree tra sistema motorio: scopri in che tempi comunicano aree del sistema
motorio: quindi ad es quanto ci mette segnale per arrivare da plFG a M1.
Tempi che ci mettono 2 aree a comunicare, cioè quanto ci mette segnale x andare da un’area all’altra: ISI:
intervallo interstimolo.

-STUDIO RIZZO 2009: è il 1° studio di ccPAS: cortico cortical pared associative stimolation.
Scopre che segnale per andare da corteccia motoria sx a motoria dx: 8millisecondi.
-Se stimoli una volta M1 di sx, e dopo 8 millisecondi M1 di dx (in tale ordine: prima sx poi dx): inibizione
interemisferica: cala MEP: le 2 cortecce si parlano in modo inibitorio: interemisferic inibition.
-Se però lo fai per 90 volte (90 coppie): stimoli M1 sx e dopo 8 millisecondi M1 dx: cala inibizione:
aumento eccitabilità corticospinale (plasticità), quindi migliorano nel fare compito motorio con mano sx
(perché hanno stimolato emisfero sx x primo, e ciò ha condizionato il 2° impulso, che è su emisfero dx,
ed emisfero dx ha effetti su mano sx).
Lo fanno con la sx perché essendo giovani: sono già bravi con la dx (sono destrimani): quindi vogliono
vedere che accade su sx.
Effetto dura 60 minuti.

-STUDIO FIORI: Partono da studio di Rizzo.


Connettività tra premotoria e motoria: serve x pianificare movimenti fini.
1. Tutti i soggetti fanno sia compito sperimentale che di controllo:
-Compito sperimentale HPT: difficile, movimenti fini: serve connessione premotoria-motoria
-Compito di controllo: non richiede connessione tra premotoria e motoria perché molto semplice.
2. Poi ccPAS:
-alcuni sham
-altri ccPAS x 90 volte di coppie prima su premotoria e poi motoria
-altri ccPAS inversa x 90 coppie: prima motoria poi premotoria
3. Poi rifanno compito (sperimentale o controllo).

Risultati: Soggetti che hanno fatto ccPAS prima su premotoria e poi motoria:
-migliorano molto SOLO NEL COMPITO SPERIMENTALE sia subito dopo ccPAS che dopo 30 minuti.
-nel compito di controllo non migliorano.

La ≠ tra ccPAS e dual coil è:


-dual coil: stimoli le 2 aree una sola 1 volta: 1 coppia: prima stimoli 1 volta premotoria poi motoria 1 volta:
così non cambi modo in cui comunicano: non modifichi plasticità, ma scopri solo che tempo serve
perché segnale vada da premotoria a motoria,
-ccPAS: stimoli per 90 coppie di volte: in tal modo tu CAMBI plasticità: modo in cui comunicano le due
aree.

-STUDIO TURRINI 2023: riprende studio di ccPAS su premotoria- motoria dei giovani, però lo fanno negli
anziani:
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-ridotta plasticità
-ridotta destrezza manuale e lentezza
-riduzione volume e densità
Se stimoli con ccPAS la premotoria ventrale (PMv) e M1 migliorandone la comunicazione: migliora
destrezza manuale nei vecchi?
ccPAS: si rifà alla plasticità Hebbiana: se 2 aree si interconnettono in un intervallo interstimolo ben
definito: comunicano meglio, quindi migliorano prestazioni.

1. training
Soggetti giovani e vecchi destrimani, fanno tutti 2 task:
-task sperimentale: nine hole peg task: devi inserire pioli nella griglia e poi toglierli più velocemente
possibile co mano dx. Compito motorio fine: servono connessioni tra premotoria e motoria;
-task di controllo: cRT: devi premere + velocemente possibile il tasto del pc con indice o medio a
seconda che sullo schermo ci sia numero 1 o 2. Non sensibile a modulazione tra premotoria e motoria.
2. ccPAS: 90 coppie di impulsi da premotoria sx a motoria sx: compito con mano dx; 0,1 Hz.
ISI (intervallo interstimoli): 8 millisecondi (connessioni dirette: perché 8 msec è connessione diretta: è
poco tempo).
Usano neuronavigazione x trovare area premotoria.
Per trovare M1: usano potenziali evocati motori: ti metto elettrodo sul dito, fai TMS: se sul tracciato
elettromiografico vedi l’impulso e la mano si muove: stai stimolando M1.
3. rifanno il task post 0 (subito dopo ccPAS) e post 30 (30 min dopo).

Risultati:
1. alla baseline:
-diversi tempi di reazione: giovani più veloci (sia nel test sperimentale che controllo) dei vecchi.
-no ≠ di accuratezza.
-no ≠ di intensità minima necessaria x generare MEP.
2. dopo ccPAS:
-solo nei giovani: aumenta ampiezza MEP dopo 90 coppie di impulsi: potenziale evocato motorio;
≠ nei vecchi: NON aumenta ampiezza MEP: no plasticità.
3. comportamentali dopo ccPAS:
-non migliorano nel compito di controllo: non serve connessione premotorio-motorio x farlo
-SOLO giovani migliorano dal pre al post 0 e dal pre al post 30 nel task sperimentale: quindi migliorano
nel post ccPAS, sia subito dopo (post 0) che 30 minuti dopo (post 30). ≠ anziani non migliorano.
-anziani: ne diventano più bravi nel task, ne cambiavano i potenziali evocati.
-alcuni anziani: aumentano MEP, e in questi migliora anche la prestazione  in certi vecchi ha
funzionato la ccPAS.

Forse la ccPAS non ha funzionato negli anziani perché l’ISI (8msec) è troppo poco per devi vecchi: in
anziani forse aree comunicano più lentamente: quindi devi andare a scoprire l’ISI: in che tempistiche
comunicano certe aree.

-STUDIO KAMINSKI 2022: usano test dei pioli nella griglia (utile per destrezza manuale).
-Mentre soggetto fa task dei pioli con mano sx: loro gli fanno tDCS anodica (eccitatoria) su M1 dx (così
ha effetto su mano sx)
Risultati: chi ha fatto tDCS anodica + training con mano sx:
-migliora prestazione sia con mano sx (allenata: quella con cui facevi task) che dx (perché usano
corteccia motoria bilateralmente).
Tale miglioramento: durava 45 minuti.

-STUDIO TURRINI 2023: trovano declini nei vecchi:


-di memoria breve termine e lungo termine,
-capacità numeriche,
-capacità di ragionamento, soprattutto l’inibizione.

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Per prevenire invecchiamento:
-peggiora velocità di elaborazione a causa di peggioramento di integrità sostanza bianca: per migliorare
fai attività fisica
-peggiora ragionamento: interruzione del DAN: per prevenirlo: training cognitivo e stimolazione (TMS)
-peggiora memoria x atrofia mediotemporale e interruzione default: x prevenire alleni memoria
-peggiorano abilità numeriche e spaziali x interruzione FPC: x prevenire fai stimolazione (TMS) e training
cognitivo.

RIASSUNTO ANZIANI
-Anziani: più lenti e hanno meno forza nell’eseguire i movimenti soprattutto quando il compito è
complesso.
Questo è dovuta ad un’atrofia delle cortecce motorie, premotorie e sottocorticali che risulta in una
ridotta eccitabilità corticospinale ed alterata conduzione (vedi PAS).
-i problemi motori negli anziani sono nei compiti che impliano prestazioni motorie fini e grossolane, nei
compiti che coinvolgono gli arti superiori ed inferiori.
-gli anziani mostrano però delle iperattivazioni, soprattutto della corteccia ipsilaterale, dovuta ad una
riduzione dell’inibizione interemisferica, che potrebbe interferire con la corretta esecuzione del compito.
-gli anziani hanno diverse tempistiche per le connessioni corticocorticali nelle aree motorie
-l’attività fisica e la stimolazione cerebrale non invasiva si sono viste efficaci (?) nel modulare le
attivaazioni corticali (risparmio dell’inibizione interemisferica), acquisire e ritenere nuove memorie
motorie, migliroare la forza e la precisione dei movimenti.

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NEUROSCIENZE MODULO MOLINARI

DISTURBO COGNITIVO SOGGETTIVO (SCD)

Disturbo percepito dal soggetto di un suo deficit cognitivo, ma non oggettivabile: non emerge dai test:
ha prestazioni normali (per questo “soggettivo”), e il funzionamento nella vita ecologica è normale.
È un’alterazione percepita dal soggetto di un proprio deficit cognitivo: penso di aver un deficit di
attenzione, soggettivamente lo avverto, ho la sensazione di esser meno performante, senza che sia
successo niente.
Sono soggetti che chiedono di essere visitati, ma l’esito sarà nessun deficit.
-CRITERI
-persistente esperienza soggettiva di declino rispetto a livello precedente di funzionamento non correlata
ad un evento acuto
-prestazioni normali ai test cognitivi.
-CAUSE a volte è dato dal fatto che il soggetto ha patologie concomitanti (es ansia, disturbo tono
umore, disturbi somatoformi), quindi pensa di avere SCD.
Altre volte non c’è causa evidente del SCD: può andare incontro a risoluzione spontanea, o essere l’inizio
di altra patologia: indicatore di rischio di sviluppare altra patologia.

Se ci sono ragioni che possono giustificare presenza di SCD: devono essere dette al pz possibili origini
del disturbo, un possibile trattamento.
Se non ci sono cause evidenti di SCD: devi spiegare al soggtto che SCD è associato a maggior rischio di
futuro declino cognitivo, che però può risolversi spontaneamente.

Utile indicare strategie ed esercizi x la mente, invitarli a controllare fattori di rischio fisiologici.

-EPIDEMIOLOGIA
Tra le persone di più di 60y: il 25% dice di avere SCD.
Dopo i 70y: va dal 50 all’80%.
Quindi sensazione soggettiva di esser meno performante tende ad aumentare a aumentare età.

Prevale in:
-Maschi,
-persone a bassa scolarizzazione,
-in contesti socioculturali di medio reddito.

VA STUDIATO PERCHÉ
1. ti può permettere di studiare associazione tra SCD e AD preclinico.
2. Dopo 4y e ½ il 14% sviluppa demenza,
e il 27% ha quadri di MCI: disturbo diventa oggettivo (valutabile con test).
3. prevenzione primaria: attività / azioni / interventi volti ad evitare l’insorgenza, ovvero l’incidenza di
malattie in persone
4. Prevenzione secondaria: attività / azioni / interventi finalizzati a raggiungere una diagnosi precoce
della malattia quando è ancora in fase asintomatica (cioè non ha ancora sintomi, ma la malattia c’è).

COME INDAGARNE LA PRESENZA


Questionari:
1. cognitive change index: + usato, fai 20 domande al soggetto e al familiare, i quali su scala likert
devono dare giudizio di sé: delle proprie performance cognitive di ora rispetto a 5y fa.
2. cognitive function index
3. cognition questionarie
4. intervista / colloquio

No strumenti Gold Standard: cioè quelli riconosciuti da tutta la comunità scientifica, e che sono i migliori
x studiare ciò che vogliono studiare.
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Serve una valutazione formale accurata (no test di screening).

3 PERCORSI DI EVOLUZIONE SCD


1. reversibile: col tempo svanisce;
2. stabile: invecchi e ti pare che le tue prestazioni cognitive, ad es memoria, siano peggio di prima, anche
se non è oggettivata (con test), ma non peggiora: resta appunto stabile.
3. ingravescente: sviluppi deficit oggettivi e quadri clinici che vedremo.

CARATTERISTICHE DEL SCD CHE SUGGERISCONO UN SUCCESSIVO DECLINO OGGETTIVO


-declino memoria
-esordio SCD dopo i 60y
-manifestazioni di preoccupazione relative al peggioramento
-conferma del declino da parte di un osservatore
-sono soggetti che riportano in modo ripetitivo e costante un peggioramento

-STUDIO hanno studiato mille soggetti baseline, dopo 2y, dopo 8y: hanno fatto valutazioni cognitive e
hanno trovato 400 soggetti che riferivano SCD.
Questi 400 con SCD: li hanno divisi:
-un gruppo riferiva un SCD con caratteristiche cliniche, anagrafiche e stili di vita simili a soggetti che non
avevano SCD;
-altro gruppo: soggetti con SCD con caratteristiche particolari: minimental più basso, peggiori prestazioni
ni compiti come parole di ray, fluenze, comorbilità, aumentato rischio vascolare, più frequente
sintomatologia depressiva, più alta probabilità di sviluppare disturbo oggettivo.
I soggetti del 2° gruppo: sono quelli che sono evoluti in altri disturbi.

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MILD COGNITIVE IMPAIRMENT: MCI

COSA SUCCEDE QUANDO DA DISTURBO SOGGETTIVO DIVENTA OGGETTIVO?


Diventa MCI (“mild cognitive impairment”), quando è rilevato dai test (≠ SCD: non rilevabile dai test).
Quando è oggettivo: si entra in stadio intermedio in cui i soggetti possono iniziare ad avere problemi
rilevabili dai test, ad es di memoria, che però sono di entità tale da non inficiare il loro grado di
autonomia.

MILD COGNITIVE IMPAIRMENT: MCI


Disturbo oggettivo. È disturbo frequente.
Stadio intermedio in cui ci sono disturbi cognitivi che in certi casi possono essere inizio di demenza, ma
non sempre: infatti MCI può essere reversibile, oppure avere altre cause ≠ da demenza (es ictus in
talamo: che può portare a disturbi di memoria; oppure tumore cerebrale).
MCI: usato x la prima volta negli anni 80, ma poi l’ha usato Petersen nel ’99 con la pubblicazione dei
“criterio della Mayo Clinic”.

MCI:
-Consente di intercettare una popolazione a rischio x demenza, e quindi di implementare percorsi di
prevenzione secondaria.
-Inizialmente però il concetto di MCI (di Petersen) si riferiva esclusivamente ad un deficit di memoria
oggettivo: ma non è ok che sia solo memoria: perché così intercetti solo MCI che erano potenziali futuri
Alzheimer.
Ma noi sappiamo che MCI: non solo deficit memoria, ma anche disturbo di attenzione / comportamento.

NON puoi fare diagnosi di MCI se:


-ci sono deficit cognitivi dalla nascita o nelle fasi iniziali di vita
-se il soggetto è in fase di delirio: è fase acuta.
-deficit non devono essere risultato di altro disordine mentale.

COME VALUTARE I DEFICIT


1. TEST DI 1° LIVELLO: MMSE, MoCA
a. MINIMENTAL/ MMSE: dà al max 30 punti:
-da 26 a 30: normalità cognitiva;
-25: borderline
-tra 18 e 24: compromissione cognitiva moderata / lieve
-inferiore a 18: compromissione grave
-sotto a 10: non valutabile, nel senso che devi fare altri test + facili.
Non ha prove esecutive, molti item su orientamento e con input verbale.
Limiti Minimental / MMSE:
1. MINIMENTAL non è poco sensibile a modificazioni cognitive dei soggetti: a ≠ cognitive: non tiene
conto di che soggetti hai davanti,
-soggetti ad alto funzionamento (scolarità elevata, …): risultano ok ai test anche se in realtà c’è già
demenza (risultano ok solo perché sono molto scolarizzati quindi sul pezzo, ma in realtà per loro è già
basso quel risultato, ma tu lo consideri nella media),
-soggetti a basso funzionamento: se fanno punteggio basso può non essere perché c’è deficit, ma
perché da sempre è il loro punteggio normale un punteggio così basso.
-soggetti stranieri: possono avere punteggi bassi NON perché hanno deficit, ma perché non capiscono
proprio cosa dici / chiedi.
2. inoltre 10 punti su 30 nel Minimental sono sull’orientamento: non è bilanciato, se hai davanti uno con
disorientamento avrà punteggio bassissimo ma solo per questo, in realtà magari non ha niente.
3. se c’è un pz frontale: da qui non emerge.
4. se pz ha afasia primaria progressiva (disturbo linguaggio): fa male tutte le prove, perché quasi tutte
prevedono un outcome verbale.

b. MOCA: punteggio va da 0 a 30, cut off: 15,5.

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-punteggio normativo: supere a 17,54.
CI sono stimoli a medio bassa frequenza d’uso: ti fanno denominare ad es l’immagine del rinoceronte,
non una casa (comune).
Più sensibile nelle fasi precoci del MCI.
Studio: hanno confrontato prestazioni di soggetti sani e con alzheimer al MOCA e minimental
-Sani: punteggio normale ad entrambi i test;
-Alzheimer: la maggior parte ha punteggio anomalo sia al Minimental che al Moca (sensibilità sufficiente
dei test), -73% con disturbo cognitivo oggettivo (MCI): punteggio anomalo al Moca ma non al minimental.

MODIFICHE MCI DOPO PETERSEN


-PRIMA DELL’MCI: IL DISTURBO DI MEMORIA ERA DEFINITO IN ALTRI MODI
-smemoratezza senile benigna
-deficit di memoria associato all’età
-lieve disordine cognitivo
-DSM IV: lieve disturbo neurocognitivo
-DSM V: disturbo neurocognitivo minore.
-CONSENSUS CONFERENCE STOCCOLMA, 2003Viene ridefinito l’MCI: x intercettare anche quadri
≠ da quelli di Alzheimer tipico (ricorda: con Petersen: solo disturbi memoria): vuoi trovare anche altri
quadri di demenza.
Nuovo criterio diagnostico dal 2003:
-deficit cognitivo oggettivo e riferito dal soggetto o dal familiare
-il soggetto deve conservare autonomia in tutte le attività di vita quotidiana
-non deve esserci quadro di demenza.
-NIA: NATIONAL INSTITUTE ON AGING AND ALZHEIMER’S ASSOCIATION, 2011 criteri x definire
quadri clinici di “MCI due to AD”: MCI dovuto all’Alzheimer.
-DSM V, 2013 modifica la struttura e propone:
-disturbo neurocognitivo lieve: MCI
-disturbo neurocognitivo maggiore: tutti i quadri di demenza.

EPIDEMIOLOGIA
Prevalenza: n di casi in un certo momento; 18,9%, può variare nei diversi reportage in base a com’è
studiato.
Incidenza: n di casi nuovi, 47,9 su 1000 all’anno.
Progressione in demenza: all’anno: il 5-6% dei pz MCI: progredisce in demenza (diventano dementi): e
questo x certi fattori di rischio:
-età avanzata
-problemi cardio vascolari e metabolici: diabete, colesterolo, BMI elevato, fibrillazione atriale, infarti
silenti cardio embolici, ictus.
-processi infiammatori e stress ossidativo: ci sono alterazioni nei tessuti
-deficit sensoriali: ipoacusia, degenerazioni macula o retina e dell’olfatto
-fattori socio culturali: scolarizzazione, tipo di professione
-psicosociali: depressione, ansia
-comportamentali: attività fisica, fumo, alcol, sostanze
Tutti quelli qui su: modificabili.
-gene APOE: non modificabile; gene che c’è in 3 diversi alleli: 2, 3 e 4: il 4 è associato ad aumento di
rischio di sviluppare demenza.
-ripetuti traumi cranici: fattore di rischio x demenza.

MCI e DEPRESSIONE
Riduzione qualità di vita.
Pz consapevoli della diagnosi tendono a sviluppare ansia, depressione, ostilità, morale basso rispetto ai
coscritti.
La depressione è presente in misura maggiore nei quadri di MCI amnesico rispetto ai non amnesici
perché il disturbo di memoria ha un ricaduta significativa sulla vita ecologica.

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Riconoscere demenza e depressione:
-variabilità nel tempo: depressione è altalenante ≠ demenza: non c’è variabilità.
-depresso: caratteristiche peculiari: descrive perfettamente i suoi sintomi, ≠ pz demente no.
-≠ immagini da neuroimaging.

PERCHÉ ESEGUIRE UNA VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA?


-diagnosi x discriminare tra invecchiamento normale e patologico, tra patologie neurodegenerative e i
quadri reversibili;
-per vedere progressione longitudinale della patologia, o effetti di trattamento farmacologico e non
-per fare previsione di conversione in demenza
-valutare livello funzionale: aree preservate o non, e ispirare trattamenti mirati
-valutare competenze, es guida di autoveicoli, gestione finanziaria, competenza decisionale
-ricerca di ipotesi conoscitive.

VALUTARE IN MCI
-LINGUAGGIO: denominazione, comprensione, ripetizione, semantica, caratteristiche eloquio, fluenze;
inizi sempre a valutare questo.
-MEMORIA test: parole di Rey, WMS, FCSRT, DMS48
a. TEST FCSRT: ti dice se deficit è di codifica e immagazzinamento o di recupero.
Gli dai 4 parole alla volta (in tot 16), e gli dici di trovare tra queste 4 il nome di un paese, parte corpo,
nome proprio, ballo.
Poi rievocazione guidata: gli copri il foglio e gli dici “ripeti il nome proprio”, e così con tutti gli altri: se non
lo ricorda rifai. Qui c’è cue.
Poi compito distraente x 20 sec: conti all’indietro da 16 togliendo 3: non ti interessa prestazione, vuoi
solo distrarlo.
Poi rievocazione libera: gli richiedi parole di prima: gli dai 2 minuti: la fai rifare 3 volte. Se non ricorda ad
es il nome proprio: gli dai cue semantico: “c’era il nome proprio: qual era?”
Conteggi: n di rievocazioni con cue semantico, n di rievocazione libere, n di rievocazioni con cue
semantico nel 2° caso.
Quindi hai 3 indici:
Rievocazione libera: indice di immagazzinamento e recupero spontaneo;
Rievocazione guidata: coi cue, indice indiretto di difficoltà di recupero;
Rievocazione totale: dice quanto migliora prestazione (capacità di recuperare parole) quando gli dai
suggerimento semantico; deve avere valore superiore a 0,60.
Se è bassa la rievocazione totale (quindi anche se ci sono cue): è indice di demenza.
Così puoi discriminare tra danno temporale e frontale;
-danno temporale (Alzheimer): ti aspetti sia patologico anche se c’è suggerimento (cue): il cue non lo
aiuta
-danno frontale: ti aspetti che tragga vantaggio dal cue: migliora.
Bassa rievocazione totale: correlata a grado di atrofia di ippocampo e alla perdita di sostanza grigia nel
lobo T mesiale.

b. DSM 48: ti mostro stimoli con o senza significato, poi riconoscimento: ti mostro stimoli e devi dire se
c’erano stimoli di prima.
Lo fai dop 1h e dopo 24h: limite: pz deve tornare in lab, quindi – usato.
-FUNZIONI ESECUTIVE pianificazione, problem solving, ragionamento, set shifting
-ATTENZIONE: selettiva e divisa

4 TIPI DI MCI
1. AMNESICO SINGOLO DOMINIO deficit selettivo di memoria.
Può essere manifestazione iniziale di:
-Alzheimer
-depressione
-di semplice vecchiaia: sei vecchio e memoria è più scadente di altri vecchi ma non hai malattia;
2. AMNESICO MULTIDOMINIO Disturbo di memoria a cui si associano deficit lievi in altri domini

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cognitivi;
Può essere manifestazione di:
-Alzheimer (AD)
-depressione
-demenza vascolare
3. NON AMNESICO SINGOLO DOMINIO disturbo selettivo NON di memoria, ma ad es di linguaggio,
comportamento.
Può essere manifestazione di:
-Alzheimer atipico: che non inizia con disturbo di memoria, ma di altra funzione
-Demenza fronto temporale
-demenza da corpi di Lewi
4. NON AMNESICO MULTI DOMINIO disturbo di più domini, ma non della memoria.
Sono 4 diagnosi cliniche.
Può essere manifestazione di:
-Alzheimer atipico
-demenza vascolare
-demenza fronto temporale
-demenza da corpi di Lewi.

CDCD
Se vai da medico di base con sintomi demenza, lui ti manda dal CDCD: centro disturbi cognitivi e
demenze: è tipo un consultorio dove lavorano o neurologo o geriatra, psicologo con competenze neuro,
infermiere, consulenze di terapisti occupazionali (serve x adattare ambiente al pz: insegna a famiglia a
rendere ambiente di casa adatto al pz), consulenze di avvocati (es x amministratore di sostegno),
Geriatra: x anziani (+ di 70 / 75y) e sa gestire comorbilità (tipica di anziani); può avere relazione con
servizi socio sanitari, ad es x mandare anziano in residenze diurne (cosa che neurologo non può fare).
Neurologo: x giovani: demenza non è solo negli anziani, può essere anche nei più giovani: demenze
prima dei 65y sono “early” e atipiche.
Inoltre neurologo aiuta geriatra nei casi + difficili: x diagnosi di 2° o 3° livello.
Psicologo: psi normale fa valutazioni, neuropsi lavora sui familiari: psicoeducazione.

DIAGNOSI MCI
Valutazione NPS finalizzata a detezione di MCI: deve analizzare tute le funzioni.
Non c’è un test Gold Standard che specifichi quali test di memoria usare, quanti usarne, spostamento di
cut off tra patologia e normalità (deviazione standard).
Alcuni test usano 1 deviazione standard, altri 1,5: questo implica che se usi una certa deviazione risulta
che alcuni soggetti hanno MCI, se usi altra deviazione: stessi soggetti possono risultare NON aventi MCI:
riduzione di incidenza dal 19% al 9%.

Preclinico: hai indicatori biologici di malattia, ma non hai sintomi.


Demenza senile: non è diagnosi, è demenza dei vecchi: non indica quale demenza è: quindi è termine
popolare che psi non deve usare. Non dice niente.

Demenza di Alzheimer ≠ malattia Alzheimer:


-“demenza di Alzheimer”: è la sindrome clinica, in referto scrivi “demenza di Alzheimer”: è termine che
definisce condizione clinica, sintomatologica;
-la “malattia di Alzheimer” è la patologia istopatologica, indica che quel pz ha proteina Tao e betamiloide
alterate. Lo scrive biologo che analizza esami del sangue.
Uso di biomarcatori che ti dicono eziopatogenesi (causa) della manifestazione clinica: trovi pz che MCI
che convertiranno in Alzheimer.
Non solo coloro che hanno MCI con problemi di memoria possono sviluppare poi Alzheimer.

CRITERI
Il grado di detezione cambia in funzione dei criteri che adatti (NIA-AA); 2 criteri:
1. CORE CLINICAL CRITERIA sono 3 criteri essenziali, devono essere applicati in tutti i setting sanitari,

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anche in quelli a non elevata specializzazione x quanto riguarda procedure e strumenti; ti dice come fare
diagnosi anche in contesti ambulatoriali di 1° livello (es nei CDCD di 1° livello).
1. presenza di modificazione cognitiva rispetto alle condizioni precedenti del pz rilevata dal soggetto /
familiare e da un clinico
2. prestazioni scadenti in 1 o + domini cognitivi che si discosta da quanto atteso in base alle variabili
indipendenti
3. preservata indipendenza MA i l soggetto è meno accurato, più lento, meno efficiente rispetto al
passato (cucinare, gestire finanze, pagare conti, fare spese)
-no demenza.

Eziologie diverse:
-degenerative
-vascolari
-metaboliche
-psichiatriche
-traumatiche
-oncologiche
-infettive

Accuratezza proporzionale al tipo di strumenti usati:


-test di screening
-ceiling effect: se usi test troppo facili: tutti prestazioni perfetta
-apprendimento nei follow up: non puoi fare sempre stesso test con altre parole: se no apprendono.
-scarsa detezione in soggetti con elevati livelli premorbosi.

2. CLINICAL RESEARCH CRITERIA usati in ambiti di alta specializzazione: aziende ospedaliere


universitarie (AOU), centri di ricerca.. prevedono uso di bio marcatori: relati a manifestazione patologica
(es usati nei CDCD di 2° livello: possono fare + accertamenti di quelli di 1° livello, come valutazione di 2°
o 3° livello, oppure PET, punture…).

BIOMARCATORI:
Li usi per individuare pz MCI che poi convertiranno in malattia neurodegenerativa.
Però non tutte le demenze hanno un biomarcatore specifico associato.
Unica demenza per la quale c’è biomarcatore: Alzheimer: se hai biomarcatori positivi ma ancora non hai
sintomi: puoi prevedere che gli verrà.

2 marcatori Alzheimer:
1. BETAMILOIDE: responsabile di formazione a livello extracellulare delle placche senili;
si ha deposizione massiccia di un peptide (aminoacido) Betamiloide, che fa parte di proteina più grande
detta “APP”: proteina precursore dell’amiloide.
APP: scissa, degradata, attraverso 2 enzimi: gamma e betasecretasi.
In condizioni normali (sano): gamma e betasecretasi: portano a completa degradazione della proteina,
≠ negli Alzheimer questa scissione avviene in modo difettoso (non si sa perché): beta amiloide frutto di
APP: si accumula a livello extracellulare e forma le placche senili.
2 tipi beta amiloide:
-Betamiloide 40:
-Betamiloide 42: è la “più cattiva”.

2. PROTEINA TAU: responsabile di grovigli neurofibrillari a livello intracellulare.


2 tipi:
-TAU totale (t-tau)
-TAU fosforilata (p-tau): TAU mutata
La TAU riveste microtubuli cellulari: se TAU muta determina alterazione a livello intracellulare che causa
morte cellulare, e quindi perdita di volume cerebrale (muoiono cellule): quindi atrofia, tipicamente
temporale mesiale in fasi iniziali, o in certi casi gradi di atrofia diffusa.

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Beta e TAU: alterati in Alzheimer, ma NON esclusive di Alzheimer, ad es angiopatia amiloide:
caratterizzata da alterazione betamiloide nei vasi cerebrali.
In certi anziani sani: accumulo di betamiloide nel cervello, ma non hanno Alzheimer.
Esami x cercare biomarcatori:
-rachicentesi: puntura lombare, neurologo preleva liquor (con puntura lombare in parte finale di colonna,
dove non c’è midollo): tale liquor è analizzato, e cerchi beta amiloide e tau.
Biologo che referta questo liquor: trova che beta amiloide è bassa: perché sta tutta nel cervello: non
scende nella colonna.
-PET: esame che a ≠ di risonanza e TAC (strutturali), è funzionale.
Per cercare biomarcatori: inietti biomarcatori (sostanza che lega la betamiloide): dopo un po' gli fa PET e
vede di che colore diventa cervello: colori ≠ a seconda di concentrazione di betamiloide.
≠ tipi di marcatori: alcuni si basano su marcatore biologico della betamiloide, altri proteina TAU, altri
marcatori che guardano assorbimento di glucosio (se è molto atrofico: grave patologia neuronale:
morendo neuroni, avrò cervello che consuma meno: PET meno colorata).
Esami coi biomarcatori: molto sensibili, e lo sono molto prima di quando hai manifestazione clinica di
malattia: accumulo di betamiloide anche 10 / 20 anni prima che si manifesti malattia.
-puoi fare anche valutazione neuropsicologica.

I ≠ metodi: ti dicono che potrebbe arrivare Alzheimer in tempi diversi:


1. rachicentesi SOLO per betamiloide 42, è metodo di indagine che ti dice prima degli altri metodi che c’è
alterazione;
2. PET x betamiloide
3. rachicentesi SOLO per TAU
4. risonanza unita a PET
5. valutazione neuropsicologica: è quello che per ultimo ti dice se sta arrivando Alzheimer: perché i
disturbi cognitivi si vedono dopo.

C’è alta probabilità che il processo di Alzheimer se c’è l’unione di:


-biomarcatori Betamiloide, T-TAU e P-TAU
-atrofia Temporo mesiale e ippocampale
-ipo-metabolismo
-ipo-perfusione T-P

LIMITI BIOMARCATORI:
-non è chiaro il loro “peso” nella formulazione diagnostica
-variabilità dei laboratori, metodiche e cut off
-possibilità che confliggano tra loro
-capacità “predittiva” dei biomarcatori nell’individuare i converter vs stabili è ≠ nei diversi dati di
letteratura.
-alcuni biomarcatori sembrano essere predittivi molti anni prima della malattia, altri lo sono in misura
minore: in certi studi longitudinali lo sono prima, in altri meno.

COME VALUTARE LIVELLO FUNZIONALE


Valutazione livello di autonomia funzionale (implicazioni concettuali):
1. FAQ 10 domande da fare al caregiver, valuti su scala la dipendenza del soggetto dal caregiver su
punteggio da 0 (indipendente) a 3 (dipende totalmente dal caregiver).
In Italia usate di più queste:
2. IADL quanto è dipendente in: uso telefono, fare acquisti, preparare cibo, accudire casa, lavaggio
biancheria, mezzi trasporto, uso di medicinali, gestire finanze.
3. ADLindaga: fare bagno, vestirsi, uso di servizi, spostarsi, continenza, alimentarsi.
Valutazione del livello di compromissione cognitiva:
3. CDR serve x
-fornire misura delle modificazioni cognitive
-determinare presenza di demenza

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-quantificare grado di severità: a che livello di demenza è il soggetto (x questo usata in ambito legale).
È strutturata come intervista semi strutturata: ci sono info che devi ricavare.
Analizza:
3 domini cognitivi: memoria, orientamento e capacità di giudizio / problem solving
3 domini funzionali: attività sociali, domestiche e hobby, cura personale.
Intervista divisa in 2 momenti:
1. raccogli info dal caregiver sulla vita del soggetto, così puoi indagare tutti i domini cognitivi e funzionali
2. raccogli info dal pz: indaghi info che hai giù chiesto al familiare (es ti ricordi come si chiamava la tua
maestra? E tu sai risposta giusta perché te l’ha detto familiare).
Per ogni dominio: attribuisci punteggio da 0 (no compromissione) a 3 (compromissione grave).
Se il livello di compromissione è compatibile con 2 punteggi diversi: dai quello più alto.
Per domini cognitivi: punteggio lo dai in base alle abilità dimostrate in modo diretto (es orientamento
durante l’esame), e in base alla veridicità delle info riferite dal pz rispetto a quanto riportato dal caregiver.
Per i domini funzionali: dai punteggio solo in base alle info date dal caregiver in merito a difficoltà
riscontrare in vita quotidiana.

2 modi di correggere
-“SUM OF BOXES”: somma di punteggi dati ai singoli domini.
Dà indice quantitativo dettagliato della compromissione
Ha buon potere discriminativo in presenza di demenza lieve
Buona sensibilità al cambiamento (arco di 2y)

-“PUNTEGGIO GLOBALE”: prende come assunto che la memoria sia l’elemento con maggiore peso.
Non corretto.

Nell’87 hanno aggiunto:


CDR 4 = demenza molto grave: severe deficit del linguaggio o comprensione, problemi a riconoscere
familiari, incapacità a deambulare autonomamente, problemi ad alimentarsi da solo, controllare funzioni
intestinali e vescicale.
CDR 5 = demenza terminale: pz richiede assistenza totale perché totalmente incapace di comunicare, in
stato vegetativo, allettato, incontinente.
Vantaggi CDR: multidimensionale, dà valutazione complessiva di demenza e dell’indice di gravità, alta
validità e affidabilità.
Svantaggi CDR: nell’orientamento non discrimini tra normalità e dubbio; valutazione di domini cognitivi si
basa principalmente su alterazioni di memoria e orientamento.

VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA MCI


1. CLINICAL COMPETENCE competenza data da esperienza e studio;

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2. IN MODO NON FORMALE ripetere indirizzo e richiederlo dopo un intervallo, far denominare 3 oggetti
nasconderli e dopo chiedere dove sono.

4 tipi di anamnesi:
-fisiologica: tipo di parto, istruzione, ciclo mestruale;
-familiare: devi capire se c’è giudizio positivo x patologie neurologiche: quindi chiedi familiarità di
patologie neurologiche (Ictus, Parkinson, Alzheimer…) e se sì l’età di esordio.
-patologica remota: malattie avute, interventi, farmaci assunti (alcuni farmaci portano ad alterazione
cognitiva);
-patologica prossima: perché sei qui? Chiedi al caregiver info ed esempi di ciò che dice (es la moglie
dice che marito ha problemi di memoria: ma qui lei sta dando interpretazione, tu devi avere esempi, ti
dice “ha problemi di memoria”: tu chiedi es e lei dice “Non gli vengono le parole”: ma questo è problema
di linguaggio).
Devi capire se sa orientarsi, se è autonomo in tutti i settori.
Fondamentale chiedere cambiamenti da fase premorbosa: se mi dici che tuo marito si perde in
macchina: se lo faceva anche prima è una osa, ma se prima sapeva orientarsi è ≠.
Inoltre impo sapere se sintomi sono arrivati all’improvviso o piano piano, e se peggiorano o no.
Se sono è esordio acuti: cioè arrivati all’improvviso: difficile sia deficit neurodegenerativo,
se invece è esordio “subdolo” (cioè viene pian piano, si chiama così) e progressivo peggioramento:
possibile sia deficit neurodegenerativo.
Dopo un po' devi separare caregiver e pz x finire di raccogliere anamnesi del caregiver, perché magari
caregiver non vuole ferire pz (es dire davanti al marito: “Non si lava più”): inoltre se caregiver riporta
deficit di cui pz non è consapevole: si scatena litigata.
Una buona anamnesi orienta l’esame NPS.

Lo psicologo deve saper leggere:


-EON: esame obiettivo neurologico: neurologo fa prove col martello x riflessi, indaga forza e sensibilità,
cammino, campo visivo: indaga presenza di eventuali segni focali: manifestazioni cliniche che possano
far ipotizzare danno neuronale periferico o centrale.
Pz con Alzheimer tipico in fase iniziale: può avere esame EON negativo (cioè tutto ok).
Se c’è segno di grasping positivo (se ti metto dito tu afferri): è segno di frontale: perché fa come neonato:
è cosa tipico di frontale, mentre un sano adulto non lo fa, non ha quel riflesso.
Nell’invecchiamento patologico: torna quel riflesso.
-esito di esami strumentali (TC, RMN, PET), es se emerge atrofia di scissura di silvio, che è temporale: ti
fai domande: emerge già qualcosa su memoria.

3. VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA (NPS)


-colloquio col pz: produzione verbale, comprensione, continuità logica dei contenuti.
-comportamento durante l’intero esame
-strumenti tarati e standardizzati
-devi esaminare tutti i domini cognitivi, NON devi fare valutazioni con test di screening (MMSE, MoCA).

a. valutare linguaggio: BOSTON (x denominazione di oggetti), test fluenze, test comprensione (Token);
valuti disturbi di produzione verbale, scrittura, lettura, denominazione, comprensione, ripetizione, fluenza.
b. funzioni esecutive / attenzione: stroop, deficit componenti attentive, capacità di giudizio, di critica e di
ragionamento, pianificazione.
c. memoria: figura di Ray (abilità visuo costruttive), raccontino, lista di parole (devi ripeterle, ti dà info su
capacità di rievocazione immediata: dlPFC, e differita: ippocampo (che si ricorda dalla volta precedente).
d. abilità visuo spaziale: orientamento, agnosia, prosopoagnosia, simultanoagnosia, alessia.
e. abilità prassiche
f. scale / inventari comportamentali: Ricorda: demenza può avere esordio con disturbo di
comportamento:
frontal behavioral inventory, neuropsychatric inventory (MPI).
MPI: intervista semi strutturata x familiari, indaga disturbi comportamento (allucinazioni, deliri, sonno,
alimentare, ansia, depressione tono umore).

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MCI DUE TO ALZHEIMER
MCI amnesico può evolvere in Alzheimer con certe alterazioni:
1. GENETICA alterazione di certi geni: predice Alzheimer.
Tre geni responsabili di MCI amnesico che porterà ad Alzheimer:
-mutazione gene su cromosoma 21 che codifica proteina APP: precursore di amiloide.
-geni PS1 presenilina 1:
-geni PS2 presinilina 2:
Presinilina 1 e 2: sembrano crescere capacità di cervello di produrre betamiloide.
-genotipo ApoE: allele su cromosoma 19: quando è E4: aumentato rischio di sviluppare Alzheimer.

2. TEST NEUROPSICOLOGICI tipico profilo “ippocampale” del MCI amnesico “due to” Alzheimer:
-danno ippocampo
-danno strutture implicate nei processi di memoria: formice, talamo, corpi mammillari.
Test da fargli fare e a cui andrà male:
-FCSRT: disturbo specifico di codifica
-WMS
-CVLT: california verbal learning test (simil lista di parole di RAY): questo prevede presentazione di lista
di parole con effetto di interferenza, cioè ti presento parole di una lista e ti chiedo rievocazione libera o
guidata; poi dopo un po' ti richiedo parole della lista; poi ti presento altra lista (con compito interferente);
poi compito di riconoscimento.
Quante parole riesci a rievocare: discrimina tra sani e pz MCI; invece valore di apprendimento differito
(quante parole ricordi dopo intervallo): discrimina tra sani e MCI due to AD (MCI che svilupperanno
Alzheimer).

3. PATTERN DI NEUROIMAGING DI ATROFIA

1° colonna: cervello sano: dov’è rosso funziona bene; ≠ blu


non funziona bene.

MCI: atrofia ippocampi, betamiloide (3 riga di 2 colonna) è


marcata.

Alzheimer: temporali e parietali: tanta TAU.

-DISTURBO SEMANTICO fasi iniziali di demenza Alzheimer; ha valore predittivo su possibilità di


soggetto di convertire in quadro vero e proprio di demenza, cioè in certi pz il disturbo semantico può
precedere il disturbo di memoria, ed è il 1° elemento che compare.
Per valutare disturbo semantico: test, come fluenze semantiche, o di conoscenza di personaggi famosi;
oppure analisi di frequenza lessicale e tipicità: vedi che parole produce quando gli fai fare fluenze

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semantiche: se ti dico tutti gli animali che ti vengono in mente: è ≠ se dici “cane gatto topo” o animali
stranissimi (antilope…): nel 2° caso le fluenze semantiche sono intatte.

-ASPETTI COMPORTAMENTALI Spesso associati a progressione MCI:


-depressione
-apatia
-restrizione interessi
-scarsa consapevolezza del disturbo di memoria (anosognosia).

NIA-AA: 3 QUADRI CLINICI


Associazione Americana x malattia Alzheimer: ha individuato 3 quadri clinici:
1. MCI due to AD: sotteso da Alzheimer: se ha criteri di MCI, e ha a ≠ livelli dei biomarcatori positivi per
AD.
2. AD PRECLINICO / PRODROMICO: il soggetto è clinicamente normale, ma ha biomarcatori positivi x
AD
3. DEMENZA DI TIPO AD: il soggetto soddisfa i criteri x demenza (disturbo cognitivo oggettivato,
riduzione prestazioni in vita quotidiana: non autonomo), supportati anche da diversi biomarcatori positivi.

PROGETTO ADNI: pz con MCI: follow up di 10 anni x trovare Alzheimer:


predicono la pregressione:
-atrofia T mesiale
-
AGGIUNGI QUI REG MIN 1 H

MCI TERAPIA
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-FARMACI NON c’è ad oggi terapia farmacologica efficacie per Alzheimer.
Oggi ci sono farmaci con azione di inibizione di acetilcolina esterasi:
acetilcolina: neurotrasmettitore che favorisce comunicazione sinaptica: si apre bottone sinaptico, esce
acetilcolina, va nella fessura sinaptica dove viene assorbita da neurone post sinaptico, e così è
trasmessa l’info.
L’acetilcolina rimane in scissura sinaptica x un tot di tempo, l’acetilcolina esterasi fa si che acetilcolina
rimanga + TEMPO nella fessura sinaptica: così migliora trasmissione di info.
Tali farmaci però hanno efficacia per pochi mesi, e pochissimi pz ne traggono beneficio.
-TRAINING COGNITIVI utili sia come azione compensatoria che neuroprotettiva.
-ESERCIZIO FISICO utile soprattutto aerobico; migliora performance cognitive: attenzione e velocità di
elaborazione di info.

Molecole studiate per Alzheimer hanno fallito al 99,6%.


Si stima che nel 2050: ci saranno 131 milioni con demenza.

UTILE FARE DIAGNOSI PRECOCE


-fornisce l’opportunità a pz e familiare, staff medico di progettare un appropriato piano di cura
-permette al pz di prendere decisioni consapevoli riguardo al proprio stato di salute (es professione)
-in centri ad alta specializzazione: puoi proporre a pz con MCI due to AD di partecipare a trial
farmacologici: sperimentazioni che
Aspetti negativi:
-indurre rassicurazione del soggetto conseguente a falso negativo
-indurre stress in falsi positivi
-indurre pz in relazione allo stigma sociale delle demenze, allontanamento dal servizio sanitario
-riduce qualità di vita portando il pz a sviluppare ansia, depre, basso morale.

CASO CLINICO
MFB, femmina, 47y , psicoterapeuta,
Anamnesi familiare: Nonna Alzheimer, mamma Parkinson.
Anamnesi patologica remota: dolore perianale cronico, disfunzione
Anamnesi patologica prossima: difficoltà di memoria, piange, difficoltà a riconoscere volti noti, è stanca,
separata dal marito, figlia con disturbo alimentare.
Alla visita neurologica: neurologa la descrive collaborante, adeguata al contesto, eloquio fluente e
informativo, non afasia, rievocazione differita di 1 parola su 5, parziale beneficio di cue semantico (ha
fatto Moca).
Indenne il distretto cranico, esame negativo.
-figura di Ray): risultato dubbio;
Neurologa fa diagnosi di MCI amnesico: unica difficoltà è rievocazione parole.
Consiglia esami: ematochimici (emocromo, funzione renale e epatica, elettroliti sierici, colesterolo, b12,
acido folico, TSH e screening lue: malattia venerea che può determinare neuro lue), RM encefalo,
valutazione neuropsicologica.
Risonanza: emerge che in bianca frontoparietale bilaterali: gliosi (meccanismo riparativo di tessuto
cerebrale, niente di che), lieve ampliamento di corni temporali bilateralmente.
Spazi liquorali periferici: ampliati moderatamente.
Quindi non è risonanza a posto: è con qualche primo problema.
All’esame neuropsicologico: linguaggi perfetto, memoria: differita ; memoria: va male al Backboock (??).
Conclusioni: circoscritto e selettivo deficit di memoria verbale per materiale organizzato (con FCSRT
nella norma).
Il quadro emerso si configura come MCI amnesico singolo do minio, per il quale anche in relazione al
dato neuroradiologico (risonanza NON negativa), è consigliabile ripetere l’esame tra 6-8 mesi.

Dopo 6 mesi la pz torna:


-figura di Taylor (simil Ray): è nella norma, prima era in area dubbia
-memoria: va bene.
Quindi la signora è migliorata in 6 mesi, ora è tutto ok.

60
Alla signora diciamo che da noi non deve tornare, ma deve tornare da neurologa.
Se l’esame andrà male: tornerà da noi, se no no.

CASO CLINICO 2
Femmina, 66y,
Anamnesi fisiologica: normale sviluppo psicofisiologico; nessun caso di familiarità di patologie
neurologiche; ha il morbno di Crohn in fase di remissione, ipotiroidea in terapia, alto colesterolo.
Dal 2020: dimenticanza, più ripetitiva, no disorientamento nello spazio, si sveglia di notte, ma NO rem
behavioral desorder (parasonnie: disturbi sonno spesso dati da patologie di sistema extrapiramidale).
Risonanza: emerge atrofia: spazio dilatato soprattutto a sx. infatti neuroradiologo dice: ampliamento
cella media di ventricoli laterali, e lieve ampliamento di alcuni solchi emisferici del cervelletto.
Valutazione neuropsicologica:
-fluenze semantiche: area dubbia
-figura ray: ok
-MBT: ok
-male coppie associate
-malissimo backcook
-male FCSRT (0,34), quindi deficit memoria verbale materiale organizzato e non, NON beneficia del cue
semantico (deficit codifica e immagazzinamento), disturbo memoria spaziale (span di cubi), non bene
neanche memoria visiva, alterazione iniziale di fluenze semantiche.
Dice che ha difficoltà memoria, usa ausili esterni, dice che è autonoma.
Compromissione codifica e immagazzinamento info verbali e spaziali, in misura minore visiva, screzio
fluenze semantiche
MCI amnesico con caratteristiche di possibile evoluzione: potrebbe essere MCI due to AD.
Signora fa rachicentesi e trovano: aumento t-tau e p-tau e betamiloide calata (patologica)  diagnosi di
MCI due to AD.
Puoi inserirla in training farmacologico: con anticorpo monoclonale.

SPERIMENTAZIONI
Scopo: interrompere prima possibile la cascata patologica che sfocia in demenza, prima che il carico di
anomalie patologiche sia tale da aver compromesso gran parti di funzioni cognitive e quindi che non
abbia più efficacia il farmaco.

1. fase 1: fatte su circa 50 volontari sani: valutano tollerabilità di farmaco a determinate dosi (più basse);
2. fase 2: fatta su numero ristretto (200-400) di pz per dimostrare efficacia e tollerabilità di farmaco;
sono multicentriche e internazionali (stesso farmaco testato in punti ≠ del mondo, in ogni centro testati
tot soggetti).
3. fase 3: migliaia di pz; serve x confermare efficacia e tollerabilità del farmaco ì.
Sono sempre studi multicentrici internazionali.
Ogni mese fa visita: accertamenti medici, cognitivi riconosciuti da FDA: organo americano deputato a
controllo farmaci; IFA in Italia; EMA: x Europa).
Psi: fa valutazione cognitiva (coi test vedi se è migliorato) e colloquio con familiari (x sapere se è
migliorato in attività quotidiane). Psicologi sottoposti a training x essere strutturati nello stesso modo x
dare punteggi ai pz.
Alcuni: sperimentali, altri di controllo.
4. fase 4: post marketing: farmacovigilanza, dopo la commercializzazione, studio osservazionale su
migliaia di pz.

-PSICOLOGO NELLE SPERIMENTAZIONI ha ruolo di “RATER”; test non si possono scegliere, ma sono
giudicati affidabili di FDA americana, di solito x valutazione cognitiva si usa ADAS cog: con tutti i vari
domini.

61
DEMENZA ALZHEIMER TIPICA E ATIPICA
1901 a Francoforte da Alois Alzheimer che trova pz di 51y con disturbi di memoria e alterazioni del
comportamento.
5y dopo esser stata visita da Alzheimer: muore, cervello sottoposto ad esame autoptico: esame
istologico del tessuto: trovano placche senili (extracellulari) e grovigli neurofibrillari (intracellulari).

Non fu però lui a definire la malattia, ma il suo mentore Kraeplin nel 1911, definendola “malattia
psicoorganica”: così era chiamata all’inizio.
Era patologia con disturbi memoria, del giudizio, attenzione, associati a labilità emozionale e scarso
controllo impulsi in soggetti con danno corticale diffuso.

Negli anni 70 si parla di “Alzheimer” e capiscono che sia “demenza senile”: di esordio, dopo i 65y, che
“presenile”: prima dei 65y: stessa patologia ma con termini diversi. Quindi è solo definizione temporale.
Inoltre anni ’70: diversi quadri di demenza, con certe alterazioni e altre integre.

CARATTERISTICHE ALZHEIMER
-è la + frequente demenza: 70%.
Esame neurologico negativo.
Quadro clinico prevalentemente cognitivo.
Fasi iniziali: possono essere negative anche indagini di neuroimaging di 1° livello (TAC e risonanza):
atrofia diffusa, patter non specifico.

-ha andamento cronico progressivo


-esordio subdolo: inizia piano piano, senza inizio preciso
-non è causa di morte, ma si muore per malattie intercorrenti date da demenza, es polmoniti avingestis
(cibo quando deglutisci vai nei polmoni).
-nell’Alzheimer tipo: esordio con disturbo di memoria, e in fasi iniziali c’è mantenimento di facciata: da
fuori pare ok, non ci si accorge del disturbo cognitivo (“facciata conservata”).
Allora devi chiede cose personali: quanti figli, la loro età, lavoro, in che azienda, ricette..
-fattori di rischio:
 età,
 storia familiare
 Livello scolarizzazione (con riserva cognitiva)
 Genotipo particolare di apolipoproteina APOE

DIAGNOSI

CRITERI DIAGNOSTICI
-CRITERI 1982: NINCDS-ADRDA  Sensibilità dell’81% (19% avevano Alzheimer ma non li individui), e
specificità del 70% (solo nel 70% dei casi legati ad Alzheimer: 30% dei soggetti li classifichi come
Alzheimer erroneamente;

-REVISIONE CRITERI per:


1. scarsa sensibilità e specificità;
2. le alterazioni cerebrali di AD: individuate anche in soggetti senza AD, ma ad es in soggetti MCI o
soggetti sani.
3. ci sono altri quadri di demenza (vascolari, Lewy..).
4. i deficit di memoria costituiva l’elemento principale ma i dati clinici suggeriscono che esistono
manifestazioni di malattia non amnesiche
5. non erano disponibili informazioni relative alla genetica nella determinazione dei quadri (APP, PSN1,
PNS2)
6. il cut-off di età per la diagnosi di AD doveva essere modificato ci sono esordi infatti anche < dei 40
aa
7. estrema eterogeneità del concetto di possibile che può includere ora pz con MCI

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-CRITERI ATTUALI DEL 2011 di MCKHANN puoi fare diagnosi di AD se ci sono disturbi cognitivi e del
comportamento che devono:
1.interferire con le attività abituali/professionali (è il contrario di MCI)
2.rappresentare un declino rispetto ad un livello di funzionalità precedente: ≠ tra fase morbosa e
premorbosa.
3. non comparire in un contesto di delirium o di disturbo psichiatrico
4. il disturbo cognitivo deve essere individuato con prove NPS quindi obiettivato e riferito dal paziente o
da un familiare
5. i deficit cognitivi/comportamentali devono interessare 2 o più domini
6. essere ingravescenti

Nello specifico: Alzheimer tipico:


-MEMORIA
 Difficoltà di acquisizione/ritenzione di informazioni con ripetizioni,
 errata collocazione di oggetti (ongoing memory),
 dimenticanze relative ad eventi/appuntamenti (memoria prospettica).
Nelle fasi iniziali è quindi un deficit di memoria episodica
e solo successivamente, in fase avanzata, anche della componente semantica e autobiografica.
-LINUGAGGIO
 difficoltà a recuperare le parole nell’eloquio spontaneo,
 a mantenere il filo del discorso,
 relativamente preservata la comprensione.
 possono essere presenti un disturbo di scrittura con errori ortografici e lessicali,
 tendenza ad utilizzare lo stampatello o una scrittura in cui si alternano corsivo e stampatello
-VISUO SPAZIALE
 aprassia dell’abbigliamento, sia di stratificazione che di accoppiamento corpo- abito
 disorientamento topografico
 aprassia costruttiva con fenomeno del closing-in (pz quando deve fare copia di disegno e nel
copiarlo ti attacchi nel disegno a quello da copiare)
 incapacità di apparecchiare e di disporre oggetti nei posti corretti o in spazi limitati (es. preparare
una valigia)
 difficoltà a trovare oggetti di uso comune,
 oggetti in vista
 agnosia visiva difficoltà ad identificare oggetti comuni in modalità visiva soprattutto se visti da
una prospettiva inusuale (es cerchi telefono che però non è nella sua solita posizione, ma è ad es
appoggiato in verticale: non lo vedi)
 aprassia ideativa difficoltà ad eseguire una serie di gesti/azioni in sequenza per l’uso di oggetti
(usare elettrodomestici, scrivere una lettera)
-ASTRAZIONE
 difficoltà a formulare dei giudizi (es dicono che per attaccare un bottone ci metti un giorno: non
realistico: ci metti qualche minuto)
 ad analizzare i rischi
 a maneggiare il denaro
 scarsa capacità di prendere decisioni
 scarsa capacità di monitorare le proprie attività: self monitoring
 di pianificare attività complesse e sequenziali
-COMPORTAMENTO
 fluttuazioni dell’umore: spesso sono irascibili e irritabili
 agitazione
 alterazioni della motivazione
 perdita di iniziativa
 apatia
 difficoltà nella guida
 riduzione interesse per attività sempre svolte,
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 DOC
 inadeguatezza sociale,
 wondering: girare in modo afinalistico / cambiare posto alle cose a caso
 sundowing syndrome / sindrome del tramonto: peggioramento di stato emotivo e cognitivo
quando arriva il crepuscolo (al tramonto): alla sera sono messi peggio di mattina.

3 LIVELLI DIAGNOSTICI
1. DIAGNOSI DI AD CERTO lo sai solo post mortem da esame autoptico
2. DIAGNOSI DI AD PROBABILE oltre ai criteri diagnostici di McKhann: ci sono altre caratteristiche:
-esordio insidioso nell’arco di mesi/anni non di ore/giorni
-chiaro andamento ingravescente
-i deficit iniziali e prominenti possono essere o di tipo amnesico o non amnesico con una presentazione
quindi linguistica, visuo- spaziale, esecutiva....
La diagnosi NON può essere fatta se ci sono chiare evidenze di alterazioni cerebrovascolari
concomitanti (storia di stroke, infarti cerebrali estesi, ipodensità della bianca), caratteristiche che
suggeriscano una DLB, FTLD o APP.
Questa diagnosi può avere maggior forza, aumentare il grado di certezza quando c’è una positività ai
biomarcatori.
3. DIAGNOSI DI AD POSSIBILE decorso atipico o di cui non conosco bene evoluzione perché viene da
solo senza caregiver che mi dica come si è sviluppata malattia (non sai se decorso è stato
ingravescente, subdolo e lento), oppure se ha eziopatogenesi mista, ad es ha avuto ictus relato
all’esordio o al peggioramento clinico, c’è sofferenza della bianca, ed elementi che suggeriscono
patologia di Lewy.

SVILUPPO AD DAL PUNTO DI VISTA NEUROANATOMICO


Di solito inizia da:
-sistema limbico
-si diffonde ad aree para-limbiche
-poi a PFC e parietali
-poi in fasi avanzate: motoria e sensoriale primaria
Quindi parte sempre da aree associative.

Atrofia corticale
Dilatazione ventricoli
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Atrofia ippocampale

AD-MECCANISMI PATOGENETECI
1. IPOTESI DELLA CASCATA DELL’AMILOIDE ipotizza che il deposito di β -amiloide sia relato ad un
processo anormale del precursore della proteina amiloide (APP) che conduce alla formazione di
aggregati tau.
2. IPOTESI A/T/N più recente, A: amiloide; T: TAU, M: morte neuronale.
Ipotizza invece che la formazione di aggregati tau inizi prima dell’accumulo di β – amiloide (a favore il
fatto che gli MCI che diventano AD con un solo biomarcatore positivo il biomarcatore era la tau); è in
contrasto con altre idee che dicono che prima c’è alterazione betamiloide.

-Progressione dei grovigli neurofibrillari (tau): procede in una direzione che inizia dal tronco dell’encefalo
in particolare dal locus coeruleus per diffondersi tramite delle proiezioni al lobo temporale mesiale e si
estende alle aree associative determinando una riduzione funzionale ma soprattutto interrompendo i
circuiti critici pe la memoria.

-Progressione delle placche senili (β amiloide): ha invece una direzione + diffusa a tutta la corteccia nelle
fasi iniziali di accumula nelle regioni del Default Mode Network quindi cingolo posteriore, LP inferiore, LT
laterale, prefrontale dorsolaterale e ventrale che proiettano alle aree temporali.

ALZHEIMER TIPICO: AMNESICO


-profilo ippocampale + extra-ippocampale (corteccia ento e peririnale)
-deficit di memoria episodica con tipico profilo “ippocampale”
-caduta in test di apprendimento verbale e visivo per una compromissione dei processi di codifica (curva
posizione seriale).
-il disturbo mnesico interessa compiti di rievocazione libera, riconoscimento, apprendimento associativo
-è trasversale a tutte le modalità
-riguarda i processi di consolidamento e immagazzinamento dell’informazione

All’inizio: effetto negativo sull’effetto primacy.

TEST ALZHEIMER TIPICO


-TEST MEMORY BINDING deve integrare info di uno stimolo, 2 forme:
-relational binding: associare faccia a nome; servono integrità di ippocampo e PFC, disfunzionali in AD
ma non specifiche di AD, ad es nei Parkinson demenza.
-conjuntive binding: devi congiungere caratteristiche di stimolo creano nuovo stimolo; ti serve integrità di
componenti del network fronto parietale alterato negli AD, entorinale e peririnale (responsabili di
creazione di nuove associazioni codificate ini modo unitario).
Corteccia entorinale: coinvolta in olfatto, infatti i pz MCI due to AD: deficit capacità olfattive.
Qui pz AD falliscono molti anni prima (10) che malattia si manifesti (≠ controlli sanno farlo): che hanno
mutazione genetica di Presinilina 1.
L’effetto è presente sia quando il conjuntive binding è verbale, sia visivo.

65
-SPAN INVERSO prova di WM verbale e spaziale: ridotto negli AD x una precoce compromissione di
Wm.
-TMT: trial making test patologico in AD: nella parte A sono lenti nell’esplorazione; nella parte B
faticano a mantenere in memoria serie numerica e alfabetica e passare da una all’altra.
TMT è test che correla di + con attività di guida.
-SELF SHIFTING / MONITORING ad falliscono
-TORRI DI LONDRA falliscono

In generale falliscono nei compiti in cui serve attenzione: non sanno attivare esecutivo centrale: che
decide a chi dare risorse attentive.

Test + sensibili:
fluenze semantiche: sensibilità 96% e specificità 88%
California learning: CVLT (memoria di parole).

ALZHEIMER AD ESORDIO PRECOCE: EOD


-Esordio prima dei 65y.
-di solito ha esordio con quadro atipico: non disturbi di memoria, ma di linguaggio, abilità visuo spaziali /
visuo costruttive, comportamento.
-Lo era la 1° pz di Auguste.
-ritardo diagnostico di circa 2y
-nei soggetti tra 45 e 64 y: incidenza di 6,3 x 100mila ogni anno; prevalenza di 24,2 x 100mila.
-sono il 5/6% di quelli con AD, ma hanno caratteristiche cliniche, neurobiologiche e sociali diverse
-più frequente la familiarità se è ad esordio precoce: 11%
-nella maggior parte di questi casi: predisposizione genetica: trasmissione autosomica dominante o
suscettibilità poligenica.
-evoluzione più rapida rispetto ad esordio dopo i 65y
-dura meno la malattia
-sintomi atipici: cefalea, mioclono, epilessia, paralisi pseudobulbari, disturbi cammino, iper reflessia
(eccessivi riflessi).
-fasi iniziali: atrofia maggiore in aree parietali rispetto a temporali
-allargamento solchi temporo parietali maggiore, a volte riduzione maggiore di ippocampo o di cingolo
posteriore: dipende dal tipo di EOD che sviluppano.

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ALZHEIMER ATIPICO
Coinvolgimento del network fronto parietale, non del default mode network.
4 VARIANTI:

1. VARIANTE LOGOPENICA DELL’APP: DISTURBO LINGUAGGIO

2. VARIANTE PARIETALE: ACALCULICA


Alterazione iniziale di lobo parietale inferiore (solco intraparietale): area 39;
disturbo specifico nella manipolazione di numeri:
-errori di transcodifica (passare da numero arabo 1 a numero in lettera “uno” e viceversa);
-errori sintattici (ti detto 3726 e tu devi scriverlo, ma inerti numeri)
Si associano:
-anomie
-aprassie
-difficoltà e limitazione di gesti transitivi (uso di oggetti) e intransitivi
-difficoltà imitare gesti con e senza significato
-difficoltà pantomime (mimare uso di oggetto senza avere oggetto in mano)
-sindrome di Gerstmann (danno lobo parietale nel giro angolare): difficoltà orientamento sx dx, agnosia
digitale, agrafia;
-alessia con agrafia
-deficit percezione profondità
-deficit localizzazione visuo spaziale

3. VARIANTE POSTERIORE: VISUOPERCETTIVA O VISUO SPAZIALE


Sindrome progressiva con esordio con deficit visivi;
-esordio insidioso e progressivo
-deficit visivi in assenza di alterazioni legate a patologie dell’occhio
-relativo mantenimento della memoria episodica, della fluenza verbale e dell’insight
-sintomi che includano agnosia visiva,
-simultaneoagnosia,
-atassia ottica,
-aprassia dello sguardo,
-disorientamento spaziale
-no tumori o stroke
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-ELEMENTI A SUPPORTO DI DIAGNOSI
-alessia
-aprassia ideo motoria
-agrafia
-acalculia
-esordio prima dei 65y
-neuroimaging con evidenza di PCA o ipoperfusione posteriore.

-SINDROMI SIMILI
1. Ricorda la sindrome di Gerstmann: x lesione giro angolare sx ha:
-agnosia digitale
-disorientamento dx-sx
-agrafia
-acalculia
2. Ricorda sindrome di Balint Holmes, che a:
-aprassia sguardo: non dirige intenzionalmente sguardo verso un punto
-atassia ottica
-mancata coordinazione visuo motoria
-simultaneo agnosia
-lesione parieto temporo occipitale bilaterale.

-NELL’AD POSTERIORE
-agnosia visiva
-afasia transcorticale sensoriale causata da lesioni di giro angolare e/o sostanza bianca periventricolare
posteriore sx
-eloquio fluente con anomie, parafasie verbali presenti anche nella scrittura, ripetizione mantenuta,
buone competenze grammaticali, deficit di comprensione
-esordio tra i 50 e i 60y
-ritardo diagnosi
-5% degli AD: manifestazioni iniziali posteriore
-genere: uguale distribuzione nei 2 sessi, mentre alcuni studi riportano maggiore diffusione nelle F
-deficit visuo-percettivi e visuo-spaziali sono dovuti in parte ad alterazioni dei processi di elaborazione
visiva primari (forma, colore, movimento, localizzazione)
-per valutare altre funzioni si devono utilizzare test che riducano la componente visiva (es.
denominazione verbale)
-difficoltà in compiti come di denominazione verbale, non x deficit lessicale, ma perché non riconoscono
percettivamente lo stimolo.
-alcuni hanno fenomeni percettivi positivi: es vedi colore anche dopo che immagine è scomparsa, che
stimoli statici si muovono, o allucinazioni visive.
-difficoltà di lettura: per caratteri grandi, perdita riga, distorsioni visive, crowding (vedere lettere che si
sovrappongono).
-difficoltà a salire / scendere le scale o il marciapiede, con tendenza ad inciampare: es non capiscono
quanto alto fare il passo x scalino
-difficoltà calcolo

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-mis-diagnosticata: spesso all’inizio i disturbi: interpretati come se fossero di pertinenza oculistica,
manifestazioni depressive, ansia, maligering.
-paziente descrive piccoli incidenti automobilistici, difficoltà di lettura, a giudicare le distanze a fare le
scale
-in qualche caso le alterazioni visive (sensibilità alla luce, distorsioni visive) interpretate come
manifestazioni di emicrania
-rare le manifestazioni con crisi epilettiche occipitali

-3 LIVELLI DI APPROCCIO DIAGNOSTICO


1) 1° livello “clinico- radiologica”:
 raccolta anamnestica
 visita neurologica
 testistica neuropsicologica è il solo accertamento in grado di individuare i deficit
neuropsicologici che causano i disturbi lamentati dal paziente
 Necessario dimostrare presenza di deficit cognitivi relativamente isolati ascrivibili ad alterazione
funzionale delle aree occipitali, occipito parietali o occipito temporali.
 RMN è di supporto a diagnosi, escludendo lesioni vascolari focali e evidenziando atrofia regioni
posteriori
 PET FDG: supporta diagnosi evidenziando ipometabolismo posteriore spesso + accentuato a dx.
 Atrofia corticale posteriore: PCD  Deficit visione: dati da atrofia aree posteriori (PCA); PCA:
pure (relate ad AD atipico) o plus (disturbo visuo percettivo e visuo spaziale che NON è
manifestazione di AD ma di altra malattia.
2) 2° livello: consente di distinguere tra forme di PCA tipiche e le forme PLUS ovvero forme che hanno
segni e sintomi aggiuntivi che rispecchiano i criteri diagnostici di altre forme degenerative.
È descritta nell’AD (62%), nella DCB, DLB e nei prioni (Creutzfeldt-Jakob)
Nell’AD causata da un aumento di grovigli neurofibrillari nel LO e in misura minore in PFC ippocampo e
subiculum
Studi ridotti per esiguità di campioni presentazione Corticale Focale Atipica dell’AD o Variante Visiva
dell’AD

VOSP: prima fai prova di base: ti faccio vedere un mask, poi un mask ma con sopra una X che in certe
prove è molto visibile, in altre meno: vedi se il soggetto fa detezione di X: detezione figura da sfondo.
Se supera prova di base: fai prove x vie dal what: prove vere, in cui ad es vede lettere scritte strane e
deve dire che lettera è.
Poi prove del where: ad es vedi matrice con numeri, poi altro quadrato dove non ci sono numeri ma
pallino nero al posto di un numero: deve dire al posto di che numero è .
Altro test: per indagare via del what e del where. Vede volto e deve dire quale tra delle alternative è
uguale. Oppure deve fare stessa cosa ma più difficile: senza capelli / di profilo..
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3) 3° livello: indaga il substrato patologico della PCA combinando le caratteristiche cliniche con specifici
marcatori radiologici, liquorali ed eventualmente genetici.
-esordio insidioso e progressivo
-deficit visivi in assenza di alterazioni legate a patologie dell’occhio
-relativo mantenimento della memoria episodica, della fluenza verbale e dell’insight —sintomi che
includano agnosia visiva, simultaneoagnosia, atassia ottica, aprassia dello sguardo, disorientamento
spaziale
-no tumori o stroke
Elementi supportivi x diagnosi:
-alessia
-aprassia ideo-motoria
-agrafia
-acalculia
-esordio prima dei 65 anni —neuroimaging con evidenza di PCA o ipoperfusione posteriore.

-VARIANTI POSTERIORI Ora intesi come fenotipi diversi all’interno di un continuum pca
1. DOMINANTE ATROFIA OCCIPITALE: con alterazioni prevalentemente dei processi percettivi di base
-è meno frequente rispetto alle altre due varianti posteriori
-caratterizzata da alterazioni delle fasi precoci dell’elaborazione visiva, dovute ad una maggiore densità
istopatologica nelle aree visive primarie (BA 17) 2.possono essere presenti disturbi sensoriali visivi
(riduzione acuità visiva e restringimento del CV)
-possono essere presenti allucinazioni visive
-le alterazioni impediscono al paziente di muoversi nell’ambiente in autonomia
Prove neuropsicologiche:
-discriminazione di lunghezza, grandezza, orientamento e
localizzazione
-discriminazione figura-sfondo
-discriminazione di figure aggrovigliate
-associazione percettiva uguale- diverso di figure con e senza senso

2. DOMINANTE ATROFIA O T: Occipito Temporale: con manifestazioni cliniche di tipo appercettivo


prevalente di agnosia visiva, alessia e prosopoagnosia.
È la più frequente (80%); alterazioni prevalenti:
1. difficoltà lettura (alessia appercettiva)
2. agnosia visiva:
Riconoscimento volti: prevede:
1.una analisi precoce dello stimolo
1. una codifica strutturale indipendente dal contesto composta da:
•Analisi delle espressioni
•Analisi delle posizioni fono-articolatorie •Strutturazione di un codice visuo-semantico
1. un’ unità di Riconoscimento del Volto
1. Nodo dell’identità personale
1. Nome
Il deficit di riconoscimento di oggetti può essere classificato come un’agnosia:
•appercettiva riconducibile ad un difetto di costruzione del percetto, all’integrazione delle componenti
elementari ed elaborazione successiva in forma complessa
•associativa riconducibile ad una compromissione relativa al significato dell’oggetto, quindi ad
un’incapacità di denominarlo ed accoppiarlo a stimoli semanticamente correlati.
Riconoscimento oggetti:
1. Oggetto
2. elaborazione visiva precoce
3. immagine centrata sull’osservatore
4. rappresentazione centrata sull’oggetto
5. descrizione strutturale depositata in memoria

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6. conoscenze concettuali
7. lessico fonologico d’uscita.
3. prosopoagnosia: consegue ad una lesione:
-della giunzione occipito temporale bilaterale
-OT unilaterale destra (giro linguale, fusiforme e paraippocampale e parte della corteccia T anteriore)
È determinata da un’alterazione dei processi implicati nell’analisi strutturale del volto:
-appercettiva quando è alterata la rappresentazione strutturale
-associativa quando non sono + accessibili le informazioni concettuali e semantiche.
4. disorientamento spaziale.

3. DOMINANTE ATROFIA P parietale BILATERALE con deficit visuo- spaziali, agrafia, aprassia, sindrome
di Balint ed abilità percettive di base preservate.
-disturbi visuo spaziali
-Agrafia e alessia:
a. alessia da simultanoagnosia:
 impossibilità di analizzare la struttura complessiva della parola
 assente l’effetto facilitatorio delle parole note ◦strategia adottata dai pazienti lettura lettera per
lettera
 i tempi di lettura per parole note, pseudoparole o parole non familiari, a parità di lunghezza, non
sono differenti.
b. alessia da neglect: conseguente ad un danno del lobulo parietale inferiore, che determina una
emiinattenzione per gli stimoli collocati nell’emispazio controlaterale a quello della lesione (+ frequente
con lesioni P dx)
-Aprassia IM, I e C: incapacità di eseguire un gesto richiesto dall’esaminatore in assenza di deficit di
moto, di senso o di coordinazione che giustifichino il fallimento (o perché assenti o perché non
interessano l’arto esaminato, solitamente quello ipsilesionale).
L’essenza dell’aprassia non si riferisce alle caratteristiche metriche o cinematiche del movimento ma ad
un livello + elevato dell’organizzazione motoria in cui i movimenti vengono ideati, evocati e scelti.
Dissociazione automatico – volontario: movimenti balistici vs piani motori; comp. predittivi e comp.
responsivi
Aprassia: classificazione in base a:
1. distretto corporeo interessato: degli arti, del tronco, (bucco-facciale)
2. livello di elaborazione
-AIM: non è in grado di tradurre la sequenza
motoria che possiede in un corretto programma innervatorio (non sa “come” fare)
-AI: non riesce a rappresentarsi concettualmente il gesto da produrre (non sa “cosa” fare)
2 categorie di gesti:
-con significato:
 gesti transitivi (richiedono l’uso dell’oggetto)
 gesti intransitivi (convenzionali, servono per comunicare): simbolici (saluto militare); espressivi
(ho caldo); iconici (gesto di vittoria)
 pantomime (descrivono l’uso dell’oggetto in sua assenza)
-senza significato.
-Sindrome di Gerstmann.

Due sistemi anatomici coinvolti:


-mediale: area supplementare motoria e sensoriale, cntrolla movimenti preprogrammati
-laterale: corteccia PM latero-ventrale, giri sovramarginale e angolare e circonvoluzione TS, controlla
movimenti elicitati sulla base di piani motori.

4. VARIANTE FRONTALE: ESECUTIVA


-esordio comportamentale/disesecutivo
-la prima descrizione si deve a Johnson 1999 con3 pz con quadro clinico frontale ma patologia AD
-circa il 10-40% dei pz classificati come DFTvf hanno patologia AD
-sono fattori di rischio ipertensione, diabete, traumi cranici e disturbi del sonno.
71
-età di esordio > alle FTLD, + colpito il genere maschile
-i disturbi del comportamento sono meno accentuati rispetto ai soggetti con DFTvf e sono invece
peggiori i disturbi di carattere cognitivo
-solitamente il MMSE è + basso negli AD vf rispetto agli FTLD comunque non vanno usate prove di
screening

Raccogliere una storia dettagliata con attenzione al tipo di esordio, l’ordine di presentazione e la
progressione dei sintomi —richiedere informazioni sui tratti personologici premorbosi, sulle abitudini,
sulla cura di sé la partecipazione sociale e il lavoro —anamnesi separata paziente/familiare.
Il deficit di memoria sembra riguardare l’immagazzinamento e il consolidamento di natura ippocampale
e non il recupero.
I disturbi di linguaggio sono assenti di solito sono invece alterate le competenze socio- emozionali, la
comprensione dei contesti e le sfumature delle conversazioni
In alcuni casi mutacismo.
Calo delle performance nelle prove esecutive, in particolare fluenze fonemiche, TMT e Hayling test
(misura capacità di inibizione cognitiva);
ma l’analisi delle funzioni esecutive può non essere di grande aiuto per discriminare tra ADvf e DFTvf.
Caduta nella social cognition ma meno compromessa rispetto ai DFTvf;
i test che discriminano meglio sono relativi allo studio del sarcasmo e dei passi falsi.
I disturbi funzionali non discriminano tra FTLD e ADvf nonostante questi ultimi siano + compromessi dal
punto di vista cognitivo.
hanno una maggior caduta inizialmente nelle IADL;
le modifiche della personalità (disinibizione, perdita di empatia e insight apatia, stereotipie ossessivo-
compulsive, alterazioni delle condotte sociali, irritabilitò, binge eating, scarsa cura di sé ) determinano
un

AD e AD variante frontale
◦uguale distribuzione grovigli neurofibrillari e placche senili nei LT, LP, e corteccia entorinale
AD variante frontale vs FTLD
-non perdita neuronale, gliosi o microvacuoli negli strati 2 e 3 della corteccia , come nella FTLD

-FBI: FRONTAL BEGAVIOURAL INVENTORY 24 domande: apatia, perdita iniziativa, ridotta cura
persona, disattenzione, incapacità di introspezione, irritabilità, impersistenza, iperoralità, ipersessualità,
aprassia, mano aliena.. punteggio da 0 a 3.
Cut off: 25/72.
Differenzia AD vf e FTLD in 2 gruppi: Low FBI e High FBI (punteggio >75).
FTLD punteggi più alti in iperoralità e perseverazione
Ad vf peggio nell’item aspontaneità.
Familiare deve dire con che frequenza pz ha disturbi, con che gravità, quanto tali alterazioni hanno
ricaduta sul familiare.
Il massimo punteggio ottenibile è 144.
I disturbi del comportamento sono: assenti se il punteggio complessivo è < 24 o < a 4 nelle subscale o
un punteggio di 6 in una sola scala.
Moderati se il punteggio è > 24 o il punteggio < 24 ma in una subscala c’è un punteggio > 9, o in due
scale = 6;
Grave se il punteggio è > 24 e in due subscale > o = a 9

Vf = variante frontale.

72
DEGENERAZIONE LOBARE FRONTO TEMPORALE: DLFT

STORIA
-Serieux nel 1890 (dopo Broca) descrive pz con disturbo linguaggio associato ad atrofia fronto
temporale.
-Warington nel 75 descrive 3 pz con disturbo di perdita progressiva del significato di parole in assenza di
alterazioni di sintassi e fonologia o di altre alterazioni cognitive; vita ecologica mantenuta.
-Snowden nel 89 descrive pz con disturbo semantico coniando termine di “demenza semantica”.
-Mesulam nel ’92: riporta casi con disturbi circoscritti al linguaggio ad esordio insidioso e andamento
lentamente progressivo.
-Grossman nel ’96 riporta un caso di disturo progressivo di linguaggio che definì “afasia progressiva non
fluente”.
-Consensus conference del 98, per definire criteri di questi disturbi tutti compresi nei quadri di
degenerazione lobare fronto temporale.

3 QUADRI DI DLFT
La degenerazione lobare fronto temporale è una sindrome clinica e neuropatologica.
Si distinguono 2 varianti in base ai sintomi:
1) frontali
2) temporali.

Include 3 quadri clinici che condividono una degenerazione delle aree anteriore del cervello:
1) NFPA: Afasia non fluente: danno prevalente di aree frontali.
2) DS: linguistica
3) DFT vf: demenza fronto temporale, variante frontale comportamentale: è ≠ da Alzheimer variante
frontale.
NFPA e DS sono afasie primarie progressive (APP).

AFASIA PRIMARIA PROGRESSIVA: APP: DEFINIZIONE FLUENTE / NON FLUENTE

La dicotomia fluente/non-fluente non consente di classificare un nuovo quadro sindromico


caratterizzato da:
 eloquio spontaneo difficoltoso
 presenza di anomie
 deficit di ripetizione di frasi
Nel 2004 Gorno Tempini APP: variante Logopenica.
73
Ne esistono 3 varianti:
 semantica,
 Logopenica: al 90% sottesa da Alzheimer: come manifestazione clinica è APP, ma è determinata
da malattia Alzhimer.
 agrammatica
Ognuna ha una sua distribuzione dell’atrofia e meccanismi eziopatologici diversi.
Le riprendo dopo.

CRITERI DIAGNOSTICI PPA


-3 CRITERI DI INCLUSIONE devono esserci tutti e 3:
1. un marcato e circoscritto, per almeno 2 anni, disturbo del linguaggio (produzione, comprensione,
denominazione, sintassi grammaticale) che si manifesta o nell’ eloquio spontaneo o nel corso di una
valutazione formale;
2. questi deficit devono essere la causa principale delle difficoltà riscontrate nelle attività di vita
quotidiana (per esempio utilizzare il telefono);
3. l’afasia deve essere il deficit preminente all’esordio e nelle prime fasi di malattia (le altre funzioni
cognitive potrebbero essere danneggiate + tardivamente).
-4 CRITERI DI ESCLUSIONE nessuno dei 4 deve esserci:
1. i deficit sono meglio riconducibili ad una disfunzione di origine medica non riguardante la
degenerazione del sistema nervoso (infarto o tumore);
2. i disturbi cognitivi sono meglio ascrivibili ad una diagnosi di tipo psichiatrico;
3, una marcata perdita della memoria episodica e visiva o disturbi visuo-percettivi;
4. marcati disturbi comportamentali nelle fasi iniziali della malattia.

1) APP VARIANTE SEMANTICA


In origine detta “demenza semantica” da Snowden, o “APP fluente”, o “variante temporale della FTD”.
-esordio tra i 55 e 70 anni
-riguarda circa 1/3 dei pz con FLTD
-durata della malattia dai 2 ai 15 anni
-vita media dall’esordio 7 anni
-no differenza di genere (> nelle femmine).
È inizialmente un disturbo di linguaggio il deficit riguarda prevalentemente la denominazione e la
comprensione.
I pz “perdono” il significato delle parole (anche nomi comuni ad alta frequenza d’uso) hanno un eloquio
fluente, ripetizione buona, normali capacità di articolazione, la fonologia e la sintassi sono conservate.
Tendono a non ascoltare, a proseguire nell’espressione dei loro contenuti.
Eloquio spontaneo fluente caratterizzato da:
o parafasie semantiche
o parole passe-partout (coso, bagaglio)
o sostituzione di termini familiari con le sovra- ordinate
o produzione di un elevato numero di pronomi e verbi
o tendenza al gergo semantico (nelle fasi avanzate) ovvero espressioni prive di relazione con il
contenuto della conversazione

Incapacità di definire il significato delle parole (cos’è un cammello? dove vive? com’è fatto?);
Deficit di denominazione (oggetti, immagini, simboli, suoni);
Deficit di fluenza semantica;
Deficit di comprensione di singole parole (compiti di indicazione);
Deficit di conoscenza d’uso degli oggetti e delle loro caratteristiche (effetto frequenza d’uso).
Deficit della pragmatica (di senso pratico) evidente sia nella conversazione che nelle prove formali per
cui i pz si presentano loquaci, eccessivi nella produzione con perseverazioni tematiche;
Il disturbo concettuale può interessare tutte le modalità di presentazione (visiva, tattile uditiva e
gustativa), producendo in alcuni casi dei veri quadri di agnosia.
Dislessia superficiale per cui, a parità di lunghezza dello stimolo, non è presente un effetto di

74
facilitazione delle parole rispetto alle non-parole.
Le parole irregolari vengono lette come quelle regolari (necrò foro a necrofò ro).

Difficoltà maggiori a comprendere:


-i nomi rispetto ai verbi
-i concetti concreti rispetto a quelli astratti
-i concetti relativi a persone, animali, figure geometriche, parti del corpo
Preservati di solito:
-la conoscenza di colori e dei numeri
-memoria episodica e autobiografica
-funzioni visuo spaziali e percettive
-capacità motorie
-no disorientamento spazio temporale.

Denominazione visiva di oggetti living (animali, frutti, vegetali) che NON migliora in compiti di maching
come accade in pazienti con deficit anomici;
Accoppiamento semantico verbale e visivo (palm and pyramids);
Comprensione di parole (inizialmente conservata: contesto).

Il 50% dei soggetti hanno anche manifestazioni somatiche:


-preoccupazioni per le sensazioni che arrivano dal corpo,
-rinorrea,
-reflusso gastroesofageo,
-problemi vescicali,
-sindrome di Cotard: sei convinto di essere morto anche se sei vivo;
-deliri
-quadri di alessitimia: non capiscono le loro emozioni.

-CRITERI DIAGNOSTICI devono essere presenti:


-deficit di denominazione di oggetti
-deficit di comprensione di parole e almeno 3 dei seguenti:
o difficoltà a riconoscere gli oggetti soprattutto se con familiarità ridotta
o dislessia o disgrafia superficiale
o ripetizione conservata
o non agrammatismo o alterazioni motorie della produzione verbale
-NEUROPSICOLOGO FA
-Denominazione visiva: ti faccio vedere immagine di banana
-denominazione verbale, es “è un frutto giallo a forma di mezza luna apprezzato da scimmie”: banana

75
-accoppiamento parola figura: ti mostro parole e figure, le devi associare
-riordino figure
-generazione e verifica caratteristiche.

-VARIANTE SEMANTICA VS DEMENZA SEMANTICA


Mesulam: nella DS è descritta la prosopoagnosia ed un deficit di riconoscimento modalità specifico
(visivo) non così preminente nella PPA (vs)
MA...
-diversa sensibilità degli strumenti utilizzati
-stessa istopatologia (ubiquitina o tau)

-SISTEMA SEMANTICO
-SISTEMA AMODALE: centro HUB di integrazione delle informazioni provenienti da altre aree corticali (es.
colore della banana – corteccia T-O)
-SISTEMA MODALE: processo di degradazione semantico modalità- specifico

-COMPORTAMENTO
 disinibizione
 irritabilità
 comportamenti di utilizzazione
 scarsa flessibilità mentale
 perdita dell’empatia
 crawing cibi dolci o scelte alimentari bizzarre
 improvviso interesse per le religioni
 tendenza ad abbigliarsi in modo eccentrico
 attività compulsive (guardare l’orologio, utilizzo di attrezzi-seghe).

-CERVELLO
-atrofia polo temporale bilaterale (> sn) in particolare delle porzioni ventrali e laterali, nella porzione
anteriore dell’ippocampo e dell’amigdala:
-estensione successiva dell’atrofia nelle regioni T posteriori e superiori e al lobo T dx.
Non interessa solo strutture corticali, anche sottocorticali: fascicolo uncinato e superiore ?? (in tutto i
fascicoli sottocorticali sono: fascicolo longitudinale superiore, inferiore, e fascicolo uncinato).
-ISTOPATOLOGIA rarissimamente alla morte hanno alterazioni istopatologiche di Alzheimer.
Nella maggior parte dei casi: alterazioni:
-o formazione di corpi di Pick
-o alterazione di Ubiquitina: proteina.
-GENETICA di solito no genetica, ma in certi rari casi: genetiche, i 2 geni relati sono progranulina e
hene MAPT.

2) VARIANTE LOGOPENICA
All’inizio erano classificati nelle NFPA.
È il 30% delle APP.
È + frequente nelle donne
In fase iniziale: può essere confuso con AD, x presenza di anomie
Disturbi comportamento: apatia, irritabilità, ansia, agitazione.

-CRITERI DIAGNOSTICI devono essere presenti:


-deficit recupero parole nell’eloquio spontaneo o denominazione: sa cos’è quell’oggetto ma non sa
recuperare nome;
-deficit ripetizione frasi e almeno 3 tra:
 errore fonologici in produzione formale o informale:
Fonemica: cane diventa pane;
≠ Fonetico: disturbo produzione suono: non sai produrlo.
 comprensione di singole parole e oggetti buona

76
 no agrammatismo o alterazioni motorie di produzione verbale.

-DEFICIT FONOLOGICO il core del disturbo è danno del loop fonologico.


Nella ripetizione di sequenze di 3 lettere (C-R-U vs T-P-B): non c’è effetto di facilitazione per quelle
fonologicamente diverse come accade nei controlli (sani: ripetono meglio CRU perché diverse, x tali pz
non è così)
Effetto di lunghezza delle parole (per parole brevi span=3; per parole lunghe span=1).

-CARATTERIZZATA DA
-eloquio spontaneo non fluente ricco di frequenti pause anomiche e parafasie fonemiche
-deficit di MBT verbale (span pari a 3)
-ridotta comprensione verbale di frasi (conseguente al deficit del loop fonologico) ma preservata
comprensione di singole parole
-disturbi memoria episodica e di calcolo più frequenti rispetto agli altri quadri di PPA
-alessia fonologica (deficit selettivo di lettura delle non-parole)
-raramente descritta anche aprassia IM
-assenza di agrammatismo, prosodia conservata, non aprassia verbale

-TEST
-prove di denominazione: fanno più fatica a produrre i nomi dei verbi)
-ripetizione di parole, non parole e frasi: fanno peggio nelle non parole;
-MA alcuni pz hanno una ripetizione intatta pur avendo altre caratteristiche compatibili con VL (disturbi
fonologici)
-Mesulam (2014) dice che c’è “variante anomica” disturbo fonologico senza disturbo di ripetizione frasi.

-CERVELLO atrofia aree persilviane posteriori: cioè lobo temporale superiore e medio posteriore,
parietale inferiore più pronunciata a sx.
Quindi è deficit di aree parietali sx, e temporale posteriore.
Può esserci danno di strutture sottocorticali, in particolare fascicolo longitudinale superiore, implicato in
processi di ripetizione.

-ISTOPATOLOGIA Nel 95% dei casi hanno l’Alzheimer: depositi di Beta amiloide.
Più raramente alterazioni TAU o Ubiquitina.
Spesso: alterazione proglanulina, soprattutto in casi di pz che pur con variante Logopenica avevano
alterazioni anche di tipo semantico.

3) VARIANTE AGRAMMATICA
-rara
-esordio circa a 60y (con variazione dai 30 agli 80y)
-sopravvivenza di circa 8-10y
-no prevalenza genere
-sviluppa anartrie: non parla più
-significativa riduzione qualità di vita.

-CRITERI DIAGNOSTICI devono esserci:


-eloquio spontaneo agrammatico
-eloquio stentato, arresti nell’eloquio, errori nell’emissione di suoni, distorsione
e almeno due dei seguenti:
 deficit di comprensione di frasi sintatticamente complesse
 comprensione di parole buona
 buona conoscenza degli oggetti
-eloquio spontaneo non fluente, caratterizzato da:
 anomie (spt in fase iniziale)
 esitazioni
 ripetizioni

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 errori nella produzione di suoni verbali
 scarso uso di funtori (preposizioni, articoli, avverbi, prefissi e suffissi)

-CARATTERIZZATO DA
-carenza verbale soprattutto dei verbi a bassa frequenza d’uso
-omissione dell’articolo determinativo
-distorsione della prosodia, ovvero della connotazione emozionale degli enunciati
-eloquio agrammatico difficile da comprendere
-difficoltà a ripetere stringhe di sillabe specie se richiedono buone capacità articolatorie (pa-ta-ka)
-45 parole/minuto (circa la metà o 1/3 dei soggetti normali)
-la lunghezza delle frasi è ridotta con struttura morfo-sintattica semplice (a volte mancato accordo tra
soggetto e verbo)
-conservate le sequenze verbali superapprese
-risparmiata la denominazione/comprensione orale e scritta (nomi > verbi)
-tendenza al mutismo
Può essere presente aprassia verbale (deficit di pianificazione articolatoria dei suoni verbali)
caratterizzata da:
 Rallentamento della produzione, pause
 distorsione dei suoni
 segmentazione delle sillabe
 aumento degli errori all’aumentare della lunghezza dell’enunciato
 falsi inizi nei tentativi articolatori, difficoltà a produrre la prima consonante di una parola, errori
fonologici o fonemici

 deficit di comprensione grammaticale per frasi complesse (attive/ passive; agente/ruolo) e poi
anche per frasi più semplici
 è un quadro che tende a ricordare un’afasia di Broca
Non è una disartria, ma un’aprassia verbale (sppech apraxia)
-il soggetto è consapevole dei suoi errori
-è presente anomala durata di vocali e di intervalli, ripetizione sillabe, alterazioni toni in particolare nelle
frasi lunghe e sintatticamente complesse.
-producono quindi errori fonetici e meno fonemici (tipici della VL)
-in alcuni casi la variante agrammatica si presenta quindi con:
1. agrammatismo e aprassia verbale
2. solo agrammatismo
3. solo aprassia verbale ( si parla in questi casi di “aprassia progressiva del linguaggio”
4. queste alterazioni linguistiche possono comparire da sole o con alterazioni neurologiche: in
alcuni casi sono manifestazioni iniziali di DCB o PSP.

Errori dei pz sono prevalentemente di sostituzione, inversione, delezione o trasposizione suoni.


L’8% di errori sono dati da errata produzione del suono.
Errori fonetici e fonologici.

-Deficit delle funzioni esecutive: pianificazione, dual-task


-disturbi del comportamento poco frequenti con occasionale riduzione dell’empatia e dell’insight
-memoria episodica e abilità visuo-spaziali relativamente risparmiate
-atrofia sn maggiore nelle regioni perisilviane anteriori che includono la regione insulare e opercolare
-atrofia si estende alla dlPF, al giroT superiore sn, al cingolo anteriore e al LP
-se presente aprassia verbale correlata ad atrofia della porzione anteriore dell’insula sn

-TEST
-comprensione di frasi (genere, verbo, passive..)
-comprensione di nomi ma non di congiunzioni e pronomi
-costruzione di frasi (cartoncini con parole separate)

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-giudizi di grammaticalità
-narrazioni relate a sequenze di immagini
-compiti di adiadococinesia
-NAT: test in cui ti presento immagine che rappresenta scena, sotto ci sono parole tra cui verbo
all’infinito, e soggetto deve creare frase usando quelle parole e mettendo il verbo al tempo corretto.

-CERVELLO Danno parte da Broca, e estende a premotoria e supplementare motoria.

-ISTOPATOLOGIA
-19% ubiquitina
-25% AD
-52% tau
-raramente LBD
: Alterazioni istopatologiche: corpi di Lewi.

-GENETICA mutazione gene


-o di progranulina (PGRN: di solito esordio più tardivo, associato ad aprassia)
- o gene MAPT.

-PPA-va VSPPA vl (logopenica)


Punti di contatto:
 Alterazione della ripetizioni di frasi
 Errori nella produzione di suoni
 Risparmio nella comprensione di parole singole
 Risparmio conoscenza di oggetti

Differenze:
 Effetto lunghezza
 Agrammatismo

NEL CERVELLO LE VARIANTI

COME NEL TEMPO EVOLVONO LE VARIANTI


Logopenica: inizia dal parietale e temporale posteriore, POI polo e PFC dorsolaterale
Agrammatica: giro frontale inferiore, motoria e premotoria, POI porzioni anteriori a fronto-basali, poi
corteccia temporali
Semantica: inizia da temporale POI parietale e frontale rostrale.

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DISTURBI COMPORTAMENTO NELLE APP
1. interazione sociale: coinvolgimento, desiderio di relazioni interpersonali, contatti oculari,
partecipazione attiva
2. emozioni primarie e sociali: felicità , tristezza, paura, disgusto, sorpresa, rabbia, empatia, imbarazzo,
colpa, umorismo
3. risposte all’ambiente: consapevolezza del pericolo, risposte di dolore
4. assunzione di alcool e cibo
5. cura della propria persona
6. hobbies: aumento frequenza con cui si dedica a puzzle, quiz TV, guardare l’orologio, elicitare
comportamenti di ripetitivi.

1) in tutte le APP sono presenti alterazioni del comportamento


2) i pazienti con VS sono quelli con i maggiori disturbi: comportamento sociale, emozioni sociali,
hobbies, tendono ad alimentarsi di meno
3) nessun paziente con VL ha alterazioni nelle capacità di riposta all’ambiente

DIAGNOSI DIFFERENZIALE
3 misure in cui variano i pz:
1. working memory: logopenici;
2. linguaggio e concetti: semantici
3. aprassia: non fluenti

-tutti i pz fallisco nella denominazione che non è quindi discriminate prestare attenzione alle
caratteristiche QUALITATIVE degli errori
-non tutte le prove di linguaggio hanno lo stesso potere discriminante
-altre abilità consentono la diagnosi differenziale

-VARIANTE SEMANTICA Pz denominano in misura maggiore le azioni rispetto ai nomi, fanno + errori
semantici;
male la comprensione di parole (matching di parole-figure).
-VARIANTE LOGOPENICA deficit WM,
commettono più errori fonologici in funzione di lunghezza stimolo.
-VARIANTE AGRAMMATICA produzione di frasi di descrizione di figure, completamento di frasi con
declinazione del verbo, aprassia orale;
80
fanno + errori fonetici ma il test più sensibile è la costruzione di frasi (es. riordinare 5 parole in
modo da costruire una frase).

Le VL e VA: + difficile da discriminare; entrambe caratterizzata da disturbi di produzione, ma conoscenze


semantiche intatte.
Deficit di memoria fonologica della VL: può complicare l’analisi delle capacità grammaticali del pz.
Per distinguerle: analisi delle abilità visuo spaziali: pz VL hanno deficit visuo spaziali in relazione
all’atrofia di aree parietali.

APP: FORME ATIPICHE


1. FORMA MISTA
 deficit di competenze grammaticali e di comprensione presenti in fase iniziale ed in egual misura
 atrofia nel giro frontale inferiore e nel lobo temporale anteriore
 istopatolgia da AD

2. FORMA ANOMICA
 pz ha un esclusivo deficit di denominazione in assenza di altre alterazioni che consentano di
classificarlo in uno dei quadri di APP
 non ha deficit di ripetizione

FATTORI DI RISCHIO DI APP


-studi retrospettivi del gruppo dell’UCSF hanno dimostrato che i pazienti con APP ed i loro familiari di
primo grado hanno una frequenza elevata di DSA
-nella maggior parte dei casi i DSA erano nell’area del linguaggio in particolare disturbi di spelling, lettura
e scrittura
-l’ipotesi è che l’APP sia la manifestazione di una vulnerabilità antecedente relata ad una topografia
cerebrale atipica, una differente connettività che rimane neurologicamente compensata durante
l’età adulta ma diverrebbe disfunzionale nell’invecchiamento

BATTERIE LINGUAGGIO
Utilizzare batterie non costruite ad hoc può determinare dei falsi negativi.
L’utilizzo di batterie create per altri quadri clinici può essere poco utile perché dipendente anche
dall’esperienza dell’esaminatore.

1. ENPA esame neuropsicologico per l’afasia;


2. BADA batteria per l’analisi dei deficit afasici; stessa struttura dell’ENPA, ma BADA è molto più lungo.
Non si ferma su afasia neurodegenerativa, ma afasie in generale (ad es post ictus).
3. SAND  è l’unico test italiano x studiare disturbo afasico di origine neurodegenerativa.

4. SYDBAT del 2013, si basa su 4 compiti: denominazione di immagini, comprensione di parole


81
(associazione parola-immagine), associazione semantica (accoppiamento figura-figura) e ripetizione.
La batteria consente di distinguere le 3 forme di APP.
Denominazione di figure: 14 disegni in bianco e nero, 7 living 7 non living di uguale lunghezza, tutti con
bassa frequenza d’uso.
1. Il soggetto deve denominare lo stimolo entro 6 secondi
2. Se non è in grado di farlo viene fornito un cue fonologico
3. È attribuito un punto per ciascuna riposta corretta, 0.5 se denomina dopo il cue, 0 se non
denomina o se la risposte non consente il riconoscimento dello stimolo
4. Range 0-14
Comprensione uditiva di frasi comprende 8 frasi attive brevi, passive brevi, coordinate e frasi
subordinate
1. Per ogni frase sono presentate due immagini una target ed un distrattore
2. Il paziente deve indicare quale delle due immagini corrisponde alla frase letta dall’esaminatore
3. Le immagini sono presentate per 5 sec
4. La frase può essere ripetuta una sola volta se espressamente richiesto dal paziente
5. Un punto per ogni risposta corretta, range 0-8
Comprensione di parole sono presentati 12 stimoli, 6 living e 6 non living
Dopo la presentazione di una parola sono mostrate 4 figure: quella target e tre distrattori tutti della
stessa categoria semantica
Il soggetto deve indicare l’immagine che corrisponde alla parola
Ogni stimolo è presentato per 5 sec
La parola può essere ripetuta una sola volta se espressamente richiesto dal paziente
Un punto per ogni parola corretta, range 0-12.
Ripetizione è composto da 6 parole e 4 non parole tutte con elevata complessità sillabica,
le parole hanno ridotta frequenza d’uso e somiglianza fonologica, 3 sono concrete e tre astratte in
ognuno di questi ultimi due gruppi 1 parola è breve (5 fonemi) e 2 sono lunghe (8 e 10 fonemi)
le non parole sono di 8, 10 e 11 fonemi.
Parole non parole: la parola può essere ripetuta 1 sola volta se espressamente richiesto dal pz, 1 punto
x ogni parola corretta: range 0-10.
Ripetizione frasi: presentate 6 frasi 3 predicibili «il treno corre sui binari» e 3 non predicibili « l’astronomo
osserva le piante», 3 frasi sono brevi (5 parole) e 3 sono lunghe (13 parole)
1. Il soggetto deve ripetere la frase
2. La parola può essere ripetuta una sola volta se espressamente richiesto dal paziente
3. 1 punto per ogni parola corretta range 0-6.
Lettura sono presentate 12 parole e 4 non parole
Le parole hanno bassa frequenza, 8 sono formate da tre sillabe e 4 sono quadrisillabiche
Le parole sono regolari (accentazione nella penultima) e irregolari (accentazione nella terz’ultima sillaba)
Le non parole hanno le stesse caratteristiche strutturali delle parole.
Ogni parola è presentata per 2 secondi 2. I punto per ogni risposta corretta range 0-16
Regolari: cratere, granita, trafila, sfavore, brufolo........
Irregolari: vestibolo, rettifica, tremito, scibile....
Scrittura al soggetto è richiesto di scrivere come si lava i denti
Vengono attribuiti due punteggi:
_di primo livello: es. se denomina tutti gli oggetti usati, le azioni..
_uno di secondo livello che si basa sul numero di parole, di verbi, di nomi, di strutture sintattiche corrette
.....
Sono analizzati gli errori prodotti.
Associazione semantica sono presentati 4 trial ognuno formato da 3 immagini il soggetto deve indicare
le due immagini che hanno una relazione semantica
1. Ogni trial è presentato per 2 sec
2. Un punto ogni risposta corretta rande 0-4
Descrizione di una scena sono presenti 8 soggetti, 10 azioni, 5 luoghi e 13 oggetti
Il soggetto audioregistrato deve descrivere la scena
Anche in questo ci sono ci sono due livelli di analisi delle risposte
Uno basato sul numero di soggetti denominati

82
Il secondo basato sul numero di parole, di verbi, di nomi, di strutture sintattiche corrette .....

-INOLTRE PUOI FARE


-Ripetizione, lettura e scrittura di parole, non parole, frasi
-Denominazione scritta e orale di verbi, nomi
-Denominazione di colori
-Fluenze fonemiche, semantiche, per classi grammaticali
-Descrizione di una scena complessa
-Comprensione uditiva e visiva di parole
-Comprensione uditiva e visiva di frasi

-CIRCUITI LINGUAGGIO La scissura silviana divide il network neurale del linguaggio in due componenti:
-VENTRALE localizzata prevalentemente nel LT ha un ruolo nell’associazione lessico- semantica e quindi
nell’associazione dei significati
-DORSALE include l’area di Broca ha un ruolo preminente nella codifica fonologica, nella fluenza e nella
strutturazione grammaticale

BATTERIE NUMERO E CALCOLO


-ripetizione numeri
Lettura numeri
Scrittura sotto dettato di numeri
Transcodifica (1: uno) o (uno: 1)
Calcolo scritto.

DEGENERAZIONE LOBARE FRONTO TEMPORALE (DLFT): VARIANTE FRONTALE /


COMPORTAMENTALE

Neary e Snowden nel ’96: descrivono una serie di pz con disturbi del comportamento che ricordavano
quelli di soggetti affetti da patologie psichiatriche:
-disinibizione, scarso controllo degli impulsi, perdita dell’iniziativa, inerzia, abulia, perdita delle
competenze sociali, ridotta capacità di perseguire uno scopo, igiene personale, rigidità mentale;
-comportamenti stereotipati, di imitazione e di utilizzazione, interessi sessuali inappropriati, rituali,
dipendenza ambientale;
-alterazioni linguistiche connotate da inerzia verbale, mutacismo, ecolalia, perseverazioni verbali.

DLFT VARIANTE FRONTALE


 rappresenta il 50% delle DLFT
 esordio 50-60 anni
 prevalentemente sesso maschile
 esordio insidioso: le alterazioni sono spesso ritenute espressione di disagio psicologico, depressione
o altri quadri psichiatrici
 circa il 50% dei pazienti ha una diagnosi psichiatrica che comporta un ritardo diagnostico anche di 5-6
anni
 i sintomi comportamentali e cognitivi (esecutivi) costituiscono il «core» della malattia e quando
presenti rendono la diagnosi POSSIBILE (almeno 3/6)
 la diagnosi è invece PROBABILE quando i sintomi cognitivo-comportamentali determinano un
declino funzionale ed hanno un riscontro anche di neuroimaging
 si definisce CERTA quando la DLFT-vf ha un’evidenza istopatologica o è presente una mutazione
genetica patogena.

CRITERI DIAGNOSTICI
-POSSIBILE presenza di almeno 3/6 alterazioni cognitivo- comportamentali:
1. Disinibizione: comportamenti socialmente inappropriati, commenti maleducati/imbarazzanti in
pubblico, espressioni volgari, turpiloquio, tono di voce troppo alto, riso incongruo, inosservanza delle
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regole sociali (saltare la fila, non osservare la distanza interpersonale, fissare le persone, non rispettare i
turni di conversazione) comportamenti sessualmente inadeguati, di dipendenza ambientale, impulsività
alla guida, dipendenza da gioco d’azzardo, spese incontrollate, decisioni finanziare disastrose, furti nei
negozi, atti di piccola criminalità;
2. Apatia / inerzia: perdita di iniziativa e interessi per cui il paziente abbandona lentamente le proprie
passioni/hobbies, diventano sedentari, devono essere continuamente stimolati anche per le attività +
elementari (sindrome di Diogene: scarsa cura di sé ).
Spesso questi sintomi vengono interpretati erroneamente come manifestazioni di depressione.
3. Perdita di empatia / simpatia: incapacità di condividere le emozioni degli altri e di condividerle in
modo adeguato con conseguente riduzione di comportamenti prosociali.
I pz sono spesso descritti come egoisti ed egocentrici, con appiattimento emotivo, commenti indelicati,
scortesi ed aggressivi e tendenza all’isolamento sociale.
4. Comportamento perseverativo/compulsivo / stereotipato / ritualistico: spesso rigidi nelle attività
quotidiane tanto da ricordare un DOC da cui si differenziano per l’assenza di ansia di solito associata.
Solitamente sono attività come schioccare/picchiettare le dita, grattarsi, fischiettare, dondolare, o avere
una connotazione ritualistica ovvero lavarsi sempre con la stessa sequenza, riordinare documenti,
contare, accumulare oggetti inutili e disparati, reiterare espressioni verbali.
5. Iperoralità e modificazione del comportamento alimentare: eccessiva assunzione di cibo (con
aumento ponderale) correlata con atrofia orbito-frontale, ingestione di cibo in modo avido e compulsivo
(binge eating) modificazioni delle preferenze alimentari premorbose (atrofia insula destra), assunzione
di un solo tipo di cibo.
In casi rari si osservano tratti della Kluver-Bucy con esplorazione orale e tentativi di ingestioni di
materiale non commestibile.
6. Profilo neuropsicologico: profilo cognitivo disesecutivo: disturbi cognitivi sono tipicamente
alterazioni delle funzioni esecutive con risparmio della memoria episodica e delle abilità visuo-spaziali.
I deficit possono manifestarsi come riduzione dell’attenzione e della concentrazione, facile distraibilità ,
difficoltà a svolgere attività complesse, sequenziali o + azioni contemporaneamente.

DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Nei casi in cui il profilo è puramente comportamentale la DD è con le patologie psichiatriche è
quindi importante distinguere:
 apatia vs anedonia
 disinibizione vs manifestazioni maniacali
 comportamenti perseverativi vs DOC
 perdita di empatia vs manifestazioni da disturbo della personalità.

La presenza di alterazioni esecutive NON è dirimente perché questi disturbi possono essere presenti
in altre patologie psichiatriche.
Sono descritti anche pz che manifestano disturbi comportamentali tipici della variante frontale ma che
non hanno alcuna progressione di malattia.
Sono casi che ancora non hanno una interpretazione/classificazione è infatti utilizzato il termine di
FENOCOPIE per definirli.
Fenocopie:
 pazienti che soddisfano i criteri per DFT-VF possibile
 alla visita psichiatrica non hanno disturbi dell’umore, schizofrenia, DOC e abuso di sostanze
 abilità funzionali e cognitive preservate ai follow-up per almeno tre anni
 neuroimaging negativo o aspecifico
 eziologia sconosciuta

EZIOPATOGENESI
DFT: data da depositi/inclusioni intraneuronali di forme alterate di specifiche proteine.
In base al tipo di inclusioni si distinguono:
-TAUPATIE: dovute ad accumulo di proteina TAU
-UBIQUITINOPATIE: dovute da accumulo della proteina TDP-43.
In vita non è possibile stabilire la patologia sottostante: non esistono biomarcatori nonostante alcuni

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studi abbiano dimostrato delle relazioni tra genetica e caratteristiche istopatologiche post-mortem.
La maggior parte dei pz ha forme sporadiche.
Familiarità nel 40%
Nel 15-20% dei casi sono descritte delle mutazioni di 3 geni:
o Gene MAPT: sul cromosoma 3 associato a taupatie
o Gene GRN progranulina: sul cromosoma 17 associato a ubiquitinopatie; se trovi tale alterazione
sai che è data da TDP-43;
o Gene C9orf72: gene alterato sul cromosoma 9, spesso associato a SLA (alterazione 1°
motoneurone)

NEUROIMAGING
-Risonanza: aree frontali con tanti solchi: tanta atrofia;
-SPECT: aree posteriori sono funzionanti, invece parti anteriori molto atrofiche.
-PET: riduzione metabolismo nelle aree frontali e temporali anteriori
-in certi casi: 15y prima di manifestazione di DFT c’era atrofia dell’ippocampo e dell’amigdala in soggetti
asintomatici portatori di mutazione MAPT.

LIMITI DEI CRITERI


Difficoltà relative alla valutazione del comportamento:
1. Influenza dei fattori culturali e/o contestuali
2. assenza di strumenti di valutazione uguali e condivisi
3. Diagnosi differenziale con PSH
4. Struttura di personalità premorbosa eccentrica e/o contatti pz/caregiver limitati

Nei test “soggettivi” devi tener conto di:


-capacità espressiva, linguistica del soggetto: quanto il pz sa descriversi / il familiare sa descriverlo;
-capacità introspettive: spesso in demenza frontotemporale non c’è.

Test “oggettivi”:
-scale comportamentali (NPI FBI)
-social observer behaviour check list (osservazione del pz durante la valutazione formale).

La classica sindrome disesecutiva è stata messa in discussione negli ultimi anni perché sensibile al
danno della corteccia dorso-laterale ma non di quella orbito- frontale e ventro-mediale;
Test frontali (Stroop ,WCST, Raven) possono essere ben eseguiti dai frontali o mal eseguiti da pz che
hanno delle demenze non frontali (AD).

Altro limite: rilievo dato dalla componente esecutiva con risparmio della memoria che appare restrittivo e
determinare dei falsi negativi, quindi è fondamentale sottoporre il pz ad esami standardizzati: EON, RMN,
PET, NPS

Coi test indaghi aree frontali dorsolaterali, ma i DFT comportamentali hanno deficit di aree ventromediali.

OSSERVAZIONE CLINICA E ANAMNESI


 Il pz non ha chiara consapevolezza dei disturbi comportamentali e cognitivi per cui non li riporta
al colloquio
 I racconti dei pz sono spesso brevi e ombrosi, riferiti in modo stereotipato senza alcuna
preoccupazione
 Nel corso del colloquio il pz può rimanere affettivamente indifferente quando si parla di lui
manifesta una ANOSODIAFORIA ovvero una perdita della partecipazione emozionale
 Fondamentale è il colloquio con caregiver: caratteristiche premorbose

Possono essere usate:


1) CDR modificata che indaga anche il linguaggio e il comportamento;
2) FRS frontotemporal rating scale: dà info sulla severità dei disturbi

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3) NPI neuropsychiatric inventory
4) FBI: frontal behavioral inventory
5) FrSBe: fatto al pz e al familiare, richiedi info sul comportamento del pz in fase premorbosa e
postmorbosa.
Alterata sezione mesiale del lobo temporale: inerzia, perdita motivazione, ecolalia.

Limiti:
-non sono disponibili dati normativi, stratificati in relazione all’età e alla scolarità
-diverse scale sono disponibili nella loro lingua ma non sono state adattate ad altre culture
-poche scale sono state analizzate per: confrontare i dati riportati dal pz e dal caregiver valutare il
distress dei caregiver
Corteccia dlPFC: sintomi cognitivi, infatti la dlPFC è implicata in diversi processi cognitivi: attenzione,
memoria, linguaggio, abilità visuo spaziali, funzioni esecutive.
Corteccia PFC orbitale: alterazioni comportamento, responsabile di disinibizione, scarso controllo di
impulsi, comportamento antisociale, stereotipie.
Corteccia prefrontale mesiale: alterazioni comportamento, responsabile di: apatia, alterazioni del
comportamento alimentare, ottundimento emotivo, economia verbale, ecolalia, inerzia verbale.

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SINDROMI EXTRAPIRAMIDALI
SISTEMA EXTRAPIRAMIDALE
È costituito da:
-striato (caudato + putamen),
-globo pallido,
-nuclei di Luys e di Darksevic,
-substantia nigra
-nucleo rosso a cui + recentemente sono state associate la formazione reticolare del mesencefalo, le
olive bulbari e alcuni centri cerebellari.
Interviene nella regolazione del tono muscolare, dei movimenti automatici (es. deglutizione,
masticazione, fonazione, movimenti pendolari, stazione eretta, scrittura ) e dei movimenti espressivi.

PARKINSONISMI NEURODEGENERATIVI
-TAU PATIE: paralisi sopranucleare progressiva, e degenerazione corticobasale;
-SINUCLEINOPATIE: Parkinson, atrofia multi sistemica, demenza da corpi di Lewi.
Da un punto di vista cinico sono dette “parkinsonismi” perché c’è alterazione del sistema
extrapiramidale.
Tutte eccetto il Parkinson sono atipiche: Parkinson c’è fase (lunga) in cui pz beneficia di terapia
farmacologia, mentre in quelle atipiche non c’è beneficio di farmaco.

SINTOMI PARKINSONISMI
-Bradicinesia: rallentamento nella elicitazione di movimenti volontari con una progressiva riduzione della
velocità e dell’ampiezza del movimento;
-Rigidità è la resistenza muscolare a movimenti passivi
-Tremore può essere posturale o d’azione dell’ampiezza di 4-6 hz
-Distonia consiste nell’adozione di atteggiamenti posturali involontari causati da contrazioni muscolari
-Instabilità posturale è la difficoltà a mantenere la stazione eretta (pull-test), l’equilibrio
-Freezing improvvisi arresti o esitazioni nella marcia
-Discinesie produzione di movimenti coreiformi (arti, capo, tronco) spesso relate alla L-dopa

PARKINSON
1) nel 1817 il sig. Parkinson vede 6 casi clinici e li definisce “paralisi agitante”:
-tremore a riposo
-marcia a passi piccoli
-atteggiamento camptocormico: tronco spostato verso il pavimento
-disturbi sonno
-costipazione
2) Nel 1877 Charcot la definisce “malattia di Parkinson”: aggiunge ai sintomi la rigidità muscolare.
3)Negli anni 20: scoprono che c’è deplezione neuronale di sostanza nera
4) Anni 50 scoprono che dopamina è il neurotrasmettitore implicato in malattia
5) anni 60: riduzione livelli dopamina nello striato

Colpisce l’1% della popolazione di oltre 60y,


oltre i 65y: incidenza è di 160 su 100.000
Più frequente nei Maschi

SINTOMI
Sintomi: premotori, motori, non motori.
-SINTOMI PREMOTORI Sintomi che possono precedere la comparsi di quelli motori:
-costipazione,
-anosmia,
-depre,
-rem behavior disorder
-SINTOMI MOTORI 4 sintomi cardinali / primari:
-tremore:
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 nel 90% dei pz,
 spesso è il 1° sintomo,
 di solito è presente a riposo / quando sei attento verso un target,
 all’esordio è asimmetrico
 tipico “pill rolling”.

-rigidità:
 opposizione involontaria alla flessione passiva, attiva sia i muscoli agonisti che antagonisti
 segno della troclea/ruota dentata
 può essere presente sia all’inizio del movimento che nella sua esecuzione

-bradicinesia: rallentamento esecuzione movimento diverso dall’acinesia (assenza di movimento)


-instabilità posturale: disturbo equilibrio si presenta di solito in fase avanzata, dopo circa 10y dalla
diagnosi

Sintomi secondari:
-perdita sincinesie pendolari
-diminuzione riflesso ammiccamento
-ipomimia
-ipofonia: calo tono voce.

-SINTOMI NON MOTORI


-sono presenti in tutti i pazienti
-hanno un impatto anche maggiore sulla qualità della vita rispetto alla componete motoria
-sul singolo paziente sono scarsamente studiati, poco riconosciuti
-sono soggetti a fluttuazioni così come esistono le fluttuazioni motorie
 On fase di buona risposta alla levodopa
 Off fase di ridotta risposta alla levodopa
-Neuropsichiatrici:
 depressione,
 apatia,
 disturbi del controllo degli impulsi,
 ansia,
 psicosi,
 allucinazioni (spesso legate all’assunzione del farmaco)
 apatia,
 abulia,
 disturbi dell’umore

-Cognitivi:
 deficit di memoria,
 alterazioni esecutive,
 demenza (80% in fase avanzata:

-Disautonomici: disfunzioni sistema nervoso autonomo


 ipotensione ortostatica,
 costipazione,
 incontinenza urinaria,
 disfunzioni sessuali,
 alterazioni riflessi cardiaci,
 disturbi dell’olfatto,
 gastrointestinali,
 sudorazione
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-Precoce deficit nell’identificazione degli odori: presente nell’80-90% dei pazienti
 è raramente un sintomo isolato
 il deficit può precedere il disturbo motorio, è marcato dalle prime fasi e non correla col disturbo
motorio
 substrato patologico: perdita neuronale e presenza di corpi di Lewy nei nuclei olfattivi anteriori e
nei bulbi olfattivi
-Disturbi sonno: insonnia, sonnolenza, tendenza a dormire troppo di giorno, RLS, attacchi sonno,
movimento di AA durante il sonno, RBD (sindrome gambe senza riposo)
-Alterazioni sensoriali: dolore, fatica

ALTERAZIONI NEUROCHIMICHE DEL PARKINSON

Normalmente: a livello di sostanza nera: fibre devono potare dopamina allo striato, il quale comunica
con corteccia e altre strutture sottocorticali.
Nel Parkinson c’è riduzione dopaminergica.

Dopamina arriva ai sistemi in 2 modi:


-via nigrostriatale: della sostanza nera
-via meso corticale: da mesencefalo a PFC;
Nel Parkinson c’è alterazione funzionale di queste 2 vie, che determina disfunzione “fronto-striatale” che
ha configurazione cognitiva abbastanza precisa.

-Disfunzione del sistema noradrenergico: dovuto a deplezione neuronale del locus coeruleus
-Riduzione dell’attività colinergica, secondaria alla degenerazione del nucleo basale del Maynert, che
proietta all’amigdala e alla neocorteccia.

ISTOPATOLOGIA
Alterazioni tipiche dell’AD, e presenza di corpi e cellule dei Lewy (aggregati di sinucleina).
1) Stadio 1 e 2: fasi di malattia in cui soggetto è asintomatico; c’è alterazione sinucleina: si aggrega
(formando corpi di Lewy) in medulla oblungata, tegmento pontino e nelle strutture olfattive.
Sinucleina si accumula in quei neuroni con assoni lunghi e sottili rispetto a corpo cellulare, e ad assoni
scarsamente mielinizzati.
2) Stadio 3 e 4: Comparsa di manifestazioni cliniche; allora è la sinucleina che porta ad alterazione di
dopamina: quando aggregati di sinucleina arrivano a sostanza nera, nuclei della base, telencefalo e
diencefalo: iniziano disturbi.
3) Stadio 5 e 6: accumulo sinucleina in corteccia temporale, insula, cingolo, aree corticali secondarie e
poi primarie.
Il processo patologico inizia in aree corticali che coinvolgono sistema olfattivo, limbico, autonomico e
somatosensoriale.
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CAUSE
-sporadiche
-genetiche nel 5-10% dei casi
-forme monogeniche PARK-SNCA, PARK-LRRK2, PARK-VPS35
-popolazione ebraica askenazita descritte alterazioni del gene GBA1 che favorisce l’accumulo di alfa
sinucleina
-ambientali
-esposizione a sostanze tossiche (pesticidi, metalli pesanti, acqua dei pozzi, lavorazione del legno,
traumi cranici, vivere in contesti rurali)

NEUROIMAGING
-TC consente di escludere sindromi parkinsoniane secondarie (es.vasculopatia cerebrale, idrocefalo
normoteso)
-RMN nella norma nel PD. Se effettuata con apparecchiatura ad almeno 1,5T e refertata da personale
esperto può contribuire ad evidenziare alterazioni indicative di PD (assottigliamento della pars
compatta della substantia nigra mesencefalica) o di parkinsonismi degenerativi atipici (es. segno del
colibrì nella PSP, atrofia cerebellare e pontina, croce di savoiardo nella MSA) aiutando nella diagnosi
differenziale
-SPECT: attraverso un marcatore del trasporto della dopamina consente di rilevare la presenza di
degenerazione della via nigro-striatale presinaptica;
È utile per la diagnosi differenziale tra PD (esame positivo) e tremore essenziale, parkinsonismo
vascolare, parkinsonismo iatrogeno o disturbo del movimento su base psicogena (esame negativo).
Non indicata per distinguere tra PD idiopatico e parkinsonismi degenerativi atipici.
-Scintigrafia Miocardica con MIBG: esame funzionale che valuta l’innervazione ortosimpatica del
miocardio. Utile per differenziare il PD (esame positivo) dai parkinsonismi degenerativi atipici (esame
negativo).
-PET-FDG: esame funzionale che rileva il consumo di glucosio nelle diverse aree cerebrali; utilizzato nella
diagnosi differenziale tra PD (esame negativo) e parkinsonismi degenerativi atipici o secondari (esame
indicativo di ipometabolismo).

DIAGNOSI
È diagnosi clinica.
Manifestazioni asimmetriche di tremore, bradicinesia e rigidità che migliorano con l’assunzione di
dopaminergici supportano la diagnosi.
Sono invece a sfavore della diagnosi: disautonomia severa, allucinazioni precoci (di solito sono dopo
tanto tempo che assume farmaco: per disrlegolazione del farmaco, quindi non è sintomo in sé del
Parkinson), demenza prima dei sintomi motori, instabilità posturale e freezing (blocco motorio) nei primi
3 anni di malattia.

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91
PROGRESSIONE
3 stadi:
1. fase pre-clinica in cui inizia la degenerazione ma il paziente è asintomatico
2. fase prodromica in cui i sintomi sono presenti ma insufficienti a fare diagnosi
3. fase clinica in cui i sintomi sono presenti, riconoscibili ed è quindi possibile fare diagnosi

Non è possibile predire accuratamente l’evoluzione


Le fluttuazioni motorie compaiono circa 5-10 anni dopo la diagnosi, l’instabilità posturale dopo 10
Dopo la diagnosi c’è un periodo «honey moon» in cui i pz beneficiano della terapia
Nelle fasi avanzate la dopa può non avere effetto determinando la comparsa di discinesie, alterazioni
delclinguaggio, scialorrea, freezing, cadute, alterazioni dell’equilibrio
Young-onset: discinesie e fluttuazioni motorie
Late-onset: disautonomia e deficit cognitivi

VALUTAZIONE DEFICIT MOTORI


1) UPDRS: unified Parkinson’s disease rating scale: valuta la disabilità ed il grado di compromissione;
analizza gli aspetti cognitivi, l’umore, le capacità nella vita quotidiana, le capacità motorie (EON) e le
complicazioni motorie.
2) Scala Hoehn Yahr: valuta la progressione della malattia in una scala da 0 (nessuna alterazione) a 5
(alterazione massima); prevede 5 stadi:

-sintomi unilaterali
-sintomi bilaterali
-instabilità posturale con peggioramento dei sintomi bilaterali
-peggioramento dei sintomi con incapacità di vivere solo o di essere indipendente
-sedia a rotelle o allettamento

FARMACI
Levodopa: terapia d’elezione, è dopamina (gli dai dopamina sintetica); efficacie per componente motoria,
ma poco effetto sul tremore.
Oppure
Dopamino-agonisti: serve x far aumentare produzione di dopamina; lo usi se P. viene presto.
Pro: fasi di on lunghe (ci mette tanto tempo x scomparire),
Limiti: allucinazioni, discontrollo impulsi, sonno.

TERAPIA
Nella fase avanzata di malattia possono comparire le fluttuazioni motorie, ovvero delle oscillazioni
dell’effetto anti-sintomatico ottenuto con la levodopa a seguito delle quali il pz sperimenta una
alternanza di fasi di benessere FASE ON a fasi di grande disabilità FASE OFF più volte nel corso
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della giornata.
Le fluttuazioni possono essere prevedibili (wearing-off) comparire in corrispondenza del degrado della
Levodopa o essere imprevedibili determinando repentini passaggi ON-OFF.
-IN FASE AVANZATA
1. Infusione sottocutanea di apomorfina: per la gestione delle complicanze motorie gravi in pazienti di
età <75 anni, che non presentano decadimento cognitivo e/o allucinazioni, con adeguata assistenza a
domicilio
n eventuale test acuto all’apomorfina, inizio del trattamento con incremento lento e progressivo del
dosaggio per evitare o ridurre gli effetti collaterali (ipotensione ortostatica, nausea e vomito, sonnolenza);
individuazione della dose ottimale di infusione giornaliera
2. Levodopa gel intraduodenale: per la gestione delle complicanze motorie gravi che persistono
nonostante il miglior trattamento convenzionale.
Può essere proposta anche in pazienti anziani in presenza di problemi cognitivo-comportamentali non
gravi, purchè supportati da un caregiver che possa collaborare alla gestione quotidiana del sistema di
infusione.
Per avviare la terapia con Duodopa occorre:
-fase test con sondino naso-digiunale per alcuni giorni nel corso dei quali si trasforma la terapia orale in
dose equivalente di Duodopa e valutazione della tollerabilità e dell’efficacia
-procedura di posizionamento endoscopico della PEG e dell’estensione digiunale;
-ottimizzazione del dosaggio di Duodopa;
-addestramento del paziente e del caregiver all’impiego quotidiano della pompa infusionale
3. Deep brain stimulation: efficace e sicura x trattamento su sintomi motori.
Se non ha più efficacia il farmaco. Intervento da sveglio; filo da calotta cranica arriva a nucleo
subtalamico; però tale nucleo è piccolo (problema trovarlo) e devi beccare porzione motoria.
Nel filo: elettrodi che danno stimolazione elettrica continua che modifica l’attività patologica e migliora i
sintomi; neurofisiologo deve riconoscere suono di neuroni del subtalamico che scarica.
Per farlo ci sono dei criteri:
 diagnosi di PD idiopatico
 durata di malattia di almeno 5 anni
 presenza di fluttuazioni motorie e discinesie nonostante una terapia farmacologica ottimizzata
 assenza di rilevanti sintomi assiali in fase on
 buona risposta al test acuto alla levodopa
 età non avanzata (>70 anni): assenza di rilevanti alterazioni cognitive, comportamentali e del
tono dell'umore
 no alterazioni significative alla RMN encefalo
 assenza di patologie internistiche che controindichino l’intervento chirurgico.

NEUROPSICOLOGO
La perdita di dopamina nella substantia nigra e quindi dei gangli della base determina una disfunzione
dei circuiti cortico-striatali- talamico-corticali che mediano funzioni motorie, cognitive ed emozionali.
I gangli della base sono anche interconnessi a strutture sottocorticali (collicolo superiore, nucleo
perduncolo-pontino, nuclei pontini, formazione reticolare e l’area periacqueduttale)
-DEFICIT COGNITIVI
-compaiono DOPO quelli motori
-possono essere così lievi da essere poco riconosciuti data la scarsa ricaduta ecologica
-la comparsa di un disturbo cognitivo isolato non significa che quella persona svilupperà una demenza
-anche nel PD di applica il concetto di MCI ma in questo caso è un MCI Parkinson relato.
Criteri MDS: devono essere esaminati 5 domini cognitivi:
-funzioni esecutive
-attenzione e WM
-linguaggio
-memoria lungo termine
-abilità visuo spaziali.
Diagnosi:
-MCI livello 1: calo efficienza cognitiva indagata con scale globali OPPURE se il pz ha prestazione

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patologica in almeno 2 test di breve batteria che includa almeno 2 test x ogni dominio / quando sono
esaminati + di 5 domini.
-MCI livello 2: almeno 2 test x ognuno dei 5 domini, il pz deve fallire in almeno 2 test dello stesso
dominio OPPURE in 2 test di domini diversi.

-FUNZIONI ESECUTIVE si aggravano con progressione malattia;


correlati a sintomi motori (instabilità posturale e freezing) e comportamentali (depre, apatia e
allucinazioni).
Deficit definito come “fronto striatale” perché inizia da striato dorsale e dal putamen x interessare POI la
porzione dorsolaterale dei circuiti fronto sottocorticali.
Alterazioni esecutive: 5 test dimostrano presenza di deficit significativi:
-fluenze verbali
-digit span inverso
-WCST
-stroop
-TMT
-2 DEFICIT CARATTERISTICI entrambe le funzioni dipendenti da dopamina
1. ridotta flessibilità mentale i PD non riescono a spostare l’attenzione da informazioni
precedentemente rilevanti producendo delle perseverazioni.
Il disturbo è conseguente all’ipoattivazione dello striato, della corteccia cingolata anteriore e solco
frontale inferiore.
Deficit di working memory prestazioni peggiori in compiti di WM spaziale rispetto a MBT verbale
entrambe le funzioni sono fortemente dipendenti dalla dopamina

Putamen: compiti motori


Caudato: compiti cognitivi/comportamentali
-compromissione precoce della porzione rostro-dorsale del caudato connessa alle regioni frontali dorso-
laterali (BA 46, 9) deputate ai processi di controllo di alto livello
-compromissione tardiva della porzione ventrale del caudate connesse alle regioni frontali ventro-laterali
(BA 45, 47) deputate a processi di controllo di basso livello

C’è disregolazione circuiti gangli della base: sistema limbico.


-LINGUAGGIO
-spesso inintellegibile per ipofonia, disartria, alterazioni fonetiche, incremento delle latenze, aprosodia
-presenti deficit di denominazione e di generazione di azioni soprattutto in condizione off medication
-alterazioni in compiti di integrazione sintattica («tocca A con B»), pianificazione di frasi
-deficit in compiti di comprensione di frasi idiomatiche («chi va al mulino si infarina») o ironiche
-MEMORIA
-presente precocemente e rischio di evoluzione in demenza
-deficit di rievocazione di parole soprattutto se semanticamente relate
-la caduta a prove di memoria non è causata da un deficit intrinseco della memoria ma piuttosto da
una scarsa pianificazione, sequenziazione e organizzazione del materiale durante la fase di codifica
quindi da un deficit fronto-striatale anche se la deplezione colinergica e i corpi di Lewy a livello
temporale possono contribuire al deficit di memoria
-natura del deficit ancora controversa
-CAPACITA’ VISUO SPAZIALIspesso compromesse
-è raccomandata l’analisi di queste funzioni
-un loro deficit è un predittore del futuro declino cognitivo.
-visuo-spaziali:
percezione dello spazio e grandezza
attenzione visuo-spaziale memoria spaziale imagery visuo-spaziale
-visuo-costruttive:
coordinazione visuo-motoria
copia di figure

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-PROFILO OCCIPITO TEMPORALE compromissione aree visive, vie occipito temporali e occipito
parietali;
-discriminazione di grandezza/lunghezza/ampiezza;
-percezione spaziale;
-percezione del movimento.

Pz con prevalenza di disturbi visuospaziali e visuo costruttivi: tendenza a sviluppare Parkinson demenza
maggiore di pz con disturbi frontostriatale.
Parkinson “acinetico rigida” (rigidità più marcata rispetto a tremore) con disturbi occipito temporali a
livello cognitivo: prognosi + sfavorevole, di chi ha profilo fronto striatale.

-2 SINDROMI COGNITIVE DEL PD


-disfunzione dopaminergica fronto-striatale che causa deficit di pianificazione, WM, processi inibitori
-disfunzione posteriore (corpi di Lewy, AD) responsabile dei deficit di memoria visiva, competenze visuo-
spaziali

Il 61% dei pz con PD ha disturbi neuropsichiatrici


Correlazione positva tra sintomi psichiatrici e severità disturbi motori e cognitivi
I + frequenti:
-depressione: 30% dei casi precede sintomi motori, è un marker prodromico del PD, disfunzione 3
neurotrasmettitore: serotonina, dopamina, noradrenalina;
-ansia: 40% dei pz PD; associata a depre; attacchi panico o fobia sociale; data da modificazione di
neurotrasmettitori del sistema striatale, accumbens, amigdala, locus coeruleus, strutture limbiche,
-fatica: sintomo prodromico, precede la comparsa di disturbi motori; 34-58% dei pz, può essere centrale
(stanchezza, debolezza, esausto persistente), o periferica (ridotta energia, spossatezza muscolare)
-apatia: 77% dei pz Park
-phantom boarder: sensazione ci sia presenza
-sintomi psicotici: visive o raramente uditive; frequenti la sera, poca luce; persone sconosciute / familiari:
parti del corpo, animali, auto; soo colorate, localizzate centralmente.
Possono esserci deliri (paranoici, grandezza, gelosia, abbandono..)
DOC: ossessivo compulsivo (ipersessualità, iperfagia, shopping, gioco patologico, punding:
comportamenti ripetitivi, meccanici, stereotipati.

Chi tende a sviluppare Parkinson demenza sono + a rischio:


-quelli ce sviluppano malattia tardivamente
-allucinazioni (fuori dal farmaco)
-riduzione fluenze semantiche e copia pentagoni
-prevalenza sindrome acinetico rigida
-MMSE basso all’esordio
-alterazione precoce di funzioni esecutive, visuo spaziali o visuo percettive.

DEMENZA CORPI DI LEWY


Demenza legata a presenza di aggregati corpi di Lewy, è il secondo tipo seconda demenza dopo
l’Alzheimer, quindi frequente.
Caratteristiche per poter far diagnosi:
Deve esserci demenza fasi inziali, il disturbo cognitivo precede disturbo motorio
paziente può avere deficit di attenzione, funzioni esecutive e visuo percettivi,
la memoria non è elemento tipico.
Fluttuazioni, alternanza di fasi di attivazione arousal in cui risponde a domande e poi momenti in cui è
molto confuso.
Solitamente allucinazioni visive vivide, raramente uditive, vedono bambini, animali, hanno behavioural
disorder, disturbi sonno rem
Bradicinesia, tremore posturale o rigidità.

Elemento supportivo a diagnosi fatto che rispondono in modo abnorme a assunzione farmaco, e

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risposta a antipsicotico paradossa, possono avere sincopi, cadute, tutti elementi supportivi a
diagnosiElementi supportivi a diagnosi:
-se rispondono in modo abnorme a somministrazione di antipsicotici; dai farmaco antipsicotico x
allucinazioni: loro hanno risposta paradossa
-sincopi, cadute.
Dal punto di vista neuropsicologico: pz con corpi di Lewy e Parkinsoniani (soprattutto se posteriore):
quasi indistinguibili; perché c’è: disturbi visuo spaziali, riduzione fluenti

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