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Neuroscienze Cognitive Dell'Invecchiamento
Neuroscienze Cognitive Dell'Invecchiamento
DOMANDE
-differenze tra materia bianca e grigia nell’invecchiamento fisiologico
-correlazione tra prestazioni cognitive e materia bianca e grigia
-teorie invecchiamento
-esempio di compensazione (in tutti gli argomenti: memoria, sistema motorio….): scegli caso che ti piace
di compensazione, ad es x; idem x differenziazione (flanker e 170)
-alterazioni cerebrali EEG nell’invecchiamento
-TMS eccitatoria x migliorare funzioni cognitive: TMS potenzia prestazione stroop (test frontale)
-anziani fanno fatica a riconoscere emozioni negative? Dipende, da modalità di presentazione di
emozione e da emozione;
-mimicry ed invecchiamento fisiologico: anziani hanno difficoltà ad anziani mimicry? Uno studio dice di
no (Huhnel), anzi che è maggiore x disgusto; in altro studio (Pedder) dice che è compromesso.
-anziani hanno attività cerebrale diversa x codifica e recupero? Alcune aree sono in comune, altre diverse
tra giovani e anziani.
-anziani hanno problema nell’elaborazione del contesto? Si, lo vedi in esperimento di Gutchess
-come aumentare nei vecchi le capacità mnestiche? TMS, musica congruente con immagine che gli
mostri.
-Come uso stimolazione cerebrale non invasiva x migliorare memoria? Cerco di aumentare codifica
(studio di Sandrini: con o senza reminder) o recupero (recupero: funziona peggio: migliorano solo dopo
tdcs anodica a sx: solo + veloci, non + accurati).
-come migliorare memoria
-come migliorare funzioni motorie? Nei giovani: studio di Reis.
PER OGNI ARGOMENTO TEORICO: STUDIA ALMENO 1 ESEMPIO, FAI 2, MA NON TUTTO.
Ricorda:
Asse coronale: divisa tra rostrale e caudale: come il cerchietto di Sara Panetoni
Asse sagittale: tagliato in metà dx e sx: come freccia che ti colpisce nel naso e ti divide.
INTRO
Entro il 2050 la popolazione americana di vecchi raddoppierà; ciò porta a declino fisico e cognitivo.
Obiettivo: invecchiamento di successo, grazie a supporto cognitivo e fisico.
Invecchiamento porta a cambiamenti:
micro (cellule),
meso (mielina, sostanza bianca)
macro (cambiamenti anatomici del cervello).
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Anziani: dai 65 in poi.
Giovani: attivazioni specializzate x emisfero; infatti corteccia sx: elabora materiale verbale; dx:
materiale spaziale.
≠ anziani: talvolta attivano sia dx che sx x entrambi i compiti
TECNICHE
-EEG (funzionale): precisione temporale (millisecondo) nel dirti che neuroni sotto all’elettrodo stanno
scaricando in quel millisecondo;
però risoluzione spaziale è bassa: perché non sai quali precisi neuroni stanno scaricando.
-RMN (strutturale): ottima risoluzione spaziale: ti dice localizzazione struttura;
ma scarsa risoluzione temporale: segnale BOLD (ematico) è lento: ci mette secondi x arrivare.
-tDCS: funziona x correnti elettriche: catodiche è inibitoria, anodica: ecciti area, sham: finta.
D prime: indice di accuratezza: + è alto e meglio faccio compito. È + preciso di accuratezza: ti dice indice
di distribuzione di risposte: ad es se tu hai risultato di esperimento che dice che il sogg ha risposto 50 e
50 le 2 alternative: non sai se ha fatto così perché ha dato sempre la stessa risposta o perché ha tirato a
caso (a volte una risp e a volta l’altra): se guardi solo accuratezza no scopri quale delle due alternative
(se per caso o per stessa risposta sempre), invece col d prime lo sai, ti dice ad es se ha dato sempre la
stessa risposta.
PFC
È la più colpita dall’invecchiamento: la 1° che declina con invecchiamento.
≠ aree medio temporali MLT (es ippocampo): declino NON lineare, più colpite da Alzheimer (atrofia).
-DX:
memoria spaziale;
volti (non singole componenti): face fusiform area: FFA: infero temporale: sta avanti e non in V1
perché V1 risponde a stimoli semplici: più ti sposti anteriormente e più rispondono a stimoli
complessi.
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monitora l'output dall'emisfero sx nei processi di controllo verbale: può aiutare a selezionare tra
le rappresentazioni alternative in competizione nella memoria di lavoro ed è sensibile alle
differenze in strategia di recupero.
Colcombe, 2005: il reclutamento di ulteriori regioni cerebrali aiuta le prestazioni SOLO SE l’area reclutata
completa l’elaborazione del compito in questione.
-COMPENSAZIONE
-STUDIO CABEZA, 2002: nei compiti di richiamo della fonte (dire se hanno sentito o letto una parola):
-Giovani: attivano emisfero dx (materiale spaziale);
-Anziani: se si attiva solo em dx: si attiva di più che nei giovani MA falliscono nel compito;
se invece c’è attivazione bilaterale: prestazione come i giovani: è un caso di compensazione: questa
attivazione bilaterale è stata compensativa; anziani ad alte prestazioni hanno compensato declino
neurale dato dall’età con una riorganizzazione plastica di attivazioni neurali.
Chi va meglio: differenza di sostanza bianca.
-DEDIFFERENZIAZIONE
-STUDIO COLCOMBE, 2005: si vede l’opposto di ciò che emerge da studio di Cabeza;
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flanker task: compito spaziale inibitorio: devi riconoscere direzione di freccia target: dire se freccia che
vedi puntava a dx o sx. Ci sono distrattori: compito spaziale (em dx). ><<<<>><<<<<
Ti serve PFC dx x inibire i distrattori: la PFC perché inibisce, la dx perché è compito spaziale (e l’emisfero
dx se ne occupa).
-Giovani: attiva PFC dx x inibire distrattori; ≠ sx: totale inattivo.
-Anziani: se c’è attività di PFC bilaterale: vanno male nel compito;
≠ se si attiva solo PFC inferiore sx (opposto ai giovani): vanno bene nel compito caso di H della
dedifferenziazione.
Però ci sono ≠ tra anziani capaci (alta prestazione) e quelli non capaci (bassa prestazione):
NO differenza di densità di materia grigia,
SI differenza di densità di materia bianca: se la loro prestazione è migliore c’è maggiore densità
di sostanza bianca nel corpo calloso nel lobo frontale rispetto ai meno capaci.
Questi dati suggeriscono che i cambiamenti della sostanza bianca hanno una grande influenza sulle
funzioni cognitive, più che i cambiamenti della corteccia di per sé , in linea con l’idea che l’integrità
delle connessioni di sostanza bianca sia critica sia per le abilità cognitive che per il funzionamento
cerebrale.
Lo vedi grz al contrasto di risonanza.
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TEORIE DELL’INVECCHIAMENTO
1. IPOTESI DI INIBIZIONE, HASHER E ZACKS, ‘91
Anziani avrebbero problemi nel reclutare attenzione su stimoli irrilevanti e / o ripetuti.
Questa teoria è in linea con
-mancanza di inibizione di risposte prepotenti nell’invecchiamento / mancanza di abituazione,
-evidenze di neuroimaging di una attività + diffusa negli anziani: H della differenziazione / attivazione
diffusa.
Risultati: accuratezza uguale, ma anziani più lenti, soprattutto nel match dei luoghi (pallino).
l’aumento di attività di PFC consente ad anziani di mantenere un buon livello di precisione a scapito di
tempi di reazione più lenti.
Inoltre:
-Giovani: maggiore attivazione di corteccia prestriata (area 18)
-Anziani: in generale maggiore attivazione della corteccia occipito temporale (area 37),
e in particolare nei match dei luoghi: attivano di +:
PFC
corteccia parietale mediale
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Quindi negli anziani: stesso compito dei giovani: si attivano di + aree frontali: “ci ragionano”.
Però non sia se questa loro attivazione più frontale serva x far avere migliore prestazione: non sai cosa
succederebbe se nell’anziano si attivassero stesse aree dei giovani.
Modello Harold dice che anziani non c’è più specializzazione interemisferica:
-non usano più sx x verbale e dx x spazio (come giovani).
-non usano più sx per codificare info e dx per recuperare info già codificate (come giovani).
≠ Anziani hanno attivazione bilaterale: no asimmetria rigida come giovani.
Tale H spiega come il cambiamento legato all'età sia dovuto a meccanismi compensativi e di
dedifferenziazione e di cambiamenti regionali nella PFC che conducono all’attivazione bilaterale in
quella regione nell’anziano.
Questa teoria riconosce che esistano processi di plasticità, ma non spiega il ruolo di PFC (ovvero
compensa o rappresenta un costo per la prestazione?)
-Nel cervello: la bianca sta all’interno e la grigia all’esterno; nella grigia: neuroni.
-Nel midollo è il contrario: grigia dentro e bianca fuori: perché midollo deve far comunicare velocemente
cervello e corpo, e chi permette ciò è la bianca, che fa comunicare in fretta assoni.
Circonvoluzioni: servono x contenere neuroni.
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Corpo calloso: materia bianca.
Nei vecchi: declino della bianca nelle regioni frontali.
La diffusività della bianca (che nei vecchi è maggiore): correla con funzione esecutiva.
-SOSTANZA BIANCA E PRESTAZIONI La materia bianca predice prestazione: il declino dato dall’età
della bianca: correlato con prestazioni in 2 compiti:
1) TRAIL MAKING TEST: associare pallini: 1 ad A, 2 a B, 3 a C..; test considerato misura di controllo
attentivo e set shifting (passare da numero a lettera).
La prestazione a questo test correla con distruzione dei tratti di bianca: meno hai bianca e peggio vai,
quindi + la materia bianca è intatta e meglio fa il compito.
2) VERBAL FLUENCY (FLUENZE VERBALI): dimmi tutte parole che iniziano con lettera “G”: prestazioni
correlano con integrità della bianca: + materia bianca è intatta e meglio va la prestazione.
Nei vecchi: declino della bianca è visto soprattutto in regioni frontali.
La diffusività della bianca, che è maggiore negli anziani, correla con funzioni esecutive.
Il problema del volume della bianca come substrato cognitivo dell’invecchiamento è che la perdita
sembra iniziare a fine 40y, quando ancora deficit cognitivi significativi non sono visibili.
Altri trovano che volume della bianca ha un picco a 43y, poi declina.
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VARIAZIONI REGIONALI E DIFFERENZE INDIVIDUALI DATE DALL’ETA’
Gli studi di voxel-based morphometry hanno rivelato un significativo cambiamento:
• nel lobulo parietale superiore (Good et al., 2001)
• parietale inferiore (frontale inferiore) (Van Laere & Dierckx, 2001)
• orbitale frontale (Tisserand et al., 2002)
• medio frontale (Good et al., 2001)
• temporale superiore (Good et al., 2001)
• cingolato anteriore (Good et al., 2001)
• giro dell’ insula (Good et al., 2001)
• cervelletto (Van Laere & Dierckx, 2001)
• i territori perirolandici (Good et al., 2001)
Le cortecce associative sono + vulnerabili all'invecchiamento rispetto alle regioni sensoriali primarie.
ISPESSIMENTO CORTICALE
Anziani che fanno bene compiti (“alto funzionamento”): hanno cingolo posteriore molto più spesso.
Quindi ispessimento corticale solo in vecchi ad alto funzionamento.
BIGGER IS BETTER?
Il volume di materia grigia del giro frontale medio e dei giri temporali (e quindi neuroni): correla
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negativamente con l’abilità di memoria in anziani
Più c’è materia grigia (e neuroni) e peggiore è la prestazione: quindi materia grigia NON predice migliore
performance.
-SALAT E COLLEGHI (2002): hanno scoperto negli anziani che
+ il volume PFC orbitale era grande, peggiori erano le prestazioni di memoria di lavoro
una PFC di dimensioni maggiori era correlata ad un apprendimento associativo scadente.
-FJELL E I COLLEGHI hanno osservato un assottigliamento corticale nella mezza età.
Sebbene lo spessore corticale NON fosse correlato al funzionamento neuropsicologico in giovani
adulti,
ha fatto la differenza tra performance media e alta in un gruppo di anziani (età media 71 anni).
C'era una relazione tra abilità fluide (ma non tra abilità esecutive) e spessore della corteccia
associativa temporale e cingolato posteriore.
RESTRINGIMENTO CERVELLO
Anziani: maggiore riduzione dello spessore della grigia è in:
giri della corteccia frontale
motoria e visiva primaria (M1 e V1)
Altri studi hanno trovato differenza di spessore nei lobi temporali, soprattutto nei maschi: meno
spessore e maggiore riduzione di lobi frontali.
Differenze nella connettività funzionale: anche in altri network come il dorsale attentivo, il network della
salienza e sensorimotorio. Nessuna di queste differenze, però , è così consistente come nel
default mode network.
Il network frontoparietale, invece, mostra un’aumentata connettività.
-TMS ECCITATORIA migliora connessioni lontana del default, e quindi la prestazione, SOLO SE anziani
hanno buone prestazioni cognitive, altrimenti la TMS aumenta solo connessioni vicine: quindi non utile.
TMS eccitatoria funziona, ovvero aumenta connessioni lontane, solo x anziani con buone prestazioni
cognitive, ad es compiti di MBT, MLT e attenzione selettiva sostenuta.
La TMS non la fai sul cingolo perché il cingolo è sottocorticale: più difficile da raggiungere dal campo
magnetico della TMS, che va in profondità di max 3 cm, e il cingolo / ippocampo sono più profondi,
Per stimolare ippocampo: lo stimoli indirettamente stimolando la prefrontale dorsolaterale, che inibisce
l’ippocampo.
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CAMBIAMENTI NELLE ONDEE EEG
EEG: ottima risoluzione temporale, bassa spaziale.
Vecchi:
-rallentamento di onde: stesse onde dei giovani ma spostate avanti nel tempo;
-onde sono anche più frontali.
-P300 nei vecchi è + frontale: è registrata da elettrodi + frontali rispetto a dov’è registrata nei giovani.
È anche è persistente.
Inoltre la distribuzione sullo scalpo negli anziani è + variabile.
-GOODIN: trova che la P300 degli ERP (considerata indice di durata di processi di valutazione di stimoli):
P300 rallenta nei vecchi di 1 millisecondo e ½ all’anno (1,5 ms).
-FABIANI: le risposte di orientamento registrate dalla P300 x uno stimolo nuovo: sono + persistenti negli
anziani (resta la P300 nel tempo): quando stimolo nuovo è ripetuto: la risposta è mantenuta + a lungo
negli anziani che nei giovani. Quindi c’è incapacità di sopprimere i processi che non sono + rilevanti.
Tale mantenimento di P300 frontale quando non necessaria: correla con risultati ai test neuropsicologici
di funzionalità frontale.
Quindi ridotti processi inibitori a diversi livelli del sistema hanno ruolo impo nei cambiamenti cognitivi
che si hanno durante normale invecchiamento.
Quindi se nel vecchio registro una P300 frontale: non bene, sta avendo invecchiamento neurologico.
-N170 onda dei volti. 170 msec dopo presentazione volto: c’è N170 in FFA: volto ci mette 100ms x
andare da retina in V1, e 70ms x andare in FFA (che si attiva FFA lo sai da MRI, ≠ EEG ti dice solo che è
via visiva).
Quindi 170 è onda occipito temporale, in particolare in FFA.
N170 è + ampia se è volto di paura.
Negli anziani: la N170 è:
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-più ampia
-più ritardata: quindi è rallentata percezione di volte nei vecchi.
EEG:
Più i millisec sono ridotti e più sono aree posteriori: i segnali ci mettono – ad arrivare ad aree posteriori
(es visive) e di + ad arrivare ad aree frontali; infatti P100 è onda di area V1.
Più sei avanti, es P300, e più sei avanti nel cervello: elettrodi parieto centro frontali.
-METANALISI SOFI, 2010: molti soggetti (33 mila soggetti) x 1-12 anni, e volevano vedere se fare attività
fisica fosse predittivo di migliore invecchiamento.
Attività ad alta intensità: preserva declino cognitivo in media del 40%
Attività a bassa / moderata intensità: preserva declino cognitivo in media sempre del 40%
-STUDIO MONTEIRO: anziani che vivono in case di riposo: trovano correlazione tra forma fisica (attività
aerobica) e sintomi cognitivi: correlazioni:
-tra prestazioni fisiche e fluenza verbale: se fai attività fisica vai meglio in fluenza verbale);
-tra forma fisica e depressione: alta forma fisica correla con assenza di depressione; e meno rischio di
sviluppare demenza.
PLASTICITA’
Capacità del SNC di alterare strutture esistenti e funzioni in risposta ad esperienze, apprendimento,
formazione o al danno (Hubel e Wiesel).
Meccanismo che permette di adattarci al cambiamento.
Serve però allenamento per avere plasticità.
La plasticità coinvolge sia meccanismi cellulari che sinaptici.
-MATTSON ipotizzò che sia i neuroni che la glia rispondano ai fattori ambientali di stress durante
l’invecchiamento, adattandosi o soccombendo, con una risposta di adattamento associata
all’invecchiamento di successo.
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Regioni corticali nelle quali c’è riduzione di volume nell’invecchiamento (PFC e PC): mostrano maggiore
aumento in attivazione correlata all’attività nell’invecchiamento, e ciò porta a riorganizzazione funzionale?
Studio Cirillo*:
Stimoli M1, si muove mano controlaterale.
Tale attivazione di M1: lo misuri, ed è il MEP.
SICI: ti dice quanto l’inibizione è attiva.
Effetto interazione: miglioramento è solo negli anziani (età) e solo tra blocco 1 e blocco 2: quindi x
vedere effetto: devi sia essere anziano, che essere o in blocco 1 o 2 (interazione tra età e appartenenza
al blocco).
F = gradi di libertà (n soggetti testati); + la F è alta e + la P (significatività?) è bassa.
Dato comportamentale: anziani: hanno sùbito plasticità: basta fare il blocco 1 volta x migliorare.
Dato neurofisiologico: MEP migliorano, quindi cala inibizione, sia in adulti che vecchi, dopo solo 6 min hai
cambiato funzionamento del sistema motorio.
La barretta sopra alla barra è errore standard (come si disperdono dati attorno alla media).
L’ALE metanalisi ha rilevato 3 gruppi di aree che aumentano la loro attivazione dopo cognitive training:
-giro frontale medio sx
-giro precentrale
-parietale posteriore
Estendendosi al giro occipitale superiore.
Aumento attivazione emisfero sx e calo attivazione emisfero dx, in linea col modello compensatorio
dell’invecchiamento: asimmetria di riduzione emisferica (HAROLD) in vecchi, che postula che
l’attivazione di PC durante processi cognitivi tende ad essere – latealizzata nei vecchi, le riduzioni
correlate al training cognitivo a dx possono riflettere ridotta necessità di attivazione bilaterale x
completamento con successo di complessi processi cognitivi che venivano usati prima del training
cognitivo.
Rispetto all’allenamento fisico: maggiori miglioramenti nelle funzioni esecutive dopo allenamento
cognitivo.
Puoi abbinare EEG a TMS: metti EEG, stimoli in punto e vedi come stimolazione (TEP) si propaga nel
tempo e nello spazio. Con MRI non puoi farlo: ti dice solo aree attive iin un certo momento, non
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propagazione sengale.
-ESPERIMENTO HARTY: Compito go – no go (go: premi se c’è stimolo; no go: non premi se c’è stimolo):
compito: non premere se 2 stimoli uguali si ripetono.
Inoltre se ti accorgi di aver fatto errore (premi se non dovevi premere): devi ripremere tasto, per dire che
ti sei accorto di aver sbagliato. Consapevolezza: prefrontale dx.
Onda ERN: error relate negativity : è onda fronto centrale legata all’errore: se sei consapevole di aver
sbagliato.
4 gruppi: 4 timolazioni tDCS ≠ ai 4 gruppi:
-anodica dorsolaterale prefrontale dlPFC dx, dx: x consapevolezza errore,
-anodica dlPFC sx, sx perché contiene materiale verbale.
-catodica dlPFC dx
-sham
Risultati:
-anodica su dlPFC dx: aumenta consapevolezza errore (non cambia prestazione: non fanno meno errori,
cambia solo consapevolezza errore);
-anodica su dlPFC sx: non migliora prestazione e non cambia consapevolezza errore.
-dopo la catodica non cambia nulla, perché già all’inizio la consapevolezza errore era bassa, quindi più
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tanto non cala da consapevolezza già bassa.
tDCS modula anche frequenze negli anziani: cervello anziani è plastico anche cambiando frequenze
cerebrali (es alpha e delta modulate).
Miglioramenti in stroop: generalizzati a vita quotidiana: fare spesa, ricordare di gettare spazzatura...
Buono unire tDCS a training cognitivo: generalizzi ancor meglio.
-STUDIO SIEGERT: tDCS anodica nell’invecchiamento: nella maggior parte dei casi stimolano nel frontale,
in particolare dorsolaterle, e maggior parte a sx (materiale verbale + facile da testare in lab), oppure
bilaterale: a dx e sx.
Frontale: anodo su F3: elettrodi di tDCS molto grandi, quindi usi EEG x sapere dove metterli: con tDCS
stimoli in corrispondenza di elettrodo F3 di cuffia EEG: sotto c’è corteccia dorso laterale.
Risultati: ripetere la tDCS a 2 milliamper x 2 min su dlPFC a sx: maggiori benefici x ridurre progressivo
deterioramento cognitivo (rispetto a quando la fai a dx).
Variabilità intersoggettiva: impedisce di generalizzare stimolazione a tutti.
Successful aging: invecchiare bene. Più la nostra rete è ampia e ricca (sociale) e meglio invecchi.
Studio Yeung: dimostra ciò: stare in casa col covid: calo socialità: aumenta deterioramento.
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EMOZIONI
Emozioni: qualcosa che dura poco, transitoria, dinamica. Per questo è ≠ da sentimento, che è duraturo.
AMIGDALA
Struttura principale, area sottocorticale associata non solo a paura, ma anche a novità di stimolo
È poco colpita invecchiamento:
-NO declino strutturale (di neuroni, atrofia: no declino di materia grigia)
-poco declino funzionale (relativamente preservata).
Amigdala + grande: non necessariamente migliore: può essere data da esperienze stressanti;
inoltre amigdala grande è associata a dimensione e complessità del proprio social network.
Amigdala di anziani: relativamente + reattiva a stimoli positivi che negativi rispetto ai giovani.
Non smette di rispondere a stimoli emotivi negli adulti, ma sposta la valenza a cui è + reattiva (stimoli
positivi).
Nei vecchi declina la prefrontale laterale: PFC laterale: sovra reclutata durante invecchiamento
≠ la mediale, deputata ad emozioni (dove c’è sede del default model), rimane relativamente preservata.
Anche ACC mediale è relativamente preservata.
I vecchi a volte hanno minore disattivazione in regioni mediali di PFC durante compiti cognitivi, collegato
a difficoltà nel disattivare attività del default mode network durante compiti attentivi complessi.
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-HESS espressione facciale mostrata su un viso anziano: percepita dai giovani in modo ≠ rispetto alla
stessa espressione mostrata xò da giovane.
In particolare: un’espressione su un viso vecchio è vista come – intensa.
Allora sono le rughe, le pieghe a cambiare l’espressione di un volto.
Studio Avenanti e Borgomaneri: partecipanti dovevano riconoscere emozioni facciali di volti visti, nel
frattempo però avevano penna tenuta in bocca tra i denti: sono – bravi a riconoscere solo volti di gioia
(perché soggetto così non riesce a mimare sorriso dell’altro), ≠ con altre emozioni (per le quali non serve
sorriso): non cambia.
Allo stesso modo si ipotizza che se blocchi con molletta il corrugatore: riconosci meno emozioni di
rabbia.
Usano – mimicry (basso livello) e + prefrontale : x compensare usano di + strutture cognitive (PFC) e -
quelle sottocorticali (mimicry).
-STUDIO HUHNEL: Fattori contestuali possono influenzare mimica emotiva verso gli anziani, che sono
comunemente percepiti in modo + negativo dai giovani.
Compito Cyberball: usato x manipolare atteggiamenti e grado di simpatia verso anziani.
Gli individui che sperimentano esclusione sociale: hanno + probabilità di imitare gli altri x ripristinare
sentimenti di appartenenza, specialmente nei confronti di membri di ingroup.
Giovane: + mimicry verso giovani x farsi passare palla: attivano corrugatore.
Se poi anziano inizia a passarti palla: inizi a fare + mimicry verso anziani. Utile a livello sociale: fai amare
vecchi ai giovani.
Quindi in 5 min di task: cambia modo di fare mimicry.
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-LOVE AND IMITATION coppie di giovani: + mimicry rispetto a coppie di anziani.
Mimicry NON legato a vicinanza soggettiva né in coppie giovani né vecchie.
Significativa associazione positiva tra mimicry e soddisfazione di relazione in coppie di giovani, ma non
di vecchi.
-se volto è subliminale (volto x 8ms) ed è volto di un anziano: sia giovani che anziani guardano occhi del
volto al centro e hanno maggiore gaze cueing di quando è consapevole: volto al centro orienta tua
attenzione dal lato dove volto sta guardando, anche perchè sappiamo che volti di vecchi: catturano di +
attenzione.
Quindi persone (sia giovani che vecchi) hanno maggiore gaze cueing se il volto al centro è sottosoglia e
se rappresenta un vecchio: non possono scegliere dove guardare (perché non vedono stimolo
sottosoglia).
Altra condizione “
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Ora fanno una 2° condizione: tutto come prima, ma il volto al centro non è più neutro, ma esprime
emozione:
-x stimoli soprasoglia in generale: anziani: meno gaze cueing dei giovani: perché stimolo è soprasoglia e
decidono di guardare bocca, non occhi, quindi il volto al centro non orienta il loro sguardo.
-x volti soprasoglia di anziani di gioia: sia soggetti giovani che vecchi: hanno maggiore gaze cueing;
quindi qui 3 cose devono esserci: il volto deve essere: 1. Soprasoglia, 2. Di anziano, 3. Di gioia.
-x stimoli sottosoglia di paura (sia che sia di un giovane che di un vecchio: perché paura cattura tutti: è
emozione vitale): tutti hanno maggiore gaze cueing: perché paura è stimolo ad alto arousal.
In entrambi i casi il prime è la parola che ti viene presentata prima del volto.
-sia giovani che vecchi: priming nel compito NON emotivo (discriminare genere).
-nei vecchi: no priming emotivo, quindi i cambiamenti causati da invecchiamento nella capacità di
riconoscere le emozioni implicitamente: sono direttamente dipendenti da una difficoltà
nell’elaborazione emotiva, e NON a causa di una modifica generale legata all’età.
Quindi NON è deficit cognitivo che ti impedisce di leggere la parola, perché se fosse così non
funzionerebbe neanche il priming non emotivo, invece quello non emotivo (compito del genere) funziona.
-ESPERIMENTO CIRCELLI “Eye tracking”: occhiali che ti metti e registrano le tue saccadi e fissazioni.
Anziani esposti a volti emotivi (rabbia, disgusto..) e un paesaggio: dovevano riconoscerli (dire emozione
del volto).
-anziani: vanno meglio nel riconoscimento del disgusto (ricorda: ci fanno anche + mimicry); quindi hanno
preferenza x disgusto.
-“Fissazioni sotto sopra”: vecchi: fissano meno la parte superiore di faccia (occhi): x disgusto, paura,
felicità, neutre e tristezza. Questo si traduce in migliore riconoscimento SOLO x disgusto, perché infatti x
riconoscere disgusto: basta guardare bocca. ≠ paura: devi guardare occhi.
-no differenze quando osservano paesaggi.
Quindi: anziani guardano meno gli occhi e di più la bocca / il naso.
Paura, tristezza, rabbia: li riconosci se guardi parte superiore di faccia; ≠ disgusto: parte inferiore.
Questo spiega deficit di riconoscimento delle emozioni degli anziani.
-ESPERIMENTO BOGA Ti viene presentata immagine emotiva, e sotto o sopra alla foto c’è una linea: tu
devi dire se linea è sopra o sotto la foto (Orientamento della barra): compito implicito.
Dopo 45 min ti ripresentano immagini di volti e devi dire se l’hai già vista o no e quanto sei sicuro.
-giovani: + bravi nel ricordare di aver già visto facce di disgusto: emozione negativa che quindi impatta di
+ la memoria;
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questo non accade x anziani.
-anziani: + lenti nel task orientamento rispetto ai giovani, in particolare erano ancor più rallentati se
l’immagine emotiva (a cui in teoria non doveva prestare attenzione) era di disgusto o di paura.
-STUDIO DI DOLCOS Variano intensità di stimolo pauroso o comunque di stimolo negativo: solo se
stimolo era davvero tanto pauroso / negativo si attiva amigdala, se lo è poco non si attiva. Mentre nei
giovani basta poca paura.
Inoltre anziano attiva di + cingolo x immagini neutre: quindi aumenta controllo cognitivo, x non
spaventarsi.
Quindi nei vecchi: - attivazione x paura (amigdala) e + attivazione x stimoli neutri (cingolo, x controllo).
Quindi gli studi precedenti non trovano attivazione di amigdala x stimoli paurosi solo perché gli stimoli
che mostravano erano troppo poco paurosi.
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Inoltre vecchi riconoscono più immagini negative che positive.
Quindi attivazione dei vecchi di PFC dorsolaterale è compensativa: vanno un po' peggio dei giovani ma x
effetto di vecchiaia, non vanno male xò.
Quindi vecchi usano modo di svolgere compito + cognitive (strutture corticali: controllate), mentre i
giovani usano strutture + emotive (sottocorticali).
Per fare invece compito di indoor o outdoor: usano ippocampo e amigdala.
-Inoltre + durante la codifica (quando vedi immagini x 1° volta) ho attivato amigdala e ippocampo, e +
dopo so ricordarle: perché ippocampo ti aiuta x memoria, amigdala x stimoli emotivi negativi x ricordarli
meglio.
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conditioning nei vecchi studi invecchiamento.
-BATTAGLIA Studio pz con lesione vmPFC: cosa accade senza? Rapporto causativo.
Vedono immagini:
-acquisizione: devono imparare che quando c’è pianta in stanza di foto gli danno scossa, ≠ quando c’è
lampada niente scossa;
allora nei sani e pz di controllo (lesione altrove, NON di vmPFC, es occipitale) aumenta conduttanza
cutanea se vedono pianta (ti spaventi): anche se non c’è scossa (perché sono stati condizionati: pianta
precede scossa);
≠ pz lesione vmPFC: no condizionamento: non aumenta conduttanza se vedono pianta: allora vmPFC
serve anche x acquisire condizionamento, non solo x estinzione.
!ovviamente sti vecchi lo sentivano dolore di scossa: quindi quando la scossa la sentono fisicamente:
anche loro vecchi aumentano conduttanza, quello che non fanno è aumentare conduttanza quando
vedono pianta: NO conduttanza anticipatoria: NO anticipazione
In acquisizione vmPFC serve x dire dall’alto all’amigdala di attivarsi perché c’è stimolo associato a
scossa.
-estinzione: non danno + scossa con pianta.
A fine esperimento: anche vecchi sanno dire che la scossa era data quando c’era pianta: quindi loro
hanno ippocampo intatto: funziona: c’è memoria dichiarativa; ma non hanno reazione fisica.
(lo chiede sempre) : Allora c’è una differenza tra vecchi e lesi vmPFC: lesi di vmPFC non sanno fare
compito perché è vmPFC è lesionata; ≠ anziano: sa acquisire, ma non sai richiamare estinzione il
secondo giorno, e vmPFC non è lesa, solo invecchiata.
È caso di dedifferenziazione: si attivano quando non è necessario.
-ESPERIMENTO URRY dovevano controllare emotività: vedi immagini emotive e devi o aumentare o
diminuire la risposta emotiva alla visione.
Quando devi spaventarti: si attiva amigdala e PFC, sia nei giovani che nei vecchi;
Quando invece NON devi spaventarti: nei vecchi non si attiva PFC x spegnere amigdala (invece nei
giovani sì).
I pochi vecchi che sanno farlo (sanno attivare PFC x inibire amigdala): sono quelli con miglior
modulazione di cortisolo (ormone stress): ovvero quelli che ne hanno meno.
Quindi non riuscire ad attivare PFC x spegnere amigdala: genera stress, e quindi produzione cortisolo;
ma in realtà può essere anche il contrario: può essere che alto cortisolo ti impedisca di attivare PFC:
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quindi è correlazione: non sai se aumento di cortisolo sia causa o effetto.
RIASSUNTO ANZIANI
-no migliore memoria x stimoli negativi, fanno + errori nel denominare e si fanno distrarre meno da volti
negativi rispetto a giovani
-difficoltà nel riconoscere emozioni, in parte x diversa attenzione allocata a ≠ parti del volto, ma provano
emozioni di medesima intensità dei giovani
-maggiore empatia emotiva ma – cognitiva , e + comportamenti prosociali soprattutto in contesti
empatici
-minor attivazione di amigdala e iperattivazione frontale bilaterale
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-miglior problem solving
MEMORIA
TIPI MEMORIA
MEMORIA A LUNGO TERMINE
a. DICHIARATIVA relazionale, non relazionale.
Consente di creare nuovi e duraturi ricordi, x fatti (semantica) ed eventi (episodica).
Tali ricordi sono spesso espressi esplicitamente a livello di consapevolezza cosciente, da qui l’etichetta
“dichiarativa”.
La memoria dichiarativa supporta molte abilità: capacità di accedere alle nostre storie personali, l’abilità
di distinguere tra esperienze simili e la capacità di esprimere in modo flessibile le info archiviate è
supporto di altri comportamenti come l’uso del linguaggio e il processo decisionale.
b. NON DICHIARATIVA / IMPLICITA procedurale, priming, condizionamento classico (fear
conditioning).
Supportano le capacità di acquisire conoscenza espressa attraverso prestazioni.
Le memorie non dichiarative sono apprese attraverso molte esposizioni come nei casi di priming,
semplice condizionamento classico.
Alcune forme di memoria non dichiarativa sono espresse attraverso azioni o procedure fisiche (quindi
“procedurale”) come il saper andare in bici.
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Più una memoria è fresca e poco consolidata e più è a rischio perdita.
! encoding: codifica fata come elaborazione impegnata quando si verifica un evento e lo si rende
accessibile ad un successivo test di memoria.
Gli anziani potrebbero usare ridotte strategie di encoding.
! retrieval: recupero di memorie apprese. Anziani: riportano meno dettagli e si rifanno ad un senso di
familiarità generale.
Allora tra giovani e vecchi: dedifferenziazione tra dx e sx (giovani solo sx, ≠ vecchi bilateralmente: in
modo inutile, perché area dx non serve x questo compito), e tra sottocorticale e corticale.
C’è anche inefficienza perché vecchi attivano aree in + dei giovani (che giovani non attivano), ma
inutilmente, perché questo non migliora prestazione.
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Vecchi: la categoria dove vanno peggio è quando c’è stesso sfondo (montagna) ma stimolo diverso
(cane): falsi allarmi.
Si fanno guidare troppo dal contesto.
Nel caso di stimolo nuovo (animale nuovo: cane) su contesto vecchio:
-anziani che vanno male: ridotta attivazione dlPFC bilaterale e cingolato anteriore; ricorda: dlPFC
servirebbe x controllo cognitivo: inibire tendenza a dire che hai già visto stimolo (non vero: non hanno
visto stimolo, hanno visto solo contesto) falsi allarmi; quindi vecchi: calo controllo cognitivo.
-anziani che vanno bene: attivano anche aree mediali di PFC
allora l’attivazione di aree mediali di PFC: è compensazione: porta a migliore prestazione.
Chiede sempre collegamento di questo studio con quello di Battaglia sul contesto.
Alternative:
Hit: c’è stimolo giusto e tu dici si
Falso allarme: c’è stimolo sbagliato ma tu dici si
Correct regection: non è lui e dici che non è lui
Miss: era lui ma tu dici di no.
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Familiarità: uguale in giovani e vecchi; servono aree rinali e parieto occipitali;
Recupero: giovani ok grz ad aree parieto temporali e ippocampo, vs nei vecchi no recupero.
Area Broca: si attiva anche per lingue che non conosci, ma che cervello riconosce come lingua esistente
perché c’è grammatica universale. ≠ per non parole: Broca non si attiva perché non c’è la grammatica
universale che sottostà ad ogni lingua (anche quelle che non conosci).
Vecchi:
-1 back: anziano ci prova, quindi attivazione di PFC: compensa.
-2 back e 3 back: PFC si attiva meno, non compensa e prestazione va male.
Non sai se vanno male perché si attiva poco PFC o se dato che si attiva meno PFC vanno male: non sai
relazione di causa effetto.
Quindi nei vecchi: si attiva PFC e compensa SOLO SE carico cognitivo è poco elevato (≠ oltre i 2 back:
non compensano più).
≠ nei giovani: più è difficile il compito (aumenti gli n-back): e + si attiva PFC.
Accuratezza:
-compito di WM: facile sia x giovani che x vecchi;
-visual attention: facile sia x giovani che x vecchi;
-episodic retrival: vecchi vanno significativamente peggio: dicono “know”: familiarità (si penso di averla
vista) ≠ giovani dicono di più di ricordarla.
Vecchi: vanno meglio nel compito + facile: visual attention: effetto principale di difficoltà del compito.
Inoltre vecchi si appoggiano più su familiarità che su ricordo (vero recupero): vanno peggio.
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Compito WM di parole:
-giovani: attivano emisfero sx
-vecchio: attivazione bilaterale: però non sai se compensa: magari sarebbero andati bene anche solo
attivando em sx.
MEMORIA IMPLICITA
Studi lista di parole (cane, libro..)
Poi ti presento sillaba “ca” e tu devi completarla: anche vecchio completa con “cane”: ricorda
implicitamente di averla già vista.
Memoria implicita: preservata nei vecchi. ≠ quella dichiarativa: meno preservata.
Unica memoria implicita che vecchi non hanno: priming emotivo: non c’è tale effetto.
P1 / P100: onda che permette di focalizzare attenzione su uno stimolo; è onda occipitale. Fa selezione
sensoriale tramite soppressione TOP-DOWN.
Aumenta se vedi faccia di paura, anche se tu non sei ancora consapevole che sia volto di paura: segnala
che devi prestarci attenzione perché è stimolo saliente, arousal.
N1 / N100: orientamento attenzione
P2 / P200: indice di WM, in particolare riflette codifica di info.
-STUDIO FINNINGHAN (lo chiede sempre, e lo vuole in correlazione a studio EEG della 1° lezione) vedi
lista di parole, poi te le ripresento e devi dire se le avevi già viste o no (riconoscimento parole).
-basso carico cognitivo: devi ricordare 4 parole
-alto carico cognitivo: devi ricordare molte parole.
P100: nei giovani è più ampia e meno latente (=onda più veloce), soprattutto se aumenta carico
cognitivo.
Quindi prestano prima, più velocemente, attenzione al compito.
E correla con accuratezza: + è veloce e + sono accurato;
in realtà dal grafico loro hanno messo tutto al negativo: correlazione negativa: - sei veloce e – sei
accurato.
Infatti anziani: selezione attentiva – efficiente.
La P100: x essere utile: deve avere bassa latenza (cioè essere veloce).
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dedifferenziazione.
P200: Più lenta e maggiore nei giovani, perché devi tenere attiva WM x tanto tempo (x ricordare tante
parole).
Correla positivamente con accuratezza: + è lenta e ampia: meglio vai.
Quindi x essere buono: P100 deve essere veloce, mentre P200 deve essere lenta.
Quindi: vecchi sono più lenti ad iniziare processi di attenzione selettiva che sopprimano le info irrilevanti
(P100) x la WM e la codifica (P200).
Tali processi possono contribuire al deterioramento cognitivo nell’invecchiamento.
AUMENTARE CAPACITA’ MNESTICHE CON LA REALTA’ VIRTUALE
-STUDIO DI WAIS
-gruppo sperimentale: 12 h di gioco al pc x 4 settimane, in cui dovevano fare navigazione in labirinto
tridimensionale, devi imparare a orientarti nello spazio.
-gruppo di controllo: orientamento spaziale in realtà bidimensionale, non immersivo.
Subito dopo testano abilità di memoria.
Dopo trattamento di capacità mnestiche (gruppo sperimentale): aumenta capacità cognitive del gruppo
sperimentale rispetto a quello di controllo: + erano diventati bravi a orientarsi nel labirinto, e migliori
erano le capacità cognitive al test dopo.
Effetto principale dell’essere musicista: se sei musicista ricordi più parole dei non musicisti,
indipendentemente dal fatto che siano parole neutre o emotive, e dal fatto che tu abbia fatto compito di
improvvisazione o ritmi o rest.
-STUDIO WARD Vedi immagini neutre, poi devi richiamarle (ricordarle) (controllo).
Subito dopo è stato indotto stato felice facendoti vedere immagini (es bimbo felice),
seguite da musica, che trasmette emozione corrispondente o no a quella di foto.
Poi richiamo: immagine – musica.
Se musica era congruente con stato em
Poi ti rifaccio vedere immagine e sentire musica.
Poi di nuovo richiamo: immagine: te la ricordi meglio se la musica era congruente con emozione di foto
effetto priming
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che non ci sono nei giovani però non sono funzionali: non gli fa migliorare prestazione.
Tale maggiore connettività è stata interpretate come ricorso all’intensificazione del cervello x superare il
decadimento di memoria (ma non sappiamo se sia compensativo).
TMS E TDCS
-PROBLEMI NEGLI STUDI DI TDCS NELLA POPOLAZIONE ITALIANA TDCS usata x migliorare
memoria, però ne cervello dei vecchi ci sono cambiamenti:
-anatomici
-di connettività
-assunzione farmaci / mix farmaci
-serve consenso informato di caregiver dell’anziano (non facile) o dell’anziano stesso
-effetti avversi di TMS (tecnica che ha 38y)
-ATTIVARE BILATERALMENTE PFC SERVE A COMPENSARE, STUDIO ROSSINei giovani:
-PFC sx: x codificare
-PFC dx: x recuperare.
Spegni PFC dx e sx per vedere se davvero servono una x recuperare e una x codificare.
Per fare ciò usano rTMS (treno di impulsi) inibitoria online.
Compito di codifica: vedi stimoli (immagini) e dici se sono ambientati indoor o outdoor.
Compito di recupero: rievocare stimoli visti.
Risultati:
-se inibisci dlPFC sx: riduzione prestazione di codifica sia in giovani che vecchi;
Allor la sx era necessaria x codificare, sia x giovani che x vecchi.
-se stimoli dlPFC dx: riduzione di prestazione di recupero SOLO nei giovani;
Allora se inibizione di dlPFC dx non fa peggiorare recupero nei vecchi: vuol dire che loro x recuperare
attivano dlPFC bilateralmente: quindi è compensazione (perché attivazione bilaterale fa sì che vadano
bene al compito).
Tale cambiamento di aree in fase di recupero, ovvero attivazione di dlPFC bilaterale x recuperare: inizia
dai 40y.
Nello studio interferiscono con la dlPFC durante fase di codifica o durante recupero di parole.
Questo modello Harold è confermato da anziani ad alato rendimento, cioè l’attivazione bilaterale di PFC
coincide con migliore prestazione: alto rendimento.
E quelli a basso rendimento che fanno?
Tale attivazione bilaterale è compensativa o dedifferenziazione (inefficienza)?
H compensazione: usa dx e sx e compito lo fa bene: quindi serve attivazione bilaterale.
H dedifferenziazione:
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anziani ad alto rendimento.
STUDIO MANENTI: riprende studio di Sandrini ma lo fa sui vecchi: ti fanno TMS durante codifica.
Soggetti (solo vecchi) divisi in low e high performance in base a valutazione neuropsicologica che era
fatta prima di fare tutto, e a prestazione alla baseline (senza TMS).
Risultati:
Durante codifica: soggetti a bassa prestazione vanno peggio se stimolata dlPFC sx: tale stimolazione ha
creato interferenza significativa; ≠ vecchi ad alto funzionamento va bene lo stesso.
Recupero:
-sia vecchi high che low hanno attivazione bilaterale, e non c’è differenza oggettiva di prestazione tra
soggetti high e low performance; allora dato che anche chi va male ha attivazione bilaterale: non sai se
tale attivazione bilaterale sia compensazione o dedifferenziazione; forse dipende dal tipo di compito.
Quindi:
-codifica: soggetti low performance asimmetria, ≠ vecchi high performance: attivazione bilaterale
(compensazione).
-recupero: vecchi sia high che low performance: attivazione bilaterale.
Risultati:
Anziani di controllo (no stimolazione): in generale più lenti e meno accurati.
NON ci sono effetti su accuratezza.
Ci sono effetti solo sui tempi di reazione (velocità di risposta):
-tdcs anodica sul parietale o frontale di sx: migliora tempi di reazione, sia nei giovani che negli anziani;
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-tdcs anodica sul parietale o frontale di dx: migliora tempi di reazione solo nei giovani;
Ma allora perché vecchi recuperano con sx? Potrebbe sembrare strano, in realtà no perché sono parole:
-Giovani: per recuperare parole se le ri-immaginano usando emisfero dx: sia perché per recupero serve
emisfero dx, sia perché se le immagini.
-Anziani: per recuperale parole usano strategie + verbali: emisfero sx (sono parole).
-SANDRINI stimolano con tdcs durante la codifica: se stimoli in codifica ti ricordi di più?
Ti presento parole e poi tu devi fare free recall: dimmi tutte le parole che ti ricordi: il giorno stesso, dopo
3 gg e dopo 1 mese.
Stimolano con tdcs anodica il prefrontale sx (perché dagli studi di prima si era capito che x codificare
serve sx sia in giovani che anziani).
Dal giorno 1 al giorno 3 al giorno 30: tutti dimenticano progressivamente parole.
In particolare ne perdi molte dal giorno 1 al giorno 3, invece dal giorno 3 al 30 c’è poca differenza.
Chi ha fatto tdcs anodica sx: ricorda un po' meglio; allora tdcs anodica anodica su PFC sx: migliora
memoria.
RICONSOLIDAMENTO
Possibilità di cambiare i nostri ricordi.
È la capacità della memoria di tornare a galla per essere modificata.
Se io ti insegno che alla presentazione di una pianta è associato un evento avversivo (shock elettrico):
dopo un po' impari che devi avere paura di pianta (perché nel 70% dei casi seguita da scossa): questa è
nuova memoria.
Dopo 6h: tale memoria è stabile, consolidata.
Però io posso richiamare tale memoria alla mente facendoti vedere pianta 1 volta e senza farla seguire
da scossa: cervello però si aspettava scossa che non è arrivata: errore di predizione.
Se dopo un po' di volte che vedi pianta: arriva scossa: aspettativa corrisponde a realtà e quindi non si
modula memoria.
Se invece la scossa non arriva: incertezza: se entro 6h (in cui memoria resta aperta, a galla): ti do
farmaco (metabloccante) che agisce su memoria, te la fa riconsolidare come NON aversiva.
-STUDIO KINDT
1. giorno 1: acquisizione: ti mostro quadrato rosso associato a scossa, ≠ quello blu no: acquisiscono
Aumenta paura per quadrato che precede scossa (aumenta conduttanza)
Poi tu vai a casa e ci dormi su
2. giorno 2: ti mostro quadrato rosso senza scossa: riapro memoria: incertezza: tu ti aspettavi scossa
dopo quadrato rosso ma la scossa non arriva; ora entro 6h devo darti farmaco:
-ad alcuni do placebo (controlli)
-ad altri do farmaco metabloccante che ti fa riconsolidare quadrato rosso come non aversivo
Ora vai a casa
3. giorno 3: ti mostro quadratino rosso:
-soggetti di controllo (placebo): quando vedono quadratino hanno paura (si conduttanza)
-soggetti sperimentali: quando vedono quadrato rosso NON hanno paura: il farmaco ha cancellato tale
reazione aversiva per quadrato rosso.
Poi ti do 3 scosse:
-soggetti di controllo: ritorna paura estinguere NON cancella memoria, quindi torna paura;
-soggetti sperimentale: NON si riattiva pura per quadrato rosso, anche se ricorda che i giorni prima il
quadrato rosso precedeva scossa memoria dichiarativa c’è
-STUDIO BORGOMANERI Identico a quello di Kindt ma con rTMS su PFC sx anziché il farmaco (qui no
farmaco).
Giorno 1: acquisizione: ti faccio andare al CNC in una certa stanza e mostro immagine seguita da scossa;
Giorno 2:
-soggetti sperimentali li faccio andare in stessa stanza di giorno 1 e gli mostro foto che era associata a
scossa ma senza essere seguita da scossa: ti apro memoria, e ti faccio TMS**.
-ai controlli detti “no reminder”: non era detto che stavano facendo lo stesso esperimento: era detto “ah
puoi venire oggi al CNC per fare un altro esperimento per una mia collega?” così non si attivava reminder:
stanza diversa, sperimentatore diverso.
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Poi vai a dormire, così nuova memoria (NO paura) si chiude; se non lo mandi a dormire ma testi subito
memoria: non c’è effetto: continua ad avere paura di foto: perché non abbia più paura deve prima
dormire.
Giorno 3: test di memoria: ti faccio andare in stanza di giorno 1 e ti mostro foto che all’inizio era seguita
da scossa ma senza darti scossa: e vedo se hai paura o no (conduttanza).
Risultati:
-solo nei soggetti che hanno ricevuto tms in dlPFC dx e sx: non hanno risposta maggiore per stimolo che
prima era associato a scossa rispetto a quello che non era associato a scossa.
Se a questi poi sono ridate scosse: non le associano più all’immagine che prima ti dava scossa.
-STUDIO SANDRINI ri-consolidamento (posso riconsolidare memoria) in anziani senza stimoli aversivi,
ma solo in memoria di lista di parole.
Giorno 1: impari lista di parole
Giorno 2: ti faccio entrare in stanza
-o nella stanza dove il giorno prima hai imparato parole sperimentali: reminder: entrare nella stessa
stanza ti riapre il ricordo: memoria aperta;
-o in altra stanza: controllo: no reminder: non ti riattivo il ricordo perché non entri nella stanza, quindi non
ti riapro memoria;
e intanto ti faccio tdcs anodica (sperimentale) o catodica (controllo) su dlPFC sx.
Giorno 3: torni nella stanza del giorno 1 e ti chiedo parole memorizzate il 1° giorno:
si aspettano che chi il giorno 2 è andato nella stessa stanza del giorno 1 e ha fatto tdcs anodica su
dlPFC sx vada meglio: cioè ricordi meglio le parole.
Non va così:
Risultati:
-tdcs anodica: ti sei dimenticato parole al giorno 3 e al giorno 30, ma non c’è effetto del reminder: essere
entrati o no nella stessa stanza del giorno 1 non ha effetti; ha effetto solo l’aver fatto tdcs anodica su
dlPFC sx;
quindi l’unica differenza è tra chi ha fatto tdcs anodica o catodica, indipendentemente dalla stanza in cui
sei entrato nel giorno 2.
Perché accade questo: perché i nostri soggetti sono vecchi, e il reminder è il contesto (entrare nella
stessa stanza del giorno 1): ma anziani come abbiamo visto prima non prestano attenzione al contesto,
quindi x loro essere entrati o no nella stessa stanza non funge da reminder: non riapre memoria.
-TASSONE raddoppiano numero remainder (ti aprono la memoria 2 volte, non 1).
Giorno 1: anziani e giovani hanno imparato 15 associazioni tra suono, sillaba e parola: es sentono suono
di risata, sentono sillaba “cl” e poi viene presentata parola “clown”; oppure sentono suono di pianto,
sillaba “tr” e parola “triste”
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Giorno 2: 2 gruppi:
a. un gruppo non ha reminder: non sente niente, nessuna parola del 1° giorno;
b. un gruppo sente 1 reminder: 1 sola parola della lista del 1° giorno: sentono “cl” e devono completare
con “clown” 1 apertura di memoria
c. un gruppo sente 2 reminder: 2 parole della lista del 1° giorno: sentono “cl” e devono completare
“clown”, e poi sentono “tr” e devono completare “triste”. 2 aperture di memoria
Giorno 7: sentono risata e devono dire “clown” , risentono pianto e devono dire “triste”
Risultati:
-Vecchi e anziani che hanno fatto 2 remainder (aperto 2 volte la memoria): migliori prestazioni di chi ha
fatto 0 o 1 remainder;
-chi ha fatto 1 solo remainder ha prestazioni uguali a chi ne ha fatti 0. Quindi 1 solo remainder non serve:
è come farne 0.
Qui non c’è contesto.
Nel fear conditioningn non puoi fare 2 remainder perché si innesca estinzione,
≠ nei compiti di memoria (come questo): più parole ripresenti e meglio vai.
AUMENTARE DENOMINAZIONE
Anziani: problemi di denominazione.
STUDIO ROSS: soggetti dovevano guardare immagini di volti famosi o paesaggi, e richiamare il nome.
Se stimoli lobo temporale anteriore (ATL):
-giovani: migliori denominazione di volti se stimoli lobo temporale anteriore dx, ≠ peggiori se stimoli sx
-vecchi: migliori denominazione volti se stimoli lobo temporale sx.
RIASSUNTO
-vecchi hanno problemi di memoria dichiarativa soprattutto episodica ma intatta memoria implicita
(completamento frammento: c’è fear conditioning, c’è priming MA NON quello emotivo);
-deficit di memoria nei vecchi è dato da una riduzione dell’attività dell’ippocampo ed in aree medio
temporali e ad un’attivazione frontale (PASA)
-l’iperattivazione frontale è bilaterale quando dovrebbe essere sx x codifica e dx x recupero (HAROLD)
-anziani mostrano ridotto controllo cognitivo (effetto del contesto: capra delle nevi)
-anziani mostrano deficit di WM, maggiore è la difficoltà del compito
-anziani hanno minore selezione attentiva (P1), capacità di codifica (N2) e di utilizzo delle risorse
cognitive (P300).
-l’uso della stimolazione cerebrale non invasiva su cortecce fronto temporali si è vista efficace per
migliorare le prestazioni di memoria.
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SISTEMA MOTORIO
STUDIO SMITH: vecchi dovevano manipolare 4 oggetti (prima uno poi l’altro) che sono dentro ad una
teca di plastica.
I 4 oggetti, presentati uno doppo l’altro, sono di difficoltà crescente.
Risultati:
-Compito facile (A: primo a sx): dai 60y in poi: l’aumentare di età aumenta tempo richiesto x svolgere
compito: raggiungere, afferrare e sollevare oggetto; aumento di tempo di 8 millisecondi all’anno.
-Compito difficile (D: quello più a dx): dai 60y in poi: aumentare di età aumenta tempo x svolgere compito,
ma qui peggiora di più che nei compiti facile: rallentamento 10 volte maggiore, di 90 millisecondi all’anno.
Quindi: movimenti di piccoli oggetti sono nella media 2 volte più lunghi negli anziani (in media 68y).
Inoltre l’oggetto da afferrare può essere:
-piccolo: compito motorio fine (singole dita: es prendere chicco di riso);
-grande: compito motorio grossolano (tutta mano: es prendere tazza).
Risultati: difficoltà in compiti motori fini e grossolani:
-Prestazioni motorie fini: migliori con mano dominante in tutte le età;
-vecchi e giovani differiscono nelle prestazioni fini e grossolane:
Effetto di difficoltà del compito su misure fini: + compito è difficile (D) e più vanno male
(lenti), solo x manipolazione fine;
Invece se manipolazione è grossolana: anziani vanno sempre peggio: sempre rallentato.
-Non c’è effetto del compito.
-no differenze di genere
MEP
MEP: media tra inibizione ed eccitazione
SICI: ti dice quanto sistema è inibito.
Nell’omuncolo: mano ha grande rappresentazione perché ti servono movimenti fini e la usi spesso.,
Tempo di conduzione centrale: tempo che ci mette impulso x passare da corteccia motoria primaria alla
mano, quindi tempo che passa dalla schicchera al movimento mano.
Nel grafico: movimento mano è quello con quadrato giallo: è il MEP; +il MEP è grande: più mano si è
mossa, e quindi più sistema motorio è stato eccitato.
la schicchera è la barra nera alla sx del quadrato giallo.
-Se intervallo tra 2 stimoli di TMS è breve: quindi 2 stimoli ravvicinati, cioè tra 1 e 6 millisecondi: ti aspetti
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inibizione, cioè il MEP diventa più piccolo;
≠
-Se intervallo tra 2 stimoli di TMS è più lungo: quindi 2 stimoli più distanziati, cioè oltre i 10-15
millisecondi: ti aspetti facilitazione, eccitazione.
-STUDIO MEP LINGUA: Registri potenziali evocati motori dalla bocca, mentre soggetti vedono qualcuno
parlare.
-MEP (media tra inibizione ed eccitazione): aumentano: perché ti viene da simulare ciò che vedi (l’altro
che parla ti spinge a imitare suo gesto).
Però:
-SICI (ti dice quanto sistema è inibito): aumenta, perché tu se vedi uno parlare NON devi muovere bocca;
quindi deve esserci aumento di inibizione per non farti muovere labbra.
Risultati:
-vecchi hanno MEP più piccoli: perché ci sono meno motoneuroni (atrofia).
-STUDIO PITCHER: + stimoli forte con TMS e più ti aspetti grandi MEP, ma aumento di MEP non è lineare:
ma sigmoide (ad una certa raggiunge platò).
Nei vecchi serve maggiore intensità di stimolazione di TMS x evocare MEP di stessa ampiezza dei
giovani: maggiore intensità di stimolazione x evocare stesso movimento di giovane.
Se nel giovane stimolando a 30HZ genere un certo MEP, nel vecchio per ottenere stesso MEP devi
stimolare molto di più.
Tali differenze: forse date dal fatto che nei vecchi c’è numero ridotto di motoneuroni spinali attivati in
sincrono, o all’attivazione di stesso numero di motoneuroni in modo meno sincrono.
Perché sei vecchio e ti sono morti neuroni: quindi ti serve più stimolazione; ma una volta che la stimoli
funziona come i giovani.
-STUDI VERSTYNEN anche giovani attivano ipsilaterale, ma SOLO SE il compito è molto difficile: tanto
difficile che la controlaterale non basta più, e quindi attivazione di ipsilaterale serve x compensare.
Nell’esperimento dovevano fare compito di difficoltà crescente:
-movimenti ripetuti di singolo dito
-movimenti sequenziali di 4 dita
-movimenti non sequenziali (tipo suonare piano).
-compiti facili:
Giovani: si attiva solo controlaterale;
Vecchi: si attiva anche ipsilaterale.
Allora si chiedono: forse nei giovani x compiti difficili si attiva ipsilaterale perché sono compiti dove
servono più dita: ma non era così: hanno fatto esperimento di controllo (tapping con numero crescente
di dita) e hanno visto che l’attività ipsilaterale di M1 sx è specifica x movimenti complessi e non dipende
dal n di muscoli richiesti.
Quindi: attivazione ipsilaterale non era dipendente da quanti muscoli dovevi attivare x fare movimento,
ma solo da complessità del compito.
Quindi emisfero sx: ruolo prominente nell’eseguire movimenti complessi indipendenti da natura
sequenziale del compito.
L’attivazione x movimenti ipsilaterali è + anteriore, laterale e ventrale, rispetto al locus per movimenti
controlaterali: l’attività ipsilaterale riflette una rete di neuroni all’interno del giro precentrale, che sono
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distinti da quelli associati al controllo di movimento controlaterale.
-STUDIO TALELLI Anziani: attivazione ipsilaterale sempre, ma ancor di più quando sono movimenti
complessi.
Anziani non sanno inibire emisfero ipsilaterale x compiti facili perché c’è deterioramento dato da età di
corpo calloso.
Anziani: minore è l’inibizione interemisferica e maggiore è attivazione ipsilaterale, ancor di più se i
compiti sono complessi.
Inoltre anziani: spostamento di attività della corteccia sensomotoria controlaterale verso la parte
rostrale di PMV / BA44.
Nel cervello dei vecchi: gli input esistenti x M1: possono essere insufficienti x generare un output ai
neuroni motori del midollo spinale quando sono necessarie forze maggiori (compito di hand grip: di
prensione).
Qui fanno rTMS inibitoria di 1Hz su M1 dx (mano NON dominante): ti aspetti effetti su mano sx;
-mano sx: inibizione sia nei giovani che nei vecchi: aumento tempi di reazione (hai spento corteccia
motoria che comanda mano sx) anche se non vedi effetti nel cervello (TMS non ha funzionato: MEP
non indicano che corteccia dx è inibita), però i tempi di reazione sono significativamente più lenti, quindi
C’È effetto comportamentale
-aumento di tempi di reazione nei vecchi x mano dx (≠ giovani no).
rTMS ha aumentato eccitabilità dell’emisfero dominante non stimolato (sx) che correla negativamente
con l’età: ridotta integrità di corpo calloso.
La sx nei vecchi si eccita sempre meno quanto più sei vecchio correlazione con età.
-STUDIO DI HOFF
Si chiedono cosa accade se migliori capacità motorie con stimolazione cerebrale non invasiva: tDCS
anodica su M1 dx, combinata all’uso di mirror visual feedback: MVF (usato x arto fantasma).
1. Baseline: x 1 minuto devi far ruotare più volte possibile una pallina in senso antiorario in mano sx;
2. Trial: mano sx ferma, mano dx dentro a scatola: devi fare rotazione di palline in senso orario x 1 min,
poi 1 min pausa, poi 1 min rotazione: per 10 volte, per un totale di 20 minuti.
Tu però la mano dx non la vedi direttamente, vedi solo il riflesso della tua mano allo specchio, così ti
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sembra la mano sx: perché è riflesso allo specchio.
Quindi: io ti stimolo emisfero di dx che in teoria eccita mano sx che tu però non stai usando, MA a te
pare di usare mano sx: perché riflesso allo specchio di mano dx te la fa sembrare mano sx.
( si usa di solito con arto fantasma perché così lo inganni: lui vedendo riflesso di mano che ha nello
specchio, a lui sembra la mano che non ha).
3. trial: rifai compito con mano sx, NO stimolazione x nessuno, x vedere se migliori.
Loro studiano performance della mano sx:
-tutti migliorano x effetto di allenamento,
-chi ha fatto sia tDCS anodica su M1 che il compito (gruppo 1): migliora con mano sx più degli altri (più
di quelli della sham e quelli che hanno fatto solo tDCS senza compito); ricorda: mano sx non fa MVF.
Chi ha ricevuto solo tDCS anodica senza tringing: NO miglioramento significativo di prestazione con
mano sx.
4. Trial: il giorno dopo la tDCS ritestano soggetti che hanno fatto il giorno prima tDCS anodica su M1
mentre facevano MVF (gruppo 1) e quelli della sham (gruppo 2): (nel trial 4 non ti rifanno tDCS):
emerge che solo i soggetti del gruppo che ha fatto sham (gruppo 2): mostrano miglioramento di
prestazione rispetto al giorno prima (confrontano i dati degli stessi gruppi del giorno 1 (trial 3) e del
giorno 2 (trial 4): solo chi ha fatto sham era migliorato rispetto ai risultati del giorno prima dello stesso
gruppo); quindi c’è stato miglioramento durante la notte: off-line: hai consolidato memoria.
Questo però è effetto apprendimento, quindi questo miglioramento non è significativo;
il miglioramento significativo è quello del trial 3: gruppo che ha fatto tDCS anodica + MVF: migliora con
mano sx.
Però questi miglioramenti sono sulla mano sx, non sulla dx: la mano dx è quella con cui hanno fatto il
compito di MVF; però noi abbiamo fatto tDCS anodica su M1 DX: che controlla mano sx.
Quindi: loro hanno fatto compito con mano dx, ma vedendola solo riflessa allo specchio a loro sembrava
mano sx: c’è stata generalizzazione (è lo stesso principio che usi per “ingannare” pz con arto fantasma).
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compaiono nello schermo.
Mentre fai compito, x 5 giorni, fai tDCS anodica (eccitatoria) su M1 sx ≠ i controlli fanno la sham.
Poi ti testano dopo alcuni giorni: ti fanno rifare compito SENZA tDCS:
-se hai fatto tDCS anodica: migliori di più di chi non l’ha fatta.
Quindi gli effetti perdurano nel tempo, e dopo 85gg gli effetti di tDCS anodica ci sono ancora.
-ZIMERMAN: lo fa nei vecchi.
Fai compito per 5 volte (5 blocchi, però ora nello stesso giorno) intanto ti fanno tDCS online come prima,
e ti testano dopo 90 minuti e dopo 24h con compiti diversi:
-effetti di tDCS anodica ci sono ancora sia dopo 90 minuti (90 min dopo che hai finito i 5 blocchi) che
dopo 24 h.
Inoltre in questo studio vedono che più sei vecchio e più migliori con tDCS.
Inoltre anziano beneficia da subito di tDCS: anche mentre fa il compito.
NEUROPLASTICITA’ NELL’ANZIANO
-STUDIO FARNAD: Nei vecchi non serve alta intensità di corrente di tDCS x vedere effetti sul sistema
motorio (MEP): se la fai per 15, 20 o 30 minuti: gli effetti sono visibili già dai 15 minuti.
Quindi MEP: modulati a prescindere da intensità e durata di tDCS.
-STUDIO DUMEL:
1. Partecipanti dovevano fare PPT task (perdue pegboard test): hanno griglia in cui inserire pioli più
velocemente possibile (tipo gioco da bimbi).
2. 5gg di tDCS anodica o sham su M1 mentre fanno un task SRTT
3. Rifanno compito PPT
Risultati:
-chi ha fatto tDCS anodica: migliora nel fare il SRTT task nel gg 3, 4, 5, 6, 7 (quindi dopo qualche giorno di
tDCS);
-chi ha fatto tDCS anodica: migliora anche nel PPT task: ma ricorda che loro erano stimolati durante
l’altro compito (SRTT), però migliorano anche in questo compito: migliorano a livello motorio in generale,
non solo nel compito che hanno allenato e durante il quale erano stati stimolati.
Quindi qui migliorano per effetti additivi di: allenamento motorio E per tDCS.
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Così mappi connessioni di aree tra sistema motorio: scopri in che tempi comunicano aree del sistema
motorio: quindi ad es quanto ci mette segnale per arrivare da plFG a M1.
Tempi che ci mettono 2 aree a comunicare, cioè quanto ci mette segnale x andare da un’area all’altra: ISI:
intervallo interstimolo.
-STUDIO RIZZO 2009: è il 1° studio di ccPAS: cortico cortical pared associative stimolation.
Scopre che segnale per andare da corteccia motoria sx a motoria dx: 8millisecondi.
-Se stimoli una volta M1 di sx, e dopo 8 millisecondi M1 di dx (in tale ordine: prima sx poi dx): inibizione
interemisferica: cala MEP: le 2 cortecce si parlano in modo inibitorio: interemisferic inibition.
-Se però lo fai per 90 volte (90 coppie): stimoli M1 sx e dopo 8 millisecondi M1 dx: cala inibizione:
aumento eccitabilità corticospinale (plasticità), quindi migliorano nel fare compito motorio con mano sx
(perché hanno stimolato emisfero sx x primo, e ciò ha condizionato il 2° impulso, che è su emisfero dx,
ed emisfero dx ha effetti su mano sx).
Lo fanno con la sx perché essendo giovani: sono già bravi con la dx (sono destrimani): quindi vogliono
vedere che accade su sx.
Effetto dura 60 minuti.
Risultati: Soggetti che hanno fatto ccPAS prima su premotoria e poi motoria:
-migliorano molto SOLO NEL COMPITO SPERIMENTALE sia subito dopo ccPAS che dopo 30 minuti.
-nel compito di controllo non migliorano.
-STUDIO TURRINI 2023: riprende studio di ccPAS su premotoria- motoria dei giovani, però lo fanno negli
anziani:
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-ridotta plasticità
-ridotta destrezza manuale e lentezza
-riduzione volume e densità
Se stimoli con ccPAS la premotoria ventrale (PMv) e M1 migliorandone la comunicazione: migliora
destrezza manuale nei vecchi?
ccPAS: si rifà alla plasticità Hebbiana: se 2 aree si interconnettono in un intervallo interstimolo ben
definito: comunicano meglio, quindi migliorano prestazioni.
1. training
Soggetti giovani e vecchi destrimani, fanno tutti 2 task:
-task sperimentale: nine hole peg task: devi inserire pioli nella griglia e poi toglierli più velocemente
possibile co mano dx. Compito motorio fine: servono connessioni tra premotoria e motoria;
-task di controllo: cRT: devi premere + velocemente possibile il tasto del pc con indice o medio a
seconda che sullo schermo ci sia numero 1 o 2. Non sensibile a modulazione tra premotoria e motoria.
2. ccPAS: 90 coppie di impulsi da premotoria sx a motoria sx: compito con mano dx; 0,1 Hz.
ISI (intervallo interstimoli): 8 millisecondi (connessioni dirette: perché 8 msec è connessione diretta: è
poco tempo).
Usano neuronavigazione x trovare area premotoria.
Per trovare M1: usano potenziali evocati motori: ti metto elettrodo sul dito, fai TMS: se sul tracciato
elettromiografico vedi l’impulso e la mano si muove: stai stimolando M1.
3. rifanno il task post 0 (subito dopo ccPAS) e post 30 (30 min dopo).
Risultati:
1. alla baseline:
-diversi tempi di reazione: giovani più veloci (sia nel test sperimentale che controllo) dei vecchi.
-no ≠ di accuratezza.
-no ≠ di intensità minima necessaria x generare MEP.
2. dopo ccPAS:
-solo nei giovani: aumenta ampiezza MEP dopo 90 coppie di impulsi: potenziale evocato motorio;
≠ nei vecchi: NON aumenta ampiezza MEP: no plasticità.
3. comportamentali dopo ccPAS:
-non migliorano nel compito di controllo: non serve connessione premotorio-motorio x farlo
-SOLO giovani migliorano dal pre al post 0 e dal pre al post 30 nel task sperimentale: quindi migliorano
nel post ccPAS, sia subito dopo (post 0) che 30 minuti dopo (post 30). ≠ anziani non migliorano.
-anziani: ne diventano più bravi nel task, ne cambiavano i potenziali evocati.
-alcuni anziani: aumentano MEP, e in questi migliora anche la prestazione in certi vecchi ha
funzionato la ccPAS.
Forse la ccPAS non ha funzionato negli anziani perché l’ISI (8msec) è troppo poco per devi vecchi: in
anziani forse aree comunicano più lentamente: quindi devi andare a scoprire l’ISI: in che tempistiche
comunicano certe aree.
-STUDIO KAMINSKI 2022: usano test dei pioli nella griglia (utile per destrezza manuale).
-Mentre soggetto fa task dei pioli con mano sx: loro gli fanno tDCS anodica (eccitatoria) su M1 dx (così
ha effetto su mano sx)
Risultati: chi ha fatto tDCS anodica + training con mano sx:
-migliora prestazione sia con mano sx (allenata: quella con cui facevi task) che dx (perché usano
corteccia motoria bilateralmente).
Tale miglioramento: durava 45 minuti.
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Per prevenire invecchiamento:
-peggiora velocità di elaborazione a causa di peggioramento di integrità sostanza bianca: per migliorare
fai attività fisica
-peggiora ragionamento: interruzione del DAN: per prevenirlo: training cognitivo e stimolazione (TMS)
-peggiora memoria x atrofia mediotemporale e interruzione default: x prevenire alleni memoria
-peggiorano abilità numeriche e spaziali x interruzione FPC: x prevenire fai stimolazione (TMS) e training
cognitivo.
RIASSUNTO ANZIANI
-Anziani: più lenti e hanno meno forza nell’eseguire i movimenti soprattutto quando il compito è
complesso.
Questo è dovuta ad un’atrofia delle cortecce motorie, premotorie e sottocorticali che risulta in una
ridotta eccitabilità corticospinale ed alterata conduzione (vedi PAS).
-i problemi motori negli anziani sono nei compiti che impliano prestazioni motorie fini e grossolane, nei
compiti che coinvolgono gli arti superiori ed inferiori.
-gli anziani mostrano però delle iperattivazioni, soprattutto della corteccia ipsilaterale, dovuta ad una
riduzione dell’inibizione interemisferica, che potrebbe interferire con la corretta esecuzione del compito.
-gli anziani hanno diverse tempistiche per le connessioni corticocorticali nelle aree motorie
-l’attività fisica e la stimolazione cerebrale non invasiva si sono viste efficaci (?) nel modulare le
attivaazioni corticali (risparmio dell’inibizione interemisferica), acquisire e ritenere nuove memorie
motorie, migliroare la forza e la precisione dei movimenti.
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NEUROSCIENZE MODULO MOLINARI
Disturbo percepito dal soggetto di un suo deficit cognitivo, ma non oggettivabile: non emerge dai test:
ha prestazioni normali (per questo “soggettivo”), e il funzionamento nella vita ecologica è normale.
È un’alterazione percepita dal soggetto di un proprio deficit cognitivo: penso di aver un deficit di
attenzione, soggettivamente lo avverto, ho la sensazione di esser meno performante, senza che sia
successo niente.
Sono soggetti che chiedono di essere visitati, ma l’esito sarà nessun deficit.
-CRITERI
-persistente esperienza soggettiva di declino rispetto a livello precedente di funzionamento non correlata
ad un evento acuto
-prestazioni normali ai test cognitivi.
-CAUSE a volte è dato dal fatto che il soggetto ha patologie concomitanti (es ansia, disturbo tono
umore, disturbi somatoformi), quindi pensa di avere SCD.
Altre volte non c’è causa evidente del SCD: può andare incontro a risoluzione spontanea, o essere l’inizio
di altra patologia: indicatore di rischio di sviluppare altra patologia.
Se ci sono ragioni che possono giustificare presenza di SCD: devono essere dette al pz possibili origini
del disturbo, un possibile trattamento.
Se non ci sono cause evidenti di SCD: devi spiegare al soggtto che SCD è associato a maggior rischio di
futuro declino cognitivo, che però può risolversi spontaneamente.
Utile indicare strategie ed esercizi x la mente, invitarli a controllare fattori di rischio fisiologici.
-EPIDEMIOLOGIA
Tra le persone di più di 60y: il 25% dice di avere SCD.
Dopo i 70y: va dal 50 all’80%.
Quindi sensazione soggettiva di esser meno performante tende ad aumentare a aumentare età.
Prevale in:
-Maschi,
-persone a bassa scolarizzazione,
-in contesti socioculturali di medio reddito.
VA STUDIATO PERCHÉ
1. ti può permettere di studiare associazione tra SCD e AD preclinico.
2. Dopo 4y e ½ il 14% sviluppa demenza,
e il 27% ha quadri di MCI: disturbo diventa oggettivo (valutabile con test).
3. prevenzione primaria: attività / azioni / interventi volti ad evitare l’insorgenza, ovvero l’incidenza di
malattie in persone
4. Prevenzione secondaria: attività / azioni / interventi finalizzati a raggiungere una diagnosi precoce
della malattia quando è ancora in fase asintomatica (cioè non ha ancora sintomi, ma la malattia c’è).
No strumenti Gold Standard: cioè quelli riconosciuti da tutta la comunità scientifica, e che sono i migliori
x studiare ciò che vogliono studiare.
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Serve una valutazione formale accurata (no test di screening).
-STUDIO hanno studiato mille soggetti baseline, dopo 2y, dopo 8y: hanno fatto valutazioni cognitive e
hanno trovato 400 soggetti che riferivano SCD.
Questi 400 con SCD: li hanno divisi:
-un gruppo riferiva un SCD con caratteristiche cliniche, anagrafiche e stili di vita simili a soggetti che non
avevano SCD;
-altro gruppo: soggetti con SCD con caratteristiche particolari: minimental più basso, peggiori prestazioni
ni compiti come parole di ray, fluenze, comorbilità, aumentato rischio vascolare, più frequente
sintomatologia depressiva, più alta probabilità di sviluppare disturbo oggettivo.
I soggetti del 2° gruppo: sono quelli che sono evoluti in altri disturbi.
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MILD COGNITIVE IMPAIRMENT: MCI
MCI:
-Consente di intercettare una popolazione a rischio x demenza, e quindi di implementare percorsi di
prevenzione secondaria.
-Inizialmente però il concetto di MCI (di Petersen) si riferiva esclusivamente ad un deficit di memoria
oggettivo: ma non è ok che sia solo memoria: perché così intercetti solo MCI che erano potenziali futuri
Alzheimer.
Ma noi sappiamo che MCI: non solo deficit memoria, ma anche disturbo di attenzione / comportamento.
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-punteggio normativo: supere a 17,54.
CI sono stimoli a medio bassa frequenza d’uso: ti fanno denominare ad es l’immagine del rinoceronte,
non una casa (comune).
Più sensibile nelle fasi precoci del MCI.
Studio: hanno confrontato prestazioni di soggetti sani e con alzheimer al MOCA e minimental
-Sani: punteggio normale ad entrambi i test;
-Alzheimer: la maggior parte ha punteggio anomalo sia al Minimental che al Moca (sensibilità sufficiente
dei test), -73% con disturbo cognitivo oggettivo (MCI): punteggio anomalo al Moca ma non al minimental.
EPIDEMIOLOGIA
Prevalenza: n di casi in un certo momento; 18,9%, può variare nei diversi reportage in base a com’è
studiato.
Incidenza: n di casi nuovi, 47,9 su 1000 all’anno.
Progressione in demenza: all’anno: il 5-6% dei pz MCI: progredisce in demenza (diventano dementi): e
questo x certi fattori di rischio:
-età avanzata
-problemi cardio vascolari e metabolici: diabete, colesterolo, BMI elevato, fibrillazione atriale, infarti
silenti cardio embolici, ictus.
-processi infiammatori e stress ossidativo: ci sono alterazioni nei tessuti
-deficit sensoriali: ipoacusia, degenerazioni macula o retina e dell’olfatto
-fattori socio culturali: scolarizzazione, tipo di professione
-psicosociali: depressione, ansia
-comportamentali: attività fisica, fumo, alcol, sostanze
Tutti quelli qui su: modificabili.
-gene APOE: non modificabile; gene che c’è in 3 diversi alleli: 2, 3 e 4: il 4 è associato ad aumento di
rischio di sviluppare demenza.
-ripetuti traumi cranici: fattore di rischio x demenza.
MCI e DEPRESSIONE
Riduzione qualità di vita.
Pz consapevoli della diagnosi tendono a sviluppare ansia, depressione, ostilità, morale basso rispetto ai
coscritti.
La depressione è presente in misura maggiore nei quadri di MCI amnesico rispetto ai non amnesici
perché il disturbo di memoria ha un ricaduta significativa sulla vita ecologica.
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Riconoscere demenza e depressione:
-variabilità nel tempo: depressione è altalenante ≠ demenza: non c’è variabilità.
-depresso: caratteristiche peculiari: descrive perfettamente i suoi sintomi, ≠ pz demente no.
-≠ immagini da neuroimaging.
VALUTARE IN MCI
-LINGUAGGIO: denominazione, comprensione, ripetizione, semantica, caratteristiche eloquio, fluenze;
inizi sempre a valutare questo.
-MEMORIA test: parole di Rey, WMS, FCSRT, DMS48
a. TEST FCSRT: ti dice se deficit è di codifica e immagazzinamento o di recupero.
Gli dai 4 parole alla volta (in tot 16), e gli dici di trovare tra queste 4 il nome di un paese, parte corpo,
nome proprio, ballo.
Poi rievocazione guidata: gli copri il foglio e gli dici “ripeti il nome proprio”, e così con tutti gli altri: se non
lo ricorda rifai. Qui c’è cue.
Poi compito distraente x 20 sec: conti all’indietro da 16 togliendo 3: non ti interessa prestazione, vuoi
solo distrarlo.
Poi rievocazione libera: gli richiedi parole di prima: gli dai 2 minuti: la fai rifare 3 volte. Se non ricorda ad
es il nome proprio: gli dai cue semantico: “c’era il nome proprio: qual era?”
Conteggi: n di rievocazioni con cue semantico, n di rievocazione libere, n di rievocazioni con cue
semantico nel 2° caso.
Quindi hai 3 indici:
Rievocazione libera: indice di immagazzinamento e recupero spontaneo;
Rievocazione guidata: coi cue, indice indiretto di difficoltà di recupero;
Rievocazione totale: dice quanto migliora prestazione (capacità di recuperare parole) quando gli dai
suggerimento semantico; deve avere valore superiore a 0,60.
Se è bassa la rievocazione totale (quindi anche se ci sono cue): è indice di demenza.
Così puoi discriminare tra danno temporale e frontale;
-danno temporale (Alzheimer): ti aspetti sia patologico anche se c’è suggerimento (cue): il cue non lo
aiuta
-danno frontale: ti aspetti che tragga vantaggio dal cue: migliora.
Bassa rievocazione totale: correlata a grado di atrofia di ippocampo e alla perdita di sostanza grigia nel
lobo T mesiale.
b. DSM 48: ti mostro stimoli con o senza significato, poi riconoscimento: ti mostro stimoli e devi dire se
c’erano stimoli di prima.
Lo fai dop 1h e dopo 24h: limite: pz deve tornare in lab, quindi – usato.
-FUNZIONI ESECUTIVE pianificazione, problem solving, ragionamento, set shifting
-ATTENZIONE: selettiva e divisa
4 TIPI DI MCI
1. AMNESICO SINGOLO DOMINIO deficit selettivo di memoria.
Può essere manifestazione iniziale di:
-Alzheimer
-depressione
-di semplice vecchiaia: sei vecchio e memoria è più scadente di altri vecchi ma non hai malattia;
2. AMNESICO MULTIDOMINIO Disturbo di memoria a cui si associano deficit lievi in altri domini
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cognitivi;
Può essere manifestazione di:
-Alzheimer (AD)
-depressione
-demenza vascolare
3. NON AMNESICO SINGOLO DOMINIO disturbo selettivo NON di memoria, ma ad es di linguaggio,
comportamento.
Può essere manifestazione di:
-Alzheimer atipico: che non inizia con disturbo di memoria, ma di altra funzione
-Demenza fronto temporale
-demenza da corpi di Lewi
4. NON AMNESICO MULTI DOMINIO disturbo di più domini, ma non della memoria.
Sono 4 diagnosi cliniche.
Può essere manifestazione di:
-Alzheimer atipico
-demenza vascolare
-demenza fronto temporale
-demenza da corpi di Lewi.
CDCD
Se vai da medico di base con sintomi demenza, lui ti manda dal CDCD: centro disturbi cognitivi e
demenze: è tipo un consultorio dove lavorano o neurologo o geriatra, psicologo con competenze neuro,
infermiere, consulenze di terapisti occupazionali (serve x adattare ambiente al pz: insegna a famiglia a
rendere ambiente di casa adatto al pz), consulenze di avvocati (es x amministratore di sostegno),
Geriatra: x anziani (+ di 70 / 75y) e sa gestire comorbilità (tipica di anziani); può avere relazione con
servizi socio sanitari, ad es x mandare anziano in residenze diurne (cosa che neurologo non può fare).
Neurologo: x giovani: demenza non è solo negli anziani, può essere anche nei più giovani: demenze
prima dei 65y sono “early” e atipiche.
Inoltre neurologo aiuta geriatra nei casi + difficili: x diagnosi di 2° o 3° livello.
Psicologo: psi normale fa valutazioni, neuropsi lavora sui familiari: psicoeducazione.
DIAGNOSI MCI
Valutazione NPS finalizzata a detezione di MCI: deve analizzare tute le funzioni.
Non c’è un test Gold Standard che specifichi quali test di memoria usare, quanti usarne, spostamento di
cut off tra patologia e normalità (deviazione standard).
Alcuni test usano 1 deviazione standard, altri 1,5: questo implica che se usi una certa deviazione risulta
che alcuni soggetti hanno MCI, se usi altra deviazione: stessi soggetti possono risultare NON aventi MCI:
riduzione di incidenza dal 19% al 9%.
CRITERI
Il grado di detezione cambia in funzione dei criteri che adatti (NIA-AA); 2 criteri:
1. CORE CLINICAL CRITERIA sono 3 criteri essenziali, devono essere applicati in tutti i setting sanitari,
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anche in quelli a non elevata specializzazione x quanto riguarda procedure e strumenti; ti dice come fare
diagnosi anche in contesti ambulatoriali di 1° livello (es nei CDCD di 1° livello).
1. presenza di modificazione cognitiva rispetto alle condizioni precedenti del pz rilevata dal soggetto /
familiare e da un clinico
2. prestazioni scadenti in 1 o + domini cognitivi che si discosta da quanto atteso in base alle variabili
indipendenti
3. preservata indipendenza MA i l soggetto è meno accurato, più lento, meno efficiente rispetto al
passato (cucinare, gestire finanze, pagare conti, fare spese)
-no demenza.
Eziologie diverse:
-degenerative
-vascolari
-metaboliche
-psichiatriche
-traumatiche
-oncologiche
-infettive
BIOMARCATORI:
Li usi per individuare pz MCI che poi convertiranno in malattia neurodegenerativa.
Però non tutte le demenze hanno un biomarcatore specifico associato.
Unica demenza per la quale c’è biomarcatore: Alzheimer: se hai biomarcatori positivi ma ancora non hai
sintomi: puoi prevedere che gli verrà.
2 marcatori Alzheimer:
1. BETAMILOIDE: responsabile di formazione a livello extracellulare delle placche senili;
si ha deposizione massiccia di un peptide (aminoacido) Betamiloide, che fa parte di proteina più grande
detta “APP”: proteina precursore dell’amiloide.
APP: scissa, degradata, attraverso 2 enzimi: gamma e betasecretasi.
In condizioni normali (sano): gamma e betasecretasi: portano a completa degradazione della proteina,
≠ negli Alzheimer questa scissione avviene in modo difettoso (non si sa perché): beta amiloide frutto di
APP: si accumula a livello extracellulare e forma le placche senili.
2 tipi beta amiloide:
-Betamiloide 40:
-Betamiloide 42: è la “più cattiva”.
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Beta e TAU: alterati in Alzheimer, ma NON esclusive di Alzheimer, ad es angiopatia amiloide:
caratterizzata da alterazione betamiloide nei vasi cerebrali.
In certi anziani sani: accumulo di betamiloide nel cervello, ma non hanno Alzheimer.
Esami x cercare biomarcatori:
-rachicentesi: puntura lombare, neurologo preleva liquor (con puntura lombare in parte finale di colonna,
dove non c’è midollo): tale liquor è analizzato, e cerchi beta amiloide e tau.
Biologo che referta questo liquor: trova che beta amiloide è bassa: perché sta tutta nel cervello: non
scende nella colonna.
-PET: esame che a ≠ di risonanza e TAC (strutturali), è funzionale.
Per cercare biomarcatori: inietti biomarcatori (sostanza che lega la betamiloide): dopo un po' gli fa PET e
vede di che colore diventa cervello: colori ≠ a seconda di concentrazione di betamiloide.
≠ tipi di marcatori: alcuni si basano su marcatore biologico della betamiloide, altri proteina TAU, altri
marcatori che guardano assorbimento di glucosio (se è molto atrofico: grave patologia neuronale:
morendo neuroni, avrò cervello che consuma meno: PET meno colorata).
Esami coi biomarcatori: molto sensibili, e lo sono molto prima di quando hai manifestazione clinica di
malattia: accumulo di betamiloide anche 10 / 20 anni prima che si manifesti malattia.
-puoi fare anche valutazione neuropsicologica.
LIMITI BIOMARCATORI:
-non è chiaro il loro “peso” nella formulazione diagnostica
-variabilità dei laboratori, metodiche e cut off
-possibilità che confliggano tra loro
-capacità “predittiva” dei biomarcatori nell’individuare i converter vs stabili è ≠ nei diversi dati di
letteratura.
-alcuni biomarcatori sembrano essere predittivi molti anni prima della malattia, altri lo sono in misura
minore: in certi studi longitudinali lo sono prima, in altri meno.
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-quantificare grado di severità: a che livello di demenza è il soggetto (x questo usata in ambito legale).
È strutturata come intervista semi strutturata: ci sono info che devi ricavare.
Analizza:
3 domini cognitivi: memoria, orientamento e capacità di giudizio / problem solving
3 domini funzionali: attività sociali, domestiche e hobby, cura personale.
Intervista divisa in 2 momenti:
1. raccogli info dal caregiver sulla vita del soggetto, così puoi indagare tutti i domini cognitivi e funzionali
2. raccogli info dal pz: indaghi info che hai giù chiesto al familiare (es ti ricordi come si chiamava la tua
maestra? E tu sai risposta giusta perché te l’ha detto familiare).
Per ogni dominio: attribuisci punteggio da 0 (no compromissione) a 3 (compromissione grave).
Se il livello di compromissione è compatibile con 2 punteggi diversi: dai quello più alto.
Per domini cognitivi: punteggio lo dai in base alle abilità dimostrate in modo diretto (es orientamento
durante l’esame), e in base alla veridicità delle info riferite dal pz rispetto a quanto riportato dal caregiver.
Per i domini funzionali: dai punteggio solo in base alle info date dal caregiver in merito a difficoltà
riscontrare in vita quotidiana.
2 modi di correggere
-“SUM OF BOXES”: somma di punteggi dati ai singoli domini.
Dà indice quantitativo dettagliato della compromissione
Ha buon potere discriminativo in presenza di demenza lieve
Buona sensibilità al cambiamento (arco di 2y)
-“PUNTEGGIO GLOBALE”: prende come assunto che la memoria sia l’elemento con maggiore peso.
Non corretto.
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2. IN MODO NON FORMALE ripetere indirizzo e richiederlo dopo un intervallo, far denominare 3 oggetti
nasconderli e dopo chiedere dove sono.
4 tipi di anamnesi:
-fisiologica: tipo di parto, istruzione, ciclo mestruale;
-familiare: devi capire se c’è giudizio positivo x patologie neurologiche: quindi chiedi familiarità di
patologie neurologiche (Ictus, Parkinson, Alzheimer…) e se sì l’età di esordio.
-patologica remota: malattie avute, interventi, farmaci assunti (alcuni farmaci portano ad alterazione
cognitiva);
-patologica prossima: perché sei qui? Chiedi al caregiver info ed esempi di ciò che dice (es la moglie
dice che marito ha problemi di memoria: ma qui lei sta dando interpretazione, tu devi avere esempi, ti
dice “ha problemi di memoria”: tu chiedi es e lei dice “Non gli vengono le parole”: ma questo è problema
di linguaggio).
Devi capire se sa orientarsi, se è autonomo in tutti i settori.
Fondamentale chiedere cambiamenti da fase premorbosa: se mi dici che tuo marito si perde in
macchina: se lo faceva anche prima è una osa, ma se prima sapeva orientarsi è ≠.
Inoltre impo sapere se sintomi sono arrivati all’improvviso o piano piano, e se peggiorano o no.
Se sono è esordio acuti: cioè arrivati all’improvviso: difficile sia deficit neurodegenerativo,
se invece è esordio “subdolo” (cioè viene pian piano, si chiama così) e progressivo peggioramento:
possibile sia deficit neurodegenerativo.
Dopo un po' devi separare caregiver e pz x finire di raccogliere anamnesi del caregiver, perché magari
caregiver non vuole ferire pz (es dire davanti al marito: “Non si lava più”): inoltre se caregiver riporta
deficit di cui pz non è consapevole: si scatena litigata.
Una buona anamnesi orienta l’esame NPS.
a. valutare linguaggio: BOSTON (x denominazione di oggetti), test fluenze, test comprensione (Token);
valuti disturbi di produzione verbale, scrittura, lettura, denominazione, comprensione, ripetizione, fluenza.
b. funzioni esecutive / attenzione: stroop, deficit componenti attentive, capacità di giudizio, di critica e di
ragionamento, pianificazione.
c. memoria: figura di Ray (abilità visuo costruttive), raccontino, lista di parole (devi ripeterle, ti dà info su
capacità di rievocazione immediata: dlPFC, e differita: ippocampo (che si ricorda dalla volta precedente).
d. abilità visuo spaziale: orientamento, agnosia, prosopoagnosia, simultanoagnosia, alessia.
e. abilità prassiche
f. scale / inventari comportamentali: Ricorda: demenza può avere esordio con disturbo di
comportamento:
frontal behavioral inventory, neuropsychatric inventory (MPI).
MPI: intervista semi strutturata x familiari, indaga disturbi comportamento (allucinazioni, deliri, sonno,
alimentare, ansia, depressione tono umore).
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MCI DUE TO ALZHEIMER
MCI amnesico può evolvere in Alzheimer con certe alterazioni:
1. GENETICA alterazione di certi geni: predice Alzheimer.
Tre geni responsabili di MCI amnesico che porterà ad Alzheimer:
-mutazione gene su cromosoma 21 che codifica proteina APP: precursore di amiloide.
-geni PS1 presenilina 1:
-geni PS2 presinilina 2:
Presinilina 1 e 2: sembrano crescere capacità di cervello di produrre betamiloide.
-genotipo ApoE: allele su cromosoma 19: quando è E4: aumentato rischio di sviluppare Alzheimer.
2. TEST NEUROPSICOLOGICI tipico profilo “ippocampale” del MCI amnesico “due to” Alzheimer:
-danno ippocampo
-danno strutture implicate nei processi di memoria: formice, talamo, corpi mammillari.
Test da fargli fare e a cui andrà male:
-FCSRT: disturbo specifico di codifica
-WMS
-CVLT: california verbal learning test (simil lista di parole di RAY): questo prevede presentazione di lista
di parole con effetto di interferenza, cioè ti presento parole di una lista e ti chiedo rievocazione libera o
guidata; poi dopo un po' ti richiedo parole della lista; poi ti presento altra lista (con compito interferente);
poi compito di riconoscimento.
Quante parole riesci a rievocare: discrimina tra sani e pz MCI; invece valore di apprendimento differito
(quante parole ricordi dopo intervallo): discrimina tra sani e MCI due to AD (MCI che svilupperanno
Alzheimer).
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semantiche: se ti dico tutti gli animali che ti vengono in mente: è ≠ se dici “cane gatto topo” o animali
stranissimi (antilope…): nel 2° caso le fluenze semantiche sono intatte.
MCI TERAPIA
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-FARMACI NON c’è ad oggi terapia farmacologica efficacie per Alzheimer.
Oggi ci sono farmaci con azione di inibizione di acetilcolina esterasi:
acetilcolina: neurotrasmettitore che favorisce comunicazione sinaptica: si apre bottone sinaptico, esce
acetilcolina, va nella fessura sinaptica dove viene assorbita da neurone post sinaptico, e così è
trasmessa l’info.
L’acetilcolina rimane in scissura sinaptica x un tot di tempo, l’acetilcolina esterasi fa si che acetilcolina
rimanga + TEMPO nella fessura sinaptica: così migliora trasmissione di info.
Tali farmaci però hanno efficacia per pochi mesi, e pochissimi pz ne traggono beneficio.
-TRAINING COGNITIVI utili sia come azione compensatoria che neuroprotettiva.
-ESERCIZIO FISICO utile soprattutto aerobico; migliora performance cognitive: attenzione e velocità di
elaborazione di info.
CASO CLINICO
MFB, femmina, 47y , psicoterapeuta,
Anamnesi familiare: Nonna Alzheimer, mamma Parkinson.
Anamnesi patologica remota: dolore perianale cronico, disfunzione
Anamnesi patologica prossima: difficoltà di memoria, piange, difficoltà a riconoscere volti noti, è stanca,
separata dal marito, figlia con disturbo alimentare.
Alla visita neurologica: neurologa la descrive collaborante, adeguata al contesto, eloquio fluente e
informativo, non afasia, rievocazione differita di 1 parola su 5, parziale beneficio di cue semantico (ha
fatto Moca).
Indenne il distretto cranico, esame negativo.
-figura di Ray): risultato dubbio;
Neurologa fa diagnosi di MCI amnesico: unica difficoltà è rievocazione parole.
Consiglia esami: ematochimici (emocromo, funzione renale e epatica, elettroliti sierici, colesterolo, b12,
acido folico, TSH e screening lue: malattia venerea che può determinare neuro lue), RM encefalo,
valutazione neuropsicologica.
Risonanza: emerge che in bianca frontoparietale bilaterali: gliosi (meccanismo riparativo di tessuto
cerebrale, niente di che), lieve ampliamento di corni temporali bilateralmente.
Spazi liquorali periferici: ampliati moderatamente.
Quindi non è risonanza a posto: è con qualche primo problema.
All’esame neuropsicologico: linguaggi perfetto, memoria: differita ; memoria: va male al Backboock (??).
Conclusioni: circoscritto e selettivo deficit di memoria verbale per materiale organizzato (con FCSRT
nella norma).
Il quadro emerso si configura come MCI amnesico singolo do minio, per il quale anche in relazione al
dato neuroradiologico (risonanza NON negativa), è consigliabile ripetere l’esame tra 6-8 mesi.
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Alla signora diciamo che da noi non deve tornare, ma deve tornare da neurologa.
Se l’esame andrà male: tornerà da noi, se no no.
CASO CLINICO 2
Femmina, 66y,
Anamnesi fisiologica: normale sviluppo psicofisiologico; nessun caso di familiarità di patologie
neurologiche; ha il morbno di Crohn in fase di remissione, ipotiroidea in terapia, alto colesterolo.
Dal 2020: dimenticanza, più ripetitiva, no disorientamento nello spazio, si sveglia di notte, ma NO rem
behavioral desorder (parasonnie: disturbi sonno spesso dati da patologie di sistema extrapiramidale).
Risonanza: emerge atrofia: spazio dilatato soprattutto a sx. infatti neuroradiologo dice: ampliamento
cella media di ventricoli laterali, e lieve ampliamento di alcuni solchi emisferici del cervelletto.
Valutazione neuropsicologica:
-fluenze semantiche: area dubbia
-figura ray: ok
-MBT: ok
-male coppie associate
-malissimo backcook
-male FCSRT (0,34), quindi deficit memoria verbale materiale organizzato e non, NON beneficia del cue
semantico (deficit codifica e immagazzinamento), disturbo memoria spaziale (span di cubi), non bene
neanche memoria visiva, alterazione iniziale di fluenze semantiche.
Dice che ha difficoltà memoria, usa ausili esterni, dice che è autonoma.
Compromissione codifica e immagazzinamento info verbali e spaziali, in misura minore visiva, screzio
fluenze semantiche
MCI amnesico con caratteristiche di possibile evoluzione: potrebbe essere MCI due to AD.
Signora fa rachicentesi e trovano: aumento t-tau e p-tau e betamiloide calata (patologica) diagnosi di
MCI due to AD.
Puoi inserirla in training farmacologico: con anticorpo monoclonale.
SPERIMENTAZIONI
Scopo: interrompere prima possibile la cascata patologica che sfocia in demenza, prima che il carico di
anomalie patologiche sia tale da aver compromesso gran parti di funzioni cognitive e quindi che non
abbia più efficacia il farmaco.
1. fase 1: fatte su circa 50 volontari sani: valutano tollerabilità di farmaco a determinate dosi (più basse);
2. fase 2: fatta su numero ristretto (200-400) di pz per dimostrare efficacia e tollerabilità di farmaco;
sono multicentriche e internazionali (stesso farmaco testato in punti ≠ del mondo, in ogni centro testati
tot soggetti).
3. fase 3: migliaia di pz; serve x confermare efficacia e tollerabilità del farmaco ì.
Sono sempre studi multicentrici internazionali.
Ogni mese fa visita: accertamenti medici, cognitivi riconosciuti da FDA: organo americano deputato a
controllo farmaci; IFA in Italia; EMA: x Europa).
Psi: fa valutazione cognitiva (coi test vedi se è migliorato) e colloquio con familiari (x sapere se è
migliorato in attività quotidiane). Psicologi sottoposti a training x essere strutturati nello stesso modo x
dare punteggi ai pz.
Alcuni: sperimentali, altri di controllo.
4. fase 4: post marketing: farmacovigilanza, dopo la commercializzazione, studio osservazionale su
migliaia di pz.
-PSICOLOGO NELLE SPERIMENTAZIONI ha ruolo di “RATER”; test non si possono scegliere, ma sono
giudicati affidabili di FDA americana, di solito x valutazione cognitiva si usa ADAS cog: con tutti i vari
domini.
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DEMENZA ALZHEIMER TIPICA E ATIPICA
1901 a Francoforte da Alois Alzheimer che trova pz di 51y con disturbi di memoria e alterazioni del
comportamento.
5y dopo esser stata visita da Alzheimer: muore, cervello sottoposto ad esame autoptico: esame
istologico del tessuto: trovano placche senili (extracellulari) e grovigli neurofibrillari (intracellulari).
Non fu però lui a definire la malattia, ma il suo mentore Kraeplin nel 1911, definendola “malattia
psicoorganica”: così era chiamata all’inizio.
Era patologia con disturbi memoria, del giudizio, attenzione, associati a labilità emozionale e scarso
controllo impulsi in soggetti con danno corticale diffuso.
Negli anni 70 si parla di “Alzheimer” e capiscono che sia “demenza senile”: di esordio, dopo i 65y, che
“presenile”: prima dei 65y: stessa patologia ma con termini diversi. Quindi è solo definizione temporale.
Inoltre anni ’70: diversi quadri di demenza, con certe alterazioni e altre integre.
CARATTERISTICHE ALZHEIMER
-è la + frequente demenza: 70%.
Esame neurologico negativo.
Quadro clinico prevalentemente cognitivo.
Fasi iniziali: possono essere negative anche indagini di neuroimaging di 1° livello (TAC e risonanza):
atrofia diffusa, patter non specifico.
DIAGNOSI
CRITERI DIAGNOSTICI
-CRITERI 1982: NINCDS-ADRDA Sensibilità dell’81% (19% avevano Alzheimer ma non li individui), e
specificità del 70% (solo nel 70% dei casi legati ad Alzheimer: 30% dei soggetti li classifichi come
Alzheimer erroneamente;
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-CRITERI ATTUALI DEL 2011 di MCKHANN puoi fare diagnosi di AD se ci sono disturbi cognitivi e del
comportamento che devono:
1.interferire con le attività abituali/professionali (è il contrario di MCI)
2.rappresentare un declino rispetto ad un livello di funzionalità precedente: ≠ tra fase morbosa e
premorbosa.
3. non comparire in un contesto di delirium o di disturbo psichiatrico
4. il disturbo cognitivo deve essere individuato con prove NPS quindi obiettivato e riferito dal paziente o
da un familiare
5. i deficit cognitivi/comportamentali devono interessare 2 o più domini
6. essere ingravescenti
3 LIVELLI DIAGNOSTICI
1. DIAGNOSI DI AD CERTO lo sai solo post mortem da esame autoptico
2. DIAGNOSI DI AD PROBABILE oltre ai criteri diagnostici di McKhann: ci sono altre caratteristiche:
-esordio insidioso nell’arco di mesi/anni non di ore/giorni
-chiaro andamento ingravescente
-i deficit iniziali e prominenti possono essere o di tipo amnesico o non amnesico con una presentazione
quindi linguistica, visuo- spaziale, esecutiva....
La diagnosi NON può essere fatta se ci sono chiare evidenze di alterazioni cerebrovascolari
concomitanti (storia di stroke, infarti cerebrali estesi, ipodensità della bianca), caratteristiche che
suggeriscano una DLB, FTLD o APP.
Questa diagnosi può avere maggior forza, aumentare il grado di certezza quando c’è una positività ai
biomarcatori.
3. DIAGNOSI DI AD POSSIBILE decorso atipico o di cui non conosco bene evoluzione perché viene da
solo senza caregiver che mi dica come si è sviluppata malattia (non sai se decorso è stato
ingravescente, subdolo e lento), oppure se ha eziopatogenesi mista, ad es ha avuto ictus relato
all’esordio o al peggioramento clinico, c’è sofferenza della bianca, ed elementi che suggeriscono
patologia di Lewy.
Atrofia corticale
Dilatazione ventricoli
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Atrofia ippocampale
AD-MECCANISMI PATOGENETECI
1. IPOTESI DELLA CASCATA DELL’AMILOIDE ipotizza che il deposito di β -amiloide sia relato ad un
processo anormale del precursore della proteina amiloide (APP) che conduce alla formazione di
aggregati tau.
2. IPOTESI A/T/N più recente, A: amiloide; T: TAU, M: morte neuronale.
Ipotizza invece che la formazione di aggregati tau inizi prima dell’accumulo di β – amiloide (a favore il
fatto che gli MCI che diventano AD con un solo biomarcatore positivo il biomarcatore era la tau); è in
contrasto con altre idee che dicono che prima c’è alterazione betamiloide.
-Progressione dei grovigli neurofibrillari (tau): procede in una direzione che inizia dal tronco dell’encefalo
in particolare dal locus coeruleus per diffondersi tramite delle proiezioni al lobo temporale mesiale e si
estende alle aree associative determinando una riduzione funzionale ma soprattutto interrompendo i
circuiti critici pe la memoria.
-Progressione delle placche senili (β amiloide): ha invece una direzione + diffusa a tutta la corteccia nelle
fasi iniziali di accumula nelle regioni del Default Mode Network quindi cingolo posteriore, LP inferiore, LT
laterale, prefrontale dorsolaterale e ventrale che proiettano alle aree temporali.
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-SPAN INVERSO prova di WM verbale e spaziale: ridotto negli AD x una precoce compromissione di
Wm.
-TMT: trial making test patologico in AD: nella parte A sono lenti nell’esplorazione; nella parte B
faticano a mantenere in memoria serie numerica e alfabetica e passare da una all’altra.
TMT è test che correla di + con attività di guida.
-SELF SHIFTING / MONITORING ad falliscono
-TORRI DI LONDRA falliscono
In generale falliscono nei compiti in cui serve attenzione: non sanno attivare esecutivo centrale: che
decide a chi dare risorse attentive.
Test + sensibili:
fluenze semantiche: sensibilità 96% e specificità 88%
California learning: CVLT (memoria di parole).
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ALZHEIMER ATIPICO
Coinvolgimento del network fronto parietale, non del default mode network.
4 VARIANTI:
-SINDROMI SIMILI
1. Ricorda la sindrome di Gerstmann: x lesione giro angolare sx ha:
-agnosia digitale
-disorientamento dx-sx
-agrafia
-acalculia
2. Ricorda sindrome di Balint Holmes, che a:
-aprassia sguardo: non dirige intenzionalmente sguardo verso un punto
-atassia ottica
-mancata coordinazione visuo motoria
-simultaneo agnosia
-lesione parieto temporo occipitale bilaterale.
-NELL’AD POSTERIORE
-agnosia visiva
-afasia transcorticale sensoriale causata da lesioni di giro angolare e/o sostanza bianca periventricolare
posteriore sx
-eloquio fluente con anomie, parafasie verbali presenti anche nella scrittura, ripetizione mantenuta,
buone competenze grammaticali, deficit di comprensione
-esordio tra i 50 e i 60y
-ritardo diagnosi
-5% degli AD: manifestazioni iniziali posteriore
-genere: uguale distribuzione nei 2 sessi, mentre alcuni studi riportano maggiore diffusione nelle F
-deficit visuo-percettivi e visuo-spaziali sono dovuti in parte ad alterazioni dei processi di elaborazione
visiva primari (forma, colore, movimento, localizzazione)
-per valutare altre funzioni si devono utilizzare test che riducano la componente visiva (es.
denominazione verbale)
-difficoltà in compiti come di denominazione verbale, non x deficit lessicale, ma perché non riconoscono
percettivamente lo stimolo.
-alcuni hanno fenomeni percettivi positivi: es vedi colore anche dopo che immagine è scomparsa, che
stimoli statici si muovono, o allucinazioni visive.
-difficoltà di lettura: per caratteri grandi, perdita riga, distorsioni visive, crowding (vedere lettere che si
sovrappongono).
-difficoltà a salire / scendere le scale o il marciapiede, con tendenza ad inciampare: es non capiscono
quanto alto fare il passo x scalino
-difficoltà calcolo
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-mis-diagnosticata: spesso all’inizio i disturbi: interpretati come se fossero di pertinenza oculistica,
manifestazioni depressive, ansia, maligering.
-paziente descrive piccoli incidenti automobilistici, difficoltà di lettura, a giudicare le distanze a fare le
scale
-in qualche caso le alterazioni visive (sensibilità alla luce, distorsioni visive) interpretate come
manifestazioni di emicrania
-rare le manifestazioni con crisi epilettiche occipitali
VOSP: prima fai prova di base: ti faccio vedere un mask, poi un mask ma con sopra una X che in certe
prove è molto visibile, in altre meno: vedi se il soggetto fa detezione di X: detezione figura da sfondo.
Se supera prova di base: fai prove x vie dal what: prove vere, in cui ad es vede lettere scritte strane e
deve dire che lettera è.
Poi prove del where: ad es vedi matrice con numeri, poi altro quadrato dove non ci sono numeri ma
pallino nero al posto di un numero: deve dire al posto di che numero è .
Altro test: per indagare via del what e del where. Vede volto e deve dire quale tra delle alternative è
uguale. Oppure deve fare stessa cosa ma più difficile: senza capelli / di profilo..
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3) 3° livello: indaga il substrato patologico della PCA combinando le caratteristiche cliniche con specifici
marcatori radiologici, liquorali ed eventualmente genetici.
-esordio insidioso e progressivo
-deficit visivi in assenza di alterazioni legate a patologie dell’occhio
-relativo mantenimento della memoria episodica, della fluenza verbale e dell’insight —sintomi che
includano agnosia visiva, simultaneoagnosia, atassia ottica, aprassia dello sguardo, disorientamento
spaziale
-no tumori o stroke
Elementi supportivi x diagnosi:
-alessia
-aprassia ideo-motoria
-agrafia
-acalculia
-esordio prima dei 65 anni —neuroimaging con evidenza di PCA o ipoperfusione posteriore.
-VARIANTI POSTERIORI Ora intesi come fenotipi diversi all’interno di un continuum pca
1. DOMINANTE ATROFIA OCCIPITALE: con alterazioni prevalentemente dei processi percettivi di base
-è meno frequente rispetto alle altre due varianti posteriori
-caratterizzata da alterazioni delle fasi precoci dell’elaborazione visiva, dovute ad una maggiore densità
istopatologica nelle aree visive primarie (BA 17) 2.possono essere presenti disturbi sensoriali visivi
(riduzione acuità visiva e restringimento del CV)
-possono essere presenti allucinazioni visive
-le alterazioni impediscono al paziente di muoversi nell’ambiente in autonomia
Prove neuropsicologiche:
-discriminazione di lunghezza, grandezza, orientamento e
localizzazione
-discriminazione figura-sfondo
-discriminazione di figure aggrovigliate
-associazione percettiva uguale- diverso di figure con e senza senso
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6. conoscenze concettuali
7. lessico fonologico d’uscita.
3. prosopoagnosia: consegue ad una lesione:
-della giunzione occipito temporale bilaterale
-OT unilaterale destra (giro linguale, fusiforme e paraippocampale e parte della corteccia T anteriore)
È determinata da un’alterazione dei processi implicati nell’analisi strutturale del volto:
-appercettiva quando è alterata la rappresentazione strutturale
-associativa quando non sono + accessibili le informazioni concettuali e semantiche.
4. disorientamento spaziale.
3. DOMINANTE ATROFIA P parietale BILATERALE con deficit visuo- spaziali, agrafia, aprassia, sindrome
di Balint ed abilità percettive di base preservate.
-disturbi visuo spaziali
-Agrafia e alessia:
a. alessia da simultanoagnosia:
impossibilità di analizzare la struttura complessiva della parola
assente l’effetto facilitatorio delle parole note ◦strategia adottata dai pazienti lettura lettera per
lettera
i tempi di lettura per parole note, pseudoparole o parole non familiari, a parità di lunghezza, non
sono differenti.
b. alessia da neglect: conseguente ad un danno del lobulo parietale inferiore, che determina una
emiinattenzione per gli stimoli collocati nell’emispazio controlaterale a quello della lesione (+ frequente
con lesioni P dx)
-Aprassia IM, I e C: incapacità di eseguire un gesto richiesto dall’esaminatore in assenza di deficit di
moto, di senso o di coordinazione che giustifichino il fallimento (o perché assenti o perché non
interessano l’arto esaminato, solitamente quello ipsilesionale).
L’essenza dell’aprassia non si riferisce alle caratteristiche metriche o cinematiche del movimento ma ad
un livello + elevato dell’organizzazione motoria in cui i movimenti vengono ideati, evocati e scelti.
Dissociazione automatico – volontario: movimenti balistici vs piani motori; comp. predittivi e comp.
responsivi
Aprassia: classificazione in base a:
1. distretto corporeo interessato: degli arti, del tronco, (bucco-facciale)
2. livello di elaborazione
-AIM: non è in grado di tradurre la sequenza
motoria che possiede in un corretto programma innervatorio (non sa “come” fare)
-AI: non riesce a rappresentarsi concettualmente il gesto da produrre (non sa “cosa” fare)
2 categorie di gesti:
-con significato:
gesti transitivi (richiedono l’uso dell’oggetto)
gesti intransitivi (convenzionali, servono per comunicare): simbolici (saluto militare); espressivi
(ho caldo); iconici (gesto di vittoria)
pantomime (descrivono l’uso dell’oggetto in sua assenza)
-senza significato.
-Sindrome di Gerstmann.
Raccogliere una storia dettagliata con attenzione al tipo di esordio, l’ordine di presentazione e la
progressione dei sintomi —richiedere informazioni sui tratti personologici premorbosi, sulle abitudini,
sulla cura di sé la partecipazione sociale e il lavoro —anamnesi separata paziente/familiare.
Il deficit di memoria sembra riguardare l’immagazzinamento e il consolidamento di natura ippocampale
e non il recupero.
I disturbi di linguaggio sono assenti di solito sono invece alterate le competenze socio- emozionali, la
comprensione dei contesti e le sfumature delle conversazioni
In alcuni casi mutacismo.
Calo delle performance nelle prove esecutive, in particolare fluenze fonemiche, TMT e Hayling test
(misura capacità di inibizione cognitiva);
ma l’analisi delle funzioni esecutive può non essere di grande aiuto per discriminare tra ADvf e DFTvf.
Caduta nella social cognition ma meno compromessa rispetto ai DFTvf;
i test che discriminano meglio sono relativi allo studio del sarcasmo e dei passi falsi.
I disturbi funzionali non discriminano tra FTLD e ADvf nonostante questi ultimi siano + compromessi dal
punto di vista cognitivo.
hanno una maggior caduta inizialmente nelle IADL;
le modifiche della personalità (disinibizione, perdita di empatia e insight apatia, stereotipie ossessivo-
compulsive, alterazioni delle condotte sociali, irritabilitò, binge eating, scarsa cura di sé ) determinano
un
AD e AD variante frontale
◦uguale distribuzione grovigli neurofibrillari e placche senili nei LT, LP, e corteccia entorinale
AD variante frontale vs FTLD
-non perdita neuronale, gliosi o microvacuoli negli strati 2 e 3 della corteccia , come nella FTLD
-FBI: FRONTAL BEGAVIOURAL INVENTORY 24 domande: apatia, perdita iniziativa, ridotta cura
persona, disattenzione, incapacità di introspezione, irritabilità, impersistenza, iperoralità, ipersessualità,
aprassia, mano aliena.. punteggio da 0 a 3.
Cut off: 25/72.
Differenzia AD vf e FTLD in 2 gruppi: Low FBI e High FBI (punteggio >75).
FTLD punteggi più alti in iperoralità e perseverazione
Ad vf peggio nell’item aspontaneità.
Familiare deve dire con che frequenza pz ha disturbi, con che gravità, quanto tali alterazioni hanno
ricaduta sul familiare.
Il massimo punteggio ottenibile è 144.
I disturbi del comportamento sono: assenti se il punteggio complessivo è < 24 o < a 4 nelle subscale o
un punteggio di 6 in una sola scala.
Moderati se il punteggio è > 24 o il punteggio < 24 ma in una subscala c’è un punteggio > 9, o in due
scale = 6;
Grave se il punteggio è > 24 e in due subscale > o = a 9
Vf = variante frontale.
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DEGENERAZIONE LOBARE FRONTO TEMPORALE: DLFT
STORIA
-Serieux nel 1890 (dopo Broca) descrive pz con disturbo linguaggio associato ad atrofia fronto
temporale.
-Warington nel 75 descrive 3 pz con disturbo di perdita progressiva del significato di parole in assenza di
alterazioni di sintassi e fonologia o di altre alterazioni cognitive; vita ecologica mantenuta.
-Snowden nel 89 descrive pz con disturbo semantico coniando termine di “demenza semantica”.
-Mesulam nel ’92: riporta casi con disturbi circoscritti al linguaggio ad esordio insidioso e andamento
lentamente progressivo.
-Grossman nel ’96 riporta un caso di disturo progressivo di linguaggio che definì “afasia progressiva non
fluente”.
-Consensus conference del 98, per definire criteri di questi disturbi tutti compresi nei quadri di
degenerazione lobare fronto temporale.
3 QUADRI DI DLFT
La degenerazione lobare fronto temporale è una sindrome clinica e neuropatologica.
Si distinguono 2 varianti in base ai sintomi:
1) frontali
2) temporali.
Include 3 quadri clinici che condividono una degenerazione delle aree anteriore del cervello:
1) NFPA: Afasia non fluente: danno prevalente di aree frontali.
2) DS: linguistica
3) DFT vf: demenza fronto temporale, variante frontale comportamentale: è ≠ da Alzheimer variante
frontale.
NFPA e DS sono afasie primarie progressive (APP).
Incapacità di definire il significato delle parole (cos’è un cammello? dove vive? com’è fatto?);
Deficit di denominazione (oggetti, immagini, simboli, suoni);
Deficit di fluenza semantica;
Deficit di comprensione di singole parole (compiti di indicazione);
Deficit di conoscenza d’uso degli oggetti e delle loro caratteristiche (effetto frequenza d’uso).
Deficit della pragmatica (di senso pratico) evidente sia nella conversazione che nelle prove formali per
cui i pz si presentano loquaci, eccessivi nella produzione con perseverazioni tematiche;
Il disturbo concettuale può interessare tutte le modalità di presentazione (visiva, tattile uditiva e
gustativa), producendo in alcuni casi dei veri quadri di agnosia.
Dislessia superficiale per cui, a parità di lunghezza dello stimolo, non è presente un effetto di
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facilitazione delle parole rispetto alle non-parole.
Le parole irregolari vengono lette come quelle regolari (necrò foro a necrofò ro).
Denominazione visiva di oggetti living (animali, frutti, vegetali) che NON migliora in compiti di maching
come accade in pazienti con deficit anomici;
Accoppiamento semantico verbale e visivo (palm and pyramids);
Comprensione di parole (inizialmente conservata: contesto).
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-accoppiamento parola figura: ti mostro parole e figure, le devi associare
-riordino figure
-generazione e verifica caratteristiche.
-SISTEMA SEMANTICO
-SISTEMA AMODALE: centro HUB di integrazione delle informazioni provenienti da altre aree corticali (es.
colore della banana – corteccia T-O)
-SISTEMA MODALE: processo di degradazione semantico modalità- specifico
-COMPORTAMENTO
disinibizione
irritabilità
comportamenti di utilizzazione
scarsa flessibilità mentale
perdita dell’empatia
crawing cibi dolci o scelte alimentari bizzarre
improvviso interesse per le religioni
tendenza ad abbigliarsi in modo eccentrico
attività compulsive (guardare l’orologio, utilizzo di attrezzi-seghe).
-CERVELLO
-atrofia polo temporale bilaterale (> sn) in particolare delle porzioni ventrali e laterali, nella porzione
anteriore dell’ippocampo e dell’amigdala:
-estensione successiva dell’atrofia nelle regioni T posteriori e superiori e al lobo T dx.
Non interessa solo strutture corticali, anche sottocorticali: fascicolo uncinato e superiore ?? (in tutto i
fascicoli sottocorticali sono: fascicolo longitudinale superiore, inferiore, e fascicolo uncinato).
-ISTOPATOLOGIA rarissimamente alla morte hanno alterazioni istopatologiche di Alzheimer.
Nella maggior parte dei casi: alterazioni:
-o formazione di corpi di Pick
-o alterazione di Ubiquitina: proteina.
-GENETICA di solito no genetica, ma in certi rari casi: genetiche, i 2 geni relati sono progranulina e
hene MAPT.
2) VARIANTE LOGOPENICA
All’inizio erano classificati nelle NFPA.
È il 30% delle APP.
È + frequente nelle donne
In fase iniziale: può essere confuso con AD, x presenza di anomie
Disturbi comportamento: apatia, irritabilità, ansia, agitazione.
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no agrammatismo o alterazioni motorie di produzione verbale.
-CARATTERIZZATA DA
-eloquio spontaneo non fluente ricco di frequenti pause anomiche e parafasie fonemiche
-deficit di MBT verbale (span pari a 3)
-ridotta comprensione verbale di frasi (conseguente al deficit del loop fonologico) ma preservata
comprensione di singole parole
-disturbi memoria episodica e di calcolo più frequenti rispetto agli altri quadri di PPA
-alessia fonologica (deficit selettivo di lettura delle non-parole)
-raramente descritta anche aprassia IM
-assenza di agrammatismo, prosodia conservata, non aprassia verbale
-TEST
-prove di denominazione: fanno più fatica a produrre i nomi dei verbi)
-ripetizione di parole, non parole e frasi: fanno peggio nelle non parole;
-MA alcuni pz hanno una ripetizione intatta pur avendo altre caratteristiche compatibili con VL (disturbi
fonologici)
-Mesulam (2014) dice che c’è “variante anomica” disturbo fonologico senza disturbo di ripetizione frasi.
-CERVELLO atrofia aree persilviane posteriori: cioè lobo temporale superiore e medio posteriore,
parietale inferiore più pronunciata a sx.
Quindi è deficit di aree parietali sx, e temporale posteriore.
Può esserci danno di strutture sottocorticali, in particolare fascicolo longitudinale superiore, implicato in
processi di ripetizione.
-ISTOPATOLOGIA Nel 95% dei casi hanno l’Alzheimer: depositi di Beta amiloide.
Più raramente alterazioni TAU o Ubiquitina.
Spesso: alterazione proglanulina, soprattutto in casi di pz che pur con variante Logopenica avevano
alterazioni anche di tipo semantico.
3) VARIANTE AGRAMMATICA
-rara
-esordio circa a 60y (con variazione dai 30 agli 80y)
-sopravvivenza di circa 8-10y
-no prevalenza genere
-sviluppa anartrie: non parla più
-significativa riduzione qualità di vita.
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errori nella produzione di suoni verbali
scarso uso di funtori (preposizioni, articoli, avverbi, prefissi e suffissi)
-CARATTERIZZATO DA
-carenza verbale soprattutto dei verbi a bassa frequenza d’uso
-omissione dell’articolo determinativo
-distorsione della prosodia, ovvero della connotazione emozionale degli enunciati
-eloquio agrammatico difficile da comprendere
-difficoltà a ripetere stringhe di sillabe specie se richiedono buone capacità articolatorie (pa-ta-ka)
-45 parole/minuto (circa la metà o 1/3 dei soggetti normali)
-la lunghezza delle frasi è ridotta con struttura morfo-sintattica semplice (a volte mancato accordo tra
soggetto e verbo)
-conservate le sequenze verbali superapprese
-risparmiata la denominazione/comprensione orale e scritta (nomi > verbi)
-tendenza al mutismo
Può essere presente aprassia verbale (deficit di pianificazione articolatoria dei suoni verbali)
caratterizzata da:
Rallentamento della produzione, pause
distorsione dei suoni
segmentazione delle sillabe
aumento degli errori all’aumentare della lunghezza dell’enunciato
falsi inizi nei tentativi articolatori, difficoltà a produrre la prima consonante di una parola, errori
fonologici o fonemici
deficit di comprensione grammaticale per frasi complesse (attive/ passive; agente/ruolo) e poi
anche per frasi più semplici
è un quadro che tende a ricordare un’afasia di Broca
Non è una disartria, ma un’aprassia verbale (sppech apraxia)
-il soggetto è consapevole dei suoi errori
-è presente anomala durata di vocali e di intervalli, ripetizione sillabe, alterazioni toni in particolare nelle
frasi lunghe e sintatticamente complesse.
-producono quindi errori fonetici e meno fonemici (tipici della VL)
-in alcuni casi la variante agrammatica si presenta quindi con:
1. agrammatismo e aprassia verbale
2. solo agrammatismo
3. solo aprassia verbale ( si parla in questi casi di “aprassia progressiva del linguaggio”
4. queste alterazioni linguistiche possono comparire da sole o con alterazioni neurologiche: in
alcuni casi sono manifestazioni iniziali di DCB o PSP.
-TEST
-comprensione di frasi (genere, verbo, passive..)
-comprensione di nomi ma non di congiunzioni e pronomi
-costruzione di frasi (cartoncini con parole separate)
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-giudizi di grammaticalità
-narrazioni relate a sequenze di immagini
-compiti di adiadococinesia
-NAT: test in cui ti presento immagine che rappresenta scena, sotto ci sono parole tra cui verbo
all’infinito, e soggetto deve creare frase usando quelle parole e mettendo il verbo al tempo corretto.
-ISTOPATOLOGIA
-19% ubiquitina
-25% AD
-52% tau
-raramente LBD
: Alterazioni istopatologiche: corpi di Lewi.
Differenze:
Effetto lunghezza
Agrammatismo
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DISTURBI COMPORTAMENTO NELLE APP
1. interazione sociale: coinvolgimento, desiderio di relazioni interpersonali, contatti oculari,
partecipazione attiva
2. emozioni primarie e sociali: felicità , tristezza, paura, disgusto, sorpresa, rabbia, empatia, imbarazzo,
colpa, umorismo
3. risposte all’ambiente: consapevolezza del pericolo, risposte di dolore
4. assunzione di alcool e cibo
5. cura della propria persona
6. hobbies: aumento frequenza con cui si dedica a puzzle, quiz TV, guardare l’orologio, elicitare
comportamenti di ripetitivi.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
3 misure in cui variano i pz:
1. working memory: logopenici;
2. linguaggio e concetti: semantici
3. aprassia: non fluenti
-tutti i pz fallisco nella denominazione che non è quindi discriminate prestare attenzione alle
caratteristiche QUALITATIVE degli errori
-non tutte le prove di linguaggio hanno lo stesso potere discriminante
-altre abilità consentono la diagnosi differenziale
-VARIANTE SEMANTICA Pz denominano in misura maggiore le azioni rispetto ai nomi, fanno + errori
semantici;
male la comprensione di parole (matching di parole-figure).
-VARIANTE LOGOPENICA deficit WM,
commettono più errori fonologici in funzione di lunghezza stimolo.
-VARIANTE AGRAMMATICA produzione di frasi di descrizione di figure, completamento di frasi con
declinazione del verbo, aprassia orale;
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fanno + errori fonetici ma il test più sensibile è la costruzione di frasi (es. riordinare 5 parole in
modo da costruire una frase).
2. FORMA ANOMICA
pz ha un esclusivo deficit di denominazione in assenza di altre alterazioni che consentano di
classificarlo in uno dei quadri di APP
non ha deficit di ripetizione
BATTERIE LINGUAGGIO
Utilizzare batterie non costruite ad hoc può determinare dei falsi negativi.
L’utilizzo di batterie create per altri quadri clinici può essere poco utile perché dipendente anche
dall’esperienza dell’esaminatore.
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Il secondo basato sul numero di parole, di verbi, di nomi, di strutture sintattiche corrette .....
-CIRCUITI LINGUAGGIO La scissura silviana divide il network neurale del linguaggio in due componenti:
-VENTRALE localizzata prevalentemente nel LT ha un ruolo nell’associazione lessico- semantica e quindi
nell’associazione dei significati
-DORSALE include l’area di Broca ha un ruolo preminente nella codifica fonologica, nella fluenza e nella
strutturazione grammaticale
Neary e Snowden nel ’96: descrivono una serie di pz con disturbi del comportamento che ricordavano
quelli di soggetti affetti da patologie psichiatriche:
-disinibizione, scarso controllo degli impulsi, perdita dell’iniziativa, inerzia, abulia, perdita delle
competenze sociali, ridotta capacità di perseguire uno scopo, igiene personale, rigidità mentale;
-comportamenti stereotipati, di imitazione e di utilizzazione, interessi sessuali inappropriati, rituali,
dipendenza ambientale;
-alterazioni linguistiche connotate da inerzia verbale, mutacismo, ecolalia, perseverazioni verbali.
CRITERI DIAGNOSTICI
-POSSIBILE presenza di almeno 3/6 alterazioni cognitivo- comportamentali:
1. Disinibizione: comportamenti socialmente inappropriati, commenti maleducati/imbarazzanti in
pubblico, espressioni volgari, turpiloquio, tono di voce troppo alto, riso incongruo, inosservanza delle
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regole sociali (saltare la fila, non osservare la distanza interpersonale, fissare le persone, non rispettare i
turni di conversazione) comportamenti sessualmente inadeguati, di dipendenza ambientale, impulsività
alla guida, dipendenza da gioco d’azzardo, spese incontrollate, decisioni finanziare disastrose, furti nei
negozi, atti di piccola criminalità;
2. Apatia / inerzia: perdita di iniziativa e interessi per cui il paziente abbandona lentamente le proprie
passioni/hobbies, diventano sedentari, devono essere continuamente stimolati anche per le attività +
elementari (sindrome di Diogene: scarsa cura di sé ).
Spesso questi sintomi vengono interpretati erroneamente come manifestazioni di depressione.
3. Perdita di empatia / simpatia: incapacità di condividere le emozioni degli altri e di condividerle in
modo adeguato con conseguente riduzione di comportamenti prosociali.
I pz sono spesso descritti come egoisti ed egocentrici, con appiattimento emotivo, commenti indelicati,
scortesi ed aggressivi e tendenza all’isolamento sociale.
4. Comportamento perseverativo/compulsivo / stereotipato / ritualistico: spesso rigidi nelle attività
quotidiane tanto da ricordare un DOC da cui si differenziano per l’assenza di ansia di solito associata.
Solitamente sono attività come schioccare/picchiettare le dita, grattarsi, fischiettare, dondolare, o avere
una connotazione ritualistica ovvero lavarsi sempre con la stessa sequenza, riordinare documenti,
contare, accumulare oggetti inutili e disparati, reiterare espressioni verbali.
5. Iperoralità e modificazione del comportamento alimentare: eccessiva assunzione di cibo (con
aumento ponderale) correlata con atrofia orbito-frontale, ingestione di cibo in modo avido e compulsivo
(binge eating) modificazioni delle preferenze alimentari premorbose (atrofia insula destra), assunzione
di un solo tipo di cibo.
In casi rari si osservano tratti della Kluver-Bucy con esplorazione orale e tentativi di ingestioni di
materiale non commestibile.
6. Profilo neuropsicologico: profilo cognitivo disesecutivo: disturbi cognitivi sono tipicamente
alterazioni delle funzioni esecutive con risparmio della memoria episodica e delle abilità visuo-spaziali.
I deficit possono manifestarsi come riduzione dell’attenzione e della concentrazione, facile distraibilità ,
difficoltà a svolgere attività complesse, sequenziali o + azioni contemporaneamente.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Nei casi in cui il profilo è puramente comportamentale la DD è con le patologie psichiatriche è
quindi importante distinguere:
apatia vs anedonia
disinibizione vs manifestazioni maniacali
comportamenti perseverativi vs DOC
perdita di empatia vs manifestazioni da disturbo della personalità.
La presenza di alterazioni esecutive NON è dirimente perché questi disturbi possono essere presenti
in altre patologie psichiatriche.
Sono descritti anche pz che manifestano disturbi comportamentali tipici della variante frontale ma che
non hanno alcuna progressione di malattia.
Sono casi che ancora non hanno una interpretazione/classificazione è infatti utilizzato il termine di
FENOCOPIE per definirli.
Fenocopie:
pazienti che soddisfano i criteri per DFT-VF possibile
alla visita psichiatrica non hanno disturbi dell’umore, schizofrenia, DOC e abuso di sostanze
abilità funzionali e cognitive preservate ai follow-up per almeno tre anni
neuroimaging negativo o aspecifico
eziologia sconosciuta
EZIOPATOGENESI
DFT: data da depositi/inclusioni intraneuronali di forme alterate di specifiche proteine.
In base al tipo di inclusioni si distinguono:
-TAUPATIE: dovute ad accumulo di proteina TAU
-UBIQUITINOPATIE: dovute da accumulo della proteina TDP-43.
In vita non è possibile stabilire la patologia sottostante: non esistono biomarcatori nonostante alcuni
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studi abbiano dimostrato delle relazioni tra genetica e caratteristiche istopatologiche post-mortem.
La maggior parte dei pz ha forme sporadiche.
Familiarità nel 40%
Nel 15-20% dei casi sono descritte delle mutazioni di 3 geni:
o Gene MAPT: sul cromosoma 3 associato a taupatie
o Gene GRN progranulina: sul cromosoma 17 associato a ubiquitinopatie; se trovi tale alterazione
sai che è data da TDP-43;
o Gene C9orf72: gene alterato sul cromosoma 9, spesso associato a SLA (alterazione 1°
motoneurone)
NEUROIMAGING
-Risonanza: aree frontali con tanti solchi: tanta atrofia;
-SPECT: aree posteriori sono funzionanti, invece parti anteriori molto atrofiche.
-PET: riduzione metabolismo nelle aree frontali e temporali anteriori
-in certi casi: 15y prima di manifestazione di DFT c’era atrofia dell’ippocampo e dell’amigdala in soggetti
asintomatici portatori di mutazione MAPT.
Test “oggettivi”:
-scale comportamentali (NPI FBI)
-social observer behaviour check list (osservazione del pz durante la valutazione formale).
La classica sindrome disesecutiva è stata messa in discussione negli ultimi anni perché sensibile al
danno della corteccia dorso-laterale ma non di quella orbito- frontale e ventro-mediale;
Test frontali (Stroop ,WCST, Raven) possono essere ben eseguiti dai frontali o mal eseguiti da pz che
hanno delle demenze non frontali (AD).
Altro limite: rilievo dato dalla componente esecutiva con risparmio della memoria che appare restrittivo e
determinare dei falsi negativi, quindi è fondamentale sottoporre il pz ad esami standardizzati: EON, RMN,
PET, NPS
Coi test indaghi aree frontali dorsolaterali, ma i DFT comportamentali hanno deficit di aree ventromediali.
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3) NPI neuropsychiatric inventory
4) FBI: frontal behavioral inventory
5) FrSBe: fatto al pz e al familiare, richiedi info sul comportamento del pz in fase premorbosa e
postmorbosa.
Alterata sezione mesiale del lobo temporale: inerzia, perdita motivazione, ecolalia.
Limiti:
-non sono disponibili dati normativi, stratificati in relazione all’età e alla scolarità
-diverse scale sono disponibili nella loro lingua ma non sono state adattate ad altre culture
-poche scale sono state analizzate per: confrontare i dati riportati dal pz e dal caregiver valutare il
distress dei caregiver
Corteccia dlPFC: sintomi cognitivi, infatti la dlPFC è implicata in diversi processi cognitivi: attenzione,
memoria, linguaggio, abilità visuo spaziali, funzioni esecutive.
Corteccia PFC orbitale: alterazioni comportamento, responsabile di disinibizione, scarso controllo di
impulsi, comportamento antisociale, stereotipie.
Corteccia prefrontale mesiale: alterazioni comportamento, responsabile di: apatia, alterazioni del
comportamento alimentare, ottundimento emotivo, economia verbale, ecolalia, inerzia verbale.
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SINDROMI EXTRAPIRAMIDALI
SISTEMA EXTRAPIRAMIDALE
È costituito da:
-striato (caudato + putamen),
-globo pallido,
-nuclei di Luys e di Darksevic,
-substantia nigra
-nucleo rosso a cui + recentemente sono state associate la formazione reticolare del mesencefalo, le
olive bulbari e alcuni centri cerebellari.
Interviene nella regolazione del tono muscolare, dei movimenti automatici (es. deglutizione,
masticazione, fonazione, movimenti pendolari, stazione eretta, scrittura ) e dei movimenti espressivi.
PARKINSONISMI NEURODEGENERATIVI
-TAU PATIE: paralisi sopranucleare progressiva, e degenerazione corticobasale;
-SINUCLEINOPATIE: Parkinson, atrofia multi sistemica, demenza da corpi di Lewi.
Da un punto di vista cinico sono dette “parkinsonismi” perché c’è alterazione del sistema
extrapiramidale.
Tutte eccetto il Parkinson sono atipiche: Parkinson c’è fase (lunga) in cui pz beneficia di terapia
farmacologia, mentre in quelle atipiche non c’è beneficio di farmaco.
SINTOMI PARKINSONISMI
-Bradicinesia: rallentamento nella elicitazione di movimenti volontari con una progressiva riduzione della
velocità e dell’ampiezza del movimento;
-Rigidità è la resistenza muscolare a movimenti passivi
-Tremore può essere posturale o d’azione dell’ampiezza di 4-6 hz
-Distonia consiste nell’adozione di atteggiamenti posturali involontari causati da contrazioni muscolari
-Instabilità posturale è la difficoltà a mantenere la stazione eretta (pull-test), l’equilibrio
-Freezing improvvisi arresti o esitazioni nella marcia
-Discinesie produzione di movimenti coreiformi (arti, capo, tronco) spesso relate alla L-dopa
PARKINSON
1) nel 1817 il sig. Parkinson vede 6 casi clinici e li definisce “paralisi agitante”:
-tremore a riposo
-marcia a passi piccoli
-atteggiamento camptocormico: tronco spostato verso il pavimento
-disturbi sonno
-costipazione
2) Nel 1877 Charcot la definisce “malattia di Parkinson”: aggiunge ai sintomi la rigidità muscolare.
3)Negli anni 20: scoprono che c’è deplezione neuronale di sostanza nera
4) Anni 50 scoprono che dopamina è il neurotrasmettitore implicato in malattia
5) anni 60: riduzione livelli dopamina nello striato
SINTOMI
Sintomi: premotori, motori, non motori.
-SINTOMI PREMOTORI Sintomi che possono precedere la comparsi di quelli motori:
-costipazione,
-anosmia,
-depre,
-rem behavior disorder
-SINTOMI MOTORI 4 sintomi cardinali / primari:
-tremore:
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nel 90% dei pz,
spesso è il 1° sintomo,
di solito è presente a riposo / quando sei attento verso un target,
all’esordio è asimmetrico
tipico “pill rolling”.
-rigidità:
opposizione involontaria alla flessione passiva, attiva sia i muscoli agonisti che antagonisti
segno della troclea/ruota dentata
può essere presente sia all’inizio del movimento che nella sua esecuzione
Sintomi secondari:
-perdita sincinesie pendolari
-diminuzione riflesso ammiccamento
-ipomimia
-ipofonia: calo tono voce.
-Cognitivi:
deficit di memoria,
alterazioni esecutive,
demenza (80% in fase avanzata:
Normalmente: a livello di sostanza nera: fibre devono potare dopamina allo striato, il quale comunica
con corteccia e altre strutture sottocorticali.
Nel Parkinson c’è riduzione dopaminergica.
-Disfunzione del sistema noradrenergico: dovuto a deplezione neuronale del locus coeruleus
-Riduzione dell’attività colinergica, secondaria alla degenerazione del nucleo basale del Maynert, che
proietta all’amigdala e alla neocorteccia.
ISTOPATOLOGIA
Alterazioni tipiche dell’AD, e presenza di corpi e cellule dei Lewy (aggregati di sinucleina).
1) Stadio 1 e 2: fasi di malattia in cui soggetto è asintomatico; c’è alterazione sinucleina: si aggrega
(formando corpi di Lewy) in medulla oblungata, tegmento pontino e nelle strutture olfattive.
Sinucleina si accumula in quei neuroni con assoni lunghi e sottili rispetto a corpo cellulare, e ad assoni
scarsamente mielinizzati.
2) Stadio 3 e 4: Comparsa di manifestazioni cliniche; allora è la sinucleina che porta ad alterazione di
dopamina: quando aggregati di sinucleina arrivano a sostanza nera, nuclei della base, telencefalo e
diencefalo: iniziano disturbi.
3) Stadio 5 e 6: accumulo sinucleina in corteccia temporale, insula, cingolo, aree corticali secondarie e
poi primarie.
Il processo patologico inizia in aree corticali che coinvolgono sistema olfattivo, limbico, autonomico e
somatosensoriale.
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CAUSE
-sporadiche
-genetiche nel 5-10% dei casi
-forme monogeniche PARK-SNCA, PARK-LRRK2, PARK-VPS35
-popolazione ebraica askenazita descritte alterazioni del gene GBA1 che favorisce l’accumulo di alfa
sinucleina
-ambientali
-esposizione a sostanze tossiche (pesticidi, metalli pesanti, acqua dei pozzi, lavorazione del legno,
traumi cranici, vivere in contesti rurali)
NEUROIMAGING
-TC consente di escludere sindromi parkinsoniane secondarie (es.vasculopatia cerebrale, idrocefalo
normoteso)
-RMN nella norma nel PD. Se effettuata con apparecchiatura ad almeno 1,5T e refertata da personale
esperto può contribuire ad evidenziare alterazioni indicative di PD (assottigliamento della pars
compatta della substantia nigra mesencefalica) o di parkinsonismi degenerativi atipici (es. segno del
colibrì nella PSP, atrofia cerebellare e pontina, croce di savoiardo nella MSA) aiutando nella diagnosi
differenziale
-SPECT: attraverso un marcatore del trasporto della dopamina consente di rilevare la presenza di
degenerazione della via nigro-striatale presinaptica;
È utile per la diagnosi differenziale tra PD (esame positivo) e tremore essenziale, parkinsonismo
vascolare, parkinsonismo iatrogeno o disturbo del movimento su base psicogena (esame negativo).
Non indicata per distinguere tra PD idiopatico e parkinsonismi degenerativi atipici.
-Scintigrafia Miocardica con MIBG: esame funzionale che valuta l’innervazione ortosimpatica del
miocardio. Utile per differenziare il PD (esame positivo) dai parkinsonismi degenerativi atipici (esame
negativo).
-PET-FDG: esame funzionale che rileva il consumo di glucosio nelle diverse aree cerebrali; utilizzato nella
diagnosi differenziale tra PD (esame negativo) e parkinsonismi degenerativi atipici o secondari (esame
indicativo di ipometabolismo).
DIAGNOSI
È diagnosi clinica.
Manifestazioni asimmetriche di tremore, bradicinesia e rigidità che migliorano con l’assunzione di
dopaminergici supportano la diagnosi.
Sono invece a sfavore della diagnosi: disautonomia severa, allucinazioni precoci (di solito sono dopo
tanto tempo che assume farmaco: per disrlegolazione del farmaco, quindi non è sintomo in sé del
Parkinson), demenza prima dei sintomi motori, instabilità posturale e freezing (blocco motorio) nei primi
3 anni di malattia.
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PROGRESSIONE
3 stadi:
1. fase pre-clinica in cui inizia la degenerazione ma il paziente è asintomatico
2. fase prodromica in cui i sintomi sono presenti ma insufficienti a fare diagnosi
3. fase clinica in cui i sintomi sono presenti, riconoscibili ed è quindi possibile fare diagnosi
-sintomi unilaterali
-sintomi bilaterali
-instabilità posturale con peggioramento dei sintomi bilaterali
-peggioramento dei sintomi con incapacità di vivere solo o di essere indipendente
-sedia a rotelle o allettamento
FARMACI
Levodopa: terapia d’elezione, è dopamina (gli dai dopamina sintetica); efficacie per componente motoria,
ma poco effetto sul tremore.
Oppure
Dopamino-agonisti: serve x far aumentare produzione di dopamina; lo usi se P. viene presto.
Pro: fasi di on lunghe (ci mette tanto tempo x scomparire),
Limiti: allucinazioni, discontrollo impulsi, sonno.
TERAPIA
Nella fase avanzata di malattia possono comparire le fluttuazioni motorie, ovvero delle oscillazioni
dell’effetto anti-sintomatico ottenuto con la levodopa a seguito delle quali il pz sperimenta una
alternanza di fasi di benessere FASE ON a fasi di grande disabilità FASE OFF più volte nel corso
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della giornata.
Le fluttuazioni possono essere prevedibili (wearing-off) comparire in corrispondenza del degrado della
Levodopa o essere imprevedibili determinando repentini passaggi ON-OFF.
-IN FASE AVANZATA
1. Infusione sottocutanea di apomorfina: per la gestione delle complicanze motorie gravi in pazienti di
età <75 anni, che non presentano decadimento cognitivo e/o allucinazioni, con adeguata assistenza a
domicilio
n eventuale test acuto all’apomorfina, inizio del trattamento con incremento lento e progressivo del
dosaggio per evitare o ridurre gli effetti collaterali (ipotensione ortostatica, nausea e vomito, sonnolenza);
individuazione della dose ottimale di infusione giornaliera
2. Levodopa gel intraduodenale: per la gestione delle complicanze motorie gravi che persistono
nonostante il miglior trattamento convenzionale.
Può essere proposta anche in pazienti anziani in presenza di problemi cognitivo-comportamentali non
gravi, purchè supportati da un caregiver che possa collaborare alla gestione quotidiana del sistema di
infusione.
Per avviare la terapia con Duodopa occorre:
-fase test con sondino naso-digiunale per alcuni giorni nel corso dei quali si trasforma la terapia orale in
dose equivalente di Duodopa e valutazione della tollerabilità e dell’efficacia
-procedura di posizionamento endoscopico della PEG e dell’estensione digiunale;
-ottimizzazione del dosaggio di Duodopa;
-addestramento del paziente e del caregiver all’impiego quotidiano della pompa infusionale
3. Deep brain stimulation: efficace e sicura x trattamento su sintomi motori.
Se non ha più efficacia il farmaco. Intervento da sveglio; filo da calotta cranica arriva a nucleo
subtalamico; però tale nucleo è piccolo (problema trovarlo) e devi beccare porzione motoria.
Nel filo: elettrodi che danno stimolazione elettrica continua che modifica l’attività patologica e migliora i
sintomi; neurofisiologo deve riconoscere suono di neuroni del subtalamico che scarica.
Per farlo ci sono dei criteri:
diagnosi di PD idiopatico
durata di malattia di almeno 5 anni
presenza di fluttuazioni motorie e discinesie nonostante una terapia farmacologica ottimizzata
assenza di rilevanti sintomi assiali in fase on
buona risposta al test acuto alla levodopa
età non avanzata (>70 anni): assenza di rilevanti alterazioni cognitive, comportamentali e del
tono dell'umore
no alterazioni significative alla RMN encefalo
assenza di patologie internistiche che controindichino l’intervento chirurgico.
NEUROPSICOLOGO
La perdita di dopamina nella substantia nigra e quindi dei gangli della base determina una disfunzione
dei circuiti cortico-striatali- talamico-corticali che mediano funzioni motorie, cognitive ed emozionali.
I gangli della base sono anche interconnessi a strutture sottocorticali (collicolo superiore, nucleo
perduncolo-pontino, nuclei pontini, formazione reticolare e l’area periacqueduttale)
-DEFICIT COGNITIVI
-compaiono DOPO quelli motori
-possono essere così lievi da essere poco riconosciuti data la scarsa ricaduta ecologica
-la comparsa di un disturbo cognitivo isolato non significa che quella persona svilupperà una demenza
-anche nel PD di applica il concetto di MCI ma in questo caso è un MCI Parkinson relato.
Criteri MDS: devono essere esaminati 5 domini cognitivi:
-funzioni esecutive
-attenzione e WM
-linguaggio
-memoria lungo termine
-abilità visuo spaziali.
Diagnosi:
-MCI livello 1: calo efficienza cognitiva indagata con scale globali OPPURE se il pz ha prestazione
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patologica in almeno 2 test di breve batteria che includa almeno 2 test x ogni dominio / quando sono
esaminati + di 5 domini.
-MCI livello 2: almeno 2 test x ognuno dei 5 domini, il pz deve fallire in almeno 2 test dello stesso
dominio OPPURE in 2 test di domini diversi.
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-PROFILO OCCIPITO TEMPORALE compromissione aree visive, vie occipito temporali e occipito
parietali;
-discriminazione di grandezza/lunghezza/ampiezza;
-percezione spaziale;
-percezione del movimento.
Pz con prevalenza di disturbi visuospaziali e visuo costruttivi: tendenza a sviluppare Parkinson demenza
maggiore di pz con disturbi frontostriatale.
Parkinson “acinetico rigida” (rigidità più marcata rispetto a tremore) con disturbi occipito temporali a
livello cognitivo: prognosi + sfavorevole, di chi ha profilo fronto striatale.
Elemento supportivo a diagnosi fatto che rispondono in modo abnorme a assunzione farmaco, e
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risposta a antipsicotico paradossa, possono avere sincopi, cadute, tutti elementi supportivi a
diagnosiElementi supportivi a diagnosi:
-se rispondono in modo abnorme a somministrazione di antipsicotici; dai farmaco antipsicotico x
allucinazioni: loro hanno risposta paradossa
-sincopi, cadute.
Dal punto di vista neuropsicologico: pz con corpi di Lewy e Parkinsoniani (soprattutto se posteriore):
quasi indistinguibili; perché c’è: disturbi visuo spaziali, riduzione fluenti
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