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giulia.fusi@unibg.it
Neuropsy lab
La neuropsicologia è una delle discipline delle neuroscienze. La neuropsicologia si occupa di come
funziona il cervello, nella normalità e nella patologia. Attinge a diverse discipline come la
neurologia, geriatria, neurofisiologia.
NEUROPSICOLOGIA E NEUROLOGIA
Nasce nel 1861
La neuropsicologia è la disciplina che studia i deficit cognitivi ed emotivo-motivazionali causati da
lesioni o disfunzioni del SNC, con duplice finalità:
1) Euristica/sperimentale: per esplorare la struttura funzionale della mente ed i suoi correlati
neurali
2) Clinica: diagnostiche e riabilitative
Le due cose si intrecciano.
Le neuroscienze mirano a capire come funziona il cervello normale e patologico e cercano di capire
come la struttura ed il suo funzionamento influenzino il comportamento e diano origine alla mente.
La neuropsicologia si distingue in: neuropsicologia cognitiva e neuropsicologia sperimentale.
La neuropsicologia è una scienza interdisciplinare. Alle sue origini integrava conoscenze da due
discipline maggiori: neurologia e psicologia. Oggi integra conoscenze da varie discipline come:
statistica, psicometria, linguistica, neuroradiologia, neuroimmagini, neurofisiologia.
nell’’800 con Gall viene esposta una teoria che lega il funzionamento del cervello al
funzionamento della mente, attraverso il localizzazionismo (il cervello è l organo della mente, la
mente suddivisa e organizzata in facoltà e che tali facoltà sono innate, specifiche e localizzate in un
area del cervello. Le dimensioni di questa area diano l idea dello sviluppo di tale funzione: cosa non
vera, ma è il contrario
Neuropsicologia classica: Broca. Scopre che lesioni frontali in emisfero sinistro possono
causare disturbi specifici del linguaggio (analizzando il cervello dopo la morte, di un
soggetto che pronunciava solo la parola “tan” si accorge di una lesione dell’emisfero sinistro
nelle are anteriori, da qui area di broca. ) introduce il concetto di CORRELAZIONE
ANATOMO-CLINICA: dall’osservazione clinica inferisce che deficit di produzione sono
associati a lesioni di questo tipi.
La struttura delle funzioni mentali superiori fu concepita secondo lo schema centri e
connessioni:
centri: localizzati in regioni specifiche della cc e contengono particolari rappresentazioni
connessioni: costituite da fasci di sostanza bianca, collegano i centri permettendo il
trasferimento dell’informazione e la trasformazione di una rappresentazione in un’altra
(ricodificazione)
Neuropsicologia oggi
Studia casi singoli, test standardizzati, gruppi di controllo. si adopera per integrarsi con
indagini neuroimmagini strutturale (TC, RM), funzionale (SPET,PET,fMRI) in vivo.
Sede lesionale, estensione, misura attività.
Ha permesso di dimostrare che la mente non è unitaria e monolitica, ma si articola in diverse
componenti.
L’indagine della struttura multicomponenziale dell’attività mentale si basa sudue tipi di relazione
tra i deficit NPS osservabili in un paziente o in un gruppo di pazienti: ASSOCIAZIONE E
DISSOCIAZIONE
SEGNI VS SINTOMI
Segni: il segno è una manifestazione oggettiva, visibile o comunque oggettivamente
misurabile, il segno può essere rilevato sua dal medico che dqal paziente (es. febbre)
Sintomo: è una manifestazione, al contrario, soggettiva, questa è avvertita solo dal
malato e viene riferita al medico. Il medico interpreta i vari sintomi (es. nausea) e cerca
di individuare il problema loro sottostante. Il sintomo, per sua natura, è un evento che
non è misurabile.
ASSOCIAZIONE
Un particolare insieme (associazione) tra segni e sintomi danno origine ad una SINDROME.
Questo insieme di segni:
Agnosia digitale
Acalculia
Disorientamento dx-sx
Agrafia
L’associazione frequente di questi segni porta ad una DIAGNOSI: in questo caso sindrome
di Gerstmann.
La sindome è utile per la diagnosi perché suggerisce un meccanismo comune tra i sintomi .
Questa sindrome è associata ad una lesione del giro angolare dell’emisfero sinistro.
DISSOCIAZIONE
Può essere semplice o doppia. Entrambe possono essere forti o deboli.
Dissociazione semplice: un paziente ha una prestazione nel compito A (MLT) peggiore
di quella nel compito B (MBT, memoria breve termine). Questo paziente ha un deficit in
un compito rispetto all’altro.
- debole: le prestazione in entrambi i compiti sono patologiche (sotto la
prestazione normale) , ma quella del compito b è migliore di quella al compito A.
In questo caso vi è il dubbio se le due prestazioni sono dissociate
- forte: la prestazione al compito B è nei limiti della norma, mentre in quella A è
patologica. Anche qui può esserci il dubbio che il compito a lungo termine sia
solo più difficile e non perché la funzione è dissociata dall’altra. Per ovviare a
questa problematica si una la dissociazione doppia.
Dissociazione doppia: osservazione di due pazienti. Un paziente ha una prestazione
peggiore nel compito A rispetto al B, e l’altro paziente ha un comportamento opposto.
Nella doppia dissociazione l’ipotesi che un compito sia pià ifficile dall’altro non regge,
quindi possiamo affermare che i due moduli siano dissociati, e non riguardano la
difficioltà del compito.
ELEMENTI DI NEUROLOGIA
La patologia neurologica si estrinseca in stratta dipendenza alla sede di lesione. Le lesioni in sedi
diverse si manifestano con quadri clinici diversi anche quando sono provocate dalla stessa malattia
e (stessa malattia ma lesioni in sedi diversi avrò quadri clinici diverse), viceversa, malattie
neurologiche diverse possono provocare gli stessi segni e sintomi (pur con modalità di esordio e
progressione diversi) qualora il processo patologico interessi le stesse zone del SN. Quindi: ogni
ragionamento clinico si fonda su basi anatomo-funzionali.
PATOLOGIE VASCOLARI
Terza causa di morte e principale la prima causa di disabilità nell’adulto.
Insorgenza improvvisa di segni (stroke) o sintomi indicativi di una patologia focale conseguente
all’alterazione della circolazione cerebrale. (i segni e i sintomi si manifestano improvvisamente o
lentamente?in questo caso repentivamente). I sintomi dipendono da dove avviene l’alterazione.
Il meccanismo vascolare sottostante può essere:
- Ischemico: mancato afflusso di sangue
- Emorragico: rottura di un vaso e conseguente spandimento di sangue
La differenza è di tipo fisiopatologico.
NB: le cellule nervoso sono in grado di sopravvivere per brevissimo tempo alla mancanza di
ossigeno e glucosio nel sangue. Dopo muoiono
La diagnosi differenziale si avvale di procedure diagnostiche neuroradiologiche (TC). Solo tac o
risonanza possono dirmi se l’ictus è ischemico o emorragico.
Ictus ischemico
Può essere indotto da un meccanismo
- Trombolico: il vaso viene occupato da un trombo, ovvero aggregazione di sangue
- Embolo: il vaso viene occluso da un embolo, materiale estraneo al sangue
Nb: il quadro clinico dipende dalla sede in cui si verifica la lesione. E al danno ischemico iniziale si
aggiunge l’effetto dell’edema (aumento dei contenuti di acqua) nei tessuti circostanti (effetto massa)
Ictus emorragico
Cause frequenti: ipertensione arteriosa o rottura di o aneurismi o di mav
A seconda della sede si distinguono in :
- Emorragia intracerebrale o intraparenchimale (raccolta di sangue all’interno del tessuto
cerebrale)
- Emorragia sebraracnoidea (presenza di sangue nel liquor, negli spazi subaracnoidei, può
essere epidurale o subdurale
Ricoperto da tre meningi protettive, le meningi: dura madre,
+ effetto dell’accumulo di sangue (ematoma) e aumento della pressione endocranica.
PATOLOGIA TRAUMATICA
- I tce rappresentano la principale causa di disabilità in età giovanile(meno di 45 anni)
- Fattori della genesi riguardano la situazione anatomica del cervello (contraccolpo. In quanto
il cervello è immerso nel liquido cerebrospinale e quindi quando sbatte contro un corpo dura
provoca prima un danno da colpo (davanti) e poi un danno da contraccolpo (dietro)
- Può comportare la distorsione e lo strappamento degli assoni della sostanza bianca= danno
assonale diffuso
- Può essere “aperto” o “chiuso” e la frattura può o meno causare emorragia.
Gravità:
- lieve: mantenimento dello stato di coscienza (trauma non commotivo) o breve perdita
(trauma commotivo)
- moderata: perdita di coscienza prolungata , APT o stato confusionale. 7 giorni. Sviluppano
amnesia post-traumatica.
- grave: coma più o meno prolungato e gravi lesioni, fino a possibile stato vegetativo
permanente
anche un trauma lieve può causare la sindrome post traumatica: sintomi che possono perdurare per
mesi: cefalea, vertigini, disturbi del sonno, ansia, depressione, irritabilità, difficoltà di
concentrazione
PATOLOGIE DEGENERATIVE
Qualifica una serie di patologie neurologiche caratterizzate da progressiva perdita funzionale.
- Esordio insidioso e gradualmente ingravescente
- Si tratta per lo più di malattie sporadiche anche se per alcune si riconoscono forme
genetiche.
ne fanno parte:
- Malattie caratterizzate da demenza progressiva (AD, FTD, demenza a corpi di lewy)
- Malattie con prevalenti disturbi motori (PD, Parkinson)
- SLA
PATOLOGIE INFETTIVE
Sono patologie classificate in base alla sede dell’infezione( meningiti) ed in base all’agente
eziologico (batteri, virus) , il quale determina la presentazione clinica che può essere acuta,
subacuta o cronica.
Cardini per la diagnosi eziologica e sono la rachicentesi e l’EEG.
Il quadro NPS più rilevante e conosciuta è quello dell’encefalite herpetica provocata dal virus
herpes simplex. Essa ha tutt’ora un’elevata mortalità (30- 70%), si focalizza a livello della corteccia
cerebrale temporale, OFC, e del lobo limbico, spesso bilateralmente: esisti cognitivi in
conseguenza.
SISTEMA NERVOSO
-sistema nervoso periferico
Sistema nervoso centrale
PIANI SPAZIALI
Tra cui può tagliato l’encefalo, attraverso cui è possibile osservare delle immagini attraverso diverse
sezioni.
- Piano sagittale: sezione lungo l’asse che va dalla parte anteriore verso quella posteriore
(dividiamo il cervello in due l’encefalo)
- Piano frontale: sezione che separa la zona frontale da quella posteriore. Sezione coronale
- Piano orizzontale: sezione che separa la zona encefalica dorsale da quella ventrale. Sezione
assiale
L’encefalo e il midollo sono sospesi nel liquido cerebrospinale e sono ricoperti dalle meningi: dura
madre, aracnoide e pia madre.
Il liquido cerebrospinale circola nei ventricoli e nello spazio subaracnoideo. 4 ventricoli: ventricolo
laterale, terzo ventricoli, quarto ventricolo, canale centrale.
Lo strato più esterno è la corteccia cerebrale: sostanza grigia (corpi cellulari) sostanza bianca
(assoni più cellule gliali.
DIENCEFALO
Costituito dal talamo e dall’ipotalamo. Si trovano al di sotto dei nuclei della base.
- Talamo: stazione di scambio per l’info sensoriale primaria e motoria. Qui i neuroni entrano
in contatto con altri neuroni che viaggiano verso altre regioni del cervello
- Ipotalamo: principale sistema di collegamento tra il sistema nervoso autonomi e sistema
nervoso endocrino. È la struttura che controlla le funzioni necessari al mantenimento
dell’omeostati.
CERVELLETTO
Integra le informazioni relative al corpo e ai comandi motori, modificando l’output motorio
in modo da produrre movimenti fluidi e coordinati. È una struttura complessa.
CIRCOLAZIONE CEREBRALE
Fondamentale per l’arrivo dei nutrienti al cervello e per lo smaltimento dei prodotti metabolici.
Attraverso questa al cervello giunge il 15 % del sangue. Può essere suddivisa in due circoli
- Anteriore: origina dalle arterie carotidi interni. Che poi si diramano in due arterie. Trasporta
il 70%
- Posteriori: origina dalle arterie vertebrali. Ciascuna delle quali incontra l’altra a formare
l’arteria basilare. Trasporta il 30%
Circoli fondamentali uniti dal circolo di Willis. Il circolo di Willis è la principale anastomosi
(interconnessione tra vasi sanguigni) arteriosa cerebrale.
PRINCIPALI ARTERIE
- Centrarli che vascolarizzano i nuclei dalla base e della capsula interna
- Cerebrali anteriori: unita tramite la comunicante anteriore. Irrorano la faccia mediale degli
emisferi cerebrali (tranne lobo occipitale) e le parti supero-laterali dei lobi frontali e
parietale, in cui arriva l’arteria cerebrale media.
Spartiacque cerebrale (lesioni possono generare quadri come il neglet)
- Cerebrale media: irrora i centri del linguaggio. Decorre fino alla parte inferiore del lobo
temporale, da cui raggiunge la scissura laterale di silvio, ne segue l’andamento e termina con
l’arteria del giro angolare. Lesioni provocano disturbi nell’orientamento spaziale,
produzione di linguaggio, emiplegia (deficit motorio di metà del corpo. Plegia molto grave
dove non c’è movimento, mentre la paresi meno grave dove può esserci movimento).
Possono esserci plegie anche solo di una parte, o solo arto superiore o inferiore. In ambito
visivo l’equivalente emianopsia. Quadrantopsia (parte ceca di un quadrante del campo
visivo)
TECNICHE ELETTROFISIOLOGICHE
Permettono di rilevare mappe dell’attività cerebreale, no immagine del cervello, ma una mappa di
quelle che sono le registrazioni dell’attività cerebreale
EEG: ELETTRO ENCEFALO GRAMMA
Registra l’attività elettreica spontanea del cervello, mediant elettrodi posti sulla superfice del
cranio.
- Limiti: non produce immagine diretta, scarsa risoluzione spaziale
- Vantaggi: elevata risoluzione teporale
Utilizzano in ricerca e in ambito clinico: epilessia, intervento chirurgico
Ciascun tracciato corrisponde alle rilevazioni degli elettrodi in una determinata posizione sul
cranio (numeri pari elettrodi a destra e viceversa)
1) componenti esogene:
- precoci
- dipendono dalle caratteristiche fisiche dello stimolo (es. intensità)
- generate dopo la presentazione dello stimolo
- importanti per determinare l’integrità sesnoriale del soggetto
- scarso interesse nps
2) componenti endogene:
- più tardive
- legate a processi di elaborazione che seguono l’analisi sensoriale primaria ( non dipendono
solo dalla presentazione dello stimolo)
- elevato interesse nps
alcune di queste:
a) N100: attenzione selettiva, dipendono dalle caratteristiche dello stimolo
b) N200: stimoli rari all’interno di stimoli più frequenti, presentati una serie di stimoli
simili e la componente compare nel momento in cui tra questi stimoli vengono presentati
stimoli che differiscono
c) P300: operazioni mentali, quando il soggetto wsi trova a dover aggiornare la
rappresentazione interna dell’ambiente. Es. memoria e processi di apprendimento e
anche in alcuni quadri patologico come nella malattia di Parkinson e Alzeimher .
pazienti con prosopagnosia: presentati volti familiari e non, pur non sapendoli
riconoscere c’è un riconoscimento implicito legato all’alterazione del P300. Sono quindi
associati a processi mentali e non alle caratteristiche dello stimolo.
d) N400: stimoli verbali inattesi, che differisce per varie caratteristiche rispetto a quanto il
soggetto si aspetta in quel determinato compito.
MEG: MAGNETOENCEFALOGRAFIA
Registra i campi magnetici generati daall’attività eletttrica corticale.
Vantaggi: risoluzione spaziale maggiore rispetto all’eeg
Applicazione: epilessia
TECNICHE DI NERUOIMMAGINE
Tecncihe che consentono di creare delle immagini del cervello umano in vivo. Permettono di
ricavare info morfologiche (sede estensione della lesione) e funzionali (flusso e metabolismo).
Queste più NPS porta alla correlazione anatomo-clinica del singolo paziente
1)STUDI STRUTTURALI
Per individuare e localizzare la lesione
TAC
Principi fisici di base:
- Radiologia tradizionale: vengono trasmessi raggi x attraverso una sottle sezione
dell’encefalo alla volta, ripetutamente da diverse angolazioni e si rileva l’entità delle
razionazioni in uscita
- I diversi tessuti del corpo hanno una diversa radiopacità intrinseca (capacità di assorbire
raggi x). Se un tessuto assorbe molto raggi x apparrirà chiaro e viceversa
Con la tac si ottengono immagini bidimensionali su diversi piani, rappresentative di uno strato
corporeo, che specifici software rielaborano in rappresentazioni tridimensionali, in cui le
differenze di assorbimento dei raggi x nei vari tessuni sono riprodotte in diverse sfumature di
grigio.
In un immagine tac:
- Il cervello: grigio
- Aria, liquor, grasso: neri
- Osso: bianco
- Sangue: bianco
- Ictus no fase acuta: grigio scuro
Una neoplasia può essere isodensa (l’uso di MDC, mezzo di contrasto, può metterla in
evidenza)
Nelle demenze la tac ha un ruolo di esclusione: un certo grado di atrofia è presente anche in
invecchiamento normale, rendendo queste condizioni indisitinguibili tra loro. Possiamo identificare
i casi non dovuti ad una malattia non degenerativa, quindi per una diagnosti differenziale
ANGIOGRAFIA
Utilizzata per diagnosi di aneurismi, mac, occlusioni, dissecazioni
Sventaggi: spesso sostituita da ct e mri in quanto troppo invasiva
Sono radiazioni e mdc iodato iniettato per via arteriosa: per lo studio di albero arterioso e venoso.
SPECT:
vantaggi: più facilemnte disponibile
svantaggi: risoluzione anatomica minore
applicazione: demenze, amnesie, epilessie
DaTSCAN
Utilizzato come approfondimento nella diagnosi di malattia di Parkinson. Per via endovenoswa un
tracciante radioattiva epoi sottoposto alla spect. Una riduzione di accumulo del tracciante implica
una riduzione dei neuroni integri. Rileva l’integrità dei sistemi dopaminergigi.
LA VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA
6) Assistere gli specialisti (avvocati, giudici, medici di lavoro, etc) in ambito forense:
es. il paziente è veramente amnesico o finge di farlo allo scopo di andare precocemente in
pensione?
Es. il paziente è veramente afasico o finge di esserlo allo scopo di ottenere una quota
assicurativa (rischio di dissimulazione)
Fare una valutazione neuropsicologica non significa solo somministrare test, essi sono
importanti ma non sono l’unica cosa che si fa. Ci sono 4 parti:
ANAMNESI
Raccolta di sintomi e segni.
I sintomi vengono riportati dal paziente. In ambito medico il sintomo va tradotto in segni.
L’anamnesi si divide in:
a) Fisiologica: nascita, sviluppo, abitudini di vita (fumo, esercizio..). serve per
comprendere anche la consapevolezza del paziente. chiedere l’abitudini è importante
in quanto alcune di queste si possono ripercuotere su alcuni quadri clini. (es. un
paziente con dieta grassa, niente attività fisica, che beve molto e che fuma ictus,
demenza vascolare… )
b) Patologica remota: malattie renali, respiratorie, cardiache, ormonali, diabete, abuso
di sostanze, disturbi psicopatologici.
c) Patologia prossima: evento patologico sottostante alle difficoltà attuali, esordio, tipo
(ictus, tumore) e decorso, esami disponibili (esame neurologico, tac, etc..). è il
motivo che ha portato il paziente alla motivazione (perché è qua). Bisogna sempre
chiedere:
- Esordio: subdolo, non improvviso il più delle volte legato ad una malattia neurodegenerativa
o improvviso.
- Decorso: il sintomo nel corso del tempo come si è modificato, se è peggiorato, migliorato o
se è rimasto uguale. Il decorso mi fa capire se è un qualcosa di neurodegenerativo o altro
L’anamnesi comprende tutti gli aspetti della vita recente e passata che riguardano:
- Storia medica
- Storia psicologica: eventi importanti, rete di relazioni sociale e affettive
- Storia cognitiva: conoscenze, competenze e abilità acquisite (riserva cognitiva)
Fonti:
cartelle mediche, registri, paziente, familiari, operatori (medici, infermieri, terapisti)
- A. personale: cognome, nome, indirizzo, telefono, età, manualità, scolarità, lavori, attività
sociali
- A. familiare: nomi, sesso, età scolarità, attività lavorative, presenza di malattie e causa di
morte dei componenti nel nucleo familiare.
COLLOQUIO E OSSERVAZIONE
Presentazione del neuropsicologo e spiegazione della motivazione, struttura e durata della
valutazione neuropsicologica.
Alleanza diagnostica: la cooperazione dei pazienti nel processo di valutazione è estremamente
importante ed uno dei compiti principali dei neuropsicologi è quello di ottenere una tale
cooperazione. Durante questa fase estrapolo:
- Consapevolezza dei disturbi (anosognosia)
- Insorgenza, natura, numero e decorso delle difficoltà cognitive nel quotidiano
- Eloquio spontaneo, comunicazione, pragmatica
- Affetti emotivi e comportamentali
- Tono dell’umore e grado di collaborazione
- Orientamenti (spaziale, temporale, personale, familiare)
- Esistono i prerequisiti cognitivi all’esame NPS
Arrivo a decidere quali strumenti usare dopo aver raccolto tutte queste informazioni.
- Colloquio con il paziente
- Colloquio con i familiari: il quale si fa per due ragioni:
1)raccogliere info sul paziente e verificare che le info riferite dal paziente siano vere e
corrette
2)informare adeguatamente i familiari sulla condizione del paziente e sull’esito della
valutazione
Cosa succede a livello cognitivo quando ci sono lesioni a livello dei lobi frontali: attenzione e
funzioni esecutive.
I pazienti con lesioni al lobo frontale possono non esibire disturbi percettivi, di linguaggio, qi o di
mlt. Ma nel caso di Gage il soggetto aveva cambiato personalità (prima persona educata, diligente,
dopo l’incidente diventa irritabile, non riesce a pianificare) i pazienti con queste lesioni
manifestano un vasto range di disfunzioni a livello cognitivo/comportamentale.
2) Circuiti fronto-sottocorticali
Tutti questi circuiti riguardano i Gangli della base: insieme di nuclei sottocorticali profondi:
- Nucleo caudato
- Putamen
- Substantia nigra
- Globo pallido
- Nucleo subtalamico
Questi sono coinvolti nel controllo del movimento e non solo.
I circuiti vengono definiti chiusi in quanto partono in un punto della corteccia e ritornano nello
stesso punto. Originano tutti dalla corteggia prefrontale e qui ritornano, dopo aver connesso in
successione ordinata le strutture sottocorticali (tramite via indiretta e diretta)
Inoltre sono segregati: uno indipendente dall’altro, ma sono influenzati dalle connessioni con altre
funzioni.
I circuiti fronto sottocorticali sono:
- Motorio
- Oculomotorio
- Prefrontale dorsolaterale
- Orbito frontale
- Del cingolato anteriore
Alterazioni negli ultimi tre portano a disturbi tipici esecutivi, motivazionali e di personalità.
1) Circuito motorio:
è coinvolto nella preparazione programmazione ed esecuzione dei movimenti volontari (es.
morbo di Parkinson: riduzione nella produzione della dopamina e corea di andington: è
genetica e grave in quanto porta oltre a disturbi motori anche a disabilità intellettiva)
2)circuito oculomotorio:
scopo è la pianificazione delle saccadi, determinando l’inibizione dello spostamento automatico
dello sguardo verso stimoli non rilevanti e l’innesco di movimenti oculari intenzionali
2) Attenzione sostenuta: capacità di mantenere l’attenzione sugli stimoli target per un periodo
protratto di tempo . lesioni portano a : time on task effect o lapses of attention
3) Attenzione selettiva: capacità di selezionale e rilevare stimoli che sono rilevanti per gli scopi
che abbiamo, ignorando le altre cose. Nb: influenza il modo in cui le persone codificano gli
input sensoriali immagazzinano queste info in memoria, la elaborano a livello semantico e
agiscono su di essa. Lesioni portano a distraibilità dovuto a stimoli non necessari
Se ho un deficit a livello di allerta avrà un deficit in tutte le altre (deficit a livello più basso comporta un
deficit in tutti gli altri)
3 MODELLI DELLE FUNZIONI ATTENTIVE
1) Modello di posner: modello anatomofisiologico. In base a studi ad ogni livello di attenzione lega
una serie di aree a livello anatomico.
2) Modello di corbetta e shulman: prevede due sistemi anatomo-funzionali uno dorsale e uno ventrale
3) Modello di van zomeren e brouwer: viene preso in considerazione dalla neuropsicologia. Modello
funzionale multi componenziale costruito sulla classificazione dei disturbi attentivi sulla base di due
dimensioni principali: componenti di intensività (temporali) e componenti selettive (spaziali)
FUNZIONI ESECUTIVE
Insieme di processi cognitivi che danno agli esseri umani la capacità di attuare comportamenti complessi
attraverso la capacità di organizzazione e pianificazione del comportamento per il raggiungimento di
obbiettivi (comportamento goal directed)
- Serie di abilità che permettono alle persone di creare obiettivi, conservarli in memoria, controllare
le azioni, prevedere gli ostacoli al raggiungimento degli obiettivi
- Non servono per compiere attività rutinarie, ma sono necessarie nelle situazioni nuove e non
familiari: sono modalità di risposta non iper-apprese
Molteplicità delle funzioni esecutivi. I processi di controllo intervengono in compiti e situazioni molto
diverse tra loro:
- Distribuire le risorse
- Organizzazione sequenziale di compiti
- Passaggio da un compito all’altro
- Affrontare situazioni nuove
- Correzioni di errori uso del feedback
- Esecuzione di sequenza di azioni poco apprese o di sequenze di azioni nuove
- Esecuzione di azioni che richiedono di evitare la tendenza ad una risposta abituale
- Selezione delle informazioni rilevanti ed inibizione di quelle non rilevanti
- Esecuzione di azioni pericolose o difficili
SINDROME DISESECUTIVA
Primi studi sulle scimmie con lesioni ai lobi frontali: disturbi del controllo attentivo, disturbi di memoria,
incapacità nell’organizzazione e nel coordinamento delle varie fasi si un processo finalizzato ad un obiettivo,
disturbi del controllo emotivo, della condotta sociale e della motivazione.
I primi a dare un nome a questo insieme di sintomi sono stati baddley e Wilson: SINDROME DISESECUTIVA
Gli studi scoprono che non ne esiste solo un solo tipo, in quanto ci sono diversi circuiti.
Lesioni delle diverse regioni del lobo frontale e dei relativi circuiti determinano quadri clinici diversi tra loro
che comprendono alterazioni cognitivo e comportamentali diverse. Questo conferma che i substrati neurali
supportano funzioni esecutive diverse e che queste sono frazionabili in più processi i quali possono essere
danneggiati selettivamente. sindromi disesecutive
1) SINDROME DISESECUTIVA E DLPFC
- Facile distraibilità
- Comportamento disorganizzato e caotico
- Scarsa flessibilità cognitiva (perseverazioni) (test: WCST)
- Difficoltà ad affrontare situazioni nuove e complesse
- Difficoltà nel pensare ad una soluzione innovativa verificandone però la plausibilità (stime
cognitive)
=
deficit di pianificazione
NB: lesioni frontali possono causare deficit molto diversi tra loro, a seconda della sede e dell’estensione
della lesione:
Disturbo visuo spaziali:
- disordini costruttivi (deficit di pianificazione, di controllo, tendono a perseverare)
- NSU unilateral spatial neglect (nsu premotorio)
Disturbi di memoria:
ruolo dei lobi frontali in molteplici aspetti correlati all’acquisizione alla manipolazione e alla
rievocazione dei ricordi. Processi coinvolti:
- Processi di controllo: selezione delle info rilevanti e inibizione di quelle irrilevanti
- Strategie: sia per la fase di codifica che per la fase di rievocazione
- Gestione della memoria di lavoro : in accordo con le mete e gli stati motivazionali dell’individuo
(manipolazione e monitoraggio delle informazioni)
Tipi di errore:
- Dissociazione tra riconoscimento vs rievocazione libera
- Deficit cronologico (di organizzazione dei ricordi)
- Errori di intrusione
- Confabulazioni
Disturbi prassici
Disturbi della programmazione dei gesti + possibili movimenti ben programmati ma al di fuori delle
capacità di controllo volontario: mano aliena e conflitto intermanuale(uno degli arti non è sotto il
controllo volontario) o comportamento di utilizzazione
Disturbi verbali
- Afasia di broca o afasia transcorticale motoria
- Disturbi articolatori
- Lessicali
- Sintattici
- Mancanza di iniziativa verbale
Disturbi di attenzione
Non c’è una relazione 1:1 area lesionata= sintomo cognitivo il cervello è complesso, interconnesso e
organizzato in vasti network
NEGLET
È possibile differenziare il deficit di campo visivo del neglet?
LA NEGLIGENZA SPAZIALE UNILATERALE
È un deficit dell’attenzione
È una sindrome neuropsicologia in cui il paziente tende ad ingorare lo spazio controlaterale alla lesione
- Difficoltà a esplorare, prestare attenzione, percepire e aginre nello spazio controlaterale
Si manifesta operativamente con l’incapacità o la difficoltà del paziente di:
- Riferire la presenza di stimoli visivi, uditivi e tattile nella parte dello spazio controlesionale
- Eseguire azioni verso quella parte dello spazio
NEGLECT E LETTURA
I pazienti mostrano spesso problemi di lettura. Possono ignorare la parte sinistra di un testo. Possono anche
mostrare problemi di lettura per singole parole (dislessia da neglect) : autocarro-carro/ tavolo-cavolo
NEGLECT RAPPRESENTAZIONALE
ESPLORAZIONE MOTORIA
- Ipocinesia direzionale
- Neglect motorio:
pazienti che pur avendo una lesione, che non colpiscono aree motorie, non hanno una plegia o una paresi.
Gli arti si muovono normalmente, però si comportano come se avessero un problema motorio.
L’emianopsia
Per quanto riguarda l’emianopsia l’interesse degli neuropsicologi è la difficoltà di diagnosi differenziale in
caso di negligenza spaziale unilaterale (NSU).
FUNZIONE UNITARIA
La memoria è una funzione multi componenziale, un insieme di processi cognitivi deputati alle funzioni di
immagazzinamento e richiamo di info precedentemente acquisite e che dipendono da diversi sistemi
cognitivi.
La sede lesionale della memoria semantica è il lobo temporale infero-laterale, polo temporale bilatera
Eziologia:
- demenza semantica
- encefalite
- AD
- TCE (raro)
- Epilessia temporale
Si evidenziano delle dissociazioni funzionali. Sono possibili delle amnesie semantiche selettive solo per
alcune categorie:
- Living (categorie di tutto ciò che si muove)
- No living (categorie di tutti gli oggetti)
MEMORIA PROSPETTICA
Memoria del futuro, ovvero ricordarsi di fare determinate cose
Prevede diverse fasi:
1) Codifica
2) Intervallo di ritenzione
3) Esecuzione (l’evento deve essere richiamato spontaneamente)
4) Valutazione
Questo deficit è dovuto soprattutto a lesioni dei lobi frontali (es. nei soggetti anziani, che fanno fatica nella
memoria prospettica. Nella traiettoria del soggetto che invecchia in modo sano avvengono dei cambiamenti
a livelli frontale)
Nelle frasi è coinvolto l’emisfero di destra. Mentre il sinistro è coinvolto negli aspetti formali (unità
precedenti), il destro riguarda invece la pragmatica, l’astrazione, i significati, la pianificazione del
discorso.
È vero dunque che ci sono specializzazioni rispetto alle funzioni cognitive, ma quando siamo
difronte ad un paziente con lesione sinistra, non bisogna dimenticarsi che possono essere coinvolti
anche aspetti dell’emisfero destro.
Fonologia: suoni
Morfologia: grammatica
Lessico: insieme di parole
Semantica: significato
Sintassi: struttura frasale
Queste unità in cui il linguaggio è gerarchicamente organizzato sono caratteristiche sia in fase di
apprendimento che nel momento in cui avviene un qualcosa che le può coinvolgere interamente o
solo in parte esistono diverse dissociazioni, alcune unità sono alterate altre invece risparmiate.
La pragmatica invece riguarda l’uso che il parlante fa del linguaggio e i suoi effetti contestuali sull’ambiente
(prosodia…)
Per lo studio si ricorre all’osservazione del soggetto afasico. Le tecniche impiegate sono:
- Metodiche statistiche (tac, rmn )
- Stimolazione transcranica mediante tms e tdcs
- Tecniche di neuroimmagine mediante spect pet, frmn
- Magnoetoencefalografia meg
- Spettroscopia
Prima dell’800 sono state descritte quasi tutte le forme di afasia, attraverso l’osservazione clinica e a post
mortem
BROCA presenta il famoso paziente “tan tan” sottolineando l’importanza della terza circonvoluzione a
sinistra.
WERNICKE presenta un diagramma che ricollegava diverse unità funzionali linguistiche alle lesioni
anatomiche. Egli ha fatto tutte le sue ipotesi sull’emisfero destro e non sinistro.
AFASIE Disturbi acquisiti del linguaggio. Perdita più o meno completa della capacità di utilizzare il
linguaggio dovuta ad una lesione di specifiche aree cerebrali (generalmente sinistre) che presiedono la
capacità di parlare, capire, leggere e scrivere
È un disturbo acquisito che può interessare uno o più componenti. È acquisita perché non è un disturbo del
linguaggio congenito presente dalla nascita, ma va attribuita ad un disturbo del linguaggio quando il
linguaggio è stato appreso. Per parlare di afasia quindi deve esserci stato uno sviluppo del linguaggio.
In italia si possono stimare 22.000 ai 99.000 nuovi casi di afasia. In italia oggi vivono circa 213.000 afasici. È
un disturbo relativamente frequente, ma ignoto.
1) Fase acuta: giorni o settimane dopo l’evento e bisogna stabile se l’afasia c’è, determinarne la
gravita, informare le persone e controllare l’evoluzione e bisogna iniziare la riabilitazione, ovvero la
prese in carico, per poter fare in modo che non ci sia solo il recupero spontaneo ma anche un
reclutamento delle aree cerebrali per un miglioramento
2) Fase subacuta e Fase cronica: possono essere utilizzati diversi strumenti al fine di procedere con un
inquadramento diagnostico e i relativi piani riabilitativi .
A seconda delle fase ho obiettivi e finalità differenti
DEMENZE
La demenza è una sindrome clinica (presenza di più sintomi) caratterizzata dalla presenza di un deficit della
memori, associato a disturbi di altre aree cognitive, che causa una significativa riduzione delle capacità di
svolgere le comuni attività (DSM-V).
Alzheimer e Perusini descrivono il quadro clinico-psicologico di demenza. E Alzheimer fu il primo a
riscontrare dopo l’esame autoptico di atrofia cerebrale, placche senili e gomitoli neurofibrillari
La demenza di Alzheimer è la più diffusa e la più nota.
È una sindrome clinica che si manifesta con sintomi cognitivi associati a disturbi comportamentali i quali
interagiscono tra loro e interferiscono con le attività sociali/lavorative
Compromissione funzionale:
- IADL : quanto la persona è autonoma nelle operazioni complesse (es. capacità di gestire il denaro)
- ADL: autonomia della persona sulla cura di se stessi
DIAGNOSI DI DEMENZA
- Anamnesi (forme diverse di demenza hanno esordio e andamento differente)
- Valutazione psicometrica (quali funzioni sono compromesse)
- Diagnosi nosografica
DEMENZA DI ALZHEIMER
Causa più comune di demenza nella popolazione anziana nei paesi occidentali (70-75% demenze)
Esordio con problema di memoria con poi un progressivo impoverimento delle altre funzioni cognitive (es.
linguaggio) o alterazioni comportamentali (apatia, depressione, ansia)
I deficit non compaiono solo in corso di delirium (stato confusionale che insorge nel paziente anziano che
viene ospedalizzato, per una patologia organica. Il paziente entra in ospedale e in ospedale sviluppa uno
stato confusionale, sostiene di essere a casa, vuole uscire sul balcone ….)
Malattia di Alzheimer
- Certa : occorre avere un evidenza istopatologica, autopsia post mortem
- Probabile: esame clinico con test neuropsicologici e con marcatori diagnostici (marcatori biochimici,
genetici, non biologici)
Nella malattia di Alzheimer si evidenzia una riduzione dell’ispessimento della corteccia, i solchi diventano
più marcati, i giri si restringono e quindi vi è un atrofia e un ampliamento dei ventricoli
DEMENZA FRONTO-TEMPORALE
Entità di difficile diagnosi clinica. Principale difficoltà è la diagnosi differenziale con AD.
Esordisce in età precoce (50-55 anni)
Sintomi di presentazione:
- Cambiamento di personalità: l’esordio, spesso trascurato, della patologia e può precedere i sintomi
neuropsicologici. Dunque i disturbi di personalità precedono quelli cognitivi
Nelle demenze fronto temporali si può presentare con 3 sindromi:
1) Sindrome apatica: non prende iniziativa (confuso con pazienti psicopatologico)
2) Sindrome disinibitoria: il pazienti diventa frontale, apprezzamenti inadeguati
3) Sindrome ossessivo-compulsivo
Le prime due forme compromissione dei lobi frontali
La terza compromissione nucleo caudato
Altri sintomi:
- Disturbi del linguaggio
- Memoria: meno compromessa dei pazienti con AD
- Età
- Ictus
- Ipertensione
- Patologie cardiovascolari
- Diabete
- Fumo
- Iper-lipidemie
- Iper-omocisteinemia
Criteri:
- fluttuazioni della cognitività con impo variazioni di attenzione e stato di coscienza. (alcuni giorni è
normale, in altri giorni è in uno stato di difficoltà)
- allucinazioni visive ricorrenti, strutturate e dettagliate, fin dall’esordio
- sintomi extra-piramidali (rigidità motoria, bradicinesia simili a sintomi parkinsoniani, ma senza
malattia di Parkinson)
- non hanno disturbi di memoria, ma presentano disturbi frontali
(foto slide)
NEGLIGENZA MOTORIA
Tendenza a non utilizzare gli arti controlesionali, in assenza di un deficit motorio completo. Il paziente non
utilizza gli arti anche nel momento in cui deve compiere movimenti che richiedono l’utilizzo di entrambi gli
arti.
SOMATOPARAFRENIA
Perdita della consapevolezza di una parte del corpo perdita dell’integrità del corpo
- convinzioni deliranti sulla metà controlesionale del corpo
- misoplegia
- lesioni fronto-parietali o insulari regressione spontanea
- spesso associata a NSU ( soprattutto neglet personale) e ad anosognosia per emiplegia ed
emianestesia
- il sintomo si manifesta nel momento in cui si interroga il paziente
- il sintomo è fluttuante ed è sensibile a manipolazioni cognitive e fisiologiche
APRASSIA
Deficit primitivo dell’attività motoria, che compore durante l’esecuzione di un movimento