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Credere

NON PERDERE
SETTIMANALE LUIGI MARIA EPICOCO
ANNO XI - N˚12 4° VOLUME
24 MARZO 2024
QUELLO
CHE SEI PER ME
Parole
sull’intimità

SOLO
€ 1,90
PER VIVERE L’AVVENTURA DELLA FEDE

«Sono una
persona semplice,
in cammino»,
dice di sé il
fondatore del
CREDERE € 1.90 - POSTE ITALIANE SPA-S.A.P.-D.L. 353/2003-L.27/02/04 N.46-A.1 C.1 DCB/CN - Informazioni smaltimento imballaggi: www.edicolasanpaolo.it/ambiente

primo ristorante
gestito da persone
autistiche.
Il suo progetto,
apprezzato anche
dal Papa e da
Mattarella, si è
rivelato vincente

NICO ACAMPOR A

PIZZAUT, IL MIRACOLO
DELL’INCLUSIONE
Pordenone Como Piemonte
Lisa Lucchese La buona Romagnano
Il soffitto di politica Sesia
cristallo delle secondo la La Passione
, venga sul sito eurekaddl.cyou
donne teologhe Generazione Z in diretta
PARLIAMONE INSIEME
Editoriale
Quello “straordinario” Un medico ha il dubbio di non
aver fatto abbastanza per una
nascosto paziente. E va oltre il suo stretto
nell’ordinario dovere andando a casa sua

don Vincenzo Vitale

C
ari amici lettori, ci sono a siete nella logica del regno di Dio.
volte fatti di cronaca “spic- Spesso ci limitiamo a una spirituali-
ciola” – quasi invisibili, per- tà del “minimo sindacale”, per mille
ché non riguardano persone famo- ragioni e autogiustificazioni, preoc-
se – ma capaci di interpellarci con la cupati magari di non “fare peccati”,
forza che ha l’ordinarietà. Mi riferi- ma poco ci chiediamo dove “investi-
sco alla storia di Francesco Bernet- re” positivamente le nostre energie:
ti Evangelista, un chirurgo in pensione ma an- l’invito di Gesù è a mettere in gioco la libertà, il
cora attivo, al Pronto soccorso di Fermo, nelle cuore, la mente, la volontà, andando un po’ ol-
Marche. Ecco il fatto: dopo aver dimesso dal tre a ciò che è “strettamente dovuto”. A essere
pronto soccorso una paziente 15enne, arrivata onesti, infatti, vediamo che tante cose nella vi-
con febbre alta e insensibilità agli arti, il medi- ta familiare e sociale “funzionano” nonostante
co è colto dal dubbio che possa trattarsi di tutto proprio perché c’è chi non calcola, non
qualcosa di più grave che non era stato veri- pesa il dovere e va oltre: penso alle tante for-
ficato fi no in fondo. Perciò, fi nito il suo turno, me di volontariato che coprono “falle” sociali,
decide di presentarsi a casa della famiglia della ma anche ai tanti papà e mamme, insegnanti,
ragazza, raccomandando di portarla all’ospe- tante persone di ogni ambito, che si prendono
dale, in neurologia. Sospetto giusto, perché si a cuore persone e situazioni in misura davvero
trattava di un’infiammazio- “sovrabbondante”.
Spesso nella ne midollare, con il rischio Avvicinandoci alla Set-
vita familiare e per la giovane di perdere timana Santa, ascolteremo
sociale le cose
l’uso degli arti. dai Vangeli diverse storie
“funzionano”
perché non si Il medico, con mode- di fallimento: Pietro, Giu-
“calcola” e si va stia, non ha voluto rilascia- da, i discepoli in fuga… Su
oltre al dovuto. re interviste «su un caso questo sfondo ambiguo di
per me normale». Ha ri- fragilità e peccato, in cui ci
tenuto semplicemente di siamo anche noi, contem-
aver fatto il suo dovere. Ma pleremo quel “di più” as-
a pensarci bene, si tratta di soluto consegnatoci dal
qualcosa di più. Difficile de- Signore Gesù nel sigillare
finirlo: un di più di scrupo- la sua esistenza vissuta-per-
lo, di senso del dovere, di umanità? Forse tut- gli-altri: «Sapendo che era venuta la sua ora di
te queste cose, e altre, insieme. Fatto sta che passare da questo mondo al Padre, avendo ama-
l’atteggiamento del medico – che sia credente to i suoi che erano nel mondo, li amò fi no alla
o meno qui non importa – mi ha ricordato un fine» (Giovanni 13,1). In un’atmosfera culturale
“di più” di cui parla il Vangelo, pur usando dove per lo più ci aggrappiamo con tutte le for-
altri termini. «Io vi dico infatti: se la vostra giu- ze all’autoconservazione e al nostro benessere
stizia non supererà quella degli scribi e dei fa- individuale, si tratta di un gesto unico, deci-
risei, non entrerete nel regno dei cieli» (Matteo samente provocatorio. Forse anche noi, come
5,20). Volendo tradurre la frase in un linguag- Pietro, dovremmo avere l’umiltà di lasciarci
gio comprensibile oggi: se non fate un “di più” lavare i piedi da Gesù per avere parte con Lui
rispetto al minimo richiesto dalle regole… non (Giovanni 13,8).

12/2024 Credere 3
PARLIAMONE INSIEME
Le vostre lettere

__________

Cultura dello “scarto”,


una deriva etica in atto
Caro direttore, soffro molto nel vedere
alcune divisioni interne alla comunità
cristiana, a livello macro ma pure nel
piccolo della mia comunità. “Progressi-
sti” e “conservatori” (chiamiamoli così
per capirci…) si accapigliano su temi
etici come sul dramma dei migranti,
accusandosi reciprocamente di tradi-
re il cristianesimo. Ma, a mio parere,
entrambi sono fuori strada. Mi ha fatto
molto pensare un recente intervento su
Avvenire di Arnoldo Mosca Mondado-
ri, persona di grande spiritualità. Dice
I tragici resti
così: «Se c’è un comune denominatore del naufragio
tra le due parti politiche è proprio il le- di migranti a
targo della coscienza: a sinistra aborto Steccato di Cutro,
ed eutanasia spesso sono una prassi su in Calabria, il 28
cui il dibattito non è concesso, a destra è febbraio 2023.
ritenuto sacrosanto respingere le perso-
ne migranti nei Paesi da cui sono parti-
te, anche se finiscono nei lager della Li- accodarsi al pensiero dominante: è piccoli ridotti a vivere in un’auto
bia. Davvero è una questione “religiosa”, un dibattito da “cattoliconi”, come perché nessuno voleva affittare
questa? Non siamo anche qui di fronte mi disse una volta un trentenne, loro casa (pur avendo un lavoro
ad un bivio di portata antropologica?». come se i cristiani non avessero un regolare!). Viviamo purtroppo in
Condivido: c’è una deriva etica in atto. vero pensiero da offrire in merito. un’epoca che tende sempre più
E, se vogliamo dirlo con le parole del Specularmente, e dalla sponda a rinchiudersi nei propri piccoli
Papa, tanto i bambini abortiti quanto opposta, sul tema migranti, ci sono interessi e perciò più meschina,
i migranti che muoiono nel Mediterra- anche cristiani che giustificano dimentica dell’umanità di cui tutti
neo sono vittime innocenti della “cultu- in vario modo l’idea di “tenerli siamo parte. Un’ulteriore riflessione
ra dello scarto” purtroppo imperante. lontani”, con considerazioni dubbie andrebbe fatta sui tanti fattori
Lucia S. (Firenze) su sicurezza, “invasione islamista” che contribuiscono a mantenere
ecc., ignorando che abbiamo anestetizzate le coscienze, compresa
○ Cara Lucia, è un tema ampio davanti la tragedia di esseri umani tanta disinformazione. Dobbiamo
quello che tocchi, e concordo con le in cerca di vita e di dignità. Salvo ringraziare papa Francesco se
considerazioni del bellissimo articolo poi venire a patti perché c’è bisogno pungola di continuo le nostre
di Mosca Mondadori che citi, che ci di manodopera (magari pure in coscienze. Un piccolo ricordo
fa toccare con mano quanto sia forte nero… eh sì, l’economia alla fine personale: un vescovo mi raccontava
il velo delle ideologie sulla realtà. Da vince sempre), dimenticando un che quando parla di aborto ed
una parte l’aborto viene addirittura dovere umano elementare di salvare eutanasia, lo accusano di essere di
innalzato a diritto costituzionale e vite e di accogliere (nei limiti del destra, se parla di migranti, di essere
difeso come una conquista di civiltà possibile certo, che è un linguaggio di sinistra. Ma – diceva serenamente
(!), mentre si rimuove semplicemente ben diverso da “respingimento”). – entrambe i temi appartengono
quello che realmente accade Ha fatto notizia pochi giorni fa il alla Chiesa. Certo, si può avere più
in quell’intervento. Ci si chiede caso della immunologa Antonella sensibilità per un tema o per l’altro,
perché medici e infermieri sono in Viola e del marito, che si sono ma nell’“agenda” della Chiesa sta
stragrande maggioranza obiettori di spesi in prima persona, da privati l’umano e la sua dignità, sempre.
coscienza? Eppure non è ritenuto cittadini, per trovare una casa a Abbiamo bisogno di riscoprire
politically correct parlarne, occorre una coppia di tunisini con due figli l’umanità del Vangelo per recuperare

4 Credere 12/2024
la nostra. E contribuire a umanizzare
la società.
“spaesata”: il gruppo giovani non fa più
per me (lo compongono alcuni diciottenni
La testimonianza
__________ e ventenni universitari), quello dei fidan-
zati nemmeno, perché un ragazzo non ce
I single hanno spazio l’ho. Potrei seguire le attività degli adulti,
nella Chiesa? ma onestamente l’età media dei parteci-
Caro don Vincenzo, sono una ragazza panti mi scoraggia. Mi chiedo: è giusto
di 29 anni, single. Da quando sono pic- prevedere cammini specifici per i fidan-
cola frequento la parrocchia. Da un po’ zati e le coppie, ma la Chiesa non pensa
di tempo in qua, però, mi trovo come anche a chi vive la condizione di single?
Numeri alla mano, non mi sembra che
siamo così pochi, oggi in Italia.
Vanagloria, R.M.
una parola dimenticata
Mi ha colpito molto papa Francesco ○ Cara R., il disagio che segnali è Contemplando
che ha rispolverato una parola di- purtroppo meno raro di quanto il crocifisso
menticata come “vanagloria”, per possa sembrare: tanti single non
Vorrei condividere con Lei e i let-
indicare uno dei vizi oggi diffusi: «La si “sentono a casa” nella Chiesa
tori l’emozione e la gioia che ho
vanagloria va a braccetto con il de- perché si sentono “spaesati”,
provato nel contemplare il Croci-
mone dell’invidia, e insieme questi come scrivi, rispetto ai gruppi
fisso della mia stanza. Il mio par-
due vizi sono propri di una perso- cristiani che trovano, spesso roco ci ha suggerito, in questo
na che ambisce a essere il centro del legati a determinate fasce di età. periodo di Quaresima, di metter-
mondo». Mi pare che il Papa metta in Su Credere abbiamo parlato di ci in silenzio davanti al crocifis-
evidenza atteggiamenti che, purtrop- iniziative “mirate”, in alcune so delle nostre abitazioni. E così
po, non caratterizzano soltanto la diocesi, che si rivolgono ai sono nate queste parole.
società ma anche non pochi credenti single, ma sono ancora una rarità
(mi ci metto anch’io…), quando, in- (purtroppo). Il problema non si Non sembra vero quanta pace
vece di seguire Cristo, mettiamo noi può ignorare, visto che i single possa infondere il crocifisso
stessi sul piedestallo e pretendiamo in Italia sono almeno 8 milioni, mentre lo si contempla.
che gli altri ci “adorino”. ossia il 14% della popolazione. Eppure è così! /
Paolo Ritengo però che in una comunità Lui sempre qui da solo /
cristiana, e nei cammini che essa ad aspettarci.
○ La vanagloria, che è vizio propone, si debba andare oltre al Lui sempre qui da solo /
che ci riguarda un po’ tutti, è in fattore età, “status” o attenzione ad abbracciarci.
particolare un male del nostro a specifiche realtà. Conosco – e I chiodi non permettono di
tempo, che mette al centro l’io ho fatto esperienza a mia volta da fissare le sue mani alla croce. /
in modo spropositato. Il Papa ha giovane – comunità vive e gruppi Lui le tende sempre verso di noi.
parlato, infatti, di «un’autostima in cui si relazionano e condividono Più silenzio c’è nella stanza più
gonfiata e senza fondamenti». un’esperienza cristiana persone di possiamo udire la sua voce. /
Più siamo preoccupati e stanchi
L’autostima è buona in sé, ma diversa età, estrazione, status… Se
più lui ci consola e ci ristora. /
quando perde il senso della è giusto avere gruppi che mirano
Più il nostro cuore è chiuso e
misura e del limite... ecco che a fasce specifiche accomunate
indurito più lui riesce ad aprirlo. /
diventa vanagloria. Interessante da determinate esperienze o È qui Gesù solo con la sua croce
anche la cura che ha indicato per problemi di vita (giovani, coppie ma che con la croce solo riesce a
questo male: fare i conti con il ecc.), è anche vero che la comunità consolarci e farci sentire amati. /
nostro limite. Il narcisismo, altro cristiana può contribuire invece In un mondo dove si ama poco
male della nostra epoca, non è a far vivere esperienze in cui i e si è smarrito il vero senso della
così distante: «Il vanaglorioso “diversi” condividono un cammino vita, /
possiede un “io” ingombrante: di fede, uscendo da una logica che sembra essersi smarrita anche
non ha empatia e non si accorge rischia di “chiudere”. Forse, cara la via da intraprendere in un
che nel mondo esistono altre Rita, puoi provare a cercare una cammino a volta impervio e
persone oltre a lui». realtà cristiana più “trasversale”, doloroso ma che ci guida verso
certamente non ne mancano. l’unica e vera gioia. /
Basta solo fermarsi un attimo e
contemplare il Cristo Crocifisso.
Inviate i vostri messaggi a: Antonio Paolillo (RC)
vincenzo.vitale@stpauls.it o su WhatsApp 338-60.93.006

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Le iniziative speciali di Credere
I lettori di Credere possono richiedere
queste iniziative speciali in edicola e in parrocchia,
Settimanale Anno XI - N. 12 del 24 marzo 2024
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DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Vitale vincenzo.vitale@stpauls.it LA FEDE CHE TRASFORMA LA VITA


CONSULENTI DI DIREZIONE Vincenzo Marras vincenzo.marras@stpauls.it di don Luigi Epicoco
Antonio Tarzia antonio.tarzia@stpauls.it UN PERCORSO IN 4 VOLUMI PER LA NOSTRA
Gerolamo Fazzini gerolamo.fazzini@stpauls.it
CRESCITA PERSONALE E SPIRITUALE
REDAZIONE Caporedattori:
Giovanni Ferrò giovanni.ferro@stpauls.it Quattro “tappe” in cui don Epicoco, con il suo stile
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Redattori: trasformatrice dell’Amore di Dio e delle Scritture,
Laura Bellomi laura.bellomi@stpauls.it che riaccende lo slancio spirituale della nostra vita.
Vittoria Prisciandaro vittoria.prisciandaro@stpauls.it
Paolo Rappellino paolo.rappellino@stpauls.it
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Sommario N.12 - 24 marzo 2024

8 38
I fatti della settimana Itinerari e feste religiose
Piemonte - Romagnano Sesia
10 La Passione in diretta
Tutta Italia ne parla di Marta Ghelma
Ucraina: conflitto, resa o negoziato?
di Paolo Pegoraro 43
Ultima generazione
12 L’enorme sfida di “raccontare
Papa Francesco l’amore” tra i banchi di scuola
Il Vangelo in diretta
a cura di Vittoria Prisciandaro di Deborah Sutera

16 44
Storie di riscatto La settimana liturgica «Continuiamo a pregare
Nico Acampora: PizzAut,
il miracolo dell’inclusione 55 per le popolazioni
di Francesca Amè Col desiderio di Dio martoriate dalla guerra,
Il dono della pace, motivo in Ucraina, in Palestina
22 di speranza e atto d’amore
Una Chiesa più inclusiva di Carlo Cibien e in Israele, in Sudan.
Lisa Lucchese: E non dimentichiamo
Il soffitto di cristallo 58 la Siria, un Paese
delle donne teologhe L’Oasi
di Vittoria Prisciandaro Tv, radio, cinema, libri, e... che soffre tanto per la
26 guerra, da tempo»
Giovani impegnati
62
La buona politica Dopo Tutto Tweet di papa Francesco,
secondo la Generazione Z Cristiane perseguitate: se non domenica 17 marzo 2024
di Stefania Culurgioni gridiamo noi, grideranno le pietre
di Monica Mondo
37
Come brezza leggera
Contemplare è l’arte Zoom
di cogliere i legami 32
tra finito e infinito
di Alessandro Deho’ Le vesti nella Bibbia
Se l’abito racconta
la storia
della salvezza
di Vittoria Prisciandaro

Flash
Migliaia di scout
per don Diana
Domenica 17 marzo 7 mila scout
hanno marciato a Casal di Principe,
nel Casertano, per ricordare il
martirio di don Peppe Diana,
ucciso dalla camorra il 19 marzo
1994. Durante la manifestazione
è stato ricordato anche don Paolo
Dell’Aversana, morto il 16 marzo. Tra
i firmatari del documento Per amore
del mio popolo non tacerò, dopo la
morte di don Diana aveva continuato
a portare avanti, instancabilmente,
l’impegno contro la camorra.

FOTO DI COPERTINA: AGF - FOTO INTERNO: AFP, ANSA, BRIDGEMAN IMAGES, DINO BRUNO, DPA/ANSA, ISTOCK, REUTERS, SCALA, ROMANO SICILIANI, VATICAN MEDIA, ZUMAPRESS/ANSA
I FATTI DELLA SETTIMANA
a cura di Vittoria Prisciandaro

Sinodo,
si continua
fino al 2025
VATICANO - La prossima sessione
del Sinodo non tratterà tutti i temi
emersi alla prima assemblea (foto).
Come spiegano il documento Come
essere Chiesa sinodale in missione?
e una lettera del Papa al cardinale
Grech, l’assise dal 2 al 27 ottobre
2024 verterà sulla sinodalità. Le
altre questioni dottrinali e pastorali –
inclusa la partecipazione delle donne
nella Chiesa – saranno approfondite in
dieci Gruppi di studio in carica fino
a giugno 2025, coordinati da dicasteri
competenti, con la Segreteria del
Sinodo come “garante”.

L’aiuto della Caritas La Chiesa fa firmare


per il Ramadan ai ai candidati l’impegno
poveri della moschea per la pace
CATANIA - La Caritas di Catania CITTÀ DEL MESSICO - I tre
ha donato beni alimentari di maggiori candidati alla presidenza
prima necessità (nella foto) alla del Messico, Xóchitl Gálvez,
moschea della Misericordia per i Jorge Álvarez Máynez e Claudia
fedeli musulmani in occasione del Sheinbaum, hanno firmato l’11
Ramadan. «Nel dialogo interreligioso marzo uno storico Impegno per
la carità diventa la parola e il fatto la pace, proposto dalla Chiesa,
diventa il legame per eccellenza», strutturato in sette azioni, che
ha detto il direttore dell’organismo prevede 117 iniziative per ridurre la
pastorale, don Nuccio Puglisi. violenza e l’insicurezza nel Paese.
«Siamo fratelli che, pur professando Le elezioni si terranno il 2 giugno.
No dei vescovi fedi diverse, si sentono uniti dalla
al deposito di scorie condivisione della stessa umanità».
Malaysia, a Pasqua
nucleari a Trino in 1.700 chiedono
VERCELLI - «Sono preoccupato
per la scelta di autocandidare
il Battesimo
Trino per il deposito di scorie KUALA LUMPUR - In Malaysia
nucleari, territorio che è già stato un numero crescente di adulti
escluso dai siti idonei»: dopo chiede il Battesimo. Secondo
Marco Arnolfo, arcivescovo di l’agenzia Fides, nel 2024 oltre
Vercelli, anche il pastore di Casale 1.700 i catecumeni saranno
Monferrato, Gianni Sacchi, ha battezzati nella Veglia pasquale.
espresso un deciso “no” al deposito Su una popolazione di 23
delle scorie nucleari nella cittadina milioni di abitanti, il 60,4% sono
che si trova a pochissimi chilometri musulmani e il 9,1% sono cristiani.
dal territorio monferrino. Nella foto: I cattolici, divisi in nove diocesi,
la ex centrale nucleare di Trino. sono in tutto circa 1,3 milioni.

8 Credere 12/2024
DECIFRANDO
I SOCIAL MEDIA NEL VILLAGGIO GLOBALE di Gerolamo Fazzini

L’uso dei social media è una tendenza globale: lo attesta la cruda

fonte: Rapporto Digital 2024 a cura di We Are Social e Meltwater


eloquenza dei numeri. Come cittadini, ma pure come cristiani, non
possiamo assistere passivi a un fenomeno che continua a crescere

L’UTILIZZO OGGI NEL MONDO LA TOP TEN DEI PIÙ DIFFUSI


Instagram 16.5%
Whatsapp 16.1%
Numero di utenti Aumento Tempo dedicato
social media nell’ultimo anno ai social
Facebook 12.8%
4.76 miliardi +3% 137 milioni +2% 2 ore 31 minuti Wechat 12.8%
Tiktok 7.4%
Douyin 6.6%
Numero di piattaforme Numero di Numero di utenti X (Twitter) 3.2%
utilizzate utenti di social sul totale
sul totale della degli utilizzatori Telegram 2.4%
7.2 popolazione di Internet Facebook
Messenger 2.3%
in aumento
del 4,6% 59.4% 92.3 % Line 1.7%

Ben 4,76 miliardi di persone nel mondo, su circa social è di 2 ore e mezza al giorno (+ 2% rispetto al dato
8, sono utenti dei social media; corrispondono al precedente); in crescita anche il numero di piattaforme
92,3% degli utilizzatori di Internet. Nonostante utilizzate: 7.2 per ciascun utente.
i molteplici scandali di cui si è reso protagonista Instagram, WhatsApp e Facebook (tutti parte di Meta,
Facebook o le disavventure di X (ex Twitter) da quando di proprietà di Zuckerberg) sono ai primi posti nella
è nelle mani di Musk, il trend complessivo è ancora in classifica dei più amati. Nuovi social più “etici” – da
crescita: nell’ultimo anno l’aumento di utenti è di 137 Mastodon a Signal – sono ancora purtroppo molto
milioni di persone. Mediamente, il tempo dedicato ai lontani dalla vetta.

Il nuovo nunzio
del Papa APPUNTAMENTI Pavoniere del Parco
delle Cascine, mostra
Ambrosoli (foto sotto),
medico missionario in
per l’Italia Alla fiera
del giovane fotografo
Leonardo Sani.
Uganda, proclamato
beato nel 2022. www.
dei cammini Tel. 055/35.03.76 fondazioneambrosoli.it.
MILANO - Dal 22 al 24
marzo all’interno della Per ricordare padre In mostra il Maestro
rassegna Fa’ la cosa Giuseppe Ambrosoli di San Francesco
giusta, a Fieramilanocity MILANO - Dal 21 al PERUGIA - In occasione
si tiene la Fiera dei grandi 27 marzo a Palazzo delle celebrazioni dei
cammini dedicata alle Lombardia (via Galvani centenari francescani
vie di pellegrinaggio 27) mostra fotografica (800 anni delle
a piedi in Italia e e video documentario Stimmate, del Cantico
ROMA - Monsignor all’estero. Programma di su padre Giuseppe delle creature e della
Petar Rajič (foto), 64 conferenze e incontri su: morte di Francesco),
anni, canadese d’origine www.falacosagiusta.org. alla Galleria nazionale
croata, è il nuovo nunzio dell’Umbria si visita
in Italia e San Marino. Il sacro catturato la mostra L’enigma
Finora nunzio in Lituania, in un click del Maestro di San
Lettonia ed Estonia, FIRENZE - Fino al 27 Francesco, realizzata
nominato l’11 marzo, marzo nella sede della in collaborazione con il
succede al cardinale Emil Fondazione arte sacra Sacro convento di Assisi.
Tscherrig, che ricopriva contemporanea alle www.sanfrancesco.org.
la carica dal 2017.

12/2024 Credere 9
TUTTA ITALIA NE PARLA di Paolo Pegoraro

UCRAINA:
CONFLITTO, RESA
O NEGOZIATO
Interpellato sul conflitto in Ucraina durante
un programma in onda il 20 marzo sulla
Radiotelevisione svizzera, papa Francesco
ha invitato ad avere «il coraggio di negoziare»
per non portare la nazione al suicidio. Per alcuni
?
le sue parole sono come un invito alla resa
(ma la puntata è centrata sul colore bianco
ed è l’intervistatore a usare la metafora della
“bandiera bianca”). Per altri è la posizione
coerente del Vaticano, che si è sempre sforzato
di tenere aperto un canale di dialogo
per una soluzione diplomatica
alternativa alle armi
RISPONDE
Mauro Magatti
sociologo ed economista,
Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano

Per il Segretario di Stato vatica- non sono più adeguate. La domanda si sforza di evitare il gioco del “Chi ha
no, il cardinale Parolin, «non è assen- che ci troviamo di fronte oggi è: come cominciato la guerra?”».
te» il rischio di una escalation fatale. arrivare a costruire un nuovo quadro Può spiegare meglio cosa
Siamo a un bivio della storia? delle relazioni internazionali? Con la intende?
«In trenta anni la globalizzazione politica e i passaggi negoziali, oppure «Intendo dire che le parti in cau-
ha decretato un enorme e accelerato attraverso la guerra? Se ci si dovesse sa non sono più solo due, e polarizza-
salto storico, ma mentre pensavamo essere una Terza guerra mondiale non re su Putin o Zelensky significa solo
che i commerci avrebbero risolto tutto, più a pezzi, ma esplicita, sappiamo che contribuire all’impossibilità di trovare
ci troviamo invece di fronte al moltipli- porterebbe solo follia e distruzione. una soluzione. Stiamo parlando di una
carsi dei punti di frattura e di conflit- La posizione che il Papa e la Chiesa questione regionale che ha riflessi sul
to. Non solo crisi ambientale, disegua- stanno cercando di esprimere sul con- piano della comunità internazionale.
glianze e migrazioni, ma soprattutto flitto in Ucraina mi sembra saggia ed Stati Uniti, Europa, Cina: ci sono tanti
la ridefinizione delle relazioni interna- equilibrata: non sottovaluta i rischi, soggetti che possono essere messi in
zionali, perché quelle che erano sor- né mette sullo stesso piano aggredito movimento con uno sforzo di lettura
te dopo la caduta del Muro di Berlino e aggressore, ma nello stesso tempo del momento storico, perché non si

10 Credere 12/2024
«Non si tratta di dimenticare chi è l’aggressore
ma di tenere conto che la crisi
può portare la guerra in tutto il mondo
e quindi bisogna arrivare a negoziare»

di immaginare una soluzione quando


sembra che non ci sia».
Papa Francesco ha nominato la
Turchia tra i possibili mediatori del
negoziato. Lo ritiene plausibile?
«Mi pare piuttosto una sorta di
esempio, poiché Erdogan ha cercato
in vari momenti di svolgere un ruolo
negoziale anche per ragioni non limpi-
dissime. Credo che il Papa voglia dirci
che bisogna cambiare logica e cercare
strade creative, che bisogna sforzarsi
di battere anche quelle strade che in
prima battuta appaiono improbabili o
di scarsa rilevanza. Così è sempre sta-
to nelle grandi crisi storiche. Ma è un
salto che si può fare solo se si rifiuta
la logica della vittoria armata a ogni
costo, perché è una chimera per una
Troppo dolore parte come per l’altra».
Nella foto: macerie e
Un’altra espressione di papa
distruzione a Orikhiv, nella
zona di Zaporizhzhia, la Francesco che fece discutere a ini-
regione dell’Ucraina con i zio conflitto fu quella sull’«abbaiare
più aspri bombardamenti. della Nato alla porta della Russia».
Due anni dopo, possiamo dire che
l’Europa si è appiattita troppo sulle
può sganciare l’Ucraina da quello che la lungimiranza di provare una via ter- posizioni degli Stati Uniti?
è accaduto negli ultimi trent’anni, da za. L’immagine evangelica del porge- «Oggi l’attore politico che manca è
un quadro di rapporti tra nazioni che re l’altra guancia non significa subire proprio l’Europa. La presidente della
devono essere ricostruiti». passivamente l’aggressione, ma invita Commissione europea Von der Leyen
Per il Papa il negoziato è un atto a trovare un modo per disinnescare il ha cercato di giocare un ruolo, poi pe-
di coraggio, ma spetta all’aggredi- circuito bellico, che di per se stesso fa rò sono emersi gli interessi dei singoli
to avviarlo? rispondere alla distruzione con altra governi e i loro obiettivi elettorali na-
«Premesso il punto fermo del di- distruzione. Bisogna ricercare una stra- zionali. L’Europa sta mostrando una
ritto alla difesa del Paese aggredito, in da che ancora non c’è, una soluzione grande debolezza politica, come ave-
questi mesi il Papa e la Chiesa ci han- propriamente creativa e inventiva, che vamo già visto in occasione della crisi
no ricordato che la pace si fa in due. si chiama “strada negoziale”. Come si finanziaria e di come era stata gestita.
Spesso è proprio l’aggredito che – in- fa? Non è né facile né semplice, né si sa C’è solo a metà. Ancora oggi l’Europa
vece di entrare nella logica del conflit- se si riuscirà. Lo sottolineo, serve crea- è una grande incompiuta e rischia di
to, appropriarsene e ritorcerla a pro- tività, perché è proprio questa capaci- non arrivare nelle condizioni neces-
pria volta – può avere l’intelligenza e tà tipicamente umana che ci permette sarie all’appuntamento della storia».

, venga sul sito eurekaddl.cyou


12/2024 Credere 11
PAPA FRANCESCO il Vangelo in diretta
a cura di Vittoria Prisciandaro

UDIENZA GENERALE

LA VIRTÙ È CAMMINO La gioia


di incontrare

POSSIBILE PER TUTTI


Nella foto: il Papa
conversa con
alcuni partecipanti
all’udienza.

Per i filosofi romani era la virtus, siano delle eccezioni dell’umanità… che, quando ci troviamo a dover
frutto di una lunga germinazione, Sono invece coloro che diventano scegliere tra bene e male, ci
che richiede fatica e anche pienamente sé stessi, che realizzano indirizza «verso la scelta giusta. La
sofferenza. Per i greci aretè, esito di la vocazione propria di ogni uomo». virtù è un habitus della libertà».
una fedeltà alla propria vocazione. Uomini e donne virtuosi, dunque. Per acquisire questa postura
Dopo i vizi, papa Francesco, nella La virtù, spiega Francesco citando interiore, i cristiani si affidano
catechesi del mercoledì, si sofferma il Catechismo della Chiesa cattolica, alla grazia di Dio. «Infatti, in noi
sull’agire virtuoso. «è una disposizione abituale e ferma battezzati agisce lo Spirito Santo,
«Il cuore dell’uomo può a fare il bene» (n. 1803). D’altronde, che lavora nella nostra anima per
assecondare cattive passioni… ma «anche i criminali, in un momento condurla a una vita virtuosa». A
può anche opporsi a tutto questo», di lucidità, hanno compiuto atti questa va unita la sapienza, che
ha spiegato nell’udienza del 13 buoni», ha esemplificato, «e nasce dal saper «imparare dagli
marzo. «L’essere umano è fatto certamente questi atti sono scritti errori per indirizzare bene la vita».
per il bene e può anche esercitarsi nel “libro di Dio”», ma la virtù è E poi, ha concluso il Papa, «ci
in quest’arte», un cammino che un’altra cosa, nasce da «una lenta vuole la buona volontà: la capacità
non è riservato a degli eroi, ma è maturazione della persona, fino a di scegliere il bene, di plasmare
proposto a tutti. «Saremmo fuori diventare una sua caratteristica noi stessi con l’esercizio ascetico,
strada se pensassimo che i santi interiore». È quella consuetudine rifuggendo gli eccessi».

12 Credere 12/2024
ANGELUS IL GESTO
di MichaelDavide Semeraro
monaco benedettino,
priore dell’abbazia di Novalesa

Dimenticare
In questi giorni tutti abbiamo
sicuramente fatto memoria

Dono e perdono, la gloria secondo Dio dell’elezione di papa Francesco,


ormai undici anni fa, e l’inizio
del suo ministero petrino
È la quinta domenica di «cattedra di Dio» la chiama il
come Vescovo di Roma nella
Quaresima, Gesù nel Vangelo Papa. «Dalla Croce il Signore ci
solennità di san Giuseppe. Nella
parla di gloria (Gv 12,20-33), di lì insegna che la gloria vera, quella
sua omelia, papa Francesco
a poco saremo al racconto della che non tramonta mai e rende
invitò tutti alla tenerezza e alla
Passione. La domanda alla base felici, è fatta di dono e perdono.
misericordia, come ricorda il
della riflessione che Francesco ha Dono e perdono sono l’essenza
suo motto episcopale. Come
proposto all’Angelus, il 17 marzo, della gloria di Dio. E sono per noi
dimenticare questi undici
è proprio sul significato della la via della vita». Criteri molto
anni passati insieme a papa
gloria per Dio. «Non corrisponde diversi da ciò che comunemente
Francesco e che papa Francesco
al successo umano, alla fama o si intende, laddove di solito
ha vissuto con noi? Non si tratta
alla popolarità; la gloria, per Dio, «pensiamo alla gloria come a
di fare bilanci né di emettere
non ha nulla di autoreferenziale, qualcosa da ricevere più che
giudizi mondani di successo
non è una manifestazione da dare; da possedere anziché
o di fallimento. Francesco in
grandiosa di potenza cui seguono da offrire». La gloria mondana
questo tempo ci ha fatto entrare
gli applausi del pubblico. Per ha detto Francesco, «passa e
nel realismo pasquale della
Dio la gloria è amare fino a non lascia la gioia nel cuore;
morte e risurrezione del Signore
dare la vita. Glorificarsi, per nemmeno porta al bene di tutti,
Gesù. Nel realismo pasquale le
Lui, vuol dire donarsi, rendersi ma alla divisione, alla discordia,
persone, gli eventi e persino le
accessibile, offrire il suo amore». all’invidia». Nella foto: Piazza San
cose non si valutano a partire
È quanto avvenuto sulla Croce, Pietro durante l’Angelus.
dal successo o dai fallimenti,
dalla riuscita o meno di una vita
e di una missione, dall’utilità o
VISITA AD LIMINA dall’inutilità… ma soltanto dal
dono di sé. Francesco si è donato
I vescovi delle Marche dal Papa alla Chiesa e all’umanità senza
riserve e, parlando del futuro,
«Parole sincere, schiette, dirette, non lo fa in termini di continuità
da uomo vicino alle problematiche o di dimissioni, ma solo e
concrete della nostra vita», a partire semplicemente in termini di
dalle nuove sfide che attendono la dedizione assoluta lasciando alla
Chiesa marchigiana, anche dopo il vita di indicare i tempi e i modi
sisma, la pandemia e l'alluvione: così, con semplicità e abbandono.
l’11 marzo, monsignor Nazzareno Non possiamo dimenticare e non
Marconi, presidente della Conferenza vogliamo dimenticare che papa
episcopale delle Marche, ha Francesco ha osato aprire varchi
raccontato l’incontro di due ore e valichi… a noi di attraversarli
con Francesco nella visita ad limina con stupore e amore senza
dei presuli della regione (foto). temere la fatica.

12/2024 Credere 13
PAPA FRANCESCO il Vangelo in diretta

In questa foto: Jorge Mario Bergoglio


nel 1958 ai tempi del seminario con i
suoi genitori: Regina e Mario. A destra:
il Papa con Fabio Marchese Ragona,
ESCE L’AUTOBIOGRAFIA 41 anni, il giornalista di Mediaset
che ha raccolto il suo racconto.

Il Papa raccontato dal Papa


A 87 anni papa Francesco scrive la sua Dà spazio anche al rapporto con la famiglia,
autobiografia con la collaborazione di Fabio Marchese soprattutto con i nonni, al periodo in seminario, quando,
Ragona, vaticanista di Mediaset. Alcuni brani di Life. rivela, ebbe una «piccola sbandata» per una ragazza. Si
La mia storia nella storia, in vendita dal 19 marzo sofferma sul suo impegno nell’accoglienza di giovani in
per HarperCollins, sono stati anticipati dal Corriere pericolo di vita durante la dittatura del generale Jorge
della sera il 14 marzo. Il Papa parla della sua vita – Rafael Videla, e anche del tentativo fallito di salvare la
dall’infanzia al soglio di Pietro – senza tralasciare i sua insegnante Esther, «comunista di quelle vere», che
momenti più dolorosi e le incomprensioni. «pur avendo le sue idee, non attaccava mai la fede. E mi
ha insegnato tanto di politica».
A proposito della vicinanza agli ultimi, Francesco
dove vedere il Papa ribadisce che «parlare dei poveri non significa
automaticamente essere comunisti… i poveri sono
· Giovedì 21 marzo – Celebrazione la bandiera del Vangelo e sono nel cuore di Gesù».
– Messa crismale in della Passione Venendo al papato, descrive il suo dolore per aver
San Pietro - ore 9.30 in San Pietro - ore 17. visto «strumentalizzata» la figura di Benedetto XVI,
– Messa “Cena del – Via Crucis al «con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli».
Signore” nel carcere Colosseo - ore 21.15 In caso di dimissioni, che però non sono all’orizzonte
femminile di Rebibbia · Sabato 23 marzo («è un’ipotesi lontana»), non si farebbe chiamare «Papa
- ore 16. – Veglia di Pasqua emerito», ma «semplicemente vescovo emerito di
· Venerdì 22 marzo in San Pietro - ore 19.30. Roma», abitando a Santa Maria Maggiore «per tornare a
fare il confessore e portare la comunione agli ammalati».

14 Credere 12/2024
CONVEGNO SECOLARIZZAZIONE
Evangelizzare
con misericordia
e speranza
L’evangelizzazione, la
misericordia e la speranza sono
i tre capitoli del discorso che papa
Francesco ha tenuto, il 15 marzo,
alla plenaria del Dicastero per
l’evangelizzazione. «La grande
Nella foto: Francesco problematica che sta davanti
con alcune partecipanti a noi è comprendere come
all’incontro in Vaticano superare la rottura che si è
sui popoli indigeni. determinata nella trasmissione
della fede», ha detto parlando
della secolarizzazione delle
L’alleanza tra indigeni e scienza nostre società. A tale scopo è
urgente recuperare «un’efficace
«La Chiesa è alleata scienze sociali. «Il climatico, della relazione con le famiglie e con i
dei popoli indigeni dialogo aperto tra fame, della centri di formazione», perché, ha
e del loro sapere e i saperi originari biodiversità». Dal spiegato, senza «un’esperienza
della scienza per far e le scienze, tra seminario di studio, significativa vissuta in famiglia
crescere nel mondo la le comunità di per Francesco, e nella comunità cristiana come
fraternità e l’amicizia saggezza nativa e arriva «un messaggio incontro con Gesù Cristo che
sociale»: lo ha detto quelle scientifiche ai governi e alle cambia la vita, si sarà sempre
papa Francesco, il 14 può contribuire ad organizzazioni sottoposti alla tentazione di
marzo, ai partecipanti affrontare in modo internazionali, fare della fede una teoria e non
al convegno su Il nuovo, più integrale perché riconoscano una testimonianza di vita».
sapere dei popoli e anche più efficace e rispettino la Un altro contenuto fondamentale
indigeni e le scienze, questioni cruciali ricchezza della è «la spiritualità della
promosso dalle come, ad esempio, diversità all’interno misericordia» perché «quando
Pontificie accademie quelle dell’acqua, della grande famiglia l’evangelizzazione è compiuta
delle scienze e delle del cambiamento umana». con l’unzione e lo stile della
misericordia trova maggior
ascolto, e il cuore si apre con più
disponibilità alla conversione.
SANITÀ Si è toccati, infatti, in ciò di cui
sentiamo di avere più bisogno,
100 anni dell’ospedale dei bambini cioè l’amore puro, gratuito, che
è sorgente di vita nuova».
«Vi confesso che quando vengo «espressione della carità del Francesco ha poi annunciato
al Bambino Gesù provo due Papa e della Chiesa verso i piccoli che a breve uscirà la lettera
sentimenti contrastanti: dolore per infermi». Nel suo saluto Francesco apostolica di indizione
la sofferenza dei bambini malati e si è soffermato proprio sul senso ufficiale del Giubileo, e ha
dei loro genitori; ma nello stesso del dono; sull’importanza della ribadito che sarà un anno in cui
tempo una grande speranza, cura, intesa come eccellenza nella «dovrà emergere la forza della
vedendo tutto quello che lì si fa ricerca ma anche attenzione alle speranza», una virtù considerata
per curarli»: così papa Francesco famiglie dei ricoverati, accesso alle come la “sorella più piccola” in
ha accolto, il 16 marzo, dirigenti e cure per tutti, stile di «prossimità mezzo a fede e carità, «ma senza
personale dell’ospedale pediatrico, e tenerezza». E sulla missione la quale queste due non vanno
in occasione del centenario dalla vissuta come comunità, espressa avanti, non esprimono al meglio
fondazione. Donato a Pio XI anche dal motto dell’ospedale, sé stesse!». E «il popolo santo
dalla famiglia Salviati, è diventato «Vite che aiutano la vita». di Dio ne ha tanto bisogno».

12/2024 Credere 15
STORIE DI RISCATTO

PIZZAUT
IL MIRACOLO
DELL’INCLUSIONE
lasci perdere chi ruba soltanto il lavoro degli altri,
16 Credere 12/2024
Nico Acampora è il fondatore
del primo ristorante in Italia
gestito da giovani autistici: Una squadra
«Questi ragazzi non sono un peso sorridente
Nella foto: Nico
Acampora, 53
per la società, ma una risorsa. anni, fra i ragazzi
di PizzAut. Come

Il lavoro può fare miracoli»


scrive la nostra
giornalista, si
riconosce da
«occhiali neri,
barba lunga,
di Francesca Amé sorriso aperto».

12/2024 Credere 17
STORIE DI RISCATTO

Nella foto: il primo ristorante PizzAut di Cassina de'


Pecchi (Milano). Il successivo è stato aperto a Monza.
Il prossimo obiettivo sono i pizza-autobus.

«S
ono una persona in cammi- andato a Bruxelles, al Parlamento eu- le loro capacità residue. Io invece vo-
no», dice Nico Acampora al ropeo, servendo pizza ai parlamentari, levo cambiare tutto, volevo cambiare
telefono. Più che in cammi- inclusa la presidente Roberta Metso- in meglio il mondo», racconta.
no, di corsa: parla veloce mentre si la. PizzAut è stata anche nei ristoranti La rivoluzione è arrivata a casa,
sposta con la macchina da uno all’altro di Palazzo Madama e di Montecitorio, nel 2010, inaspettata. Al suo secon-
dei ristoranti che ha aperto. È sera, ma tanto che il presidente Sergio Matta- dogenito, Leo, che oggi ha 15 anni ma
la sua giornata è ancora lunga. Acam- rella nel suo ultimo discorso di fine allora ne aveva solo 2, viene diagno-
pora, 53 anni e un volto inconfondibi- anno ha citato proprio il progetto di sticato l’autismo. «Quando l’ho sapu-
le (occhiali neri, barba lunga, sorriso Acampora come prodigioso esempio to sono svenuto», ricorda Acampora.
aperto), è il papà di PizzAut, il primo di inclusione. «Piangevo come un disperato: mia mo-
ristorante in Italia gestito da giovani glie Stefania, infermiera al San Gerar-
autistici secondo il motto “nutriamo Il potere dell’educazione do di Monza, in quel periodo è stata la
l’inclusione”. PizzAut esiste dal 2017: «L’educazione è tale solo se cambia roccia della nostra famiglia (la coppia
prima in sordina, attraverso qualche le cose», dice convinto Acampora, uno ha anche una figlia, Giulia, di 17 anni,
incursione in ristoranti dell’hinterland che la materia la conosce bene. Negli ndr). Per reazione, lavoravo tantissimo
di Milano, poi con il primo locale a anni Novanta operava nei centri di ag- fuori casa: avevo una mia società che
Cassina de’ Pecchi, appena fuori dal- gregazione giovanile della Martesana: coordinava progetti con adolescenti
la metropoli lombarda, e poi con un «Ho lavorato diversi anni con disabili disagiati, ero sempre impegnato».
secondo ristorante a Monza. PizzAut gravi e ciò che mi mandava fuori di Poi, in una delle tante notti senza
ha sfornato pizze ovunque (e so- testa era che l’unico obiettivo che ci si sonno, l’intuizione: Acampora ricorda
no ottime!): a fine gennaio lo staff è proponeva fosse quello di mantenere la serenità del piccolo Leo in cucina

18 Credere 12/2024
Tutto è nato dalla serenità con cui
il figlio Leo, affetto da autismo,
impastava la pasta di pane

ogni volta che impasta la pizza, e ca- indeterminato, con uno stipendio. Un
pisce che quell’attività così semplice
Tutti gli “amici” di PizzAut lavoro che dimostra a questi ragazzi
Nelle foto, dall’alto in senso orario:
e preziosa può essere “la risposta”. Acampora mostra a Enrico Letta che non sono un peso per la società,
Non solo per Leo, ma per tanti ragazzi le specialità del ristorante; sempre ma una risorsa».
come lui. «Ho coinvolto qualche gio- Acampora con altri ospiti fra cui Ora Acampora è già alla prossima
vane autistico, insegnandogli a fare Elio de le Storie Tese e il Milanese sfida: esportare il modello PizzAut.
l’impasto, poi siamo cresciuti in nu- Imbruttito Germano Lanzoni; «L’idea me la suggerì tempo fa Ma-
con Pierò Pelù e con il presidente
mero e capacità. Gli adolescenti con della Repubblica Sergio Mattarella.
ria De Filippi che mi disse: “Perché ti
cui lavoravo mi hanno aiutato con le fermi a un ristorante? Fai un franchi-
grafiche per i menù: giravamo con un sing!”. Allora mi fece ridere, ma aveva
furgoncino nella zona e proponevamo ragione. Il locale però richiede inve-
le nostre pizze». nei ristoranti della zona e il progetto stimenti ingenti e una gestione com-
diventa per Acampora il lavoro prin- plessa: la mia idea è invece di crea-
Il motto del padre cipale. «Mio padre mi ha insegnato re una flotta di pizza-autobus, truck
Nella storia di Nico Acampora ci che se esiste un problema, signifi- food finanziati da noi, da dare in ge-
sono tante di quelle coincidenze che ca che ci sono almeno cinque so- stione a varie associazioni, una per
si fatica a pensare sia tutto un caso: luzioni: sta a te trovarle», continua ogni provincia. Cominceremo con la
dopo la sua partecipazione al noto Acampora, che oggi dà lavoro a 35 Lombardia. Ogni associazione dovrà
programma televisivo Tu sì que va- giovani autistici nei due locali che ha impegnarsi ad assumere 4 o 5 ragazzi
les, i ragazzi di PizzAut cominciano aperto. «Parliamo di lavoro vero, non autistici. Perché il lavoro è dignità»,
a essere ospitati sempre più spesso di un passatempo: un lavoro a tempo spiega, come un fiume in piena.

12/2024 Credere 19
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STORIE DI RISCATTO

Un team affiatato
A destra: Acampora
stretto nell’affetto
dei suoi ragazzi.

A tu per tu con il Papa


Rallenta solo quando evoca l’in-
contro più importante: nell’aprile del
2022, insieme ai suoi ragazzi, è stato
ricevuto in udienza privata da papa
Francesco. «Sono un semplice edu-
catore di provincia, uno cresciuto a
Cernusco sul Naviglio tra le case po-
polari, sono un uomo confuso, fragile,
una persona in cammino. La morte di
mio padre e la malattia di mia madre
quando ero molto giovane mi hanno
segnato: ero un ragazzo arrabbiato con
il mondo e con Dio. A lungo mi sono
tenuto a debita distanza dalla fede».
«PizzAut però ha fatto il miracolo»,
aggiunge, «mi ha permesso di incon-
trare persone straordinarie. L’incontro
con papa Francesco è stato un deto-
natore pazzesco. Di quella giornata ho
ricordi nitidissimi, come quel bambino
autistico che in udienza continuava a
piangere e si calmava solo tra le gam-
be del Santo Padre che lo ha tenuto lì,
serenamente. E poi le parole di stima
del Papa che ha detto ai miei ragaz-
zi: “State dimostrando che il disabile
può essere un buon samaritano”.
Avevamo cucinato la pizza ai senza tet-
to di piazza San Pietro e ricordo che
uno di questi, per ringraziarci, dise-
«L’incontro con papa Francesco
gnò sul cartone il volto di Cristo. Mi
emoziono ancora, se ci penso». è stato un detonatore pazzesco.
Il “miracolo” del lavoro Di quella giornata ho ricordi nitidissimi»
Ci sono poi due persone che Acam-
pora cita di continuo perché «incarna- per la comunicazione. Con entrambi questo “dopo” “durante noi”! Il lavo-
no per me la vera fede»: sono monsi- c’è frequentazione assidua, reciproca ro può fare miracoli. L’altra sera la
gnor Luca Raimondi, vescovo ausiliare stima, solida amicizia. madre di un ragazzo autistico mi ha
di Milano, e suor Veronica Donatel- «Non ho mai vissuto l’autismo detto che il Signore mi ha mandato
lo, responsabile del Servizio naziona- di mio figlio Leo come una disgra- Leo affinché inventassi PizzAut. Non
le per la pastorale delle persone con zia e ho smesso di angosciarmi per mi piace questo pensiero, non credo
disabilità della Cei, nominata dal Pa- quello che tutti chiamano il “dopo di in un Dio vendicativo. Se c’è, Dio è
pa consultore del Dicastero vaticano noi”», dice. «Io voglio costruire bene, sempre».

20 Credere 12/2024
UNA CHIESA PIÙ INCLUSIVA

IL SOFFITTO DI CRISTALLO
DELLE DONNE TEOLOGHE
La vocazione di Lisa Lucchese è il mondo
della teologia. Studia a Roma grazie al sostegno
della sua diocesi, che ha deciso di investire su di lei.
Ma per molte altre ragazze (e in generale per i laici)
gli ostacoli sono davvero tanti...
di Vittoria Prisciandaro - foto di Alessia Giuliani/Catholic Press Photo

I
n Italia una giovane donna che deci- scuola, sulla possibilità di stabilizzarsi
de di studiare teologia fa una scelta con i concorsi ecc., ma questa è un’al-
avventurosa, profetica o senza spe- tra questione. Invece, per insegnare
ranza? Non è la prima volta che Lisa teologia nelle Facoltà ecclesiali, visto
Lucchese si sente fare questa doman- che in quelle statali non è una materia
da. «Non riesco a essere senza spe- prevista, la strada per i laici è davvero
ranza, ma purtroppo spesso è questa molto ardua. E la ragione è prevalen-
la percezione che abbiamo tra amici temente economica. Non c’è una vo-
e colleghi di teologia». Originaria di lontà di estromettere i laici dal mon-
Sacile in provincia di Pordenone, 32 do accademico teologico, ma avviene
anni, innamorata della teologia e del- in automatico, perché lo stipendio ec-
la musica, Lisa vive da sette anni a cessivamente esiguo e le poche ore di
Roma, iscritta alla Pontificia uni- insegnamento impongono di trovarsi
versità Gregoriana al terzo anno di un altro lavoro. Il problema sembra
dottorato in Teologia fondamentale e essere il “sistema” universitario, an-
al Pontificio istituto di musica sacra, cora molto clerico-centrico».
dove studia composizione. Gli esempi sono lampanti: ora-
ri delle lezioni quasi solo mattutini,
Una strada in salita obbligo di frequenza, poca digitaliz-
La teologia, dice Lisa, non è una zazione, impossibilità di percorsi Era-
sfida soltanto per le donne ma per smus che introducano nel contesto
i laici in generale. Per chi sceglie que- accademico (e quindi lavorativo) inter-
sta strada il problema arriva dopo lo nazionale; e poi, aggiunge Lisa, scar-
studio, con la ricerca del lavoro. «Per so inserimento dei neo-dottorati nel Teologia al femminile
insegnare religione a scuola occorre corpo docenti, inesistenza di concorsi Nella foto: Lisa Lucchese,
una laurea, l’idoneità, e poi il lavoro pubblici… «Tutto questo richiedereb- 32 anni, si sta specializzando
in genere non manca. Il problema, al be una riforma. La cosa paradossale in Teologia a Roma, sostenuta
dalla sua diocesi di
massimo, può essere sul senso e il futu- è che anche per molti laici studiare
Concordia-Pordenone.
ro dell’insegnamento della religione a teologia è una sorta di “vocazione”.

22 Credere 12/2024
UNA CHIESA PIÙ INCLUSIVA

«Le ragazze che studiano teologia


spesso sperimentano il disinteresse
delle loro diocesi»

PER SAPERNE DI PIÙ


I percorsi di studio
per diventare teologhe
Come si diventa teologhe? Ci
sono due opzioni. La prima è
la laurea presso un Istituto
di scienze religiose (ve ne
Sopra: Lisa prega sono attivi in molte diocesi in
nella cappella tutt’Italia). Sono cinque anni di
del collegio Santa studi: un triennio propedeutico
Cecilia, dove vive. e un biennio specialistico. La
Qui accanto: seconda opzione è conseguire
al lavoro nella una laurea in Teologia presso
biblioteca. le Facoltà teologiche (ce n’è più
o meno una per ogni regione
ecclesiastica: Triveneto, Italia
Settentrionale, Italia Centrale,
Italia Meridionale… e a Roma vi
sono le Università pontificie).
La durata degli studi dipende
dalle facoltà, ma nel percorso
classico c’è un biennio filosofico
più un triennio teologico (si
consegue il baccalaureato)
più un ulteriore biennio
specialistico (si consegue la
licenza). In sostanza una laurea
Ma, a differenza dei loro colleghi pre- esperienze bellissime, percepen- di primo livello in Teologia dura
ti o religiosi, non sono affatto sicuri do in profondità il senso di Chie- (per esempio nel caso della
del loro futuro professionale, benché sa come famiglia: laici, presbiteri Pontificia università Gregoriana
il percorso di studi sia il medesimo». e religiosi tutti insieme». Da qui la di Roma) 5 anni. Per una laurea
scelta di studiare teologia. «Alcune specialistica, quindi, servono
Una scelta nel cammino di fede esperienze piuttosto forti mi hanno circa 7 anni. Per la qualifica
dottorale bisogna aggiungere
Queste cose Lisa le ha realizzate “ribaltata” interiormente. È iniziato
altri 3 anni. Totale: circa 10 anni.
negli anni. Studi di Scienze religiose a un tempo di domande radicali. Og-
Per insegnare religione a scuola
Portogruaro, diploma in pianoforte al gi, dopo più di dieci anni, continuo a
serve o la laurea in Scienze
conservatorio di Udine, Lisa è cresciu- sentire che la teologia è un nutrimen-
religiose, oppure la laurea in
ta in parrocchia a Sant’Odorico, in «un to davvero imprescindibile per il mio Teologia ma con l’aggiunta del
bellissimo gruppo di giovani, aman- cammino di fede». tirocinio. È molto importante,
ti della musica e dell’animazione». A Lisa è una donna fortunata. Per- perché solo il tirocinio abilita
16 anni conosce la Fraternità france- ché la sua strada ha incontrato la lun- all’insegnamento.
scana di Betania, «dove ho vissuto gimiranza pastorale del suo vescovo,

lasci perdere chi ruba soltanto il lavoro degli altri,


24 Credere 12/2024
Ambiente
internazionale
Qui accanto: Lisa in
un momento di relax
nel giardino dello
studentato insieme a
due compagne: una
suora e una laica,
entrambe straniere.
Sotto: l’ingresso della
Gregoriana, dove Lisa
studia per il dottorato.

economicamente negli studi a Roma e


offrono loro una prospettiva lavorati-
va chiara al loro rientro. Non ho mai
saputo di altre diocesi italiane che
facessero lo stesso». Nella maggior
parte dei casi, le ragazze italiane stu-
diano per desiderio personale, senza
certezze sul futuro.
«I loro vescovi scrivono una lettera
di raccomandazione per l’accoglien-
za in Collegio e stop. Nessun ulteriore
sostegno, men che meno economico.
Ma soprattutto, nessun interesse nel
sapere che una propria diocesana de-
sidera formarsi per servire in modo
più qualificato la Chiesa». Insomma, «i
laici vengono considerati solo come
dei battitori liberi, e come tali sono
trattati. La gerarchia non ha partico-
lare interesse a investire su di loro e a
pensarli come qualificati collaboratori,
accanto al clero. Questo dispiace dav-
vero», conclude Lisa. «In questi anni
in Collegio molte ragazze hanno ma-
nifestato con tristezza il loro sentirsi
“orfane”, dimenticate dalla propria
Giuseppe Pellegrini. A lei e ad altre Esperienza che apre orizzonti comunità ecclesiale. L’idea è che gli
studentesse è stato proposto di an- In questi sette anni Lisa ha vissuto unici collaboratori del vescovo siano
dare a studiare nella Capitale, usu- al Collegio teologico femminile “Santa i presbiteri o i religiosi. Non sembra
fruendo di un sostegno economico, per Cecilia”, nato nel 1974 proprio per acco- essere questa la prospettiva del conci-
poter poi essere impiegate al servizio gliere ragazze inviate dalle diocesi per lio Vaticano II che, del resto, è ancora
nella diocesi. Le tre studentesse inseri- studiare a Roma. Per questo, il Collegio lontano dall’essere applicato su larga
te nel progetto – una per la Storia del- mette a disposizione delle borse di stu- scala, almeno in Italia. Nella mia dio-
la Chiesa, una per la Teologia morale dio che coprono parzialmente le spese cesi, fortunatamente, ci sono persone
e una per la Teologia fondamentale – di vitto e alloggio. «Il numero di italia- illuminate e lungimiranti che hanno
sanno che, oltre all’insegnamento della ne che ho incontrato è stato davvero avuto il coraggio di andare “contro-
religione, una volta rientrate ci sarà la esiguo. Molti Paesi stranieri – Pakistan, corrente” e avviare piste innovative.
possibilità di un’occupazione allo Stu- Iraq, India, Ucraina… – investono sulle Mi auguro che molte altre Chiese lo-
dio teologico e altri incarichi formativi. laiche delle loro Chiese, le sostengono cali possano fare lo stesso».

12/2024 Credere 25
GIOVANI IMPEGNATI

LA BUONA POLITICA
SECONDO LA GENERAZIONE Z
Don Michele Pitino e otto giovani
di Como dopo un lungo scambio on line
iniziato ai tempi del Covid hanno scritto
un libro in cui spiegano cosa pensano
di impegno sociale, pace, giustizia e
ambiente. Perché, dicono, «rendere
migliore il mondo è ancora possibile»

di Stefania Culurgioni
foto di Attilio Rossetti

O
gni giorno li vediamo litigare, lanciarsi
frecciatine, fare a gara per chi la dice
più grossa. Parlano per frasi ad effet-
to, giocano sull’equivoco verbale, ricor-
rono a false promesse e, troppo spesso,
agli insulti. Il più delle volte suscitano in
chi li ascolta un vago mal di pancia ma
la peggiore delle reazioni che stanno ali-
mentando è un’altra: la stanchezza, la di-
sillusione e il disinteresse. Elettori, ecco
a voi la politica per come la conoscia-
mo. Non è tutta qui, certamente: esisto-
no ancora donne e uomini che, facendo-
lo di mestiere, lavorano con abnegazione
e passione al bene comune, come anche
persone che ci credono ancora. Ma il sen-
timento collettivo (e le percentuali di vo-
to) non lasciano grandi speranze: ci sia-
mo disamorati della politica che, invece,
dovrebbe essere un’arte profonda e fon-
damentale per regolare e costruire la vita
di una comunità. Cosa fare per salvarla?

26 Credere 12/2024
Giovani di pace
Don Michele Pitino
(al centro, con il libro
È ancora possibile
una buona politica?
Stili e obiettivi), 38
anni, insieme ai giovani
alla Marcia della pace
a Como lo scorso
gennaio. Da sinistra
in senso orario: Anna
Caspani, 29 anni,
Francesco Cavalleri,
27, Giulia Tringali, 27, e
Alessandra Pagani, 20.

12/2024 Credere 27
GIOVANI IMPEGNATI

«Buona politica vuol dire trovare


delle strategie per ribaltare
gli equilibri e cambiare le cose»

Un cammino da fare insieme


A sinistra: Francesco e Anna firmano
una copia del libro che hanno
contribuito a scrivere. Qui sotto:
il volume, È ancora possibile una
buona politica? (edito da Paoline).
Qui a destra: i giovani e don Michele
nella basilica di Sant’Abbondio, sede
della Pastorale universitaria di Como.
Sotto: un incontro di gruppo.

Don Michele Pitino è un prete di 38


anni che presta servizio nella diocesi
di Como. Si occupa da qualche anno
di pastorale universitaria e vocaziona-
le e ha avuto un’idea: ha messo insie-
me un gruppo di giovani tra i venti e i
trent’anni e con loro ha cominciato a
ragionare. Alla fine ne è uscito un libro
che si intitola È ancora possibile una
buona politica? Capitolo dopo capi-
tolo, per 224 pagine, gli autori passa-
no in rassegna tutti gli argomenti di
cui essa dovrebbe occuparsi, dall’edu-
cazione all’ambiente, dalla pace alla
giustizia, dalla solidarietà al dialogo,
dalla deriva dell’antipolitica alla non realizzazione personale ma sentiero che saremmo diventati tutti migliori.
violenza. Lo fanno con metodo scien- arduo e umile nel dono di sé». Così decisi di invitare dei giovani a
tifico, con l’intento di riscattarla e li- chiacchierare intorno a certi temi,
berarla dalla cattiva reputazione che Mettersi al servizio per vedere cosa succedeva».
si è fatta, per restituirla al suo fine di «Tutto è nato durante il primo Alessandro Bianchi, Anna Claudia
servizio al bene comune. Nella post- lockdown», racconta don Michele. «Era Caspani, Francesco Cavalleri, Paolo
fazione, il vescovo di Como, cardina- il 2020, tutti eravamo chiusi dentro, Della Torre, Alessandro Gatti, Gloria
le Oscar Cantoni, dice che quei ragio- io stesso sentivo un grande desiderio Mussetto, Francesca Pellegatta e Giulia
namenti sono «strade per coloro che di confrontarmi su quello che ci stava Tringali non si conoscevano ancora,
non smettono di credere nella politica accadendo. Era il periodo in cui dice- ma avrebbero imparato a farlo presto.
come alta forma di amore. Non via di vamo (e adesso sorride, ricordandolo) «All’inizio ci siamo incontrati on line»,

28 Credere 12/2024
un “valore pedagogico” e serva a da-
re una visione del mondo, a sviluppa-
re attenzione verso gli ultimi e a far
capire l’importanza del perdono: «Ai
politici di oggi vorrei dire che i gio-
vani ci sono, studiano e si impegna-
no, date loro spazio! Cosa dovrebbe
fare la politica oggi? Riflettere su se
stessa, fare un esame di coscienza,
capire che è diventata una lotta tra
tifoserie che si urlano a vicenda sen-
za proposte vere».
Francesco Cavalleri ha 27 anni, ha
studiato Fisica e sta facendo un dotto-
rato industriale per studiare i model-
li climatici in caso di eventi estremi.
Quando lo raggiungiamo al telefono è
a Oslo: «Sono credente», racconta, «la
mia fede si è sviluppata nel contesto
degli scout. Mi sono appassionato di
politica grazie a padre Alex Zanotelli
che ci ha insegnato a conciliare l’a-
racconta don Michele, «decidevamo spetto spirituale con quello politico».
un tema e ne parlavamo. Scuola, sa- Francesco dice che secondo lui «Gesù
nità, verde urbano, migranti, ne ab- era un uomo politico, un personag-
biamo toccati tanti e ciascuno di loro gio rivoluzionario, portatore di uno
portava la sua esperienza, con un filo stile di non violenza attiva che oggi
rosso: la politica». è necessaria per realizzare la giusti-
Cosa avevano in comune questi zia sociale. Che non significa passività
otto giovani? Non necessariamente né violenza ma trovare strategie per
erano tutti credenti, molti avevano ribaltare le cose e spostare gli equi-
esperienze in oratorio, ma tutti era- libri». Infatti, secondo lui, la pagina
no mossi dal desiderio di mettersi al del Vangelo più vicina alla politica è
servizio degli altri. E conoscevano il quella del «porgi l’altra guancia». Che
sacerdote. Giulia Tringali, per esem- in sé non significa rassegnazione ma
pio, si trova adesso in Burkina Faso è un modo per «ridicolizzare il poten-
e lavora per Mani Tese: «Sono capo- te e restituire dignità all’oppresso».
progetto di una cooperativa di donne, scegli come partner a cosa compri al «La politica per me è una forma
ci occupiamo di sviluppo rurale: qui supermercato. Il nostro obiettivo era di carità: è un servizio alle persone
trasformiamo il grano in un sostituto forse creare consapevolezza per poi e alla comunità per tessere legami
del dado da cucina, lo produciamo per esercitare pressione sulle istituzioni». nel rispetto dei diritti», dice don Mi-
autoconsumo ma anche per venderlo chele, «ciascuno di noi è chiamato a
sul mercato locale. Cos’è la politica? Difendere gli oppressi praticarla e viverla secondo gradi diver-
Ce ne sono due: una è quella di cui si Alessandro Bianchi, 28 anni, vive si. Il nostro libro è uno strumento: offre
parla sui giornali, l’altra è quella che a Vienna e lavora nel trasporto ferro- una proposta di stile e nuovi obiettivi
si fa tutti i giorni sul campo, agendo viario. Ha studiato urbanistica a Mi- per riscattarla dalle insidie nelle quali
nella vita quotidiana, facendo del- lano, si definisce «credente ma non si è cacciata, la propaganda, le fake
le scelte. Quali scelte? Tutte! Da chi praticante», ritiene che la fede abbia news, l’applauso a tutti i costi».

, venga sul sito eurekaddl.cyou


12/2024 Credere 29
Credere

Zoom
LE VESTI NELLA BIBBIA

SE L’ABITO
RACCONTA
LA STORIA
DELLA
SALVEZZA
Dalla nudità dei
progenitori alla
tunica senza
cuciture di Gesù,
le Scritture
ci offrono
un affascinante
percorso attraverso
i vestiti e il loro
significato.
Li scopriamo in
questo Zoom con
la guida di padre
Daniele La Pera

di Vittoria Prisciandaro
A sinistra: Giuseppe
e la moglie di Potifar, come appartiene all’abito la facoltà
opera di Nicolas Régnier, di raccontare qualcosa o addirittura
del 1628. Sotto: Adamo una storia, soprattutto nel mutare
ed Eva cacciati dal paradiso, di ciò che viene indossato, ed
dipinto del Beato Angelico,
è proprio in questi termini che
XV secolo, conservato al
Museo del Prado, a Madrid. nel suo libro cerca di rileggere
alcune pagine bibliche. «Si tratta
naturalmente di una selezione,
d’altronde quello dell’abito è uno
dei temi più ricorrenti nella Bibbia,
non di rado infatti attraverso
l’azione del rivestire o del
denudare si rappresenta quella
che può essere la dimensione
esistenziale, spirituale e anche

R
morale della persona. Su questo
icca di significati simbolici, piano l’abito assurge quasi a simbolo
la veste di Gesù che i che riesce a farci entrare, rileggere
soldati si contendono e comprendere le dinamiche che
tirandola a sorte è solo animano il racconto e lo svolgersi
uno dei tanti abiti che la Bibbia delle vicende al suo interno».
ci presenta. Anzi attraverso il
racconto delle vesti è possibile Dalla tunica dei
rivisitare la storia della salvezza, progenitori alla veste di
a partire dalla nudità dei nostri lino della Chiesa sposa
progenitori. In un libro piccolo, Si delinea allora un percorso.
divulgativo e profondo – Nei tuoi «Partendo dalla tunica dei
panni (edizioni Messaggero Padova) – progenitori, passiamo poi da quella
padre Daniele La Pera ci introduce al del giovane Giuseppe, del piccolo
“Significato del guardaroba biblico”, Samuele e perfino le vesti della
come recita il sottotitolo. regina Ester, e approdiamo alla
«L’abito ci racconta una tunica tessuta tutta d’un pezzo di
storia», scrive il biblista, che è Gesù, sulla quale si modella l’unica
frate minore conventuale, insegna tunica prevista per i discepoli
alla Facoltà teologica del Triveneto La storia della salvezza inviati, fino alla veste di lino puro
ed è rettore della Scuola di attraverso gli abiti e splendente di Apocalisse che
formazione teologica dell’Istituto Padre La Pera parte dal rappresenta il dress code per le nozze
Sant’Antonio Dottore di Padova. constatare che «in fondo l’abito è dell’Agnello. Naturalmente per
Poiché «attraverso il motivo sempre più dell’abito, nel senso ciascuno di questi capi si cerca di
ricorrente dell’abbigliamento, si che il messaggio che trasmette va cogliere il significato che trasmettono
può ripercorrere l’intero profilo ben oltre il significato puramente riguardo alla persona che li indossa,
della teologia biblica e della storia materiale del capo d’abbigliamento: i ma anche i passaggi, i mutamenti di
della salvezza», quali sono, allora, vestiti comunicano qualcosa di chi li condizione e il significato che questi
i “paragrafi” di questo racconto indossa, della sua personalità, della assumono ogni volta che si racconta
attraverso gli abiti nel Primo e nel condizione sociale, del mestiere di un cambio d’abito».
Nuovo Testamento? che svolge, del ruolo che ricopre; Padre La Pera scrive che «Se
certamente l’abito può essere vestire è un’arte, leggere ciò che
A pag. 30: Gesù deriso, dipinto perfino una maschera, ma anche l’abito racconta lo è altrettanto, e
di Philippe de Champaigne, del questo rientra nell’ambito della “mettersi nei panni altrui” richiede
XVII secolo, conservato al Musée
National de Port-Royal des Champs
comunicazione, dell’immagine di esattamente d’imparare quest’arte
(Francia). Secondo Marco 15,17, sé o di qualcun altro che si intende e a leggere questo linguaggio»: ma
Gesù viene vestito di porpora, trasmettere». In tal senso allora quali sono gli strumenti per imparare
incoronato di spine e deriso. possiamo effettivamente riconoscere questa arte?

12/2024 31
Zoom
LE VESTI NELLA BIBBIA

A sinistra:

Il ricamo di Maria Lavanda


dei piedi,
dipinto di
«Ecco, attraverso l’uscio Giovanni
socchiuso, scorgo di là Maria Francesco
intenta a ricamare un panno Caroto, del
bellissimo, senza cuciture, 1530 circa,
tutto tessuto d’un pezzo da proveniente
cima a fondo. Probabilmente è dalla chiesa
la tunica di Gesù, ma non per dei Frati
quando nascerà, per quando minori
osservanti
sarà grande: gliela prepara fin
di Isola
d’ora, prima già che lui nasca. della Scala
Io non me ne intendo, e perciò (Verona).
non so se gli arabeschi che
disegna con l’ago siano fatti a
punto erba o a punto ombra.
Forse sono fatti a punto a croce.
Una cosa, però, intuisco: che
quando tuo figlio indosserà
quella tunica, lui, l’eterno, si
sentirà le spalle amorosamente
protette dal fragile tempo di sua
Madre. Povera Maria. A suo figlio,
vorrebbe dargliela tutta intera
la sua vita. Ma non può. Allora
gliene regala una porzione, fin da questo senso comune si impone è stato composto il testo ha la
adesso, racchiusa nello scrigno poi la necessità di conoscere una sua importanza, perché ci aiuta a
di quella tunica. Forse un giorno, particolare cultura o etichetta, cogliere sfumature di significato
proprio per questo, sulla vetta il mutamento dei costumi e dei altrimenti perdute in traduzione.
del Golgota, gli uomini della suoi codici». Insomma, questo Poi ogni capo va naturalmente
Croce non vorranno lacerarla». linguaggio per essere letto necessita osservato nel registro simbolico
+ Don Tonino Bello dell’apprendimento delle sue forme che l’autore adotta nel complesso
(4 Marzo 1990), espressive. della sua opera e, non ultimo,
Lettera a san Giuseppe nell’intera tradizione biblica».
Leggere un abito Insomma capire cosa c’è dietro
Nell’ambito biblico, spiega un abito citato nel testo biblico non
«Naturalmente tutti siamo capaci lo studioso, questo comporta è facile, bisogna avere gli strumenti
di prestare attenzione a ciò che ci l’osservazione del contesto socio- per poterlo “leggere”. «Gli strumenti
circonda, chi più chi meno – al di là culturale nel quale è ambientato possono essere ancora altri, in ogni
dei gusti strettamente personali – il racconto, e anche del contesto caso il risultato è che, non solo
ciascuno ha un proprio senso critico narrativo in cui è descritto un l’analisi del guardaroba ci aiuta a
e riesce pertanto a percepire – mi determinato abito. «Gli usi e i comprendere meglio il racconto,
riferisco adesso al nostro argomento – costumi di quel tempo ci aiutano ma allo stesso tempo, “mettendoci
l’agiatezza, la semplicità, l’eleganza o a comprendere le assonanze e le nei panni” dei protagonisti di
la trascuratezza, la sciatteria, l’aspetto dissonanze che quel particolare queste pagine siamo agevolati a
trasandato che può comunicare un vestiario ci dice in riferimento al riflettere se “ciò che indossiamo
abito in riferimento alla persona protagonista del racconto. Anche quotidianamente” – il nostro modo
che lo indossa. È vero però che oltre la conoscenza della lingua in cui di vivere, di scegliere, il pensiero che

32 12/2024
ci guida – corrisponde al dress code A sinistra: La Trasfigurazione, coglie anche nella storia di Anna e
rappresentato in questi scritti o se dipinto di Ludovico Carracci, il piccolo Samuele, così come nelle
anche per noi si rende necessario del 1594-95, conservato umili bende con cui Maria avvolge il
alla Pinacoteca Nazionale a
provvedere a un cambio d’abito che bambino Gesù. Allo stesso tempo la
Bologna. A destra: La regina
sia più coerente a un’esperienza Ester, opera di Giovanni nudità – come simbolo che non può
autenticamene cristiana. La Battista Moroni, del XVI secolo. mai essere del tutto concettualizzato
ricaduta esistenziale, di rilettura del – può significare anche la fedeltà
vissuto personale, è un elemento dell’uomo, la coerenza di cui è
importante, che appartiene capace, il lasciarsi portar via tutto
all’intenzione stessa del testo biblico questo venir meno della certezza piuttosto che cedere: come avviene
che sempre coinvolge il lettore». dell’amore di Dio. È interessante per Giuseppe di fronte alle pretese
però che, nonostante i primi tentativi della moglie di Potifar, come avviene
La nudità, il non vestito dei progenitori di provvedere da sé per lo stesso Gesù, svestito e appeso
Anche la nudità, il non abito, con rimedi di fortuna – la cintura di nudo a una croce. Un processo di
ha un suo significato nella Bibbia, foglie – sarà Dio stesso a rivestire completa donazione di sé al quale
a partire dalla storia di Adamo ed la loro nudità ricoprendoli con il discepolo stesso – raffigurato
Eva. «Assolutamente sì, la nudità è tuniche di pelli». nel vangelo secondo Marco proprio
significativa, anzi – come spiego nel Nel testo è scritto che rivestire da un giovane che, ricoperto solo
libro – la prima volta che si parla rimane sempre una nota peculiare da un lenzuolo, fugge via nudo –
di un abito nella Bibbia avviene dell’agire di Dio nei confronti deve assimilarsi. Eppure, alla fine
per ciò che lo rende necessario, d’Israele, della Chiesa e di tutta tutti riappaiono con abiti nuovi e
ossia la scoperta nudità dei l’umanità da Lui desiderata e sfolgoranti: Giuseppe rivestito di
progenitori che, infrangendo riconosciuta come immagine di sé. lino finissimo; il giovane del Vangelo
l’alleanza relazionale con Dio, è poi simbolicamente ripreso dal
credendo di poter ottenere di più Dio che riveste giovane che veglia il sepolcro vuoto
senza di Lui che con Lui, infine si Che vuol dire che Dio ci riveste? vestito di una veste bianca; Gesù
ritrovano nudi, quindi esposti, «L’atto del rivestire è l’atto della stesso, il Risorto, è rappresentato
indifesi, in pericolo. Allora la cura, dell’accondiscendenza e in Apocalisse con un outfit del tutto
nudità in tal senso indica proprio dell’amore incondizionato. Lo si rinnovato e pervaso di significato.

12/2024 33
Zoom I paramenti liturgici
Anche la liturgia ha il suo dress Stola. È l’insegna propria dei
LE VESTI NELLA BIBBIA code. La diversità delle vesti
liturgiche (“paramenti”) segnala
ministri ordinati (vescovi, sacerdoti,
diaconi). Viene portata al collo
esteriormente la diversità dei (la sua forma richiama quella
compiti nella celebrazione della sciarpa). Durante la Messa
liturgica. La veste comune a tutti è nascosta sotto la casula (o la
i ministri (ordinati e istituiti) è il dalmatica), in altre celebrazioni
camice. Alcuni paramenti invece è visibile. Il diacono la porta
sono propri solo del sacerdote o trasversalmente da sinistra a destra.
del diacono o del vescovo. Altri Piviale. Un tempo era un mantello
paramenti segnalano, con i loro che si usava nelle processioni
colori, il periodo dell’Anno liturgico per ripararsi dalla pioggia. Oggi è
Allora l’atto del rivestire, fisico o che si sta celebrando. indossato dal celebrante durante
simbolico che sia, ammesso che Di seguito un piccolo dizionario. i Vespri, per la benedizione
le due cose siano distinte, rimane Amitto. Panno bianco con due eucaristica e per le processioni.
quale rappresentazione di un legacci che si mette intorno Velo omerale. È un indumento
vissuto comunque accudito, al collo prima di indossare alcuni che copre le spalle, le braccia (gli
comunque amato. Un’opera tipi di camice. “omeri”) e le mani del sacerdote
di misericordia – appunto – che Camice. È una veste di stoffa quando prende in mano l’ostensorio
dimostra il desiderio profondo di bianca, usata dal sacerdote, con l’Eucarestia per la benedizione
farsi prossimo al cuore ferito, alla dal diacono e anche da altri ministri o la processione.
vita oltraggiata, alla dignità offesa». nella celebrazione. È la “base” Mitra. Copricapo usato dal
su cui si indossano tutti gli altri vescovo.
La tunica senza cuciture paramenti. Ricorda la veste
bianca ricevuta nel Battesimo,
Pastorale. Bastone con l’estremità
In vista della Pasqua aiuta un ricurva, usato dal vescovo.
la quale è segno della nostra È il segno che il vescovo
piccolo focus sulla tunica senza
dignità di figli di Dio. è il pastore della Chiesa.
cuciture e l’outfit del Risorto.
Cingolo. Cordone che viene messo I colori liturgici. Sopra il camice
«Sicuramente uno dei capi
intorno alla vita per tenere fermo il ministro ordinato indossa dei
d’abbigliamento più interessanti il camice e fissare la stola. paramenti che variano colore
dell’intero guardaroba biblico è Cotta. È un abito bianco, da a seconda del tempo liturgico.
proprio la tunica di Gesù, tessuta indossare sopra la veste. Arriva fino Bianco: è il colore usato nel
tutta d’un pezzo, una peculiarità alle ginocchia (è come un camice tempo di Natale, di Pasqua, nella
del Vangelo secondo Giovanni. Del in miniatura), con maniche larghe festa del Corpus Domini, della
vestire di Gesù i testi evangelici e corte. È indossata anche Santissima Trinità, di Cristo Re,
ci rimandano diverse indicazioni: dai chierichetti. nella celebrazione dei sacramenti
dai primi panni da neonato che Tunica. Abito bianco, simile al del Battesimo, del Matrimonio e
dicono tutta l’ordinarietà che egli camice, lungo fino ai piedi. dell’Ordine, nelle feste dei santi e
abbraccia con l’incarnazione, Veste talare. Abito lungo fino della Madonna. In alcune feste è
allo sfolgorante intermezzo della ai piedi, di colore nero o rosso, sostituito dall’oro.
trasfigurazione quale anticipo con dei bottoni. Si indossa Rosso: indica il sacrificio di Gesù
della luce intramontabile che insieme alla cotta. sulla croce e il sacrificio dei martiri
non ricusa l’oscurità di un vissuto Casula. È l’abito che indossa che, come Gesù, hanno versato il
faticoso, passando per il grembiule il celebrante nella Messa. loro sangue. Viene perciò usato il
che indossa per lavare i piedi ai Si mette sopra il camice. Ha una Venerdì santo, la domenica delle
suoi discepoli, le vesti di Gesù forma semicircolare e avvolge Palme, nella festa del Sacro Cuore
sono sempre simbolo della sua il celebrante arrivando di Gesù, nelle feste dei santi martiri.
capacità di donazione. Vesti fin sotto le ginocchia. È anche il colore dello Spirito
Pianeta. Ha la stessa funzione della Santo (fuoco), perciò si usa nella
che gli vengono tolte per essere
casula, ma è più piccola: non copre solennità della Pentecoste e per il
“mascherato da re” durante i
le braccia. Nelle nostre chiese sacramento della Cresima.
passaggi del processo, una maschera
si trovano spesso pianete molto Verde: si usa nel tempo ordinario.
molto più vera di quanto possano antiche con preziose decorazioni. Viola: è il colore del richiamo alla
credere coloro che lo sbeffeggiano; Dalmatica. È un abito simile conversione e della penitenza.
un abito che dice tutta l’integrità del alla pianeta ma con le maniche. Viene usato in Avvento, in
suo amore – “tessuta d’un pezzo” Originaria della Dalmazia, come Quaresima e nel sacramento
– capace di rimanere indissolubile veste liturgica è stata adottata della Penitenza.
verso la metà del secolo IV (da Lorenzo Quadri e Lorenzo Testa,
e ora è indossata dal diacono.
lasci perdereVademecum del chierichetto)
chi ruba soltanto il lavoro degli altri,
34 12/2024
Qui sopra: Le tre Marie e l’angelo l’immancabile tunica, questa volta è pazientemente confezionato
davanti al sepolcro vuoto, affresco lunga fino ai piedi e cinta al petto attraverso le “opere giuste dei santi”
del XIV secolo, di scuola senese, da una fascia d’oro – il Cristo ormai (Apocalisse 19,8): tutto quel vissuto
conservato nel Santuario del Sacro
completamente pervaso dalla vita capace di esprimere in modo sempre
Speco a Subiaco (Lazio).
nuova, la vita redenta – e, non più coerente l’amore significato dalle
ultimo, quel mantello che indossa vesti del Risorto».
anche mentre tutto viene spartito, nella visione di Apocalisse 19,13, che
disperso, tirato a sorte. Allora, se non è semplicemente macchiato di
da una parte questa tunica è stata sangue, ma addirittura “intriso”, è Per saperne di più
giustamente intesa fin dall’antichità inzuppato di sangue, del suo sangue,
quale simbolo dell’unità della Chiesa, del suo amore. Simboleggia tutta Daniele La Pera, Nei tuoi panni.
così come espressione dell’identità quell’eccedenza di amore che Significati del guardaroba biblico,
Edizioni Messaggero Padova, 2024
sacerdotale di cui Gesù è rivestito sempre muove il Risorto ad agire
Lorenzo Quadri e Lorenzo
– nel confronto con le descrizioni a favore dell’umanità, a favore
Testa, Vademecum del chierichetto,
offerte da Giuseppe Flavio – penso della sua Chiesa, di quel popolo
San Paolo 2014
che prima ancora, l’unità della tunica che anela e si impegna a rivestire
abbia a che fare con l’unità del l’abito promesso (cfr. Apocalisse
Figlio, il cui amore rimane integro 3,5), la veste bianca sulla misura
a dispetto di ogni offesa e rifiuto». di quella del Risorto. Un impegno
che si traduce concretamente
L’outfit del Risorto nella dimensione relazionale La prossima settimana
«D’altronde è esattamente questo efficacemente descritta attraverso
che Apocalisse ci rappresenta la metafora delle nozze e, dunque, Il Vangelo
attraverso l’outfit del Risorto: dell’abito della Chiesa-Sposa che secondo Giovanni

12/2024 35
COME BREZZA LEGGERA

Contemplare è l’arte La lezione spirituale che ci viene


dalla lettura del romanzo di
di cogliere i legami uno scrittore svedese dedicato
tra finito e infinito all’adolescenza di Gesù

di Alessandro Deho’

«Q
uell’uccello», disse, «di che di non essere banalizzata e appiatti-
colore è? Quello tra le pie- ta: sfumati sono i nostri sentimenti e
tre». Il cardellino? È marro- piene di riflessi anche le nostre inten-
ne con un po’ di verde e di oro sulle zioni più buone. E ognuno di noi ha
ali e una macchia rossa sotto la co- colori nascosti che noi stessi non pos-
da. Che bei riflessi ha! Guarda come siamo vedere, protetti da una coda.
muove a scatti la testolina, si gira e Poi la descrizione si sposta sul mo-
si volta da tutte le parti. Come se facesse tutto vimento. Il modo di muoversi del cardellino è,
simultaneamente. Ce n’erano molti, a casa. Sul- agli occhi di Gesù, una melodia. Contemplare
la catasta della legna. Se ne stavano là sopra, la significa sapere che la verità non è fissa. Come
mattina, io davo loro da mangiare dei chicchi di sarebbe possibile altrimenti sentire il movimen-
grano. In primavera, quando l’acqua gocciolava to segreto delle cose che si stanno deponendo
tra i sassi e… ma perché me lo chiedi? «Perché continuamente nelle mani del Padre? E poi la
io non vedo niente di tutto questo. Niente», gioia: Gesù non si limita a un’asettica descri-
gridò alzandosi. «Vedo un uccello e penso: un zione, Gesù canta stupito l’apparire della vita.
uccello. Nient’altro. Niente che riguardi l’uccel- Contemplare è amare ciò che si guarda. So-
lo. Niente colori, nessuna storia, niente». lo l’amore rende sacra l’esistenza. Infine la con-
È uno dei passaggi più intensi del roman- templazione spalanca la strada ai ricordi, a tut-
zo Lettera dal deserto dello svedese Göran Tun- ti i cardellini dell’infanzia, quelli che stavano
ström. A regalarci la descrizione del cardellino sulla catasta di legno di Giuseppe, perché la
è un Gesù adolescente in ricerca di se stesso, contemplazione vera sconfigge anche il tempo,
ed è una traccia preziosa per comprendere cosa permette di fare esperienza di eternità già qui.
significhi contemplare. Contemplare è prima Giovanni non vede così. Ecco perché, dice
di tutto trovare il nome giusto delle cose. Giovanni, «dovrai predicare al mondo e dire
Se per Giovanni quello tra le pietre non è altro come vedi… i cardellini. Devi parlare dei lega-
che un uccello, per Gesù è prima di tutto un mi». Sì, forse contemplare non è altro che dire
cardellino, ha un nome, non si confonde con come vediamo i cardellini, e parlare dei legami:
il resto degli appartenenti allo stesso genere. tra finito e infinito, tra uomo e Dio, tra visibile
Non è una mania da catalogazione enciclopedi- e invisibile, legami che, a un cuore contempla-
ca: dare il nome giusto è il primo gesto per far tivo, sembrano evidenti.
sentire quelle cose esistenti. C’è molta Genesi
in questo, le cose nominate esistono. C’è molta
sofferenza quando non ci si sente visti, quan-
do nessuno dice il nostro nome, quando siamo
solo uomini e donne tra altri uomini e donne.
La contemplazione è un atto che inizia quan-
do si concede alle cose la sacralità dell’unicità.
Poi Gesù disegna i colori e le sfumature del car-
dellino. La contemplazione è l’arte di coglie-
re le sfumature e i riflessi. E perfino i colori
nascosti sotto la coda delle apparenze. C’è una
ricchezza nel cuore di ogni uomo che chiede

12/2024 Credere 37
ITINERARI E FESTE RELIGIOSE

PIEMONTE

LA PASSIONE
IN DIRETTA
Personaggi in
costume, scenografie
realistiche e milizie
a cavallo: tra le strade
di Romagnano Sesia,
si è immersi negli
ultimi momenti della
vita di Cristo con una
ricostruzione popolare
dove il pubblico
è protagonista.
Appuntamento al 2025
di Marta Ghelma

D
a quasi tre secoli, nei giorni di gio-
FOTO DI MAURO BARAGGIONI (2); MONICA BUZZONI

vedì, venerdì e sabato della Setti-


mana santa e la sera di Pasqua, il
dramma di Gesù sul Calvario rivive
lungo le strade di Romagnano Se-
sia, un piccolo borgo in provincia di
Novara dove tradizione e devozione
si fondono in un grande evento di fe-
de popolare. Dal 1729, e più di recen-
te esclusivamente negli anni dispari
Ai piedi della croce
Gesù ❶ crocifisso ❷ tra i due ladroni ❸ è uno dei momenti
più suggestivi del Venerdì santo a Romagnano Sesia. Ai piedi
della croce, i soldati ❹, con le corazze originali dell’epoca
spagnola, si giocano ai dadi la tunica di Gesù. Discoste, le
tre Marie ❺ osservano la scena. San Pietro si dispera ❻.

(le prossime rappresentazioni saran- Tre giorni con Cristo poi con la consegna da parte di due
no nel 2025), oltre trecento attori non S’inizia il giovedì sera con le rap- famiglie, che ne sono depositarie, di
professionisti e comparse abbigliati presentazioni della cospirazione del due bandiere ai gruppi di soldati in
nei costumi d’epoca interpretano le Sinedrio e il patto con Giuda, l’ultima costume romano, l’omaggio in casa
scene della Passione di Cristo ac- Cena, la lavanda dei piedi, l’istituzione del Governatore e la sua investitura
compagnati da un vasto pubblico che dell’Eucarestia e l’orto dei Getsemani. ufficiale, due processioni una con il
partecipa attivo alla Sacra rappresen- La giornata del venerdì inizia molto catafalco su cui verrà adagiata la sta-
tazione, trasformando la località pie- presto con la sveglia al paese da par- tua del Cristo morto nella proces-
montese in un grande palcoscenico te del passaggio di persone con le sione serale, e una con la statua della
all’aperto. “battole” e i tamburi, proseguendo Beata Vergine Dolorosa e i personaggi

, venga sul sito eurekaddl.cyou


12/2024 Credere 39
ITINERARI E FESTE RELIGIOSE

Organizzare la visita
In attesa di partecipare al
prossimo Venerdì santo di
Romagnano Sesia che si svolgerà
nel 2025 (date già disponibili su
venerdisanto.org), si può visitare
la sala dedicata del MEV, il
Museo storico etnografico della
Bassa Valsesia a Villa Caccia
(museostoricoromagnano.it),
con le foto, i documenti, i costumi
originali d’epoca e alcuni emblemi
e oggetti simbolo della Passione,
tra i quali la splendida riproduzione
della Croce trasparente eseguita
nel 1912 dal romagnanese
Il dramma del tradimento
Tra i diversi quadri messi in scena
Lorenzo Innaciotti che ci sono il tradimento di Giuda
tradizionalmente era illuminata che si fa corrompere ❶ dai sommi
dalle candele e trasportata sacerdoti e dagli anziani e
a braccia nella processione consegna loro Gesù per trenta denari.
notturna del Venerdì santo. Poi l’Iscariota s’impicca ❷.

Antica tradizione
«Se i primi documenti scritti risalgo-
no al 1729, questa tradizione si presume
che risalga al Seicento, durante il perio-
ROMAGNANO
SESIA do della dominazione spagnola» spiega
NOVARA Paolo Arienta, presidente del Comitato
BIELLA Pro Venerdì Santo, l’ente che prende
VERCELLI origine dall’antichissima Congregazio-
ne del Santissimo Enterro, il cui priore
TORINO presiedeva all’organizzazione delle due
ASTI ALESSANDRIA processioni originali, successivamente
PIEMONTE inglobate nella Sacra rappresentazio-
ne attuale, rispettivamente il venerdì
mattina e il venerdì sera.
Mar Ligure
Da statiche – ovvero recitate nel- dei volontari – circa trecento tra gli
la chiesa parrocchiale – le scene della attori e le comparse più le oltre due-
in costume. Nel pomeriggio continua Passione, riprodotte fedelmente co- cento maestranze (su una popolazione
la parte teatrale – con il tribunale di me scritte nei Vangeli, nel corso dei di circa 3.800 abitanti!) che si riunisco-
Anna e Caifa, il rinnegamento di Pie- secoli hanno acquistato un maggiore no già nei mesi invernali per provare
tro, la disperazione e morte di Giuda, dinamismo. Tra le più storiche e attese le scene e aggiornare le scenografie
Gesù al tribunale di Pilato e di Erode, dal pubblico c’è senza dubbio quella e i costumi – guidati dall’appassiona-
la Flagellazione, la salita al Calvario e del “gioco della tunica”, il momento ta regia del giornalista e saggista Lo-
la Crocifissione – per terminare con in cui i soldati romani si giocano a da- renzo Del Boca – il Venerdì santo di
FOTO DI MAURO BARAGGIONI (2); MONICA BUZZONI

la processione serale con tutti i per- di le vesti e la tunica del Cristo. I due Romagnano è da tempo un evento di
sonaggi e i due simulacri del Cristo attori che interpretano questa parte richiamo nazionale (e non solo) av-
morto e della Beata Vergine. Il saba- dopo quasi trecento anni indossano vicinabile all’altrettanto nota Passione
to sera, poi, viene rappresentata la ancora i costumi con le corazze e gli di Sordevolo, che si svolge ogni cinque
Risurrezione. Dal 2013, la domenica elmi di origine spagnola conservati al anni nell’area del Biellese.
di Pasqua sono riproposti in versione Museo storico-etnografico della Bas-
notturna i principali “quadri” dei tre sa Valsesia, nella sezione dedicata al Nuove collaborazioni
giorni precedenti, dall’ultima Cena al- Venerdì Santo. «Negli ultimi anni abbiamo iniziato
la Risurrezione. Grazie alla costante dedizione una bella collaborazione con l’Ente di

40 Credere 12/2024
gestione dei Sacri monti di Piemonte
e Lombardia: nell’ottobre del 2022
siamo saliti al Sacro Monte di Va-
rallo per rappresentare alcuni tra i più
importanti “quadri” della nostra Pas-
sione e nell’estate del 2024 abbiamo
in programma un altro evento simile
che coinvolgerà un altro Sacro mon-
te dell’area piemontese o lombarda»,
racconta Paolo Arienta.
Sempre vicina al linguaggio con-
temporaneo e moderna nell’impianto
scenografico e recitativo, questa tradi-
zione ultracentenaria conserva anche
delle figure che risalgono alle origini,
una su tutte il cosiddetto “Governato-
re della Sacra rappresentazione”,
una carica onorifica che, oggi come
allora, ha la prerogativa di aprire la
propria casa, dare ospitalità e offrire
ristoro a chiunque si rechi a rendergli
omaggio. D’altronde, in questa locali-
tà del Piemonte l’appuntamento pa-
squale con la tre giorni della Passione
è particolarmente sentito dall’intera
comunità che, nei secoli, partecipa
sempre numerosa, trasmettendo i suoi
antichissimi riti generazione dopo ge-
nerazione. E, da qualche anno, tra la
folla, si sente parlare anche qual-
che lingua straniera.

Pensando all’Unesco
«Il Comitato Pro Venerdì Santo fa
parte della rete continentale di Euro-
Fedele ai Vangeli passion e di Europassione per l'Italia,
La Sacra rappresentazione abbraccia tutti gli eventi della Passione, dall’ultima l'associazione italiana che riunisce le
Cena ❸ del Giovedì santo alla suggestiva scena di Gesù risorto che esce realtà che mettono in scena la Pas-
dal sepolcro ❹. L’azione ricalca fedelmente il racconto dei quattro evangelisti.
sione dal Nord al Sud della Peniso-
la. È nata proprio qui e il prossimo
maggio, in occasione del ventennale
della sua fondazione, organizzeremo
a Romagnano Sesia un convegno do-
ve porteremo avanti la proposta di
candidatura dei riti della Settima-
na Santa come Patrimonio imma-
teriale dell'Unesco ed esporremo una
mostra fotografica sul nostro Venerdì
santo», conclude Arienta.

> Nel prossimo numero - La Sainte


Chapelle e la Corona di spine a Parigi

12/2024 Credere 41
ULTIMA GENERAZIONE

L’enorme sfida di Insegnare religione agli studenti


di questi tempi può essere
“raccontare l’amore” un’impresa. Ma non bisogna
tra i banchi di scuola arrendersi al pessimismo

di Deborah Sutera

G
iacomo è un insegnante di a una consapevolezza non felice, os-
religione che vuole essere, sia: “Un baratro è l’uomo e il suo
anche nel suo lavoro, «un cuore un abisso”. Questa certezza
segno d’amore». Ma come fare? «Ten- mi richiama a una costante opera di
tando sempre di stare, di non fuggire, vigilanza su di me, perché ognuno di
di prendermi carico di situazioni di noi purtroppo deve fare i conti con
fragilità che mi si presentano davanti violenza che lo abita. Negare questa
agli occhi. La mia prima esperienza accademica presenza è il primo passo verso una qualsivo-
è stata la laurea in Filosofia e in Scienze Filosofi- glia tragedia. Fermarsi, ascoltarsi, rendersi con-
che: avevo tanti, forse troppi interrogativi, e sapevoli delle proprie ferite, non negarle: poi
desideravo colmare un’enorme domanda di iniziare a lavorarci su. Questo mi aiuta a non
senso. Poi, dopo una pausa durante la quale mi condannare l’altro perché siamo tutti parte di
ero messo alla ricerca della mia strada, entrando una medesima umanità».
in un convento, sono tornato da laico sui banchi Il pensiero che l’amore tra gli uomini non
dell’Università per studiare Scienze religiose e esista alle volte rischia di prendere il soprav-
abilitarmi all’insegnamento della religione cat- vento nel tuo cuore? E in quello dei tuoi giova-
tolica nelle scuole. Non è sempre facile: provo ni studenti? «Proprio ieri sera il nostro arcive-
la fatica e la gioia di farmi prossimo e presente scovo, all’interno di una veglia per i giovani e
ai miei studenti, nel tentativo di essere per loro con i giovani, ci lanciava una sfida: mai fare
un ascolto attento e vicino. Per me l’amore è es- alleanza con la tristezza! È un invito forte a
serci, anche quando non se ne avrebbe voglia non scoraggiarsi: è chiaro che ascoltando le no-
o quando la stanchezza prende il sopravvento. tizie sui media ci si sente spinti in un profondo
Ma come si può comunicare l’amore agli stu- sconforto, e si impone la drammatica doman-
denti in un tempo storico come questo? «Biso- da: siamo guasti fino alla radice? Non è possi-
gna fare piccoli atti di decentramento e di bile nulla di buono o di bello? La risposta non
accoglienza. Riconoscendo e riconoscendo- può essere sì, la risposta è una costante opera
si bisognosi dell’altro, in una sorta di circolo di rilancio della speranza che l’amore esista e
virtuoso dove ognuno tenta di prendersi cura che sia più forte di ogni morte».
del fratello o della sorella. Ecco: l’amore nel-
la vita concreta si traduce in atti di cura quasi
impercettibili. Chiedendosi, come ci indica pa-
pa Francesco, “per chi sono?” e ricordandosi
che solo l’amore colma ogni nostro vuoto, che
inutilmente noi proviamo a riempire con atti
autoreferenziali».
Oggi molta violenza si manifesta all’interno
delle relazioni che dovrebbero in modo privi-
legiato fondarsi sull’amore. E poi tante guerre
trafiggono il mondo, numerosi femminicidi tra-
volgono la storia di troppe famiglie. Cosa pro-
va un giovane insegnanti di religione cattolica
davanti a tutto questo? «Negli anni sono giunto

12/2024 Credere 43
La settimana
liturgica
Dalla Parola alla vita

Domenica
Tempio per la Pasqua si interroghi attorno al presunto
RITO AMBROSIANO arrivo di Gesù, dà l’idea di quanto rilevante potesse esse-
re la sua persona. Si comprende dunque la possibile pre-
Domenica delle Palme occupazione dei capi e la perentorietà dell’ordine dato,
che non lascia spazio a fraintendimenti. In questa atmo-
sfera di festa e di dramma che va preparandosi, Giovanni
colloca un episodio che simbolicamente fa sintesi di
quanto sta accadendo e si va preparando.
«Maria prese trecento grammi di Un gesto d’amore caratterizzato dalla gratuità più libe-
profumo di puro nardo, assai prezioso, ra e affettuosa viene male interpretato e richiede di essere
ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò sia spiegato che difeso. C’è chi, nonostante tutto, non ri-
con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì esce ad arrendersi al linguaggio trasparente dell’amore e
dell’aroma di quel profumo» si lascia condurre da altre intenzioni doppie e traboccanti
cupidigia. Il nardo sparso da Maria e lo stile tenuto
da Gesù parlano lo stesso linguaggio: dono generoso,
Isaia 52,13 – 53,12 offerta di sé, amore, cura, desiderio di profonda comu-
Salmo 87 nione con l’altro. Il profumo e la vita di Gesù subiscono
Ebrei 12,1b-3 lo stesso destino del nardo, raccontando una verità che
Giovanni 11,55 – 12,11 si tocca spesso con mano ma che è sempre difficile da
accettare: l’amore non sempre viene capito e spesso
chi fa del bene incontra ostilità. Tocca a Gesù rende-
Liturgia delle ore: Ufficio proprio re giustizia a Maria. Le parole di Giuda, oltre a grondare
falsità e doppiezza, sono insipienti nel non saper coglie-
re il senso profetico di ciò che la donna va compiendo.

I
versetti iniziali del brano di Giovanni, con cui si apre Oltre ad esprimere il riconoscimento dell’enorme valore
la Settimana Autentica, ci portano nel clima particola- che Gesù rappresenta, il profumo del nardo richiama per
re in cui si svolgono gli ultimi giorni della vita di Gesù: contrasto l’odore della morte che fino a poco tempo prima
la Pasqua è vicina. Possiamo immaginare Gerusalemme aveva ammorbato quella casa dopo la malattia di Lazzaro.
invasa dalla folla dei pellegrini che da tutti i territori cir- C’è un’altra morte all’orizzonte, ma questa, in un
costanti salivano in città per prepararsi alle celebrazioni paradosso misterioso, diffonde un buon profumo,
pasquali. Erano giorni di grande fermento per il popo- quello della vita. A Gerusalemme c’è festa ma si prepara
lo data l’importanza della festa, nella quale erano poste un dramma. A Betania un profumo meraviglioso annun-
le radici dell’identità di Israele. Si celebrava la salvezza cia una morte che sa di vita. La Pasqua che ci si appresta
passata e si auspicava anche quella futura, quando JHWH a celebrare è un evento che unisce dentro di sé opposti
avrebbe dato compimento definitivo alle sue promesse. inconciliabili: morte e vita, luce e buio, tristezza e gioia,
Dunque, tanto per l’euforia della ricorrenza, quanto per tradimento e fedeltà, amore e ostilità, debolezza e for-
le spinte nazionalistiche e identitarie che essa portava za, fine e inizio. La volontà di vita piena che il Padre ha
con sé, in quei giorni gli animi potevano anche scal- in sé si stende da un estremo all’altro, raccogliendo ogni
darsi molto e creare problemi di ordine pubblico. storia umana che tra quegli opposti può essere scritta.
In un simile contesto, il fatto che la gente salita al don Cristiano Mauri

lasci perdere chi ruba soltanto il lavoro degli altri,


44 12/2024
Il Triduo pasquale
Il Triduo pasquale è il cuore e vertice Triduo pasquale va intesa come un'unica
della Settimana santa (Settimana grande celebrazione in più momenti,
autentica nel rito ambrosiano) e di tutto preceduta dal «prologo» che è costituito
l’anno liturgico «poiché l’opera della dalla Messa in Coena Domini. Aiutati dai
redenzione umana e della perfetta sacri riti del Giovedì Santo, del Venerdì
glorificazione di Dio è stata compiuta Santo e della solenne Veglia Pasquale,
da Cristo specialmente per mezzo del rivivremo il mistero della Passione, della
mistero pasquale». La celebrazione del morte e della risurrezione del Signore.

24 marzo
morte stessa. Sono elementi che accentuano il realismo
RITO ROMANO drammatico di una narrazione, che ogni generazione cri-
stiana ha meditato, per trovarvi ispirazione per la propria
Domenica delle Palme vita credente. Per tanti e tante, in effetti, rileggere della
Passione del Signore ha significato e significa anche
Passione del Signore oggi partecipare ad essa, fino alle lacrime. In questa
direzione orienta anche la proclamazione del Salmo 21,
lamento del giusto perseguitato: l’assemblea lo fa proprio
«A mezzogiorno, si fece buio su tutta rispondendo col versetto che Gesù stesso ha gridato sulla
la terra fino alle tre del pomeriggio. croce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
Alle tre, Gesù gridò: “Eloì, Eloì, lemà La grande ricchezza della liturgia di questa domenica
sabactàni?”, che significa: “Dio mio, intreccia, però, la dinamica di identificazione con la sto-
Dio mio, perché mi hai abbandonato?”» ria narrata – con elementi che ne mostrano il senso. In
questa direzione vanno, ad esempio, le parole pronun-
ciate da Gesù durante la Cena: mentre esprimono la chia-
Isaia 50,4-7 ra coscienza del destino che lo attende (solo nel Regno
Salmo 21 egli potrà tornare a bere del calice di benedizione), esse
Filippesi 2,6-11 rileggono la sua esistenza come dono per molti, co-
Marco 14,1 – 15,47 me corpo e sangue di cui fare memoria. Davvero egli
vive l’esperienza del servo di Dio, presentata nella prima
lettura (Isaia 50,4-7): pronto all’ascolto obbediente della
Liturgia delle ore: II settimana parola indirizzatagli, pronto a farsene testimone anche
quando ciò lo espone al disprezzo ed agli insulti di chi lo
circonda, comunque fiducioso nel Signore che lo assiste.

L
a domenica delle Palme è dominata dalla potente nar- È la stessa prospettiva cui guarda anche la seconda let-
razione evangelica della Passione: ben due capitoli di tura (Filippesi 2,6-11): l’inno ripreso da Paolo contempla la
Marco (14 e 15), proclamati durante la Messa e prece- vicenda di Gesù Cristo, a partire dalla condizione divina
duti dal racconto dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme fino all’assunzione di quella umana ed allo svuotamento
letto all’inizio della processione (Marco 11,1-10). Facile così (kenosi) cui egli va incontro, in un’esistenza obbediente
cogliere il contrasto tra le acclamazioni di benedizione che lo conduce sulla Croce. Il testo non si ferma, però,
rivolte dalla folla al Signore che entra nella città santa ad essa: Dio innalza colui che è stato umiliato, confe-
e gli insulti e le ingiurie indirizzategli solo pochi giorni rendogli il nome di Signore, più grande di ogni altro.
dopo (ma non dimentichiamo che nel frattempo c’erano Lo sguardo della domenica delle Palme si protende
state controversie attorno alla sua autorità e al tempio). cioè già verso la Pasqua orientando lo sguardo credente
Ma anche la promessa di fedeltà di Pietro contra- alla gloria, aldilà della violenza subita da Gesù. È un in-
sta col triplice rinnegamento che egli pronunzierà vito a condividere – anche nella difficoltà più disperan-
dopo che Gesù sarà catturato. Gesù si trova dunque te – la fiducia in Dio, espressa dalle parole con cui pro-
solo, come lo era stato nella preghiera sul Getsemani, segue il Salmo responsoriale: «Ma tu, Signore, non stare
coi discepoli incapaci di condividere la sua veglia ango- lontano, mia forza, vieni presto in mio aiuto».
sciata, e come lo sarà nel processo, nelle torture, nella Simone Morandini

12/2024 45
La settimana Lunedì
liturgica 25 marzo

RITO AMBROSIANO RITO ROMANO


Lunedì della Settimana Autentica Settimana santa

«State attenti a voi stessi, che i vostri «Intanto una grande folla di Giudei
cuori non si appesantiscano in venne a sapere che egli si trovava là
dissipazioni, ubriachezze e affanni e accorse, non solo per Gesù, ma
della vita e che quel giorno non vi piombi anche per vedere Lazzaro che egli
addosso all'improvviso» aveva risuscitato dai morti»
Giobbe 2,1-10 Isaia 42,1-7
Salmo 118,153-160 Salmo 26
Tobia 2,1b-10d Giovanni 12,1-11
Luca 21,34-36

Liturgia delle ore: Ufficio proprio Liturgia delle ore: II settimana

E S
ntriamo nella Settimana autentica, accolti da un am- ei giorni prima della Pasqua Gesù si trova a Betania,
monimento: «State attenti a voi stessi». Poniamo quindi nella casa degli amici Lazzaro, Marta e Maria. Quest’ul-
grande attenzione a quello che accade in noi in questa tima prende trecento grammi di profumo preziosissi-
settimana: se ci lasciamo sequestrare dalle preoccupazio- mo, puro nardo, cosparge con esso i piedi di Gesù e poi li
ni del vivere, se preferiamo “stordirci” nei molti modi a asciuga con i suoi capelli. Con quale intenzione? Con la
nostra disposizione per non fare i conti con la verità volontà profetica di anticipare in questo modo l’un-
di Dio che si manifesta nella passione di Gesù; se in- zione normalmente riservata ai morti e come un ge-
somma preferiamo volgere il nostro cuore altrove lontano sto di grande amore, in totale gratuità.
da sofferenza, violenza, sopraffazione e morte, tutti luo- Il comportamento di Maria scandalizza Giuda Iscario-
ghi che Dio ha scelto per la sua definitiva manifestazione. ta, che si indigna contro di lei: «Perché non si è venduto
Ripercorrere quegli eventi così dolorosi della vita del questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai
Signore è una prova: sfida noi credenti sul piano esi- poveri?». A suo avviso è avvenuto uno spreco inutile, ma
stenziale a fare della nostra vita qualcosa che asso- la sua vera intenzione è svelata dal commento tagliente
miglia all’ultima Cena e non al sonno dei discepoli dell’evangelista: «Disse questo non perché gli importasse dei
nell’Orto degli ulivi. Ed è sempre il momento, ora più poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa,
che mai, di fare o ri-fare nostro il gesto di Gesù che si dona prendeva quello che vi mettevano dentro». Inoltre, Giuda
per il bene di tutti, di provare ad essere come Lui almeno è incapace di discernere in Gesù il vero povero: colui
un po’, facendo della nostra vita qualcosa che assomiglia che, spogliato di tutto, è incamminato verso la pas-
al dono, anche in eventi limite di sopraffazione e violenza. sione e la morte, nella Settimana Santa che celebriamo.
Il senso dei giorni che ci attendono sta quindi A questo punto è Gesù a prendere con decisione le
nell’essere svegli, in sintonia col Signore, partecipi difese dell’amica: «Lasciala fare, perché essa lo conservi
della sua vicenda per aver «la forza di sfuggire a tutto ciò per il giorno della mia sepoltura. I poveri, infatti, li ave-
che sta per accadere»: l’indifferenza del cuore, l’anneb- te sempre con voi, ma non sempre avete me». Vi è cer-
biamento delle emozioni e della consapevolezza, quel tamente un comando da compiere – dare ai poveri –, ma
modo anestetizzato di affrontare la vita e il mistero di ciò è sempre possibile, mentre quel gesto di amore ver-
Dio che, come una tentazione, ci viene tanto facile ma ci so Gesù era possibile solo nell’ora che precedeva la sua
impedisce di «comparire davanti al figlio dell’uomo”, di Passione: beata la donna che ha saputo cogliere questa
“stare diritti” davanti al mistero di Dio. priorità, e beati noi se lo capiamo!
Alfonso Colzani e Francesca Dossi Ludwig Monti

46 12/2024
Martedì
26 marzo

RITO AMBROSIANO RITO ROMANO


Martedì della Settimana Autentica Settimana santa

«Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani «Ora il Figlio dell'uomo è stato
del popolo si riunirono nel palazzo glorificato, e Dio è stato glorificato
del sommo sacerdote, che si chiamava in lui. Se Dio è stato glorificato
Caifa, e tennero consiglio per catturare in lui, anche Dio lo glorificherà
Gesù con un inganno e farlo morire» da parte sua e lo glorificherà subito»
Giobbe 16,1-20 Isaia 49,1-6
Salmo 118,161-168 Salmo 70
Tobia 11,5.14 Giovanni 13,21-33.36-38
Matteo 26,1-5

Liturgia delle ore: Ufficio proprio Liturgia delle ore: II settimana

L A
a seconda e la terza lettura, così diverse, ci aiutano conclusione dell’ultima Cena Gesù rivela ai suoi di-
a gettare uno sguardo sorprendente sull’avvicinarsi scepoli che uno di loro lo tradirà (Giuda) e un altro lo
della Passione. Nel libro di Tobia l’episodio si trova al rinnegherà per tre volte (Pietro). Il contesto è solenne
termine del racconto, quando egli torna dalla pericolosa e riempito dall’esempio di Gesù, che secondo i Vangeli
missione che il padre gli aveva affidato. Un ritorno felice sinottici in questa cena istituisce il memoriale dell’Euca-
che porta con sé il tesoro recuperato ma anche qualco- ristia e secondo Giovanni dona il segno della lavanda dei
sa di imprevisto: l’amore di Sara e un farmaco che guari- piedi: gesti che testimoniano la profondità e la pie-
rà la cecità di Tobi. È un momento di forti emozioni, di nezza del suo amore; di Lui che «avendo amato i suoi
scambio di affetti profondi, di gioia e benedizione. Cele- che erano nel mondo, li amò fino alla fine» (Giovanni 13,1).
brazione della vita che non tradisce le aspettative, Ma proprio in tale frangente quelli che sono stati più
pieno godimento delle benedizioni di Dio. vicini a Gesù lungo tutta la sua parabola terrena ma-
Un’atmosfera agli antipodi di quella che domina nel nifestano la loro incapacità di seguirlo fino alla fine.
brano di Matteo, dove troviamo il cinico e astuto piano Per dirla con Marco, quelli che all’inizio, «abbandonato
delle autorità giudaiche per catturare e mettere a morte tutto seguirono Gesù» (Marco 1,16-20), nell’ora della Pas-
Gesù. Qui il bene non è riconosciuto, domina il fred- sione, «abbandonato Gesù fuggirono tutti» (Marco 14,50).
do calcolo politico di un potere che non vuole essere C’è poco da commentare, se non da rimanere scan-
messo in discussione. Gesù lo capisce e ne parla con i dalizzati. Eppure i discepoli, con Pietro a capo, si ravve-
suoi... Matteo scrive come se questa consapevolezza auto- deranno, torneranno da Gesù ed Egli sarà pronto a pre-
rizzasse i capi giudaici a procedere. Non riporta le reazioni cederli quale Risorto in Galilea, quasi a iniziare da capo
dei discepoli, né drammatizza le parole di Gesù. È come l’itinerario sfociato nella caduta. Così ha commentato l’in-
se questo destino di morte fosse letto a partire dall’atmo- signe biblista Bruno Maggioni: «Si direbbe che la figura
sfera che regna nel racconto di Tobia, come se l’incontro del discepolo è fallimentare: fosse stato per il discepolo,
felice del figlio di ritorno dalla sua missione gettasse luce la storia di Cristo sarebbe finita. Ma le cose sono anda-
sul dramma, illuminandolo del suo senso profondo. Così, te diversamente perché il discepolo ha abbandonato
mentre gli uomini dispiegano il loro potere maligno pen- Cristo, ma non viceversa. Se il discepolo fugge, Ge-
sando di dominare la storia, Gesù forse pregusta gli affetti sù lo cerca di nuovo. La sua fedeltà mantiene aperta la
del ritorno al Padre, consapevole di averne corrisposto il storia del discepolo che, altrimenti, sarebbe chiusa da un
desiderio di amare fino in fondo la nostra umanità. pezzo, e anche la nostra storia personale».
Alfonso Colzani e Francesca Dossi Ludwig Monti

12/2024 47
La settimana Mercoledì
liturgica 27 marzo

RITO AMBROSIANO RITO ROMANO


Mercoledì Settimana santa
della Settimana Autentica
«Allora uno dei Dodici, Giuda «Colui che ha messo con me la mano nel
Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e piatto… mi tradirà. Il Figlio dell'uomo
disse: “Quanto volete darmi perché io se ne va... ma guai a quell'uomo dal
ve lo consegni?”. E quelli gli fissarono quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
trenta monete d'argento» Meglio non fosse mai nato!»
Giobbe 42,1-10a Isaia 50,4-9a
Salmo 118,169-176 Salmo 68
Tobia 13,1-18 Matteo 26,14-25
Matteo 26,14-16

Liturgia delle ore: Ufficio proprio Liturgia delle ore: II settimana

S N
e il libro di Tobia ci invita a guardare il Triduo pasqua- ell’ultima Cena Gesù si rivolge indirettamente a Giu-
le a partire dalla sua conclusione gloriosa, quello di da, affermando: «Guai a quell’uomo, dal quale il Fi-
Giobbe ci trattiene nel dramma e nel mistero glio dell’uomo viene tradito! Meglio per lui se non
della sofferenza del giusto. Giobbe, dopo aver chiesto fosse mai nato!». Gesù cerca di offrire a Giuda un’ultima
ragione dell’ingiusta sofferenza, riconosce che l’essere occasione di ravvedimento. È come se gli dicesse, con
umano è incapace di comprendere i piani di Dio. Ci invita mestizia: «Infelice te se non trovi la forza di recedere dal
quindi a leggere “dal basso” la vicenda di Gesù, a condi- tuo proposito di male!».
videre il mistero del male che si accanisce contro di Lui. Prima che Giuda esca dallo spazio comunitario
Lo stesso mistero abita il tradimento di Giuda, punto e giunga per lui la “notte” (Giovanni 13,30), Gesù
di caduta dell’incapacità umana a cogliere il valore di sal- cerca di risvegliarne la coscienza. Giuda percorre fi-
vezza che ha l’amore misericordioso di Dio, punto estre- no in fondo la sua strada di morte, nonostante Gesù lavi
mo dell’annebbiamento e dell’incomprensione. Vedremo anche a lui i piedi e gli offra il boccone, gesto di amicizia.
che nei momenti cruciali degli ultimi giorni di Gesù quasi Di fronte all’enigma del discepolo che tradisce, non
nessuno lo capisce, Pietro lo tradisce, gli altri, ad ecce- siamo autorizzati a compiere indagini psicologiche. La-
zione di poche donne, fuggono. La decisione di Giuda scio dunque la parola a una famosa omelia pronunciata
parla anche di noi, delle nostre incomprensioni, del- da don Primo Mazzolari, il Giovedì santo del 1958, capace
la determinazione con la quale diamo seguito alla nostra di avvolgere nella misericordia del Signore anche Giuda:
incredulità con azioni malvagie, che poi nemmeno sanno «Povero Giuda! Cosa gli sia passato nell’animo non lo so.
chiedere di essere perdonate. E provocano l’irreparabile. Mi accontento di domandarvi questa sera un po’ di
Forse Giuda ha agito così trascinato dal grande do- pietà per il nostro povero fratello Giuda. Non vergo-
lore per aver capito che Gesù non vuole essere il Messia gnatevi di assumere questa fratellanza. Io non me ne
politicamente potente che lui sognava, per essersi sen- vergogno, perché so quante volte ho tradito il Signore.
tito tradito a sua volta. Ed è vero che forti sofferenze si Chiamandolo fratello, siamo nel linguaggio del Signore,
nascondono dietro tutti i gesti malvagi… Ma Giobbe ci perché, quando ha ricevuto il bacio del tradimento nel
invita ad evitare di condannare Dio in nome della Getsemani, gli ha risposto chiamandolo “amico” (Matteo
sofferenza, ad attendere nella speranza la sua parola 26,50): questa parola vi dice l’infinita tenerezza del Si-
di giustizia, come Gesù che non si sottrarrà alla cattura, gnore. Noi possiamo tradire l’amicizia del Cristo, ma Lui
confidando nel Padre, per fedeltà al suo progetto d’amore. non tradisce mai noi, anche quando non lo meritiamo».
Alfonso Colzani e Francesca Dossi Ludwig Monti

48 12/2024
Giovedì
28 marzo

RITO AMBROSIANO RITO ROMANO


Giovedì della Settimana Autentica Giovedì Santo
«Nella Cena del Signore» «Cena del Signore»
«Gesù prese il pane, lo spezzò e disse: «Prima della festa di Pasqua, Gesù,
“Prendete, mangiate: questo è il mio sapendo che era venuta la sua ora
corpo”. Poi prese il calice e lo diede loro, di passare da questo mondo al Padre,
dicendo: “Bevetene tutti, questo è il mio avendo amato i suoi che erano
sangue dell’alleanza, versato per molti» nel mondo, li amò fino alla fine»
Giona 1,1-3,5.10 Esodo 12,1-8.11-14
1Corinzi 11,20-34 Salmo 115
Matteo 26,17-75 1Corinzi 11,23-26
Giovanni 13,1-15

Liturgia delle ore: Ufficio proprio Liturgia delle ore: Ufficio proprio

È G
questo l’ultimo tratto di vita di Gesù con i suoi discepo- iovanni presenta la Passione di Gesù come vittoria
li, con coloro che Lo hanno seguito, che per Lui hanno della sua libertà e del suo amore sulla violenza e la
lasciato tutto e che oggi sembrano in difficoltà. L’amo- cattiveria che vorrebbero imprigionarlo. Per questo
re dei discepoli per Gesù assomiglia al nostro: entu- il racconto dell’atto vissuto in piena coscienza e libertà,
siasta nel momento degli inizi, quando riscopriamo quella con cui Gesù inaugura gli eventi che lo porteranno alla
figura a noi nota fin da bambini, il suo modo di essere, di Passione, si apre così: «Prima della festa di Pasqua Ge-
stare al mondo e amare che sentiamo nelle nostre corde sù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da que-
e che desideriamo vivere anche noi. Qualcuno ha persino sto mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel
lasciato tutto e ha messo la sua vita al servizio del Vangelo. mondo, li amò fino alla fine». I Vangeli sottolineano la
Poi anche noi, come i discepoli, cerchiamo di mettere sovrana libertà con cui Gesù depone la propria vita
Gesù al nostro servizio, gli chiediamo di stare dalla nostra (cfr. Giovanni 10,18) e accoglie l’immersione che lo atten-
parte, di realizzare i nostri desideri di vittoria sulle forze de e il calice da bere (cfr. Marco 10,38). Egli agisce in
maligne di questo mondo e, se così non accade, voltiamo piena continuità con lo stile di tutta la sua esistenza,
le spalle delusi e andiamo altrove. Anche noi ci riempia- seguitando ad amare e a spendere la propria vita,
mo la bocca di parole che esprimono impeti di generosi- fino a consegnarla. Per mostrare questo ai discepoli,
tà, ma ci fermiamo lì, ai buoni propositi delle conferen- Gesù chiede loro di preparare un ultimo pasto, un pa-
ze, catechesi, prediche, che spesso restano parola vuota. sto testamentario secondo Giovanni (Giovanni 13,1-17,26).
Qualcosa di noi è come assopito, dorme, non ne Proprio in occasione di questa cena egli compie il ge-
vuole sapere del nucleo doloroso della vicenda di Ge- sto della lavanda dei piedi verso i suoi discepoli. Nella
sù che rivela la verità di Dio. Se messi alle strette anche piena libertà di Signore e Maestro, depone le sue
noi “estraiamo la spada” per difendere a modo nostro la vesti e compie il gesto dello schiavo. Proprio per que-
verità cristiana ma nella sostanza “abbandoniamo e fug- sto, subito dopo tale atto può rivolgersi alla sua comunità
giamo”. E alla fine… non lo conosciamo proprio quell’uo- di ogni tempo dicendo: «Capite quello che ho fatto per
mo sfigurato, non sappiamo chi è, non riusciamo a vedere voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene,
in Lui il volto di Dio che vive la tragedia dell’abbandono, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho
della solitudine, del soffrire… Il gallo canta anche per noi lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni
che forse, almeno oggi, possiamo trovare lacrime di vera agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi
empatia col Signore e un sincero ravvedimento. facciate come io ho fatto a voi».
Alfonso Colzani e Francesca Dossi Ludwig Monti

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12/2024 49
La settimana Venerdì
liturgica 29 marzo

RITO AMBROSIANO RITO ROMANO


Venerdì della Settimana Autentica Venerdì Santo
«Nella passione del Signore» «Passione del Signore»
«Gesù gridò a gran voce ed emise lo «Il mio regno non è di questo mondo;
spirito. Ed ecco, il velo del tempio se il mio regno fosse di questo mondo,
si squarciò in due, da cima a fondo, i miei servitori avrebbero combattuto
la terra tremò, le rocce si spezzarono, perché non fossi consegnato ai Giudei;
i sepolcri si aprirono» ma il mio regno non è di quaggiù»
Isaia 49,24-50,10 Isaia 52,13 – 53,12
Salmo 21,17c-20.23-24b Salmo 30
Isaia 52,13-53,12 Ebrei 4,14-16; 5,7-9
Matteo 27,1-56 Giovanni 18,1 – 19,42

Liturgia delle ore: Ufficio proprio Liturgia delle ore: Ufficio proprio

G N
iorno denso di sofferenza oggi, c’è tutto il male del el Venerdì santo meditiamo la Passione di Gesù se-
mondo che si riversa nella Passione di Gesù. Le si- condo Giovanni, che in questo spazio non si può com-
tuazioni dolorose, profondamente ingiuste, ra- mentare adeguatamente. Riflettiamo solo sull’ultima
dicalmente estreme nella loro atrocità trovano oggi parola di Gesù in croce e su quanto segue: «Dopo aver
un luogo nel patire del Signore. Si soffre tanto, troppo, preso l’aceto, disse: “È compiuto!”» (Giovanni 19,30). Cosa
nel mondo... Oggi come sempre il grido delle creature op- Gesù ha compiuto? Giovanni descrive la Passione co-
presse dal male si leva da ogni angolo della terra, un abis- me vittoria della libertà e dell’amore sulla violenza
so di dolore si versa nel cuore di Dio che tutto prende su e la malvagità. Gesù sa: consapevolezza che nasce dalla
di sé, si offre di portarlo e se ne fa carico fino in fondo. E sua libertà intelligente. Gesù ama: continuando a fare il
le forme del male che oggi incontriamo sono molteplici: bene degli altri, capiscano o no. Gesù continua fino alla
c’è il male fisico, quello che si imprime nel corpo e lascia fine in ciò che la sua coscienza illuminata dalla Parola e
i segni fin nell’intimo, accompagnato com’è da scherno, dallo Spirito gli indica.
prevaricazione, violenza; c’è il male interiore dell’abban- Ecco lo stile di tutta la sua vita, che si fa più impellen-
dono, della solitudine, dell’incomprensione radicale, il te, definitivo, proprio durante la Passione, compimento
male dell’avvilimento estremo, della minaccia e della ven- della sua esistenza. Perciò, «Gesù, sapendo che ormai
detta in nome del bene; ci sono l’oscuramento della co- tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, dis-
scienza e la conseguente derisione, il gioco beffardo e il se: “Ho sete”» (Giovanni 19,28). Ecco la Passione di Gesù:
sarcasmo fino all’ultimo respiro, fino in punto di morte. consapevolezza, amore, compimento, a cui si aggiunge il
Eppure qua e là, entro queste letture così estreme, desiderio, sete placata solo dall’abbraccio definitivo con
si fa avanti anche una dignità che non si lascia pie- il Padre, esteso dalla croce a tutta l’umanità. Ecco dun-
gare, una dimensione di resistenza che ci fa onore, que il compimento dell’amore fino alla fine, da parte
quel saper opporsi al malvagio senza violenza, quel di chi sa ciò che fa e desidera farlo. Questa la gloria
“non aprire la bocca”, che lascia traccia nei cuori e dice di Gesù, che fa di Lui un vivente proprio nell’ora in cui
di una dimensione in più, di un orizzonte che va oltre e muore: «Reclinato il capo, consegnò lo Spirito» (19,30).
apre spazi di futuro e di bene per noi ora inimmaginabili. Gesù fa anche della morte l’atto di un dono. E il dono
L’eco del mistero che si svela oggi nel cuore del soffrire che egli fa è definitivo, è già Pentecoste: lo Spirito Santo
umano ci permette di restare nel dolore, di portare il no- promesso nei “discorsi d’addio” (14,31-16,33), che instau-
stro con dignità e decoro, di sentire in noi il mondo intero. ra per sempre la comunione tra Gesù e i credenti in Lui.
Alfonso Colzani e Francesca Dossi Ludwig Monti

50 12/2024
Sabato
30 marzo

RITO AMBROSIANO RITO ROMANO


Sabato della Settimana Autentica Sabato della Settimana Santa
Giorno aliturgico Giorno aliturgico
«I capi dei sacerdoti e i farisei «Così dice il Signore: Venite, ritorniamo
si riunirono presso Pilato dicendo: al Signore: egli ci ha straziato ed egli
“Ordina che la tomba venga vigilata ci guarirà. Dopo due giorni ci ridarà
perché i suoi discepoli non lo rubino e poi la vita e il terzo ci farà rialzare e noi
dicano al popolo: ‘È risorto dai morti’”» vivremo alla sua presenza»
Celebrazione del mattino Lodi mattutine: Salmo 63
Genesi 6,9b – 8,21a Isaia 38,10-14.17-20
Salmo 34 Salmo 150
Matteo 27,62-66 Lettura breve: Osea 5,15b-6, 2

Liturgia delle ore: Ufficio proprio Liturgia delle ore: Ufficio proprio

G I
iorno di silenzio oggi, tutto tace, non c’è più nulla da l Sabato santo è il giorno dell’enigma e del buio più ne-
dire o da fare dopo la deposizione di Gesù nel sepol- ro: l’avventura di Gesù di Nazaret è davvero finita
cro. Dio è altrove oggi, nel buio della morte, “sigillato” con la sua morte vergognosa in croce? È un gior-
lì dentro da chi ha avuto paura di Lui e ora teme “l’impo- no contrassegnato dal silenzio, che potrebbe apparire
stura”. Chi teme che il bene possa creare subbuglio tempo “morto”, senza senso. Nella tradizione cristiana
è sempre sulle difensive, vede impostura ovunque, occidentale, non a caso, è l’unico giorno “aliturgico”, sen-
non ha occhi per la vita che riprende, non ha cuore per za celebrazione eucaristica. Il Sabato santo, giorno dopo
accettare che l’amore di Dio infranga il muro della mor- la morte, è il tempo in cui davanti ai discepoli vi è solo
te, strappi il sigillo e sposti pietre. la fine della speranza, un vuoto su cui incombe l’incubo
Forse anche a noi capita di “sigillare pietre”, di por- di una separazione apparentemente definitiva. A fronte
le come definitive sugli eventi della vita che sentiamo di tutto ciò, nel Credo confessiamo: «Discese agli inferi».
difficili o dolorosi: mettiamo pietre sulle nostre relazio- Ecco ciò che nel nascondimento avviene nel Sabato
ni, sui nostri affetti e li spranghiamo nel buio dal sapore di santo: giorno silenzioso, eppure giorno in cui il Pa-
morte. Anche Dio ha provato la tentazione di “mettere una dre attraverso il Figlio porta negli inferi la salvezza.
pietra sopra” su quell’umanità corrotta, troppo diversa da Gesù, disceso agli inferi, con la sua morte ha distrutto la
quella che aveva creato. Ma non resiste a quello spiraglio morte in un mirabile combattimento, come canta la litur-
di bene che vede in Noè: quel barlume di bene che anco- gia antica. Così la discesa agli inferi diventa dono della
ra c’è lo seduce, e Dio si ricrede, preserva il bene, lo salvezza a tutto il cosmo, salvezza dell’essere umano nella
salva, lo prende come principio di nuova creazione. sua interezza. Cristo scende nel cuore della creazio-
In questo giorno dai tratti silenziosi e riflessivi pro- ne, nelle “regioni” infernali che abitano ogni essere
viamo a non farci sopraffare dallo scoramento, dal vuo- umano: territori di incredulità, luoghi nei quali ognuno
to dell’abitudine e della routine delle tante Pasque già di noi può e deve invocare la discesa di Cristo perché le
vissute. Proviamo a sentire dove ci collochiamo: tra illumini e le trasformi in terra capace di far germogliare
coloro che sigillano pietre e spengono barlumi o tra la vita in forza della grazia.
chi ha ancora occhi per il bene che rimane, anche se Così il Sabato santo è un tempo di gravidanza, un cre-
piccolo piccolo… preziosa da custodire, terreno fertile scere segreto verso il trionfo della vita nuova: il suo silen-
perché la vita buona possa riprendere il suo corso anche zio non è mutismo ma «momento favorevole» (2Corinzi
in questo nostro mondo martoriato. 6,2), carico di energie e di vita.
Alfonso Colzani e Francesca Dossi Ludwig Monti

12/2024 51
Veglia Pasquale
RITO AMBROSIANO È questo l’orizzonte ultimo dell’esistere, da esso siamo
avvolti, lo respiriamo e ci tiene in vita. Alla vita serve sape-
re che mai Dio vorrà il male delle sue creature, nemmeno
«Dopo il sabato, all’alba del primo se a Lui attribuito, come è accaduto ad Abramo col figlio
giorno della settimana, Maria di Isacco, e che la fiducia in lui riposta non verrà mai tradita.
Màgdala e l'altra Maria andarono Ci vogliono poi dei fatti “forti” in cui riconoscersi e
ritrovarsi, punti sicuri del cammino come la «Pasqua
a visitare la tomba… Un angelo del del Signore». La vita per fiorire ha bisogno di libertà, di
Signore si avvicinò, rotolò la pietra» uscire, andare verso terre nuove e feconde, ci vorrà un
cammino «nel deserto» in cui sperimentare la prova e in-
sieme la cura e la protezione del Signore. Capiterà anche
Genesi 1,1-2,3a di perdere la direzione, ci vuole allora incoraggiamento,
Genesi 22,1-19 richiamo al bene e al mistero in cui siamo inseriti «perché
Esodo 12,1-11 i miei pensieri non sono i vostri pensieri…».
Esodo 13,18b - 14,8 Alla vita è necessario il respiro del perdono, perché i
Isaia 54,17c - 55,11 peccati ci accompagnano ma diventeranno «bianchi come
Isaia 1,16-19 la neve», se ascoltiamo la sua parola e impariamo a discu-
Atti degli Apostoli 2, 22-28 tere con Dio: «Su, venite e discutiamo», dice il Signore. La
Salmo 117 lettura degli Atti dove Pietro con coraggio prende la parola
Romani 1,1-7 ci riporta alla necessità di idee chiare, punti fermi, certez-
Matteo 28,1-7 za della vittoria sulla morte «perché non era possibile che
questa lo tenesse in suo potere». E c’è poi da farsi avanti
per «annunciare il Vangelo di Dio», per diffondere un mo-

È
la notte della ricapitolazione di tutta la nostra storia do di muoversi nel mondo ricco di buone cose, aperto,
con Dio, una storia che l’umanità intrattiene dall’al- gentile, fiducioso, e che trova nella luce della Pasqua,
ba dei tempi con l’Autore della vita, con Colui che sta nel fulgore abbagliante dell’angelo, ciò che dissolve
all’origine di tutto e tutto pervade con il suo desiderio di la paura e ci consegna nuovamente, sereni e rigenerati,
dare vita e amore. È la notte della rinascita, della vi- al nostro percorso di vita da figli di Dio e fratelli di tutti.
ta ripresa che ha bisogno della memoria feconda di Alfonso Colzani e Francesca Dossi
quanto accaduto per “venire alla luce” e ritrovare
il suo slancio. La memoria si nutre di ricordi e i ricordi
hanno bisogno di tante voci per farsi spazio nel cuore,
per far riaffiorare, come se fossero accaduti ieri, vissuti
antichi a noi così cari e preziosi, che ci hanno plasmato
come persone, come credenti e che ancora ci nutrono.
È bello quando si ri-corda insieme, e, grazie ai parti-
colari di ciascuno, riemergono le emozioni di un tempo:
come ci siamo sentiti, come eravamo contenti, quanto
abbiamo accolto, ringraziato, quanto ci siamo meraviglia-
ti, quanto eravamo impauriti, quanto siamo stati perdo-
nati… Funzionano così i ricordi, si aprono e tornano vivi
se siamo in tanti a parlarne, un po’ come accade stasera
con i numerosi testi che la veglia ci propone. Anche la
mente e il cuore più assopiti e stanchi per le tante soffe-
renze del vivere possono assaporare, in questa notte,
quei ricordi e fare memoria e tesoro di ciò che nu-
tre la vita. E alla nostra vita serve un’origine buona, un
atto creativo pregno di bellezza e bontà che fa tutt’uno
con un desiderio sublime di affetto e cura.

52 12/2024
nella notte Santa
RITO ROMANO attraverso la parola del Signore, il Figlio, tutto è stato cre-
ato, e in Cristo tutto sarà redento. Segue il racconto del
“sacrificio di Isacco” (Genesi 22,1-18): Abramo credette che
«Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Dio è capace di risuscitare i morti, e riebbe suo figlio Isac-
Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è co, profezia di Cristo risorto. Segue la grande pagina della
qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. salvezza del popolo di Dio attraverso l’uscita dall’Egitto
guidata dalla luce del Signore, prefigurazione dell’esodo
Ma andate, dite ai suoi discepoli e a definitivo nella morte e risurrezione di Gesù (Es 14,15-15,1).
Pietro: “Egli vi precede in Galilea”» Si passa poi ad alcuni brani profetici, cominciando
con le parole di consolazione di Isaia, caparra della
salvezza compiuta in Cristo: «Con affetto perenne ho
Genesi 1,1-2,2 avuto misericordia di te, dice il tuo redentore, il Signore.
Genesi 22,1-18 Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non
Esodo 14,15-15,1 si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la
Isaia 54,5-14 mia alleanza di pace» (Isaia 54,5-14). Subito dopo egli an-
Isaia 55,1-11 nuncia l’alleanza eterna di Dio con tutta l’umanità, per-
Baruc 3, 9-15.32-4,4 ché le sue vie non sono le nostre vie (Isaia 55,1-11). Dopo
Ezechiele 36,16-17a.18-28 un intermezzo in cui Baruc (3,9-15.32-4,4) chiede al po-
Romani 6,3-11 polo esiliato, e a noi con lui, di lasciarsi illuminare dalla
Salmo 117 vera sapienza, l’ultima testimonianza profetica spetta a
Marco 16,1-7 Ezechiele (36,16-17a.18-28), con parole dal sapore della
Pentecoste: «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di
voi uno Spirito nuovo. Porrò il mio Spirito dentro di voi

L
a Veglia Pasquale è «la madre di tutte le Sante Ve- e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme».
glie» (Agostino), contiene in sé tutto il mistero della A questo punto l’Apostolo Paolo ci ricorda che pro-
salvezza, che converge nella risurrezione di Gesù. prio in questa santa notte si radica il significato del
Per farci comprendere questo, accanto ai ricchi segni li- battesimo di ciascuno di noi: «Per mezzo del Battesimo
turgici, la Chiesa ci offre un’ampia messe di testi biblici. Si siamo stati sepolti insieme a Cristo nella morte affinché,
parte con Genesi 1,1-2,2, pagina di apertura della Bibbia: come egli fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria
del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita
nuova» (Romani 6,3-11). Infine, dopo il Salmo responso-
riale (117) che canta «Questo è il giorno fatto dal Signore»,
eccoci al più antico Vangelo della risurrezione: Marco 16,1-
7. All’alba del giorno dopo il sabato Maria di Magdala e le
altre donne preparano oli profumati per ungere il cada-
vere di Gesù. Ed ecco l’incredibile: la tomba è vuota!
Allora «videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’u-
na veste bianca, ed ebbero paura». Sbalordite, si sentono
dire: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù il Nazareno, il
crocifisso. È risorto, non è qui». Il Crocifisso è stato
rialzato dalla morte grazie al suo amore!
Ecco, dunque, l’invito ad andare dai discepoli per di-
re loro che Gesù li precede in Galilea: là lo vedranno, co-
me egli aveva promesso. Si tratta di tornare all’inizio del
Vangelo, per scoprire che Gesù ci chiede di seguirlo,
addirittura oltre la morte. Egli dice sempre al nostro
cuore: «Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma
chi perderà la propria vita per me e il Vangelo, la salverà»
(Marco 8,35). Ludwig Monti

12/2024 53
lasci perdere chi ruba soltanto il lavoro degli altri,
COL DESIDERIO DI DIO

Il dono della pace, Con questo gesto i fedeli


esprimono la comunione della
motivo di speranza Chiesa e l’amore vicendevole
e atto d’amore prima di fare la Comunione

di Carlo Cibien

I
l mistero dell’incarnazione ecclesiale e l’amore vicendevole, pri-
è rappresentato dall’evange- ma di comunicare al Sacramento». Qui
lista Giovanni in termini in- l’implorazione si fonde con la testimo-
tensissimi: «E la Parola Verbo si fece nianza e anticipa l’efficacia della Co-
carne…» (Giovanni 1,14), termini che munione al Corpo e Sangue di Cristo.
sono – dovrebbero essere – per ognu- Oltre all’esortazione evangelica da
no di noi molto coinvolgenti perché cui deriva, il Rito della pace evoca
Dio non ha fatto tutto da solo ma ci ha quindi le parole pasquali di Ge-
reso attivamente partecipi in Maria: «Quando sù: «Pace a voi» (Luca 24,36). Il nostro corpo,
venne la pienezza del tempo, Dio inviò il suo Fi- come quello incarnato di Gesù – e dunque non
glio, nato da donna, nato sotto la Legge…» (Ga- solo la nostra anima –, prima di comunicare al
lati 4,4). Quella “pienezza del tempo”, unica, Corpo di Cristo, dà e riceve vita al e dal corpo
va intesa nell’ottica di Dio e segue le regole della Chiesa e materialmente abbraccia e bacia
del “memoriale”; è cioè durativa nel tempo, il corpo del fratello e della sorella che ci sta ac-
ed è presente ed efficace ogni volta che viene canto, manifestandogli la pace.
evocata dalla comunità cristiana che la celebra «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non
in ogni Eucaristia. come la dà il mondo, io la do a voi» (Giovanni
Quella “pienezza del tempo” e quella “Paro- 14,27), e «…come il Padre ha mandato me così io
la che si fece carne”, noi dunque li celebriamo mando voi» (Giovanni 20,19-23). Il “dono della
nell’Eucaristia e da essi ci lasciamo coinvolgere pace” significa che già ora siamo in grado
– ci dovremmo lasciare coinvolgere – anche at- di sperimentare quella condizione che ap-
traverso parole e gesti significativi, ad esempio partiene, nella pienezza, solo a Dio, la sua
nello scambio del dono della pace. pace, il suo riposo. Non solo; in Cristo noi stes-
Nel Messale ambrosiano, l’Invito alla Pace ha si ne siamo portatori. Così la Parola continua
accolto la nuova formulazione romana: «Scam- a farsi carne, e la nostra carne a farsi Parola,
biamoci il dono della pace», ma ha conserva- corpo di Cristo vivo.
to la collocazione tradizionale al termine della Quel gesto è per noi una promessa e un im-
Liturgia della parola e all’inizio della Liturgia pegno davanti al mondo e davanti a Dio. Motivo
eucaristica. «Prima che i doni vengano porta- di speranza, atto d’amore. Anche se non sem-
ti all’altare, secondo l’esortazione evangelica pre ne siamo pienamente coscienti.
[Matteo 5,23-24] può aver luogo il rito della pa-
ce con il quale i fedeli, animati dalla parola di
Dio, prima di celebrare il mistero eucaristico si
manifestano reciprocamente l’amore fraterno»,
recita il Messale ambrosiano.
Nel Messale Romano, il Rito della pace è col-
locato dopo il Padre nostro – bella premessa!
– e prima della Frazione del pane, ed è spiega-
to dall’Ordinamento generale del Messale ro-
mano (n. 82) in modo “inclusivo”: «Segue il ri-
to della pace, con il quale la Chiesa implora la
pace e l’unità per sé stessa e per l’intera fami-
glia umana, e i fedeli esprimono la comunione

12/2024 Credere 55
L’OASI LE VIE DELL’ETERE di Eugenia Gallesio

Dal 24 al 30 marzo - Tv2000/Rai1 Dai Trattati di Roma alla Pasqua


Le ricorrenze della settimana con il direttore di Famiglia Cristiana
○ Dalla firma dei Trattati di Roma del 1957 alla celebrazione della Pasqua,
la festività più importante per i cristiani, passando per gli anniversari dell’o-
micidio dell’economista Ezio Tarantelli da parte delle Brigate rosse, nel
1985; della richiesta di perdono (nel 2000) di Giovanni Paolo II per i pec-
cati commessi contro gli ebrei; della scomparsa, nel 2003, di Carlo Urba-
ni, il medico che aveva identificato la for-
ma letale della Sars; della fine della guerra
civile spagnola nel 1939; del referendum
che, nel 1979, dopo la cacciata dello Scià
Settimana Santa e l’arrivo di Komeini, trasforma l’Iran da
con papa Francesco monarchia a repubblica islamica.
Sono i fatti e personaggi al centro delle
I riti di Pasqua con il Papa su ricorrenze della set-
Tv2000. Domenica 24, alle 10 da Il giorno e la Storia
Dal 25 al 31 marzo timana dal 25 al 31
San Pietro: Passione, Benedizione marzo, scelte e com-
delle Palme e Messa (anche Rai1). Vari orari - Rai Storia
mentate da don Ste-
Giovedì 28, alle 9.30, Messa del fano Stimamiglio, direttore del settimanale Famiglia
Crisma; alle 16 Messa nella Cena Cristiana ed editorialista a Il giorno e la Storia, il pro-
del Signore dal carcere femminile gramma di Rai Cultura firmato da Giovanni Paolo Fon-
di Rebibbia. Venerdì 29 alle 17 tana, in onda tutti i giorni a mezzanotte e cinque, e in
Celebrazione della Passione e replica alle 08.30, 11.30, 14.00 e 20.10 su Rai Storia.
alle 21 la Via Crucis (anche Rai1).
Sabato 30 alle 19.30
Veglia pasquale.

Giovedì 28 marzo 8.30 - Tv2000 IL GRANDE SCHERMO di Dario Edoardo Viganò

Cicatrici e speranze
In sala dal 7 marzo Memory di Michel Franco
○ Con il dramma sentimentale Memo- dipendenza da alcol. Alle spalle ha pe-
ry, il regista messicano Michel Franco santi cicatrici, vittima di abusi in casa.
ha “spiazzato” critica e pubblico al- A una cena incontra Saul, cinquanten-
l’80ª Mostra del Cinema di Venezia. Ha ne sconvolto perché si stanno manife-
messo da parte il suo cinema di critica stando i primi segni di un Alzheimer
sociale intenso e duro – Nuevo Orden precoce. Sylvia e Saul si trovano, si
(2020) – per entrare con delicatezza aiutano, si danno forza. Si amano…
Carlo Acutis e nelle pieghe di una storia Michel Franco firma un
i miracoli eucaristici d’amore e di sofferenze, film sfidante e delicato; il
Un film sul giovane beato facendosi accompagnare copione non risulta sempre
Carlo Acutis e il suo rapporto in questo viaggio da due convincente, ma nell’insie-
con l’Eucaristia. Un viaggio eccellenti attori: la Pre- me Memory trova intensi-
emozionante tra fede e scienza mio Oscar Jessica Cha- tà grazie alla traiettoria di
accompagna lo spettatore, stain e Peter Sarsgaard, due anime sole e ferite, che
seguendo le tappe della mostra vincitore a Venezia della provano a salvarsi insieme.
ideata da Carlo, in un tour alla Coppa Volpi.
scoperta dei miracoli eucaristici La vicenda: a New Memory
avvenuti dagli anni Novanta a York, Sylvia si barcamena di Michel Franco
con Jessica Chastain,
oggi in diverse città del Messico, tra lavori precari, una fi- Peter Sarsgaard
Argentina, Polonia. glia preadolescente e un —
percorso di uscita dalla Drammatico

58 Credere 12/2024
SULLO SCAFFALE di Roberto Carnero

• COME NON LETTO •


Una grande occasione di conversione di Alessandro Zaccuri
Un prezioso libretto ci aiuta a vivere bene la Settimana Santa
○ La Settimana Santa, che quell’autentica esplosione di
comincia con la Domenica luce e di gioia che è conse-
delle Palme, è il momen- guenza di una certezza: la
to più importante dell'an- risurrezione di Cristo. Lo fa
no liturgico, della vita del- con una meditazione che si
la Chiesa e di quella di ogni articola, giorno dopo gior-
credente. Perché in questi no, attorno alle parole del-
giorni celebriamo i misteri la Scrittura e della liturgia. Jean Giono
sui quali si fonda la nostra Ad essa seguono spunti di e l’ostinazione
fede. È dunque importante
viverli con consapevolezza.
riflessione e preghiera.
Tutti i giorni della Set-
della speranza
Può aiutarci un agile ma timana Santa sono giorni Vista da lontano, la speranza
profondo libretto di Ema- di grazia, perché rappre- può confondersi con
nuela Buccioni: La Settima- La Settimana Santa. sentano una preziosa occa- l’ostinazione. E come storia
na Santa. Un concentrato di Un concentrato sione di metànoia: termine di un’ostinazione si presenta
grazia. L’autrice, laica con- di grazia
di Emanuela Buccioni,
greco che vuol dire «cam- L’uomo che piantava gli alberi,
sacrata molto attiva nell’in- — biamento di mentalità». È il racconto dello scrittore
segnamento teologico e nel- Paoline, ciò che siamo invitati a fa- francese Jean Giono (1895-
pp. 120, euro 10,00
la catechesi, ci accompagna re: cambiare i nostri cuori 1970) che ha da tempo
alla scoperta dei significati profondi del perché il regno di Dio possa entrare conquistato la statura di
Triduo pasquale e infine della Pasqua, nelle nostre vite. classico. La breve narrazione
apparve nel 1953 e in Italia
è edita da Salani. Trama
semplicissima, che in poche
SERIE TV di Stefania Garassini pagine copre un arco di oltre
trent’anni. Si comincia nel
1913 con il primo incontro fra
La scintilla di un’amicizia speciale il narratore e Elzéard Bouffier,
un pastore che semina
Nella serie Netflix One Day va in scena il gioco dei sentimenti ghiande in un’arida valle
della Provenza. Se anche ne
○ La storia di una profonda amicizia, un legame attecchisse solo una su dieci,
in grado di resistere alle vicissitudini della vita, e calcola l’uomo, quel deserto
sempre sul punto di trasformarsi in qualcosa di potrebbe trasformarsi in una
più. È la vicenda narrata in One day, serie Netflix foresta. Così accade. Nel 1947,
che riprende il celebre romanzo di David Nicholls, quando Bouffier muore, il
da cui era stato anche tratto un film. paesaggio è irriconoscibile.
Emma e Dexter s’incontrano per la prima volta Dove c’erano le pietre, adesso
il 15 luglio del 1988, alla festa di fine corso all’U- si ammira una distesa di
niversità di Edimburgo. Tra i due scatta subito querce. L’uomo che piantava
una scintilla, ma le loro personalità sono piutto- gli alberi è senza dubbio un
sto diverse: sognatrice e desiderosa di cambiare apologo sull’ambiente. Ma
il mondo lei, interessato soltanto al divertimento è possibile un’altra lettura,
e a cogliere quello che la vita offre lui. Così quella che non contraddice la
che potrebbe essere solo l’avventura di una notte precedente. Tra l’inizio e la
One day
di Molly Manners, Luke si trasforma in un’amicizia destinata a durare nel fine della storia, infatti, sono
Snellin, John Hardwick, tempo, con il tacito accordo di rivedersi ogni an- passate due guerre mondiali,
Kate Hewitt no il 15 luglio. Un rapporto che la serie racconta
1 Stagione — 14 episodi ma questo non ha impedito
— con tono delicato e un’accurata descrizione del che l’ostinazione avesse la
Commedia, gioco dei sentimenti, favorendo il coinvolgimento meglio. Non ha impedito che
Drammatico
e l’immedesimazione nei personaggi. la speranza trionfasse.

, venga sul sito eurekaddl.cyou


12/2024 Credere 59
L’OASI BEN-ESSERE di Agnese Pellegrini

MUSICA Le protesi? Si stampano in 3D


Primato europeo al Meyer di Firenze
di Donatella Ferrario
impossibili fino a pochi anni fa. Ma
Un invito alla semplicità la novità viene da Firenze: l’ospedale
Meyer, nei mesi scorsi, si è conqui-
Un titolo evocativo, quello stato un primato tutto italiano. Per
dell’ultimo album della cantautrice la prima volta in Europa, infatti, è
Loreena McKennitt: The Road Back stata utilizzata una protesi sternale
Home, la strada per tornare a casa. completamente riassorbibile.
Canadese, con genitori di origine L’intervento, realizzato dall’équi-
irlandese e scozzese, Loreena pe di chirurgia pediatrica, è stato
ritorna alle radici, là dove ha avuto eseguito su quattro adolescenti con
inizio il suo viaggio musicale. Sono malformazione della gabbia toraci-
dieci i brani proposti e molti sono ca, il “petto escavato”. La protesi,
inediti, composti nei suoi primi realizzata con lo stesso materiale
anni alla scoperta del folk e della del filo di sutura e sulla quale sono
musica celtica. «Ci sono così tanti ○ Perfettamente adattabili, meno co- state innestate cellule adipose della
modi per definire il significato di stose, con rischi minori e con ma- coscia dei ragazzi coinvolti, è stata
casa», dice. «Può anche essere teriali a “lunga durata”: le protesi, perfettamente incorporata nell’orga-
la struttura in cui viviamo, ma stampate in 3D al computer, hanno nismo. Ora la prospettiva è quella di
può anche essere l’espressione rivoluzionato l’ortopedia. La stam- utilizzare questa tecnica per i tumo-
culturale della comunità che pa tridimensionale ha permesso di ri del torace. La ricerca, insomma,
in qualche modo raggiunge i ottenere soluzioni che sembravano va avanti, e l’Italia è in prima linea.
nostri cuori e le nostre anime e
ci unisce senza che ne capiamo
completamente il motivo».
Un album che invita ad
abbracciare le cose semplici, A TAVOLA di Gianni Di Santo
riandando al calore e all’intimità

Fate questo in memoria di me


della casa, alla gioia di stare
insieme come comunità, in un
misterioso legame che unisce, al Partecipare, da cristiani, a una cena della Pasqua ebraica
di là delle differenze individuali.
McKennitt sarà in Italia in estate ○ Partecipare alla Pasqua ebraica
per The Mask and Mirror 30 (il Seder di Pesach) è un’esperien-
Anniversary Tour, nell’anniversario za, spirituale e gastronomica, da
dell’album del 1994. fare almeno una volta nella vita,
magari facendosi invitare “a tavo-
la” da amici di fede ebraica. Anche
per i cristiani, però, è possibile
ricordare l’ultima Cena di Gesù.
Esistono sul web diverse pubbli-
cazioni con una descrizione mi-
nuziosa del memoriale.
L’ebreo Gesù quella sera avrà
mangiato il pane azzimo senza lie-
vito per ricordare la fuga dall’E-
gitto – non c’era tempo per farlo lievitare, bisognava fuggire – e poi l’agnello
arrostito, il sedano e le erbe amare, le uova sode e il karosèt, un impasto dolce
a base di ceci, che ricorda il fango con cui gli ebrei, schiavi, facevano i matto-
ni. Si berrà del buon vino, simbolo di vita, si ascolteranno le letture dell’Anti-
THE ROAD BACK HOME co Testamento, l’Esodo in particolare, si canterà, si mangerà, si danzerà in un
di Loreena McKennitt
— clima di festa. Pesach, la benedizione di Dio che libera dalla schiavitù, è anche
Quinlan Road, € 18,50 la nostra Pasqua. Sappiamo condividerla nell’allegria e nella gioia.

60 Credere 12/2024
DOPO TUTTO

Cristiane perseguitate: Sono sempre di più i Paesi in


cui le donne sono oggetto di
se non gridiamo noi, violenza per motivi religiosi.
grideranno le pietre Ma noi ce ne dimentichiamo

di Monica Mondo

D
iciamo sempre che l’8 marzo motivazioni politico-ideologiche, dei
è tutti i giorni e che al rispet- diritti delle persone, e perfino delle
to della dignità delle donne donne, ci importa assai poco. Realtà
tocca pensarci sempre. Invece ci so- troppo lontane, non ci servono come
no donne dimenticate tutti i giorni bandiera. In un mondo tranquillo (fi-
e che tutti i giorni subiscono violen- no a quando?) dove si può liberamen-
za, perché donne, e perché cristiane. te fare a meno di Dio, che si possa
C’è una persecuzione religiosa ancora più morire per Dio ci pare assurdo e forse incre-
odiosa, ancora più infame, suscitata dall’odio dibile. Ci saranno altri motivi, si pensa. La fede
religioso, o prendendo a pretesto l’odio religioso, non c’entra, sono questioni razziali.
che abbiamo visto agire il 7 ottobre sulle donne L’incomprensione della realtà minimizza.
israeliane, ostaggio dei terroristi di Hamas. È Non è così: le donne cristiane subiscono vio-
una persecuzione che agisce in tanti Paesi dove lenza in quanto cristiane, in quanto caparbia-
le minoranze cristiane sono emarginate, isolate, mente cristiane. Vanno nelle scuole cristiane,
rese fragili in contesti fragili, dove sono i bam- partecipano alle liturgie anche a rischio della
bini e le donne a pagare il prezzo più alto. Ma- vita. Non si convertono alla jihad. La violenza
trimoni forzati come pressione, violenza sessua- può piegarle, ma non nel profondo del cuore.
le come strategia di guerra, percosse, torture. Come accadeva nei primi secoli della Chiesa, an-
Insomma, c’è una persecuzione religiosa che la schiavitù è martirio. E nel nostro tempo
specifica di genere che non suscita atten- le persecuzioni dei seguaci di Cristo sono
zione, interesse e indignazione, non scatena atroci e numerose. Possiamo fare ben poco.
cortei. Porte aperte è una onlus che ha trent’an- Però possiamo non dimenticare, pregare per
ni di vita e si occupa dei cristiani perseguitati, loro e ricordare a tutti che tra i tanti diritti che
fornendo notizie, sostegno, assistenza pratica e spuntano a ogni sospiro e fremito, quello alla
spirituale. Basta scorrere il report di quest’anno vita è primario. Alla libertà di vivere professan-
sul Gender specific religious persecution. Leggere do la propria fede. Finché arrivi il giorno, forse
la lista dei Paesi a rischio che è lunga (ben 78). non così lontano, che proprio nella patria dei
Camerun, Myanmar, India, Pakistan, Nigeria… diritti quelli dei cristiani saranno dimentica-
Proprio in Nigeria i cristiani vengono pre- ti. Se non gridiamo noi, grideranno le pietre.
si di mira con sequestri di massa. È passata
Nella foto: sotto silenzio la notizia terribile di 200 donne e
donne cristiane bambini rapiti nel nord-est dai miliziani di Boko
in processione Haram. Ricordiamo questo nome temibile? Ri-
per il Venerdì cordiamo le 276 studentesse rapite a scuola, a
santo ad Chibok, 10 anni fa? Che ne è stato di loro? Più
Amritsar, in
di cento sono ancora prigioniere. Convertite a
India. Anche
forza, sposate a forza, diventate madri a forza,
qui, come in
altri Paesi forse uccise. Avevano tra i 16 e i 18 anni. Nessuna
asiatici, le famiglia ha avuto più loro notizie né il governo
minoranze si è sforzato molto per liberarle.
subiscono Sono passati dieci anni, e purtroppo dobbia-
persecuzioni. mo amaramente constatare che, se non spinti da

62 Credere 12/2024
lasci perdere chi ruba soltanto il lavoro degli altri,

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