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Storia

SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

n°123
MENSILE – Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna � 8 - MC, Côte d’Azur � 8,10 - Germania � 11,50 - Svizzera CHF 10,80 - Svizzera Canton Ticino CHF 10,40 - Canada CAD 11,50 - USA $ 11,50

PACE, LIBERTÀ
BENESSERE,
DURATA DELLA
VITA... ECCO
QUANDO
E DOVE

LE EPOCHE
L’UMANITÀ
HA VISSUTO

+FELICI
MEGLIO
NEGLI ULTIMI
4MILA ANNI

DELLA STORIA
GENNAIO 2017
� 4,90 in Italia GARIBALDINI VITA QUOTIDIANA GIOCHI DI NATALE
NELLA GUERRA DI DAI CORRIERI DI PERSIA CHE COSA C’ENTRA
SECESSIONE AMERICANA AI MONACI PORTALETTERE, IL TABELLONE DEL RISIKO
Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona C’ERANO ANCHE GLI ITALIANI 2MILA ANNI DA POSTINI CON I PREMI OSCAR?
Storia
CI TROVI ANCHE SU:

123
gennaio 2017 focusstoria.it

S e l’aspettativa di vita
fosse l’unico para-
IN PIÙ...

metro da considerare,
allora la risposta verrebbe 14 Napoleone
OTTOCENTO
alla
facile: la nostra epoca è davvero la più conquista d’Egitto
felice della Storia. Poco più di cent’an-
ni fa, all’inizio del XX secolo, in Italia si
viveva mediamente 50 anni, contro gli
20 Monasteri
RELIGIONI
solidi
come la roccia
82 di oggi. Un bel salto. Ma anche se la
longevità conta, ci sono altri valori da
tenere presenti quando si vuole stilare 24 VITA QUOTIDIANA
Tappe e primati
la top ten della felicità umana. Per del servizio
GETTY IMAGES

esempio l’assenza di guerre, e in tal Ballerine di charleston postale


senso potrebbero essere perfetti i 600 nei ruggenti anni Venti.
anni di pace ininterrotta che permise-
76 Albert,
PERSONAGGI
ro alla civiltà dei Vallindi di prosperare
nel nord-ovest del continente indiano. LE ETÀ FELICI buono
il Göring

Oppure la stabilità politica e la certez-


za delle istituzioni, come nella Roma
32
Alla ricerca della felicità 80 Chi
MISTERI
ha dipinto la
dell’imperatore Adriano. O ancora il Come è cambiato nei secoli e nelle civiltà il concetto di felicità?
Grotta dei cervi?
fiorire di artisti e pensatori della Grecia
classica... Come vedete l’impresa è 36
Dove la pace non era utopia 82 Cosimo
RINASCIMENTO
tutt’altro che facile. In fondo l’epoca de’ Medici,
I Vallindi 4mila anni fa realizzarono il sogno di una società senza guerra. il banchiere
più felice del passato è quella in cui ci
sarebbe piaciuto vivere. E sono con-
vinto che ciascuno di noi troverà la sua
40
Ai bei tempi di Adriano 88 LaIN SINTESI
Colombia alle
in questo numero di Focus Storia. L’impero di Adriano fu un’epoca di prosperità e benessere. Ecco perché. prese con le Farc
Jacopo Loredan
direttore 44
In quali epoche stavamo meglio? 90 Von
PERSONAGGI
Ungern,
Per rispondere si possono usare i dati sulla popolazione e sull’istruzione. il barone

RUBRICHE 46 sanguinario

4 LA PAGINA DEI LETTORI


Conti in tasca agli antichi
Chi erano i Bill Gates e i Trump del mondo greco e romano? 96 LaGRANDIrivoluzione
TEMI

6 NOVITÀ & SCOPERTE


50
Spiriti liberi
scientifica
8 TRAPASSATI
ALLA STORIA Gli indiani d’America vivevano in armonia con la natura e senza denaro. 102 TEMPO LIBERO
Giochi da tavolo
10 AGENDA per Natale
12 MICROSTORIA 54
70 PITTORACCONTI
Non bastano ma aiutano
Piccole e grandi innovazioni che ci hanno migliorato l’esistenza.
104 Garibaldini
OTTOCENTO

d’America
60
72 DOMANDE & RISPOSTE
74 CURIOSARIO
75 RACCONTI REALI
’900 da boom
L’ottimismo delle due epoche di maggior benessere del Novecento.
108 Negli
STORIE D’ITALIA
Anni ’20,
114 FLASHBACK il caso Girolimoni
IN COPERTINA: GETTY IMAGES, STUHMANN
3
LA PAGINA DEI LETTORI
Inviateci opinioni, idee, proposte, critiche. Pubblicheremo le più interessanti oltre a una selezione
dei commenti alla nostra pagina Facebook. (www.facebook.com/FocusStoria). Scrivete a
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Dittatori dell’Est la Seconda guerra mondiale e


Un cavaliere teutonico
Ci hanno scritto molti lettori non un’esauriente biografia che all’attacco, in un’illustrazione
esprimendo delle critiche in necessiterebbe di spazi maggiori. moderna.
merito all’articolo “Europa Sinistra” Riguardo al “trattamento” del
pubblicato su Focus Storia Collec- personaggio, riporto la frase finale
tion. Ecco la risposta del nostro col- del box che lo riguarda – “L’acca-
laboratore Francesco De Leo, autore demico politologo statunitense
dell’articolo. Rudolph Joseph Rummel lo ac-
cusò di crimini contro l’umanità,
Intanto ringraziamo dell’attenzio- considerandolo direttamente o
ne che dimostrate per le pubbli- indirettamente colpevole della
cazioni di Focus Storia. Le critiche morte di più di un milione di iugo-
riguardano in particolare il leader slavi tra il 1944 e il 1987” – che non
iugoslavo Tito e soprattutto di non credo possa lasciar dubbi sulle mie
averlo raccontato nei suoi tratti più convinzioni. Infine la scelta di non
“dittatoriali”. In particolare si conte- accennare ai massacri delle foibe,
sta di aver omesso i crimini ai dan- sui quali Focus Storia avrà modo di
ni della popolazione italiana della ritornare, assolutamente lontana
Venezia Giulia e della Dalmazia da qualsivoglia teoria negazionista,
– di cui fu responsabile – avvenuti trova la propria ragione esclusiva-
durante la Seconda guerra mon- mente nello spazio a disposizione,
diale e nell’immediato secondo che non permetteva di citare nel
dopoguerra. Una delle più grandi dettaglio le azioni criminali adde-

JOSE’ CABRERA
limitazioni del giornalismo è senza bitate alla responsabilità di Tito.
ombra di dubbio la tirannia degli Tra le quali, per citarne solo alcune:
spazi, soprattutto quando si ha l’uccisione e la repressione, anche
il compito di trattare argomenti in campi di concentramento, di Seconda guerra mondiale. In par- poco menzionato dagli storici,
storici così vasti, come quello delle ex miliziani anticomunisti sloveni, ticolare il Drang nach Osten attuato già attestati in gran parte della
dittature del secolo scorso. croati e serbi; di oppositori politici; poi da Hitler offre al lettore un’idea Penisola balcanica nell’ultima fase
Detto questo, ritengo che a Tito di sacerdoti e membri della Chiesa chiara su come si sono sviluppati il della preistoria e della protostoria
sia stato dato più spazio che agli ortodossa serba e delle altre co- razzismo e i pregiudizi che esisto- (1900 a.C.) per poi espandersi nella
altri 8 dittatori con i quali è in munità cristiane. Inoltre va detto, no ancora. Pronti a esplodere so- Penisola italica (1700 a.C.)?
buona compagnia, e che il taglio in merito alle diverse e terribili prattutto in caso di crisi economi- Dario Merlo
dell’articolo – ovviamente opi- azioni di pulizia etnica, in cui rien- ca. Come pure ben trattato quello
nabile, per carità – fosse, come si trano le persecuzioni anti-italiane, dell’incendio al Reichstag prima Ringraziamo per il suggeri-
evince dall’intervista introduttiva che la barbara prassi praticata in dell’avvento al potere di Adolf Hit- mento. In un numero pas-
con lo storico Andrea Romano, la Iugoslavia, ma non solo – si ricordi ler, che mette in luce quello che è sato di Focus Storia Collection
loro conquista del potere dopo quanto accaduto per esempio in stato lo scontro delle ideologie, na- (estate 2013) abbiamo dedicato
Polonia contro gli ebrei –, precede zifascista e comunista, che ha ani- un intero numero ai popoli italici,
Autunno 2016
� 7,90

e segue l’avvento della dittatura mato il secolo scorso seguito poi con un articolo sui Siculi.
comunista e fu utilizzata dal regi- dopo la Seconda guerra mondiale
me di Tito a proprio vantaggio e tra le democrazie occidentali ed il Una svista al motore
sulla pelle di tanti italiani. mondo comunista che si espande- In occasione del Premio Interna-
va fino all’Est Europa e all’Asia. Temi zionale Barsanti e Matteucci di
dittAtori del xx secolo

Una lettura interessante questi che aiutano a comprendere Pietrasanta edizione 2004, venne
Vi scrivo in riferimento all’articolo soprattutto il presente. presentato il motore Bauer da me
dittatori del xx secolo
pubblicato sul numero di no-
vembre sui Cavalieri dell’Ordine
Albano Albino realizzato in base all’unica foto
esistente dell’originale con l’ausilio
teutonico che ho apprezzato per la Che fine hanno fatto i dei disegni dei relativi brevetti. Mi
capacità di collegare l’argomento Siculi? permetto di evidenziare un piccolo
Hitler, stalin, mussolini • come incantavano le folle
a un’epoca recente come quella Si potrebbero avere delle notizie errore sulla didascalia della foto di
Sped. in A. P. - D.L. 353/03 art. 1, comma 1 NE/VR

• la vita al tempo del fascismo • in africa, sanguinari


e cannibali • mao, pol pot, suharto: le mani sull’asia
• da pinochet a videla, i militari al potere • nel nome
del comunismo • le ossessioni e le manìe dei più folli
del nazismo che ha portato alla sull’antichissimo popolo dei Siculi, pagina 40 (nella foto, il progetto
4
ritenne altamente improbabile
un attacco e decise di tornare in
ARCHIVIO FONDAZIONE BARSANTI MATTEUCCI

Germania per festeggiare il com-


pleanno della moglie Lucie, che
era proprio il 6 giugno.
Paolo Tassini

Streghe o ciarlatani?
A proposito del numero su
“Streghe e inquisitori” del numero
di ottobre di Focus Storia. Il mio
del motore) del numero di novem- nenza di un attacco giapponese, dubbio è che oggi troppo spesso
bre relativa al dispositivo elettrico. ma erano convinti che sarebbe si tenda a dipingere le streghe
In realtà le valvole di alimentazione avvenuto in altri Paesi (Thailandia, (sotto) e i maghi (condannati il
sono comandate meccanicamente Malesia, Borneo e Filippine). Se più delle volte da tribunali civili
non elettricamente. Il dispositivo anche avessero saputo di Pearl e non religiosi) come vittime di
elettrico presente nei motori B-M Harbor, certamente non avrebbero superstizioni e oscurantismo; non
ha il compito di far scoccare la corso il rischio di perdere le coraz- è possibile che invece fossero con- qualcosa anche su questo losco
scintilla che genera lo scoppio zate e invece “salvare” le portaerei: dannati proprio perché facevano personaggio.
all’interno della camera di com- fino a quel momento, non c’era riferimento a pratiche mediche Romolo Gessi, oltre a frequentare
bustione. Si suppone che fosse il mai stato un attacco aeronavale di che alimentavano superstizioni, generali coloniali come Gordon
rocchetto Ruhmkorff . tali proporzioni e solo le successive contrarie alla medicina del tempo, “Pascià”, in Sudan intratteneva
Maurizio Baldi battaglie del Mar dei Coralli e di e che quindi fossero visti come anche relazioni amichevoli con lo
Midway conferirono alle portaerei ciarlatani e truffatori? Ancora oggi scienziato italiano “razzistissimo”
Altri geni dimenticati il predominio dei mari a discapito l’esercizio improprio dell’attività Cesare Lombroso in quanto riforni-
Alcuni lettori ci hanno segna- delle corazzate. medica è giustamente considerato va tale pseudo-luminare di malca-
lato, dopo aver letto il numero Per lo sbarco in Normandia (Ope- reato, e curare i malati con mix di pitati uomini e animali africani per
121, italiani che hanno realizzato razione Overlord), il feldmaresciallo sangue e sperma, come riportato i suoi “studi”. Il signor Gessi oltre
invenzioni geniali ma poi dimentica- Rommel si aspettava lo sbarco in uno degli articoli, poteva altret- a queste sue lusinghiere amicizie
ti (anche da noi, ma solo per moltivi sulla costa e predispose quattro tanto giustamente essere visto può essere ricordato anche per
di spazio). cinture di ostacoli subacquei, come un esercizio improprio della un’ulteriore razzista impresa che
Bartolomeo Brizio, ottavo rettore posizionate per essere efficaci in medicina. Sarebbe strano che fra compì durante la sua vita. Infatti
dell’Università di Venezia che nel qualunque situazione di marea. qualche secolo gli attuali processi nel1887 condusse a Trieste allora
1819 scoprì le funzioni della Serratia Per contrastare le operazioni di di- a cartomanti, pseudo medici e territorio austriaco e poi in terra
marcescens avviando di fatto la visioni aviotrasportate, delle quali guaritori (che sfruttano la dispera- italiana la piccola Saida, una bam-
microbiologia 50 anni prima di si aspettava il coinvolgimento, zione dei malati) fossero giudicati bina pigmea di origine congolese,
Pasteur; Rommel fece allagare le terre bas- come frutto dell’oscurantismo del al solo fine di presentarla agli occi-
Galileo Ferraris, l’ inventore del se vicino alla costa, in prossimità di XXI secolo. dentali come “curiosità umana” in
motore elettrico; fiumi e paludi, piantando pali con varie conferenze “scientifiche” e in
Scipione Riva Rocci (1863/1937), legata in cima una mina (gli “aspa- alcuni eventi come gli zoo umani
di Almese (Torino) , medico ragi” di Rommel) per impedire per poi abbandonarla a casa della
insigne tra i pionieri della lotta l’atterraggio di alianti. madre come servetta, annientan-
alla tubercolosi e inventore dello Convinto (come pure Hitler) dola così psicologicamente tanto
sfigmomanometro. che gli Alleati avessero scelto la da farla morire a causa della de-
Normandia per lo sbarco, dispose pressione in giovanissima età.
Ancora sui grandi sbarchi le divisioni corazzate a ridosso Raffaele Scirocco, Messina
In merito ai quesiti di Marco Col- delle spiagge per un immediato
lina, a proposito di Pearl Harbor contrattacco. Poiché Hitler volle
MONDADORI PORTFOLIO

e del D-Day, vi segnalo quanto avocare a sé il controllo delle forze I NOSTRI ERRORI
segue. Le portaerei americane corazzate, senza suo ordine non Focus Storia n° 122, pag. 32
Enterprise e Lexington non erano poterono essere utilizzate durante parlando di cereali, abbiamo
scritto che la vodka viene fatta
a Pearl Harbor per una missione il giorno dello sbarco e gli Alleati
con il mais, il whisky con l’orzo e la
di trasferimento di aerei da caccia poterono consolidare la testa di birra con il luppolo. Il luppolo non
alle basi dell’isola di Wake e nelle ponte. Orrori della Storia è un cereale, viene aggiunto co-
Midway, mentre la terza portaerei L’assenza di Rommel nel D-Day Sull’articolo che parla di Gor- me conservante; n° 120, pag. 66:
la Val Mesolcina si trova in gran
Saratoga era da tempo a San Die- è una pura coincidenza: viste le don “Pascià” avete citato anche parte nel Canton Grigioni, salvo
go per riparazioni; gli americani condizioni meteo (temporali con l’esploratore e militare italiano il primo paese, Lumino, che è nel
erano a conoscenza dell’immi- vento forza 5), il Feldmaresciallo Romolo Gessi; voglio aggiungere Canton Ticino, come scritto.

5
novità e scoperte

BOLOGNA
Il fossile di cervello di 133
milioni di anni fa e (sotto) un
iguanodonte del Cretaceo in
una ricostruzione.

L
a Bologna del XIII se- dal tipico colore mattone bolo-
colo rivive attraver- gnese, fino a quelle con tonali-
so la realtà virtuale. tà meno diffuse. Anche per le
Si chiama TowerandPower abitazioni più modeste infat-
(www.towerandpower.com) ti si sceglievano spesso colori
la macchina del tempo che piuttosto vivaci. •
grazie anche a un visore a Anna Magli
360° conduce l’utente tra i
portici e le torri della Bolo-
gna medioevale. L’applica-
zione, che è ancora in ver-
sione sperimentale, è na-
ta dalla passione per la sto-
ria e le nuove tecnologie dei
GETTY IMAGES

suoi autori, Massimo Sini-


gaglia e Silvia Tugnoli: la ri-
costruzione in 3D dei quasi
Il cervello sopravvissuto 2 km2 del centro di Bologna
come doveva apparire nel
del dinosauro ’200 è frutto di lunghe ricer-
che storiche, architettoniche

M orì 133 milioni di anni fa,


sprofondando a testa in
giù in una palude: una fine in-
fossile, ritrovato sulla costa del
Sussex (Inghilterra) nel 2004, ha
insospettito gli studiosi, ma solo
e toponomastiche.
L’utente può passeggiare
tra 88 torri e 5 chiese col-
gloriosa per un iguanodonte, un quest’anno una équipe anglo- locate nell’esatta posizione
dinosauro erbivoro che popolava australiana ha individuato sulla del XIII secolo quando, se-
la terra durante il Cretaceo, ma volta cranica fossilizzata tracce condo gli storici, la città era
utile agli scienziati moderni. In mineralizzate di vasi sanguigni e punteggiata da poco meno
quell’ambiente acido e privo di di tessuto cerebrale di dinosauro. di un centinaio di torri. La
ossigeno, parte del suo cervello, Intelligenza antica. Si tratta maggior parte erano case-
schiacciato contro la parete del primo reperto al mondo di torri alte una ventina di me-
superiore della cavità cranica, questo tipo: ancora troppo poco tri e abitate dalle famiglie
non si decompose: fosfati e car- per capire quanto fosse grande nobili e più ricche.
bonati rimpiazzarono le sostanze il cervello dei bestioni preisto- Minimi particolari. Nulla
organiche di cui era composto, rici, ma sufficiente, secondo gli è stato lasciato al caso. Sono
trasformandolo in un minerale di esperti, a ipotizzare che fossero stati riprodotti anche gli in-
forma uguale a quella originaria. intelligenti quanto gli attuali coc- tonaci delle case: da quelle
La superficie rugosa di questo codrilli. (m. l. l.)

1 Schiavo per sempre 2 In barca nell’aldilà 3 Il primo sonaglio della Storia


IN PILLOLE

Vicino a Populonia (Li) rinvenuti i resti di Ad Abido, città sacra dell’antico Egitto, è Un sonaglio in pietra, tuttora funzionante,
un uomo, forse un giovane schiavo, vissuto riemersa una struttura sulle cui pareti sono proveniente da un sito archeologico russo
2.500 anni fa: era incatenato ai piedi e al incise più di 120 imbarcazioni. All’interno fu dell’Età del bronzo, potrebbe essere uno dei
collo. È la prima sepoltura etrusca in catene. “sepolta” una vera barca in legno. più antichi giocattoli mai trovati.

6
Ieri e oggi
Bologna in
alcune immagini
del progetto
TowerandPower e,
sotto, oggi.

VIRTUALE
Immergersi nella
Seguendo Joyce
La statua di James Joyce
a Trieste, dove visse a
lungo lo scrittore irlandese.

SCALA
città del ’200: si
può fare grazie
a un nuovo
progetto di realtà
virtuale.

SHUTTERSTOCK
Il bordello
di Joyce
S i sa che a Trieste James Joyce
cominciò la stesura dell’Ulisse
oltre a coltivare l’amicizia con
Italo Svevo. Meno noto il fatto
che tra le tante case in cui abitò
una fosse contigua a un bordello.
Questo postribolo, in pieno centro
storico, si trovava nella via parallela
a quella di Joyce e oggi ritorna alla
memoria grazie all’affissione di una
targa, già prevista vent’anni fa, per
illustrare gli “Itinerari triestini” di
Joyce, che visse in città tra il 1904
e il 1915 e poi dal 1919 al 1920. Il
progetto a suo tempo fallì per le
condizioni disastrose in cui versava
il piccolo edificio, ora ristrutturato.
Ridotto. Il bordello era chiamato
anche “il Metro cubo”, a causa del-
le sue dimensioni ridotte.
4 Il vero tesoro dei pirati 5 Pionieri del melone Talmente ridotte che, come ha
riportato un importante studioso
Tra le monete regalate da un nonno inglese Secondo gli archeologi i primi a coltivare il
ai nipoti per giocare ai pirati, si nascondeva melone in Europa sarebbero stati i sardi: lo dello scrittore dublinese, Renzo
una moneta d’oro del 1702, coniata solo in 20 dimostrerebbero 47 semi (del 1310-1120 a.C.) Crivelli, «qualche buontempone
esemplari. Valore: 200-250mila sterline. ritrovati in un pozzo vicino a Oristano. sosteneva che l’amore si era co-
stretti a farlo in piedi». (b. m.)

7
novità e scoperte

Il pozzo
maledetto
P oteri curativi e maledizioni
aleggiano intorno al pozzo

ANSA
di sant’Anna che gli archeologi
dell’Historic England Heritage
hanno ritrovato vicino a Liver-
pool. Il pozzo dal XV secolo
fu oggetto di pellegrinaggio, A sinistra, i resti
perché si diceva che la sua del teatro che si
acqua guarisse occhi e pelle affacciava sulla Valle
da numerose malattie. La leg- dei Templi. Sopra,

CONTRASTO
genda narrava che sant’Anna un’area del sito.
si sarebbe immersa proprio

Risorge l’antico teatro


nella vasca quadrangolare che
costituiva il pozzo e accoglieva
i pellegrini. Ma un secolo dopo
sorse una disputa fra i monaci
e il proprietario del terreno
Gli archeologi trovano le tracce del teatro che collegavano il teatro all’a-
gorà, la grande piazza cittadi-
accanto alla sorgente. di Akragas, l’antica Agrigento dei Greci. na che si apriva alle sue spalle.
Leggenda nera. L’agricoltore Piccola Atene. Dal punto di

L
avvisò il priore che non sarebbe o cercavano da decenni za, nel III secolo a.C. e distrut- vista topografico, spiegano gli
durato a lungo, e in effetti fu e alla fine l’hanno trova- to circa 600 anni dopo. archeologi, il teatro costituiva
deposto dagli uomini di Enrico to: il teatro di Akragas, Per ora si intravedono la for- la studiatissima cornice mo-
VIII. Allora il priore profetizzò l’antica Agrigento (Sicilia), ma della cavea e il primo gra- numentale attraverso cui l’a-
sciagure al rivale, poco prima fondata dai Greci quasi 2.600 done semicircolare, quello più gorà si affacciava verso la Val-
di spirare. Nel giro di un anno anni fa e definita da Pindaro alto, ma i saggi archeologici le dei Templi. Il che significa
l’uomo vide morire il figlio, “la più bella città dei mortali”, aperti da un’équipe del Poli- che la piazza di Akragas, este-
perse le sue ricchezze e morì riaffiora nel parco archeologico tecnico di Bari e dell’Univer- sa su 50mila metri quadrati,
precipitando nel pozzo. Che della Valle dei Templi. Rivol- sità di Catania hanno mostra- non aveva nulla da invidiare a
nonostante tutto fu meta dei to verso il mare e la valle, è to tracce delle strutture su cui quella, di poco più grande, di
malati per secoli, prima di un semicerchio di 100 metri di poggiavano, in parte, le gradi- Atene. •
essere interrato. (a. b.) diametro, costruito, si ipotiz- nate e uno dei passaggi coperti Maria Leonarda Leone

TRAPASSATI ALLA STORIA Personaggi sconosciuti che sono stati, in vita, protagonisti. A cura di
Giuliana Lomazzi

SILVIO GAZZANIGA VALERIE HUNTER GORDON EWEN A. WHITAKER


Scultore e orafo Inventrice Astronomo

Dopo la conquista definitiva della Coppa Rimet da È morta a 94 anni la casalinga che liberò le donne La Luna non era di moda, ma nessuno meglio di lui
parte del Brasile nel 1970, l’anno dopo fu indetto dalla fatica di lavare, strizzare e stirare le fasce igie- ne conosceva la superficie. Fu così che salì ai vertici
un concorso per il progetto della nuova Coppa niche del bebè: cominciò infatti con lei l’epoca del del programma spaziale Nasa, conquistandosi fa-
del Mondo Fifa. Lo vinse Gazzaniga, con un trofeo pannolino usa e getta. ma con la creazione di dettagliati atlanti lunari, tra
composto da due atleti che sorreggono un globo, “Non mi andava di lavarli”. Incinta del terzo il ’60 e il ’67, per l’Università di Chicago.
realizzato anche in plastilina per timore che lo figlio e volendo evitare la solita fatica, sperimentò Allunaggio perfetto. Nel 1969 guidò la discesa
schizzo non rendesse l’idea. vari materiali (partì da un paracadute di nylon) del Lem dell’Apollo 12 nel cratere dell’Oceano del-
Successo “sportivo”. Morto a 95 anni, Gazzani- fino a trovare la combinazione giusta. Ne cucì cen- le tempeste, a 182,88 m dal punto in cui due anni
ga realizzò altri trofei per il calcio (le coppe Uefa e tinaia, infine li brevettò nel 1948: l’anno dopo rag- prima era atterrato il lander Surveyor 3. Spentosi a
Under 21 e la Supercoppa europea) e altri sport. giunse un accordo per produrli industrialmente. 94 anni, compì anche importanti studi scientifici.

8
agenda
A cura di Irene Merli

MOSTRA MILANO

Opere
mitologiche
La scoperta di Erittonio
fanciullo (1615-1616);
Sotto, Ganimede e
l’aquila (1611-1612).

Rubens e la nascita del barocco


A Milano una mostra sul grande maestro fiammingo e il suo profondo
legame con il panorama artistico della nostra Penisola. Con quaranta
opere del pittore che tanto amò l’Italia e fu artista di corte dei Gonzaga.

L’
Italia fu fondamen- porti di Rubens con l’arte e la dalena in estasi, Susanna e i
tale per Rubens, co- statuaria antica e con i gran- vecchioni, Ercole nel giardino
si come Rubens lo fu di autori del nostro Rinasci- delle Esperidi, La cattura di
per l’Italia. A questo grande mento (nei suoi viaggi egli vi- Sansone, il Ritratto del Cava-
artista fiammingo si deve in- de Tiziano, Tintoretto, Vero- liere Doria a cavallo e soprat-
fatti l’avvio del barocco nel nese, Raffaello, Michelange- tutto La scoperta di Erittonio
nostro Paese, che in seguito lo), ma anche far conoscere fanciullo, scelta come imma-
raggiunse vette altissime in l’influenza del Maestro sugli gine-guida della mostra. Tra
ogni regione. I viaggi di Ru- artisti italiani più giovani, co- questi magnifici dipinti, che
bens a Genova, Mantova, Ve- me Pietro da Cortona, Berni- arrivano da importanti musei
nezia e Roma, avvenuti tra il ni, Lanfranco e Luca Giorda- internazionali e da collezio-
1600 e il 1608, lo legarono co- no, protagonisti della nostra ni italiane, non pochi hanno
sì profondamente alla cultu- stagione del Barocco. dimensioni imponenti. Il che
ra italiana da lasciare un se- Dipingere in grande. A Pa- rende particolarmente affa-
gno indelebile sulla sua pit- lazzo Reale sono quindi pre- scinante vedere da vicino l’o-
tura. Il filo rosso della mostra senti più di 70 opere, di cui pera di un maestro che sedu-
Pietro Paolo Rubens e la nasci- 40 di Rubens. Tra esse vi sono ce per uso dei colori, origina-
ta del barocco è appunto que- Seneca morente, Saturno che lità, e anche monumentalità
sto: mettere in evidenza i rap- divora uno dei suoi figli, Mad- dei soggetti. •

Fino al 26/2/2017. Palazzo Reale. Informazioni e prenotazioni: 199 151121; www.mostrarubens.it

10
EVENTO NAPOLI MOSTRA TREVISO

Il ritorno La geografia serve


dei faraoni a fare la guerra?
Dopo 6 anni di restauri ha riaperto Mappe, atlanti e opere d’arte per raccontare
la sezione egizia del Museo la potente influenza delle carte geografiche.
Archeologico Nazionale, la rac­ Che, zitte zitte, spesso fanno vedere il mondo
colta più antica d’Italia. Dieci sale con il punto di vista degli Stati Maggiori e del­
riallestite e oltre mille reperti nuo­ la propaganda. Un esempio? I confini: geo­
vamente esposti: ora i visitatori graficamente non esistono, ma sono creati
hanno a disposizione un percorso e cambiati strumentalmente. E un fiume
ripensato dal Museo e dall’Univer­ può mutare genere: la Piave degli zattieri nel
sità “L’Orientale”, che li condurrà 1918 diventa il più virile Piave che sbarra lo
davanti a importanti parti di straniero. Il percorso della mostra si concentra
mummie e sarcofagi, vasi canopi, sul periodo storico che va dalla fine dell’Ot­
papiri, cippi di Horus, stele funera­ tocento ai primi del Novecento, con dovizia
rie, statue e splendide sculture di di mappe d’epoca. Ma inizia dall’antichità
granito, come la Dama di Napoli. romana e finisce ai giorni nostri, per mostrare
Museo Archeologico Nazionale che un’altra geografia è possibile.
Info: 081 4422149 www. Fino al 19/2. Fondazione Benetton, Palazzo
museoarcheologiconapoli-it/it Bomben. Info: 0422 5121; www.fbsr.it

MOSTRA MENDRISIO (SVIZZERA) EVENTO BOLZANO

Legni preziosi Magico Avvento


Nel Museo ticinese di Ran­ tutti provenienti da chiese e con il mercatino
cate, presso Mendrisio, si monasteri del Canton Ticino. Il mercato di Natale più grande
può ammirare una squisita L’allestimento di questi d’Italia, oltre ai tradizionali
serie di opere lignee sacre, piccoli capolavori è stato stand ai piedi del Duomo, offre
datate dal XII al XVII secolo: curato da una “gloria locale”, concerti, passeggiate nel centro
Madonne, Crocifissi, Com­ l’architetto Mario Botta. con i pony ed eventi in tutta
pianti, busti, polittici scol­ Fino al 22/1. Pinacoteca la città.
piti, tabernacoli, reliquiari Zust. www4.ti.ch/decs/dcsu/ Fino al 6/1. Info e programma:
e addirittura un presepe, ac/pinacoteca-zuest/home www.mercatinodinatalebz.it

MOSTRA UDINE

Napoléon Bonaparte
J’arrive. Le 5 facce del trionfo
Una mostra che vuole illustrare tutto il percorso
di Napoleone: il soldato, il generale, il console,
l’imperatore e anche l’esiliato, in un viaggio che
parte dalla Rivoluzione francese e termina con
la morte a Sant’Elena. Fra i pezzi esposti il cele­
bre chapeau (nella foto), l’uniforme indossata
a Marengo, il nécessarie dentaire (Napoleone
curava molto i denti) e quello da portemanteau
usato ad Austerlitz, armi, vasi, celebri
dipinti e la ricostruzione della tomba
agli Invalides di Parigi.
Fino al 26/2. Ex Chiesa di San Fran-
cesco. Info: 0431 510393; www.azalea.it
microstoria
A cura di Marta Erba, Paola Panigas e Daniele Venturoli
BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

PAROLE DIMENTICATE

S C I A R R A R E
Deriva da “sciarra”, forse dall’arabo šarra(h), “ostilità”, o dal tedesco antico zerran,
“lacerare”: significa sbaragliare, scompigliare ma anche rimproverare aspramente.

LA VIGNETTA

“DOC” DUMAS
Cosa ci fa Alexandre Dumas figlio (1824-1895) di mantenimento e la comunione dei beni. E

IL MITO nei panni di strizzacervelli ante litteram specia-


lizzato in strampalati consigli per coppie in crisi?
Napoleone mantenne il divorzio nel suo Codice
Civile (e non esitò a usarlo per lasciare Giuseppina
NIOBE, come narra tra gli Il divorzio era un tema caldo nei salotti francesi Beauharnais). Tra il 1792 e il 1803, in Francia, i
altri Ovidio nelle Metamorfosi, fin dal ’700: “Il divorzio risale probabilmente alla divorzi furono 30mila. Il concetto di matrimonio
fu una madre tragicamente stessa epoca del matrimonio. Ritengo, comun- come contratto laico, dal quale si può recedere,
punita per la sua superbia. que, che il matrimonio sia più antico di qualche era però malvisto dal clero. Con la Restaurazione il
Dal suo sposo Anfione, re di settimana”, sentenziò con tagliente sarcasmo divorzio fu abolito e ripristinato solo nel 1884.
Tebe, la donna aveva avuto Voltaire. La rivoluzione del 1789 non si limitò a Infanzia infelice. Tra i sostenitori di una legi-
sette figli e sette figlie. Ne sancire il diritto al divorzio: introdusse l’assegno slazione sul divorzio c’era appunto l’autore della
era talmente orgogliosa che, Signora delle camelie, Alexandre Du-
durante le festività in onore mas, figlio del Dumas che scrisse Il
di Latona, osò proclamarsi conte di Montecristo e di una sarta. Il
superiore alla dea, che di piccolo Alexandre sperimentò sulla
figli ne aveva appena due, i sua pelle cosa significava nascere al
fratelli gemelli Diana e Apollo. di fuori di una relazione ufficiale: fu
Quando questi ultimi vennero dichiarato figlio naturale di padre e
a conoscenza dell’episodio, madre ignoti e spedito in collegio. I
decisero di vendicare l’offesa. genitori lo riconobbero solo a sette
Un giorno che i figli di Niobe anni. Dopo una dura battaglia le-
erano a caccia, Apollo li uccise gale per la custodia, il bambino fu
tutti e sette con il suo arco affidato al padre.
d’argento. E poiché la donna, Dumas figlio manifestò un forte
nonostante la triste perdita, disagio per quell’esperienza, schie-
continuava a proclamarsi randosi contro la morale comune
superiore a Latona, toccò ad nel trattare temi controversi come
Artemide vendicare la madre la posizione sociale della donna,
trafiggendo le restanti sette il divorzio e l’adulterio. Uno dei
figlie di Niobe. temi ricorrenti nelle sue opere è
Fonte di lacrime. A quel proprio la disgregazione famiglia-
punto Niobe, straziata dal do- re, che racconta in modo irrive-
MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE

lore, si arrese e pianse. Mosso rente nel saggio La question du


a compassione, Zeus la tramu- divorce, del 1880: lo stesso anno
tò in roccia, da cui scaturì una in cui venne pubblicata questa
fonte: le eterne lacrime dalla vignetta sul giornale satirico
sventurata madre. La Caricature.

12
CHI L’HA DETTO? IL NUMERO

80
I chilometri delle 372 strade
“Divieni ciò lastricate censite all’epoca
dell’imperatore romano
che sei” MILA Diocleziano (III secolo d.C.).

L’esortazione originale era diretta TOP TEN


dal poeta greco Pindaro (V secolo
a.C.) a Gerone I, tiranno di Sira- I PIÙ IMPORTANTI DISCORSI
cusa, vincitore ai Giochi Pitici a
Discorso di difesa di Socrate davanti
Delfi. Fu poi più volte ripresa da 1 ai cittadini ateniesi (399 a.C.)
Friedrich Nietzsche (foto) in Ecce
homo. Come si diventa ciò che si è. Invece di cercare di impietosire i giudici,
Superuomo. Secondo la teoria Socrate si difese contestando il processo.
del filosofo tedesco, compito “Fino a quando, Catilina, abuserai della
primario dell’uomo è realizzare la
2 nostra pazienza?”
propria indole, superando i condi- Pronunciato da Cicerone (63 a.C.), dopo aver
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zionamenti esterni che mortifica- smascherato una congiura da parte di Catilina.


no la propria essenza.
Discorso della Montagna di Gesù
3 Tenuto davanti a una grande folla e riportato
dal Vangelo secondo Matteo. Gesù riassunse
qui i principali valori della fede cristiana.
L’OGGETTO MISTERIOSO Discorso di Elisabetta I a Tilbury (1588)
È una specie di spada realizzata in ferro e appiattita
4 Il 9 agosto nell’Essex la regina esortò le sue
sulla punta. Il manico con il quale si maneggiava truppe alla battaglia contro l’Armada spagno-
l’attrezzo poteva essere in ebano o legni preziosi. la, una vittoria britannica che cambiò la storia.
A che cosa serviva e chi lo usava? Discorso di addio alla Vecchia Guardia
5 di Napoleone Bonaparte (1814)
Prima di partire per l’Elba, Napoleone salutò i
suoi soldati scelti a Fontainebleau.
Aspettiamo le vostre risposte, indicando anche la località,
Discorso di Gettysburg di A. Lincoln
a: Focus Storia, via Battistotti Sassi, 11/a - 20133 Milano 6 Tenuto nel 1863 all’inaugurazione del cimi-
oppure a redazione@focusstoria.it
tero di Gettysburg, sottolineava che nessun
soldato era morto invano nella guerra civile.
È stato Gustavo Belzer di Aosta il lettore più veloce a
“I have a dream...” di M. L. King (1963)
indovinare l’oggetto del numero scorso. Fino al XIX 7 Discorso tenuto il 28 agosto, al termine di
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secolo, le fattorie avevano il tetto di paglia e per appiattirla


una marcia di protesta conclusa davanti al
si usava questa pala con scanalature. Lo spuntone
Lincoln Memorial di Washington.
acuminato serviva per ancorare l’attrezzo, come una piccozza.
“Lacrime e sangue” di Churchill (1940)
8 Chiedendo la fiducia al suo governo, Chur-
chill disse di non avere niente da offrire se
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VOCABOLARIO: FORFAIT non “sangue, fatica, lacrime e sudore”.


“We choose to go to the Moon” di J. F.
Questa parola francese ha due traduzioni: può voler dire sia crimine 9 Kennedy (1962)
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sia contratto a prezzo fisso. E qui i linguisti si divi-


dono, c’è chi riconduce la parola al significato Il 12 settembre annunciò che gli Usa sarebbe-
di misfatto ipotizzando che questa pratica ro andati sulla Luna entro la fine del decennio.
contrattuale un tempo fosse illegale. E Discorso della Luna di papa Giovanni
chi invece ritiene che sia composta dalla 10 XXIII (1962)
parola latina forum (“foro, mercato”, Tenuto in piazza San Pietro l’11 ottobre, gior-
a lato) e dal verbo francese faire (“fare”), nata di apertura del Concilio Vaticano II.
che si può tradurre in “affare fatto”.

13
OTTOCENTO

Nel 1798 Bonaparte fu inviato a conquistare l’Egitto. Partì con il sogno di


imitare Alessandro Magno: riscoprì la civiltà egizia, ma tornò sconfitto

NAPOLEONE
L’EGIZIANO

LESSING/CONTRASTO

P
ochi personaggi famosi sono sta- Più oltre, la strada verso il Cairo, la capita- Napoleone sapeva però che attaccare
ti più prolifici di Napoleone nel le d’Egitto; alle spalle, la carriera folgoran- direttamente gli inglesi sarebbe stata una
pronunciare frasi storiche desti- te di un còrso venuto dal nulla. follia. Propose allora di colpire il nemico
nate ai posteri. Il 21 luglio 1798, In cerca dI glorIa. Torniamo ai mesi lontano da casa, nel Mediterraneo e lun-
davanti ai veterani delle Campagne d’Italia precedenti: il “Piccolo Caporale”, dopo le go le vie commerciali verso l’India.
inquadrati in assetto da combattimento, vittorie italiane era sempre più popolare. A spingerlo non era solo la strategia: in
Bonaparte montò a cavallo, indicò le pira- E sempre più indigesto per il Direttorio, il testa aveva il mito di Alessandro Magno:
midi di Giza e disse: “Da lassù quaranta consiglio che governava la Francia post- “L’Europa è una tana di talpe”, amava
secoli vi guardano”. Chissà se quella frase rivoluzionaria dal 1795. Per togliersi dai ripetere Bonaparte. “Non offre abbastan-
se l’era studiata prima (probabilmente sì). piedi quel militare ambizioso e popolare, za e dobbiamo andare in Oriente. Tutte
Di fronte a lui e ai suoi soldati, oltre alle niente di meglio che affidargli l’Armata le glorie vengono da là”. Un sogno vera-
piramidi, c’era la cavalleria dei Mameluc- d’Inghilterra, istituita per piegare il temi- mente “napoleonico”, di cui l’Egitto fu
chi (v. riquadro nelle pagine successive). bile avversario d’Oltremanica. la meta. Si allestì una flotta di 55 navi
14
Tra moschee e piramidi
Napoleone al Cairo nel 1798.
ART RESOURCE/SCALA

Per arrivarci dovette vincere i


Mamelucchi nella Battaglia delle
piramidi (nella pagina a sinistra),
nel luglio di quell’anno.
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MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE
La decisione di sbarcare in Egitto, controllato dagli Ottomani alleati degli
inglesi, era un modo per attaccare la Gran Bretagna. Ma il piano non riuscì
da battaglia, 280 mercantili su cui furono Ha spiegato lo storico e giornalista Guido In guerra con scIenzIatI e artIstI. Le
imbarcati oltre 38mila soldati. Il Diretto- Gerosa, nella sua biografia di Napoleone: truppe, soprattutto, non capivano come
rio tirò un sospiro di sollievo quando vide «I soldati francesi erano abituati alle vit- si difendesse la Rivoluzione tra le dune.
l’ingombrante condottiero salpare. Qual- torie, alla soddisfazione, ai palazzi, alle E perché dovessero portarsi dietro 167 tra
cuno sperò che venisse intercettato dal- belle donne. Messi alla prova con le mar- scienziati e artisti che il generale aveva
la Marina inglese che pattugliava il Medi- ce del deserto, la sete, le febbri, la mo- voluto con sé. Napoleone, figlio dell’Il-
terraneo al comando di Nelson. Non an- notonia di giorni tutti uguali, si sentiva- luminismo e dell’Enciclopedia di Diderot
dò così. no distrutti. Molti preferirono uccidersi». e D’Alembert, aveva, infatti, precettato
Faraone Bonaparte. Napoleone sbarcò
ad Alessandria d’Egitto il 1° luglio 1798,
impadronendosi rapidamente della città,
mal difesa dalle truppe dell’Impero otto-
mano che formalmente governava l’Egit-
to. I veri padroni erano però gli odiatis-
simi Mamelucchi (v. riquadro a destra).
Bonaparte pensò di poter sfruttare facil-
mente il malcontento degli egiziani a suo
favore e già si vedeva nelle vesti di un
nuovo faraone. “In Egitto sognavo di tut-
to e vedevo i modi di eseguire quello che
avevo sognato”, racconterà anni dopo.
“Mi vedevo fondare una nuova religione,
mi vedevo sulla strada dell’Asia, portato
su un elefante, con il turbante sulla testa
e in mano il nuovo Corano che avrei im-
posto secondo le mie esigenze”.
La realtà era meno fantastica: l’acco-
glienza degli egiziani fu ostile. E convinse
Napoleone a muoversi il più rapidamente
possibile verso Il Cairo. Per giorni le trup-
pe marciarono con scarsi rifornimenti,
sotto il sole dell’estate egiziana, con po-
ca acqua putrida e assillati dalla dissen-
teria. Di notte i beduini del deserto assa-
livano chi rimaneva isolato per rapinarlo
e, in qualche caso, sodomizzarlo. Insom-
ma, la spedizione non prometteva bene.
16
Mamelucchi: i tiranni d’Egitto che non volevano figli
A lla fine del Settecento
l’Egitto apparteneva
all’Impero ottomano. Il bello
la loro missione era costituire
un corpo militare d’élite. In
breve questi guerrieri feroci
solo perché integrata “im-
portando” nuovi ragazzi dal
Caucaso. Così si perpetuò
l’opportunità al sultano ot-
tomano di organizzare una
spedizione contro di loro. Al
e il cattivo tempo lo facevano e dalla pelle bianchissima si il loro dominio su 3 milioni comando dell’esercito turco
però 24 bey locali, i prìncipi impadronirono del Paese e lo di egiziani. I Mamelucchi si fu messo un generale di origi-
mamelucchi con i loro vassalli. dominarono anche dopo la dedicavano solo alla guerra ne albanese, Mohammed Alì,
Ma chi erano? Mamelucco in conquista ottomana del 1517. e sfruttavano le ricchezze considerato oggi il fondatore
arabo significa “uomo com- I Mamelucchi sceglievano del Paese per soddisfare i dell’Egitto moderno. Il gene-
prato”, ma nel loro caso la le loro mogli tra le donne propri desideri, ma non erano rale, nel 1811, fece massacra-
schiavitù non c’entrava. più belle d’Egitto, ma non interessati a nessun tipo di re con fucili e baionette tutti
Caucasici. I Mamelucchi erano facevano quasi mai figli: per modernizzazione. i Mamelucchi, dopo averli
i discendenti di 12mila gio- non rovinarne la forma fisica Fatti fuori. Le sconfitte con- attirati con un pretesto nella
vani assoldati nel Caucaso da con le gravidanze. La casta tro Napoleone indebolirono Cittadella del Cairo. Di loro
un sultano nel lontano 1250: mamelucca non si estinse i tiranni del Cairo e diedero rimase soltanto il ricordo.

Tra barbarie
e scoperte
Napoleone durante
la marcia nel deserto,
in un dipinto
ottocentesco. Nella
pagina a sinistra, atti di

CHRISTIE’S IMAGES\SCALA
vandalismo dei francesi
al Cairo e scritte lasciate
dai soldati di Bonaparte
nel sito di Dendera,
lungo il Nilo.
La vera eredità di
quella spedizione
è stata la nascita
dell’egittologia: fu
Bonaparte a volere
con sé un seguito
di 167 artisti e studiosi

Tutti egittologi
con Napoleone
L’ antico Egitto aveva affascinato già
i Greci e i Romani ma era caduto
nell’oblio con il cristianesimo e l’islam
che consideravano le vestigia egizie
retaggi del paganesimo. Con Napo-
leone prese il via la riscoperta della
terra dei faraoni e nacque una nuova
disciplina, l’egittologia.
Decifratore. Data di nascita della nuo-
va scienza è il 1822, quando il francese Arrivano gli inglesi
Jean-François Champollion annunciò L’esplosione della nave Orient ad
di aver decifrato la scrittura geroglifica Abukir: la sconfitta francese da parte
degli antichi Egizi. Champollion ci era
della flotta inglese spinse Napoleone
riuscito studiando la cosiddetta Stele
di Rosetta, una lapide rinvenuta da un al ritiro definitivo dall’Egitto.
SCALA

militare proprio durante la spedizione


napoleonica del 1798.
Su quella pietra era inciso lo stesso chimici, fisici, agronomi, naturalisti, me-
testo in tre versioni: in geroglifici, in dici, oltre che letterati, archeologi e arti-
demotico (una forma semplificata dei sti. Voleva studiare a fondo il Paese e so-
geroglifici, che si affermò in epoca
più tarda), la terza in greco. gnava di modernizzarlo. Ma per i soldati
Confrontando la versione in greco quegli smidollati studiosi erano solo dei
(lingua nota) con le altre due, Cham- mangiapane a tradimento, e di pane ce
pollion riuscì ad attribuire finalmente n’era ben poco.
un significato ai misteriosi segni. Fu Al CAiro. La tensione, dunque, quan-
il culmine degli studi avviati proprio
da Napoleone, che aveva incaricato i do di fronte alle piramidi Napoleone pro-
letterati e gli artisti del suo seguito di nunciò la sua frase a beneficio dei poste-
documentare e inventariare tutte le ri, era alle stelle. Ma bastò l’urlo di guer-
testimonianze della civiltà dei faraoni ra dei Mamelucchi per trasformare nuo-
che incontravano. I risultati furono vamente in leoni i veterani stremati di
un’opera monumentale in dieci
volumi, la Description de l’Égypte, Bonaparte. Fu una strage di nemici e la
pubblicata tra il 1809 e il 1828 Battaglia delle piramidi spalancò le porte
(a destra, un’illustrazione). del Cairo ai francesi.
Grazie a questi studi pionieristici Nella capitale il vincitore fece procla-
l’Egitto divenne una mania dell’Ot- mi per tranquillizzare la popolazione, pe-
tocento. Il Paese diventò la meta di
decine di spedizioni più o meno scien- rò i suoi soldati si abbandonarono a raz-
tifiche: si formarono così importanti zie e rapine. Gli egiziani reagirono con
collezioni dei musei europei tra cui il imboscate e sabotaggi e Bonaparte mo-
DE AGOSTINI/GETTY IMAGES

Museo egizio di Torino, fondato nel strò il pugno di ferro: ogni giorno cinque
1824. E si diffuse lo stile “orientale”: o sei persone venivano passate per le ar-
nelle arti decorative e nell’architet-
tura, non solo funeraria, nella moda mi in città.
e nella pittura, per qualche decennio La situazione si complicò il 1° agosto
tutto doveva essere “all’egizia”. 1798 quando Nelson, con un’abile ma-
MARY EVANS/SCALA
Testimoni
diretti
Una delle tavole
realizzate dagli
studiosi al seguito
di Napoleone e
pubblicate nella
Description de
l’Égypte, poi un
best-seller.

novra, riuscì a penetrare con le sue navi peste. L’avanzata non si fermò: “Il mo- 2mila e i 3mila soldati turchi, una carne-
nella baia di Abukir e a distruggere quasi do migliore per preservare l’armata dal- ficina a sangue freddo per impressionare
completamente la flotta francese. la malattia era di farla marciare e tener- il nemico e terrorizzarlo.
Per gli occupanti il colpo fu micidiale. la occupata”, scriverà in seguito Napole- Un meSto ritorno. Rimaneva la fortez-
Erano rimasti senza l’appoggio della ma- one, implacabile. Puntava sulla rapidità za di Acri, ultimo caposaldo dei cristiani
rina e senza rifornimenti dalle basi fran- di azione ma non aveva fatto i conti con ai tempi delle Crociate. Più di due mesi
cesi. Napoleone era furioso: rischiava di le fortezze di Giaffa e Acri. di assedio non portarono a nulla se non
rimanere bloccato in quella terra remota. DiSfatta. A Giaffa gli assediati taglia- a una nuova e più terribile pestilenza tra
Lo stallo della guerra, invece, rallegrò gli rono la testa al messaggero mandato per i francesi.
studiosi della spedizione. chiedere la resa. La vendetta dei francesi, Il 20 maggio Napoleone ordinò la ritira-
Non dovendo seguire le truppe in movi- una volta dilagati in città, fu tremenda, ta e archiviò i suoi sogni di gloria orien-
mento, avevano l’opportunità unica di vi- come racconta Gerosa: «Le truppe napo- tali. Fece in tempo a sconfiggere in Egitto
sitare quasi liberamente la terra dei fara- leoniche massacrarono a colpi di baionet- l’armata ottomana proveniente da Rodi,
oni. Alla fine riempiranno oltre 7mila pa- ta i 3mila uomini della guarnigione che poi decise di rientrare in Europa. Aveva
gine di documenti sui temi più disparati pure avevano chiesto di arrendersi e di ricevuto notizia delle manovre contro di
che lanceranno in tutta Europa una pas- avere salva la vita. Furono uccisi uomi- lui nel Direttorio, e anche dei tradimenti
sione per l’Egitto che dura ancora oggi. ni, donne e bambini. Intere famiglie ven- della moglie Giuseppina. I faraoni pote-
Stragi e peStilenze. Bonaparte però do- nero assassinate. Per tutta la notte si uc- vano aspettare.
veva agire. Anche perché due eserciti ot- cise, stuprò, si saccheggiò». Emerse tut- Bonaparte salpò di nascosto il 22 ago-
tomani muovevano dalla Siria e da Rodi ta la frustrazione dei soldati per mesi di sto e non fece mai più ritorno in Africa.
per stringere l’Egitto in una tenaglia. Na- campagna senza grossi risultati e bottini L’armata francese si arrese a inglesi e Ot-
poleone partì verso nord con 13mila uo- e Napoleone non fece nulla per control- tomani nel 1801. Di quella spedizione
mini nel febbraio 1799, per sorprende- lare gli animi. Napoleone disse che era stata “la gloria
re il nemico. Anzi, una volta ottenuta anche la re- delle armi associata alla scoperta artisti-
Anche questa volta la marcia fu un cal- sa dei difensori della Cittadella di Giaffa, ca”. Una frase vera solo a metà. •
vario a cui si aggiunse un’epidemia di li passò tutti per le armi. Morirono tra i Roberto Roveda

19
RELIGIONI

tatev
ARMENIA
Isolato nella gola
del fiume Vorotan, il
monastero di Tatev fu
fondato nel IX secolo e
già due secoli dopo era
abitato da mille monaci.
Tra il ’300 e il ’400 ospitò
uno dei principali atenei
del Paese.

SOLIDI COME LA
CONTRASTO (3)

amorgos
GRECIA
A strapiombo sul mare,
il monastero greco
ortodosso di Panagia
Hozoviotissa fu fondato
sull’isola dell’Egeo
nell’XI secolo. Si dice
per proteggere un’icona
del IX secolo ancora
conservata nell’edificio.
20
santa caterina
ITALIA
Santa Caterina del
Sasso Ballaro, sul Lago
Maggiore. L’eremo,
dedicato a santa
Caterina d’Egitto, fu
eretto a partire dal
XII secolo. I primi
ad abitarlo furono i
LUCA DA ROS/SIME

domenicani.

ROCCIA
Dalla Grecia all’Italia, dalla Turchia
all’Etiopia: i monasteri e gli eremi più isolati,
baluardi estremi della fede A cura di Anita Rubini

paro
BHUTAN
Nell’VIII secolo era una
grotta a 3.120 metri
di altitudine dove i
buddisti si ritiravano
a meditare. Nel 1692
iniziò la costruzione del
Monastero di Taktsang
(o “Tana della Tigre”)
come lo vediamo oggi.
meteora
GRECIA
Il Monastero di
Roussanou fu fondato
nel 1388 ed è tuttora
abitato da 16 monache
greco ortodosse. Tra
le cime di arenaria di
Meteora, in Tessaglia, i
monasteri costruiti nel
tempo sono stati 24.
GETTY IMAGES

Il Monastero di Sumela, in Turchia, nonostante la posizione isolata, è dotato

aragona
SPAGNA
Il monastero cristiano
di San Juan de la
Peña deve il nome
all’omonima sierra sui
Pirenei aragonesi e
sembra costruito in una
grotta. Già nel corso
dell’VIII secolo era un
avamposto anti-arabi.
CONTRASTO

22
sumela
TURCHIA
Abbarbicato su uno
strapiombo roccioso,
il monastero greco
ortodosso di Sumela
FAUSTO GIACCONE/ANZENBERGER/CO

sarebbe stato fondato,


secondo la tradizione,
da due eremiti nel IV
secolo, durante il regno
di Teodosio I.

di sale di studio, cucine, ostelli per i pellegrini, biblioteche e di un acquedotto

lalibela
ETIOPIA
Mete di pellegrinaggio
dei cristiani ortodossi
etiopi, le chiese scavate
nella roccia viva nella
città di Lalibela sono
ANGELO GANDOLFI/NATUREPL.

11. La datazione, però,


è controversa: forse
risalgono al XII-XIII
secolo.
Mondadori Portfolio/Bridgeman

TVITA QUOTIDIANA
C’È POSTA
PER TE
Dai corrieri
persiani ai cursores
romani, fino alle

O
mail: le tappe ggi nella cassetta della posta da quelli persiani) macinavano migliaia di
troviamo solo multe, bollette chilometri per portare gli ordini imperia-
e i primati dei e pubblicità: le lettere arriva- li. Ma la corrispondenza, come la inten-
no sul computer. Una volta non diamo noi, è un fenomeno più moderno.
servizi postali era così e comunicare a distanza è stato Affinché potesse decollare un vero “si-
uno dei problemi più antichi dell’umani- stema poste” servivano 4 condizioni. In-
tà: dai segnali luminosi e sonori, passan- nanzitutto le persone dovevano saper leg-
do per papiri e pergamene, fino ad arriva- gere e scrivere (alla fine del XIX secolo i
re alle tavolette di argilla dei Sumeri, pri- due terzi degli italiani, tanto per fare un
me lettere della Storia. Nell’antico Egitto a esempio vicino a noi, erano analfabeti).
inviare missive erano soprattutto i faraoni: Poi serviva un destinatario: soltanto dal
quelli della XIX dinastia 3.200 anni fa in- Duecento i commerci si estesero abbastan-
trattenevano una regolare corrispondenza za, mentre prima (e per moltissimi anni
con i re assiri e babilonesi attraverso papi- anche dopo) si lavorava a due passi da ca-
ri che viaggiavano sul Nilo. sa. Inoltre servivano supporti più econo-
Ai tempi di Augusto, 2mila anni fa, i ful- mici di papiri e pergamene: il problema fu
minei corrieri a cavallo romani (“ispirati” risolto solo nel tardo Medioevo con la dif-

Postini d’epoca
A sinistra, una
pubblicità postale
natalizia dagli Usa degli
anni Cinquanta.
A destra, uno
“scarselliere”
medioevale imperiale:
muovendosi a piedi,
impiegava 11 giorni
per coprire la tratta
Milano-Roma.
Mondadori portfolio

25
1 Lettera
commerciale inviata
nell’antico Egitto
di 3mila anni fa per
chiarire un disguido su
una fornitura di merci.

2 Calice con inciso


l’itinerario postale da

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
Cadice a Roma, del
I secolo d.C.

FOTOTECA GILARDI
FOTOTECA GILARDI

3 Rotula tardo-
medioevale: la risposta
1 era aggiunta in coda al 2 3
messaggio.

21
GIORNI
I piccioni viaggiatori,
impiegati dal 3000 a.C.,
Impiegati dai messaggeri
medioevali per consegnare
una lettera da Prato a furono decisivi per la
Barcellona. Il compenso?
18 fiorini d’oro.
conquista della Gallia da
parte di Giulio Cesare
3GIORNI
fusione della carta in Europa. Solo quando
queste condizioni raggiunsero una “massa
Il “record postale” di una
lettera partita il 24 dicembre critica” arrivò il quarto ingrediente: qual-
1856 con la diligenza da cuno che recapitasse le lettere, cioè il po-
Milano, per arrivare a stino. Però, almeno fino al Settecento, so-
Lione (Francia).
lo eserciti e sovrani ne avevano uno, sot-
to forma di messaggero a cavallo. E solo
i ricchissimi potevano pagare un inviato

84,5 ORE
per consegnare lettere d’amore o d’affari.

Caro faraone ti scrivo...


Il tempo impiegato dai
“cavallari” di Gian Galeazzo L’origine della posta, a ben vedere, pre-
Visconti per andare da cede l’invenzione della scrittura. I primi
Milano a Roma, con mezzi per comunicare erano torce e spec-
cambi ogni 70 km.
chi usati per segnali luminosi o di fumo;
oppure corni e trombe per quelli sonori,
che in Cina usavano migliaia di anni fa.

26GIORNI
Le più antiche testimonianze di lettere
scritte sono emerse durante gli scavi ar-
cheologici di Kültepe, in Turchia, nel 1925:
Il tempo necessario a una
lettera di Giulio Cesare
erano tavolette d’argilla incise a caratte-
a Cicerone per arrivare, ri cuneiformi dai Sumeri nel 1900-2000
via terra, dalla Britannia a.C. Secondo alcuni storici le prime trac-
a Roma.
ce di sistema postale sono da cercare in-
Maratoneta
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN

vece nella Cina di oltre 2mila anni fa. Ma


Un’immagine
più verosimilmente l’innovazione fu meri-

1.000
del 1890 di un
to dell’imperatore Shih-Huang-ti, che tra il
postino nipponico
coperto di irezumi, 246 e il 210 a.C. riunì l’impero e per impar-
il tipico tatuaggio CHILOMETRI tire ordini dal centro alla periferia si avval-
giapponese. La distanza percorribile se di messaggeri a cavallo. E se nell’antico
in un giorno da un
piccione viaggiatore
Egitto fu lo stesso faraone Ramses I a pro-
usato in guerra muovere una rete di comunicazione con
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN (3)

Dalle stalle all’ufficio postale


In alto a sinistra, un araldo annuncia la fine
della Guerra dei Trent’anni (1648). Qui sopra,
Rowland Hill, nel 1837 autore della riforma
delle poste inglesi, modello per tutta Europa.
A sinistra, un ufficio postale di Londra nel 1800.

I servizi postali medioevali furono la-


sciati alla libera iniziativa di università e
monaci. E i postini più creativi furono pro-
prio quelli che lavoravano per i monaste-
ri. I monaci-corrieri inventarono infatti la
rotula: le risposte alle lettere di abati e ve-
scovi erano cucite sotto le missive origina-
li e poi arrotolate in cilindri di legno. Quel-
la che annunciò nel 1113 la morte di Matil-
de, badessa a Essen (Germania), toccò 242
papiri che viaggiavano sul Nilo, in Persia Foro romano fino alla Scozia e all’Etiopia, monasteri e alla fine misurava 20 metri.
toccò a Ciro il Grande, nel VI secolo a.C., dalle sponde dell’Atlantico fino all’Arabia I più interessati, per ragioni d’affari, al-
lanciare un servizio postale che dall’attua- e al Golfo Persico. Il cursus publicus era or- la posta erano però i mercanti. La corpo-
le Iran arrivava fino al Mediterraneo: 2.700 ganizzato in stazioni di sosta e di cambio razione dei macellai tedeschi, per esem-
km di “via regia” punteggiata da 111 sta- cavalli (mansiones e mutationes) riserva- pio, aveva un proprio servizio postale, la
zioni, che i corrieri imperiali percorrevano te a chi viaggiava per ragioni di Stato. Più Metzerpost. E il fiorire dei commerci portò
in 9 giorni cavalcando 24 ore su 24. “Nien- che un servizio postale, dunque, era uno a un boom nella domanda di “scarsellie-
te è più rapido del modo di trasmissione strumento per mantenere la coesione poli- ri” (il nome deriva dalla borsa, detta scar-
dei messaggi inventato dai Persiani”, scris- tica dell’impero: per trasmettere gli ordini sella, usata per trasportare denaro o docu-
se ammirato il greco Erodoto. Che aggiun- militari fino alle più remote province i cor- menti). Viaggiavano a piedi su strade bat-
geva: “Su tutte le strade sono disseminate rieri a cavallo (cursores) percorrevano fino tute da briganti e soldati e il loro era un
le stazioni per il cambio di uomini e caval- a 270 km in 24 ore. Ma dove erano scrit- mestiere pericoloso. La loro vita migliorò
li sfiniti dalla corsa, e i corrieri si scambia- ti quei messaggi? Inizialmente su tavolet- alla fine del Trecento, quando si trasfor-
no l’un l’altro le notizie”. te d’osso o metallo spalmate di cera, poi marono in corrieri a cavallo e poi, con le
su rotoli di papiro con inchiostri vegetali. diligenze, in postiglioni.
Gli instancabili corrieri di Roma I pionieri del settore furono due italiani,
Al fondatore dell’Impero romano, Otta- Monaci e “maestri di posta” i fratelli bergamaschi Zanetto e Francesco
viano Augusto (63 a.C.-14 d.C.), non sfug- Il tramonto dell’Impero romano d’Occi- Tasso: nel 1504 ricevettero dall’imperato-
gì l’importanza strategica della “via regia” dente (IV-V secolo d.C.) fu accompagnato re Massimiliano I d’Asburgo il monopo-
persiana. Perfezionando un modello speri- dalla frammentazione degli Stati europei. lio postale in tutto l’impero. Alla fine del
mentato da Giulio Cesare in Gallia, lanciò E senza un potere centrale la trasmissione XVIII secolo la famiglia Tasso (germaniz-
il cursus publicus romano: era il primo si- delle notizie fu relegata a messaggeri loca- zata in Thurn und Taxis, da cui derivereb-
stema di posta pubblica lungo la rete stra- li. Gli araldi richiamavano la popolazione be la parola “taxi”) gestiva 20mila “mae-
dale romana. Qualcosa come 200mila km con squilli di tromba e leggevano le volon- stri di posta”, migliaia di cavalli e castelli
di rete si irradiava dal “miliario aureo” del tà del signore del luogo. ed era una delle più ricche d’Europa.
27
Al di fuori del Regno
A sinistra, diligenza portalettere in partenza
dall’ufficio postale del passo del Sempione. Sotto,
lo stemma delle Regie Poste Italiane all’estero.

GETTY IMAGES (2)


In Italia abbiamo dovuto aspettare fino al 1862,
dopo l’unificazione, perché un postino in divisa
si presentasse a bussare alle nostre porte
Al servizio di Sua Maestà taglie parlamentari sfociarono in due no- toline illustrate autorizzate dal Governo
La scoperta dell’America nel 1492 segnò vità: l’adozione di una tariffa unica, ispi- italiano”, stampate dall’editore Danesi di
il debutto della posta “transatlantica”, im- rata al principio “pagare meno, pagare Roma, raffiguravano monumenti storici e
barcata sui galeoni. Ma quei viaggi erano tutti”, calcolata in base al peso del plico, scorci panoramici.
talmente costosi che imperatori, re, papi e e il pagamento anticipato della tariffa. Per
duchi iniziarono a rivendicare il cosiddet- scovare il migliore sistema di affrancatura Portalettere del Regno d’Italia
to “diritto postale”, imponendo che la lo- nel 1839 fu bandito un concorso: vinse il Le Regie Poste del Regno d’Italia furono
ro corrispondenza viaggiasse gratis. Il si- francobollo con l’effigie della Regina Vitto- istituite il 5 maggio 1862. Per ambire a di-
stema postale divenne sempre più caro: le ria su fondo nero, battezzato Penny Black ventare portalettere bisognava avere oltre-
perdite economiche provocate dalle tasse, (dal valore di un penny, cioè un sesto del- passato la maggiore età, essere cittadino
dal rischio che i plichi non venissero con- la tariffa allora vigente). Il primo franco-
segnati per smarrimento, morte o assenza bollo italiano fu emesso nel 1863: raffigu-
del destinatario erano così ingenti da sfo- rava ovviamente il primo re d’Italia, Vitto- Pony express
ciare in tariffe postali esorbitanti, alla por- rio Emanuele II. 27 marzo 1945: un
tata solo di nobili e ricchi mercanti. passaggio di posta
I servizi postali erano così redditizi che La cartolina postale “a mano” tra militari
nel corso del Seicento le poste private eu- L’Ottocento fu il secolo d’oro della po- americani vicino a
ropee vennero “nazionalizzate” dagli Sta- sta. I cartoncini di auguri diffusi in Euro- Serrig, in Germania,
ti assetati di denaro. Carlo Emanuele I di pa a partire dal Settecento ispirarono l’in- durante le fasi finali
Savoia nel 1604 istituì il primo monopolio venzione della cartolina postale. Ideata della Seconda guerra
governativo delle corrispondenze priva- nel 1865 come “foglio aperto per brevi co- mondiale.
te. Francia e Inghilterra ne seguirono l’e- municazioni”, costava meno di una lette-
sempio e i corrieri si dotarono di divise e ra. Nel 1870, in Germania, videro la luce
stemmi reali. le Grüß aus... (“Saluti da...” in tedesco):
erano cartoline stampate con un “colla-
Rivoluzione bollata ge” di luoghi di interesse stori-
Il 6 maggio 1840 entrò uffi- co o turistico. Dal 1885 poi ini-
cialmente in circolazione nel ziarono a diffondersi anche in
Regno Unito il Penny Black: Italia, con affrancatura ridotta
era il primo francobollo del- a 10 centesimi. Le prime “car-
la Storia e segnò una svolta.
La nascita del francobol-
lo deriva della riforma po-
stale inglese del 1837, orga- I pionieri
BRIDGEMANIMAGES

nizzata dal politico Rowland


Penny Black (1840) e
MONDADORI PORTFOLIO

Hill: scopo di Hill era abbat- Penny Red (1841), i


tere i privilegi postali dell’a- primi due francobolli
ristocrazia. Due anni di bat- emessi al mondo.
28
del Regno, di specchiata onestà e supera- buca delle lettere. to quel traffico. Ma, soprattutto, c’era da
re un attento esame per dimostrare di “sa- Agli albori delle quattro ruote, nel 1908, evitare che i soldati passassero informa-
per leggere e scrivere, far di conto e cono- le Poste italiane promossero un “concorso zioni e seminassero disfattismo. La censu-
scere il francese”. Era vietato “cambiare iti- delle automobili pel servizio postale rura- ra sulla corrispondenza esisteva da sem-
nerario, entrare nei caffè e nei bar, fuma- le”: fu vinto da una società di Torino con pre in Europa, ma riguardava solo le lette-
re, chiacchierare per via e leggere i giornali un omnibus dotato di motore da 30 caval- re di ufficiali o del corpo diplomatico. Con
che doveva distribuire”. La divisa era for- li, 15 posti e ripostiglio per la posta: era la Grande guerra si superò un confine che
nita dallo Stato, ma andava rimborsata in nata la “corriera”. pareva inviolabile: il segreto epistolare. •
24 rate. Nel 1863 furono assunte come ad- Con la Grande guerra si inaugurò la po- Claudia Giammatteo
dette alle Poste e Telegrafi, le “vedove, fi- sta aerea: il 27 maggio 1917 decollò il pri-
glie o sorelle di un impiegato defunto che mo velivolo postale, in servizio fra Torino

FOTOTECA GILARDI
abbia servito all’Amministrazione della Po- e Roma. Germania e Spagna sperimenta-
sta”. Ma il loro stipendio era più basso di rono invece l’impiego postale dei som-
quello dei colleghi uomini. mergibili e negli anni Venti, per la corri-
spondenza con le Indie, l’Olanda adottò
Dal cavallo al sommergibile casseforti postali galleggianti: in caso di
Le lettere, si sa, devono arrivare in fret- naufragio restavano a galla e lanciavano
ta: perciò i servizi postali sono sempre sta- razzi di segnalazione.
ti all’avanguardia nell’impiego dei mez-
zi di trasporto. Alla fine del Settecento fu- Posta di guerra
rono introdotte le carrozze per il trasporto Il primo conflitto mondiale fu il batte-
della posta (in Italia battezzate “velocife- simo del fuoco per la posta militare. Gli
ri”); le diligenze a cavallo hanno lasciato scambi epistolari da e per il fronte arri-
il posto a uffici mobili su navi e vagoni fer- varono a 4 miliardi circa di lettere ordi-
roviari (il primo “ambulante postale ferro- narie, 20 milioni di raccomandate, 9 mi-
viario” fu istituito dal Regno di Sardegna lioni di pacchi, 30 milioni di vaglia tran-
nel 1855) e da tram cittadini muniti di una sitati per le trincee. C’era da regolare tut-

Tutto sotto controllo


Sopra, un timbro di censura militare impresso
nel 1944 su una lettera italiana proveniente da
un campo di prigionia tedesco.

29
PRIMO PIANO
Secoli
FELICI
La felicità è un concetto relativo.
Ma benessere diffuso, pace e una
vita più lunga sono senza dubbio
ingredienti delle epoche più felici.
Dall’antica India ai “boom”
del Novecento, passando per
gli splendori di Roma.

Relax per tutti


Una giornata alle Terme
di Caracalla secondo
il pittore ottocentesco
Lawrence Alma-Tadema:

GETTY IMAGES
un piacere accessibile a
tutti i Romani.

IN CERCA DELLA L’ETÀ D’ORO LA RICCHEZZA PER GLI OGGETTI CHE CI


FELICITÀ DI ADRIANO GRECI E ROMANI MIGLIORANO LA VITA
pag. 32 pag. 40 pag. 46 pag. 54
■ ■ ■ ■
4MILA ANNI FA, L’ITALIA, CIFRE INDIANI D’AMERICA: I BOOM DEL
TRA I VALLINDI ALLA MANO LIBERI E FELICI? NOVECENTO
pag. 36 pag. 44 pag. 50 pag. 60

31
PRIMO PIANO

Alla ricerca
della felicità
Come è cambiato nei secoli
e nelle civiltà il concetto di
“felicità”? La risposta è nei
consigli degli antichi, negli
esperimenti dei filosofi
e nelle parole dei politici

L
a felicità? In Bhutan si misura con un
numero: 0,743, per la precisione. Al-
meno dal 1972, quando Jigme Singye
Wangchuck, il re di questo staterello
dell’Asia, ha introdotto il Fil, l’indice di felicità
interna lorda che si calcola in una scala da 0 a
1 dove uno è il valore massimo. Per ottenerlo si
incrociano dati come la salute, la qualità della
vita, l’istruzione, il benessere psicologico, l’uso
del tempo, la tutela della biodiversità... et voilà
ecco il calcolo su quanto la popolazione è feli-
ce. Un’operazione di marketing e di promozio-
ne, secondo molti osservatori, un tentativo di fi-
nalizzare al meglio le politiche economiche del
Paese per i sostenitori del monarca. Di certo no-
nostante l’alto valore di felicità, il Bhutan risul-
ta essere tra i Paesi più poveri al mondo. Dedu-
zione: i soldi non fanno la felicità. Ma allora? Di
una ricetta per ottenerla se ne parla da millen-
ni. Ma per qualcuno è solo questione di fortuna.
Felici per caso. Secondo Darrin McMahon,
storico della Florida State University (Usa) e
autore di un libro sul tema, in gran parte del-
le culture c’è infatti un legame storicamente do-
cumentato tra felicità e caso. Lo dimostra l’eti-
mologia di questa parola in diverse lingue. In
tedesco felicità e fortuna hanno la stessa radi-
ce: Glück. L’inglese happiness deriva dall’antico
norvegese happ, che significa “caso”, e, in lati-
no, felix voleva dire “fortunato”. Per gli antichi,
insomma, per essere felici bastava scansare gli
imprevisti. E possibilmente conquistarsi la bene-
volenza degli dèi. “Felice e fortunato l’uomo che
conosce e rispetta le festività, conosce i presagi,
evita le trasgressioni e fa il suo lavoro, senza of-
Chi si fendere gli dèi”, diceva il poeta Esiodo (VIII-VII
accontenta... secolo a.C.) in Grecia dove l’eudaimonía, la fe-
Spensieratezza, ma
licità, significava letteralmente “demone buo-
anche malizia nel
no”. Poi arrivò la filosofia a scombinare le carte.
quadro L’altalena di
saggio è meglio. Socrate e Platone in testa, ma
BRIDGEMAN/MONDADORIPORTFOLIO

Jean-Honoré Fragonard,
del 1767. Su quali anche passando per Aristotele ed Epicuro, i filo-
siano gli ingredienti sofi raccomandavano: se vuoi essere felice, di-
della felicità si sono venta saggio, limita i tuoi bisogni e goditi ciò
scervellati filosofi e che hai. Con buona pace degli dèi, per la pri-
studiosi, soprattutto ma volta gli uomini osavano dire che essere fe-
nel Settecento. lici dipendeva solo da loro. E in questo i Roma-
33
La felicità
non è donna
L a Storia ci ha insegnato
che la felicità è un con-
cetto relativo e che spesso
non è né questione di soldi
né di genere. Recentemente
però l’Office for National
Statistics, una sorta di Istat
britannico, ha pubblicato
un rapporto secondo cui le
donne sarebbero general-
mente più felici e appagate
degli uomini.Una conquista
solo recente? Difficile dirlo.
Grandi escluse. Di certo
sappiamo che in passato
le donne sono arrivate
ultime nelle conquiste Nella Costituzione
democratiche. Basta
pensare alle città-Stato La firma della Costituzione degli Stati
greche, il cui governo era Uniti nel 1787: la felicità vi è citata
basato sull’assemblea de- come un diritto. Sotto a sinistra, il
mocratica e dove nacque filosofo greco Epicuro (IV secolo a.C.):
l’idea di “bene comune” per lui la felicità era assenza di dolore.
che implicava la possibilità
di contribuire tutti alla ricer-
ca della felicità. Per “tutti”
però si intendevano solo i
La ricerca della felicità per i “padri” settecenteschi delle
cittadini liberi: donne, schia-
vi e stranieri erano esclusi. moderne costituzioni e degli attuali sistemi politici non
era un compito del governo, ma un diritto dei cittadini
ni vincevano per concretezza. In una panetteria Italia. Merito dei primi umanisti, che riscopri-
di Pompei risparmiata dall’eruzione del 79 d.C., rono Greci e Latini. «Per Pico della Mirandola,
su un bassorilievo raffigurante un fallo, si legge- Cristo rappresentava la felicità stessa. Ma Pico
va Hic habitat felicitas (“Qui risiede la felicità”). parlava anche della “felicità naturale” delle co-
Evidente il doppio senso: infatti, in latino felici- se e dell’uomo quando si realizzano», fa nota-
tas significava anche “fertilità”. re McMahon. Insomma un sali e scendi, con un
L’identikit del romano felice era questo: one- unico risultato: di gente felice continuò a esser-
sto, lavoratore, sicuro di sé e robusto, padre di cene veramente poca, causa guerre e pestilenze.
famiglia sereno e solitario, contento di lavora- Diritto naturale. Per parlare di una felicità
re i campi e coltivare il proprio orto con digni- “per tutti” bisognò aspettare il Settecento. «Gli
tà. La prosperità romana alla fine della repubbli- individui, grazie al progresso tecnico, alla fine
ca (I secolo a.C.) appariva in pericolo: “Goditi i delle grandi carestie e a lunghi periodi di pace,
beni della vita e non dimenticare mai che i tuoi erano sempre più liberi dalla fatica quotidiana
giorni sono contati”, diceva il poeta Orazio. Ov- di restare vivi», prosegue McMahon. «Nel ’700,
vero: carpe diem, “cogli l’attimo”. la popolazione europea, da circa 120 milioni di
Soffri e prega. Con l’avvento del cristianesi- persone, raggiunse i 190 milioni alla fine del se-
mo la faccenda si ribaltò di nuovo e la divini- colo. Sostenuta da tassi di mortalità decrescenti
tà tornò a farla da padrone: la felicità si poteva e aspettative di vita più lunghe». Forse per que-
guadagnare solo postuma, con il sacrificio, la sto il XVIII secolo, anche se non fu un’epoca di
preghiera, la fede e la rinuncia al mondo mate- benessere diffuso, diede i natali ai teorici del-
riale. Per i medioevali, la cui vita era costante- la felicità. Come il filosofo e giurista inglese Je-
mente minacciata da fame, malattie, carestie e remy Bentham (1748-1832), che la “buttò” in
guerre, l’idea di un aldilà gioioso era una con- politica: grazie alla democrazia, che media tra
solazione. Ecco allora che nell’arte medioevale gli interessi individuali, si sarebbe potuto garan-
sulle figure religiose (la Vergine, Adamo ed Eva tire il bene comune, cioè la piena realizzazione
Getty Images

prima della cacciata, angeli e santi) cominciò a degli interessi di ognuno. Insomma, era tutta
comparire il sorriso sul volto. questione di sottili compromessi.
La felicità di lassù e quella di quaggiù torna- Proprio allora la parola “felicità” entrò tra le
rono a incrociarsi soltanto nel Quattrocento, in pagine delle costituzioni moderne. Rispetto al
34
E gli antichi si inventarono l’età dell’oro
Il primo a teorizzare l’esistenza
di un’età dorata in cui tutti
erano felici fu Esiodo (VIII secolo
dell’argento, del bronzo, degli
eroi e del ferro. A determinare
l’involuzione sarebbe stata una
un’età dell’oro “pastorale”
nella quale gli uomini viveva-
no concordi, senza bisogno
Augusto) che doveva
cambiare i destini dell’umanità.
Sarebbe stata proprio la
a.C.). Il poeta greco immaginò donna, Pandora, che, aprendo di lavorare, in armonia con prospettiva escatologica
un’epoca idilliaca, collocata l’otre contenente i mali del gli dèi e l’ambiente naturale, (riguardante cioè i destini
nel passato, in cui gli uomini, mondo, condannò l’umanità dedicandosi alla riflessione. ultimi dell’uomo e della socie-
seppure mortali, vivevano in a dolore e precarietà. Dopo di lui, il poeta latino Vir- tà) a influenzare le interpre-
uno stato di grazia, senza pre- Reinterpretazioni. Il mito fu gilio proiettò l’età dell’oro nel tazioni successive. Quelle che
occupazioni, angosce, malattie ripreso poi dal filosofo Platone futuro: immaginò infatti l’arrivo hanno caratterizzato molte
e guerre. A questa età, disse, ne (428-348 a.C.) che lo reinterpre- di un fanciullo (secondo alcuni delle utopie del Novecento,
seguirono altre quattro: quelle tò a suo modo, immaginando Ottaviano, futuro imperatore anche le più tragiche. (g. r.)
LESSING/CONTRASTO

passato l’obiettivo diventò trasformare il so- co). Anche la costituzione giapponese, in vigo- Tutti in paradiso
gno in realtà. re dal 1947, ribadisce che perseguire la felicità è Un particolare del Giardino
Felici per legge? I primi a provarci furono i un diritto. Ma se di diritto si può parlare, di cer- delle delizie di Hieronymus
ribelli della Corsica che nel 1755 si rivoltaro- to è uno di quelli non programmabili. La pen- Bosch (1480-1490):
no contro Genova per costruire la “felicità del- sava così anche Casanova, che nelle sue memo- uomini e donne nudi sono
la nazione”. Vent’anni dopo i coloni americani rie a fine ’700 scrisse: “Molto spesso ho visto fe- circondati da enormi varietà
elencarono tra i diritti naturali e inalienabili la licità cadermi addosso in conseguenza di un ge- di animali e piante e vivono
“ricerca della felicità”. E in Italia il principe Pie- sto imprudente che avrebbe dovuto condurmi al in stato di grazia.
tro Leopoldo scrisse un progetto di costituzione precipizio [...], ma ho anche visto grandi disgra-
per la Toscana: era il 1779 e la proposta era ga- zie nascere da una condotta misurata e saggia”.
rantire la felicità a tutti. In Francia i rivoluziona- Alla fine essere felici è questione di fortuna. E
ri pensarono di averla conquistata con la rivo- in Bhutan lo sanno bene. •
luzione (e anche loro lo scrissero nero su bian- Anita Rubini

35
PRIMO PIANO

CHRISTOPHER KLEIN/NATIONAL GEOGRAPHIC CREATIVE

Facili scambi
La ricostruzione di un
mercato dei Vallindi, il
popolo pacifico della Valle
dell’Indo che prosperò
grazie al commercio.
A destra, la statua di un
re-sacerdote ritrovata a
Mohenjo-Daro (Pakistan),
una delle capitali vallinde.
Gli abitanti della Valle dell’Indo oltre 4mila anni fa realizzarono forse il
sogno dell’umanità: una società senza guerra

DOVE LA PACE
NON ERA
UTOPIA
G
andhi sarebbe stato fiero di lo- La civiltà dell’Indo si era andata for-
ro. Non perché furono grandi mando fra il 3200 e il 2600 a.C., quando
commercianti, abilissimi arti- i diversi gruppi autoctoni che abitavano il
giani ed eccezionali ingegneri moderno Pakistan e l’India nord-occiden-
e neppure perché, più di 4.500 anni fa, le tale avevano cominciato a condividere im-
loro metropoli, abitate da decine di miglia- portanti elementi della loro cultura mate-
ia di persone, avevano fogne, bagni e un riale, delle loro tecniche architettoniche
sistema di piattaforme che le preservava e del loro sistema amministrativo: stesse
dall’acqua durante le piene del fiume In- produzioni artigianali, stesse dimensioni
do. Non per tutto questo, ma solo perché dei mattoni usati nelle costruzioni, stes-
nessuna guerra li toccò mai e mai com- so sistema di pesi e di scrittura.
batterono contro qualcuno. Almeno così Terre ferTili. Il cuore del loro territo-
sostengono molti archeologi. rio erano le vaste pianure alluvionali del
Un regno felice? “Non è mai esistita una fiume Indo, il bacino del Ghaggar Hakra,
società senza conflitti”, rispondono però un fiume oggi scomparso, e le vicine zone
altri. Ma forse un’eccezione c’è stata dav- pedemontane: terre fertili, ricche di pesce,
vero: i Vallindi, la misteriosa civiltà che animali selvatici e legname.
tra la metà del III e l’inizio del II mil- Le coltivazioni e il commercio dei pro-
lennio a.C., senza ricorrere alle ar- dotti artigianali erano le attività
mi, fiorì nella valle del fiume Indo, principali della loro economia:
su un’area grande quasi il dop- queste genti si spingevano, via
pio di quella coperta dall’antico mare, fino in Mesopotamia e
Egitto o dalle città-Stato della sulle coste dell’Arabia e, at-
Mesopotamia. traversando la catena mon-
Possibile? Il loro territo- tuosa dell’Hindu Kush, in
rio fu davvero una specie Asia Centrale.
di Svizzera senza cioc- Vi esportavano artigianato
colata? E quale potreb- di lusso, legnami e animali
be essere stata la ricet- “esotici”, come scimmie, pavo-
ta di questa pace dura- ni e gli oggi comunissimi polli
tura, in un periodo in cui domestici; in patria riportavano
gli uomini erano propensi ad metalli grezzi e altre materie pri-
attaccar briga persino più di quel- me, che trasformavano con le lo-
li moderni? ro tecniche all’avanguardia.
37

JAMES P. BLAIR/NATIONAL GEOGRAPHIC CREATIVE


Le più recenti indagini archeologiche confermerebbero che nelle città
dell’Indo non si producevano armi da guerra e non si costruivano mura

Senza difese
Il sito archeologico di
Mohenjo-Daro (Pakistan):
la città non aveva una cinta
difensiva. Sotto, un sigillo
di argilla raffigurante
un toro e presunti
segni di scrittura.
JAMES P. BLAIR/NATIONAL GEOGRAPHIC CREATIVE

RANDY OLSON/NATIONAL GEOGRAPHIC CREATIVE


La forza deL commercio. Particolarmen- Più che pacifisti figli dei
te meticolosi, i mercanti vallindi ponevano fiori, i Vallindi erano dunque
un’attenzione quasi maniacale nella ricer- molto pratici: alla prova dei
ca delle migliori materie prime: una volta fatti, collaborare era molto
individuate, si organizzavano per sfruttar- più conveniente che farsi la
le nel modo più redditizio possibile, redi- guerra. Tanto più che la lo-
stribuendole poi in modo capillare. ro terra era enorme, poco popolata e ricca tori della teoria pacifista calano il loro as-
«Quello che univa i Vallindi era l’orga- di risorse: non avevano alcun bisogno di so nella manica: la maggior parte degli ol-
nizzazione commerciale: doveva esistere espandersi. E probabilmente non l’aveva- tre mille insediamenti vallindi e le cinque
un’intricata rete di scambi che collegava e no mai neppure messo in conto. grandi capitali regionali (Harappa, Rakhi-
teneva unite le regioni della Valle dell’In- Senza eSerciti e Senza mura. Dai risul- garhi e Dholavira in India, Mohenjo-Daro
do. Tutti ne traevano benefici e nessuno tati degli scavi archeologici sembra che e Ganweriwala in Pakistan) sono prive di
aveva vantaggio a ostacolarla: questo, a non solo le genti dell’Indo non possedes- vere mura difensive.
mio avviso, ha fatto sì che non si verificas- sero armi da guerra, a eccezione di qual- «Le grandi metropoli dell’Indo erano co-
sero conflitti su ampia scala», sostiene l’ar- che lancia e ascia di bronzo per cacciare struite per comparti, rialzati su piattafor-
cheologo Dennys Frenez, ricercatore all’U- o difendersi dagli animali, ma anche che me artificiali che potevano elevarsi anche
niversità di Bologna e membro dell’Harp non considerassero importante, a differen- per 15 metri dal piano di campagna, in
(Harappa archaeological research project). za dei loro contemporanei mesopotamici, modo da tenere l’abitato al sicuro dalle al-
«Le nostre ultime ricerche hanno evi- raffigurare scene militari. luvioni stagionali. Ognuno di questi settori
denziato l’esistenza di piccole enclave di Gli unici uomini armati compaiono su aveva la sua cinta muraria con portali mo-
artigiani e commercianti che dalla Valle un piccolo sigillo a forma di cilindro, in numentali: appare però chiaro come que-
dell’Indo si erano trasferiti in Mesopota- un’ambientazione più mitologica che mili- ste porte di accesso servissero soprattut-
mia e lungo le coste dell’Arabia. Sembra tare: con le loro lance difendono una don- to per regolare il flusso di persone e beni,
addirittura che esistessero figure ufficiali na, probabilmente una sacerdotessa, da in ingresso o in uscita, e per poter appli-
che si occupavano dei commerci con l’e- una creatura per metà uomo e per metà ti- care tasse e balzelli. Non a caso, proprio
stero. I loro sigilli, definiti da una partico- gre. Gli storici obiettano che prima di de- nei complessi dei portali monumentali so-
lare iconografia, sono stati ritrovati in di- cifrarne i segni, anche i Maya (quelli, per no stati ritrovati con frequenza sigilli, pesi
versi siti in Mesopotamia, in Iran, in Ara- intendersi, dei sacrifici umani) erano con- e bilance», spiega Frenez.
bia e in Asia Centrale e dimostrano un al- siderati una civiltà pacifica. Certo, molti Sicuri di Sé. Arroganza o sconsideratez-
to grado di integrazione sociale e culturale aspetti di questa civiltà rimangono ancora za? Forse solo una precisa consapevolezza
con le popolazioni locali». oscuri, ma è a questo punto che i sosteni- delle proprie forze. A differenza dell’entro-
38
terra, in alcune regioni di confine i Vallin-
di fortificarono infatti piccoli insediamen-
I PIÙ LUNGHI PERIODI DI PACE DELLA STORIA
ti con spesse mura in mattoni. «Non pen- lativa tranquillità nella nostra
ROMA ARCAICA Più di qua-
so che le mura si siano rese necessarie a rant’anni. Tanto durò, dal penisola, campo di battaglia,
causa dell’instabilità politica di quei terri- 715 al 673 a.C., il regno del fin dal 1494, per le armate
tori, dato che questi siti dipendevano dalle leggendario secondo re francesi, spagnole e del Sacro
aree circostanti per il loro sostentamento, di Roma, Numa Pompilio, romano impero. Questa pace,
successore di Romolo. E al- non esente da congiure e
quanto piuttosto per scoraggiare o respin- scontri antispagnoli, durò
trettanti anni durò la pace da
gere sporadiche azioni di pirateria contro lui instaurata sull’Urbe, rotta, fino al 1617 e prese il nome di
“pax hispanica”: la garantiro-

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i centri specializzati nella produzione di dopo la sua morte, dal nuovo
beni di lusso per l’esportazione via ma- re Tullo Ostilio. no infatti le armate spagnole
re», dice l’archeologo. degli Asburgo, che domina-
GRECIA ANTICA Il nome pro- vano gran parte della nostra
Utopia dimenticata. “Il giorno in cui il penisola.
metteva bene, ma la “Pace IMPERO MONGOLO Alla sua
potere dell’amore supererà l’amore per il dei trent’anni”, una tregua morte (1227), il condottiero
potere, il mondo potrà scoprire la pace”, siglata da Atene e Sparta mongolo Gengis Khan lasciò IMPERO BRITANNICO Alla
diceva Gandhi. Fu così che i Vallindi rag- nell’inverno del 446-445 ai successori un impero fine delle guerre napoleoni-
giunsero il loro perfetto, utopico equili- a.C. per porre fine alla prima enorme (esteso tra la Cina, che, dopo aver sconfitto la
guerra del Peloponneso, di la Siberia e l’Asia centrale) e Francia, l’impero britannico
brio? In realtà si può dire ben poco sul (in basso, in un’immagine
anni ne durò solo 13. Avreb- relativamente stabile e tran-
modo in cui le loro città venivano gover- be dovuto scongiurare l’ini- quillo, sia politicamente sia allegorica) si trovò senza più
nate, data la mancanza di raffigurazioni zio di nuovi scontri tra le due economicamente. Questa rivali. Grazie al suo potere e
di capi o sovrani e di testi scritti (i simbo- poleis, ma l’accordo, compro- cosiddetta “pax mongolica” alla sua flotta, assunse il ruolo
li che compongono le brevi iscrizioni fi- messo da entrambe le parti, favorì i commerci tra Oc- che oggi è degli Usa, quello
venne meno quando Sparta cidente e Oriente (in alto, cioè di arbitro di tutte le con-
nora documentate non sono stati ancora tese mondiali, garantendo
accusò Atene di aver violato i Marco Polo sulla Via della
decifrati e alcuni dubitano persino si trat- patti e le dichiarò guerra. seta), ma non sopravvisse al un periodo di relativa pace in
ti di scrittura). XIV secolo: l’impero infatti Europa e nelle proprie colo-
«Se vogliamo pensare che quello sia ROMA IMPERIALE Diventato si disgregò meno di 50 anni nie, dal 1815 fino allo scoppio
stato un periodo di pace, cosa comunque di fatto il padrone assoluto di dopo. della Prima guerra mondiale.
ancora da provare, mi piace credere che Roma, nel 27 a.C. il
princeps Augusto DUCATO DI MILANO Il 9 aprile BELGIO E OLANDA Tra ’800
ciò sia avvenuto anche grazie alla capa- pacificò le province 1454 a Milano, la Repubbli- e ’900, Belgio e Paesi Bassi
cità dei Vallindi di investire nella ricerca dell’impero e pro- ca di Venezia e il Ducato di vissero più di un secolo di
delle materie prime, di nuove tecniche e clamò la cosiddetta Milano siglarono la pace di pace: dal 1831, quando si
tecnologie architettoniche, di nuove solu- pax romana o pax Lodi, che mise fine alle guer- conclusero le rivolte per
Augusti. Questa re di Lombardia, combat- l’indipendenza di Belgio e
zioni urbanistiche, nella sperimentazione Lussemburgo, fino al 1939,
relativa “tregua” tute fin dal 1423 fra le due
di nuovi processi di manifattura. E nella dalle armi durò fino contendenti e i loro alleati. anno in cui la Germania nazi-
capacità di promuovere e vendere queste al 180 d.C. (anno Questo accordo garantì alla sta, invadendoli, violò la loro
competenze in altri ambiti culturali, viag- della morte dell’im- nostra penisola quarant’an- neutralità, che aveva resistito
giando, stabilendosi lontani da casa sen- peratore Marco ni di pace stabile. alla Grande guerra.
za mai rinnegare le proprie radici», con- Aurelio), ma non ri-
guardò l’Urbe, che SPAGNA ASBURGICA La pace IL DOPOGUERRA Dura da
clude Frenez. continuò invece di Cateau-Cambrésis, firma- 71 anni, la “pax americana”,
Geniali manager di se stessi e del pro- a combattere per ta nel 1559, segnò la fine del garantita dagli Stati Uniti, in
prio territorio, dopo il 1900 a.C. i Vallindi ampliare le proprie conflitto fra Spagna e Fran- virtù della loro superiorità
cominciarono però ad abbandonare le loro conquiste. cia e l’inizio di una fase di re- militare ed economica, a par-
tire dalla fine della Seconda
città e, in parte, a migrare verso est. Come guerra mondiale. Da allora,
mai? Superata l’idea ottocentesca di una Allegoria dell’Impero infatti, gli Stati occidentali
fine traumatica dovuta all’invasione degli britannico: nell’800 non hanno più combattuto
Indo-Ari, la maggior parte degli archeolo- assicurò una pace guerre in “casa propria”.
relativa.
gi crede che grandi cambiamenti climatici
e ambientali ne abbiano messo in crisi
il sistema socio-economico e politico.
La civiltà dell’Indo si frammentò
in culture locali che si mischiarono
alle genti con cui venivano via via
in contatto. La pace non era servi-
ta a preservare la loro economia, ma
contribuì comunque a porre le basi della
cultura indiana. E forse ispirò così anche
il Mahatma, padre dell’indipendenza in-
diana e della non violenza. •
Maria Leonarda Leone
PRIMO PIANO

L’Impero romano di Adriano


(II secolo d.C.) fu un’epoca di
pace e benessere. Ecco perché

AI BEI TEMPI
DI ADRIANO
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Età dell’oro

Q
uasi un secolo, dal 98 al 180
d.C.: tanto sono durati i felicia
Donne festanti in una villa
in stile pompeiano (I-II
tempora romani. Un’età dell’o-
secolo d.C.), in un dipinto di ro, un periodo di pace e di be-
Lawrence Alma-Tadema (1936- nessere materiale e culturale relativamen-
1912). A sinistra, una busto te diffuso. Mai prima di allora Roma ave-
dell’imperatore Adriano. va conosciuto tanta prosperità. E mai più,
per secoli, l’Europa la conoscerà. Traiano,
Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio fu-
rono gli imperatori artefici del “miracolo”.
Ma a incarnare gli ideali di quel periodo
fu soprattutto Adriano (76-138), l’impera-
tore che sognò un impero tenuto insieme
dall’armonia e dalla cultura: un uomo dai
grandi amori (omosessuali) e dalle grandi
visioni estetiche e culturali.
Oggi del tempo di Adriano e del suo so-
gno rimangono costruzioni monumentali:
la fase definitiva del Pantheon a Roma, la
sua villa imperiale a Tivoli, la biblioteca
e l’Olympieion di Atene, il vallo difensivo
che porta il suo nome in Scozia. Ma quale
fu la “formula magica” che rese possibile
la fioritura di quel mondo?
ErEdità. «Quando l’imperatore Traia-
no morì (nel 117 d.C.), Adriano ereditò
un impero che si estendeva dalla Scozia
al Sudan e dall’oceano Atlantico all’Eu-
frate», spiega Giuseppe Zecchini, docen-
te di Storia romana all’Università Cattoli-
ca di Milano. «Un enorme “spazio comu-
ne”, burocraticamente ben strutturato e
complessivamente pacificato, dove i citta-
dini potevano muoversi liberamente gra-
zie a strade efficienti e a buoni sistemi di
navigazione».
La sensazione per uomini e donne del
tempo era quella di vivere in un’età di as-
soluto benessere, sconosciuto ai loro pro-
genitori. «Mai come in quegli anni, tanto
gli abitanti italici, quanto quelli delle pro-
vince più remote avevano goduto di un
così alto tenore di vita», continua lo stu-
dioso. «Ogni città aveva bagni pubblici
(le terme) e un discreto sistema di igiene.
Non solo: è testimoniato un elevato tasso
di alfabetizzazione, anche nelle provin-
ce dell’impero, come confermano le mol-
te epigrafi che ci sono pervenute e i do-
cumenti esposti al pubblico che lascia-
no intendere come anche il popolo fos-
se in parte in grado di leggerli». A questo
si aggiunga l’intensa circolazione di dena-
ro e di beni grazie a una rete di commer-
ci estesissima.
Il primo compito di Adriano fu dunque
quello di preservare e consolidare questo
impero ben oliato. Il secondo fu quello di
renderlo ancora più prospero. Per farlo, di-
SCALA

41
BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO
Il giovinetto che
lo faceva felice
A ntinoo (111-130) era un
giovane greco originario
della Bitinia (nel Nord-ovest della
Turchia) divenuto famoso per la
relazione amorosa con l’im-
peratore Adriano.
Antinoo morì
per cause
poco chiare,
annegato nelle
acque del Nilo
durante un viag-
gio al seguito di
Adriano in Egitto.
Divinizzato. Dopo la
sua morte l’imperatore
lo divinizzò e fondò un
culto dedicato alla sua per-
sona, che promosse in tutto
l’impero attraverso statue
(a lato, una di queste). Per
commemorarlo fondò la città
di Antinopoli, che divenne un
centro di culto dove si adorava
il “dio Antinoo”, e istituì giochi
commemorativi che si tennero
in contemporanea ad Antinopoli
e ad Atene.
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smise i panni di Traiano, imperatore sol- ta Zecchini. «Spagna, Gallia, Africa furono verno di Adriano. Durante uno dei suoi
dato, e indossò quelli dell’amministrato- tra le province più valorizzate. Con conse- viaggi, una donna si avvicinò all’impe-
re accorto e dell’intellettuale. Il risultato guenze anche politiche: divennero sempre ratore con una richiesta. Lui le disse che
fu grandioso. più frequenti i senatori scelti proprio tra non aveva tempo. Al che lei replicò: “al-
Globalizzazione. Adriano amava le arti, le file dei notabili di queste province oc- lora smettila di regnare”. Adriano a quel
scriveva in greco e latino, in prosa e po- cidentali e ormai anche di quelle orienta- punto si voltò e ascoltò la donna. Il fatto
esia, questionava di filosofia, architettu- li. Questo in parte contribuì ad alienargli forse è inventato, ma è come una “para-
ra, scultura, musica e pittura e finanzia- le simpatie della classe senatoriale roma- bola pagana”: un regno felice è un regno
va letterati e artisti. La sua passione era na». Non è infatti un caso se l’imperatore dove tutti trovano ascolto.
l’Oriente, in particolare la Grecia. Lui, di scelse di costruire la sua dimora imperiale Al suo seguito, quando viaggiava, c’era
origine spagnola come Traiano, vedeva non nell’Urbe, ma a Tivoli, a pochi chilo- una colonna di accompagnatori di cui fa-
in quella che era stata la patria della poe- metri da Roma. Insomma, con Adriano fu- cevano parte gli uomini della guardia pre-
sia e della filosofia, il faro della cultura. E rono forse un po’ meno contenti i “Roma- toriana, gruppi di esperti nella costruzio-
nell’ellenismo, cioè nella civiltà greco-ro- ni doc”, ma tutti gli altri (molto più nume- ne e decorazione di edifici, ma anche fun-
mana “globalizzata”, un ideale insupera- rosi) ricevettero attenzioni che fino a quel zionari armati di tavoletta per gli appunti.
bile. Ma come conciliare amore per la cul- momento non avevano conosciuto. Tutti lavoravano per la medesima causa:
tura ed efficienza amministrativa? Intanto, Consenso e asColto. Non erano viaggi di prendere nota di cosa non andava nelle
per diffondere l’ideale ellenistico Adriano piacere, quelli di Adriano. Servivano a sta- province, per porre poi rimedio.
cominciò a muoversi per tutto l’impero. bilire un legame con le popolazioni delle «Adriano, comunque, non trascurò nep-
Nel 123 d.C., a sei anni dalla sua no- province, aumentando il consenso: l’im- pure i problemi “interni” di Roma e i rap-
mina a imperatore, iniziò un lungo viag- peratore voleva rendersi conto di persona porti con le città dell’Italia», precisa Zec-
gio d’ispezione nelle province orientali, delle esigenze di quei territori, prendendo chini. «Quando si accorgeva che c’erano
che durò due anni. Al termine si diresse poi i provvedimenti necessari per rendere problemi amministrativi nelle comunità
nella provincia d’Africa, per poi tornare migliore la vita di chi ci abitava. italiche mandava un suo inviato per tene-
in Oriente. «Sotto Adriano il baricentro si Lo storico latino Cassio Dione racconta re i conti sotto controllo: di fatto, commis-
spostò da Roma alle periferie», commen- un episodio illuminante sullo stile di go- sariava la città».
42
Il benessere
e la sicurezza
dell’impero di
Adriano furono
raggiunti e
superati solo
negli Usa e
nell’Europa
dopo la
Prima guerra
mondiale
Una società aperta
Vita quotidiana romana secondo un dipinto
dell’Ottocento: l’attenzione alle esigenze
delle periferie imperiali (in basso, un editto
di Adriano) aumentò il consenso e la “felicità
percepita” nei primi anni del II secolo d.C.

Pax romana. L’altra chiave della felici- sola rivolta che si trovò ad affrontare fu sa Zecchini. «Edward Gibbon, lo storico
tas del II secolo si chiamava pace: dopo le quella della Giudea (132-135), repressa inglese del Settecento, per esempio, dis-
conquiste di Traiano, Adriano si concen- con durezza, come era giusto fare a quei se che sotto il regno adrianeo prese forma
trò sulle difese, facendo costruire il famo- tempi. Ma fu un caso isolato. il “vuoto spirituale” che sarà terreno fer-
so vallo in Britannia. E stabilì una serie di Erano ancora lontane le incertezze delle tile per la successiva decadenza». Troppa
trattati con Stati cuscinetto, che impedi- ondate migratorie che spingeranno i bar- tranquillità, insomma, avrebbe indeboli-
vano ai popoli confinanti, dalla Persia ai bari dentro i confini dell’impero. Ed era- to le fondamenta dell’impero. «Altri han-
Germani, di impensierire troppo i Romani. no relativamente lontane anche le prime no visto nell’eccesso di orientalizzazione
I soldati nutrivano per il loro comandan- avvisaglie di crisi economica, che faran- un elemento di fragilità. A mio avviso, pe-
te supremo un’ammirazione non scontata. no capolino qualche decennio dopo, sotto rò, queste analisi sono valide solo a poste-
È che il suo regno fu caratterizzato da una Marco Aurelio, cioè dal 166. riori. Chi viveva ai tempi di Adriano gode-
generale moratoria delle operazioni mili- I segnI della fIne? «Alcuni storici hanno va di uno stato di benessere mai conosciu-
tari (lasciò perdere le conquiste in Meso- voluto vedere già sotto il regno di Adria- to prima, raggiunto e superato in Europa
potamia, iniziate da Traiano); ma Adriano no le prime avvisaglie della crisi», preci- soltanto dopo la Prima guerra mondiale,
sapeva che niente era allora più grazie alle politiche di welfare. Ai tempi
pericoloso delle legioni lascia- di Adriano, la sensazione diffusa era che
te inattive. Così, le teneva im- l’impero sarebbe durato in eterno».
pegnate con manovre milita- Forse l’unico a non pensarla così era
ri supervisionate da lui stesso. proprio l’imperatore, consapevole di quan-
Nei suoi viaggi e nelle “grandi to il benessere e la felicità del suo regno
manovre” condivideva la vita fossero precari. Come gli fa dire Margue-
spartana dei legionari, per non rite Yourcenar nel romanzo Memorie di
sembrare troppo distante e per Adriano: “Ho cercato la libertà più che la
non suscitare invidie pericolose. potenza, e quest’ultima soltanto perché, in
DE AGOSTINI/GETTY IMAGES

L’imperatore Adriano rimase parte, secondava la libertà”. •


al potere in tutto 21 anni. E la Giuliana Rotondi

43
PRIMO PIANO

44
ITALIA: IN QUALI EPOCHE STATUS
SYMBOL
A cura di Piero Pasini
Liberi e servi, soldati e
STAVAMO MEGLIO? contadini, nobiltà e plebe,
borghesi e proletari…
Gli storici non hanno a disposizione un “indice della felicità”. Ma per rispondere la civiltà occidentale è
possono usare, quando ci sono, i dati sulla popolazione e sull’istruzione. sempre stata divisa in
categorie, con i propri
ggi per “misurare” la felicità si usa l’indice di simboli di benessere.
sviluppo umano, che tiene conto, oltre che LA SPERANZA DI VITA NEI SECOLI
La speranza di vita dipende dal tasso di mortalità (per malattie, mal-
della ricchezza pro capite, del livello medio di EPOCHE PIÙ FELICI nutrizione, guerre) e non va confusa con la durata di vita media, che
istruzione, dell’assistenza sanitaria, della qua- tiene conto anche della mortalità infantile, in passato elevatissima. ANTICHITÀ PORPORA
Ecco l’evoluzione della speranza di vita nella Penisola.
lità dell’alimentazione e della speranza di vita. Gli storici in dai tempi dell’antica
O
non hanno a disposizione tutte queste informazioni. Per EPOCHE MENO FELICI PREISTORIA 20 ANNI
F Fenicia le stoffe tinte in
color porpora, una sostanza
capire quali furono, in Italia, le epoche nelle quali si vi- 100 D.C. (ROMA) 35 ANNI
1000 25 ANNI colorante ricavata da un
veva meglio si possono però incrociare i dati demografi- mollusco, erano tra i manufatti più costosi e
1750 33 ANNI
ci, in particolare quelli relativi al numero di abitanti e al- 1850 40 ANNI apprezzati. I tessuti in color porpora, erano
EPOCHE NEUTRE un vero e proprio status symbol che, oltre al-
la speranza di vita. Una delle epoche migliori per gli ita- 1900 50 ANNI
2015 82 ANNI la ricchezza di chi li possedeva, erano segno
liani è stato il I secolo d.C., quando si viveva abbastanza di grande raffinatezza: re e nobili ne erano i
a lungo e l’istruzione era diffusa. destinatari, tanto che in alcuni luoghi diven-
nero uno dei simboli della regalità. La por-
pora si ricavava dalla ghiandola branchiale
di alcune specie di molluschi gasteropodi
della famiglia dei murici, assai diffusi nei
NOVECENTO IL VERO MIRACOLO? I PROGRESSI DELLA MEDICINA bassi fondali del Mediterraneo. Per ottenere
Tra il 1900 e il 2000 la speranza di vita in Italia è cresciuta di quasi due un grammo e mezzo di colorante servivano
terzi. Grazie ai progressi della medicina, soprattutto, che tra vaccini e 12mila molluschi! Ciò, unito alla lunghezza
antibiotici ha permesso di sconfiggere malattie che facevano milioni di e complessità del procedimento di estrazio-
morti. Ma la qualità della vita, nonostante due guerre mondiali, è cresciu- ne del colorante, spiega perché i tessuti di
POPOLAZIONE (1991) ta anche grazie alla scolarizzazione per tutti e a una migliore distribuzione porpora fossero così costosi. La qualità più

NOVECENTO
del reddito. pregiata era la cosiddetta porpora di Tiro,
56 MILIONI proveniente dall’omonima città fenicia sulle
coste meridionali del Libano, al largo delle
quali il mare era ricco di molluschi.
UNA VITA MIGLIORE, MA PER POCHISSIMI OTTOCENTO
Nel corso dell’Ottocento, in Italia la speranza di vita ha continuato a cre- MEDIOEVO ARMI E INSEGNE
scere, come pure la popolazione. Tuttavia, ci fu una crisi demografica nel
1851-61, con la più grave epidemia di colera che abbia mai el periodo in cui infuriavano le
colpito il nostro Paese. Alla fine del XIX secolo gli abitanti del neonato Re- N incursioni barbariche e le terre
gno d’Italia erano arrivati a circa 33 milioni, ma di questi pochissimi POPOLAZIONE (1890) erano dominate da signori feudali
OTTOCENTO

appartenevano alla borghesia. E gli analfabeti nel 1861 erano il 78%. e capitani di ventura, la semplice
33 MILIONI sopravvivenza bastava a rendere felici.
Solo i più ricchi potevano permettersi armi,
armature, cavalli e soldati: solo una persona
dotata di un ingente patrimonio, poi, poteva
far realizzare costose armi decorate.
Poeti, trattatisti, cronisti e pittori, fra XII e XIII
L’IDEALE (SENZA PRATICA) DELLA FELICITÀ secolo, ci hanno restituito l’immagine delle
SETTECENTO Nel Settecento, mentre l’Illuminismo teorizzava il diritto alla felicità, ci fu sontuose cerimonie di investitura durante
una svolta. Dal 1750 la popolazione italiana iniziò a crescere in modo co- le quali i cavalieri esibivano il proprio status.
stante, seppure disuguale nelle diverse regioni. L’istruzione migliorò, per Al di là di guerre e crociate che davano la
esempio nel Nord Italia, grazie alle riforme imposte da Maria Teresa d’Au- gloria, era la caccia, quella con il falcone e
POPOLAZIONE (1771) stria sulla scia dello spirito illuminista. La prima rivoluzione industriale nel quella ai più grandi e nobili animali che abi-

SETTECENTO
nostro Paese fu limitata e circoscritta alle regioni pedemontane. tavano le foreste, a dare prestigio. Cinghiali,
16 MILIONI cervi, orsi entrarono allora negli stemmi
delle famiglie cavalleresche. E divennero i
simboli del potere armato anche per chi, tra
RINASCIMENTO E SEICENTO: SPLENDORI D’ARTE TRA GUERRE E PESTILENZE
i nobili, in guerra non ci era mai stato.
Tra Quattrocento e Cinquecento imperversarono epidemie e guerre: nel
RINASCIMENTO
Rinascimento, l’epoca delle sfarzose corti dei Medici e degli Sforza, era ETÀ MODERNA ABITI E ARTE
difficile vivere più di 30 anni. Venezia, la città più popolosa del tempo, nel
1550 tornò a 140.000 abitanti, più di quanti ce ne erano prima della peste el Rinascimento le opere
del Trecento. Ma la ricchezza era concentrata nelle mani di pochissime POPOLAZIONE (1450) N d’arte assolvevano a una
famiglie. La stessa situazione proseguì nel Seicento. funzione “promozionale”, come

RINASCIMENTO
7 MILIONI oggi i cartelloni pubblicitari. I
nobili che ne finanziavano la realizzazione
infatti, i cosiddetti mecenati, le utilizzavano
anche come un modo per mostrare a tutti
BASSO MEDIOEVO DOPO LA RINASCITA DEL MILLE, LA CATASTROFE DEL TRECENTO il proprio status. Il grande sviluppo dell’arte
Dopo il Mille la situazione migliorò e la popolazione riprese a crescere
in quest’epoca è dovuto anche al fatto che
grazie a un miglioramento climatico e a nuove tecniche agricole. Questo
si tradusse nell’espansione di commerci ed economia. Nelle città abitava
molti soldi venivano investiti nella produ-
in media il 25% della popolazione e fu per questo che le città divennero i zione di opere artistiche. Fra le ricadute di
POPOLAZIONE (FINE XIII SECOLO) focolai delle epidemie di peste del Trecento. Firenze, che nel 1300 aveva questo fenomeno c’è la nascita di un altro
100mila abitanti, dopo la peste del 1348 ne aveva soltanto 40mila. status symbol: la moda “moderna”. Fu nel
12 MILIONI Cinquecento a Firenze, infatti, che il lusso

BASSO MEDIOEVO
nel vestire divenne il chiodo fisso di molte
famiglie nobili: fino al punto di limitarne per
legge l’esibizione.
I VERI “ANNI BUI”
Con la crisi dell’impero e le grandi epidemie di peste del IV secolo la situa-
ALTO MEDIOEVO
zione peggiorò rapidamente. In Italia, la popolazione fu quasi dimezzata. ’800-’900 BENI MATERIALI
Le campagne furono abbandonate, la ricchezza si concentrò nelle mani di
pochissimi privilegiati, asserragliati nelle città. Chi era fuori dalla cerchia ia via che ci avviciniamo
delle mura (cioè la maggioranza delle persone) si trovò presto in miseria e POPOLAZIONE (VII SECOLO) V ai giorni nostri, gli status
una profonda recessione segnò la fine dei commerci per molto tempo. symbol sono sempre più legati

ALTO MEDIOEVO
4 MILIONI al loro valore materiale. L’auto-
mobile negli anni Cinquanta e Sessanta del
’900 ha rappresentato il traguardo di una
piena realizzazione. Lo stesso dicasi per il te-
IMPERO ROMANO L’ETÀ D’ORO DELL’ANTICHITÀ levisore. Ma fra tutti gli oggetti di uso comu-
L’Europa nel periodo dell’imperatore romano Augusto contava circa 50 ne quello che è stato maggiormente inteso
milioni di abitanti. E l’Italia era il centro di quel mondo. Nei due secoli come status symbol è l’orologio. Inizialmen-
successivi la crescita della popolazione nello Stivale proseguì, superando te la catena della classica “cipolla” pendeva
di poco gli 8 milioni di abitanti all’inizio del III secolo d.C. L’estensione della sui panciotti degli industriali, che anche
POPOLAZIONE (III SECOLO D.C.) cittadinanza a tutti i sudditi dell’impero, nel 212 d.C., facilitò la mobilità simbolicamente “controllavano il tempo” at-
sociale; ma quello fu anche l’inizio della decadenza imperiale. traverso gli orari di lavoro degli operai. Nella
8 MILIONI
IMPERO ROMANO

versione da polso, in oro, è stato per decenni

45
un “rito di passaggio” alla maggiore età.
PRIMO PIANO

Chi erano i Bill Gates e i Trump del mondo greco e romano? E come ci si

CONTI IN TASCA
P
latone, Epicuro, Seneca... Sono tanti i
grandi filosofi dell’antichità che con-
dannavano la ricchezza: la considera-
vano la fonte dei mali più grandi per
l’uomo, e non certo la strada maestra verso la
felicità. Ma anche nella società antica il benes-
sere economico pesava. Lo dimostra per esem-
pio la storia mitologica di Cremilo, un povero
contadino dell’Attica. Cremilo era divenuto im-
provvisamente ricco mettendosi alle costole di
Pluto, il dio della ricchezza, che Zeus aveva reso
cieco perché distribuisse oro e denaro a caso. E
anche chi ci ha tramandato le abitudini del pro-
prio tempo, come il commediografo greco Ari-
stofane (V-IV secolo a.C.) o lo scrittore latino
Petronio (I secolo d.C.) la pensava così.
Petronio, nel Satyricon, descrivendo l’orgoglio
di Trimalcione per il suo favoloso patrimonio,
dimostra che a Roma la ricchezza era considera-
ta un valore molto positivo. I motivi? Possedere
cumuli di sesterzi permetteva di vivere tra tut-
ti gli agi, di avere una vita erotico-sentimentale
più interessante e soprattutto di essere rispettati
e invidiati. E onore e ammirazione altrui, a Ro-
ma, erano un importante ingrediente della felici-
tà. Non importava se poi, per avere tutto questo,
si commettevano prepotenze e abusi e si calpe-
stavano virtù celebrate dai filosofi come la soli-
darietà, la giustizia, la moderazione.
L’eroe e Lo spregiudicato. Ma chi erano i ric-
chi nel mondo greco-romano e qual era il segre-
to del loro benessere? Nel mondo greco, il pri-
mo esempio è quello di Ulisse, padrone di terre,
mandrie, greggi, pastori, schiavi e ancelle. Cioè
dei beni che facevano ricco un greco del tempo.

Lusso e
divertimento
A lato, coppa
micenea in oro con
raffinate decorazioni
(1600-1500 a.C.).
Nell’immagine grande,
un lussuoso banchetto
a Pompei in un dipinto
DE AGOSTINI/GETTY IMAGES

dell’Ottocento.
UIG VIA GETTY IMAGES

46
assicurava il benessere materiale ai tempi di Socrate o di Cesare?

AGLI ANTICHI
Troppo denaro
non rende felici
Il filosofo Socrate
strappa il suo
ricchissimo allievo
Alcibiade dalle sue
©PHOTO JOSSE/LEEMAGE

amanti, in un quadro
ottocentesco. In basso,
una dracma di Corinto
del IV secolo a.C.

In parte li aveva ereditati, in parte conquistati persiano in Frigia, dov’era fuggito con il suo te-
con la forza, come ogni eroe omerico che si ri- soro. Una vita a dir poco spregiudicata, in cui la
spetti. Era tanto ricco che i Proci durante la sua ricchezza rappresentava il mezzo per raggiunge-
Crasso, celebre lunga assenza cercarono di impadronirsi dei re una posizione dominante che, in Grecia, per-
suoi beni, compresa la moglie Penelope. Al suo metteva di fare la bella vita anche senza essere
nababbo del I ritorno, Ulisse li uccise tutti e il suo patrimonio, ricchi sfondati. Alcibiade in ogni caso accumulò
accresciuto dai doni del re dei Feaci (il suo re- un patrimonio ingente (terre e denaro, una lus-
secolo a.C., era gno era stato l’ultima tappa del viaggio di ritor- suosa scuderia di cavalli) e finanziava spettaco-
no dell’eroe a Itaca), fu salvo. li. Un po’ come fanno oggi i nuovi ricchi che,
un finanziere e Nell’Atene del V secolo a.C., un altro esem- per togliersi uno sfizio ma anche per guadagna-
pio di ricchezza è quello di Alcibiade (450-404 re consensi, si comprano una squadra di calcio.
un generale: da a.C.), uno dei politici più discussi dell’antichità. Da atene a Roma. Lo storico inglese John
Di nobile e agiata famiglia (era parente di Peri- Kampfner ha cercato di stabilire dei paralleli
lui dipendevano cle), ebbe l’alta carica militare di stratego duran- tra l’età antica e la nostra. «Se prendiamo co-

circa 32mila te la Guerra del Peloponneso. Ma per evitare un


processo passò al servizio dell’odiata Sparta. Poi
me criterio di misurazione della ricchezza la
manodopera a libro paga, il dato per Marco Li-

romani tradì anche gli Spartani per tornare ad Atene e


imporre un regime oligarchico. Non riuscendo a
cinio Crasso (II-I secolo a.C.) sarebbe di 32mi-
la “dipendenti” romani a fronte, per esem-
ottenere il ruolo cui mirava, guidò la rivolta per pio, dei 75mila americani di Bill Gates nel
rovesciare il governo. Fu accolto dal popolo co- 2005», spiega. La cifra è stata ricavata tenen-
me un trionfatore, ma cadde in disgrazia dopo do presente la proporzione tra la popolazione
una sconfitta militare e fu ucciso da un satrapo dell’impero alla morte di Augusto (nel 14 d.C.),

GLI STIPENDI GRECI E ROMANI


10 DRACME 30 DRACME 80 SESTERZI 625 SESTERZI
Lo stipendio La paga di un La paga mensile dei La paga mensile degli alti ufficiali
mensile di un cavaliere greco legionari romani romani (corrispondenti a circa 45.000
oplita greco, che in epoca classica (pari a circa 5.760 euro all’anno). A questa cifra andavano
nei periodi di crisi (V secolo a.C.). euro annui) nel I aggiunte la distribuzione di parte
militari poteva secolo a.C., dopo del bottino, l’assegnazione di un
triplicare. che Cesare la appezzamento di terra e di un “bonus”
raddoppiò. pari alla paga di un anno a fine servizio.
SCALA
L’arte di
saper vivere
Il frigidarium, di
Lawrence Alma-
Tadema (1836-
1912): una matrona
romana assistita da
una schiava: tessuti
preziosi, ori e servitù
erano appannaggio
delle classi ricche,
ma tutti potevano
frequentare le terme.
Sotto, un sesterzo di
Traiano (I secolo d.C.).
BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

WWW.SCALARCHIVES.COM
che era di circa 46 milioni di abitanti e quel- serena. Quando Crasso volle rivaleggiare
la degli Stati Uniti di oggi, oltre 320 milioni. con i suoi colleghi sul campo, combatten-
Ma come poté Crasso accumulare la sua stra- do in Oriente contro i Parti, fu sconfitto e
ordinaria fortuna, che si aggirava intorno ai ucciso a Carre: gli colarono in gola oro fu-
192 milioni di sesterzi (pari a oltre 1 miliar- so. Lo riporta lo storico Dione Cassio e non
do di euro) e che gli assicurò l’invidia di tut- sappiamo quanto ciò sia vero. Ma il fatto che
ti i Romani? Non solo con spirito di intrapren- lo storico latino lo abbia scritto dimostra che i
denza, ma anche con la sopraffazione. Se i se- sesterzi davano sì agi e rispetto, ma soltanto se
sterzi davano la felicità, ogni mezzo era lecito non si esagerava.
per accumularne. Liberi e feLici. Fin qui la situazione tra i na-
Il disinvolto Crasso aiutò infatti Silla a scon- babbi antichi. Ma la gente comune in che cosa LE VALUTE
figgere Mario nell’82 a.C. e approfittò poi senza cercava la felicità? In primo luogo nella liber-
ritegno delle proscrizioni indette dal nuovo pa-
drone di Roma: si accaparrò terre e ville di chi
tà: conquistare, grazie al favore del proprio pa-
drone o comprandola, la condizione di libero
L a principale moneta
greca era la dracma
(4,36 g d’argento). Unità
si era schierato con la parte sconfitta e diversi- permetteva poi di tentare la sorte nella società. di conto erano invece la
ficò gli investimenti. Acquistò infatti miniere Tanto le poleis greche quanto Roma erano siste- mina (100 dracme) e il ta-
lento (6.000 dracme). Cor-
d’argento in Spagna, vasti latifondi in campa- mi “a democrazia limitata” in cui le occasioni rispondente della dracma
gna e case in città. Sfruttò la piaga degli incen- di fare fortuna erano infatti riservate a chi era era il denario romano, ma
di urbani trasformando in pompieri squadre di cittadino libero. l’unità di conto più corren-
suoi schiavi: le abitazioni distrutte dal fuoco ve- Anche se la ricchezza era nelle mani di po- te nell’Urbe era il sesterzio
nivano da lui rilevate a prezzi stracciati, siste- chissimi, vivere in uno Sato potente aumen- (1/4 di denario). Per far
parte del Senato bisogna-
mate alla meglio e date in affitto. Con enormi tava le probabilità di ottenere benessere mate- va avere un patrimonio di
guadagni per i suoi forzieri. riale per chi era fuori dalla stanza dei bottoni. circa un milione di sesterzi
Scorciatoia. L’altro modo di assicurarsi un po- Ma da dove proveniva la ricchezza di uno Stato (circa 6 milioni di euro).
sto al sole nella società romana era intraprende- nell’antichità? Anzitutto dalla terra e dalle sue A partire dal I secolo
re la carriera politica: Crasso finanziò un eser- risorse agricole, le cui eccedenze venivano ri- a.C. cominciò a circolare
l’aureo (100 sesterzi=25
cito per stroncare la rivolta degli schiavi capeg- vendute; dai tributi, riscossi in Grecia dagli alle- denari). Sia il denario
giata da Spartaco e fu così eletto console. Poi ati-sudditi e a Roma dalle province conquistate; sia l’aureo diminuirono
sponsorizzò l’ascesa del giovane Cesare e, con dallo sfruttamento delle miniere e dalla circola- progressivamente la loro
lui e Pompeo, formò il primo triumvirato. zione della moneta. Ma il motore dell’economia quantità d’argento o d’oro,
La fine di questa storia, come quella di Alci- antica fu a lungo un altro: la guerra. Il mestie- fino a dimezzarla (l’aureo
dagli iniziali 8,17 g circa
biade, sembra confermare però quello che pen- re delle armi era la strada più rapida e aperta a passò nel IV secolo d.C. a
savano i filosofi: il denaro non dà la felicità. O tutti verso prestigio e ricchezza. • 4,55 g circa).
almeno non garantisce sempre una vecchiaia Martino Menghi

49
PRIMO PIANO

Gli indiani d’America avevano una società egualitaria,


vivevano in armonia con la natura e senza denaro

SPIRITI
LIBERI
A
bitavano una terra immensa, di potere. Gli indiani d’America avevano spiega l’etnologo Imer Chieregatti. Nessu-
selvaggia e generosa. Grandi un’economia di sussistenza, basata sulla no veniva giudicato con il parametro del-
laghi e foreste, praterie e zo- caccia, la pesca, l’agricoltura: pensare di la ricchezza, anche perché il denaro non
ne desertiche, impervie cate- più e per prima cosa alla comunità era vi- era neppure conosciuto, né possedeva ter-
ne montuose, coste e fiumi. Praticamente, tale. «Godeva di maggiore onore chi dona- ra: per il territorio esistevano invece i cu-
tutto il Nordamerica. Organizzati in mol- va alla propria tribù, non chi possedeva», stodi, con tutt’altro ruolo. E se qualcuno
tissime tribù, i pellerossa erano pochi in diventava così povero da non avere un ca-
rapporto a quel territorio sterminato, che vallo, una tenda o una coperta, gli veniva-
oggi chiameremmo wilderness, o natura no donati: fin da piccolo un pellerossa im-
selvaggia: circa 10 milioni. Pochi e felici, parava a dare e condividere.
prima del contatto con l’uomo bianco. Ma “ecologisti”. Chi mentiva o danneggiava
in modo totalmente diverso dal nostro. un altro veniva bandito dalla tribù. One-
Ricchi? No, gRazie. Tanto per comin- stà, sincerità e amicizia erano infatti va-
ciare, la loro cultura non conosceva ge- lori fondanti della società indiana. Ma il
losia o invidia, perché non era legata in vero capovolgimento di prospettiva ri-
alcun modo al desiderio di possesso e guardava l’atteggiamento nei confronti

GETTY IMAGES (2)

Onesti
e sinceri
Il giovane guerriero
Stella Solitaria.
Sullo sfondo, un
accampamento
Dakota nella riserva
di Pine Ridge a fine
Ottocento.

51
GETTY IMAGES (2)
Il selvaggio ideale
T ra i primi a pen-
sare che le civiltà
selvagge fossero
A rafforzarlo, nel
’700, furono gli illu-
ministi e le relazioni
migliori della nostra dei viaggi di esplo-
ci fu un vescovo: razione nelle terre
Bartolomeo de Las australi: soprattutto
Casas. Quando arri- Louis Antoine de
vò nel 1502 sull’isola Bougainville (1729-
di Hispaniola (oggi 1811) disse di aver
Haiti e Repubblica scoperto a Tahiti, nel
Dominicana) scrisse Pacifico, un para-
di aver incontrato diso terrestre dove
persone “ingenue uomini e donne
e senza nessuna vivevano in una
malvagità”, dotate felice innocenza. E
di qualità superiori a nel Robinson Crusoe
quelle degli spagno- (1719), Daniel Defoe
li, più rispettosi della creò con Venerdì un
dignità femminile. “buon selvaggio”
Era nato il mito del visto con un occhio
buon selvaggio. vagamente razzista.

del mondo. Lo spiega Kathe Reichs nel li-


bro Sai che gli alberi parlano? La saggezza
degli indiani d’America (Il Punto d’Incon- C’era una volta
tro): «Mentre per noi l’uomo è “il signo- Donne e bambini Oglala in un
re del creato”, autorizzato a sottomettere tepee scoperto. I piccoli erano
la natura e ad addomesticarla, l’indiano si lasciati liberi di fare esperienze
sente come parte della Terra. Per lui l’inte- e non venivano mai picchiati
ro creato vive, sia esso terra, acqua, sasso, dagli adulti. A lato, il celebre
pianta, animale o uomo». E va rispettato. capo Toro Seduto.
La felicità dei pellerossa era quindi le-
gata all’armonia con tutto ciò che li cir-
condava. Non riuscivano a sentire la pro-
pria anima separata dalla Natura e dai lo-
Toro Seduto disse: anche il potere di destituire un capotribù
ro simili. Non per nulla un detto dei Da-
kota proclamava: “Ogni essere vivente è
“Solo quando l’ultimo se commetteva gravi sbagli. Insomma, era
una società di uomini liberi, molto uguali-
mio parente”. Ed ecco perché gli indiani
non riuscivano neppure a capire il massa-
animale sarà ucciso tari, che vivevano una democrazia sempli-
ce ma compiuta, diretta, rapida.
cro dei bisonti compiuto dai conquistato-
ri bianchi per venderne le pelli, le lingue
capirete che il denaro Vecchi e gioVani. “Per noi Sioux non c’è
alcuna frattura fra le generazioni, come si
o solo per divertimento. Di quegli animali non si mangia” trova presso di voi. Noi riteniamo giusto
così importanti per la loro sopravvivenza, guidare i nostri giovani, in modo che pos-
uccidevano solo la quantità sufficiente per nessuno può parlare alle spalle», continua sano prendere il nostro posto; questa è la
sfamare i membri della tribù. Lo stesso va- Imer Chieregatti. «Per moderare la discus- via che indica la natura. Forse è questa di-
leva per gli altri animali selvatici. sione si usava il bastone della parola, che sponibilità a dividere il nostro potere con i
TuTTi uguali. Per garantire l’ordine e la passava di persona in persona: si poteva giovani il motivo per cui, presso di noi, gli
tranquillità all’interno degli accampamen- parlare solo quando lo si riceveva e si ave- anziani vengono amati e rispettati e il dia-
ti, non c’era bisogno di poliziotti o prigio- va il diritto di non essere interrotti». Per le logo tra una generazione e l’altra avviene
ni: il controllo sociale e il senso d’apparte- questioni più generali, il consiglio del clan facilmente“. Così diceva Cervo Zoppo, un
nenza bastavano e avanzavano. Ognuno mandava i propri rappresentanti al consi- grande capo sioux.
nella propria comunità aveva un compito glio della tribù. Gli anziani, nella società indiana, era-
e veniva ascoltato. Quando poi c’erano da I capiclan erano perciò dei portavoce e no molto rispettati per la saggezza lega-
prendere decisioni, tutti potevano parteci- se non riferivano correttamente le decisio- ta alla loro età: più si viveva, più si sape-
pare e intervenire. «Ogni riunione si face- ni condivise dal basso venivano destituiti. va. Ma i giovani esuberanti o “irriverenti”
va in cerchio, perché il cerchio non esclu- Allo scopo esisteva un consiglio dei reviso- non venivano mai umiliati: tutto rientrava
de nessuno e tutti si guardano in faccia: ri, composto di donne anziane, che aveva nel quadro ben congegnato di relazioni e
52
Le “isole felici”
J ames Cook, il ce-
lebre esploratore
inglese, battezzò
considerate paradisi
in cui non esisteva
l’inverno e dove
Friendly Islands abitavano gli eroi
(Isole dell’Amicizia) defunti senza essersi
Tonga e il suo arci- macchiati di nessu-
pelago, in Polinesia. na colpa e quindi
Questo perché si erano resi degni
quando vi arrivò nel dell’eterna bea-
1773 fu accolto mol- titudine nei Campi
to cordialmente da- Elisi. Dove potevano
gli abitanti dell’isola essere? Nei secoli le
principale, che lo Isole Fortunate sono
invitarono alla festa state identificate
per la donazione dei nelle Eolie, nelle
“primi frutti” al capo Egadi e nella Sicilia.
dell’arcipelago. Agli In epoca romana
antichi Greci erano Plinio il Vecchio le
invece care le Isole localizzò nelle Cana-
Fortunate. Semi- rie, per via del clima
leggendarie, erano molto mite.

rispetto. Anche l’educazione dei bambini


era diversa. Non venivano mai picchiati,
erano educati principalmente con il buon
esempio e venivano lasciati liberi di esplo-
rare il mondo e fare le loro esperienze. A
scongiurare eccessi bastava il controllo de-
gli altri coetanei.
Lotte poco cruente. Le tribù erano sud-
divise in clan, raggruppamenti di persone
con attitudini particolari e compiti speci-
fici. C’erano il clan dell’acqua, del fuoco,
dei guerrieri, e le persone che vi apparte-
Cultura da nevano adottavano specifici animali tote-
cacciatore mici. Presso i Sioux, il clan dell’orso di-
fendeva la tribù: era stato scelto questo
Ritratto di Bone
animale perché l’orsa è la più feroce nel-
CORBIS/VCG VIA GETTY IMAGES

Necklace, un sioux;
indossa gli abiti la protezione dei suoi cuccioli. E il lega-
tradizionali da me del clan era più forte di quello triba-
guerriero, con arco le. Quando capitava di combattere tra tri-
e frecce. bù diverse, se gli appartenenti a uno stes-
so clan si riconoscevano smettevano di
combattere, scendevano da cavallo e si
abbracciavano. Certo, la vita degli india-
ni non era sempre pacifica. Le tribù erano
in lotta, ma le guerre interne non mirava-
no all’annientamento o al possesso di un
territorio. Spesso ci si limitava a incursio-
ni notturne per rubare beni (mais, carne
secca, cavalli). Se battaglia doveva essere,
scattavano meccanismi sociali per conte-
nere aggressività e perdite. Così si preferi-
va ferire l’avversario, anziché ucciderlo.
O toccarlo con un’arma simbolica, come
il bastone. •
Irene Merli

53
PRIMO PIANO

OCCHIALI
La prima testimonianza
dell’uso di lenti è questo affresco
di Tommaso da Modena del 1352
custodito nella Chiesa di San
Nicolò a Treviso. Probabilmente
furono inventati nel ’200.

La felicità è non dare nulla per scontato.


Neppure le innovazioni che ci hanno migliorato
l’esistenza, anche nei piccoli piaceri quotidiani

NON
BASTANO
MA
AIUTANO
ALBUM / CONTRASTO

54
N
on sarà un cono gelato a fare la fe­
licità, ma può dare una bella svolta
alla giornata. L’uomo da sempre si è
ingegnato per escogitare invenzioni
che rivoluzionassero il modo di vivere renden­
dolo più semplice. Senza dubbio scoperte epo­
cali come il fuoco o innovazioni meccaniche
come la ruota hanno migliorato drasticamente
la qualità della vita.
Ci sono però anche invenzioni che oggi dia­
mo per scontate, non irrinunciabili ma che dan­
no un valore aggiunto alla nostra esistenza. Di
sicuro vi sarete chiesti come facevano una vol­
ta senza frigo d’estate o a sopportare l’estrazio­
ne di un dente quando non esisteva l’anestesia.
La risposta è ovvia, i nostri antenati sopravvi­
vevano lo stesso, ma con più disagi. E anche se
qualcuno potrebbe obiettare che “si stava me­
glio quando si stava peggio” è innegabile che
queste piccole­grandi rivoluzioni ci hanno rega­
lato un po’ di meritato benessere.

MEDICINA ANESTESIA
Dall’anestesia ai paradisi artificiali Un paziente addormentato
Quando c’è la salute c’è tutto. E se, come dice con una dose massiccia di
Epicuro, la felicità è assenza di dolore fisico e cloroformio nel 1905. L’uso di
spirituale, le scoperte della medicina attraverso i anestetici permise di affrontare
secoli hanno fatto la differenza. anche gli interventi più
Buonanotte al dolore. Che corpo e psiche sia­ dolorosi soffrendo meno.
no collegati oggi lo sappiamo bene, ma quando
nel 1800 il chimico Humphry Davy notò che il
protossido d’azoto (chiamato anche “gas esila­
rante” perché produce una sensazione di eufo­

GETTY IMAGES (2)


ria), oltre che dare buon umore, rendeva insen­
sibili al dolore, fu una scoperta eclatante: iniziò
allora la storia dell’anestesia moderna.
Guerra ai batteri. L’uso di muffe nella cura
delle infezioni era già noto nelle culture antiche
(greca, egiziana, cinese) ma nessuno aveva iso­
lato la componente attiva. Fino al 1929, quando
Fleming ebbe l’intuizione di combattere i batteri
con altri batteri e scoprì la penicillina.
Basta “malinconia”. Se pensiamo alla ricerca
della felicità in senso stretto il pensiero corre al­
le malattie psichiche. In particolare la depressio­
ne, conosciuta dai tempi della teoria degli umori
di Ippocrate, e combattuta nei secoli con meto­
di discutibili (dall’ellèboro nero, una pianta tos­
sica, all’elettroshock).
Si è dovuto aspettare che in Francia venisse
sintetizzato il primo psicofarmaco negli Anni
’50, per sostituire i metodi costrittivi dei mani­ GRAMMOFONO
comi con le medicine. La “rivoluzione farmaco­ L’invenzione del fonografo
logica” si diffuse in modo capillare fino a “esplo­ (nella foto) rivoluzionò il modo
dere” nel 1987 con la fluoxetina, il Prozac. di fruire della musica che prima
Tra le lenzuola. Discorso a parte meritano gli era limitato a esibizioni dal vivo.
Per la prima volta fu possibile
anticoncezionali che rivoluzionarono il modo di
riprodurre il suono.
concepire i rapporti sessuali, rendendoli più “li­
beri”. A fine XIX secolo si svilupparono tecniche
meccaniche, il profilattico maschile in gomma e
il diaframma. Ma anche chimiche su base ormo-
nale. Divennero sicure solo nel 1956, con la pil-
lola contraccettiva brevettata negli Usa. In Italia
sbarcò nel ’64, prescritta solo a scopo terapeu-
tico: l’uso come anticoncezionale era vietato da
un articolo del Codice Rocco, abrogato nel 1971.

LAVATRICE VITA QUOTIDIANA


Nel XIX secolo entrarono Dalle fognature alla lampadina
in commercio macchine a Se oggi viviamo a lungo non è solo merito delle
manovella per il bucato. medicine: la svolta arrivò con l’igiene nell’800.
Con l’elettricità, si trasformarono Fattore pulizia. L’incremento della speranza
nelle antenate delle
di vita registrato in Europa a fine ’700 era do-
nostre lavatrici.
vuto anche all’uso di fognature. In verità il pri-
mo sistema fognario risale alla Roma del VII se-
colo a.C. Nel Medioevo fu dismesso, per essere
ripristinato solo con la rivoluzione industriale.
Un bene prezioso. Grazie agli acquedotti an-
che l’acqua abbondava nell’antica Roma, dove
GETTY IMAGES (4 )

gli abitanti disponevano di 1.000 litri al giorno.


Nei secoli seguenti, però, i cattivi odori diven-
nero all’ordine del giorno e la carenza d’acqua
si registrava anche a corte: si diceva che il re
Enrico IV di Francia (1553-1610) “puzzasse co-
me una carogna”. Uno status symbol per ricchi
e nobili di tutte le epoche era dunque indossa-
re biancheria pulita. Fare il bucato non era fa-
cile: bisognava andare alle fontane e il sapone
era costoso, si usava soprattutto il “ranno”, fat-
to con cenere, o urina. La disponibilità d’acqua
aumentò a metà Ottocento, quando vennero co-
struite le condutture. Chissà che invidia farem-
mo ai nostri antenati se vedessero con che faci-
lità carichiamo le lavatrici.
E luce fu. Per arrivare al boom degli elettro-
domestici, che in Italia esplose negli Anni ’40
con i frigoriferi Fiat, doveva passarne di acqua
sotto i ponti. Innanzitutto Nikola Tesla dove-
va scoprire, a fine Ottocento, la corrente alter-
nata. L’utilizzo che ebbe maggiore impatto sul-
la società fu l’invenzione della lampadina (se
ne contendono la paternità Edison e l’italiano
Alessandro Cruto): cambiò il ritmo della gior-
nata e mandò in pensione le pericolose lampa-
de a olio che rischiavano di causare incendi nel-
le abitazioni. L’illuminazione pubblica rese an-
che più sicure le strade; il primo impianto, rea-
CONO GELATO lizzato a New York, risale al 1882.
Ai primi del ’900 in Usa il
gelato nel cono di biscotto
veniva chiamato anche “toot”, SOCIETÀ E CULTURA
forse dalla parola italiana Dalle lenti al libro tascabile
“tutto”, nel senso che si poteva La felicità è relativa: a volte basta un buon libro
mangiare completamente. o un po’ di musica, ma non ci sono da sempre.
A me gli occhi. I secoli bui del Medioevo eb-
bero anche spiragli di luce come l’invenzione
delle lenti. La prima testimonianza si trova in
un affresco del 1352, ma il primo riscontro del-
56
la produzione di lenti biconvesse a Pisa risale al
1286. Le stanghette, che usiamo ancora oggi, fu-
rono invece introdotte nel 1727.
La cultura in tasca. Altro elemento che agevo-
lò la fruizione del sapere furono i caratteri mobi-
li di Gutenberg (1455). Il primo libro in versione
economica uscì dalla tipografia di Aldo Manuzio
nel 1501: le Bucoliche di Virgilio in un volume alto
“solo” dieci centimetri. I tascabili Penguin debut-
tarono in Inghilterra nel 1935.
Tutta un’altra musica. L’antenato dell’mp3 è il
fonografo di Edison (1877), la cui evoluzione è il
grammofono. Una “macchina parlante” che stra-
volse il modo di fruire della musica fino a quel
momento relegata alle sale da concerto.

TEMPO LIBERO
Dal cono gelato alla foto ricordo
E veniamo ai piccoli piaceri della vita, come gu-
starsi un gelato passeggiando. Ordinaria ammini- FOTOGRAFIA
strazione, direte voi, ma non è così. Gli sposi dal fotografo, un
quadro del 1878 che testimonia
Al passo coi tempi. Fin dalla preistoria l’uomo
l’antica tradizione d’immortalare
ha avuto l’esigenza di proteggere i piedi. Per gli ricorrenze importanti. L’album di
Egizi la scarpa era uno status symbol. Nel Medio- nozze è un classico che resiste
evo si diffusero in tutti i ceti: i più poveri usavano (in forma video) ancora.
stracci avvolti al piede. La produzione delle “scar-
pe da tennis” è legata al brevetto di vulcanizzazio-
ne della gomma registrato nel 1844 dall’america-
no Goodyear. Le sneakers, riservate all’aristocra-
zia inglese per praticare sport all’aria aperta come Senza la fotografia non esisterebbe
il tennis, si fecero strada tra i “comuni mortali” nel
1917 quando la Converse produsse una calzatura il piacere di rivivere i ricordi con
con suola di gomma e tomaia in tela: le All Star.
Un’idea “spassosa”. Il gelato in contenitori a
l’album di famiglia. Senza la gomma
forma di cono si mangiava già nel ’700: il poeta
Giuseppe Parini scrisse di “rigidi coni” alludendo
non ci sarebbero scarpe comode
a contenitori di vetro in cui si servivano “bevande
odorose e congeste”. Ma il cono da passeggio, sen-
za ciotola o cucchiaio, fu ideato da Italo Marchion-
ny. L’intraprendente ambulante italiano iniziò nel
1895 a vendere gelati per le strade di New York.
Per servirli usava ciotole in vetro ma andavano la-
vate. Per questo ebbe l’idea di utilizzare coni fatti
di cialde. L’incremento delle vendite lo convinse a
brevettare nel 1903 un macchinario per stamparli.
Facciamoci un selfie. Il desiderio dilagante di
scattare fotografie nasce dalla voglia d’immortala-
re un momento per sempre, non solo per tenerlo
vivo nella memoria, ma per preservarne il ricor-
do, legato alla sfera affettiva. Un tempo le storie di
famiglia si tramandavano per via orale e i ricordi
di viaggio si limitavano a schizzi. Nel 1839 Louis
Daguerre riuscì a fare quella che ai tempi sembra-
va una magia: fissare le immagini su una lastra di SCARPE
rame ricoperta d’argento e svilupparle grazie a un DA TENNIS
processo chimico. Era il dagherrotipo, l’antenato Le prime sneakers nacquero per
della macchina fotografica che oggi è persino den- permettere all’aristocrazia inglese
tro ai nosti smartphone. • di praticare sport d’élite come
Paola Panigas tennis e cricket.
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PRIMO PIANO

L’ottimismo delle due epoche di maggior benessere


del Novecento: i ruggenti anni Venti e il miracolo economico

’900DA BOOM
del secondo dopoguerra, con i cambiamenti che portarono

Bellezze
al bagno
Brighton, 1925.
In Inghilterra la
donna “garçonne”,
cioè “maschietta”
fu un simbolo di
emancipazione.
GETTY IMAGES

60
B
enessere economico, dinami- due epoche avevano in comune il fatto di Gli Anni ’20 furono “ruggenti” anche in
smo sociale, emancipazione seguire due devastanti conflitti mondia- Europa. E in modo analogo il boom eco-
femminile, innovazioni tecnolo- li e che a dare il “la” furono nei due casi nomico degli Anni ’50 e ’60 coinvolse sia
giche, ottimismo diffuso e tan- gli Stati Uniti. gli Usa sia il Vecchio Continente: specie
ta musica. Questi gli ingredienti che han- «Negli Usa degli Anni ’20 l’organizza- in Germania Ovest e Italia, le nazioni più
no accomunato due “periodi dorati” del zione scientifica del lavoro e la mecca- martoriate dalla Seconda guerra mondia-
XX secolo: i Roaring Twenties, i “ruggen- nizzazione della produzione consenti- le. «Il nostro Paese si inserì nella tenden-
ti anni Venti”, e gli anni del cosiddetto rono una rapida crescita della resa in- za positiva internazionale, trainato dagli
boom economico tra i Cinquanta e i Ses- dustriale e un relativo contenimento dei aiuti economici offerti dal Piano Marshall,
santa. A essere coinvolti furono tanto gli prezzi», spiega Stefano Luconi, docente i fondi stanziati adagli Usa per la ripresa
Usa quanto l’Europa, con Germania e Ita- di Storia degli Stati Uniti d’America all’U- europea», racconta Guido Crainz, docen-
lia in prima fila, dove lo sviluppo indu- niversità di Padova. «Nacque così, anche te di Storia contemporanea all’Università
striale del secondo dopoguerra fu tale da grazie all’aumento dei salari, un mercato di Teramo. «Si posero le basi di quell’ecce-
far parlare di “miracolo”. di massa sollecitato dalla pubblicità, che zionale crescita industriale che, dal 1958,
Made in Usa. Ma perché proprio in quei diffuse il desiderio di stili di vita raggiun- darà il via al cosiddetto miracolo».
decenni lo scoppio del boom di benessere? gibili attraverso l’acquisto di beni, maga- TeMpo libero e nUove abiTUdini. In en-
Per rispondere, bisogna sottolineare che le ri a rate». trambi i periodi post bellici la parola d’or-
Emancipazione femminile e tempo libero
furono il comune denominatore delle due
epoche di rinascita post bellica. Sempre a
partire dagli Usa per poi arrivare in Europa
dine fu “tempo libero”. «Questa nuova
concezione cominciò a diffondersi dagli
anni Venti, grazie alla riduzione degli ora-
ri di lavoro e alle ferie retribuite, che rese-
ro possibili le vacanze anche per chi non
apparteneva a un’elite sociale», ripren- L’ultimo brindisi
de Luconi. A destra, Jugend
In Europa proliferarono gli stabilimen- (“Gioventù”), rivista tedesca
ti balneari, sfondo di nuove mode come che nel 1928 brindava al
quella dell’abbronzatura, “lanciata”nel futuro: la crisi del ’29 porrà
1923 dalla stilista francese Coco Chanel fine al “boom”. Sotto, un
attore di Hollywood a bordo
dopo una vacanza in Costa Azzurra. In
di un’automobile, che negli
Italia il turismo di massa fu incentivato
anni Venti, negli Usa, trainò
anche dal fascismo, con le strutture del la produzione industriale.
dopolavoro e le colonie per i
più giovani.
Quarant’anni dopo, duran-
te il miracolo economico, la
parte del leone la fece l’au-
tomobile. «Con il diffonder-
si delle utilitarie e di veico-
li a due ruote come la Vespa
o la Lambretta mutò la per-
cezione dello spazio, il Pae-
se si “rimpicciolì” e aumen-
tarono le vacanze», conferma
Crainz. Alberghi e campeg-
gi furono presi d’assalto e la
villeggiatura favorì anche la
passione per lo sport.
Piccoli schermi. A detta-
re le mode negli Anni ’50 e
’60 contribuì non poco la te-
levisione, che in Italia debut-
tò nel 1954, con le prime tra-
smissioni Rai e le folle radu-
nate nei bar dotati di appa-
recchi televisivi per vedere i
quiz di Mike Bongiorno. «La
Rai si fece però anche pro-
motrice di importanti inchieste come Viag- lo di massa», commenta Luconi. Francis Scott Fitzgerald nel Grande Gatsby
gio nel Sud, La donna che lavora e Viaggio Nello stesso periodo videro la luce i pri- (1925), un romanzo che criticava proprio
nell’Italia che cambia», aggiunge Crainz. mi cartoni animati di Walt Disney. E le pro- il desiderio di trasgredire.
A descrivere questi mutamenti fu il cine- tagoniste assolute del grande schermo del rivoluzione rosa. L’esempio delle dive
ma e da noi la commedia all’italiana, spec- primo “boom” furono dive hollywoodiane di Hollywood fu seguito da molte donne
chio di una società in bilico tra vecchio e come Greta Garbo, capaci d’interpretare lo comuni, entrate ormai nel mercato del la-
nuovo. «Ma in America il cinema aveva spirito edonistico del decennio. voro, in cerca di emancipazione. «Si dif-
assunto grande importanza già nei Roa- Quanto agli eccessi nella “ricerca della fuse un modello di donna anticonformi-
ring Twenties, consolidandosi dal 1927, felicità”, uno dei diritti fondamentali del- sta, pronta a rivendicare il diritto a com-
con l’avvento del sonoro, quale spettaco- la Costituzione Usa, sono raccontati da portarsi come gli uomini: bere, fumare,
62
Gli alti e bassi dell’economia (e il fattore umano)
D opo ogni salita c’è una disce-
sa: dato ovvio che si riflette in
economia con l’alternarsi di fasi
Su e giù. Se il prodotto interno
lordo (Pil) aumenta si parla di
espansione, se cala di recessione.
damento dei prezzi, ma nel XX
secolo l’attenzione si è spostata
sulle fluttuazioni del Pil e su altre
prodotto nella speranza di rica-
varne grandi guadagni a breve ri-
vendendolo a prezzo più alto, “si
di espansione e depressione. So- Alti e bassi nelle attività pro- variabili come consumi, occupa- sgonfia” quando tutti vendono,
no i cosiddetti “cicli economici”, duttive un tempo erano legati zione, salari e tassi d’interesse. facendo crollare le quotazioni. Lo
considerati dagli storici un indi- a fattori come il clima, che con- Bolle. I primi economisti consi- “scoppio” della bolla, come nel
catore del tasso di soddisfazione dizionava i raccolti e le guerre, deravano i cicli prevedibili, ma 1929, è spesso imprevedibile: la
nelle diverse epoche, se inten- ma con il capitalismo le variabili la speculazione ha cambiato le Storia dimostra che l’economia
diamo la felicità come benessere sono aumentate. Il principale regole. Una “bolla finanziaria”, non è una scienza esatta: il fatto-
economico. indicatore di un ciclo era l’an- cioè la corsa all’acquisto di un re umano resta decisivo.

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Largo alle donne


Aspiranti aviatrici inglesi,
pioniere in un mondo maschile,
salgono su un aereo nel
1923. A sinistra, il charleston
non solo accorciò le gonne,
ma prevedeva lo scambio di
partner tra un passo e l’altro.

guidare, ballare, tagliarsi i capelli corti e ni degli Anni ’20 e del secondo dopoguer- gli Anni ’50 e ’60, spaziando da Elvis Pre-
adottare una sessualità disinibita», conti- ra superarono le vecchie tradizioni anche sley a Bob Dylan, che segnò la generazio-
nua Luconi. con la musica, diffusa da nuovi mezzi di ne del ’68 e oggi dibattuto Nobel per la let-
Le prorompenti protagoniste di questa comunicazione di massa, radio in testa. In teratura. «I grandi concerti rock divennero
generazione furono chiamate flappers. La particolare, i “ruggenti Venti” videro spo- occasione di incontro tra i giovani, pronti
loro piccola rivoluzione si diffuse anche in polare il jazz, con stuoli di musicisti neri nel nome della musica ad annullare ogni
Europa (le “maschiette”, in Italia). La vo- che si mossero dagli Stati del Sud verso le distinzione sociale operando una sorta di
ce delle donne tornò a farsi sentire negli industrializzate città del Nord (come fece allegra “globalizzazione”, testimoniata an-
Anni ’60, con l’esplosione dei movimen- tra gli altri Louis Armstrong), portandosi che da un abbigliamento comune come i
ti femministi e con le prime battaglie per dietro sonorità vivaci che ben si adattava- blue jeans», spiega Crainz.
aborto e divorzio. Come era successo ne- no ai frenetici ritmi dell’epoca. In questo contesto nacquero movimenti
gli Anni ’20, l’emancipazione si manifestò The Jazz Singer fu anche il titolo del e culture come quella hippie, sostenitrice
anche nella moda, grazie a un capo desti- primo film sonoro del 1927: abbastanza di un mondo all’insegna del binomio “pe-
nato a un successo epocale: la minigon- per trasformare i Roaring Twenties nell’“e- ace and love”. L’eco di questi fermenti ar-
na. In ambito domestico la rivoluzione fu tà del jazz”. «Questo genere musicale fu rivò anche in Italia, dove iniziarono a spic-
portata dagli elettrodomestici: aspirapolve- un primo strumento di americanizzazio- care il volo i primi cantautori, come Ten-
re, frigoriferi e lavatrici, fedeli aiutanti che ne culturale, da quando la sua popolarità co, Gaber, De André e Guccini, capaci di
lasciavano più tempo libero alle massaie. giunse anche in Europa», afferma Luconi. descrivere con acume e ironia le contrad-
A tutto volume. Le giovani generazio- Fu invece affidato al rock il racconto de- dizioni di un Paese il cui miracolo econo-
63
Grazie al miracolo economico in Italia si diffusero le automobili: una spinta
decisiva al turismo di massa, un modo nuovo per sfruttare il tempo libero
mico celava tensioni e problemi sociali, com’e-
ra avvenuto nei Roaring Twenties.
Il lato oscuro. «Negli Usa degli anni Venti fu-
rono in molti gli esclusi dalla corsa alla “felici- Si cambia marcia
tà”, a partire dalla comunità nera», riferisce Lu- A destra, le romane si godono
coni. «Ma gli “anni ruggenti” furono contraddit- il Dopoguerra in via Veneto.
tori anche per altre ragioni. La donna emancipa- Qui sotto, una jazz hit del
ta rimase un falso mito». Lo spirito conservatore 1920. In basso, vacanze per
e moralistico si manifestò nel proibizionismo, tutti negli Anni ’50: un giro in
Francia in sella alla Vespa.
nei freni all’immigrazione e nel-
la rinascita del Ku Klux Klan, or-
ganizzazione razzista che prese di
mira neri ed ebrei. In ambito eco-
nomico si pagò il fatto che solo
parte della popolazione era entrata
nella “società dei consumi”: trop-
po poco per assorbirne la produ-
zione (che divenne “sovrapprodu-
zione”). A ciò si aggiunsero le spe-

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culazioni finanziarie che portaro-
no nel 1929 al crac di Wall Street,
che precipitò gli Usa nella Grande
Depressione.
E i lati oscuri non mancarono
neanche nei “fantastici Sessanta”,
dove la diffusa euforia simboliz-
zata dal celebre smiley, il faccino
sorridente ideato nel 1963, fu fre-
nata dalle inquietudini della Guerra fredda e,
soprattutto in Italia, mascherò tensioni socia-
li dovute all’emigrazione dal Sud al Nord (non-
ché dalle campagne nelle città) e a condizioni
di lavoro non sempre facili. «L’intera espansio-
ne industriale era basata sullo sfruttamento del-
la manodopera, che costringeva gli operai a rit-
mi massacranti», dice Crainz.
Si investì sui beni di consumo privati e non in
infrastrutture pubbliche; inoltre esplose la spe-
culazione edilizia. Con la società del benessere
aumentò a dismisura il consumo di energia; fin-
ché la festa finì per l’aumento dei prezzi del pe-
trolio nella crisi energetica del 1973. Si chiude-
va così la seconda età dell’oro: il mondo scopri-
va che le risorse del Pianeta sono limitate e, co-
sì come negli Anni ’20, tramontava il sogno di
un futuro radioso per l’umanità, alimentato so-
lo quattro anni prima dallo sbarco sulla Luna. •
Matteo Liberti

64
La Belle Époque
U na bella epoca, ma non per
tutti. Questo, in estrema
sintesi, fu la Belle Époque,
il miglioramento del trasporto
marittimo (uno dei simboli
dell’epoca fu il Titanic, il cui
Fermenti. In questo clima di
fiducia nell’avvenire gli abitanti
delle grandi città europee, da
o “liberty”) segna ancora oggi
l’architettura della capitale
francese (e non solo).
espressione francese con cui si naufragio nel 1912 fu uno Londra a Palermo, passando Società viva. Il dinamismo so-
indica il periodo che, dagli Anni shock). Una ridotta mortalità per Parigi, riscoprirono il pia- ciale alimentò movimenti come
’80 del XIX secolo allo scoppio infantile e una maggior lon- cere di tirare tardi nei caffè, nei quello delle suffragette, giova-
della Prima guerra mondiale, fu gevità grazie ai progressi della teatri o nei salotti. I più facolto- ni donne che lottavano per il
sinonimo di spensieratezza. medicina e la “scoperta” dell’i- si iniziarono inoltre a conceder- diritto di voto. A interrompere
Innovazioni. Progressi tecno- giene fecero il resto. si l’abitudine delle vacanze in il sogno della Belle Époque fu il
logici e scientifici contribuirono La Belle Époque fu anche, per lussuosi alberghi. primo conflitto mondiale, giun-
in quei decenni a migliorare l’Europa, un prolungato perio- Regina dello svago fu Parigi, to quando la guerra in Europa
la qualità della vita di molti do di pace dopo molti secoli, e patria dei grandi magazzini e sembrava un lontano ricordo
europei, soprattutto se dell’ari- a coronare questa atmosfera di del Moulin Rouge, con spetta- ed espressione del nazionali-
stocrazia o dell’alta borghesia. ritrovata concordia fu il ritorno coli a base di cabaret e can-can. smo imperante a quei tempi. Si
Fece i suoi primi passi la radio, in auge dei Giochi olimpici (nel Altrettanto vivace era il mondo chiudevano così i “bei tempi”
si diffusero ferrovie, tram ed 1896 si tennero ad Atene i pri- letterario e artistico, che con dell’Ottocento.
elettricità; poi le automobili e mi giochi moderni). l’Art Nouveau (lo “stile floreale” Matteo Liberti

Il trionfo
dell’ottimismo
Jean Béraud nel quadro
Il boulevard des Capucines
davanti al Teatro del
Vaudeville cattura un
momento di vita quotidiana
nella Parigi di fine
Ottocento.
MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE

65
PRIMO PIANO

COSÌ SIAMO CAMBIATI


I sondaggi Doxa di 70 anni fa e quelli di oggi a confronto,
per capire se è vero che “si stava meglio quando si stava peggio”.
A cura di Zornitza Kratchmarova

CASA, VACANZE LAVORO


DOLCE CASA ALL’ITALIANA CERCASI
Le case degli italiani nel Dopoguerra Nel Dopoguerra preferivamo la monta- Il tema del lavoro era rilevante nell’Ita-
mancavano di servizi essenziali quali il gna, oggi il mare. Circa un italiano su 3 lia del Dopoguerra quanto oggi. Il 46%
bagno all’interno delle mura domesti- non si allontanava dalla sua residenza. degli italiani nel 1948 constatava un au-
che, i termosifoni e i frigoriferi. Oggi, gli Ma anche nell’estate 2015 un italiano su mento dei disoccupati nella propria pro-
italiani sono proiettati verso una casa due è rimasto a casa. E, tra chi è parti- vincia di residenza. Sessant’anni dopo
“smart” e il 30% ha già destinato 3mi- to, il 27% ha speso meno rispetto all’an- il 40% giudica instabile la propria situa-
la euro circa da spendere per avere una no precedente. Una differenza sostan- zione occupazionale e il 60% ha temu-
casa intelligente. A partire dalla cucina. ziale rispetto al passato c’è: nel 1950 so- to di non riuscire ad arrivare a fine me-
Primo “oggetto del desiderio” resta in- lo il 2% optava per destinazioni estere, se. E, soprattutto, tre quarti della popo-
fatti (come sessant’anni fa) il frigorife- mentre nel 2016 la quota di mete stra- lazione italiana pensa che i figli avran-
ro, anche se in versione “intelligente”. niere è del 43%. no una situazione economica peggiore.

1947 Niente comfort 1949 Tutti in montagna 1948 Rischio


nel Dopoguerra (per chi va in vacanza) disoccupazione ieri…
73,4% Gli italiani senza
un bagno in casa
Come e dove ha impiegato le sue
vacanze del 1949?
Lei ha l’impressione che durante
gli ultimi sei mesi il numero dei

88,8% 30% disoccupati nella sua provincia sia


IERI

Le case senza Non mi sono mosso


aumentato o diminuito?
termosifoni Riviera ligure 11%

96,8% Le famiglie che non


avevano un frigorifero
Costa adriatica
Altra spiaggia
5%
4%
45,8% Aumentato

In montagna o collina 28%


6%
21,1% Rimasto stazionario

16,4%
Sui laghi Diminuito
All’estero 2%

Fonte: Bollettino Doxa, n. 21-22, 1949


Altre risposte
Fonte: Bollettino Doxa, n. 8-9, 1950
14%
16,7% Non so
Fonte: Bollettino Doxa, n. 23, 1948

2016 La spesa? 2015 A casa, d’estate, 2016 …come oggi


La farà il frigo un italiano su due Pensando alla sua situazione
occupazionale o a quella dei propri
60% Faranno acquisti per avere
una “casa intelligente”
Lei quest’anno è andato in vacanza,
ovvero ha trascorso qualche giorno familiari, direbbe che…
OGGI

30% Hanno stanziato oltre 3 mila fuori dal suo comune di residenza?
17% È stabile e sicura
euro per gli acquisti per la
“smart home” 53% No, sono
rimasto a casa
40% È stabile ma con qualche
preoccupazione per il futuro
26% Investiranno in un
frigorifero in grado di fare
acquisti a distanza 47% Sì, sono andato
in vacanza 25% È poco stabile

15% È del tutto instabile

Fonte: Doxa per Osservatorio Internet of Things, 2016 Fonte: Doxa, Indagine per il Governo Italiano, 2015 3% Non sa, non risponde
Fonte: Doxa, Indagine per il Governo Italiano, 2016

66
L
a più antica società italiana di ricerche di mercato in Italia, la Doxa
(dal greco “opinione”), festeggia quest’anno il suo 70esimo anni-
versario. E ha deciso di celebrarlo aprendo per la prima volta i pro-
pri archivi: centinaia di ricerche in parte inedite, a partire dal 1946.
Ne emerge un ritratto dettagliato su come è cambiato il rapporto tra gli ita-
liani e la famiglia, il lavoro, il denaro, il tempo libero. E svela che la “felici-
tà percepita”, nonostante le difficoltà di questo inizio di XXI secolo, sembre-
rebbe aumentata rispetto al 1948.

FIORI QUESTIONE DI CHIEDIMI SE


D’ARANCIO PORTAFOGLIO SONO FELICE
Fino agli Anni ’50 gli italiani hanno Gli italiani sono un popolo di rispar- Nel 1948 gli italiani che si dichiarava-
mantenuto un’idea di famiglia molto tra- miatori. Anche se i redditi famigliari no felici erano il 35%: si usciva da un
dizionale. Oggi non si parla più di “fa- medi non sono mai stati altissimi: nel conflitto mondiale e c’era un Paese da
miglia” ma di “famiglie”: il matrimonio 1968 la quota di famiglie che riusciva ricostruire, l’economia era ancora agri-
in chiesa non è più l’unico e nelle gran- a risparmiare parte del reddito era pa- cola e solo le classi sociali più elevate
di città prevalgono i matrimoni civili o le ri al 39% ed è rimasta invariata a di- si dicevano soddisfatte. Oggi gli italiani
convivenze. In questo campo il costume stanza di 50 anni. Si risparmia per i fi- che si definiscono felici sono il 44%, 9
è cambiato molto: dalla legge sul divor- gli, per la vecchiaia e per gli imprevi- punti percentuali in più anche se sia-
zio del 1970 fino all’abolizione del “delit- sti e, dagli Anni ’60, si investe molto mo la settima potenza mondiale. E il
to d’onore” cancellato soltanto nel 1981, sul mattone, che dà, se non la felicità, confronto con il resto del mondo ci ve-
fino alla discussione sulle unioni civili. la sicurezza. de più infelici.

1948 No al divorzio, 1949 Mille (e più) 1948 Così così...


in netta maggioranza lire al mese… In questo momento vi sentite felice o
Se si votasse una legge istituente il Redditi familiari secondo l’ampiezza infelice?
divorzio, voterebbe a favore o contro? della famiglia (lire al mese)
5,5% Molto felice

16% Certamente
a favore
1 persona
2-3 persone
31.500
44.800
29,2% Abbastanza felice

12% Probabilmente
a favore
4-6 persone
7 e più
59.200
71.400 43,5% Né felice né infelice

15% Probabilmente
contro
18,1% Infelice

53% Certamente (1 lira del 1949 corrisponde a circa 0,17 euro


di oggi. Quindi 44.800 lire erano circa 781

3,7%
contro Non so
euro di oggi)

4% Non so
Fonte: Bollettino Doxa, n. 7, 1948 Fonte: Doxa, bollettino n. 21-22, 1949 Fonte: Doxa, bollettino n. 12, 1948

2016 Sì, ma di poco, 2016 Il risparmio? 2015 ...come oggi


per le unioni gay Un rompicapo
44% Sono gli italiani felici, in

17
Lei è favorevole o contrario a %Quota di famiglie italiane che crescita del 3% rispetto
matrimoni tra persone dello stesso dichiara reddito insufficiente all’anno prima
sesso?

52 %Favorevole 40 %Sono coloro che fanno il


possibile per risparmiare 66% È la quota di popolazione
mondiale che dichiara di
essere felice
Le motivazioni del risparmio sono:

48% Contrario 48% Figli


Casa
17,1%
8,5%
Vecchiaia 14,1%
Nuova attività 2%
Altro/imprevisti 58,3%
Fonte: Doxa per Intesa Sanpaolo e Centro di Ricerca e
Fonte: Doxa, Indagine per il Governo Italiano, 2016 Documentazione Luigi Einaudi, 2016 Fonte: Fonte: Doxa per Win/Gallup International, 2015

67
PRIMO PIANO

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saperne di più

UNA LUNGA RICERCA


Ogni epoca ha avuto il suo ideale di
felicità, materiale o spirituale, che gli
storici hanno cercato di ricostruire.
Storia della felicità Breve storia
F. De Luise, G. Farinetti (Einaudi) della felicità
Da sempre l’uomo si interroga Nicholas White
sulla felicità. La si può comprare (Rubbettino)
con il denaro o è una condizione Un excursus sulle
dello spirito, che poco ha a che idee intorno alla
fare con il benessere materiale? felicità da un punto
Il filosofo inglese
Dalle teorie ai tempi moderni, di vista originale: non ci sono
Jeremy Bentham (1748-
questo studio ripercorre la risposte possibili sulla natura del
1832), uno dei teorici
tradizione filosofica occidentale bene comune. Attraverso citazioni
del bene comune come
sull’argomento. e commenti ai grandi filosofi,
“ricetta” della felicità.
White costruisce un percorso
Storia della felicità inedito attraverso il pensiero
dall’antichità a oggi filosofico della nostra civiltà. democrazie occidentali, le strade Storia del miracolo italiano
Darrin MacMahon (Garzanti) possibili percorse dalla civiltà Guido Crainz (Donzelli)
Gli antichi la cercavano nella virtù Il diritto alla felicità. occidentale. Uno degli storici contemporanei
e nel bene, ma dal Settecento Storia di un’idea più attenti ai mutamenti sociali
si cominciò a immaginare un Antonio Trampus (Laterza) Adriano del nostro Paese ripercorre,
modo “scientifico” per scovare la C’è stato un tempo, il XVIII secolo, James Morwood (Il Mulino) attraverso i giornali, il cinema, la
formula della felicità. Nacquero nel quale l’aspirazione alla felicità Chi era l’imperatore che tra il scuola e la politica, il boom degli
così le teorie del bene comune diventò un diritto fondamentale. 117 e il 138 d.C. fece vivere al anni Cinquanta fino ai primi anni
e le specualzioni illuministe che Gli americani la elencarono tra mondo romano alla sua massima Sessanta. La ricostruzione del
portarono a mettere la felicità tra i diritti naturali e inalienabili e estensione uno dei periodi Dopoguerra portò in Italia nuovi
i diritti umani universali, come lo stesso fecero i rivoluzionari più floridi della storia antica? modi di produrre e di consumare,
sancisce la Costituzione degli Stati francesi del 1789. E la ritroviamo Grazie al suo talento politico e di pensare e di sognare. Il
Uniti del 1787. Da allora, negli solennemente citata nell’articolo amministrativo Adriano riuscì a “miracolo” della crescita economica
ultimi due secoli, la felicità non 13 della Costituzione giapponese. fare di un regno che aveva basato produsse nuovi bisogni e nuove
è soltanto una delle possibilità Da Tommaso Moro a Giacomo la sua potenza sulla forza una mode, dando la speranza (che si
dell’esistenza, ma uno scopo da Casanova, dal Robinson Crusoe al forma di “globalizzazione buona” rivelò purtroppo illusoria) di uno
perseguire. mito del buon selvaggio, fino alle i cui abitanti potevano dirsi felici. sviluppo inarrestabile.

La Storia raccontata in queste


pagine rivive anche in tv

A nche questo mese History,


il canale di Sky dedicato
alla Storia, disponibile anche
conta questa celebre serie che
viene riproposta quasi 40 anni
dopo il suo debutto, gli Stati
di Atene fosse il migliore dei
mondi possibili. Non era esat-
tamente così, ma i pensatori
TI PRESENTO
L’IMPERO ROMANO
In quattro puntate di un’ora
in Hd, approfondisce il tema Uniti, alla lunga si rivelarono greci furono effettivamente i ciascuna, le origini e l’espan-
del Primo piano di Focus Sto- davvero il luogo delle oppor- primi, a cominciare da Epicu- sione dell’Impero romano:
ria: le epoche felici. tunità. Lo racconta l’epopea ro, a chiedersi che cosa fosse un territorio vastissimo che
di Kunta Kinte e dei suoi eredi la felicità e come ottenerla. riuscì a essere inclusivo. I suoi
RADICI: LA LOTTA attraverso la storia americana. Martedì 20 dicembre, ore 16:00 cittadini infatti godevano
PER LA LIBERTÀ Dal 16 dicembre al 6 gennaio, tutti, in tutto l’impero, degli
Gli Stati Uniti, quando nac- ogni venerdì, ore 21:00 (repli- stessi diritti; e il benessere si
quero, misero nella loro Co- che ogni domenica ore 21:50 e diffuse, pur tra molte discri-
stituzione il diritto alla ricerca ogni martedì ore 21:50) minazioni, anche nelle pro-
della felicità. Questo diritto vince più remote. Soprattutto
non riguardava gli schiavi COME I GRECI HANNO sotto Adriano, all’inizio del II
afroamericani che lavoravano CAMBIATO IL MONDO secolo.
nelle piantagioni di tabacco Pericle, nel V secolo a.C., Dal 23 al 26 gennaio, tutti i
e cotone. Eppure, come rac- pensava che la democrazia giorni, ore 8:50, 17:40

68
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L’AVVENTURA DELLE CROCIATE

Fatti, guerre e personaggi delle Crociate: il Medioevo dei Templari, l’assedio di Gerusalemme e la vita
quotidiana dei cavalieri. Ma anche le guerre contro gli eretici in Europa, come Albigesi e Dolciniani e
gli scambi culturali che quell’epoca ci ha lasciato in eredità.

FOCUS STORIA COLLECTION. STORIA E STORIE DA COLLEZIONE.

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pittoracconti

SCALA
Alla corte di
Ludovico Gonzaga
A Mantova, una parete della Camera
degli Sposi ritrae la famiglia del marchese
come in una fotografia di gruppo.

U n po’ camera da letto, un po’ ufficio. Sembra che fossero


queste le destinazioni d’uso di uno degli ambienti più straor-
dinari mai concepiti in Italia. Siamo a Mantova, nella torre nord-
1

orientale del castello di San Giorgio. Qui il marchese Ludovico


Gonzaga (1412-1478) volle uno spazio in grado di rappresentare il 2
prestigio del casato, all’epoca pedina fondamentale per gli equili-
bri politici e militari della Penisola. E lo fece attraverso l’orgoglio-
sa esibizione dei propri familiari, raffigurati in quella che sembra 4
proprio una “fotografia” di gruppo. A eseguire lo “scatto”, Ludo-
vico chiamò l’artista che con grande lungimiranza aveva legato
alla sua corte: Andrea Mantegna. L’artista creò, nella cosiddetta
Camera degli Sposi, l’illusione di eleganti tendaggi che si aprono
come fossero cortine di un sipario su momenti della vita di corte.
Quali nuove? Su una delle pareti si trova la scena che ha per
protagonisti la famiglia e alcune figure della corte (qui a destra).
Su un’altra è dipinto l’incontro del marchese con i figli France-
sco e Federico, di ritorno da Milano dopo la visita al duca Fran-
cesco Sforza, effettuata in segno di ringraziamento per il ruolo
avuto nella nomina di Francesco (di soli 17 anni) a cardinale. In
quella stanza, dominata da una finta cupola dipinta in prospetti-
va, il marchese divideva il grande letto con la moglie Barbara di
3
Brandeburgo (ecco perché “Camera degli Sposi”). E si occupava
di affari di Stato, dando udienza ad alti dignitari. •
Edoardo Monti

1 Il personaggio accanto a Lu- 2 Il marchese Ludovico Gon- 5 Tra i marchesi, Mantegna raf-
dovico è probabilmente Marsi- zaga sfoggia un’elegantissima figurò tre figli della coppia: Pao-
lio Andreasi, primo segretario e veste da camera di broccato ro- la (con la mela in mano), che an-
uomo di fiducia del marchese. sa. Fino alla fine dell’800, il rosa dò in moglie a Leonardo conte di
Ha recapitato la lettera di Bian- era considerato un colore neutro Gorizia; Ludovico (al centro), fu-
ca Maria Visconti, proveniente che non contrastava con l’idea di turo vescovo di Mantova; Gian-
da Milano. Da alcune sue missi- forza e mascolinità. Ricevere in 4 Secondo l’interpretazione francesco, che seguì le orme del
ve sappiamo che fu ambasciato- veste da camera non era insolito. più accreditata, il marchese tie- padre nel mestiere delle armi.
re dei Gonzaga a Milano. ne in mano la lettera del 1° gen- I maschi portano il tipico berret-
naio 1462 in cui Bianca Maria Vi- to cilindrico “all’italiana”.
3 Il cane sotto lo scranno del sconti, moglie del duca di Mila-
marchese non è solo un simbolo no Francesco Sforza, gli comu-
di fedeltà. Si tratta di uno dei ca- nica la malattia del marito e lo
ni preferiti da Ludovico II, Rubi- invita a raggiungerla, in qualità
no, morto nel 1467. Se ne vedo- di comandante militare al ser-
no altri, di diverse razze, nell’af- vizio dello Stato milanese, per
fresco sulla parete vicina. fronteggiare eventuali disordini.

70
7

10
11

6 L’uomo in nero secondo le 8 Barbara di Brandeburgo ha 10 Una nana di corte è l’unica fi- 11 Alcuni uomini della corte in-
ultime interpretazioni è Giovan un’elaborata acconciatura con i gura dell’affresco che rivolge gli dossano attillate calzabraghe
Battista Alberti, l’architetto di capelli raccolti, coperti da un ve- occhi verso l’osservatore. Sta ai “dimidiate”, cioè con i gamba-
10 Nel 1636 un bulbo di
corte. Altri studiosi lo identifica- lo. Solo le bambine e le giovani piedi di Barbarina Gonzaga, una li di due colori differenti, bianco
Semper Augustus, la varietà più
no con Vittorino da Feltre, lette- nubili tenevano i capelli sciolti. delle cinque figlie dei marchesi e rosso, che richiamano lo stem-
rara, fu venduto ad Amsterdam
rato e precettore che a Mantova (cinque erano anche i maschi). ma dei Gonzaga. Sono indossa-
per 4.600 fiorini (circa 60mila
fondò una scuola in cui gli idea- Accanto a Barbarina e alle spal- te sotto eleganti farsetti di broc-
euro).
li umanistici si fondevano con i 9 La marchesa, moglie di Lu- le della nana è dipinta, vestita di cato dorato, altro riferimento ai
valori cristiani. La sua scuola fu dovico, siede accanto al marito nero, un’altra donna della servi- colori della famiglia. Altri perso-
frequentata dal marchese stes- in un sontuoso abito. All’epoca tù vicina alla famiglia: forse era naggi nella scena sono i segreta-
so e dai figli. del loro matrimonio, nel 1433, una balia di casa Gonzaga. ri del marchese.
lei aveva solo 11 anni, mentre
Ludovico ne aveva 21. Barbara si
7 Alle spalle della marchesa occupò personalmente di molte
c’è il figlio Rodolfo, destinato al- attività legate alla gestione del-
la carriera militare e a lungo atti- lo Stato: politiche, economiche
vo al servizio di Firenze. e finanziarie.

71
domande & risposte

OSPREY
Queste pagine sono aperte a soddisfare le curiosità dei lettori, purché
i quesiti siano di interesse generale. Non si forniscono risposte private.
Scrivete a Focus Storia, via Battistotti Sassi 11/a, 20133 Milano
o all’e-mail redazione@focusstoria.it

Chi è stato il primo kamikaze


conosciuto della Storia?
Domanda posta da Veronica Romano.

N on un giapponese, come si po-


trebbe pensare, ma i guerrieri
greci e romani di oltre 2mila anni
ateniese, travestito da contadino,
provocò i nemici e si fece uccidere,
facendo così avverare la profezia. 
della vittoria. In epoca arcaica
esisteva un rito apposito,
chiamato devotio, con cui il
fa. Tra Storia e leggenda si narra Nella battaglia di Sentino del 295 legionario-kamikaze era in-
che, durante una guerra fra Sparta a.C., invece, dove i Romani com- vestito del ruolo sacrificale. 
e Atene, l’oracolo di Delfi profetizzò batterono contro Galli, Etruschi, Devozione italiana. Ci
che gli Spartani avrebbero vinto Umbri e Sanniti, il console romano sono poi due esempi italiani:
solo a patto di lasciare in vita il Decio Mure offrì la propria morte Pietro Micca, che nel 1706 si
re ateniese Codro. Lo stesso re in battaglia agli dèi in cambio fece esplodere per difendere
Torino dai francesi,
Il console romano Decio e Teseo Tesei, che
Mure in un dipinto del nel 1941 morì
Settecento.
guidando un siluro
contro una nave
britannica a Malta.
Quanto ai kamika-
ze giapponesi della
Seconda guerra
mondiale, erano
eredi della tradi-
zione dell’onore
dei samurai: che
preferivano la mor-
te alla sconfitta in
SCALA (2)

battaglia. (a. b.)

Quale pittore ha dipinto più quadri?


Domanda posta da Alberto Orlando.

C on 13mila opere tra quadri e Una delle sue prime opere Scien- con circa 1.500 opere al suo atti-
REUTERS/CONTRASTO

disegni, il primato va al pittore za e carità è del 1897, quando il vo. Instancabile fu anche l’olan-
spagnolo Pablo Picasso (1881- pittore era appena 16enne. dese Van Gogh (1853-1890) che
1973). Del resto l’artista, nato a Classifica difficile. Di pittori ha totalizzato circa 900 quadri (di
Malaga, era figlio d’arte: il padre prolifici (anche se non tanto cui uno solo venduto); di Rubens
era maestro di disegno e Pablo quanto Picasso) ce ne sono però (1577-1640) sono stati censiti circa
iniziò a dipingere molto presto. stati molti altri. Anche se è quasi 1.403 tra dipinti e disegni. La ma-
A lato, Le donne di Algeri impossibile stilare una classifica glia nera va a Leonardo da Vinci
di Picasso, venduto per per i problemi di attribuzione di (1452-1519) che con i suoi 15 di-
la cifra record di 179 talune opere, tra gli artisti famosi pinti è in fondo alla classifica. Ma
milioni di dollari. più attivi troviamo un altro spa- aveva talmente tanti altri interessi,
gnolo, Salvador Dalí (1904-1989), che la cosa non stupisce. (g. l.)
Atlantide è realmente esistita?
E cosa c’entrano le Colonne d’Ercole?
Domanda posta da Katia Fusaro.

C
itata per la prima volta Secondo il filosofo ateniese, ipotesi più o meno fantasiose viltà minoica. Altri ancora pe-
da Platone nel Timeo Atlantide si trovava nell’ocea- riguardo la sua reale esistenza rò, identificando le Colonne
(360 a.C.), Atlantide no Atlantico, oltre le Colonne e collocazione. d’Ercole nel Canale di Sicilia
è un continente leggendario, d’Ercole, ossia oltre lo stretto Isola greca? Alcuni pensano e non in Gibilterra, hanno col-
culla di una prospera e anti- di Gibilterra. Nel corso della che il mito sia nato dopo l’e- locato Atlantide nel Mediter-
chissima civiltà, che si sareb- Storia molti, tra cui Aristote- ruzione che nel 1600 a.C. di- raneo Occidentale: forse era la
be inabissato in seguito a un le, la bollarono come leggen- strusse l’isola di Thera (Santo- Sardegna? •
cataclisma. da, mentre altri avanzarono rini), fiorente centro della ci- Matteo Giorgi

Continente inabissato
Un’illustrazione moderna
della fine della leggendaria
Atlantide scomparsa dopo
un cataclisma.

Chi ha inventato il termometro?


Domanda posta da Giada Basile.

L’ antenato del termometro è


il “termoscopio” di Galileo
Galilei, realizzato nel 1593. Questo
curio e, nel 1724, ideò anche una
scala per misurare la temperatura,
che prese il suo nome. La scala
rilevare la temperatura corporea
umana, nel 1612. Ma fu solo nel
1867 che il fisico inglese Thomas
strumento funzionava ad acqua centigrada, che va dagli zero gradi Allbutt inventò un termometro a
e rilevava (ma non misurava), le del congelamento dell’acqua mercurio simile a quelli moderni,
variazioni di temperatura. Lo stes- ai 100 dell’ebollizione, fu invece che misurava la temperatura
so faceva il primo termometro ad ideata nel 1742 dal fisico svedese corporea (o quella esterna) con
alcol, inventato nel 1654 a Firenze, Anders Celsius. precisione e rapidamente. (m. g.)
alla corte di Ferdinando II. Per uso medico. In medicina il
Nel 1714 il fisico tedesco Daniel primo a utilizzare il termometro Il termoscopio galileiano
Gabriel Fahrenheit inventò invece fu il medico veneto Santorio che realizzato nel 1593, che rilevava
il più preciso termometro a mer- ideò il termometro clinico utile a le variazioni di temperatura.

73
curiosario
A cura di Paola Panigas

Andronico I,
re dei “cornuti”
N
ell’antichità le corna non avevano una valen-
za negativa. Anzi, erano simbolo di forza, co-
raggio e virilità; non era raro che le divinità
e i personaggi più in vista venissero rappresentati, in qua-
dri, statue e affreschi, con le corna in testa, per esaltarne
il coraggio. Nell’antica Roma esisteva persino la gens patri-
zia dei Cornelii (“cornuti”) e il poeta latino Orazio (65-
8 a.C.) dedicò alcuni suoi versi alle “corna d’oro” del
dio Bacco. Allora come mai a un certo punto l’epiteto
“cornuto” si è trasformato in un pesante insulto? Tutta
colpa dell’imperatore bizantino Andronico I Comneno
(1118-1185), un sovrano crudele, violento e sanguina-
rio. Non appena conquistò il potere iniziò ad accanirsi
contro i sudditi: faceva imprigionare sia gli aristocra-
tici sia la gente del popolo senza motivo, ne rapiva le
mogli e le teneva come concubine fino a quando non
si stancava, poi faceva appendere sui muri delle case
dei mariti i suoi trofei di caccia, ovvero teste di cervi,
per burlarsi di loro. Chérata poiéin, in greco “mettere
le corna”, indicò lo scherno pubblico subìto dai mari-
ti sudditi dell’imperatore Andronico.
Punizione esemplare. Che fine fece il crudele impe-
ratore? Giovanni Boccaccio (1313-1375) nel De casibus
virorum illustrium racconta che quando arrivò a Costanti-
nopoli la notizia della caduta di Salonicco (11 settembre 1185) il
popolo dei “cornuti” attribuì la colpa all’imperatore: Andronico
fu linciato dalla folla e appeso per un piede alla facciata del suo
V. SIRIANNI

palazzo, proprio come uno dei suoi macabri trofei.

Una coppia apertissima Il debole Hitler


N el 1907 la scrittrice Vir-
ginia Woolf e suo mari-
to Leonard istituirono nel sa-
ed ebbe una storia d’amore
con la scrittrice Vita Sackvil-
le-West, alla quale dedicò il
E bbene sì, anche un “su-
peruomo”, come Adolf Hi-
tler, non era privo di debolez-
Macro-orrori. Per ovviare
alle sue difficoltà visive fe-
ce progettare e costruire una
lotto della loro casa londine- romanzo Orlando. ze. Tra i suoi lati “umani” in speciale macchina per scrive-
se, a Bloomsbury, un circolo Equilibri precari. Il suicidio vecchiaia iniziò a soffrire di re con cui venivano pazien-
letterario che fece della loro era un altro “interesse” comu- presbitismo, infatti tra i suoi temente ribattuti tutti i docu-
abitazione uno dei luoghi più ne: sicuri che il mondo stesse cimeli battuti all’asta ci so- menti a lui riservati. La ca-
anticonvenzionali dell’Europa degenerando, Virginia per col- no anche occhiali da vista. ratteristica di quest’apparec-
di inizio secolo. La passione pa degli ebrei socialisti (an- Ma dato che il tiranno era un chio era quella di scrivere con
per la letteratura, però, non che se Leonard era ebreo), e narcisista si rifiutava d’indos- caratteri tipografici molto più
era l’unica cosa a unirli. En- lui per via delle lesbiche fem- sarli, per lo meno in pubbli- grandi del normale, in modo
trambi credevano nel matri- ministe. Lei portò a termine il co. Hitler, infatti, considera- da consenirgli di mettere bene
monio aperto: Virginia amava suo disegno, annegandosi il va questo prezioso accessorio a fuoco tutti i documenti sul
solo platonicamente il marito 28 marzo 1941. come un segno di debolezza. suo folle sogno di conquista.
74
RACCONTI REALI
A cura di Francesco De Leo

Storie segrete, curiose e dimenticate


dalle cronache delle grandi e piccole
monarchie, attraverso i secoli:

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Un funzionario belga decide su
Leopoldo II del Belgio e l’Africa. una disputa in Congo, nel 1895.

Il sanguinario re
belga del CONGO CHI? DOVE? QUANDO?

S
pinto dal desiderio di mettere le mani sulle ricchezze naturali
del continente africano e convinto che la grandezza del suo Paese LEOPOLDO II (1835-1909)
passasse dalla conquista di colonie, RE LEOPOLDO II del Belgio Re del Belgio dal 10 dicembre 1865
fu rapito dall’idea di fondare uno Stato nel centro dell’Africa. (sotto, in una foto di fine ’800).
Dovette però pianificare il progetto da privato cittadino: né il governo
belga né i suoi sudditi mostrarono infatti il benché minimo entusiasmo STATO LIBERO DEL CONGO
quando, durante la CONFERENZA GEOGRAFICA DI BRUXELLES La colonia africana divenne “Stato personale”
DEL 1876, il monarca rivelò la volontà di “aprire alla civiltà l’Africa del re: vi morirono 10 milioni di congolesi.
Centrale, l’ultima parte del globo che non l’ha ancora conosciuta”.
19 NOVEMBRE 1908
Esploratori cercansi. Leopoldo fondò l’Associazione internazionale
Il parlamento belga costringe il re a cedere lo
africana allo scopo di esplorare il bacino del fiume Congo, apparente- Stato libero del Congo al governo del Belgio.
mente per “civilizzare la popolazione indigena e liberarla dalla schiavitù”.
Si trattava in realtà di una holding privata, camuffata da organizzazio-
ne scientifica e filantropica. A re Leopoldo serviva anche qualcuno
di cui potersi fidare, che conoscesse bene il cuore di quella che
allora si chiamava “Africa nera”, ricoperto di foreste di cui voleva
impadronirsi. Il re trovò presto l’uomo che avrebbe fatto la sua fortu-
na: si chiamava HENRY MORTON STANLEY, ed era un giornalista ed
esploratore gallese diventato famoso per aver ritrovato il missionario
David Livingstone. Il reporter gallese era un personaggio famoso: sul
Daily Telegraph inglese e sul New York Herald affascinava i lettori con il
racconto delle sue avventure alla ricerca delle sorgenti del Nilo e lungo
il fiume Congo. Il re del Belgio ne era rimasto stregato. Così, Leopoldo
decise di reclutarlo e finanziò un’esplorazione della regione congolese.
Stato personale (e soldi a palate). Stanley, dopo aver navigato il fiume
Congo e averne raggiunto la foce, nell’ottobre del 1879 fondò Vivi,
che sarebbe diventata la prima capitale del futuro Stato libero del Congo,
ufficialmente nato il 5 febbraio del 1885. Il giornalista, attraverso
contratti-truffa fatti sottoscrivere ai capitribù, allestì una rete di
stazioni fluviali che, grazie al terrore imposto agli africani, consentì il
trasporto a basso prezzo di caucciù e avorio verso il mare e l’Europa.
Un mondo feroce, descritto dallo scrittore di origine polacca
Joseph Conrad (che lo vide) nel romanzo Cuore di tenebra (1902).
Grazie a quei traffici Leopoldo II, che era il signore assoluto di un
territorio 76 volte più grande del Belgio, divenne ricchissimo: a fare le
spese dei metodi dei suoi amministratori e della forza paramilitare che
li appoggiava, furono 10 milioni di congolesi. All’inizio del Novecento
ROGER CASEMENT, un diplomatico britannico, denunciò il
massacro: “Leopoldo II fu un Attila in vesti moderne. Sarebbe stato
meglio per il mondo che non fosse mai nato”. •
75
PERSONAGGI

Albert, fratello del potente gerarca nazista


Hermann, era la vergogna della famiglia: si oppose
al regime e aiutò gli ebrei grazie al suo cognome

Il Göring
BUONO
GETTY IMAGES
S
ul cartello appeso al collo c’è scrit­
to “Sono una scrofa ebrea”. La
donna, 70 anni, inginocchiata, sta
lucidando con l’acido cloridrico le
pietre di una strada nella Vienna occupa­
ta dai nazisti, mentre due uomini in ca­
micia bruna la sorvegliano e la deridono.
Improvvisamente, dal nulla sbuca un uo­
mo che prima si china per aiutarla e poi
comincia a discutere animatamente con i
due nazisti. Per zittire gli sgherri, l’uomo
tira fuori i suoi documenti: si chiama Al­
bert Göring.
Il “pIccolo GörInG”. La famiglia Göring
non era una famiglia qualunque nella Ger­
mania nazista degli Anni ’30 e ’40. Soprat­
tuto per via di Hermann, fondatore della
Gestapo e comandante in capo della Luft­
waffe, l’aviazione tedesca. Hermann, in­
somma, era uno degli uomini più potenti
del Terzo Reich. Secondo solo a Hitler, sta­
va sullo stesso piano di Joseph Goebbels,
il potente ministro della Propaganda. Ma
Hermann aveva un fratello, Albert appun­
to. Era il più piccolo, nato due anni do­
po, nel 1895. E il “piccolo” stava dall’altra
parte della barricata: fu uno strenuo oppo­
sitore del nazismo.
Protetto dal suo cognome Albert non so­
lo salvò dall’Olocausto diversi ebrei au­
striaci (tra gli altri l’autore dell’operetta
La vedova allegra, Franz Lehár, che ave­
va sposato una donna di origini ebraiche).
Secondo alcune testimonianze dell’epo­
ca arrivò a prelevare diversi prigionieri
del campo di concentramento di Terezín­
Teheresienstadt ed ebbe contatti con la re­
sistenza cecoslovacca.
Fin dall’infanzia i due fratelli Albert e
Hermann, rampolli dell’alta borghesia,
erano come il diavolo e l’acquasanta.
Anche fisicamente erano uno l’opposto
dell’altro: Hermann biondo e corpulen­
to, Albert magro e di carnagione olivastra.
Durante il processo di Norimberga del
1946 Hermann parlò così del fratello: “È
stato sempre il mio opposto. Non si è mai
interessato né alla politica né alla carrie- Fratelli diversi
ra militare. Era malinconico e pessimista Hermann Göring
mentre io sono un ottimista. Ma non è una a una parata nazista negli
cattiva persona”. No, non era una davvero Anni ’30. A sinistra, Albert
“cattiva persona”. negli Anni ’20, in posa “dandy”.

77
Indignato
Ebrei costretti a lavare le strade
a Vienna dopo l’annessione
dell’Austria (1938): Albert, che era
lì, ne fu indignato. A sinistra, una
lista di ebrei che lui salvò dai lager.

amico degLi ebrei. Mentre il i loro capitali. Per esempio, quando i fra-
fratello maggiore entrava in po- telli Oscar e Kurt Pilzer vennero arrestati,
litica, già negli Anni ’20, Albert Albert li tolse dalle grinfie della Gestapo,
aveva davanti una brillante car- sempre giocando la carta del suo influente
riera da ingegnere civile. Non gli cognome, e li fece fuggire all’estero.
piacevano le idee nazionaliste Liberatore. Nel 1939 Albert lasciò Vien-
AUFBAU VERLAG/WOL
del fratello e non volle iscriversi na e diventò export manager per le fab-
al Partito nazionalsocialista. An- briche Škoda nel protettorato tedesco del-
zi, nel 1928 si trasferì nella viva- la Boemia-Moravia, oggi Repubblica Ce-
A Praga stabilì ce e multiculturale Vienna, dove diventò ca. Ma non passò certo il tempo a fir-
amico di molti ebrei. mare contratti per esportare auto e carri
contatti con la Ma Albert non poteva sfuggire al nazi- armati, come ci si aspettava da lui. Sta-
smo. L’Austria venne incorporata nel Ter- bilì contatti con il movimento di resisten-
resistenza. Dovette zo Reich dopo l’Anschluss del 1938 e le za ceco, come hanno testimoniato alcuni
angherie: le discriminazioni e le deporta- suoi esponenti dopo la guerra, rivelando
nascondersi per zioni furono ben presto all’ordine del gior- sia informazioni sui sottomarini tedeschi
no. Tra le umiliazioni imposte agli ebrei sia i piani di Hitler per rompere il patto di
sfuggire a una c’era appunto quella di pulire il selciato non aggressione con l’Unione Sovietica.
dei marciapiedi. Fu vedendo queste sce- La sua impresa più notevole, stando al-
condanna a morte, ne che Albert Göring decise di scegliere la successiva testimonianza di un suo col-

fu processato a da che parte stare. Protestò più volte per


il trattamento riservato agli ebrei, facendo-
lega alla Škoda, fu la liberazione di un
gruppo di internati dal campo di concen-

Norimberga e assolto si scudo del proprio famoso cognome. Ma


andò anche oltre.
tramento di Terezín. Il giovane Göring si
presentò al campo chiedendo al coman-
solo nel 1947 Secondo lo storico e documentarista
William Hastings Burke, Albert arrivò a
dante, che non se la sentì di rifiutarlo a un
Göring, un intero camion di schiavi per
chiedere visti per fare espatriare i suoi farli lavorare nella sua fabbrica. Poi, una
amici ebrei e li aiutò a portare all’estero volta nel bosco, li liberò tutti.
78
Ascesa e caduta di Hermann
I Göring erano una famiglia
di antiche origini, impa-
rentata anche con il conte
due” del Führer e nel 1933,
quando il cancellierato di
Hitler si trasformò in ditta-
von Zeppelin (quello del tura, a Hermann fu affidata
dirigibile). Il padre di Albert la polizia segreta di Stato,
e Hermann, Heinrich Ernst la Gestapo. Tra i gerarchi,
Göring (1838-1913) era un Hermann si distinse per stile:
diplomatico, governatore amava la bella vita ed era un
dell’Africa tedesca del Sud- collezionista d’arte (anche
ovest. Heinrich ebbe in tutto “degenerata”, cioè dei pittori
nove figli da due mogli. I d’avanguardia) che razziava
maschi, tradizionalmente, nei Paesi occupati. Ma la sua
venivano avviati alla carriera stella fu oscurata da un altro
militare e anche Albert servì gerarca: Heinrich Himmler,
nella Prima guerra mondiale. il capo delle Ss che nel 1936
Tutti i Göring si schierarono assegnò la Gestapo a Hein-
con Hitler. Uno più di tutti. rich Müller.
Numero due. Hermann Declino. Hermann continuò
Göring, classe 1893, era un a occuparsi dei piani econo-
ufficiale della cavalleria e mici e dell’aviazione, di cui
nella Prima guerra mondiale era comandante. Nel 1941 fu
diventò un asso dell’aviazio- nominato luogotenente di
ne. Quando, negli Anni ’20, Hitler, ma fu marginalizzato.
Hitler cominciò la sua scalata Negli ultimi giorni del Reich
al consenso e al potere nella non era con Hitler, bensì in
Germania della Repubblica Baviera. Tentò di prendere
Al fronte di Weimar, fu subito al suo il posto del Führer, ma fu
Albert durante fianco: fu uno dei primi catturato e processato a
la Prima guerra iscritti al Partito nazionalso- Norimberga. Si uccise con
mondiale, dove servì cialista. Nei primi anni della il cianuro la notte prima
come ufficiale. dittatura diventò il “numero dell’impiccagione.

Scelte pericoloSe. Le attività antitede-

GETTY IMAGES (2)


Hermann Göring al
sche di Albert non passarono inosservate
processo di Norimberga
e sia la Gestapo sia il capo delle Ss di Pra- (1946): si suicidò prima
ga lo misero sotto osservazione. dell’esecuzione della
Hermann Göring, tuttavia, continuò a sua condanna a morte.
proteggere il fratello, almeno finché an-
che la sua stella cominciò a offuscarsi e
il suo potere diminuì. Nel 1944 le Ss con-
dannarono a morte Albert Göring, che si
nascose prima a Praga e, poco prima del-
la fine della guerra, in Austria. I fratel-
li Göring, arrestati entrambi dagli Allea-
ti, si incontrarono in prigione nel maggio
del 1945. “Sarai presto libero!”, disse Her-
mann a suo fratello, prima di abbracciar-
lo per l’ultima volta.
Le cose non andarono come Hermann
aveva immaginato. Gli americani non cre-
dettero nella storia di Albert e scrissero in
un rapporto che “la mancanza di astuzia Uniti prima del conflitto. Erano il nume- be dato un impiego con un cognome co-
di Albert Göring è superata solo dalla cor- ro 24 di una lista di 34 nomi di ebrei che sì ingombrante.
pulenza di suo fratello”. lui aveva aiutato. La loro testimonianza Albert morì in un sobborgo di Monaco
L’assoluzione dai crimini dei quali era e quelle dei membri della resistenza ce- di Baviera nel 1966, senza un soldo, de-
accusato e il rilascio arrivarono soltanto ca nelle fabbriche Škoda, contribuirono a presso e alcolista. Il nome che, durante la
nel 1947, quando i procuratori del proces- fargli ottenere la libertà. guerra, era stato un lasciapassare che gli
so di Norimberga per i crimini del nazi- Dimenticato. Dopo la guerra, però, si apriva tutte le porte, alla fine diventò un
smo vennero contattati dalla famiglia Pil- rivelò impossibile per Albert trovare un macigno per il suo destino. •
zer, emigrata grazie ad Albert negli Stati lavoro: nessun datore di lavoro avreb- Daniele Venturoli

79
MISTERI 1

SALENTO Chi ha affrescato (e


perché) la Grotta dei

PRIMITIVO
Cervi in Puglia, gioiello
di arte neolitica di
7mila anni fa?

L
a Puglia è nota, oltre che per le «Coinvolsero subito il massimo esperto di
sue splendide spiagge, anche per arte preistorica del tempo, Paolo Grazio-
il carsismo e per le tante grot- si dell’Università di Firenze. Graziosi cen-
te. Molte di queste cavità natu- sì, catalogò e tentò di interpretare i tantis-
rali furono utilizzate dagli uomini “delle simi pittogrammi presenti in questo sito,
caverne”, i nostri antenati che vissero nel che è tra i più importanti e ricchi nel cam-
Paleolitico e nel Neolitico. Ma nessun al- po dell’arte neolitica». Martini, a quel tem-
tro posto in Italia ci ha lasciato la testimo- po studente con Graziosi, si dedicò subi-
nianza dello sviluppo della cultura uma- to all’enigma delle pitture in guano di pi-
na di quelle epoche remote come la Grot- pistrello e ocra rossa. Che cosa rappresen-
ta dei Cervi, a Porto Badisco (Lecce), nel tavano? Perché furono realizzate, e da chi?
Salento. Prova suPerata. «Le immagini riman-
CuniColi. I tre corridoi della grotta si svi- dano a simboli che si possono riferire al
luppano per circa 1.550 metri. Lungo di singolo individuo e alla collettività e cul-
essi, nella parte anteriore percorribile, vi minano nella parete in fondo al corridoio
sono circa 3mila immagini realizzate tra principale, tappezzata di impronte di mani
NICOLA DESTEFANO (4)

7mila e 5mila anni fa dai primi agricoltori di bambini e preadolescenti», spiega Mar-
neolitici. Osservare le loro enigmatiche li- tini. L’idea degli archeologi è che si trattas-
nee suscita, oggi, la stessa soggezione che se di una sorta di percorso iniziatico: un
devono aver provato gli uomini e le donne tragitto sotterraneo e difficoltoso, nei bui
che usavano questa grotta per i propri riti. meandri della grotta, che consentiva ai più
E la scoperta casuale della grotta, nel feb- giovani di entrare a far parte a pieno titolo
braio del 1970, riempì di meraviglia anche della comunità. «Le impronte delle picco-
gli speleologi salentini. le mani, che sembrano di giovani, sono la
«Le prime ricerche presero avvio a lu- “firma” di chi aveva completato il percor- PU Bari
glio di quell’anno», racconta Fabio Mar- so e superato la prova», conclude Martini. GL
IA GROTTA
tini, docente di Archeologia preistorica In queste pagine vi sveliamo alcuni segre- DEI
CERVI
all’Università di Firenze, che ha seguito la ti della Grotta dei Cervi. • Lecce
storia della grotta fin dalla sua scoperta. Lisa Signorile e Anna Rita Longo

80
2 3

La “parete delle manine”, in fondo al La Grotta dei Cervi prende il nome gambe, a formare il perimetro di un quadra-
1 corridoio principale, era forse il pun-
2 dalle numerose figure di cervi pre- to. Questo tipo di raffigurazione appare a
to di arrivo del percorso iniziatico destinato senti, riconoscibili dalle corna ramificate. Si volte semplificato in forma di croce o di qua-
a bambini e preadolescenti, per sancire il lo- distinguono anche altri animali, come capre, drifoglio (v. foto 2), ma rimane sempre un
ro ingresso all’interno della comunità. I gio- pecore e cani. La figura a croce rappresenta simbolo della collettività.
vani del gruppo dovevano affrontare un invece un “collettivo” di quattro figure uma-
tratto difficile e tortuoso al buio completo, ne unite, altamente stilizzate. 4 Verso la parte terminale del corridoio
con alcuni passaggi che costringevano a centrale della grotta la maggior par-
strisciare per terra per poi rialzarsi, in un mo- 3 Nella grotta si trovano molte rappre- te dei pittogrammi è astratta. Questo pas-
vimento che simboleggiava il ciclo di morte sentazioni della figura umana. In saggio riccamente decorato immette nella
e rinascita. La pozza d’acqua a metà del questa immagine si distinguono le figure cosiddetta “sala delle manine”: era l’ultima
cammino era un’altra importante prova. stilizzate di quattro persone unite per le strettoia che gli iniziati dovevano superare.

4
CHI ERANO?
Chi ha dipinto la Grotta dei
Cervi? Numerosi studi genetici
concordano nell’affermare che
dopo la fine del Paleolitico
(10mila anni fa) l’Italia fu
colonizzata, proprio a partire
dalla Puglia, da gruppi umani
provenienti dal Vicino Oriente.
Queste popolazioni, che
conoscevano l’agricoltura e
l’allevamento di capre e pecore,
diedero il via alla trasformazione
dei cacciatori-raccoglitori del
Paleolitico (che nel Sud Italia
cercarono di sopravvivere al
freddo dell’ultima glaciazione)
in agricoltori-allevatori del
Neolitico. Questa transizione
fu pacifica e le popolazioni
indigene furono assimilate
dai nuovi venuti e i loro geni
sono presenti tra i pugliesi. La

1,5 km 3.000 7.000


genetica non conferma invece
l’ipotesi alternativa, secondo
la quale la cultura neolitica
La lunghezza totale delle gallerie Il numero delle immagini, spesso Gli anni passati dalla realizzazione fu importata, senza alcuna
nella Grotta dei Cervi. enigmatiche, realizzate con guano delle pitture, in perfette condizioni migrazione.
di pipistrello e ocra rossa. ma non visitabili dal pubblico.

81
RINASCIMENTO
SCALA

A
lla morte del padre Giovanni di tutti, dal momento che per la loro ban- no sulla data (Machiavelli dice il 27 set-
di Bicci de’ Medici, il quaran- ca si erano aggiudicati un cliente d’ecce- tembre, altre fonti il 10 aprile). Non è
tenne Cosimo ereditò quella zione, il papato. Nel XV secolo il Banco l’unico enigma intorno alla sua nascita.
che oggi si chiamerebbe una Medici, con filiali in molti Paesi, fu una Secondo qualcuno avrebbe avuto un ge-
vera holding finanziaria. I grandi ban- delle più importanti banche d’Europa. mello, chiamato Damiano, morto però pri-
chieri del Trecento (Bardi, Peruzzi e Ac- Nel 1429, alla morte di Giovanni, la fa- ma di compiere un anno. Tuttavia di ciò
ciaiuoli) erano, per vari motivi, falliti e le miglia Medici era molto in vista a Firenze non si ha alcuna certezza: si sa solo che
nuove famiglie borghesi fiorentine emer- ed era pronta per una nuova sfida: la sca- Cosimo crebbe con il fratello, Lorenzo, più
genti, tra cui Medici, Pazzi e Strozzi, ne lata al potere. piccolo di 6 anni.
avevano subito approfittato per conqui- Un gemello misterioso. Cosimo de’ Me- Cosimo e il fratello diventarono grandi
stare il potere economico. E i Medici più dici nacque nel 1389, ma le fonti divergo- in un clima favorevole alle arti e allo stu-
GETTY IMAGES
Come Cosimo de’
Medici divenne
padrone di Firenze
grazie alla sua abilità
politica e al denaro.
E come fondò una delle
dinastie protagoniste
del Rinascimento

COSIMO
IL BANCHIERE

dio dei classici: il padre era amico dell’u- senso che la intendiamo noi: era più che Fiorentino doc
manista fiorentino Leonardo Bruni. A 30 altro un regime oligarchico nel quale do- Ritratto di Cosimo il
anni Cosimo aveva una biblioteca degna minavano le famiglie dei magnati, cioè Vecchio (1389-1464)
di uno studioso e spesso alla compagnia banchieri e commercianti. opera del Pontormo.
di giocolieri e menestrelli preferiva quel- Proprio in quegli anni si stava consu- Nell’altra pagina, banchieri
la degli intellettuali. L’attenzione all’arte mando una lotta spietata tra le vecchie a Prato. A Firenze nel ’400
e alla cultura in famiglia si tramandò per famiglie fiorentine, più conservatrici, e emersero diverse dinastie di
molte generazioni. quelle più “borghesi” che avevano fon- banchieri: ma i più potenti
Trame di parTiTo. Quanto alla città di dato le loro fortune sul commercio e la furono i Medici, finanziatori
dei papi, che aprirono filiali
Firenze, ai primi del Quattrocento era di finanza. Per cercare di sopire questi con-
in mezza Europa.
fatto una repubblica. Ma certo non nel trasti, e le maldicenze sulla sua famiglia,
83
SCALA
Contessina de’ Bardi

SCALA
Cosimo ebbe due figli, Piero e Giovanni. Il primo era
malato di gotta e il secondo morì prematuramente.
Ebbe un figlio illegittimo con una schiava, Carlo Giovanni di Bicci

Giovanni scelse per il figlio Cosimo una nel Palazzo dei Priori, con l’accusa di tra- passato a Venezia, fu richiamato in città
moglie che proveniva da una delle fami- mare contro la repubblica a favore della dal governo fiorentino: un rientro trion-
glie più antiche e in vista di Firenze: Lot- dittatura. Albizi lo voleva morto. Ma l’in- fale, secondo quanto raccontato da Cosi-
ta de’ Bardi, detta “Contessina”, che Co- tervento di Venezia, favorevole ai ban- mo stesso nei suoi Ricordi: di notte, alla
simo sposò nel 1416. chieri, e della curia romana (Eugenio IV luce delle torce, fu accolto da una folla di
Arricchiti. I Medici, tuttavia, per i no- era da poco il nuovo papa) commutò la cittadini festante. Dopo il suo reinsedia-
bili fiorentini rimanevano degli arricchi- morte in esilio. mento nella repubblica, Rinaldo degli Al-
ti, arrampicatori sociali senza scrupo- Signore “criptico”. “Gli uomini gran- bizi fu ovviamente esiliato.
li, gente che non aveva meriti. Anzi, da di, o non s’hanno a toccare, o tocchi, a Cosimo poteva contare sui forzieri del
condannare moralmente perché si era ar- spegnere”: secondo le Istorie Fiorentine Banco Medici e su importanti manifattu-
ricchita prestando denaro. Non potevano di Niccolò Machiavelli queste sarebbero re di tessuti. Sfruttando le sue ricchez-
certo ambire a prendere parte attiva nel- state le parole con cui Rinaldo degli Al- ze e affidandosi a quello che oggi si chia-
la prestigiosa signoria di Firenze. E i Me- bizi commentò l’esilio di Cosimo. Parole merebbe un ottimo network, una rete di
dici sul loro cammino trovarono un altro profetiche, possiamo dire oggi: da quel- contatti che già Giovanni aveva sapu-
grande ostacolo: Rinaldo degli Albizi che, la disavventura, infatti, il Medici uscì to creare, riuscì a manovrare la vita po-
insieme a Palla Strozzi, rappresentò la fa- più forte di prima. E da lui ebbe origi- litica della sua città. Gli storici parlano
zione anti-medicea. ne una delle dinastie politiche più impor- di “cripto-signoria”. Cosimo infatti ave-
Il 5 settembre 1433 i nemici di Cosimo tanti d’Italia. va il pieno potere a Firenze senza tutta-
ebbero la meglio e lo fecero imprigionare Il 5 ottobre 1434, infatti, dopo un anno via aver assunto su di sé cariche istituzio-
84
GETTY IMAGES

nali: fu gonfaloniere solo tre volte e per di mediazione fu la Pace di Lodi del 1454, Breve esilio
breve tempo. tra Venezia e Milano, che garantì un pe- Qui sopra, Cosimo parte per l’esilio,
Diplomatico. Abile e prudente non fu riodo di tranquillità sul territorio italiano in un affresco di Giorgio Vasari (1511-
promotore di grandi riforme, ma cercò per qualche decennio. 1574) a Palazzo Vecchio. Nella pagina
comunque di ottenere il favore dei ceti Certo, quando era necessario, anche a sinistra, una veduta di Venezia, dove
Cosimo visse dal 1433, dopo essere stato
emergenti. I Medici si erano inimicati le Cosimo sapeva imporsi con decisione.
esiliato da Firenze. L’anno successivo fu
grandi famiglie fiorentine perché erano Dopo la nomina di Francesco Sforza a richiamato dalla repubblica.
stati sostenitori del catasto (avviato da duca di Milano, propose (e ottenne) di al-
Giovanni di Bicci): un elenco nel quale learsi con gli Sforza, capovolgendo la tra-
erano iscritti tutti i beni immobili. Così, dizione fiorentina che voleva la città to- Venezia, Maddalena. Carlo, futuro eccle-
per la prima volta, a Firenze si sarebbero scana alleata di Venezia contro Milano. siastico, fu cresciuto da Contessina insie-
pagate le tasse in base alle proprietà. La la famiglia prima Di tutto. Cosimo, me agli altri figli.
mossa fece guadagnare alla famiglia Me- nonostante i numerosi impegni politi- Quando firmò la Pace di Lodi, Cosimo
dici il consenso della classe media. ci si dedicava molto alla famiglia, mo- aveva 64 anni ed era tormentato dalla
In politica estera Cosimo mantenne la glie e due figli: Piero (il futuro padre di gotta, malattia di cui soffriva anche il fi-
stessa prudenza e cercò di assicurare alla Lorenzo il Magnifico) e Giovanni. Eb- glio Piero (detto appunto il Gottoso). Poi
città una relativa pace, compito non faci- be, pare, un solo figlio illegittimo, Car- arrivò un duro colpo: la morte del secon-
le nel tumultuoso Quattrocento. lo, nato da una relazione con una schia- dogenito Giovanni: proprio il Medici che
Il principale successo della sua capacità va della Circassia (Caucaso) comprata a avrebbe dovuto prendere il suo posto.
85
Nell’ultima parte della sua vita Cosimo si mento di crescita individuale e politica
dedicò alle letture che gli suggeriva l’a- era anche un potente strumento di pro-
mico umanista Marsilio Ficino. Era ormai mozione e propaganda per la dinastia
lontano dalla vita politica attiva, ma non di cui si sentiva in qualche modo il ve-
smise mai di pensare a come aumentare ro fondatore.
il prestigio della sua famiglia. L’erede. Quando Cosimo morì, nel 1464
In cerca dI onorI. Cosimo aveva inve- a 75 anni, sulla sua tomba cittadini e pa-
stito molto nella promozione delle arti renti decisero di scrivere pater patriae:
e della cultura. Proseguì l’opera inizia- “padre della patria”. Ma Cosimo, verso
ta dal padre per la Basilica di San Loren- la fine, ebbe un grande cruccio: non ave-
zo progettata da Brunelleschi (ci lavorò re assicurato una discendenza capace di
anche Donatello), finanziò il rifacimen- governare Firenze. Lo consolava solo l’a-
to del monastero di San Marco incarican- dorato nipote, Lorenzo.
do un architetto importante, Michelozzo. Cinque anni dopo, ventenne, Lorenzo
Inoltre fondò una delle prime biblioteche diventò signore di Firenze. Era lui, de-
pubbliche, aprendo a tutti la sua collezio- stinato a passare alla Storia come “il Ma-
ne di libri: la Biblioteca Laurenziana rac- gnifico”, il futuro dei Medici. La sua di-
coglie ancora oggi manoscritti dei filoso- scendenza garantì potere alla dinastia per
fi greci e romani e dei padri della Chiesa. molto tempo. Proprio come avrebbe vo-
In una parola, Cosimo capì prima di luto Cosimo, ormai detto il Vecchio. •
altri che la cultura, oltre che uno stru- Federica Ceccherini

86
Campioni di mecenatismo Papa Martino V consacra la
Chiesa di Sant’Egidio a Firenze.

N el 1459 i Medici era­


no così potenti che
le decisioni importanti
Nonno e nipote. Tra le
molte cose che Lorenzo
ebbe in comune con
Il pontefice chiese ai Medici
un cospicuo prestito, facendo
la loro fortuna in quanto
che riguardavano la Cosimo ci furono l’in­ divennero i banchieri del papa.
repubblica si prende­ tuito politico e l’amore
vano direttamente a per le lettere e per
casa loro. E proprio in l’arte. Ma il nipote fece
quell’anno l’afferma­ molto più del nonno.
zione della casata fu La sua “magnificenza”
celebrata da una pro­ fu dovuta alla tra­
cessione, che si svol­ sformazione che subì
geva tradizionalmente Firenze grazie al suo
nel giorno dell’Epifa­ mecenatismo. Lorenzo
nia. L’evento è stato investì parte delle
raffigurato dal pittore ricchezze di famiglia
Benozzo Gozzoli nella per rendere unica la
Cavalcata dei Magi sua città, affinché fosse
(a sinistra). L’affresco, ammirata anche fuori
dipinto su una parete dall’Italia. Era sicuro
di Palazzo Medici Ric­ che ne avrebbe tratto
cardi, rappresenta il beneficio politico.
passato (Cosimo, vesti­ Cosimo protesse artisti
to di scuro), il presente come Brunelleschi, Do­
(il figlio Piero a fianco natello e Beato Angeli­
di Cosimo sul cavallo co. Lorenzo “ingaggiò”
bianco) e davanti a Botticelli, Pollaiolo,
tutti il futuro di Firenze, Lippi, Verrocchio, Leo­
rappresentato dal gio­ nardo da Vinci e un
vane nipote Lorenzo il giovanissimo Miche­
Magnifico. langelo Buonarroti.

Quando Cosimo morì, nel 1464, sulla sua tomba fu scritto pater patriae.
Cinque anni dopo, nel 1469 il suo posto fu preso dal nipote ventenne
Lorenzo, che per lo splendore della sua corte fu poi detto “il Magnifico”
SCALA

Firenze artistica

GETTY IMAGES
Ritratto di uomo con
in mano una moneta
con l’effigie di Cosimo
il Vecchio, opera di
Sandro Botticelli (1474).
A sinistra, Firenze nel
XV secolo. I Medici
finanziarono con il
loro denaro la cupola
di Brunelleschi per il
duomo.
SCALA (2)
IN SINTESI

Dalla guerra al Nobel


Nel 2016 si sono moltiplicati gli sforzi per mettere fine alla guerra tra il
governo colombiano e i guerriglieri delle Farc. Ecco come tutto iniziò, nel 1964.

D
opo anni di negoziati, il 24 cia che mediò per la liberazione della Be-
agosto scorso il governo co- tancourt, che aveva vissuto a Parigi e spo-
lombiano e le Fuerzas Arma- sato un diplomatico francese, acquisendo
das Revolucionarias de Colom- così la cittadinanza transalpina.
bia (Farc) avevano siglato uno storico distensioni. I tentativi di pace sono sta-
accordo di pace. Sembrava la fine di un ti tanti. Tutti falliti. Nel 1984, per esem-
conflitto che aveva insanguinato il Pae- pio, le Farc accettarono la tregua dell’al-
se sudamericano per oltre cinquant’an- lora presidente Belisário Betancur, orga-
ni, provocando più di 220mila morti e nizzandosi in un partito politico legale,
6,9 milioni di profughi interni. Nel re- l’Unión Patriótica (Up), che nel 1986 fece
ferendum del 2 ottobre, la maggioran- eleggere 14 rappresentanti al parlamento.
za dei colombiani ha votato contro quel Subito dopo i paramilitari di destra diede-
patto troppo morbido con i guerriglie- ro il via all’ennesimo bagno di sangue, fa-
ri, costringendo a rivedere le condizio- Fondi neri. Marulanda mise in piedi una cendo naufragare la “tregua”.
ni e a firmare il miglior accordo possibi- struttura che oggi conta circa 6mila mem- Nel 1998, durante la presidenza di An-
le il 12 novembre scorso. Ma com’era na- bri ma che ha avuto anche 17mila uomi- drés Pastrana, il governo creò una zo-
to quel conflitto? ni a disposizione. A finanziarla, il “pizzo” na demilitarizzata di 42mila km2, la Zo-
Nel 1964, l’esercito colombiano ave- imposto ai narcotrafficanti e i riscatti dei na de distensión, cedendone il controllo
va attaccato la provincia di Marquetalia, sequestri di persona. Ma anche il denaro alle Farc. I guerriglieri furono accusati di
nell’Ovest del Paese. La regione era oc- inviato da Cuba e dall’Urss, almeno fino utilizzarla per esecuzioni sommarie, ad-
cupata da campesinos legati al Partito co- alla caduta del Muro di Berlino (1989). destramento di bambini-soldato e pian-
munista della Colombia. Guidati dal con- Tra i sequestri più eclatanti, quello di tagioni di cocaina e il patto fu interrotto
tadino Pedro Antonio Marín Marín (no- Íngrid Betancourt, candidata alla presi- nel 2002, quando il nuovo presidente, Ál-
me di battaglia Manuel Marulanda), 48 denza della Colombia nel 2002. L’allora varo Uribe Vélez, salì al potere. L’accor-
braccianti reagirono. Nascevano così le senatrice e leader del partito ecologista do del 2016 è valso il Nobel per la Pace a
Farc, gruppo di resistenza che puntava al- Oxígeno rimase prigioniera nella foresta Juan Manuel Santos, il presidente che lo
la riforma agraria e che si proclamò mar- per più di sei anni. Fu liberata nel luglio ha fortemente voluto, ma la Colombia ri-
xista chiedendo diritti 2008 solo grazie a una operazione milita- mane un Paese in bilico. •
per i contadini. re dell’esercito colombiano. Con la Fran- Carlo Cauti
AFP/GETTY IMAGES

Manuel Marulanda, storico


leader delle Farc. A destra,
i rivoluzionari. In alto
nella pagina, la stretta
REUTERS/CONTRASTO (2)

di mano tra il presidente


colombiano Juan Manuel
Santos (sinistra) e Rodrigo
Londoño, delle Farc.

88
Zona di influenza
delle Farc
LA GUERRA
Zona de distensión,
ex zona demilitarizzata Cartagena CIVILE IN
(controllata dalle Farc COLOMBIA
nel 1998-2002)
1964
Nascono le Forze Armate
Rivoluzionarie di Colombia,
di ispirazione marxista.

VENEZUELA
ANNI ’70-’80
Le Farc arrivano a 9mila
uomini. Si finanziano con
sequestri e droga.

1998-2002
Il governo concede una
zona demilitarizzata come
atto di buona volontà.

COLOMBIA
Bogotà
2002
Rapimento di Íngrid
Betancourt, candidata
REDUX/CONTRASTO

Area dove è stata presidente. Sarà liberata


con un blitz 6 anni dopo.
liberata Íngrid
Betancourt
La politica colombiana 2008
rimase ostaggio delle Farc Muore il fondatore Manuel
dal 2002 al 2008. Marulanda.

2011
Il nuovo leader delle Farc
Alfonso Cano viene ucciso.

2012
Iniziano i negoziati a Oslo.

2016
25 agosto: accordo a
L’Avana (Cuba).
26 settembre: il presidente
Juan Manuel Santos e
il leader Farc Rodrigo
Londoño “Timochenko”
firmano la pace.

220mila
i colombiani morti
2 ottobre: un referendum
boccia l’accordo per soli
65mila voti.

6,9 milioni
i profughi interni

89
PERSONAGGI

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
Avventuriero doc
Roman von Ungern-Sternberg
(1885-1921), con la tunica di
seta che indossava nella vita
in Asia. Sopra, lo stemma
araldico della sua famiglia,
una delle più importanti
dell’Estonia. A destra, il
barone in combattimento
in Mongolia, con il suo
squadrone di cosacchi.
Von Ungern

IL BARONE
SANGUINARIO
Ai confini della Mongolia, un nobile estone volle farsi khan: nel 1921
mise insieme un esercito personale per combattere, al fianco dei
giapponesi, l’Armata rossa. Era un fanatico violento, ma buddista
GETTY IMAGES (2)

L
e gesta di Roman Fjodorovich naci tibetani in Mongolia e a farsi accla- spirito degli junker (gli aristocratici terrie-
von Ungern-Sternberg hanno mare dalle popolazioni locali come un no- ri della Prussia) con quello dei samurai.
meno di un secolo. Ma sembra- vello Gengis Khan. Inseguiva l’utopia di Per pochi mesi del 1921 il suo sogno sem-
no provenire da un tempo più un’immensa federazione di popoli asiatici brò concretizzarsi: il barone-generale dai
remoto, un tempo in cui il mondo era buddisti, che si sarebbe dovuta estendere baffi rossi, che viveva in una yurta come i
una giostra di avventurieri e sfide morta- dal lago Baikal al Deserto del Gobi, dalla suoi soldati asiatici e cosacchi indossando
li. La storia del “barone pazzo” o “san- Grande Muraglia ai Monti Altai. una tunica di seta, riuscì infatti a diventa-
guinario”, come lo definì chi ne aveva Junker samurai. Mezzo Mefistofele e re padrone di Urga, l’antica Ulan Bator, e
subìto la spietata crudeltà, ci appare og- mezzo Don Chisciotte, mezzo diavolo e della Mongolia occidentale.
gi una specie di film fantasy. Non per mezzo asceta, il guerriero di Reval (l’an- Non solo. L’uomo che volle farsi khan
nulla ha ispirato la matita di Hugo Pratt tica Tallinn, capitale estone) apparteneva era adorato come un dio. E un dio libe-
e la penna del giornalista e viaggiatore a una delle quattro principali casate della ratore, perché aveva scacciato gli invaso-
Tiziano Terzani. nobiltà baltica. Cercò di conciliare il bud- ri cinesi e rimesso sul trono il Buddha vi-
Durante la sua turbolenta esistenza von dismo tibetano con la violenza della guer- vente, Bogdo Khan Hutuktu. Come ci era
Ungern combatté la rivoluzione bolscevi- ra come unica arma contro la “grande ma- riuscito? Per rispondere bisogna torna-
ca, riuscì a restaurare il governo dei mo- ledizione” della rivoluzione bolscevica, lo re in Europa.
91
Sull’attenti!
Una colonna di cammelli in
Mongolia. A lato, von Ungern in
Russia, da piccolo (1893): frequentò
la scuola navale di San Pietroburgo.
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN

GETTY IMAGES
Tra Russia,
Giappone e Cina
L’ Estremo Oriente, l’area com-
prendente Manciuria, Mongolia
e Corea, per secoli fu conteso tra
Cina e Russia. Ma dalla fine dell’Ot-
tocento s’era inserita nella partita
a due una terza potenza impe-
rialista, il Giappone. All’inizio del
Novecento la Russia zarista voleva
consolidare la propria presenza
nella regione spingendosi con la
ferrovia Transiberiana fino a Vladi-
vostok per conquistare lo sbocco
sul Pacifico. Il Giappone, che pochi
anni prima aveva sconfitto la Cina,
voleva mantenere Manciuria e
Corea come aree-cuscinetto.
Guerra aperta. Le tensioni sfocia-
rono in guerra aperta nel febbraio
1904. I nipponici annientarono
la flotta russa e vinsero anche
le battaglie terrestri. La Pace di
Portsmouth del settembre 1905
sancì un mutamento negli equili-
bri geopolitici dell’area: la bilancia
pendeva ora dalla parte del Giap-
pone e iniziò un lungo periodo di
instabilità.
I russi approfittarono della fine
dell’impero cinese (1911) e dell’a-
narchia che ne seguì per sostenere
i Mongoli in guerra per l’indipen-
denza: fu in questa fase che entrò
in campo von Ungern, alla testa
dei discendenti di Gengis Khan.
I cinesi si rifecero alla fine del de-
cennio. Approfittando della guerra
civile che imperversava in Siberia
tra “rossi” e “bianchi”, nell’estate
del 1919 rioccuparono la Mongolia
con le truppe del generale Hsu
Chu-tseng.
Parlava almeno sei In AsIA. Roman von Ungern nacque nel
1885 a Graz, in Austria, da una famiglia
Allo scoppio della Guerra russo-giappo-
nese (v. riquadro a sinistra), von Ungern
lingue e in battaglia estone. Frequentò la scuola navale di San si arruolò in un reggimento di fanteria.
Pietroburgo, ma venne espulso per indi- L’Estonia era parte dell’impero russo e fu
sembrava immortale. sciplina. Era la pecora nera della famiglia: dunque assegnato a un reggimento di co-
lui, però, si vantava di avere tra gli avi cro- sacchi in Transbajkalia (l’Estremo Oriente
Ma era indisciplinato, ciati e unni. Innamorato della monarchia, russo). Lo cacciarono per intemperanze.
ferocemente antisemita e fedelissimo de- Nel corso di un duello aveva ricevuto
insofferente alle gli zar Romanov, parlava sei o sette lin- una sciabolata alla testa e da allora, afflit-
gue. Conosceva il sanscrito, non beveva to da feroci emicranie, era diventato anco-
gerarchie e collerico né fumava, ma giocava a carte con piace- ra più taciturno e stravagante. Aveva giro-
re. L’inclinazione per il buddismo era in- vagato per un po’ in Europa e poi era tor-
vece una tradizione di famiglia, a suo dire. nato nelle lande solitarie dell’Asia: prima
in Siberia, poi in Mongolia.
Arrivò da solo fino a Ur-
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN

ga. Qui trovò la sua missio-


ne: aiutare i prìncipi locali e
i lama a riconquistare l’in-
dipendenza perduta a causa
dell’espansionismo cinese.
Il barone guidò la caval-
leria mongola nella solleva-
zione contro l’impero man-
ciù, guadagnandosi l’appel-
lativo di Ungern Khan. Si
aggregò quindi a un reggimento di cosac-
chi a Nertchinsk. Ma anche lì si scontrò
con un superiore, il colonnello dei “bian-
chi” Wrangel, che nelle sue memorie gli
rinfacciò: “Non sa nulla del regolamen-
to, se ne infischia della disciplina, ignora
i principi basilari della buona educazione
e del decoro”.
In sIberIA. Allo scoppio della Grande
guerra fu catapultato sul fronte austriaco.
Nel 1918 tornò da quelle trincee carico di
medaglie (tre) e ferite (cinque). E con un
nuovo compagno d’avventure, il capitano
cosacco Grigorij Semënov.
Due mesi dopo von Ungern era già pron-
to a un’altra sfida mortale: la guerra civile
russa. Ovviamente dalla parte dei “bian-
chi” fedeli allo zar. Raggiunse Semënov,
che aveva il comando bianco nell’Estre-
mo Oriente russo e con lui si inventò uno
Cosacchi e Stato-fantoccio nella Siberia orientale. A
Mongoli sostenerli c’era il governo giapponese.
Una batteria di Semënov si attribuì la carica di capo del
artiglieria russa governo con il titolo di ataman (il capo su-
durante la Guerra premo dei cosacchi), mentre von Ungern
russo-giapponese diventò capo di stato maggiore.
(1904-1905): von Fu allora che nacque la sua leggendaria
Ungern entrò anche Divisione asiatica di cavalleria. L’insegna
in questo conflitto,
del reparto era una grande U (la sua ini-
in Siberia. Sopra, lo
ziale) in campo giallo: giallo come il colore
stemma del barone al
tempo del suo breve della fede tibetana. Era, scrive Tiziano Ter-
governo in Mongolia: zani nelle Cronache della mia vita, “un’ac-
la scritta dice cozzaglia di russi e mongoli, di idealisti vi-
GETTY IMAGES

“Dio è con noi”. sionari e assassini psicopatici”. Prima 500,


93
Von Ungern non era spietato solo con i “rossi”,
ma anche con i suoi uomini: faceva bruciare vivo
o uccidere a bastonate chi trasgrediva agli ordini
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN

poi 1.000, poi 2mila. Il barone consentiva zione del dio della guerra; ora lui stesso si
al suo esercito privato un uso illimitato di considerava Gengis Khan redivivo, desti-
oppio e libertà di saccheggio, ma impone- nato a far trionfare il Bene contro il Male
va la rinuncia all’alcol e uno stile di vita (leggi: la Rivoluzione russa).
spartano. Tanto era spietato con i “rossi”, I suoi soldati lo credevano invulnerabi-
quanto con chi tra i suoi soldati osava in- le: in un attacco, 74 proiettili gli avevano
frangere la disciplina: si finiva bruciati vi- crivellato pastrano e sella senza ferirlo. Il
vi o uccisi a bastonate. Von Ungern alter- 3 febbraio del 1921 il barone riuscì a espu-
nava crudeltà ed estasi metafisiche, silenzi gnare Urga e a mettere in fuga i cinesi. Per
per settimane e collere sadiche, con raptus alcuni mesi governerà da solo quello che
sessuali che sfociavano in stupri. Dietro a molti chiamavano il Paese dei demoni. In-
quella mente sconvolta, si diceva, c’era tanto, però, le forze rivoluzionarie della
anche una moglie uccisa dai bolscevichi Transbajkalia si era riorganizzate.
in Estonia (lui sposò poi una principessa Il tradImento. In luglio i “rossi” ripre-
Nell’Estremo Oriente russo cinese di sangue imperiale). sero Urga.Von Ungern puntò alla loro ba-
In alto, l’ataman Semënov: combatté
Khan. Con Semënov, il barone sangui- se, Cita, ma subì pesanti sconfitte e deci-
con von Ungern nella Grande guerra e in nario era riuscito a sottrarsi al controllo se di ripiegare in Tibet. Aevva un nuovo
Siberia con i “bianchi” zaristi. Qui sopra, del comando dell’Armata bianca e a scam- progetto: fondare un proprio Stato. Ma le
l’arresto di von Ungern da parte dei sovietici, pare alla disfatta zarista dell’inverno 1919- sue truppe lo abbandonarono e qualcuno
che poi lo fucileranno. Sopra a destra, 20. Poi s’era liberato anche di Semënov, fece la spia. I bolscevichi lo catturarono il
un reggimento di cosacchi a Cita (Siberia). divenuto una sorta di satrapo dissoluto. 21 agosto 1921 e il 15 settembre fu proces-
Con l’appoggio giapponese e l’acquiescen- sato e fucilato. Offrendo il petto al plotone
za di Chang Tso-lin, dittatore della Man- d’esecuzione, si proclamò imperatore dei
ciuria, attaccò i cinesi. Approfittando del- Mongoli. La primavera precedente due in-

S+
Il barone sanguinario, la guerra civile russa, i signori della guerra dovini gli avevano predetto quanti giorni
Vladimir Pozner (Adelphi).
APERNE
La vita e le imprese di Pechino avevano rioccupato la Mongo- aveva ancora da vivere: “Centotrenta sca-
DI PIÙ lia. Dieci anni prima von Ungern in quei lini rimangono”. •
di von Ungern in una
biografia appassionante. luoghi era stato accolto come la reincarna- Dario Biagi

94
PRESENTA

LE PIÙ GRANDI BATTAGLIE


DELLA STORIA.

SECONDO
VOLUME
O
IL NOVECENT
(1899-1939)

Il nuovo volume della collana di libri di Focus Storia Wars ripercorre le grandi svolte belliche del XX secolo, tra Prima guerra
mondiale e rivoluzioni. Attraverso gli scontri più epici combattuti tra il 1899 e il 1939, una viaggio nei decenni che hanno
cambiato per sempre il modo di combattere.

DAL 26 NOVEMBRE IN EDICOLA IL SECONDO VOLUME DELLA NUOVA COLLANA


DI FOCUS STORIA WARS DEDICATA ALLE GRANDI BATTAGLIE DELLA STORIA
I GRANDI TEMI
LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

Condannati
In Europa, fra per la verità
Cinquecento e Seicento, La statua in bronzo
di Giordano Bruno
grazie a un manipolo in Campo de’ fiori
a Roma. Nel 1600 il
di uomini nacque il filosofo finì al rogo
metodo scientifico. per le sue idee sul
cosmo. A destra,
E niente fu più appunti di Keplero
che nel 1609 studiò le
come prima. orbite dei pianeti.

AFP/GETTY IMAGES
UN NUOVO
SGUARDO
SUL MONDO

Giordano Bruno

96
INTANTO NEL MONDO

SPL/CONTRASTO
EUROPA ALTRI PAESI CULTURA

1545 1545
Inizia il Concilio di Il trattato di Crépy ri-
Trento. conosce alla Spa-
gna e al Portogal- 1553
1555 lo i rispettivi domini Rogo a Ginevra
Pace di Augusta tra coloniali. dell’antitrinitario Mi-
Carlo V e la Lega di chele Serveto.
Smalcalda.

1556 1556
L’imperatore Carlo V Violento terremo-
abdica in favore to nella regione dello
del figlio Filippo II Shaanxi in Cina.
(sotto).

1558
Esce postumo il Ga-
lateo di Giovanni Del-
la Casa.

1559
Pubblicazione
dell’Index librorum
prohibitorum.

1562 1564
In Francia i cattolici Nascono William Sha-
massacrano gli ugo- kespeare e Galileo
notti a Vassy: iniziano Galilei, a Roma muo-
le guerre di religione. re Michelangelo Buo-
narroti (a lato).
1566
Nei Paesi Bassi ini-

L
zia la rivolta contro la

’ Europa era dilaniata da sanguinosi conflitti di religio-


ne tra cattolici e protestanti e da guerre che contrappo-
nevano le principali potenze del tempo. Intanto, le rot-
Spagna guidata da
Guglielmo d’Orange.

1568
te coloniali verso le Americhe e le Indie Orientali apri- Inizia la Guerra de-
vano nuove vie commerciali. Erano gli anni a cavallo tra Cinque gli Ottant’anni:
e Seicento e il modo di considerare l’universo, la natura, l’esse- Paesi Bassi contro la
re umano stava cambiando: la “rivoluzione scientifica” era alle Spagna.
1571
porte. In pochi decenni cruciali la scienza fece enormi balzi in Montaigne inizia a
1571
avanti, ripensando tra l’altro il rapporto degli uomini con la divi- Vittoria della “Santa scrivere i Saggi.
nità delineato dalla lettura del testo biblico: 1.500 anni di sapere lega” sulla flotta otto-
tradizionale stavano per essere spazzati via. mana a Lepanto.
I protagonisti di questa svolta furono astronomi, matematici, fi-
sici, medici e filosofi: un’avanguardia di pensatori impegnata a ri- 1572
Strage di 20mila ugo-
definire il sapere anche grazie al perfezionamento della strumen- notti in Francia nella
tazione, dal cannocchiale al microscopio. notte di San Bartolo-
Nuovo moNdo. A essere rivoluzionata fu in primo luogo la vi- meo per ordine di Ca-
sione del cosmo. In poco meno di un secolo si passò da una con- terina de’ Medici.
cezione dell’univereso finito, gerarchicamente ordinato e con la
Terra al centro, ereditata dall’antica Grecia di Aristotele e Tolo- 1576
meo, a un universo infinito e con il Sole al centro. Ad aprire la Sale al trono l’im- 1577-1580
strada fu il polacco Mikołaj Kopernik (alias Niccolò Copernico). peratore Rodolfo II Drake (sopra)
Nato nel 1473 a Thorn (oggi Torun, in Polonia), Copernico stu- d’Asburgo. circumnaviga il globo 1581
terrestre. Torquato Tasso pub-
diò diritto tra Cracovia e l’Italia, nelle università di Bologna, Pa- blica il poema Geru-
dova e Ferrara, coltivando un grande interesse per l’astronomia. salemme liberata.
Il libro che pubblicò nel 1543 a Norimberga, lo stesso anno del- 1584
la sua morte, segnò una svolta. S’intitolava De Revolutionibus or- Occupazione inglese
bium coelestium e sosteneva che il Sole era immobile al centro della Virginia.

97
I GRANDI TEMI

NATIONAL GEOGRAPHIC CREATIVE (2)


LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA
Il mondo al
posto giusto
Il polacco Niccolò
Copernico: nel 1543
teorizzò il Sole al
centro del Sistema
solare (sotto, nella
prima illustrazione
stampata del 1683).

Niccolò Copernico
SPL/CONTRASTO

Motore principale della rivoluzione fu la teoria eliocentrica di Copernico: il


dell’universo, con la Terra e gli altri pianeti che gli ruotano intor- no questi pionieri del sapere moderno. Il danese diventò famo-
no in orbite circolari. A dire il vero Copernico non era il primo so grazie all’osservazione di una nuova stella, apparsa nel 1572
a dirlo. Nell’antichità il greco Aristarco di Samo, vissuto intor- nella costellazione di Cassiopea, e per i suoi interventi nel dibat-
no al 300 a.C., aveva sostenuto questa teoria (detta eliocentrica) tito sulle comete: tanto che il re di Danimarca Federico II gli do-
e nel tardo Medioevo altri ne avevano ripreso le idee. Ma per la nò l’isola di Hven.
prima volta si era di fronte a un’esposizione completa e unitaria. Qui Brahe fece costruire uno dei più grandi osservatori dell’e-
La portata delle idee di Copernico era rivoluzionaria, lui lo sa- poca: si chiamava Uraniborg, “castello di Urania”, in onore della
peva bene e forse proprio per questo tardò tanto a pubblicare il musa dell’astronomia, affiancato da un altro edificio dal sugge-
suo trattato. Nell’Inghilterra elisabettiana l’eliocentrismo si dif- stivo nome di “castello delle stelle”. Dall’isola si scorgeva anche
fuse grazie a un personaggio oggi poco noto, Thomas Digges il castello di Elsinore, quello in cui Shakespeare ambientò, pochi
(1546-1595). Ma quelle pagine erano talmente feconde che an- anni dopo, la sua tragedia più nota, l’Amleto.
cora nel Settecento ispirarono un altro gigante della scienza, l’in- Le innumerevoli osservazioni astronomiche di Brahe consenti-
glese Isaac Newton (1642-1727). rono al tedesco Johannes Kepler (1571-1630), che aveva lavora-
Un’isola in regalo. Il sistema copernicano sollevò il velo su to per un anno a Uraniborg, di formulare tre leggi del movimen-
enormi problemi di ordine fisico e matematico e il dibattito che to dei pianeti che dimostravano la correttezza della teoria elio-
ne derivò fece fare ulteriori passi avanti alla scienza. L’astrono- centrica di Copernico. Nell’Astronomia nova (1609) dimostrò an-
mo danese Tyge Brahe (1546-1601), per esempio, formulò un si- che che le orbite planetarie non sono circolari, bensì ellittiche.
stema “misto” in parte eliocentrico (i pianeti orbitanti intorno al La vita di Keplero, come quella di molti pensatori del suo tem-
Sole) e in parte geocentrico (con la Luna e il Sole orbitanti intor- po, fu segnata dai conflitti tra protestanti e cattolici e dalle nume-
no alla Terra). La vicenda di Brahe rivela anche come lavorava- rose guerre che nel 1618 culminarono nello scoppio della Guer-
98
INTANTO NEL MONDO

1588 1587
L’Invincibile arma- In Persia inizia il re-
ta è sconfitta dagli in- gno di Abbas il 1593
glesi nel Canale della Grande. I gesuiti vengono
Manica. espulsi dalla Francia.

1596
Nasce il filosofo Car-
tesio (sotto).

1598
Con la pace di Vervins
(sotto) finisce la guer-
ra franco-spagnola.

1599
Uno contro Sulle rive del Tamigi,
tutti a Londra, viene eret-
In un disegno to il Globe, il teatro
moderno, Galileo dove vengono mes-
Galilei illustra la se in scena numero-
se opere teatrali di
topografia della Luna
Shakespeare.
a un ecclesiastico
scettico.

1601
Missione del gesuita 1602
Matteo Ricci in Cina. Esce la più ampia rac-
colta di testi alchemi-
Galileo Galilei ci del ’600, il Theatrum
chemicum.

1603 1603
Muore in Inghilterra 1603 Fondazione dell’Acca-
la regina Elisabetta I. Inizio dell’era Tokuga- demia dei Lincei.
wa in Giappone.

Sole fermo al centro dell’universo 1605


ra dei Trent’anni. Prima di essere nominato matematico imperia- Cervantes pubblica il
Don Chisciotte.
le da Rodolfo II, nel 1600 il protestante Keplero fu costretto ad
abbandonare Graz (nella cattolica Austria), dove lavorava come
professore di matematica. E, come altri pionieri della scienza, era 1606
affascinato dalle teorie di Pitagora e Platone e dall’astrologia: si Scoperta
occupò di calendari e pronostici, facendosi una buona reputazio- 1609 dell’Australia.
ne grazie alla precisione dei suoi calcoli. Espulsione dei mo-
riscos, i musulmani 1610
Al rogo! La “rivoluzione copernicana” (non a caso un modo spagnoli convertiti, Muore il pittore
di dire che indica un rivolgimento epocale) per qualcuno rima- dal regno di Spagna. Caravaggio.
se poco più di un modo per calcolare con precisione le posizio-
ni degli astri. Per altri fu invece un detonatore per il pensiero.
Fu questo il caso del filosofo e frate domenicano Giordano Bru-
1613
no (1548-1600). Elezione dello zar Mi-
Bruno sviluppò dalle idee copernicane una nuova visione del 1618 chele, primo della di-
cosmo. Talmente originale da essere giudicata eretica dalla Chie- Scoppio della Guerra nastia Romanov.
sa di Roma. Nel clima di Controriforma e di caccia alle streghe dei Trent’anni.
che seguì la conclusione del Concilio di Trento nel 1563, le sue 1620
1620
idee sull’esistenza di infiniti mondi gli costarono la vita. Denun- I padri pellegrini ap- Il filosofo inglese
ciato all’Inquisizione mentre si trovava a Venezia, dopo un lun- prodano in America Francis Bacon pubbli-
go processo in cui fu accusato anche di praticare la magia, Gior- con la Mayflower. ca il Novum organum.

99
I GRANDI TEMI

NATIONAL GEOGRAPHIC CREATIVE


LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

Secondo le leggi della natura


Lo scienziato inglese Isaac Newton (1642-
1727) portò avanti i temi dei “padri”
della rivoluzione scientifica e contribuì al
Isaac Newton
progresso della teoria eliocentrica.

Non solo matematica e astronomia: nel Cinquecento furono rivoluzionate


anche la medicina e l’anatomia, che cominciarono a fare passi da gigante
dano Bruno rifiutò di ritrattare le sue tesi e il 17 febbraio 1600 La corsa alle nuove ricchezze portò a guerre e azioni di pira-
fu arso vivo in Campo de’ fiori, a Roma. Quanto al De Revolu- teria. Ma anche a esplorazioni che aggiunsero un altro capitolo
tionibus di Copernico, finì nell’Indice dei libri proibiti nel 1616: alla rivoluzione in atto, con la scoperta di nuove specie di ani-
rispetto al Cinquecento, il clima era mutato. Se ne accorse, a mali e piante e l’incontro con popoli fino ad allora sconosciuti.
proprie spese, Galileo Galilei (1564-1642). Dentro il corpo umano. Nel 1543, lo stesso anno del De Re-
Sperimentale. Anche Galileo prese le mosse da Copernico. E volutionibus di Copernico, uscì un altro libro destinato a lascia-
anche lui, come Brahe, fu aiutato da nuovi strumenti d’osser- re il segno: il De humani corporis fabrica. Lo aveva scritto l’a-
vazione. Nel gennaio 1610 puntò verso il cielo un cannocchia- natomista fiammingo Andrea Vesalio (1514-1564) ed era corre-
le perfezionato da lui stesso e l’astronomia cambiò per sempre. dato da 300 illustrazioni: erano i risultati delle dissezioni ana-
Pochi mesi dopo le sue osservazioni furono messe nero su tomiche condotte a Venezia, resi con realismo da artisti della
bianco in un trattato: il Sidereus nuncius. Galileo descrisse con scuola di Tiziano.
minuzia di particolari la superficie irregolare della Luna, la Via Fino a quel momento gli studenti di medicina si erano accon-
Lattea formata da ammassi di stelle, i quattro satelliti di Giove. tentati di seguire un maestro che leggeva ad alta voce i tratta-
Ma soprattutto con quel libro lo scienziato toscano rivendicò ti antichi, mentre un incisore sezionava il corpo e un ostenso-
l’autonomia della scienza rispetto al pensiero della Chiesa. E re indicava le varie parti. Vesalio invitò i medici a dissezionare
pose le basi del metodo sperimentale, basato sull’osservazione in prima persona i cadaveri per vedere con i propri occhi come
diretta dei fenomeni, su prove e su dimostrazioni matematiche: è fatto il corpo umano. Per lui la pratica e la manualità erano
non bastava più l’autorità degli antichi o della Bibbia per deci- più importanti della teoria.
dere che cosa fosse vero e che cosa no. Nel 1633, puntuale, ar- Con questo nuovo approccio, medicina e anatomia fecero
rivò la condanna del Sant’Uffizio, a cui seguirono l’abiura e il passi da gigante, grazie a personaggi come l’inglese William
confino nella residenza di campagna di Arcetri, fuori Firenze. Harvey (1578-1657) che nel 1628 descrisse per la prima volta
Intanto, mentre i confini dell’universo si allargavano, i regni la circolazione del sangue. Nonostante un mondo di Stati divi-
che si contendevano il Vecchio Mondo puntavano a conqui- si dalle guerre, impegnati ad ampliare sempre più i propri con-
stare nuove rotte commerciali fuori dall’Europa. Tra il 1600 e fini, la scienza offriva per la prima volta strumenti innovativi
il 1602 nacquero la Compagnia inglese e quella olandese del- per comprendere la natura e l’essere umano. •
le Indie Orientali. Elena Canadelli

100
BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO
Il corpo senza
più segreti
Andrea Vesalio
rivoluzionò la pratica
della dissezione dei
cadaveri e per questo è
considerato il fondatore
dell’anatomia. Il suo
libro che diventò
una pietra miliare fu
pubblicato nel 1543.

Andrea Vesalio
GETTY IMAGES (8) TEMPO LIBERO

Il Senet deglI egIzI Il gIoco dell’oca deI MedIcI


Ci sono anche giochi tra le tante eredità dell’antico Nel 1580 Ferdinando de’ Medici regalò “il nuovo e molto
Egitto. Il Mehen, per esempio, o gioco “del serpente dilettevole gioco dell’oca” a Filippo II re di Spagna: ma non
attorcigliato”, come era infatti rappresentato il dio Mehen. era una sua creazione. Secondo alcuni il gioco sarebbe stato
Gli esperti hanno ipotizzato che fosse uno svago con un inventato dalle truppe greche accampate sotto le mura di
risvolto rituale e religioso. Il Senet invece, arrivato a noi Troia: la struttura a spirale del tabellone da gioco in una sua
attraverso raffigurazioni in tombe (sopra) e monumenti versione antica riprodurrebbe la struttura delle mura.
e il ritrovamento di alcune tavolette, è una sorta di Dall’Italia il Gioco dell’oca prese il largo: arrivò a Londra
Backgammon in cui le mosse delle pedine sulla scacchiera (1597) e a Parigi (1612) con un tabellone sempre diverso:
corrispondevano, secondo la superstizione del tempo, al chi lo illustrava a tema politico, chi a tema letterario,
percorso del defunto nell’aldilà. riproducendo per esempio il mondo del Don Chisciotte.

G I O C H I DI NATALE

ScaRabeo: tRe In uno RISIko da oScaR


L’americano Alfred Mosher Butts era un bravo architetto Originariamente chiamato La Conquête du Monde (“La
quando la Grande depressione del 1929 lo lasciò senza conquista del mondo”), il Risk o Risiko! è stato inventato
lavoro. Trovò così il tempo per lavorare all’ipotesi di un dal regista francese e premio Oscar Albert Lamorisse, che lo
gioco che mescolasse anagrammi, scacchi e cruciverba. La brevettò nel 1954. Era stato pensato come un passatempo
prima versione vide la luce nel 1938 col titolo di Criss Cross che prendeva elementi strategici dagli scacchi, ma con
Game, ma fu un flop e Butts tornò a fare l’architetto. Poi la un’area di gioco più ampia e in grado di coinvolgere fino a
svolta: nel 1948, James Brunot, fan del gioco, gli propose sei giocatori. In seguito il gioco fu acquistato dalla Parker
una partnership: nasceva Scrabble. Per la variante italiana Brothers, fabbrica di giochi produttrice (dal 1935) di
Scarabeo, realizzata alla fine degli Anni ’50 da Aldo Pasetti, Monopoly, che fece alcuni piccoli aggiustamenti
ci fu anche una denuncia per violazione dei diritti d’autore. e lo rinominò appunto Risiko!

102
Pictionary “anni 80” il Mancala africano
Rob Angel gettò le basi del Pictionary nel 1981, per Più che un gioco, il Mancala è un genere di giochi, noti anche
rallegrare una serata in famiglia. Le regole sono semplici: come “giochi di semina”: come pedine infatti si usano semi
il giocatore sceglie una parola del dizionario e poi ne o legumi. La parola deriva dall’arabo naqala, che significa
realizza un disegno, sperando che altri giocatori della sua “muovere” o “spostare”. La base del gioco è semplice: con una
squadra indovinino di che si tratta. Angel, che lavorava serie di buche in fila, nelle quali i giocatori a turno mettono
come cameriere, nel 1985 ottenne un prestito di 35mila dei semi con lo scopo di occuparle tutte. Ma le regole e le
dollari per poter iniziare la produzione dei primi esemplari versioni del gioco sono molteplici, a seconda delle aree in
di Pictionary per poi venderli nei negozi di Seattle (Stati cui viene praticato. In Africa il mancala era usato anche per
Uniti). Due anni dopo, nel 1987, la sua idea batté tutti i insegnare l’aritmetica ai bambini. I ritrovamenti più antichi
record con 3 milioni di copie vendute in un solo anno. risalgono al VI secolo a.C.

Che cosa c’entra la guerra mondiale con Cluedo? E quella di Troia con il
Gioco dell’oca? Le storie dietro ai giochi da tavolo più famosi A cura di Eugenio Spagnuolo

trivial Pursuit in tribunale cluedo sotto le boMbe


Tutto accadde la notte del 15 dicembre 1979, a Montreal, Com’era la vita quotidiana al tempo della Seconda guerra
Canada. Chris Haney, ricercatore iconografico (nella foto), mondiale? Per Anthony Pratt, di Birmingham (Gran
e Scott Abbott, giornalista sportivo, stavano giocando a Bretagna), una tragedia: i bombardamenti tedeschi
Scarabeo, annaffiando le partite con qualche bevuta. Tra i terrorizzavano bambini e sopravvissuti. Così, per sollevare
due nacque la sfida a chi avrebbe avuto l’idea migliore per loro il morale, nel 1944 Pratt inventò Murder (“Omicidio”),
un gioco, che poi inventarono e produssero insieme. Nel un gioco dove bisognava indovinare l’assassino partendo
1983 arrivò sul mercato Trivial Pursuit in cui si gareggia a da alcuni indizi. Nel 1945 il nome cambiò in Cluedo (da
colpi di domande di cultura generale. Nel 1994 il canadese clue, “indizio”). Per vederlo in vendita bisognò aspettare il
David Wall trascinò Haney in tribunale accusandolo di 1949 quando in Gran Bretagna finì il razionamento delle
avergli rubato l’idea, ma perse la causa. materie prime e si trovò il necessario per produrlo in serie.

103
OTTOCENTO

I patrioti italiani erano idealisti: combatterono anche all’estero e molti esuli si

GARIBALDINI
N
ella guerra civile americana (1861-
1865) c’era anche un po’ d’Italia.
Sia tra i Nordisti, sia tra i Sudisti.
Allo scoppio del conflitto, il 14 apri-
le 1861, sul suolo degli Stati Uniti erano infat-
ti presenti circa 11mila italiani espatriati. Mol-
ti di loro si arruolarono singolarmente, spar-
pagliati tra le numerose unità dei due schiera-
menti. Altri fecero leva sull’orgoglio nazionale
e formarono delle unità volontarie italiane,
con bandiere tricolori e divise. Nacquero così
la Garibaldi Guard, che stava con il Nord, e la
Garibaldi Legion (poi Italian Legion), che fece
parte dell’esercito confederato, ossia sudista.
Legione straniera. La maggior parte degli ita-
liani schierati con gli Unionisti (i Nordisti) ve-
nivano da New York. In quegli anni la metro-
poli, che era il porto più importante degli Stati
Uniti e un grande centro industriale, era un po-
tente polo di attrazione per tutti gli immigrati
europei. Del resto, una decina di anni prima ci
aveva vissuto e lavorato l’esule più famoso di
tutti, Giuseppe Garibaldi. E a New York, il 28
maggio 1861, a guerra appena scoppiata, nac-
quero le prime due unità militari di italiani: l’I-
talian Legion e la Garibaldi Guard.
Della prima sappiamo ben poco. Sappiamo
per esempio che era composta da ex garibal-
dini e da un mix di volontari francesi, ingle-
si, svizzeri, spagnoli e ungheresi. E sappiamo
che confluì nella seconda, la Garibaldi Guard.
La “guardia garibaldina”, per l’esercito nordi-
GARIBALDI GUARD sta, si chiamava 39º reggimento volontario di
Volontario del fanteria “New York” e di italiano aveva mol-
reggimento agli to, ma non tutto: il comandante era infatti un
ordini dell’ungherese eccentrico colonnello ungherese: Frederick
D’Utassy. George D’Utassy.
In pratica era una specie di “legione stranie-
ra” formata dagli immigrati presenti a New
York. E infatti nella Garibaldi Guard c’erano
una legione polacca, una legione olandese, un
reggimento ungherese e un reggimento tede-
C. GIANNOPOULOS (2)

sco. In tutto, 15 nazionalità diverse. Il premio


per questi volontari? Dopo tre anni di servizio
sul campo, la cittadinanza americana.
rivoLuzionari. Chi erano i volontari della “le-
gione straniera” nordista? Molti erano esuli po-
litici, fuggiti dall’Europa dopo il fallimento dei
schierarono volontari nella Guerra civile americana, sui due fronti

D’AMERICA
moti degli Anni ’30 e del 1848. Si trattava dun-
que di patrioti e rivoluzionari della “primave-
ra europea”, come lo stesso comandante D’U-
tassy e molti dei suoi ungheresi. L’unità (che
fu riorganizzata varie volte) comprendeva pe-
rò anche un certo numero di soldati di colo-
re, appena liberati dalla schiavitù. Il risultato
di tanta varietà fu che in quel reggimento po-
liglotta gli ordini dovevano essere tradotti in
sette lingue.
Quanto agli italiani della Garibaldi Guard, la
maggior parte erano ex Cacciatori delle Alpi,
i volontari che avevano combattuto con Gari-
baldi nella Guerra d’indipendenza del 1859. La
Garibaldi Guard prese parte a diverse battaglie,
sin dalle primissime fasi della guerra (v. riqua-
dro nelle pagine successive), e dopo il successo
di Gettysburg (1-3 luglio 1863) il 39° reggimen-
to dei garibaldini nordisti
fu ampliato. Ed era pre-
GRANGER/ALINARI

sente anche alla resa fi-


nale dei Confederati ad
Appomatox. A guerra fi-
nita, la Garibaldi Guard
fu sciolta nel luglio del
1865.
Un altro SUd. La mag-
gior parte degli italia-
ni che parteciparono al-
la guerra civile america-
na, però, non stava con
il presidente Lincoln,
ma al fianco dei ribel- ITALIAN LEGION
li, i Confederati seces- Stavano con i
sionisti, con la Garibal- Confederati:
di Legion sudista. E an- tra loro, anche ex
cora più sorprendente è borbonici.
che quei “garibaldini” Manifesto poliglotta che chiama
sudisti per ironia della all’appello i patrioti da tutta Europa.
Storia fossero ex soldati
borbonici. Come erano finiti a combattere per
quell’altro Sud?
Tutto era cominciato il 14 ottobre 1860, con
l’arrivo a Napoli dell’avventuriero Chatham
Roberdeau Wheat. Il maggiore Wheat, origina-
rio della Louisiana, aveva conosciuto Garibaldi
a New York nel 1850 e ne era diventato amico.
Wheat aveva partecipato alle battaglie del Vol-
105
Il “no” di Garibaldi al presidente Lincoln
D opo la spedizione
dei Mille del 1860, la
popolarità di Garibaldi
nordista avesse dispe-
ratamente bisogno di
comandanti con prova-
prestare la potenza del suo
nome, il suo genio e la sua
spada alla causa del Nord”.
come rivoluzionario e ta esperienza. Garanzie. Garibaldi, che
leader militare schizzò Per questo, su suggeri- era un passionale ma non
alle stelle, sia in Europa mento dell’ambascia- uno sprovveduto, prima
sia nelle Americhe. tore americano a Torino di accettare chiese precise
Onore al merito. Dopo P. H. Marsh, il 21 luglio garanzie: avrebbe detto di
le pesanti sconfitte 1861 lanciò un appello sì solo nel caso in cui fosse
subite nel corso dei a Garibaldi dalle colon- stato lui il comandante in
primi mesi di guerra, il ne del Century Magazi- capo delle forze dell’U-
presidente americano ne di New York, usando nione. Inoltre, il generale
Lincoln si rese conto testuali parole: “Chiedo richiese esplicitamente di
di quanto l’esercito all’eroe della Libertà di avere “facoltà, indipenden-
te dagli eventi, di dichiarare
l’abolizione della schiavitù
poiché, senza di questo, si
sarebbe semplicemente
trattato di una guerra di
cui il mondo non poteva
sentire speciale interesse
o simpatia”. Ovviamente
queste condizioni non
potevano essere accettate La più cruenta
dal presidente Lincoln e Un dipinto della Battaglia di Gettysburg,
dall’opinione pubblica Pennsylvania (1-3 luglio 1863).
americana e la proposta Fu una delle più grandi vittorie dell’esercito
finì nel dimenticatoio del- unionista, ma anche il combattimento
la Storia. più cruento nella Guerra di secessione.

In Louisiana tra i volontari


turno e del Garigliano con il grado di genera-
GIUSEPPE GARIBALDI le, durante la spedizione dei Mille. Alla notizia
dell’elezione di Lincoln e della secessione de-
Rifiutò il comando
delle armate nordiste gli Stati del Sud, Wheat decise di lasciare l’Ita-
proposto da Lincoln. lia e tornare in Louisiana. Non partì solo. Chie-
se infatti a Garibaldi di reclutare prigionieri e
sbandati dell’esercito borbonico da inviare
a combattere per la causa della Confede-
razione. Garibaldi acconsentì, tanto più
che i numerosissimi prigionieri borbo-
nici costituivano un peso morto, un pro-
blema di cui Cavour desiderava sbaraz-
zarsi al più presto (si era pensato persi-
no di deportarli in Australia). Dovendo
scegliere tra l’internamento nelle carce-
ri del Nord Italia e la partenza per gli Sta-
ti Uniti, molti borbonici non ebbero dubbi
e salparono per l’America.
A New OrleANs. I borbonici arrivarono in
Louisiana all’inizio del 1861, prima che il bloc-
co navale nordista chiudesse i porti confedera-
GETTY IMAGES

ti e prima che Joseph Chandler, console statu-


nitense a Napoli, protestasse per quell’aiuto ai
ribelli sudisti. A maggio del 1861 circa 1.800
GETTY IMAGES
LE BATTAGLIE
DELLA GARIBALDI
GUARD
BULL RUN
(21 LUGLIO 1861)
vittoria sudista

HARPERS FERRY
(12-15 SETTEMBRE 1862)
vittoria sudista

GETTYSBURG
(1-3 LUGLIO 1863)
vittoria nordista

SPOTSYLVANIA
COURT HOUSE
(8-21 MAGGIO 1864)
esito incerto

APPOMATOX
(9 APRILE 1865)
vittoria nordista

italiani c’erano anche prigionieri borbonici sconfitti da Garibaldi


ex soldati del Regno delle Due Sicile si trova-
vano a New Orleans. Lì si unirono ai volontari
italiani residenti in città, nella compagnia del-
la milizia confederata appena formata, che pe-
rò aveva, agli occhi degli ex soldati borboni-
ci, un grosso difetto: si chiamava Garibaldi Le-
gion. Quando la milizia, insieme ad altri volon- C. ROBERDEAU WHEAT
tari stranieri, soprattutto spagnoli, fu messa a
Reclutò i borbonici
difendere New Orleans, ottennero di ribattez-
per combattere
zare la Garibaldi Legion con un nuovo nome: nell’esercito sudista.
Italian Legion. Un altro gruppo di ex sudditi
dei Borbone, per ordine del governatore del-
la Louisiana, formò il 6º reggimento “Italian
Guards”. Scelsero come motto “Vincere o mo-
rire”, ma non fecero né una cosa né l’altra. Gli
europei schierati con i Confederati, inclusi gli
italiani, non furono coinvolti nei combattimen-
ti: avevano solamente il compito di mantene-
re l’ordine pubblico ed evitare che la città ve-
nisse saccheggiata. E quando New Orleans fu
conquistata dalle truppe unioniste, il 1º mag-
gio 1862, finirono ancora una volta prigionieri
di soldati arrivati dal Nord. •
Gabriele Esposito

107
A. MOLINO

108
STORIE D’ITALIA
ROMA
Il caso Girolimoni:
nell’Italia degli anni
Venti quel nome
divenne ingiustamente
sinonimo di pedofilia

PRESUNTO
MOSTRO

POLIZIA DI STATO/RES

“G
uardatemi bene e, se avete sì di mettere fine alla lunga catena di de-
una coscienza, non emet- litti che avevano tormentato la capitale
tete falsi giudizi”. Furo- fra il 1924 e il 1927: vittime, sette bambi-
no queste le parole che, ne, quasi sempre molto piccole, seviziate
al commissariato, Gino Girolimoni rivol- e in cinque casi uccise, strangolate con un
Chi era l’uomo se alla sua ultima accusatrice, che lo ave- fazzoletto rosso.
misterioso? va riconosciuto come “il mostro di Roma”. Il “mostro”. Fin dal primo ritrovamen-
Negli Anni ’20 a Roma era in Ma era davvero lui l’uomo con il cappel- to, il 31 marzo 1924, tutta l’Italia si indi-
azione un rapitore e assassino lo marrone, i baffi e una cicatrice sul collo gnò per la brutale aggressione subita da
di bambine. Fu accusato Gino su cui si erano concentrati tutti i sospetti quella bambina di appena quattro anni,
Girolimoni (1889-1961), che si degli investigatori? Emma Giacomini, ritrovata in fin di vita
proclamò sempre innocente. Gino Girolimoni era stato fermato il 10 nel quartiere Monte Mario. Nelle zone po-
Il colpevole fu in seguito
maggio 1927 dal brigadiere Giampaoli, polari di Roma iniziò una caccia all’uomo
indicato in un pastore inglese
che non fu perseguito per
suo commilitone durante la Prima guer- che si trasformò in una “caccia al mostro”
non rischiare un incidente ra mondiale. L’agente era riuscito a por- dopo il cosiddetto delitto della Biocchetta.
diplomatico. A destra, la foto tarlo in commissariato con un pretesto, Nel giugno del 1924 fu trovato il corpo
segnaletica di Girolimoni. per poi metterlo sotto torchio nella vana di un’altra bambina: Bianca, detta Bioc-
ricerca di una confessione. Si pensava co- chetta, di 3 anni, morta per le conseguen-
109
Girolimoni fu assolto ma ebbe la vita distrutta. Al suo funerale c’erano solo
ze di una violenza carnale. Un ignaro vet- Ma il mostro non agiva così: prelevava Giampaoli ad accusare Gino Girolimoni,
turino, sulle prime preso per il colpevo- le bambine direttamente dalle loro abita- procacciatore di casi per gli avvocati del
le, fu quasi linciato dalla folla e in seguito zioni e proprio il fatto che agisse sempre foro di Roma e perciò sempre in mezzo
morì avvelenato, probabilmente suicida, in situazioni protette alimentò una paura a brutte storie di reati. Girolimoni, per di
per la vergogna di quell’accusa. Fu lui la irrazionale verso il “vicino di casa”, facen- più, aveva fama di libertino. Scapolo in-
prima “vittima collaterale” di quell’incu- do dilagare sospetti, delazioni e calunnie. callito, relativamente benestante, aveva
bo romano. Quando fu messa una taglia sulla testa una passione particolare: parte della sua
Capro espiatorio. Erano i primi anni dell’assassino furono molti i cittadini che abitazione era adibita a studio fotografi-
del fascismo e Mussolini aveva ordinato iniziarono a collaborare attivamente, for- co, dove accoglieva belle donne e famiglie
di usare ogni mezzo per catturare il mo- nendo però anche false testimonianze e con bambini a cui scattava ritratti su com-
stro: in gioco c’era la credibilità dello Sta- accuse immotivate, senza troppi scrupo- missione. Come vedremo, l’interesse per
to. Per ottenere qualche risultato la po- li. Venne proposta una promozione per i la fotografia si rivelerà fatale.
lizia, che brancolava nel buio, arrivò al funzionari di polizia che avessero scovato Giustizia sommaria. Agli inizi di maggio
punto di utilizzare bambine degli orfano- l’assassino, il che portò molti agenti a con- del 1927 un’ennesima giovane vittima fu
trofi come “esche”: venivano lasciate nel- clusioni per lo meno affrettate. trovata vicino a un’osteria dove era da po-
le piazze a giocare da sole, osservate da Fu proprio la speranza di ricevere una co entrato un signore con un cappello, i
lontano da agenti di pubblica sicurezza. promozione a convincere il brigadiere baffi e una ferita al collo, accompagnato

POLIZIA DI STATO/RES (4)


La pista inglese
N onostante non si intendesse ce-
lebrare un nuovo processo dopo
lo scarcerazione di Girolimoni, alcuni
cronisti e il funzionario di polizia Giu-
seppe Dosi (a destra) continuarono a
indagare. L’ipotesi a oggi più proba-
bile è che il colpevole fosse il pastore
inglese: Ralph Lyonel Brydges.
Le prove. Nel 1928 Brydges venne
trovato in possesso di foulard identici
a quelli usati per strangolare le vitti-
me e pagine di appunti con annotati
i luoghi dei delitti. Inoltre brandelli
di un testo religioso in inglese erano
stati rinvenuti vicino a uno dei ca-
daveri. Ralph Brydges era già stato
accusato di molestie nei confronti
di bambine e trasferito più volte.
Furono questioni di convenienza
diplomatica fra Italia e Inghilterra a
evitarne l’incriminazione. Qui sotto,
la notizia dell’indagine di Dosi.

Indagine a tutto campo


Girolimoni fotografato dopo il
suo rilascio: il “superpoliziotto”
Giuseppe Dosi preferì andare
contro i suoi superiori, rischiando
la carriera, per scagionarlo.
l’avvocato e il poliziotto che lo scagionò
da una bambina. L’oste fece due più due e me un successo della repressione
concluse che il cliente con la bambina do- che non voleva perdere. Un nuo-
veva essere il mostro che tutti cercavano. vo processo non si doveva cele-
La polizia iniziò a rastrellare il quartie- brare, perché l’assoluzione avreb-
re portando testimoni e sospetti in com- be vanificato tutto. Che fare? L’uo-
missariato. Girolimoni gironzolava pro- mo dell’osteria venne trattenuto in
prio intorno al commissariato a caccia di commissariato e intimidito affinché
clienti in cerca di difesa legale, quando il non parlasse dell’errore giudizia-
brigadiere Giampaoli notò la cicatrice che rio. Girolimoni, che si era sempre
il suo ex commilitone si era procurato in dichiarato innocente, fu scarcerato
guerra. Tanto bastò a far finire Girolimo- senza clamore: per ordine del duce i
ni in un confronto faccia a faccia con l’o- giornali non diedero la notizia. Il film su di lui
ste e con altri sedicenti testimoni del de-
litto. Gli eventi precipitarono: fu ricono-
diritto all’oblio. Girolimoni si era fat-
to 11 mesi di galera. Un periodo relati- N el 1972 da questa vicenda giudizia-
ria venne tratto il film Girolimoni.
Il mostro di Roma, di Damiano Damia-
sciuto dall’oste e da una signora. Ma, so- vamente breve nel quale però il suo no-
ni, con Nino Manfredi nei panni di
prattutto, in casa sua vennero rinvenute me (specie senza la notizia della riabili-
Girolimoni.
foto di bambine: le aveva scattate durante tazione) era ormai diventato sinonimo Psicosi collettiva. Il film riprende fe-
il suo secondo lavoro di fotografo, ma fu- di pervertito, pedofilo e quindi, secondo delmente il caso e presenta riferimenti
rono usate come una prova schiacciante. la mentalità del tempo, di omosessuale. all’attualità dell’epoca, come la vicenda
GoGna mediatica. Girolimoni fu descrit- Gino tentò una battaglia per la propria di Valpreda, additato come colpevole
della strage di Piazza Fontana (causa-
to dai giornali come un degenerato, un riabilitazione. Battaglia persa in parten-
ta da una bomba esplosa alla Banca
pazzo, un malato nella migliore delle ipo- za, perché il fascismo non voleva ricono- Nazionale dell’Agricoltura di Milano
tesi. Girolimoni, per di più, ci metteva del scere il suo errore e Girolimoni era ormai nel ’69) e scarcerato nel ’72 quando il
suo. Non abbandonò mai l’atteggiamen- sinonimo di mostro. Decise di cambiare film uscì nelle sale. Uno degli spunti
to sprezzante nei confronti del suo accu- identità, ma veniva riconosciuto per stra- più attuali della pellicola è la ricostru-
zione della psicosi di massa creata dai
satore, Giampaoli, l’ex amico. E questo da e l’opinione pubblica continuava a ri-
misfatti del “mostro” e il suo linciaggio
gli procurò un trattamento molto duro tenerlo colpevole. mediatico. Il riconoscimento della sua
da parte della polizia: pestaggi e torture. Girolimoni allora fece qualcosa che cer- innocenza da parte della stampa giun-
Ma Gino non confessò mai. A incastrarlo to non lo aiutò: sequestrò la figlia del se soltanto nel 1961 (sopra).
arrivò la testimonianza di una ragazzina. commissario, presentandosi come un pa-
Era una domestica che lavorava per una rente all’uscita di scuola. Per il rilascio
delle amanti di Gino. pretendeva una riabilitazione a mezzo brò a portata di mano. Ma lui, ormai vec-
La ragazza, pare costretta dai suoi da- stampa. Ma era un uomo di buon cuo- chio e provato, non ebbe le forze di farsi
tori di lavoro, accusò Girolimoni di aver- re e, di fronte al rifiuto del commissa- ascoltare. Era passata troppa acqua sot-
ci provato con lei. Il libertino-fotografo rio, rilasciò la bambina. Scrisse anche, to i ponti e Girolimoni era ormai diventa-
fu arrestato e la notizia si diffuse rapida- senza successo, una supplica a Musso- to sinonimo di mostro. L’unico tardivo ri-
mente, facendo tirare un sospiro di sollie- lini. Poi iniziarono anni bui di alcolismo conoscimento giunse dopo la morte, nel
vo ai romani e segnando un punto a favo- e sofferenza. 1961. La questione venne risollevata e la
re della polizia. Ma i colpi di scena non troppo tardi. Dopo, con il ritorno del- città di Roma gli dedicò una strada: “via
erano finiti. la democrazia e della libertà di stam- Gino Girolimoni, innocente”. •
innocente! I dettagli dell’indagine pub- pa, la riabilitazione di Girolimoni sem- Piero Pasini
blicati sui giornali, in particolare quel-
li relativi alle circostanze che avevano
portato al riconoscimento di Girolimo- Incidente
ni, condussero a una svolta: l’uomo che diplomatico
si era recato in osteria con la bimba po- Le foto
co prima del delitto si riconobbe nella de- segnaletiche
scrizione dei giornalisti e decise di chiari- del pastore
re la propria posizione e andò alla polizia anglicano Ralph
per scagionare Girolimoni. A corrobora- Lyonel Brydges.
Il poliziotto
re la sua versione dei fatti c’era la bimba
Dosi raccolse 90
stessa, viva e vegeta. Era l’8 marzo del indizi a carico del
1928 e Girolimoni era in carcere da qua- reverendo, che nel
si un anno. 1929 fu prosciolto
Ormai, però, l’opinione pubblica ave- per insufficienza
va avuto il suo capro espiatorio e il regi- di prove.

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Londra, dicembre
1948. A pochi giorni da
Natale, alcuni impiegati
collegano le luminarie
per il tradizionale abete
su Regent Street, una
delle vie più trafficate
della capitale britannica.
L’usanza dell’albero di
Natale risalirebbe al ’500:
una cronaca di Brema
(Germania) del 1570
racconta dell’abitudine
di decorare un albero
(non necessariamente
un abete) con mele,
noci, datteri e fiori
di carta. Ma a Riga
(Lettonia) una targa
rivendica il primo albero
addobbato, nel 1510. Di
sicuro questa tradizione
rimase a lungo tipica
delle regioni a nord
delle Alpi. I cattolici la
accolsero soltanto dopo
il Congresso di Vienna
(1814-1815), grazie agli
ufficiali inglesi di stanza
in mezza Europa.
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