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Letteratura inglese III

-Jane Austen (biografia e opere)


-Ultima opera: PERSUASION
1-7: Nel capitolo 7 il tempo dell’amore è finito. Quali sono gli strumenti che ha una donna per comunicare
all’uomo? Una comunicazione passiva, nel caso di Anne Elliot. Il capitano Wentworth fa carriera solo grazie
alle sue capacità. Ma in questa novella si possono intravedere diverse novità. Anne Elliot nell’essere passiva
sta esprimendo un valore, è una novità questo suo sguardo passivo di Anne, e la capacità della narratrice di
entrare attraverso i pensieri del personaggio.
8-12: 10/10/2022 (3 lezione)
Capitolo 8: E’ uno dei primi capitoli in cui Anne ha la possibilità di osservare il capitano Wentworth per la
prima volta. I due non hanno un vero proprio dialogo. Siamo ad una cena e tutti gli occhi sono puntati sul
capitano Wentworth. Quest’ultimo risulta come un persona fortemente sicura di sé, ma allo stesso modesto
delle conquiste che ha fatto. Si parla delle sue imprese, del mare, della guerra, ma lui ritorna all’anno in cui
ha conosciuto Anne Elliot senza che la narratrice debba dirlo. Noi qui vediamo come in una scena teatrale
chi era quel ragazzo di cui Anne si era innamorata 8 anni fa. Succede poi che il capitano le si avvicina con
maniere cortesi e non spontanee.
Capitolo 9: Si incontrano per la seconda volta. Siamo nel Cottage della sorella di Anne. In questa scena
traspare molta freddezza nei confronti di Anne e rimane silenzioso per tutta la durata della scena
avvicinandosi alla finestra. Dunque qui vediamo il capitano che rispetto a prima è perso, mentre prima si
sottolineavano le sue imprese ecc con la comunità. Accade qualcosa: entra in scena il fratello minore di
Charles come un ragazzo impertinente e presuntuoso che comincia ad avvinghiarsi ad Anne, che si ritrova
dunque di fronte ad una situazione di imbarazzo. Succede che il capitano aiuta Anne, lasciandola confusa
fino alla fine della scena. Il senso fisico di sentirsi oppressa per poi essere liberata da Wentworth.
Capitolo 10: Comincia un’escursione. Anne si identifica con l’autunno, con la vita sfiorita. Ascolterà poi una
conversazione tra Wentworth e Louisa: Anne viene contrapposta ad altre donne. In questa conversazione che
Anne è costretta ad ascoltare si parla della proposta di matrimonio di Charles ad Anne prima di farla alla
sorella Mary, che ha rifiutato in precedenza. Il capitano Wentworth risponde con i sentimenti che ha per lei,
mentre quest’ultima ascolta. Che succede poi? Anne sente da Louisa che lei aveva rifiutato Charles e questo
è interessante come non entriamo nella mente del capitano ma solamente in quella di Anne. A quel punto
(nella scena 4) stanno tornando dalla passeggiata ed Anne è stanca, e arriva la carrozzina dell’ammiraglio. Il
capitano bisbiglia all’orecchio di Louisa.
Capitolo 11: è un momento importante perché si ha l’incontra tra il capitano Harville e il capitano Benwick.
Quest’ultimo prende di mira Anne. C’è un momento meta narrativo in cui la scrittrice dice la sua in modo
tale che associa la sofferenza del capitano B. con quella del romanzo. Anne tornerà a difendere la prosa.
Capitolo 12: Qui c’è una scena tra il capitano Wentworth e Anne, nello sguardo fra i due. Avviene un
incontro tra Anne e il baronetto, cugino di Anne. Succede poi che Louisa cade per farsi prendere dal
capitano. Anne d’altra parte si mostra più determinata, chiama il medico e gestisce la situazione.
Istintivamente tutti cercano Anne, che è più forte. Il capitano insiste che Anne rimanga ma sarà costretta ad
andare.
-Confronti con altre opere di Jane Austen, come Orgoglio e Pregudizio
Lezione 12/10/22
Continuo con Jane Austen:
Dal capitolo 13 all’ultimo (capitolo 24): Capitolo 13: L’ammiraglio Croft racconta com’è vivere nella sua
vecchia casa. Si sottolinea l’importanza dell’ironia e il city-country, tra moralità della campagna e il perdersi
nella città, il luogo in cui si svolgono i commerci, in cui le persone si arricchiscono che infiltreranno anche i
proprietari terrieri. Nel settecento ci sono due figure, quella di Defoe che delinea la figura del mercante e
Joseph S. ritornando a Persuasion, Anne non vuole ritornare a Bath.
Capitolo 14: Se prima il padre di Anne e la sorella non la consideravano nemmeno, adesso l’ammirano.
Dal capitolo 17 c’è una digressione in cui Anne va a trovare una sua vecchia amica, che si è sposata con un
uomo ricco, Mr Smith che morì perdendo un grande investimento, e che non è affatto come appare agli occhi
dei pregiudizi di Lady Russell.
Ritorno sul personaggio di Benwick: Si rivolge ad Anne invitandola a leggere prosa. È il personaggio della
caparbietà morale (judgment).
Nel capitolo 18: Arriva la lettera (molto frequente in Jane Austen) della sorella di Anne dicendo che Louisa
si sposerà con il capitano Benwick. Anne non cela solo i suoi sentimenti agli altri, al mondo esterno ma
anche a se stessa.
Capitolo 19: Wentworth arriverà poi a Bath. Avviene un altro incontro tra Anne e il capitano, che le offre di
accompagnarla all’ombrello, è gentile con lei nonostante fosse impegnata con il ricco cugino Elliot.
Capitolo 20: qui ci sono due eventi: il teatro, nel momento di incontro tra Anne, Mr. Elliot e il capitano
Wentworth. I rapporti di forza tra Anne e il capitano stanno cambiando, poiché quest’ultimo inizia a provare
un senso di gelosia nei suoi confronti. Non c’è una forma di comunicazione, in cui le non riesce ad esprimere
quello che prova.
Capitolo 21: I pensieri di Anne vengono messi tra virgolette come se si volessero proiettare i pensieri stessi
della scrittrice.
Capitolo 22: Wentworth viene accettato a Bath e inizia ad avvicinarsi ad Anne. Arriva l’invito della Walter
Elliot party.
Capitolo 23: l’intera famiglia Musgrove si trasferisce a Bath. Qui nuovamente si sottolinea l’importanza
della lettera scritta da Wentworth per Harville (migliore amico del capitano).
Jane Austen non adotta un punto di vista per ridicolizzare i maschi rispetto a Virginia Woolf, ma li accorda
entrambi. Inoltre in questo romanzo si ribalta la gerarchia sociale, con la posizione dei proprietari terrieri con
gli ufficiali. Anne e il capitano Wentworth ritornano ad un incontro che hanno avuto in precedenza: Ogni
scena viene rievocata. Adesso Jane Austen ci spiegherà la continuità del romanzo nella conclusione.
Finale:

Lezione 13/10/2022
Passiamo dal 1818 al 1898 con la figura di Henry James.
Contesto storico: uno dei temi principali del corso riguarda la scrittura femminile. Un fattore importante è il
diritto al voto per le donne intorno al 1919-20. Questo per dire che si mettono a confronto due scrittrici, Jane
Austen e Bronte. Non tutte le scrittrici sono femministe. L’evento più importante della letteratura inglese è
avvenuto fuori dall’Inghilterra, in cui i poeti e scrittori usarono le penne come armi, tra cui Mary W. che
diede alla luce Mary Shelley. Un’altra figura importante è Sir Walter Scott che abbiamo rivisto in
Persuasion, che nello stesso anno pubblica un romanzo, con il titolo di “Waverly”. Lo scrittore è riuscito ad
inventarsi un modello che è quello del romanzo storico, trasformò il romanzo in un fenomeno di massa. Un
altro poeta è Lord Byron che viene citato dal capitano Benwick in Persuasion.
Contesto del periodo dell’800: periodo di ottimismo nonostante subentrino aspetti negativi. Si svilupperà un
nuovo tipo di romanzo, quello gotico, come Dracula, Dottor J. and Mr. Hyde, ecc.
Un fattore importante è quello sociale con il mercato editoriale, in cui si vede una frammentazione del
romanzo. Questi ultimi erano accessibili soltanto ai più ricchi, come il padre della Austen. Gli scrittori
dunque vivano con la pubblicazione di romanzi a puntate, i foilletton. L’ultimo passo fino ad arrivare ad
Henry James, bisogna considerare alcuni scrittori e opere come Moby Dick, lo scrittore Stevenson. Dalla
periferia delle scrittrice notiamo sempre di più che la scrittura sta cambiando con questi scrittori. Un’altra
figura è quella di James Joyce, che a differenza delle scrittrici come la Austen era cattolico, rifiutando la
metropoli e trasferendosi a Trieste dove insegna inglese.
Henry James: di origini americane, nasce nel 1843. È il sacerdote del romanzo come forma d’arte,
considerato il pre modernista. Nasce da una famiglia eccentrica, il nonno era così ricco che lasciò una somma
straordinaria alla famiglia che era dunque indipendente. La famiglia lascia gli Stati Uniti e si trasferisce a
Roma, in cui Henry James diventa scrittore e dove individua il tema della sua narrativa, cioè l’International
city. Il più famoso dei suoi romanzi è “il Ritratto di signora” però nel 1875 si sposta a Parigi, che era il
centro della letteratura europea. Lontano da Londra incontrerà quelli che sono i maestri della letteratura, tra
cui Flaubert, Baudelaire… ma lascerà Parigi perché si accorge di dover scrivere in una città in cui si parlava
la sua lingua. Nel 1884 scrive “The Art of Fictions”, per poi arrivare a scrivere delle commedie come “Guy
Domville”. 4 anni dopo decide di sperimentare la novella come con “The Turn of the Screw”. Henry James
propone ai lettori un romanzo di fantasmi e li sfida a leggerli, ad interpretarlo. Da quando l’interpretazione
dei sogni subentra nella critica letteraria si dividono due scuole di pensiero: gli apparizionisti e
allucinazionisti. La storia dei fantasmi è il centro della scuola vittoriana.
Cornice narrativa che ha origini antichissime, la ritroviamo anche nel romanzo di Henry James.
Analisi dell’opera: THE TURN OF THE SCREW
17/10/2022
“Il giro di vite” dà inizio alla fase sperimentale di Henry James, che lo fa diventare il pioniere del
Modernismo inglese. Seguono poi altri tre romanzi che comincia a dettare, in cui il suo linguaggio letterario
si fa sempre più chiaro. Muore nel 1916. Tutto questo per rimarcare la lettura di Henry James e Persuasion di
Jane Austen.
Analisi dell’opera: Il prologo del romanzo è una sorta di paratesto. Nel 1908 viene pubblicata la prefazione
dell’edizione di New York, in cui lo scrittore dice che il romanzo non è stato scritto con un linguaggio
semplice in cui si leggono le storie degli eventi che succedono: le apparizioni dei fantasmi a due bambini.
Non rivolto ad un pubblico di chi legge le favole, o popolare ma rivolta ad un pubblico più smaliziato. Crea
una narratrice (l’istitutrice) alla quale nega la capacità intellettuale di spiegare che cosa le sta succedendo. È
una narratrice inferiore a Jane Austen, che non aveva autorità. Ci sono tre narratori: il narratore esterno
all’inizio del prologo, Douglas, colui che legge la storia al pubblico, l’istitutrice che narra in prima persona a
partire dal I capitolo. Nel prologo c’è un io narrante che ci descrive la scena: si concentra sulla figura di
Douglas che davanti al caminetto dice che quello che racconterà è al di là di tutto. Già a partire dal prologo si
stabilisce una gerarchia tra uomini e donne. Lo scrittore è attento a costruire una cronologia. Come in
Persuasion c’è una distinzione tra vedere e sentire, chi vede sa. Nella lettura del manoscritto non è la storia di
una donna che è finita in manicomio ma si ha sempre l’idea di cui lei è sempre riconosciuta come una brava
istitutrice. Il senso del prologo è quello di raccontarci l’antefatto. La storia è ambientata in una villa in
campagna. L’unico obiettivo della narratrice è quello di prendersi cura dei due bambini, di essere fedele alla
consegna, per cui si parla di una storia d’amore o anzi di seduzione.
A partire dal 1 capitolo: Quando inizia a parlare l’istitutrice prima di morire per poi mandarlo a Douglas per
fa sì che lo legga al pubblico davanti al caminetto (nel prologo). Arriva nella villa, venendo accolta in questa
nuova realtà. La signore Grose si sente così sollevata nel vederla. Qui a differenza di Persuasion si parla di
eventi, in cui la narratrice fa vedere eventi diurni e notturni in cui interpreta quello che fanno i bambini. Alla
fine del primo capitolo arriva una lettera prima di arrivare, che comunica che il ragazzino verrà espulso.
James ci fa seguire l’impatto che ha questa lettera sull’istitutrice ma non verremo mai a sapere il contenuto di
essa.
19/10/2022
Da pag. 90: la narratrice si avvicina alla governante e viene inserita la parola “bad” all’interno della
narrazione. Il male che lei proietta al bambino. Il dialogo tra le due donne, l’istitutrice e la governante è una
delle parti cruciali della narrazione, in cui vengono fuori i “visitators”, le confabulazioni notturne tra le
donne per paura che i bambini possono sentirle. L’istitutrice viene da un passato molto povero ma viene
comunque chiamata “signora”. Ad un certo punto la governante, la signora Grose racconta della vecchia
governante, Jessel, che ha preceduto l’istitutrice. Quest’ultima capisce che lei avesse in mente un’altra
persona, un uomo ma l’informazione che riceviamo è che la governante precedente è morta in vacanza per
motivi che non vengono detti, ecco che viene fuori il tema del “non detto” ma che probabilmente è associato
al fatto di dover abortire e lasciare di conseguenza la casa. In seguito, arriverà l’altro bambino, Miles, la cui
presenza affascina l’istitutrice, “c’era qualcosa di divino” afferma. È un bambino così bello che non ha una
storia, non ha mai sofferto, viene sottolineata quella che è l’innocenza infantile.
Da pag. 102: Succede che mentre l’istitutrice passeggia pensa al “master”, al bambino e pensa a quanto
potesse essere bello incontrarlo. Ad un certo punto vede un individuo ma non è Miles, ma un uomo, un
“visitor”, una persona sconosciuta che è arrivato nella sua solitudine. Nel capitolo 4, l’istitutrice decide di
non dire nulla alla governante e si dedica al suo lavoro. C’è un secondo episodio in cui rivede questo uomo,
che nella descrizione assomiglia al diavolo (capelli rossi…) che non porta un cappello, dettaglio importante
che aiuterà la governate a collegare l’individuo al vecchio maggiordomo, Peter Quint, morto anch’egli. Lui
cercava qualcuno.
Nel sesto capitolo, abbiamo la prima confabulazione notturna tra le due donne. Si deduce che
quell’individuo stesse osservando Miles e tutto si regge sulla convinzione dell’istitutrice “I know, I know, I
know”. La scrittura diventa un momento per l’istitutrice di raccontare i propri pensieri.
C’è poi la famosa scena del “Mare di Azov”, quando un pomeriggio l’istitutrice porta Flora a giocare in riva
al lago, mentre improvvisamente percepisce senza vederla una presenza che fissa la bambina, la quale
anch’essa comincia ad avere un atteggiamento esagerato come nell’attirare l’attenzione. Distoglie lo sguardo
dalla bambina e affronta la presenza che nel capitolo successivo racconterà alla governante. Anche qui è
interessante come l’istitutrice sia capace di descrivere quello che vede e la conseguente reazione della
signora Grose che riconoscerà l’individuo grazie alla descrizione dettagliata di lei. Questa volta si tratta di
una donna, di Jessel, la precedente governante.
C’è una dinamica di attrazione per esempio tra i bambini e i vecchi governanti, ma anche tra l’istitutrice e i
bambini, anche se più che attrazione è un senso di proiezione.
Capitolo 9: i bambini recitano per tutto il tempo, come personaggi shakespeariani come afferma l’istitutrice.
I bambini in campagna comincia a raccontare una storia ai bambini “Amelia” di Fielding, in un momento di
assoluta pace. Mentre sta lì però risente i rumori che aveva sentito la scorsa notte, un pianto di un bambino.
Dunque si affretta ad uscire, scendendo dalle scale e con la candela in mano e qui succedono tre cose: la
candela si spegne e improvvisamente rivede la figura (di Peter Quint) sul piano in cui stava. Quando si
incontrano l’istitutrice non cede di un passo, nonostante la giovane età si mostra una persona forte e a quel
punto l’apparition scompare. Ritorna dai bambini (accade nel capitolo dopo) e Flora è alla finestra: che cosa
cercava? La cosa importante è la prontezza dei bambini, le loro reazioni. L’istitutrice sta perdendo controllo
ma più lei prende forza per reagire.
Capitolo 10: Flora scompare, arrendendosi di ciò che stava guardando. L’istitutrice è convinta che la
bambina stava guardando la vecchia governante per cui decide di cambiare stanza per guardarla da un’altra
prospettiva, scendendo al primo piano. La luna le mostra la presenza di una figura che stava fissando
qualcosa sopra di lei. C’era qualcuno sulla torre che la narratrice mai e poi mai si era mai immaginata di
vedere, cioè quella del piccolo Miles.
20/10
Nel capitolo 10 Flora si nasconde, e subito dopo l’istitutrice affacciandosi alla finestra rivede la figura, che si
accorgerà essere quella del piccolo Miles. Da lì tutto comincia a cambiare, a peggiorare, perché è l’istitutrice
contro i bambini. Lo scrittore affida la narrazione alla donna ma la cosa interessante è che costruisce
l’immagine dei bambini da difendere a tutti i costi. Emerge quella che è l’innocenza infantile. Ritornando
alla scena del capitolo 11 (204): le confabulazioni che avvengono tra le due donne, le quali sono convinte
che i bambini non sappiano, né ascoltino. Qui ritorna la parola “bad” e questa volta dal piccolo Miles. Nel
capitolo successivo (12) c’è lo scambio con la signora Grose, e da questo momento in poi si capisce come
l’istitutrice perde sempre di più il controllo, nonostante affermi che quello che ha visto lo ha resa più lucida,
e capire meglio anche altre cose. A questo punto scrivere lo zio è la cosa migliore da fare ma lei si rifiuta.
Nel capitolo 13, passa un mese e la narratrice si accorge sempre di più di essere manipolata, per esempio nel
momento in cui gli chiedono del suo passato, della sua famiglia per impedirle di farle fare delle domande,
dandole il senso di essere osservata di nascosto. Si parla di contro narrazione dei bambini, pur non dandogli
grande importanza. Arriva l’autunno, e le torna in mente quella figura, che insieme all’altra non si fa più
vedere, tant’è che viene fuori la parola “obsession”. L’istitutrice se ne sta sola immaginando di dire ai
bambini che sono complici di tutto questo ed andare al nodo della questione ma non ha il coraggio di farlo.
Nel capitolo 14, i bambini e l’istitutrice vanno in chiesa una domenica mattina, legando il bambino allo
scialle per non perderlo. Quest’ultimo domanda all’istitutrice in una forma irrispettosa chiamandola “my
dear/carissima” e chiederà quando ritornerà a scuola e che non può rimanere sempre con una signora. Lei
risponde dicendo di essere sempre la stessa signora, sbagliando. Lui replica di voler vedere di più della vita e
di stare con quelli come lui. (capitolo 15) Dopo il dialogo con il piccolo Miles, arrivano ad un cimitero e
l’istitutrice si accascia su una tomba per decifrare le parole che gli aveva detto. L’istitutrice scappa,
semplicemente per allontanarsi, ritornando in casa. Rivede la figura di quella orribile donna, nello stesso
posto di più di un mese prima ma non scapperà. Nel capitolo 16, avviene la confabulazione con la signora
Grose, e l’istitutrice si inventerà di aver avuto un dialogo con la figura, inventando che lei volesse prendere
Flora. Nel capitolo successivo, la natura, un temporale annuncerà un nuovo evento: un nuovo scambio tra
l’istitutrice e il piccolo Miles. L’istitutrice gli chiede cosa è successo prima che è stato espulso
costringendolo a dire quello che lei voleva sentire, cercando in tutti i modi di aiutarlo a salvarlo. (cap. 17)
Lezione 24/10/2022
Capitolo 19: torniamo nel laghetto dove ritorna la figura. Flora scompare con la conseguente reazione delle
due donne che si imbarcano alla ricerca della bambina. Dopo l’istitutrice vedrà la vecchia governante, Jessel
e non può pensare altro che ad una prova (proof, parola chiave), essendo per lei quasi una questione vitale.
Ma la bambina la guarda e la giudica, per essere una criminale, una distruttrice, negando a tutti costi di aver
visto quello che ha visto l’istitutrice: ci sarà una trasformazione del viso angelico della bambina che
improvvisamente si invecchia. Neanche la signora Groose vede niente appoggiandosi alla parte della
bambina e sconvolte decidono di andarsene, la abbandonano e se ne vanno, dopodiché ella perde i sensi
urlando disperata e quando ritorna a casa scopre che Flora ha tolto tutte le sue cose nella stanza e non vuole
più vederla. C’è un ultimo episodio: la lettera che l’istitutrice ha scritto allo zio non è mai arrivata, è
scomparsa, la cui colpa viene attribuita al piccolo Miles, con la conseguente ipotesi della sua espulsione dalla
scuola: rubava. Rimangono dunque da soli l’istitutrice e il piccolo Miles, che sono in questo momento alla
pari, perde per cui l’iniziale ruolo di istitutrice.
Proseguendo con i capitoli si concentrano dunque sui due personaggi, soli nella casa o forse, in cui
l’istitutrice ne approfitta per tirare fuori l’argomento e scoprire la verità dal piccolo Miles. Quest’ultimo
comincia a cambiare fisicamente. Capitolo 24 (ultimo): L’istitutrice aspetta che la figura intervenga affinché
il bambino suggerisca cosa dirgli. Ad un tratto gli chiede se avesse preso lui la lettera per lo zio, e a quel
punto arriva Peter Quint, che vedrà solo l’istitutrice (di nuovo). Finale: la morte del piccolo Miles (vedi
note). Vengono date diverse interpretazioni sulla morte del bambino.
26/10/22
Lezione su Virginia Woolf e il romanzo “La signora Dalloway” del 1925
Virginia Woolf: una sua caratteristica sono i suoi diari, dove parla a se stessa sulle sue opinioni degli
scrittori a lei contemporanei. La tecnica narrativa di Virginia Woolf è associata a quella di James Joyce,
ovvero the stream of consciousness. L’ombra che ha accompagnato la scrittrice è la malattia mentale. Nasce
nel 1882 e proviene da una grande famiglia, terza di quattro figli. Nel 1895 è il primo episodio di depressione
di Virginia Woolf con la morte della madre, seguito da quella della sorellastra e del padre. Tenterà infatti il
suicidio. A 23 anni comincia la sua carriera di giornalista letteraria prima di diventare scrittrice, con il nome
di Stephen con il ruolo di recensire i suoi contemporanei. A 30 anni nel 1912 sposa Leonard Woolf, che
aveva scelto la carriera di amministratore, il quale assistette la moglie alle sue crisi (dettagli che ritroviamo
nel romanzo della signora Dalloway). Pubblica i suoi primi romanzi di satira intorno al 1915, come “The
Voyage Out” in cui incontriamo la coppia Dalloway, Richard e Clarissa. Pubblica poi romanzi sperimentali,
saggistica come l’opera completa di Freud. Finisce la guerra e Virginia e suo marito vanno a vivere in
campagna, nel 1919: pubblica uno dei saggi più famosi della letteratura inglese. Nel 1922 pubblica “Vita
Sackville-West”, considerato il primo romanzo sperimentale. E nel 1925 pubblica “Mrs. Dalloway” e due
anni dopo “To the Lighthouse”: qui la sua sperimentazione non è più ritrarre le cose della vita ma centrato
sulla scrittura femminile, vuole inventare un nuovo tipo di scrittura. Questo romanzo come la signora
Dalloway è diviso in 3 giornate. Il tema centrale è la guerra e segna il passaggio dal mondo dei padri al
mondo dei finti, dal vittoriano al mondo moderno. Nel 1928 pubblica “Orlando”, personaggio che cambia
sesso. Nel 1931 pubblica “The Waves”, un romanzo-commedia, incentrato su 6 personaggi. Cosa succede
durante la seconda guerra mondiale? Il marito è ebreo, per cui vanno a rinchiudersi in campagna. Nel 1941
Virginia Woolf si suicida, gettandosi nel fiume. Esce postumo il suo ultimo romanzo “Between the Acts”.
Contesto storico: Questo momento segna il passaggio della letteratura del popolo inglese a quello della
lingua inglese. Brani
tratti dal diario di Virginia Woolf: vedi power point su Teams. Per esempio l’Ulisse di James Joyce, in cui la
scrittrice dice la sua sul romanzo del suo coetaneo. La signora Dalloway prende infatti ispirazione dall’opera
di Joyce, pur distruggendolo. Il romanzo di Virginia Woolf è segnato dal tempo interiore e da quello esterno.
“The Mark on the Wall” è il romanzo che la Woolf pubblica nel 1917, e può essere considerato come il
primo esempio di monologo interiore e nel differenziarsi dalle altre tradizioni, come il realismo.
27/10/2022
L’obiettivo della scrittrice è quello di ritrovare la propria strada e non quella di imitare gli scrittori come
Joyce, ecc… Virginia Woolf scrive un saggio su Jane Austen nel 1925, su che cosa scriveva e cosa avrebbe
potuto scrivere in futuro. Scrive a proposito di Persuasion, prendendo in giro i personaggi. Questo è
importante anche per comprendere meglio la scrittura del suo romanzo, la signora Dalloway ed è anche
importante sottolineare come la scrittrice dimostri come artista che c’è un punto di vista femminile diverso.
Analisi dell’opera “La signora Dalloway”: Nel romanzo ritroviamo un flusso strutturato a differenza di Joyce
in cui sentiamo i pensieri della scrittrice: nella prima parte il personaggio principale descrive con entusiasmo
la giornata. Virginia Woolf vuole dare al personaggio di Clarissa Dalloway il suo modo di esprimersi, la sua
parte più allegra. L’associazione mentale è un tema importante che prevale in questa prima parte nei panni di
Peter Walsh, il secondo personaggio principale che torna dall’India e sarà presente successivamente. Tutta
l’allegria del personaggio è di qualcuno che ha sofferto (ritorno al periodo storico della guerra). L’ambiente
di questa prima parte è Westminster. Il Big Ben qui ha funzione di tenere intatto il tempo esterno, associato
con il cuore di Londra, Westminster. C’è un inno alla gloria: il personaggio di Clarissa è felice di essere a
Londra, è felice di essere in vita e di rivedere le persone: “she felt positive”. Viene utilizzato il discorso il
discorso indiretto libero, utilizzato già dalla Austen, in cui viene emesso il “dice” trasmettendo direttamente
quelli che sono i pensieri del personaggio. Clarissa rincontrerà Peter, il che vuol dire ripensare a tutta la sua
vita: Peter non è un intellettuale ma è soltanto dentro il suo lavoro a corte, il quale sente la sua mancanza. La
donna è cardiopatica ma piena di vita: in questo momento mentre cammina è bello sentire di stare accanto a
Peter come dice Clarissa ma nessuno dei due è riuscito a sviluppare le proprie potenzialità. Ci sono due
livelli di pensiero nel momento in cui subentra Peter, legato a quello giovanile e quello reale, con il marito e
sua figlia. Man mano nel romanzo vengono fuori le sofferenza di Clarissa, per esempio quando viene a
sapere che Peter si è sposato. Ad un certo punto subentrano le parole di Peter e non più di Clarissa “Never
could she understand how he cared” o “and she wasted her pity”. Peter si è sposato con una donna con cui
non ha avuto un rapporto simile a quello tra Clarissa e suo marito, nonostante ciò è ancora innamorato di lei,
affermando infatti che “his whole life had been a failure”.
Lezione 31 ottobre: reg.
2/11
È importante considerare la forma della scrittura di Virginia Woolf, ma anche il contenuto che è
estremamente carico di significato dal punto di vista politico, sociale e storico (la guerra), che è il momento
in cui si può riconoscere il fallimento: dunque che cosa può fare una scrittrice per contrastare questa
situazione? Nella scrittura della Woolf si cerca un’alternativa per scavare le ferite della guerra. Per esempio
in Gita al faro la guerra non viene menzionata, se non delle parentesi.
Ritorno analisi del romanzo: ci sono delle immagini ricorrenti come il Big Ben, l’orologio, l’aereo e la
macchina, che è un momento in cui i personaggi si riuniscono, simbolo della nazione dopo la guerra. L’aereo
è associato con la guerra, ma qui è un aereo pacifico. Un’altra immagine ricorrente nel romanzo è il lavoro a
maglia. Pag. 100: la signora Dalloway ritorna a casa come se fosse una suora ma a quel punto la signora
Bruton invita suo marito a cena reagisce come se vedesse già il futuro in cui il marito vive la sua vita senza
di lei. Pag. 124: avviene l’incontro tra Clarissa Dalloway e Peter W. dopo tanti anni. I genitori di Peter erano
amministratori del continente indiano e Peter stava lì per reggere l’impero inglese. Ritornando all’incontro,
Peter è teso e Clarissa nel rivederlo ritrova il suo fascino, proprio come quello di sempre. Dopo l’emozione
di Peter, Clarissa ne approfitta per chiedergli se ricordasse il lago: Clarissa non racconterà la sua vita, il lago
in realtà non esiste. Peter confessa di essere innamorato di un’altra donna in India con la conseguente
reazione di Clarissa che scoppia a piangere. Da pag. 143: adesso vedremo Londra da un altro punto di vista,
quello di Peter Walsh.
03/11/2022
La scrittura di Virginia Woolf può essere definita espressionista: da una parte Clarissa e dall’altra Septimus,
il suo alter ego, le cui vicende rimandano all’autobiografia dell’autrice, che decide di esprimere all’interno
del romanzo. Qualcosa è cambiato nel 1910, ma cosa? Questo tipo di pittura, di guardare la realtà in maniera
diversa cambia, nel cui movimento artistico partecipa lei stessa e la sorella. Sempre legato
all’espressionismo, nel romanzo abbiamo una ricerca di verità del passato, per esempio il momento in cui
viene sottolineato l’amore di Clarissa per Londra durante le passeggiate e dopo la sua malattia. Per Clarissa
la casa non è un rifugio ma il centro della sua vita, che si ritrova nel rapporto con suo marito. Vengono fuori
una serie di associazioni mentali che la scrittrice riesce a controllare. Emerge dall’inconscio l’incontro con
Sally, la quale affascina Clarissa stessa.
Dopo, il romanzo si concentra sul punto di vista di Peter W. che racconta l’amore che prova e che ha
provato per Clarissa. Dopo anni che Clarissa e Peter non si incontrano, c’è stato un muro irrisolvibile, è
importante rispettare il silenzio. La figura di Lucrezia Warren è strategica, la cui guerra entra in casa sua. da
pag 190 il romanzo ritorna sul punto di vista di Peter, che rimarrà una figura marginale: egli non sa cosa è
successo in questi 5 anni mentre Clarissa ha vissuto questi anni della guerra. Peter sostiene che la morte della
sorella di Clarissa, Silvia è stata colpa del padre, ma che viene nominata soltanto una volta per far capire
come il personaggio se ne sia dimenticata. Per quanto riguarda il personaggio di Septimus se ne parla da pag.
219, che insieme a Lucrezia si recano dallo psichiatra, Sir William Bradshaw. Tutte le sue aspirazioni,
l’amore per Shakespeare e altri autori, lo spingono a combattere per l’Inghilterra. Lui è contento della guerra
e non sente nemmeno la morte del suo amico Evans, si sente in colpa di non aver provato nulla alla sua
morte, non sentiva niente eppure il mondo femminile gli offrirà un rifugio.
07/11/22
Continuo con Mrs. Dalloway: Le pagine di oggi arricchiscono due personaggi: Richard e Elizabeth.
Da pag. 228: ritorno sul personaggio di Septimus attraverso il quale Virginia Woolf trasmette il trauma della
guerra. Ha smesso di vedere la bellezza delle parole di Shakespeare ma soltanto nell’aldilà. Non poteva
sentire niente ed un certo punto si arrende, lasciandosi andare: a questo punto comincia questa battaglia tra
lui e la natura umana che diventa il nemico del personaggio, che viene impersonato nei medici. Il primo
dottore, il signor Holmes comincia a fare la corte alla moglie di Septimus, Lucrezia. In seguito si rivolgerà ad
un altro medico, sir William B., che non esamina il paziente, non lo cura e non lo ascolta neanche mentre la
moglie comincia a piangere. Compare uno slogan medico, cioè quello della “proporzione” che Septimus ha
perso. La soluzione del medico è quello di portarlo in una casa di riposo in campagna, ma quest’ultimo si
rifiuta di rispondere a domande, sentendosi abbandonato dalla moglie per averlo portato da questo essere.
Ormai la natura umana lo ha preso in possesso e Lucrezia ne è consapevole. Escono dallo studio e si
ritrovano sulla via dei medici, e l’orologio rintocca nuovamente (con il Big Ben che segna il passaggio del
tempo). In seguito si dà la conoscenza del marito di
Clarissa, Richard Dalloway: gli viene un’idea, cioè di dire dopo la giornata lavorativa a sua moglie che la
ama. Si sente fortunato ad averla ma solo per via della guerra “She was a miracle”. Ma dopo la bella scena
tra Richard e Clarissa, quest’ultima si rattristisce, perché? Non è il party che è simbolico ma è l’amore che ha
per la vita. Viene presentato un altro personaggio: quello della signora Kilman che Clarissa odia temendo che
possa portarle via sua figlia Elizabeth: subisce la stessa conversione di Septimus. In seguito Clarissa ha una
visione, quella di un’anziana che guardava fuori la finestra. C’è un’altra persona che attraverserà la via dei
medici, Elizabeth, che sta crescendo. Comincia ad esplorare la città.
09/11/22
Concentrazione sul finale del romanzo: Virginia Woolf inserisce una digressione con il personaggio del
dottor Bradshaw. Mentre Clarissa Dalloway in passato era in contrasto tra due persone: Peter W. e Sally S,
così la figlia viene contesa da due donne, la madre e la signora Kilman, che secondo Clarissa vuole
portarsela via. Nel frattempo Septimus per liberarsi dal dottor Holmes, morirà. Dopodiché si passa al punto
di vista di Peter Walsh: qualcosa comincia a cambiare, poiché arrivato dall’India era colpito dalla civiltà, lo
spirito sociale di Londra. Ci avviciniamo verso il finale del romanzo in cui i personaggi del passato vengono
fuori, le vicende, i ricordi e le cose importanti. Arriviamo finalmente alla scena del party di Clarissa alla
quale partecipa lo stesso Peter Walsh e Sally Seton. Clarissa si sente giudicata e criticata da Peter.
Quest’ultimo incontra Richard Dalloway. Dopo decenni Clarissa incontra Sally Seton che è completamente
cambiata, che ha perso le caratteristiche rimaste nel suo ricordo. Viene inserita nuovamente l’immagine e il
ricordo del lago, che ci fa capire che Virginia Woolf non sceglie di raccontare la sua biografia bensì
trasmettere un momento del passato di Clarissa. (Clarissa si apparta in una stanzina, simbolo di fallimento
del matrimonio con Richard: riferimento al saggio). Clarissa rivede Sally, che fa parte di questo mondo
nuovo in cui tutti hanno figli e sono sposati tranne che per Peter W. Nel frattempo vede che Richard parla
con un uomo, il signor Bradshaw e la moglie, che viene percepito come un nemico dalla stessa Clarissa,
raccontando di un caso di un suicida (Septimus) e che bisognasse fare qualcosa: la morte è entrata nel party,
che invece vuole essere un dono alla vita e che invece cede il posto alla morte. Clarissa nel frattempo si
chiude nella porta dell’attico e c’è un momento di solitudine, di riflessione della sua femminilità per esempio
del bacio con Sally Seton. Clarissa vede la morte attraverso quella di Septimus. Nel momento di riflessione
di Clarissa questa volta capisce che il marito l’ha salvata e la sta salvando. Percepisce la vita come
cambiamento e non come un aggrapparsi agli eventi del passato, non alla scelta di Septimus ma scegliendo la
vita. Immagina poi che nella finestra accanto ci sia un’anziana che va a dormire che Clarissa ammira,
rispecchiandosi in lei (questo è una delle caratteristiche della Woolf). Virginia Woolf utilizza una parola
chiave che lega anche a questo romanzo, cioè “elegia”: un canto per i morti. Clarissa decide di vivere in
questo mondo. Nel finale: tornano i due vecchi amici, Peter e Sally che criticano Clarissa, la quale non
comparirà nella scena finale. Mentre Clarissa si sente in pace con se stessa dopo la morte di Septimus, i due
amici si sentono bloccati.
14/11/2022
Jane Rhys: fine del modernismo, anni 20, fino al postcoloniale (passando per il romanzo vittoriano); nata a
Dominica. Il secondo Mediterraneo (the Caribbean Islands) definito il cuore dell’impero Atlantico in cui
sono nati molti scrittori tra cui Jane Rhys e il luogo in cui è stata creata la società creola. C’è un’ansia di
appartenenza da parte della scrittrice: non sa se è inglese o altro. Nel 1927 Jane Rhys pubblica il suo primo
libro: una collezione di piccoli racconti intitolata “The Left Bank and Other Stories”. I paesaggi che le
interessano è l’effetto dei luoghi che lei immaginava da bambina e non quelli in cui ha vissuto. Nasce nel
1890 a Dominica e i suoi genitori erano proprietari di piantagioni di schiavi. A 16 anni si iscrive in una
scuola a Cambridge, tuttavia lei voleva diventare un’attrice e da lì comincia il suo stato di alienazione.
Abbandona gli studi e si iscrive in una scuola di recitazione; entrerà in una compagnia ed avrà una storia
d’amore con un vecchio ricco ma che si concluderà dopo l’aborto. Nel frattempo però Jane Rhys continua a
scrivere di quello che le succede. Dopo la guerra si risposa ed avrà una figlia. Nel 1928 pubblica il suo
romanzo “Postures”. Di che cosa parlano i primi romanzi? C’è una ragazza abbandonata e abusata da un
uomo più grande e poi per esempio in “Voyage”, una storia d’amore che finisce con un aborto, per cui sono
romanzi autobiografici.
Wide Sargasso Sea (1966): riuscirà un inglese e una creola ad amarsi o il mare dei sargassi lo renderà
impossibile? Questa è la domanda chiave che ci poniamo leggendo il libro. Il romanzo è diviso in tre parti: ci
sono più voci e la prima parte è in prima persona che non parla ad un ascoltatore, dando per scontato che il
lettore sappia già quello che si racconta, per esempio chi è che parla? Chi è Christophine? Inizia con un
passato in cui la bambina che in questa prima parte racconta in 1 persona, pensa a com’era la vita prima, ce
più tardi sapremo sarà Antoniette. Siamo in un’isola in Giamaica, Coulibri. Ci sono due donne circondati
dagli ex schiavi che godono della loro povertà e tutti loro sono circondati dall’odio. La condizione in cui vive
la protagonista è il rifiuto della madre che solamente alla cura del fratello più piccolo. Un altro tema è quello
della follia. Christophine è una schiava che viene comprata dal padre di Antoniette come regalo di nozze per
la moglie
16/11/22 (appunti sul quaderno)
Jane Rhys voleva riscrivere Jane Eyre. Essa affida il punto di vista soggettivo al personaggio maschile, il
marito di Antoniette, il quale diventa una vittima, così come vediamo in “Obea night” che compone nel
1964. Jane Rhys scrive delle lettere su come in Wide Sargasso Sea su come si domanda sui fatti dietro la
finzione di Jane Eyre (facts and fiction): parla di un mondo che non c’è più, distorto in uno dei capolavori
dell’autrice.
Ritorno sul romanzo: siamo nella 1 parte e capiamo come la protagonista preferisce sempre rimanere sola a
Coulibri. Christophine e zia Cora sono personaggi decisivi, importanti che esprimono il punto di vista
dell’autrice. Avviene il primo momento in cui i due romanzi convergono (quello di Jane Eyre e quello di
Jane Rhys): quando la madre di Antoniette sposa Mr. Mason, un ricco inglese, che ritroviamo nel romanzo
della Eyre. Ci sono costantemente voci controllate all’interno del romanzo, per esempio quando nella 1 parte
vengono inseriti i pensieri degli ospiti del matrimonio, giudicandolo in lontananza. Secondo quest’ultimi la
ragazza (Antoniette) farà la stessa fine della madre, della quale riusciamo finalmente a conoscere il suo
nome, Annette. La zia Cora è l’unica che non è caduta nella miseria, per cui nel romanzo dice quello che
pensa: personaggio importante per rappresentare quello che è successo e stava succedendo in passato. Dopo
un anno dal matrimonio iniziano però diversi liti tra i due sposi e nel frattempo Antoniette sa che le cose non
stanno andando bene, fino ad arrivare alla fatidica notte: la casa va in fiamme, per cui decidono di forzare la
situazione e uscire tutti insieme per raggiungere la carrozza.
17/11/22
Contesto di scrittori e scrittrici di questo periodo storico: vedi slide su teams
Continuo sul romanzo: La protagonista si risveglia dopo 6 mesi e la prima cosa che vede è la treccia tagliata
e la ferita. È a casa della zia e chiede della madre. La strategia di Annette è questa: non parla, non vuole stare
in mezzo alle persone, sta alla larga soprattutto da Mr. Mason, il marito che è responsabile della morte di
Pierre, suo figlio. Era stata portata in montagna a riposare. Antoniette andrà a trovare la madre accompagnata
da Christophine ma l’arrivo è inaspettato: la mamma non l’aveva mai abbracciata e la respinge via. A quel
punto la zia la manda in convento a studiare. L’odio di Annette verso la sua famiglia la insegue nel corso del
tempo fino ad arrivare a lei, Antoniette. Nel frattempo, nel convento Antoniette viene inseguita da due
ragazzi, che sanno della madre, per cui sarà condannata a tutto in un paese che la insulta. Poi arriva Sandi
che scaccia i due. Arriva in convento e finalmente conosciamo il nome della ragazza, Antoniette. Lei è felice
di stare da sola nel convento. Un giorno va a trovarla il patrigno che porta con sé alcuni doni tra cui un
vestito molto bello che però non poteva indossare. L’ultima volta Mr Mason la “misura” per darla in sposa a
qualcuno, però ha un qualcosa di diverso. In convento tutti sanno che va in sposa a un inglese. Antoniette
farà poi un altro sogno: sogna la sposina con l’abito bianco che cammina con difficoltà. Ha appena lasciato la
casa a Coulibri. Inciampa e tutto la respinge. Una voce strana la fa svegliare. Dunque potrebbe forse alludere
ad un ricordo della madre? Sta forse rivivendo ciò che ha vissuto la madre? Finisce qui la narrazione di
Antoniette. La seconda parte sarà dal punto di vista del marito di Antoniette.
21/11/22
Inizio della seconda parte del romanzo: Jane Rhys affida la voce a metà del romanzo al Mr. Mason, ma
perché? Perché porta un altro punto di vista, un’altra emozione, o perché è portatore di un’altra visione del
mondo. Anche nella seconda parte dà voce a due donne. Questo è uno dei romanzi letterari che accompagna
la lettera alla solitudine, nel momento in cui Mr Mason manda varie lettere al padre, per dargli notizie. I due
sposi arrivano nella vecchia casa di Antoniette, in cui Mr. Mason si sente spaesato, considerando sua moglie
come una estranea. Arrivano e Antoniette gli presenta tutti tra cui, Bertrand, Batpiste, il maggiordomo, Rose
e Hilda e Christophine, che non piace al marito. Mr mason si sente una vittima e questo lo racconta nella
prima lettera che manda al padre: nessuno dei due, né Mr Mason, né Antoniette, hanno la completa visione
della realtà. c’è qualcosa che non va in quel posto. Arriva poi una lettera terribile da parte da uno dei tanti
figli illegittimi del padre di Antoniette, in cui rivela la leggenda nera della famiglia Cowsay, o meglio della
follia della famiglia. Lui è il più sfortunato e povero. Mr Mason dopo aver letto la lettera afferma di
aspettarla e che non era sorpreso. Dopo una passeggiata Mr Mason si perde ma quando torna decide di
leggere un capitolo di un libro intitolato “Obeah”, con la descrizione di uno zombi.
23/11/2022
Continuo con il romanzo: nella 2 parte il romanzo non è più narrato dal marito bensì da Antoniette: cambia
di nuovo il punto di vista. Quest’ultima scappa e arriva da Christophine, associando il suo odore con le
donne di Coulibri che lavavano i panni. Le chiede un consiglio su cosa fare ma Christophine le dice di
andarsene. Antoniette vuole che C. usi i suoi poteri da Obeah, pozioni magiche, affinché il marito la ami.
Nella pag. 102 viene inserito un momento passato in cui Antoniette ascolta la conversazione tra la zia Cora e
Richard Manson, il fratellastro di A. e colui che l’ha venduta. Da pag. 106 ritorna il punto di vista del marito
di Antoniette e anche la lettera da parte di Daniel Cosway. Vediamo come il marito comincia pian piano a
rilassarsi dopo tutte le rivelazioni da parte di Daniel sulla famiglia Cosway. Farà visita alla casa in cui si
percepisce tutto l’odio verso i due amanti.
24/11/2022
Da pag 132 il romanzo comincia a sovrapporsi con il personaggio di Bertha Mason in Jane Eyre tramite
quello di Antoniette di Jane Rhys. Antoniette non ha più la forza di reagire contro il marito. Comincia una
discussione tra Cristophine e il marito di Antoniette, nel cui romanzo, dopo le sue risposte vengono inseriti in
corsivo i suoi pensieri, echi, sovrapposti a quelli di Antoniette. Pag. 147: Dopo viene inserito un paragrafo in
cui si paragona la rabbia del marito di Antoniette con il vento. Perché Jane Rhys affida gran parte della
narrazione al marito di Antoniette? perché ci fa assistere alla sua trasformazione che porterà alla rovina di
entrambi. Da pag, 149 c’è la scena finale della seconda parte: il marito pensa che tutte le accuse lanciate su
Antoniette sia falso, soltanto la magia e il sogno sono veri, afferma. Arriva il momento della separazione tra
la coppia, in cui vengono inserite le ultime parole del marito che non riesce più a controllare le sue emozioni
e varie canzoni. Si ricorda tutti i miti dei Caraibi che cita nella pag. 152. Saluta Baptiste che secondo lui
sperava di non rivederlo più. Inizio terza parte: Bisogna ricordare Jane Eyre, il cui romanzo fino ad ora era
incentrato su Robert per poi spostarsi su Jane Eyre come in Wide Sargasso Sea che nell’ultima parte si
concentra esclusivamente sul punto di vista di Antoniette. Prima però viene inserita una lettera di Grace che
manda a Leah. Passa poi la narrazione al personaggio di Antoniette che non è più quella di prima: qui il
passato viene dimenticato. Racconta di Grace, che dorme nella sua camera. Si guarda allo specchio e si
chiede dov’è: in un mondo di cartapesta, quello forse di Jane Eyre, ed è convinta che lungo il tragitto per
l’Inghilterra si sia perso. Viene inserita la stessa scena quando ha rivisto la madre, per cui sta rivivendo
quello che è successo in passato. Venne a trovarlo suo fratello ma Antoniette non lo ricorda, come nella
scena di Jane Eyre: accoltella il fratello. Spesso Sandi andava a trovare Antoniette, lo stesso ragazzo che in
precedenza è intervenuto per aiutarla. Nella mente di Antoniette sta emergendo l’idea del fuoco in mezzo a
questo mondo di cartapesta; la sua identità è andata a fuoco già con la distruzione della casa e quella di sua
madre. Nella scena finale viene inserito il suo terzo e ultimo sogno che segna la fine del romanzo:
Antoniette ha la sensazione che qualcuno la seguisse, è forse Bertha Mason? Arriva all’ingresso per la prima
volta e improvvisamente si sente infelice. Guardandosi allo specchio vede il fantasma e in quel momento
rivive l’incendio della sua casa: non muore ma si sveglia.

1/12/22
La poesia inglese:
Poesia assegnata: “My Last Duchess” by Robert Browning (1842)

Introduzione: "My Last Duchess" è un drammatico monologo scritto dal poeta vittoriano Robert
Browning nel 1842. Nella poesia, il Duca di Ferrara usa un dipinto della sua ex moglie come pezzo
di conversazione, in particolare vuole raccontare il valore delle donne nella vita di un duca.
Il Duca, infatti, parla delle presunte inadeguatezze della sua ex moglie a un rappresentante della
famiglia della sua futura sposa, rivelando la sua ossessione per il controllo degli altri nel processo.
Browning usa questo avvincente ritratto psicologico di un personaggio spregevole per
criticare l'oggettivazione delle donne e gli abusi di potere. Browning, dell'età vittoriana, scrisse
poesie di vita reale che riflettevano su alcuni degli aspetti più oscuri della vita vittoriana. Uno di
questi aspetti, ovviamente, è il trattamento delle mogli da parte dei loro mariti. Le mogli erano
considerate disponibili e i loro mariti spesso le accusavano di eliminarle quando desideravano
sposare qualcun altro. La vita di una moglie vittoriana era pericolosa.
Ambientazione e contesto storico: L'azione del poema si svolge nella seconda metà del Cinquecento,
alla fine del Rinascimento italiano. Browning prende come pretesto la morte, nel 1561, della
giovanissima duchessa di Ferrara, Lucrezia de Medici, il cui marito, Alfonso II d'Este, è allora
sospettato di averla avvelenata, appena tre anni dopo il loro matrimonio. Sebbene la poesia non
includa molte descrizioni dettagliate della tenuta stessa, descrive la vasta collezione d'arte del duca,
tra cui il dipinto dell'ex moglie del duca (la duchessa) e una statua del dio Nettuno che addomestica
un cavalluccio marino. Entrambe le opere d'arte sono prodotte da famosi artisti (di fantasia),
rendendole indicatori della ricchezza del duca. È lecito ritenere che questa tenuta sia vasta e
imponente, data l'enfasi del duca sul suo status sociale e sul suo potere. Più precisamente, la poesia
si svolge davanti a un grande dipinto della moglie del duca, presumibilmente ormai deceduta.
Nemmeno il dipinto è stato collocato a casaccio nella tenuta: ha delle tende intorno e un sedile di
fronte . Questa disposizione consente al duca di manipolare i suoi ospiti affinché ascoltino il suo
discorso al riguardo.
Metrica: My Last Duchess ' di Robert Browning è un monologo drammatico scritto in cinque
sezioni e composto da distici in rima. Senza essere ormai un genere letterario uniforme e perfettamente
definibile, il monologo drammatico, come è conosciuto oggi, è stato illustrato durante l'epoca vittoriana dai
suoi due maggiori rappresentanti, Robert Browning e Alfred Tennyson. È dunque è un monologo, realizzato
sotto forma di testo poetico, nel quale un personaggio, l'unico a parlare, si rivolge ad uno o più interlocutori
ed eventualmente interagisce con essi. Inoltre, il protagonista, improvvisamente loquace, inavvertitamente o
consapevolmente rilascia informazioni vitali su di lui, in modo che a poco a poco emergano i contorni di una
situazione insolita, il più delle volte conflittuale. Il lettore è invitato a un appello, ma in secondo grado. In
effetti, l'oratore non è solo poiché si rivolge a un ascoltatore al quale non si può vedere o ascoltare nulla e
che, almeno nei drammatici monologhi di Robert Browning, lascia che il personaggio principale dispieghi le
sue idee. E tutta la forza della sua espressione con straordinaria libertà. La mia ultima duchessa è
composta da pentametri giambici, cioè dieci sillabe per riga, che costituiscono cinque coppie di
sillabe accentate e non accentate (cinque "piedi"), come mostrato nelle prime due righe del poema:
That’s my last Duchess painted on the wall, Looking as if she were alive. I call. O ancora più
evidente è l’ultima riga, poiché l'intera riga è una frase completa e con nomi propri per mostrare gli
accenti: Which Claus | of Inns- | bruck cast | in bronze | for me! Il suo uso qui fa sembrare la
poesia più colloquiale, come se il duca stesse solo chiacchierando con un amico piuttosto che
scegliere ad arte le sue parole. Naturalmente, questo è probabilmente l'intento del duca: sembrare
che stia parlando a braccio, quando in realtà sta seguendo un copione rigoroso che gli consente di
dominare e manipolare i suoi ascoltatori.
La poesia adotta anche la forma del " distico chiuso o eroico". Ciò significa che le righe fanno rima
a coppie, la prima riga con la seconda, la terza con la quarta e così via, ciascun gruppo di due righe
forma un " distico " . Quando questi versi sono pentametri giambici, come qui, ogni gruppo di due
versi viene quindi chiamato "distico eroico". I distici eroici erano particolarmente popolari in
Inghilterra nel XVIII secolo e, a causa della loro regolarità, erano considerati una forma ideale per
la letteratura di grande serietà, come le traduzioni di antichi poemi epici greci. Ma la poesia di
Browning offre anche i distici aperti come: enjambement. Ma i distici sono più spesso aperti che
chiusi. Forse Browning sta suggerendo che il duca non è così eroico come immagina di essere,
e che la crudeltà del duca, come le rime del poema, si nascondono in bella vista e aspettano che
qualcuno noti lo schema inquietante. Le linee fluide dell’enjambement suggeriscono un tono
colloquiale. Suggeriscono anche che al duca piaccia sentirsi parlare, poiché il suo discorso si riversa
da una riga all'altra non offrendo alcuna possibilità al suo ospite di dare voce a eventuali
interruzioni. L'enjambment consente quindi al duca di controllare la conversazione e riflette il suo
bisogno di dominare e manipolare coloro che lo circondano. Uno degli esempi più eclatanti di
enjambment si trova verso la fine del poema, nei versi 31-39.
My Last Duchess" è scritto in distici in rima. Le rime sono tutte rime perfette e lo schema della
poesia è coerente in tutto. Segue questo schema:A A B B C C D D E così via giusta unità alla fine
del poema. Lo schema delle rime è sottilmente sminuito, tuttavia, dalla mancanza di versi interrotti
nella poesia:poiché tutti i versi sono incastrati , scorrendo liberamente da uno all'altro senza fini
definitivi, le rime sembrano quasi nascoste quando vengono lette ad alta voce. Le estremità
delle frasi non sempre si allineano con la fine dei versi effettivi della poesia, e questo conferisce alla
poesia una qualità più colloquiale. Le prime righe della poesia lo dimostrano: “Wall” e “call” fanno
rima, ma poiché la frase con “call” è enjambement, la rima quasi scompare; la riga scorre
rapidamente alla riga successiva per completare la sua frase, piuttosto che soffermarsi sul suono
della rima di "call" stesso.. La poesia sembra assomigliare a un discorso normale in termini di
schema di rime, ma Browning controlla i suoni tanto strettamente quanto il duca controlla la
conversazione.
Traduzione:
That's my last Duchess painted on the wall,
Quella è la mia ultima Duchessa dipinta sul muro,
Looking as if she were alive. I call
Sembra come se fosse viva. Chiamo
That piece a wonder, now: Frà Pandolf's hands
Quel pezzo una meraviglia, ora: Le mani di Fra’ Pandolfo
Worked busily a day, and there she stands. busy = occupato, impegnato
Lavorarono alacremente una giornata, e lì sta.
Will't please you sit and look at her? I said
Volete per piacere sedervi e guardarla? Ho detto (dissi)
"Frà Pandolf" by design, for never read
“Fra’ Pandolfo” apposta, perché mai hanno letto (lessero )
Strangers like you that pictured countenance,
Estranei come voi quella dipinta espressione,
The depth and passion of its earnest glance,
La profondità e passione del suo franco sguardo,
But to myself they turned (since none puts by
Ma a me si volsero (giacché nessuno scosta
The curtain I have drawn for you, but I)
La tenda (che) ho tirato per voi, eccetto io)
And seemed as they would ask me, if they durst, durst = dared
E sembrava come se mi chiedessero, se essi osassero, (avessero osato)
How such a glance came there; so, not the first
Come tale sguardo venisse (fosse venuto) lì; così, non siete
Are you to turn and ask thus. Sir, 'twas not ‘twas = it was
Il primo a voltarvi e chiedere così. Signore, non era
Of joy into the Duchess' cheek: perhaps
Di gioia sulla guancia della Duchessa: forse
Frà Pandolf chanced to say "Her mantle laps to lap over = coprire
Fra’ Pandolfo per caso disse “Il suo mantello copre
Over my Lady's wrist too much," or "Paint
Il polso della mia Signora troppo,” o “La pittura
Must never hope to reproduce the faint
Non deve mai sperare di riprodurre il fioco
Half-flush that dies along her throat": such stuff
Mezzo rossore che si attenua lungo la sua gola”: tale cosa
Was courtesy, she thought, and cause enough
Fu una cortesia, lei pensava, e una causa sufficiente
For calling up that spot of joy. She had
Per evocare quel rossore di gioia. Ella aveva
A heart - how shall I say? - too soon made glad,
Un cuore – come dirò? – troppo presto reso contento,
Too easily impressed; she liked whate'er whate’er = whatever
Troppo facilmente impressionato; le piaceva qualunque cosa
She looked on, and her looks went everywhere.
Lei guardasse, e i suoi sguardi andavano ovunque.
Sir, ’twas all one! My favour at her breast,
Signore, era tutto uguale! La mia coccarda sul suo petto,
The dropping of the daylight in the West,
Il cadere della luce del giorno a Ovest, (ponente)
The bough of cherries some officious fool
Il ramo di ciliegie (che) qualche sciocco invadente
Broke in the orchard (ociard) for her, the white mule 28
Staccò nell’orto per lei, il mulo bianco
She rode with round the terrace (terres) - all and each 29
(Che) cavalcava attorno alla terrazza – ogni cosa
Would draw (drow) from her alike the approving speech, 30
Soleva generare da lei similmente un discorso di approvazione, (parola)
Or blush, at least. She thanked men, - good! But thanked 31
O un rossore, almeno. Ringraziava gli uomini, - bene! Ma ringraziava
Somehow - I know not how - as if she ranked I know not = I do not now 32
In un modo – non so come – come se lei classificasse
My gift of a nine-hundred-years-old name 33
Il mio dono di un nome di novecento anni
With anybody's gift. Who'd stoop (stup) to blame 34
Con il dono di chiunque. Chi si abbasserebbe a rimproverare
This sort of trifling? (traifling) Even had you skill 35
Questo tipo di cosa futile? Anche se si avesse l’abilità
In speech - (which I have not) - to make your will 36
Nel parlare – (che io non ho) – di fare (rendere) la tua volontà
Quite clear to such an one, and say, "Just this 37
Abbastanza chiara a una tale persona, a dire, “Proprio questo
Or that in you disgusts me; here you miss, 38
O quello in te disapprovo; qui sbagli,
Or there exceed the mark" - and if she let 39
O là vai oltre il segno” – e se lei permette
Herself be lessoned (lessondso) so, // nor plainly set 40
Di essere ripresa così, né chiaramente ponesse
Her wits to yours, forsooth, and made excuse, 41
La sua volontà contro la tua, veramente, e si scusasse,
E'en (in) then would be some stooping, and I choose Èen = even 42
Persino allora ci sarebbe un po’ di abbassarsi, ed io scelgo
Never to stoop. Oh sir, she smiled, no doubt, (daut) 43
Di non abbassarmi mai. Ah signore, lei sorrideva, senza dubbio,
Whene'er I passed her; but who passed without Whene'er = whenever 44
Ogni volta (che) le passavo (accanto); ma chi passava senza (ricevere)
Much the same smile? This grew (gruu) ; I gave commands; 45
Esattamente lo stesso sorriso? Questo aumentava; diedi ordini;
Then all smiles stopped together. There she stands 46
Poi tutti I sorrisi cessarono allo stesso tempo. Là lei stava
As if alive. Will't please you rise? We'll meet 47
Come se (fosse) viva. Volete per piacere alzarvi? Incontreremo
The company below, then. I repeat, 48
La compagnia sotto, dopo. Ripeto,
The Count your master's known munificence (miunifisens) 49
La nota munificenza del Conte vostro signore
Is ample warrant that no just pretence 50
È ampia garanzia che nessuna giusta pretesa
Of mine for dowry (dawri) will be disallowed; 51
Mia per la dote sarà disattesa;
Though (dou) his fair daughter's self, as I avowed (avaud) 52
Anche se la personalità della sua bella figlia, come ho ammesso
At starting, is my object. Nay, we'll go 53
All’inizio, sia il mio scopo. Sì, andremo
Together down, sir. Notice Neptune, though, (dou) 54
Assieme giù, signore. Osserva Nettuno, però,
Taming a sea-horse, thought (tho:t) a rarity, 55
Domando un cavallo marino, considerato una rarità
Which Claus of Innsbruck cast in bronze for me! 56
Che Claus di Innsbruck ha fuso in bronzo per me!

Analisi da verso 1-15: La mia ultima duchessa si apre con l'oratore che chiede a un ascoltatore se può
sedersi e guardare un ritratto della sua ultima duchessa. Questo fa sì che i lettori si chiedano perché
questa duchessa non sia più la sua attuale duchessa. Non rivela se è deceduta o rinchiusa in un convento
da qualche parte. Chiede al suo ascoltatore di sedersi e guardare il suo dipinto a grandezza naturale. Rivela
che questo dipinto è dietro una tenda e che nessuno tranne lui è autorizzato a tirare la tenda per
vedere il dipinto o mostrarlo a nessuno. Questo è un comportamento molto sospetto. Il lettore può
immediatamente percepire che il Duca sta controllando. La domanda che rimane ancora senza risposta è:
perché questa è la sua ultima duchessa? Il Duca descrive l'espressione sul volto della Duchessa e
che aveva uno sguardo gioioso e uno sguardo serio. Nota che "non è stata la presenza di suo marito a
richiamare solo quel punto di gioia sulla guancia della duchessa". Questa è una cosa curiosa da dire. Perché
avrebbe dovuto aspettarsi che la sua sola presenza, e nient'altro, avrebbe portato gioia sul suo volto? Non
risponde a questa domanda, ma il fatto che lo noti dà un'idea del motivo per cui è stato l'unico a cui è stato
permesso di aprire il sipario. Per tutto il tempo, ha voluto essere l'unico che
avrebbe portato uno sguardo di gioia sul volto della sua duchessa. Ora che era stata riposta da qualche
parte e il suo dipinto a grandezza naturale era appeso al muro, poteva essere l'unico a vedere
quell'espressione di gioia sul suo viso, perché non avrebbe permesso a nessun altro di guardare il dipinto
senza la sua autorizzazione.
Analisi da verso 16-24: In questa sezione de La mia ultima duchessa , il duca sembra ricordare la sua ex
duchessa e tutto ciò che lo infastidiva di lei. Sembrerebbe che fosse troppo facilmente soddisfatta da tutti
intorno a lei. Il Duca non era contento di questo. Non gli piaceva che se qualcuno come “Fra Pandolf” (di
questo personaggio non sappiamo molto di più) le avesse detto che lo scialle le copriva troppo i polsi, lei
sarebbe arrossita.
Al Duca non piaceva che lei arrossisse ai flirt di un altro uomo. Non gli piaceva che le cose che chiamava
cortesia comune "richiamassero quella macchia di gioia" che lei sembrava avere sempre sul viso. Il Duca
l'accusa di avere un cuore “too soon made glad ” e “too easily impressed”. Era infastidito dal fatto che le
piacesse tutto ciò che guardava. Quest'uomo sembra sempre più psicotico e controllante mentre My Last
Duchess va avanti. Sembrerebbe che abbia messo via la sua duchessa perché non poteva controllare i
suoi sentimenti. Voleva essere l'unico a portarle gioia e farla arrossire.
Analisi da verso 28: In queste righe de La mia ultima duchessa, il duca continua a spiegare tutti i difetti del
carattere della duchessa. Dice che apprezza il suo mulo bianco, un ramo di ciliegie e il tramonto tanto
quanto apprezza un gioiello che le aveva regalato. È irritato dal fatto che lei non sembri vedere il valore di
ciò che le dà, o che lei sembri apprezzare i semplici piaceri della vita tanto quanto apprezza i suoi regali
costosi. Sembra anche irritato dal fatto che lei non sembri capire l'importanza del suo posto nella vita.
Sposandola, le aveva dato un “nome vecchio di novecento anni”. Questo rivela che la sua famiglia esisteva
da molto tempo e quindi le diede un nome noto e prestigioso sposandola. Non sembrava essere più grata per
questo di quanto lo fosse per guardare il tramonto. La cosa irritava così tanto il Duca che non era nemmeno
disposto ad “abbassarsi” al suo livello per discuterne con lei. Pensa che sarebbe "banale" farlo.
Da verso 35 a 47: Il Duca continua a spiegare che sceglie di non abbassarsi mai a discutere con la sua
duchessa cosa lo ha reso così disgustato da lei. Tuttavia, sembra abbastanza a suo agio nel discuterne con
questo ascoltatore. Forse si riteneva troppo alto e potente per abbassarsi a parlare con una donna, anche se
quella donna era sua moglie. Ammise che lei gli sorrideva piacevolmente quando passava, ma lo
infastidiva che tutti ricevessero da lei lo stesso sorriso. Ha spiegato che "ha dato ordini" e "poi tutti i
sorrisi si sono fermati insieme". Questo fa sì che il lettore si senta dispiaciuto per la duchessa, e
giustamente. Era una perso na adorabile, felice, sorridente. Sembra che il Duca le abbia comandato in
modo tale da farla smettere del tutto di sorridere. L'ha derubata della sua gioia con il suo atteggiamento
di controllo nei suoi confronti. Dopo aver spiegato cosa è successo quando glielo ha comandato, il Duca
torna a rivolgere la sua attenzione al dipinto sul muro e dice: "è lì che sta come se fosse viva". Ciò
suggerisce che la vera duchessa non è più viva. Il Duca sembra più felice con un suo dipinto perché può
controllare chi può guardare la gioia sul suo viso. Il Duca invita quindi il suo ascoltatore a tornare al piano di
sotto con lui.
Da verso 47 a 56: Questa sezione di My Last Duchess rivela l'identità dell'ascoltatore del Duca. È il
servitore di un conte nel paese e stanno cercando di organizzare un matrimonio tra il duca e la figlia del
conte. Il Duca dice che la sua "bella figlia" è il suo "oggetto". Riporta l'uomo al piano di sotto con sé e,
mentre camminano, indica la statua di bronzo che è stata realizzata appositamente per lui.
La statua è di Nettuno che addomestica un cavalluccio marino. Nettuno, ovviamente, è il dio del mare.
Questo simboleggia il duca e il cavalluccio marino simboleggia qualsiasi duchessa che avrebbe acquisito. Il
Duca si considera un dio e desidera domare sua moglie per fare tutto ciò che desidera che faccia, e persino
per sentire ciò che desidera che lei provi.

05/12/22
Poesia inglese a partire da William Blake: compose due raccolte di poesie “Song of Innocence” e “Song of
expierence”. La prima poesia che analizziamo è “Infant Joy” (1789): è la madre che si rivolge al bambino
immaginando un dialogo tra i due; e “Infant Sorrow” (1794): il bambino ha una certa volontà nel mondo. C’è
una differenza nella ritmicità nei versi delle due quartine. Poi passiamo a William Wordsworth con la poesia
“A shimber did my spirit seal” (1800): scrive una serie di poesie dedicata ad una donna di nome Lucy, tra cui
questa. La prima riga, che riprende il titolo, fa riferimento agli inni, ai salmi; e “I wandered lonely as a
cloud” (1807): il poeta vaga per la campagna e si trova in una condizione di solitudine. Arriviamo poi a metà
Romanticismo con Kubla Khan con “Or a Vision in a Dream A Fragment” (1816): diviso in tre lunghi
paragrafi. Passiamo poi a Lord Byron con “She Walks a Beauty” (1813) e “So We’ll Go No More a Rowing”
(1817): due poesie molto diverse tra loro. Poi Percy B. Shelley con “Mutability” (1816): era attratto dalla
mutabilità, da tutto ciò che si trasforma, facendo riferimento alla natura.
Altra poesia: “The Convergence of the Twain” by Thomas Hardy
"The Convergence of the Twain", sottotitolato, "Lines on the loss of the Titanic", è stato scritto dal poeta
inglese Thomas Hardy per il Titanic Disaster Fund. Il Titanic, una lussuosa nave ritenuta inaffondabile, si
scontrò con un iceberg e affondò il 15 aprile 1912, uccidendo oltre 1.500 persone. La poesia di Hardy è una
meditazione agghiacciante sulla vanità umana e l'impotenza davanti ai poteri indifferenti e distruttivi della
natura.
"The Convergence of the Twain" di Thomas Hardy è un poema in undici sezioni diviso in gruppi di tre
righe, o terzine. Queste sezioni sono suddivise come strofe ed etichettate con numeri romani. La poesia
segue uno schema strutturato di rime. È conforme allo schema di AAA BBB CCC, e così via, alternando i
suoni finali come il poeta riteneva opportuno. Per quanto riguarda il metro, Hardy non ha dato a questo
pezzo uno schema metrico specifico. Ma le linee sono piuttosto simili in lunghezza. Con una semplice
occhiata al testo sulla pagina, un lettore noterà immediatamente che le prime due righe sono
significativamente più corte della terza di ogni terzina. Anche le due righe più brevi sono separate dalla terza
a causa della maggiore rientranza utilizzata da Hardy.
I
In a solitude of the sea
Deep from human vanity,
And the Pride of Life that planned her, stilly couches (caoces) she.
II
Steel chambers, late the pyres
Of her salamandrine fires
Cold currents thrid, and turn to rhythmic tidal lyres.
III
Over the mirrors meant
To glass the opulent (opiulent)
The sea-worm crawls (crowls)—grotesque (grottèsc), slimed, dumb, indifferent.
IV
Jewels in joy designed
To ravish the sensuous (sincius) mind
Lie lightless, all their sparkles bleared (blird) and black and blind.
V
Dim moon-eyed fishes near
Gaze at the gilded gear
And query: "What does this vaingloriousness down here?". . .
VI
Well: while was fashioning
This creature of cleaving wing,
The Immanent Will that stirs and urges everything
VII
Prepared a sinister mate
For her—so gaily (gheili)great—
A Shape of Ice, for the time far and dissociate. (dissosieit)
VIII
And as the smart ship grew
In stature, grace, and hue
In shadowy silent distance grew the Iceberg too.
IX
Alien they seemed to be:
No mortal eye could see
The intimate welding of their later history.
X
Or sign that they were bent
By paths coincident
On being anon twin halves (alvs) of one August event,
XI
Till the Spinner of the Years
Said "Now!" And each one hears,
And consummation comes, and jars (giars) two hemispheres.
Analisi prima terzina: Nella prima terzina l'oratore inizia facendo riferimento alla "vanità umana". La
storia si svolge nella "solitudine del mare", lontano dalla portata della vanità. Senza l'epigrafe, un lettore
non avrebbe idea a questo punto che il testo parlerà del Titanic. L'ultima riga di questa sezione fa riferimento
a una "lei" che è adagiata o trattenuta, in riva al mare. Questa è la nave. Il Titanic è indicato come una
donna in tutto il testo, qualcosa che era molto comune, e lo è ancora oggi. Hardy sta già disegnando un
contrasto tra l'orgoglio e la vanità dell'umanità e il potere superiore del mare.
Nelle successive tre righe il lettore arriva al relitto del Titanic. Ci sono “camere d'acciaio” che si
sgretolano sul fondo dell'oceano e non ci sono “pire” o fuochi che bruciano nel motore della nave. Non ha
vita. L'oratore si riferisce a questi fuochi come "salamandrina", che significa qualcosa che ha le
caratteristiche di una salamandra. I fuochi e le aree in cui sono stati costruiti avrebbero dovuto essere come la
salamandra, impermeabili alle fiamme. Piuttosto che avere queste enormi pire, ci sono "correnti fredde tre" o
che passano attraverso l'area. Creano i suoni di una lira nel martellare delle maree. Questa è una piacevole
immagine tra i relitti di questa grande nave.
L'oratore prosegue discutendo di tutte le diverse cose che si potrebbero trovare nel relitto. Il primo
esempio sono gli specchi “opulenti” in cui i passeggeri più ricchi avrebbero studiato il proprio riflesso. Ora,
però, sono inutili. Ci sono solo "vermi marini" e strisciano su e intorno a questi stessi specchi. In contrasto
con l'opulenza dei passeggeri del Titanic, questi vermi sono "grotteschi, viscidi, stupidi, indifferenti".
Ovviamente non sanno cosa sia questo posto, o il mondo per cui sono stati creati gli specchi. Questo
dimostra quanto siano inutili gli oggetti oggi.
Inoltre, l'oratore afferma che ci sono gioielli nell'oceano. Ad un certo punto sono stati progettati
gioiosamente per compiacere una "mente sensuale". Questi tipi di emozioni non esistono nell'oceano. I
gioielli che una volta erano così belli ora sono sul fondo dell'oceano tra i relitti. Ora sono "senza luce" e tutto
lo scintillio che avevano una volta è "nero e cieco".
È nella V strofa che Hardy conferisce al pesce il potere di pensare e parlare. Chiedono: “'Cosa significa
questa vanagloria quaggiù?'' Non capiscono il ragionamento dietro il desiderio dell'umanità di fare oggetti
vani. Cose come specchi e gioielli non servono a nessuno se non all'umanità. Questo mette tutto molto in
prospettiva . L'oceano, nella sua enorme distesa, è un luogo dove le eccentricità umane sono inutili e più
simili a spazzatura che a tesoro.
Nella sesta terzina, l'oratore menziona "Volontà immanente". Questa è una forza che vede come esistente
nel mondo. Essa “agita e sollecita tutto”. È qualcosa di simile al caos in quanto istiga il "sinistro" e abbina il
felice al triste. È stata colpa della "Volontà Immanente" se la nave ha incontrato il suo gemello, l'iceberg. Di
questo si parlerà approfonditamente nelle prossime strofe.
Il tono di questo testo si è allontanato molto da quella che sembrava nostalgia nelle prime righe. Ora,
l'oratore arriva al punto principale di " The Convergence of the Twain ", la natura gemella della nave e del
ghiaccio.
L'oratore continua spiegando come i due sono cresciuti in tandem man mano che si avvicinavano sempre di
più. La loro "statura" è aumentata, così come la loro "tonalità". L'"Iceberg" era là fuori in attesa dell'arrivo
della nave. Sono parti dello stesso tutto.
All'epoca era impossibile per qualsiasi essere umano sapere della connessione tra l'iceberg e la nave. Era così
strano per la comprensione umana che sarebbe sembrato "alieno". L'oratore sa però che i due sono stati
saldati insieme nella storia, dovevano solo incontrarsi.
Continua dicendo nella X strofa che non c'era alcuna indicazione prima che si incontrassero, che i loro
"percorsi" sarebbero diventati così intrecciati. Gli eventi dell '"evento augusto" erano lontani dalla mente di
tutti a bordo della nave e in tutto il mondo. All'umanità, quando i due si sono incontrati, è sembrato che si
trattasse di un terribile incidente. L'oratore lo sa meglio. C'è una forza simbolica che controlla il mondo.
Nelle righe finali lo "Spinner of the Years" o la creatura precedentemente indicata come "Immanent Will",
ha detto "Now!" E i due si sentirono. Fu al suo segnale che ebbe inizio la "consumazione". Quando si sono
riuniti è stato come se due emisferi si scontrassero.

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