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Esame Letteratura inglese III- Ambrosini; 01/02/23 o 14/02/23

1. PERSUASION- Jane Austen

 Jane Austen (biografia e poetica)


Jane Austen nacque nel 1775 a Steventon, vicino a Basingstoke nella contea di Hampshire. Penultima di otto
figli, sei maschi e due femmine, fu legata particolarmente alla sorella Cassandra con la quale è vissuta fino
alla morte. Figlia di un ecclesiastico, la scrittrice trascorse gli anni dell’adolescenza nel vicariato, ricevendo
dal padre un’istruzione notevolmente superiore a quella delle giovani della sua epoca, e si dedicò presto alle
lettere. Il suo primo racconto risale al 1798, anno fatidico per la letteratura inglese. Finché poté, Jane Austen
non ammise di essere l’autrice dei suoi romanzi, alcuni dei quali furono pubblicati sotto un nome d’arte. Nel
1801, la famiglia si trasferì a Bath, che sarebbe stata lo sfondo di molte scene dei suoi libri; nel 1805, dopo la
morte del padre, la scrittrice si trasferisce a Southampton e infine in un paesino dell’Hampshire, Chawton,
dove scrisse la maggior parte dei suoi libri. Nel maggio 1817 si manifestarono i primi sintomi di una malattia
di petto che indussero Jane Austen a trasferirsi a Winchester, città in cui erano maggiori le possibilità di cure
mediche; ma il decorso della malattia fu così rapido da stroncarla nel giro di due mesi.
Jane Austen è il primo romanziere moderno. Apparentemente isolata nel suo contesto culturale e indifferente
alle vicende della storia contemporanea (la rivoluzione francese, l’era napoleonica) con imperioso distacco
essa si ritaglia una sua fetta di realtà, approfondisce con piccoli tocchi sapienti la gamma coloristica di un
suo unico quadro, rimette sul telaio poche storie paradigmatiche, sfoggiando un virtuosismo prodigioso nelle
variazioni.
Virginia Woolf inizia il breve saggio intitolato Jane Austen (pubblicato nel 1925 su The Common Reader):
“Se fosse stato per Cassandra Austen probabilmente non ci rimarrebbe niente di Jane Austen, all’infuori dei
suoi romanzi. Le lettere che sono arrivate a noi sono circa centocinquanta ma ci rimandano una Austen
impenetrabile perché non traspare alcun stato d’animo, non emerge alcun pensiero soggettivo ma solo
l’adesione a quello che succedeva nella sua realtà quotidiana, una descrizione tranquilla e schematica di tanti
piccoli fatti. Che poi, a ben vedere, ci riportano a quello che succede nei suoi romanzi. Da qui possiamo dire
che ha tradotto nei suoi racconti le esperienze di vita.
Jane Austen si è affacciata al secolo illustre del romanzo ottocentesco ma è rimasta profondamente
antiromantica; il suo modo di scrivere sembra più verista, termine però che non apparteneva al suo tempo, e
aborriva sdilinquimenti, svenimenti, esagerazioni dei sentimenti che calibrava nel suo stile privo di retorica e
li ‘derideva’, in maniera più o meno evidente. Quella di Jane Austen è una scrittura continuamente ripulita e
rifinita, proprio come quella di Virginia Woolf. Anche questo accomuna le due scrittrici: la riscrittura e
revisione continua.
L’apparente facilità della sua scrittura e lo sguardo neutro che sembra avere quando descrive quello che
vede, senza giudizi e moralismi, la rendono inscrutabile. Ma percepiamo la sua presenza dall’ironia e dal
sarcasmo che fanno capolino, come fosse nascosta dietro a una tenda a osservare come se la cava il mondo,
senza nessuna pretesa di volerlo cambiare ma concedendosi qualche risata. Il dialogo è la caratteristica
peculiare dei romanzi di Jane Austen che con l’arte della conversazione ci introduce nelle diverse
personalità.

 Introduzione romanzo “Persuasion”


Da Virginia Woolf a molti altri critici che hanno analizzato le opere di Jane Austen, tutti hanno avvertito in
Persuasion una particolare qualità che lo isola dai romanzi precedenti. Alcuni hanno letto in Persuasion una
identificazione della protagonista Anne Elliot con l’autrice; altri invece si sono concentrati sull’importanza
che la Austen attribuisce all’aspetto poetico del paesaggio e al suo rapporto con gli stati d’animo dei
personaggi; altri ancora sottolineano la modernità del carattere di Anne, il peso che riveste l’Io della
protagonista, con i suoi pensieri, i suoi sentimenti più intimi, le sue sensazioni, le sue segrete emozioni.
Tuttavia, al di là delle tante interpretazioni, non c’è alcun dubbio che Persuasion segna un momento diverso,
una sorta di apertura verso qualcosa che è difficile definire con esattezza, ma di cui non è possibile non
riconoscere la novità, nella narrativa della Austen. Infatti sin dalle primissime pagine il linguaggio appare a
un primo impatto non austeniano. Dopo la fase iniziale, precisa, limpida nella sua discreta ironia, lo stile
cambia. Chi traduce, abituato ad un tipo di linguaggio in cui ogni parola, virgola, è essenziale, si trova
improvvisamente confrontato a un linguaggio impreciso, fortemente ritmato, con frasi complesse nelle quali
l’autrice sembra voler nascondere, oscurare, il proprio pensiero, un linguaggio dunque che non richiede di
essere compreso bensì decifrato.
Ma che cosa è accaduto nell’anno trascorso tra la stesura di Emma del 1814 e quella di Persuasion del 1815?
Uno dei temi principali del romanzo “Persuasion” è il trascorrere del tempo, la sensazione di un tempo
perduto anche quando l’amore perduto viene ritrovato, e con l’amore la perduta bellezza. Quel senso di
armonia, di pacificazione che in altri romanzi della Austen avviene attraverso la rivelazione dei personaggi
principali a loro stessi e la piena accettazione di sé nell’unione con il proprio opposto (matrimonio dei
protagonisti), qui invece è piuttosto desiderio di pacificazione con il trascorrere del tempo. Essa non avviene
dunque con l’unione di due opposti ma nell’Io del personaggio, attraverso un susseguirsi di esperienze che
culminano nel riconoscimento del proprio amore, libero infine di rivelarsi a se stesso senza timori. Se Emma
non sposasse Knightley o Elizabeth non sposasse Darcy, non potrebbe esservi vera pacificazione in Emma e
Orgoglio e pregiudizio. D’altra parte de Anne Elliot non sposasse Friederick Wentworth, la pacificazione
con il trascorrere del tempo avrebbe ugualmente luogo. Anne è in lotta con il tempo che deve affrontare e
accettare perché si compia in lei quella piena armonia, che le altre eroine della Austen trovano nell’unione
matrimoniale. Sebbene Persuasion sia essenzialmente la storia di come un amore perduto venga infine
ritrovato, per Anne il matrimonio non è necessario al raggiungimento della completezza di sé. Anne Elliot è
una donna che ha sofferto, che conosce sentimenti e sensazioni forse non riscontrabile in altri romanzi della
Austen; tuttavia è una donna completa, quel che forse una donna ai tempi della Austen non poteva avere se
non aveva accanto a completarla un marito. In questo senso Anne Elliot può essere considerata come l’eroina
più moderna di Jane Austen.
E ancora una volta ci chiediamo cosa è accaduto perché Jane Austen passi da un’eroina non completa, qual è
Emma, a una figura come quella di Anne Elliot, modello di completezza e di equilibrio? Sarà proprio Anne
Elliot e non la sua autrice a rivelarci di quel che è accaduto tra Emma e Persuasion.
Altra differenza che incontriamo rispetto agli altri romanzi è quello del tempo tra Orgoglio e Pregiudizio e
Persuasione: il primo, come anche gli altri romanzi della Austen prima di Persuasione, è un romanzo
essenzialmente senza tempo. Il tempo del trascorrere del tempo e del tempo storico in cui la vicenda
romanzesca si colloca, è assente dai grandi romanzi di Jane Austen nei quali al contrario è presente
costantemente il movimento e lo spazio. Con Persuasion invece, il tempo nella sua doppia accezione, entra di
prepotenza nel mondo narrativo della Austen. Già nel secondo paragrafo del romanzo situa esattamente i
lettori nel tempo storico della vicenda, elencando con precisione le date di nascita di sir Walter e delle sue tre
figlie. Più avanti, la rivelazione dell’età attuale della figlia maggiore. Si afferma così sin dal primo capitolo
l’esistenza del tempo storico. E sin dal primo si pone l’importanza del tempo cronologico, del trascorrere del
tempo. Il lettore dunque sa già quando sono nati i personaggi e quanto tempo è trascorso dalla loro nascita.
Lungo tutto il romanzo vi sono frequenti accenni a eventi storici: l’accenno alla pace dell’aprile del 1814 nel
capitolo III, o il nome della lozione per la pelle che sir Walter suppone la figlia abbia usato nel cap. IV. Ma
ancora più importante è l’intrecciarsi delle vicende reali con le vicende dei personaggi, l’assoluta importanza
della realtà storica per lo sviluppo della trama: se non vi fosse stata la pace del 1814, l’ammiraglio Croft non
sarebbe tornato in Inghilterra, non avrebbe cercato una casa da affittare e non vi avrebbe ospitato il cognato,
Wentworth; quest’ultimo a sua volta torna in Inghilterra e può di conseguenza rivedere Anne, perché la pace
è stata conclusa. Il mondo reale e il momento storico determinano in modo essenziale la vicenda. Dunque è
questo in realtà quello che è accaduto tra Emma e Persuasion: il mondo esterno, il mondo reale non solo è
entrato nel mondo narrativo di Jane Austen ma vi è entrato come elemento condizionante.
Sebbene scritto in 3 persona, con gli interventi diretti dell’autrice che commenta e narra, Persuasion è una
sorta di autoanalisi di Anne Elliot, quasi un lungo stream of consciousness in cui ogni cosa è vista attraverso
gli occhi di Anne. Un lungo percorso iteriore che conduce infine Anne a una piena completezza, a un sereno
equilibrio. Compiuta la sua pacificazione con il trascorrere del tempo, entra nel presente e attraverso esso
riscatta e rivendica anche il passato, quando afferma di non aver sbagliato un tempo nel cedere al
suggerimento di rinunciare al suo amore per Friederick, sebbene fosse sbagliato. Si compie così pienamente
la pacificazione con il suo tempo e il suo trascorrere. Nella felicità del presente, Anne si riappropria del
passato e lo riscatta e guarda al futuro con la serena sicurezza con cui vive il presente.
Abbiamo già detto che è proprio nel linguaggio che si esprime la novità di Persuasion: le frasi si allungano,
incastrandosi l’una all’altra per seguire i movimenti dell’Io di Anne, si fanno brevi scandite per esprimere
l’affanno e il turbamento. Il linguaggio è un mezzo per narrare la vicenda, e la vicenda è a sua volta un
mezzo per esprimere e illustrare alcuni temi. Se gli altri romanzi della Austen si può dire che siano fini a se
stessi, Persuasion diviene un mezzo per esprimersi e per esprimere. Ma naturalmente questo non vuole dire
che negli altri romanzi non è possibile riscontrare temi precisi. Per esempi dei temi comuni a tutti sono: il
percorso compiuto dai personaggi principli verso la conoscenza di sé a cui giungono attraverso una
rivelazione improvvisa, quella che Joyce avrebbe chiamato “epifania”. Ancora una volta, a mutare, in
Persuasion, è la consapevolezza dell’autrice, il rapporto tra lei e il romanzo. Se altrove i temi primari e
secondari del romanzo si fondevano con la narrazione, qui in Persuasion si avverte la volontà di far ruotare la
vicenda attorno ad alcuni temi essenziali: cioè di esprimere pienamente l’Io di Anne. In questo senso
Persuasione può essere considerato il più maturo e il più moderno ma anche il più imperfetto, perché qui si
spezza l’equilibrio dei romanzi precedenti, nei quali lo svolgere di uno o più temi, tutto si fondeva, e veniva
abbracciato nella gioia del narrare.
I personaggi del romanzo hanno delle caratteristiche particolari: sono dotati di una perfetta unità, di una
totale wholeness (completezza); non vi si incontrano dicotomie e contraddizioni tra quello che pensano e
quello che sentono. Anche quando fingono, il modo in cui fingono è impossibile che non riesca a rivelare il
loro animo. Sono personaggi pieni di profondità o complessità, ricchi di sfaccettature e di significato.
Tuttavia, in loro il “non detto” (tema caro a Jane Austen) è in realtà inesistente perché non può essere
percepito: sono infatti considerati personaggi “oggettivi”. E dunque anche questo Persuasion segna una
nuova tappa nella narrativa di Jane Austen.
Dire Persuasione è dire Anne Elliot: personaggio soggettivo e oggettivo allo stesso tempo. Soggettivo come
espressione di una sua ricchezza interiore, non sempre avvertibile all’esterno e oggettivo a seguito di una
situazione che la costringe a una vita e realtà tutta interiore. Lo è anche come espressione di un femminismo
esitante, non in modo rivendicativo, poiché non nasce dal suo essere donna, ma dalla posizione ingiusta che
padre le accorda, trascurandola a vantaggio della figlia maggiore, Elizabeth. In questo senso, Anne Elliot
conduce una lotta per affermare se stessa che per molti aspetti può essere considerata una battaglia
femminista. Mentre negli altri romanzi è il cammino del personaggio verso la conoscenza di sé, qui si muta
in una lotta condotta nel segreto del proprio Io per giungere all’affermazione di sé e del proprio diritto
all’amore e prima ancora al proprio diritto all’esistenza. Costretta alla segretezza perché condannata al
silenzio, Anne deve combattere una lotta ardua per esprimere se stessa, per rendere noti i suoi sentimenti, le
sue emozioni, per imporre agli altri la realtà del proprio Io senza uscire dai confini di eleganza e gentilezza
ed educazione. È la sua grande vittoria il momento in cui giunge ad esprimersi, far riconoscere e accettare il
proprio Io, senza artifici, né finzioni, senza soprattutto venir meno a se stessa. Anne Elliot è quel personaggio
che, nelle parole del capitano Wentworth, nel loro primo incontro dopo anni di lontananza, era “tanto
cambiata che lui non l’avrebbe riconosciuta” (cap. VII), ricevendo poi dallo stesso Wentworth un amoroso
tributo alla sua ritrovata “chiese perfino se eravate mutata d’aspetto, non sospettando che ai miei occhi voi
non potreste mai mutare”. È sua grande vittoria anche quello di far trionfare la verità sulle altrui ipocrisie
(“soltanto perché è Anne”), rovesciando così l’opinione dei familiari. E ancora vittoria, nel momento in cui
mostra che una donna può uscire da una condizione di inferiorità senza rinunciare a se stessa, ma al contrario
affermando se stessa.
Nel romanzo non si incontrano personaggi che possono contrapporre l’Io di Anne Elliot. Sicuramente
non le due povere maschere di vanità e di orgoglio impersonate dal padre e dalla sorella Elizabeth; né tanto
meno i personaggi che svolgono il ruolo di comprimari, come l’ammiraglio Croft o Mary Musgrove. Lo
stesso capitano Wentworth, altro protagonista del romanzo, non può di certo vantare di una realtà simile a
quella di Anne Elliot. Paradossalmente l’unico che possa affrontare la realtà di Anne, in chiave opposta e
negativa, è William Elliot, nipote e erede di sir Walter. Malato d’egoismo e indifferente agli altri, William
non è una vuota maschera, ma una realtà anche se sgradevole, tuttavia una realtà. L’unica realtà che si
contrappone a quella di Anne, che al contrario di Wiliam appartiene ad un polo positivo. Se avessero animato
entrambi uno dei romanzi precedenti della Austen, allora Elliot si sarebbe rivelato forse migliore e Anne lo
avrebbe amato e sposato. Ma questo non accade ed è anche questa un’ulteriore novità in Persuasion. Si può
ipotizzare che la cattiveria di Elliot, abbia la funzione di una sorta di tenebra che viene contrastata
all’autonomia di Anne Elliot, alla sua capacità di essere e riconoscere se stessa.
Jane Austen in Persuasion si allontana dal cammino percorso in precedenza, cercando nuove strade, nuovi
metodi, che interiorizzi e esprima l’intera vicenda attraverso il monologo interiore di Anne. I commenti
dell’autrice, il dialogo e il monologo interiore si fondono uno nell’altro. Al discorso indiretto: per dare la
sensazione che tutto il romanzo si svolga nella mente dell’eroina. La conseguenza è la rappresentazione di
uno stile del tutto innovativo, complesso, spezzato, affannoso, per esprimere le emozioni e le sensazioni di
Anne, il suo flusso di coscienza.

 Analisi capitoli (24 in tutto)


Con Persuasione ci si chiede: i finali sono davvero finali? Quando vale la pena aggrapparsi al passato e
quando dovresti lasciarlo andare e passare alla cosa successiva? E il romanzo pone questa domanda su una
scala molto più ampia delle sole prospettive romantiche di Anne. Nell'allestire un confronto tra coloro che
hanno ereditato il loro status sociale (l'aristocrazia) e coloro che vi hanno lavorato (ufficiali di
marina), Persuasione esamina i pro ei contro del modo in cui il potere è distribuito nella società e come tale
distribuzione sta cambiando. Il romanzo è ambientato in un momento storico in cui la società è in grande
mutamento: le guerre napoleoniche, che imperversava da oltre un decennio, sembra finalmente finita e le
truppe stanno finalmente tornando a casa per rifarsi una vita come civili. Tornano in una nazione che
glorifica il loro servizio militare ma è governata da un'aristocrazia che non sempre vuole accettarli come
pari. L'aristocratico nato nel maniero e l'individuo che si è fatto da sé possono capire come andare
d'accordo? Dovrebbero anche provarci? È tempo di spegnere il supporto vitale sui vecchi modi di vivere o ci
sono parti che vale la pena salvare? Non solo Anne, ma tutta la sua società (e anche quella di Austen) deve
trovare le risposte a queste domande.
Qual è il significato del titolo "Persuasione"? In che modo i personaggi del romanzo sono influenzati
positivamente e negativamente dalla persuasione nella storia? Anne Elliot è chiaramente l'esempio più
importante di persona persuasa. Otto anni prima dell'inizio del romanzo, Lady Russell convinse Anne a non
sposare il capitano Wentworth. Questo porta il Capitano a giudicare negativamente la fermezza d'animo e la
forza di carattere di Anne. Ma Anne non è d'accordo sul fatto che la persuasione l'abbia influenzata
negativamente. Sebbene non sia d'accordo con il contenuto del consiglio di Lady Russell, pensa che fosse
giusto essere persuasa. Una mente sana, ragiona, presta attenzione al dovere e al giudizio degli altri. Al
contrario, Louisa Musgrove è un esempio di qualcuno che non poteva essere persuaso. Per quanto ci
provasse, il capitano Wentworth non riusciva a impedire a Louisa di saltare giù dal muro. Mentre
inizialmente loda il carattere forte di Louisa, il capitano Wentworth in seguito si rende conto che c'è una
grande differenza tra una disposizione costante e una mente testarda. Alla fine, Austen permette al lettore di
giudicare se la persuasione è una forza positiva o negativa.
Il romanzo di Austen ritrae la persuasione come uno strumento potente, ma non dichiara che sia giusto o
sbagliato: dipende da chi lo usa e per quali fini. A volte la persuasione può fungere da consiglio utile, ma a
volte può spingere una persona verso una decisione sbagliata o una falsa credenza. La domanda è: come
possiamo distinguere? Cosa possiamo usare per trovare una via di mezzo tra gli estremi del credere a tutto
ciò che sentiamo o semplicemente sintonizzarci su tutto? E come prendiamo una decisione quando diverse
fonti stanno cercando di persuaderci a fare o pensare cose diverse? Persuasionenon ci dà necessariamente
risposte a queste domande, ma ci ricorda che dobbiamo continuare a farle.
Capitoli da 1-7: Austen apre il suo romanzo presentando Sir Walter Elliot, il proprietario di Kellynch Hall, e
un uomo per il quale "la vanità era l'inizio e la fine del [suo] carattere". Il suo libro preferito, viene detto al
lettore, è il Baronetage, un libro che tiene traccia delle famiglie più importanti d'Inghilterra e che, soprattutto,
registra la storia personale di Sir Walter. In questo brano apprendiamo che la moglie di Sir Walter, Elizabeth,
è morta quattordici anni fa e che lui ha tre figlie: Elizabeth, Anne e Mary. Delle ragazze, solo Mary, la più
giovane, è sposata (con un certo Mr. Charles Musgrove). Avendo solo tre figlie e nessun figlio, la fortuna
della famiglia Elliot passerà a William Elliot, cugino delle ragazze, alla morte di Sir Walter. La defunta
moglie di Sir Walter, l'ex Lady Elliot, era stata una donna eccellente e aveva integrato i difetti del marito con
la sua sensibilità e il suo buon senso. Ma negli anni successivi alla sua morte, Sir Walter si è innamorato di
se stesso. Lady Russell, una vecchia amica di Lady Elliot, ha aiutato Sir Walter a crescere le sue figlie ed è
diventata una fidata consigliera di famiglia. In questo capitolo iniziale, ci vengono presentate anche le tre
figlie Elliot: La figlia maggiore Elizabeth porta il nome di sua madre per una buona ragione. Come Lady
Elliot, è una bella donna la cui sensibilità è conforme a quella di Sir Walter. In quanto tale, ha servito come
amante di Kellynch Hall dalla morte di sua madre; seguono le due sorelle Mary e Anne in ordine di
preferenza del padre. La sorella più giovane Mary ha acquisito una certa "importanza artificiale" attraverso il
suo matrimonio favorevole con Charles Musgrove , il figlio maggiore dei simpatici e relativamente ricchi
Mr. e Mrs. Musgrove. In intelletto e sensibilità, tuttavia, rimane inferiore ad Anne. Anche nell'aspetto è
ultima tra le sorelle, avendo “raggiunto solo la dignità di essere 'una brava ragazza'”. Tutto sommato, Mary è
descritta come una donna simpatica e di buon umore, tranne la sua tendenza a considerarsi vittima di malattia
o abbandono. Per quanto riguarda Anne, il suo ritratto è dipinto attraverso le sue percezioni degli eventi del
romanzo mentre la storia si svolge. E infine l'unico figlio di Lady Elliot, nato morto. Sempre nel 1 capitolo,
apprendiamo che la famiglia Elliot deve affrontare un dilemma finanziario, poichè Sir Walter ha speso
generosamente per uno stile di vita ben al di là delle sue possibilità. Il signor Shepard e Lady Russell, due
fidati consiglieri familiari, aiutano gli Elliot a risparmiare denaro e a rimettere in ordine le loro finanze: la
famiglia ha tre opzioni: trasferirsi a Londra, a Bath, o in un'altra casa in campagna, poiché il costo della vita
sarebbe più conveniente. Viene quindi deciso che gli Elliot si trasferiranno a Bath, senza che Anne abbia
alcuna voce in capitolo. Essendo il membro più razionale della famiglia e il più attento a ripagare
opportunamente il debito familiare, Anne avrebbe preferito drastiche riduzioni a Kellynch Hall o il più
drammatico trasferimento in una casa in campagna. Infatti, Anne differisce dalla sua buona amica Lady
Russell in quanto ha poca considerazione per la ricchezza o la famiglia in sé. Tuttavia, ha poca voce in
capitolo con suo padre e sua sorella. L'allontanamento da Kellynch Hall, quindi, pone un conflitto e un
dilemma esistenziale per Sir Walter, poiché è inorridito dal fatto che la gente possa pensare meno di lui per
aver speso meno soldi ed è scioccato dalla prospettiva di rinunciare alle comodità che considera necessità.
Da un lato, il Baronetage afferma debitamente di essere il baronetto di Kellynch Hall. D'altra parte, deve
rinunciare volontariamente allo stesso ruolo sociale. Fortunatamente, il signor Shepherd negozia un
compromesso adeguato facendo in modo che i Croft affittino Kellynch Hall. In questi capitoli vediamo il
primo esempio di persuasione. Anne, Lady Russell e il signor Shepard convincono gentilmente Sir Walter
che sarebbe meglio per lui lasciare Kellynch Hall per un po'. Convincono non facendo appello alla praticità,
di cui gli importa poco, ma facendo appello alla sua vanità. È indotto a credere che Bath gli fornirà più
importanza e divertimento di quanto possa ricevere nel Somersetshire. Questo è un esempio di persuasione
positiva che influenza una decisione dal lato della praticità. Un altro tema che viene fuori è il ruolo della
Marina nella società strutturata in classi dell'inizio del XIX secolo. La Marina consente agli uomini che si
dedicano e lavorano sodo non solo di costruire una fortuna, ma anche di ottenere rispetto e status sociale. La
sua obiezione quindi, non è solo alla Marina, ma all'aumento della mobilità sociale nella società. L'antipatia
di Sir Walter per questo progresso, è rappresentativa degli uomini britannici dell'alta borghesia del
diciannovesimo secolo. D'altra parte, Anne vede la Marina come una fonte di orgoglio nazionale.

I capitoli successivi rivelano che Sir Walter ed Elizabeth mantengono fermamente i loro ruoli originali,
nonostante il cambio di ambientazione. La loro preoccupazione principale diventa come mantenere la gloria
di Elliot, o nascondere il fatto che è già andata perduta, alla ricerca, per così dire, del tempo passato. Infatti,
quasi tutti i personaggi dei capitoli iniziali continuano a interpretare i loro ruoli originali. Tutti tranne Anna.
Man mano che il romanzo procede, diventa molto chiaro che il libero discorso indiretto della narrazione
parla principalmente “dal” punto di vista di Anne. È il lettore che farà ad Anne Elliot, la cui "parola non
aveva peso", la sua meritata giustizia. A quanto pare, veniamo a conoscenza che la moglie dell'ammiraglio
Croft è la sorella di un certo signor Wentworth, che in precedenza viveva vicino agli Elliot a Monkford. Il
nome del capitano Frederick Wentworth ha un'importanza particolare per Anne, un nome che le fa arrossire
le guance e che ispira in lei un "gentile sospiro". Poco più di sette anni fa, il capitano Wentworth e Anne si
innamorarono profondamente l'uno dell'altra. Ecco che, nel quarto capitolo, incontriamo nuovamente un
esempio di persuasione: Sette anni fa, Anne è stata convinta da coloro che la circondavano, in particolare
Lady Russell, a rompere il fidanzamento con il capitano Wentworth. Tale consiglio è contro la sua decisione
iniziale, ma crede che sia giusto rimandare a coloro che sono più anziani e più saggi, che devono, presume,
avere a cuore il suo miglior interesse. Anche se Anne ha impiegato molti anni per far fronte all'esperienza
traumatica. Ed è chiaro che la ferita non è ancora guarita del tutto, poiché il narratore afferma che Anne "è
stata troppo dipendente dal tempo da sola". La semplice menzione del nome Wentworth riporta alla mente
nuovi ricordi. Questo movimento psichico nel passato è rappresentato in modo appropriato sotto forma di un
flashback letterario. Proprio come Sir Walter deve valutare se stesso come il baronetto di Kellynch che è
stato spostato da Kellynch, così anche Anne dovrà rivalutare il suo "ruolo" per quanto riguarda il Capitano
Wentworth. Ora è un'amica, un'amante del passato, una conoscente o addirittura un'estranea per lui? Nel
frattempo, lo spostamento da Kellynch a Uppercross le assegna anche un nuovo ruolo di confidente generale.
Le due case sono microcosmi separati, ognuno un mondo a sé stante. A Kellynch, nessuno tranne Lady
Russell ascolta Anne o chiede la sua opinione; a Uppercross, tutti vogliono parlare con Anne. Così, al centro
del microcosmo di Uppercross, Anne diventa un'autorità sui personaggi e gli eventi che la circondano. È lei
che negozia gli argomenti con moderazione; è lei che comprende le esigenze individuali di ognuno e ascolta
pazientemente i loro discorsi. Eppure, la sua autorità non dà più peso alla sua parola che a Kellynch. La
possibilità di ricongiungersi con il capitano, poi, presenta anche la possibilità di ritrovare la sua voce. Nel
capitolo cinque, l'incontro tra i Croft e Sir Walter avviene senza intoppi, il contratto è firmato, e gli Elliot, o
meglio Sir Walter e la figlia Elizabeth, partono per Bath, portando con loro Mrs. Clay, con grande sconcerto
di Lady Russell. Anche Anne non vede di buon occhio quella frequentazione; immagina che potrebbe esserci
qualche mira nei confronti del padre, ma Elizabeth respinge con sdegno quei sospetti. Anne avrebbe dovuto
partire col padre e la sorella, ma all'ultimo momento arriva un'invocazione d'aiuto da Mary, la sorella più
giovane, sposata con Charles Musgrove. Mary non si sente bene, e non è certo una novità, e ha assoluto
bisogno della sorella. E così Anne va a Uppercross, la residenza dei Musgrove, non lontana da Kellynch. Qui
si trova come al solito invischiata nelle continue lamentele della sorella, che si sente trascurata e maltrattata,
soprattutto perché non le sembra che la famiglia del marito tenga in debito conto il suo rango. Anne,
consapevole che i torti stanno quasi tutti dalla parte della sorella, cerca di smussare i contrasti, anche perché i
Musgrove le piacciono, soprattutto le due sorelle già adulte, Louisa e Henrietta, sempre spigliate e allegre,
poco interessate alla cultura ma piene di un affetto reciproco mai sperimentato da lei con le sue sorelle. Sarà
Louisa che, nel capitolo 6, spiega come i genitori siano piuttosto giù di corda, dato che il nome del capitano
Wentworth, fatto dai Croft, ha risvegliato in Mrs. Musgrove il ricordo del figlio morto prematuramente
(Richard Musgrove) durante la sua carriera di marinaio. I Musgrove, una volta arrivati, non parlano d'altro, e
Anne è costretta a sentire ripetere più volte quel nome così doloroso per lei, anche perché il suo prossimo
arrivo a Kellynch, e la ferma decisione dei Musgrove di conoscere l'ex capitano del loro figlio, le fanno
capire che non potrà certo evitare di incontrarlo.
Nel capitolo 7, Wentworth è ormai a Kellynch, e Mr. Musgrove si affretta a fargli visita e a invitarlo a
pranzo da loro. Il suo arrivo suscita molta eccitazione a Uppercross. Mentre Sir Walter ed Elizabeth non si
degnerebbero di interagire con uomini di basso rango come il capitano Wentworth - per quanto affascinanti
possano essere - i Musgrove lo apprezzano per quello che è. Louisa ed Henrietta, in particolare, sembrano
essere subito infatuate di lui. Ma cosa pensa Anna della situazione? Il narratore ci dice: "E cosa le importava,
se Frederick Wentworth era distante solo mezzo miglio, rendendosi gradito agli altri"! Il tono ironico
suggerisce che Anne vorrebbe essere in compagnia del capitano Wentworth, nonostante la sua generosa
offerta di rimanere a casa con il bambino ferito Charles.
In realtà, però, l'offerta di restare a casa può nascere più dall'ansia che dalla generosità. Sebbene Anne
desideri vedere il capitano Wentworth, non può sopportare il pensiero che potrebbe non desiderare
particolarmente di vederla. Il libero discorso indiretto del narratore esprime bene il conflitto interiore di
Anne. Tuttavia, Wentworth non può evitare, adesso come in passato, di paragonare a lei ogni donna che
incontra. Non pensa più a Anne, ormai è ricco e libero da impegni immediati, e quindi ha deciso a sposarsi,
ma la descrizione della sua donna ideale, fatta alla sorella durante una conversazione su quell'argomento, non
è certo estranea al carattere e all'intelligenza di Anne. Quando appare il capitano Wentworth, i risultati sono
tutt'altro che incoraggianti per Anne. Secondo il rapporto di Mary, il capitano dice a Henrietta che "[Anne
era] così alterata che non avrebbe dovuto conoscerla più". Il verbo “alter” deriva direttamente dal latino alter,
che significa “altro”. È come se Anne fosse completamente un'altra persona.
Capitoli da 8 a 12: Il capitolo 8, è uno dei primi capitoli in cui Anne ha la possibilità di osservare il capitano
Wentworth per la prima volta. I due non hanno un vero proprio dialogo. Siamo ad una cena e tutti gli occhi
sono puntati sul capitano Wentworth. Quest’ultimo risulta come un persona fortemente sicura di sé, ma allo
stesso modesto delle conquiste che ha fatto. La conversazione è quasi sempre incentrata sul capitano, sulle
sue idiosincrasie per la presenza di donne a bordo, sul suo amico Harville, sulla vita a bordo e sulla
riconoscenza di Mrs. Musgrove per essersi occupato del figlio, anche se Anne, e solo lei, si accorge, da un
lievissimo cambiamento di espressione del capitano, che di Richard Musgrove si sarebbe volentieri
sbarazzato. Si parla delle sue imprese, del mare, della guerra, ma lui ritorna all’anno in cui ha conosciuto
Anne Elliot senza che la narratrice debba dirlo e naturalmente Anne può chiaramente percepire il ricordo di
quello che era successo con lei, anche se le allusioni sono troppo velate per gli altri.Noi qui vediamo come in
una scena teatrale chi era quel ragazzo di cui Anne si era innamorata 8 anni fa. Succede poi che il capitano le
si avvicina con maniere cortesi e non spontanee. Lei e il capitano scambiano, per caso, qualche parola, ma
per Anne quelle poche frasi educate e cerimoniose sono forse peggio di qualsiasi altra cosa. I capitoli 7 e 8,
affrontano la questione della maternità, un altro tema frequente nei romanzi della Austen. Vediamo due
reazioni materne molto diverse in questi passaggi, quella di Mary per il suo giovane figlio che è ferito, e
quella di Mrs. Musgrove per il suo defunto figlio, Dick. Mary, sebbene inizialmente isterica al pensiero che
suo figlio sia gravemente ferito, presto supera la sua isteria e perde interesse quando si rende conto che molto
probabilmente starà bene. Pensa che potrebbe anche uscire a cena, dal momento che può essere di scarsa
utilità per suo figlio a casa. Finge di avere tutte le preoccupazioni di una madre, quando in realtà ha poco
sentimento d'amore o protezione materna. Austen presenta Mary come un esempio di madre cattiva (ma non
maliziosa). Alla signora Musgrove viene in mente il suo defunto figlio quando il capitano Wentworth, il suo
ex comandante, viene a cenare con loro. A differenza di Mary, la signora Musgrove non è un "genitore
sciocco", ma come sua nuora, usa i suoi figli per attirare l'attenzione su di sé. Incoraggiare il capitano
Wentworth a parlare di Dick significa che deve darle attenzione e conforto. Entrambi i passaggi sono esempi
dell'attenta osservazione di Austen dei ruoli sociali e dei diversi modi in cui le persone ricoprono quei ruoli
nella società.
Nel capitolo 9, Anne e il capitano Wentworth si incontrano per la seconda volta. Siamo nel Cottage della
sorella di Anne. In questa scena traspare molta freddezza nei confronti di Anne e rimane silenzioso per tutta
la durata della scena avvicinandosi alla finestra. Dunque qui vediamo il capitano che rispetto a prima è perso,
mentre prima si sottolineavano le sue imprese ecc con la comunità. Accade qualcosa: Una mattina Anne è da
sola con il piccolo Charles, ancora non completamente guarito, quando si presenta Wentworth, imbarazzato
almeno quanto lei nel ritrovarsi quasi da soli. L'imbarazzo cresce quando arriva Hayter, non certo la persona
più adatta a dissolverlo. Subito dopo arriva il bimbo più piccolo, il più vivace dei due, anche se ha solo due
anni, che come un ragazzo impertinente e presuntuoso comincia a infastidire la zia avvinghiandosi a lei, fino
a quando non le viene strappato dal capitano, con un gesto veloce e silenzioso che la colpisce molto. Ma la
gratificazione di quell'intervento viene subito mitigata dal comportamento successivo di lui, che sembra
voler comunque evitare qualsiasi contatto con lei. Anne è preda di sentimenti confusi, e, dopo essere riuscita
a dileguarsi, le ci vuole molto prima di riuscire a calmarsi. Il senso fisico di sentirsi oppressa per poi essere
liberata da Wentworth. Ormai il capitano Wentworth frequenta spessissimo Uppercross, le due Musgrove
sono entrambe chiaramente innamorate di lui, e Charles Hayter sembra ormai rassegnato a battere in ritirata,
anche se il dubbio su chi delle due sia la preferita non è ancora sciolto. (capitolo 10) L'agitazione silenziosa
di Anne aumenta man mano che trascorre più tempo con il capitano Wentworth e le signorine Musgrove.
Durante la gita a Winthrop, Anne trova piacere nel contemplare l'ambientazione scenica e nel ripetere a se
stessa descrizioni poetiche di "quella stagione di influenza peculiare e inesauribile sulla mente del gusto e
della tenerezza". Ora, Austen attinge più pesantemente a un apprezzamento satirico piuttosto che vero del
romanticismo. Tuttavia, è interessante notare che Anne cerca di trovare conforto nei libri, proprio come Sir
Walter, quando legge il Baronetage. Questo parallelo è particolarmente interessante perché il tentativo
fallisce: sentendo la fervida ammirazione del Capitano Wentworth per Louisa. Le parole di Louisa rivelano
un carattere fermo e deciso, molto apprezzato dal capitano, che esprime la sua disapprovazione verso i
caratteri deboli e incerti, dei quali non ci si può fidare. Anne, naturalmente, sente quelle parole come rivolte
a se stessa, e capisce quanto sia ancora bruciante il risentimento di Wentworth. In questa conversazione che
Anne è costretta ad ascoltare si parla della proposta di matrimonio di Charles ad Anne prima di farla alla
sorella Mary, che ha rifiutato in precedenza. Il capitano Wentworth risponde con i sentimenti che ha per lei,
mentre quest’ultima ascolta. Che succede poi? Anne sente da Louisa che lei aveva rifiutato Charles e questo
è interessante come non entriamo nella mente del capitano ma solamente in quella di Anne. A proposito del
tema del matrimonio, sempre in questo capitolo ci si accorge di una cosa: Mentre la maggior parte dei
romanzi di Jane Austen finisce con il matrimonio, pochi dei suoi lavori forniscono esempi di coppie con
relazioni lunghe e sane. L'ammiraglio e la signora Croft sono un'eccezione a questa regola. Austen li fornisce
come esempio di un matrimonio perfetto. La coppia non sopporta di essere separata; sono costantemente
insieme, anche in mare. Il viaggio verso casa illustra come funziona il loro matrimonio.
Capitolo 11: Gita a Lyme Con l'avvicinarsi della data del ritorno di Lady Russell , Anne riflette su come il
suo ritorno a Kellynch Hall influenzerà la sua vita. Da un lato, sarà più vicina al capitano Wentworth; ma
d'altra parte, trascorre così tanto tempo a Uppercross che lei potrebbe evitare di vederlo tanto. Una maggiore
causa di ansia è il possibile incontro tra Lady Russell e il capitano Wentworth, poiché i due non si piacciono.
Ma prima di quella partenza arriva un evento inaspettato. Il capitano Wentworth non si era fatto vedere per
un paio di giorni, e la ragione era stata un viaggio di una ventina di miglia per andare a trovare il suo amico,
il capitano Harville, stabilitosi a Lyme Regis. Il racconto di quel viaggio improvvisato, e la descrizione che
Wentworth fa del suo amico e del capitano Benwick, ora ospite di Harville dopo essere stato fidanzato con la
sorella di quest'ultimo, morta prima delle nozze, fa venire a tutta la parte giovane di Uppercross la voglia di
andare a Lyme, e la gita viene subito organizzata. Il gruppo arriva a Lyme verso mezzogiorno e, dopo le
dovute presentazioni, tutti si sentono cordialmente legati ai nuovi amici, con la parziale eccezione del
capitano Benwick, riservato e malinconico, che non fa altro che pensare alla fidanzata perduta e si consola
leggendo ardenti poesie d'amore sfortunato. Dopo aver fatto visita in casa del capitano Harville, e conosciuti
la moglie e i figli, il gruppo si riunisce di nuovo in serata nella locanda, dove Anne si assume l'onere di
intrattenere Benwick. Mentre i due discutono della poesia romantica di Lord Byron e Sir Walter Scott,
diventa chiaro che il capitano Benwick apprezza le poesie particolarmente tragiche perché si identifica con
esse. Dopo aver discusso con lui delle sue letture poetiche, Anne cerca di convincerlo che un dolore, sia pure
grande, può sempre essere superato, e che le sue letture dovrebbero ampliarsi un po', comprendendo magari
anche opere in prosa che aiutino a guardare con occhi diversi al futuro. Una volta conclusa la serata, Anne
non può non sentirsi sorpresa dal ruolo di consolatrice che si è trovata a recitare, rendendosi conto che gli
incoraggiamenti dati a Benwick per superare un amore perduto avrebbero fatto bene anche a lei.
La modalità poetica della narrazione dall'escursione a Winthrop continua quando Musgroves e Anne
visitano Lyme con il capitano Wentworth. Il narratore evoca non solo la poesia, ma un senso della storia
nella descrizione dei dintorni di Lyme: “Pinny, con le sue verdi voragini tra rocce romantiche, dove gli alberi
della foresta sparsi e i frutteti dalla crescita rigogliosa dichiarano che molte generazioni devono essere
passate da quando il primo crollo parziale della rupe ha preparato il terreno per un tale stato”. La lunghezza e
il grado di esagerazione in tali descrizioni contraddistinguono Lyme come un'ambientazione speciale,
completamente diversa da Kellynch, Uppercross e Bath. Rimosso dalla civiltà in un ambiente più
primordiale, lo stato d'animo sembra appropriato per il verificarsi di un evento straordinario. A quanto pare,
gli eventi di Lyme rappresentano un importante punto di svolta nel romanzo. Gli non solo ispirano
ammirazione con il loro "incantevole grado di ospitalità", ma le loro azioni sono del tutto naturali,
amichevoli e senza pretese. In quanto opposti polari a artisti del calibro di Sir Walter ed Elizabeth, non
prestano attenzione al "solito stile di inviti dare e avere e cene di formalità e ostentazione". Sono così
simpatici che Anne cade quasi in depressione quando si rende conto di non avere amici come gli Harville.
L'interazione di Anne con il capitano Benwick sottolinea uno dei suoi più grandi punti di forza del carattere:
la gentilezza. Mentre Wentworth e Harville conducono il discorso da un lato della stanza, Anne, con la sua
mitezza e gentilezza, incoraggia Benwick a parlare e ha il suo buon effetto su di lui. La situazione del
capitano Benwick è parallela a quella di sette anni fa, nella misura in cui ha perso una persona cara. Anne fa
così uno sforzo per essere “realmente utile” e si trova “ben ripagata per la prima fatica dello sforzo. Per una
volta, la sua parola ha un certo peso.
La lettura, tuttavia, non è necessariamente l'unico mezzo con cui Anne ha sopportato la separazione dal
capitano Wentworth. Quando Louisa subisce la sua fatale caduta al Cobb, Anne dimostra un'ammirevole
forza interiore. È lei che ha la presenza di spirito di chiamare subito un chirurgo; è lei che fa notare che il
capitano Benwick dovrebbe andare piuttosto che il capitano Wentworth. E proprio come si è esercitata con il
capitano Benwick la sera prima, così si dedica anche alla considerazione degli altri: a intervalli, per suggerire
conforto agli altri, cercava di tranquillizzare Mary, di animare Charles, di placare i sentimenti del capitano
Wentworth” (75). È ironico che il più gentile della festa debba essere anche il più rassicurante. Ma quando si
tratta di questioni veramente importanti, le sue parole hanno un grande peso. Così, alla fine della giornata,
Anne sembra aver riconquistato il rispetto del capitano Wentworth. Quando tornano a Uppercross, le chiede
consiglio su come procedere e "il ricordo dell'appello è rimasto un piacere per lei" (capitolo 12). Il capitolo
12 segna un climax nella narrazione del romanzo, poiché la caduta di Louisa è il più grande evento
drammatico accaduto finora. Nella caduta di Louisa al Cobb si nota un'impressionante duplicità. Quando
Anne anticipa per la prima volta un incontro con il capitano Wentworth, il figlio di Mary, Charles, cade e si
ferisce. Ora, la caduta di Louisa segna un altro punto di svolta nel romanzo. Weissman scrive: “La simmetria
è tanto significativa quanto la somiglianza; mentre la caduta del bambino preannuncia un cortese e freddo
ricongiungimento, quella di Louisa accelera il riconoscimento dell'amore di Wentworth e il suo ritorno da
Anne”. Un altro esempio di duplicità segue subito dopo la caduta di Louisa: quando Henrietta sviene dopo la
caduta di Louisa, i passanti si godono la vista di “una giovane donna morta, anzi due giovani donne morte,
poiché si è rivelato due volte più bello del primo rapporto, per cui persuasione è costruita come un
palinsesto, una sovrapposizione attraverso la quale dobbiamo decifrare un originale”. Il parallelismo nelle
scene di Lyme, in particolare, evoca un forte senso di ritorno alla storia "originale" di Anne e del
Capitano Wentworth. Questo ritorno avviene in funzione della caduta di Louisa discussa sopra, ma anche
in modo fisico. Sulla spiaggia, i venti marini ringiovaniscono la carnagione di Anne: “Aveva un
bell'aspetto. . . avendo la fioritura e la freschezza della giovinezza restituite dal bel vento. Il tono è di
approvazione; Anne Elliot, che ha perso presto la sua fioritura, l'ha riacquistata. Proprio come il signor Elliot
passa e nota la sua bellezza, così anche il capitano Wentworth "vede di nuovo qualcosa come Anne Elliot".
Capitoli da 13 a 24: nel capitolo 13 avviene il ritorno di Anne a Kellynch e l’incontro con Lady Russell, nel
quale si intravede qualche momento di imbarazzo, vista l'inevitabile necessità di nominare il capitano
Wentworth, che però viene presto superato quando Anne parla del legame, che lei considera ormai certo, tra
lui e Louisa. Dopo qualche giorno, Lady Russell ritiene indispensabile fare visita ai nuovi vicini a Kellynch
Hall, e Anne, sia pure con un po' di riluttanza al pensiero di rivedere la sua casa ormai abitata da altri,
l'accompagna volentieri L’ammiraglio Croft racconta com’è vivere nella sua vecchia casa. Si sottolinea
l’importanza dell’ironia e il city-country, tra moralità della campagna e il perdersi nella città, il luogo in cui
si svolgono i commerci, in cui le persone si arricchiscono che infiltreranno anche i proprietari terrieri, anche
perché si rende perfettamente conto di come quella casa sia in mani migliori di quelle precedenti. Nel
capitolo 14, Anne ritornerà a Bath e pensa con rimpianto non solo al tranquillo isolamento di Kellynch, ma
persino al chiasso di Uppercross, che le sembra preferibile a quella città per la quale non prova altro che
avversione, anche perché sa che là non troverà nessuno lieto di rivederla. L'unico motivo di curiosità è la
notizia, avuta dalle lettere di Elizabeth, dell'arrivo di Mr. Elliot, che sembra pentito del suo comportamento
precedente, e ansioso di riconciliarsi con la famiglia.
Questi capitoli riflettono sugli eventi passati e descrivono i personaggi di Mary, Lady Russell e dei
Musgrove. Austen contrasta i tratti di vari personaggi in questi capitoli. Nella conversazione con i Croft, le
differenze tra l'ammiraglio Croft e Sir Walter Elliot diventano evidenti. L'ammiraglio Croft pensa che sia
sciocco avere così tanti specchi costantemente attorno a sé nel camerino. È un uomo dai gusti relativamente
semplici e i suoi commenti permettono al lettore di vedere la stupidità e la vanità di Sir Walter. Allo stesso
modo, Anne contrappone l'animata e amichevole casa di Musgrove al suo stato precedentemente depresso.
Visitare un luogo così vivace, in cui è accolta così calorosamente, accresce il contrasto che teme l'attende nel
freddo di Bath.
Capitolo 15: incontro con il padre e Elizabeth a Camden-Place e quello con Mr Elliot: Il padre e la
sorella sono di ottimo umore, non fanno altro che parlare della loro brillante vita mondana a Bath, della
pletora di persone che vorrebbe fare la loro conoscenza, ma soprattutto non si stancano mai di citare Mr.
Elliot, che ha ottimi rapporti con loro, insieme al suo amico, il colonnello Wallis. Il passato sembra ormai
dimenticato, e le giustificazioni per quel comportamento che aveva offeso Sir Walter vengono pienamente
accettate. Perché il signor Elliot ha fatto un tale sforzo per riconciliarsi con Sir Walter ed Elizabeth? Dal suo
punto di vista, i suoi nuovi sforzi appaiono strani e irrazionali. Si rende conto, naturalmente, che la sua
prospettiva di seconda mano può essere fuorviante: “tutto ciò che suonava stravagante o irrazionale nel
procedere della riconciliazione potrebbe non avere origine se non nel linguaggio dei relatori”. Tuttavia, Anne
intuisce che deve volere qualcosa dagli Elliot di Camden Place, qualcosa di più che essere semplicemente in
buoni rapporti con loro, come crede Lady Russell. A quanto pare, l'intuizione di Anne è fondamentalmente
corretta, ma lei fraintende i secondi fini del signor Elliot. Il dipanarsi delle vere motivazioni del signor Elliot
porta la trama del romanzo alla sua fine. Nel capitolo 16, Arriva la notizia che Lady Dalrymple e Miss
Carteret, ex cugine degli Elliot, sono arrivate a Bath. Quell'arrivo mette in subbuglio la famiglia Elliot; il
visconte Dalrymple era un loro cugino, ma, per delle sfortunate circostanze, i rapporti tra le famiglie si erano
interrotti subito dopo la sua morte. Sir Walter ed Elizabeth sono particolarmente ansiosi di riprendere la
relazione con quelle parenti così illustri, suscitando un po' di vergogna in Anne, che non aveva mai visto il
padre e la sorella alle prese con la nobiltà, e resta molto delusa nel vedere come il loro orgoglio si abbassi a
quasi tutto pur di riuscire a riallacciare i rapporti interrotti. Qui, Austen introduce la
questione del luogo, intendendo la propria posizione sia geograficamente che nella società. I due sono molto
collegati. Il signor Elliot sottolinea che la famiglia di Sir Walter può essere relativamente insignificante a
Londra a causa del loro "stile di vita attuale e tranquillo", ma a Bath sono in grado di muoversi all'interno di
importanti circoli sociali. Anne si offende all'idea che il proprio valore sociale dipenda dalla propria
posizione. Ha una visione più sfumata e complessa della posizione sociale, in cui il valore è dato non solo
alla nascita e alla ricchezza, ma anche ai propri successi, modi e interessi. Nel Somersetshire, la famiglia
Elliot è considerata la migliore; qui a Bath si poteva intendere che fossero socialmente inferiori ai loro
cugini, i Dalrymple. Anne ha orgoglio, ed è offesa al pensiero che persone così incomplete e poco
interessanti potrebbero essere posizionate sopra di lei. Anne non è abituata a essere considerata inferiore a
nessuno e, per certi versi, è più orgogliosa di suo padre e sua sorella. Non sopporta l'idea che una famiglia
terriera così rispettata come la sua debba vivere in stanze in affitto in una città, mentre la loro casa è abitata
da altri. Anne è ulteriormente sgomenta per il piccolo grado in cui suo padre e sua sorella sembrano essere
turbati da questo. Austen sta esprimendo che una certa quantità di orgoglio può essere una buona cosa, se si
basa sul vero merito e non su false apparenze. Anne, che apprezza le persone per quello che sono, trova
vergognosa la ricerca di fortuna di suo padre e sua sorella con i Dalrymples. Mentre Lady Russell sostiene
che i Dalrymple sono "una conoscenza che vale la pena avere", Anne non vede alcun merito nell'associarsi
con persone che non sarebbero tollerate se non fosse per il loro titolo. Un altro esempio del comportamento
di Anne è nel capitolo 17, quando incontrerà una sua vecchia compagna di scuola, della quale ricorda la
bontà e l'aiuto che le aveva dato al suo arrivo al collegio. Mrs. Smith, un tempo Miss Hamilton, è ormai
vedova e malata, e per di più è stata lasciata senza un soldo da un marito spendaccione. La visita di Anne è
una testimonianza del suo carattere personale, dell'indipendenza mentale e della volontà di guardare oltre il
rango sociale, poiché la signora Smith è caduta drasticamente nel suo rango e nella sua importanza dal suo
matrimonio e dalla successiva morte del marito. La sua situazione illustra la potenziale crudeltà di una
società così fortemente basata sulle classi.
Nel capitolo 18, arriva una lettera da Mary per Anne, in cui le rivela che Lousia è ormai guarita e che
ritornerà a Uppercross e che sta per sposarsi con il capitano Benwick. Anne rimane sbalordita e non può
certo nascondere a se stessa la propria felicità. Sapere che il capitano Wentworth è ancora libero lascia aperta
la porta alla speranza, anche se sa che si tratta di speranze quasi prive di senso. Anne è così felice per il fatto
che il Capitano Wentworth sia "svincolato e libero" che i suoi pensieri portano un'insolita sfumatura di
giustificazione per una corrispondenza imperfetta, quella tra Lousia e Benwick. Austen usa l'ironia per
suggerire osservazioni più profonde della vita sociale e dei costumi. È ironico che il capitano Benwick
proponga a Louisa perché sono una coppia così improbabile. Eppure il loro fidanzamento suggerisce
l'osservazione di Austen di diversi tipi di matrimoni nella società. Austen mostra che non tutte le coppie sono
come Anne e il capitano Wentworth, del tutto adatte al temperamento. Invece, alcune persone si sposano
perché a un certo punto della loro vita trovano qualcosa di simile a quello che stanno cercando. Sia il
Capitano Benwick che Louisa si trovano in situazioni un po' bisognose e disperate. Benwick si sta
riprendendo dalla morte della sua fidanzata e Louisa si sta riprendendo dalla caduta. Sebbene Austen trovi
divertente il loro incontro, non condanna un incontro fatto in tali condizioni. Piuttosto, la sua ironia serve a
sottolineare il suo scetticismo nei confronti del vero amore.
Nei capitoli 19 e 20, incomprensioni e cattivo tempismo ostacolano il rapporto tra Anne e il capitano
Wentworth. Sebbene entrambi cerchino di accertare i sentimenti e gli affetti dell'altro, sono confusi
dall'apparizione di una terza persona, il signor Elliot, che ha le sue motivazioni personali. Questa parte del
romanzo conduce verso il climax. Il capitano Wentworth è ora libero da tutti gli attaccamenti, e sia lui che
Anne si trovano nello stesso posto nello stesso momento. Sebbene cerchino lo stesso obiettivo, non sono
sicuri se ostacoli come la famiglia di Anne o il signor Elliot impediranno loro di raggiungere la felicità. La
confusione e l'imbarazzo che riempiono questi capitoli servono a uno scopo narrativo più ampio; aumentano
la tensione che porta al culmine del romanzo. La descrizione della relazione Mantenendo i sentimenti tra di
loro La consapevolezza che il Capitano Wentworth e Anne sono innamorati l'uno dell'altra deve essere
rilasciata lentamente. Sebbene il lettore sappia cosa provano entrambi i personaggi, è una testimonianza
dell'alto valore della Austen per la civiltà che non fa esprimere i suoi sentimenti con passione ai suoi
personaggi. La tensione è profonda, ma la moderazione delle emozioni dei personaggi è una qualità
ammirevole, anche se frustrante. Austen non si fida della passione sfrenata; vede qualcosa di improprio ed
egocentrico nelle pubbliche dichiarazioni d'amore. La passione del capitano Wentworth deve svilupparsi
gradualmente e con prudenza, in un modo conforme alle consuetudini sociali, se deve essere degna di fiducia
e rispettata. Le suddette tensioni che circondano Anne e il capitano Wentworth culminano nella scena del
concerto di Lady Dalrymple. Per quanto riguarda il recente attaccamento del capitano Benwick a Louisa, il
capitano Wentworth esprime la sua sorpresa e disapprovazione. Dichiara che un uomo veramente devoto a
una "creatura molto superiore" come Fanny Harville non dovrebbe essere in grado di riprendersi così
rapidamente da una perdita così rapidamente. Le implicazioni di un simile commento sono allo stesso tempo
deliziose e agitanti sia per Anne che per lo stesso capitano Wentworth. Quanto tempo ci vuole ad un uomo
per riprendersi dalla perdita di una persona veramente amata: un anno, cinque anni o forse più di sette anni?
Con così tanti segni rivelatori che si accumulano, Anne finalmente osa credere che il capitano "deve amarla".
Il signor Elliot diventa l'antagonista su cui il capitano Wentworth deve trionfare. Ora, anche se Anne solleva
la possibilità che Lady Russell possa averla persuasa a sposare Mr. Elliot, è chiaro che non le piace né si fida
davvero di lui. Dunque, i rapporti di forza tra Anne e il capitano stanno cambiando, poiché quest’ultimo
inizia a provare un senso di gelosia nei suoi confronti. Non c’è una forma di comunicazione, in cui le non
riesce ad esprimere quello che prova.
Capitolo 21: In questo capitolo scopriamo insieme ad Anne Elliot la vera natura di Mr. Elliot: La mattina
dopo, Anne non vede l'ora di visitare la signora Smith, soprattutto perché molto probabilmente le permetterà
di evitare il signor Elliot. Sebbene la sua attenzione la lusinghi, al momento Anne riesce a pensare solo al
capitano Wentworth. Per lo stesso motivo non riesce a soddisfare la curiosità della signora Smith sulle varie
persone che ieri sera hanno assistito al concerto. La signora Smith deduce che doveva essere in buona
compagnia. Osserva: "Il tuo aspetto mi informa perfettamente che ieri sera eri in compagnia della persona
che ritieni la più simpatica del mondo" (128). Ma come poteva la signora Smith sapere del capitano
Wentworth? A quanto pare, la signora Smith sta pensando al signor Elliot. Mrs. Smith le chiede infatti di
intercedere presso di lui per degli affari che la riguardano, e le rivela di conoscerlo da molto tempo, in quanto
amico fraterno del marito. Anne si mostra disposta a parlare con il cugino, ma subito dopo si rende conto che
Mrs. Smith non la sta interpellando come parente ma come promessa sposa, un fatto che sembra ormai di
pubblico dominio. Anne nega decisamente che ci sia qualcosa di vero, e l'amica, dopo qualche incertezza
sembra molto sollevata. Comincia così il suo racconto sulla vera natura di Mr. Elliot: un uomo freddo e
calcolatore, che si era sposato solo per denaro e aveva condotto alla rovina lei e il marito, e che grazie ad una
lettera indirizzata a Charles Smith, capiamo come Mr. Elliot sia venuto a Bath solo per contrastare un
eventuale matrimonio di Sir Walter con Mrs. Clay, che lo priverebbe della sua eredità, e questo ovviamente
convincono Anne della veridicità di quel giudizio, anche perché non fa che confermare le sensazioni
negative che aveva sempre avuto riguardo a Mr. Elliot.
Dunque, quando la signora Smith scopre che Anne non intende sposare il signor Elliot, abbandona la sua
finzione di lode e rivela la sua vera natura: “Oh! Ha il cuore nero, vuoto e nero” (132). Procede a presentare
la sua causa contro il signor Elliot - come lei e suo marito sono stati così generosi con il signor Elliot, e come
il signor Elliot di conseguenza li ha rovinati. In sostanza, il signor Elliot diventa l'antagonista su cui il
capitano Wentworth deve trionfare. Ora, anche se Anne solleva la possibilità che Lady Russell possa averla
persuasa a sposare Mr. Elliot, è chiaro che non le piace né si fida davvero di lui. Il racconto della signora
Smith, quindi, non ha un'influenza significativa sulla trama. Deve quindi servire a un altro scopo nel
romanzo. La signora Smith non è un personaggio comico. Sebbene Austen possa satirizzare una
convenzione romantica, le circostanze in cui emerge il racconto della signora Smith presentano anche un
problema morale. Come osserva Anne, è sorprendente che la signora Smith raccomandi inizialmente il
signor Elliot, data la sua conoscenza del passato del signor Elliot. Da un lato, la signora Smith sembra
giustificarsi a sufficienza: credeva che Anne e Mr. Elliot fossero veramente innamorati l'uno dell'altro e non
volesse rovinare la loro relazione. D'altra parte, la signora Smith non potevaparlare contro Mr. Elliot se
dovesse avere qualche speranza di recuperare la sua proprietà con l'aiuto di Anne. A quanto pare, la sua linea
di condotta non ha alcun effetto sulla vita di Anne. Giudicare una decisione in base alle sue conseguenze,
tuttavia, è un problema su cui il romanzo ritorna nei capitoli finali. Anne riconosce che non avrebbe mai
avuto queste informazioni importanti se non fosse per i suoi sentimenti che l'amicizia deve avere la meglio
sul valore delle apparenze sociali; se Anne non avesse scelto di visitare la signora Smith, non avrebbe saputo
del cattivo carattere del signor Elliot. Austen impiega un'ironia drammatica per esprimere una certa giustizia
sociale; la storpia e impoverita Mrs. Smith è in grado di rovinare i piani del ricco Mr. Elliot.
Negli ultimi capitoli del romanzo, i mondi di Kellynch, Uppercross e persino Lyme convergono a Bath. Alla
riunione di Elliot a Camden Place (capitolo 22), tutte le parti sono soddisfatte perché le loro vanità sono
soddisfatte: Mary si è goduta il viaggio nella grande carrozza della signora Musgrove, che a sua volta la
dispone a lodare la casa e deliziare Sir Walter ed Elizabeth. Anche Elizabeth è soddisfatta di sé perché potrà
invitare i Musgrove a una festa con i Dalrymple. Come al solito, Mary e Charles litigano; come al solito, la
loro opinione è deferita ad Anne. La mattina dopo, Anne intende andare a trovare Lady Russell, ma viene
accolta da Charles e Mary Musgrove, visitatori a sorpresa. Sono accolti calorosamente. Mary porta la notizia
che alcuni membri della famiglia Musgrove sono venuti a Bath: la signora Musgrove, Henrietta, Mary,
Charles e il capitano Harville. Henrietta è venuta a comprare abiti da sposa. È deciso che presto sposerà
Charles Hayter. Un altro avvenimento importante che segnerà le conseguenze della conclusione del romanzo
sono i sospetti di un probabile avvicinamento tra la signora Clay e Mr Elliot: Anne infatti verso la fine del
capitolo, chiede chiarimenti a Mrs. Clay su quell'incontro con Mr. Elliot, e nota l'incertezza della signora,
che risponde in modo vago, ostentando una finta indifferenza.
Mentre la vita mondana continua il suo consueto e perpetuo ciclo, un evento significativo ha portato
Henrietta a Bath: è venuta per acquistare abiti da sposa. Il fidanzamento tra Henrietta e Charles Hayter - i cui
genitori hanno finalmente acconsentito al loro matrimonio - ha un'importanza particolare per Anne. In effetti,
la situazione delle coppie è parallela a quella della sua riguardo al capitano Wentworth sette anni fa: sebbene
Charles Hayter sia un uomo rispettabile, non ha né famiglia né fortuna a suo nome. Nonostante un recente
aumento, il suo reddito rimane modesto. Eppure, la signora Croft e la signora Musgrove concludono
entrambe che il matrimonio è la giusta linea d'azione. Affermano così una posizione opposta a quella di Lady
Russell sette anni fa. Implicitamente, o indirettamente, affermano che Anne ha sbagliato a rompere il suo
fidanzamento con il capitano Wentworth. In questo capitolo 23, avviene un momento essenziale per il finale,
ovvero, la discussione tra Anne e il capitano Harville: tutto ha inizio quando Anne viene a sapere dal
capitano Harville che si tratta di far sistemare una miniatura di Benwick destinata a Louisa. Harville le
racconta che la miniatura era stata fatta in origine per la sorella, e non nasconde la sua amarezza, affermando
che un uomo non dovrebbe dimenticare così presto la donna che ha amato. La conversazione si fa poi più
generale, visto che Harville afferma che è più nella natura delle donne essere incostanti, mentre Anne
difende con calore il proprio sesso. L'argomento essenziale di Anne è che le donne amano più a lungo per
eccellenza per circostanza piuttosto che per natura. Per gli uomini, e in particolare per i marinai, la vita è
piena di pericoli e fatiche: da aggiungere a tutto questo'". Per le donne, d'altra parte, la vita non ha in serbo
così tanta azione. Amare più a lungo, secondo Anne, può essere definito un dubbio onore: "Tutto il privilegio
che rivendico perché il mio proprio sesso (non è molto invidiabile, non bisogna desiderarlo) è quello di
amare più a lungo, quando l'esistenza o quando la speranza è svanita”. Nel frattempo Wentworth sembra
impegnato nella propria lettera, ma alcuni indizi fanno pensare che quella conversazione non gli sia sfuggita.
Il romanzo qui, funziona come una regia teatrale e tra il pubblico, ovviamente, siede il capitano Wentworth,
affascinato dal dibattito. Il critico John Wiltshire osserva che “Anne e Wentworth cambiano le loro tipiche
posizioni narrative: lei parla, lui si aggrappa alle sue parole, lei racconta (anche se indirettamente) la sua più
profonda esperienza di vita. . . I discorsi di Anne combinano le procedure autorizzative del dibattito razionale
con l'autenticità della confessione (indiretta). Wentworth prima di andarsene rientra nella stanza con una
scusa, estrae una lettera dai fogli sparsi nello scrittoio e la indica significativamente a Anne prima di
affrettarsi a uscire di nuovo. Anne capisce così che, mentre stava scrivendo la sua lettera, Wentworth ne
stava scrivendo un'altra per lei. La apre, e scopre che Wentworth aveva ascoltato le sue parole in difesa
della costanza delle donne, e da quelle aveva tratto la speranza che lei fosse ancora disposta ad amarlo. La
lettera è un climax così efficace - sia per questa scena particolare che per il romanzo stesso - che quasi non
importa che Anne e Wentworth non si siano, tecnicamente, parlati, o che la loro vera riunione non arriverà
per un'altra scena. La scena della riunione è fuori luogo; è epilogo. È la scena della lettera che conta. Anne
non regge a quella felicità così improvvisa, che spazza via tutti i suoi dubbi e conferma tutte le sue speranze;
sembra sentirsi male, e Charles, appena rientrato con la moglie e la sorella, la costringe a farsi accompagnare
da lui per tornare a casa. I due lo incontrano subito dopo essere usciti. Charles, che aveva un impegno
urgente, coglie l'occasione per chiedere al capitano di prendere il suo posto e accompagnare Anne a casa, e
così ai due, rimasti soli, non resta che confessarsi a vicenda il reciproco amore, sopravvissuto a otto anni di
separazione, e che sembra ancora più forte di prima. Dopo una lunga conversazione nella quale Wentworth
le racconta tutte le vicissitudini del suo cuore in quegli anni, in particolare dopo averla rivista, Anne rientra a
casa con una felicità difficilmente esprimibile. Durante il ricevimento serale, nei tanti momenti in cui riesce a
parlare col suo innamorato, gli dice di non essere affatto pentita di aver ceduto nel passato alla persuasione di
Lady Russell, che all'epoca faceva le veci della madre, anche perché la felicità di quel momento è forse
ancora più grande di quella che avrebbe provato in un'età in cui era troppo incerta per ribellarsi a quello che
lei considerava un dovere di ubbidienza. Wentworth non sembra molto convinto, ma anche lui alla fine cede,
dicendo che forse riuscirà a perdonare la sua amica.
Il grande sollievo della scena della lettera è che, per la prima volta, ad Anne è permesso riconoscere di
provare emozioni, che sono reali, forti e valide. Quella svolta personale consente la svolta romantica e crea
l'immensa catarsi non solo della risoluzione romantica ma anche della risoluzione dell'arco personale di
Anne. Alla fine ha risolto il problema del romanzo ed è entrata nel suo.
Si apre il capitolo finale del romanzo: “Chi può dubitare di ciò che seguì? Quando due giovani si mettono
in testa di sposarsi, sono abbastanza sicuri per la perseveranza di sostenere il loro punto, siano essi così
poveri, o sempre così imprudenti, o anche così poco probabilmente necessari al reciproco conforto. Questa
potrebbe essere una cattiva moralità con cui concludere, ma credo che sia la verità.” L'affermazione è
alquanto iperbolica nella sua descrizione delle coppie imprudenti, ma suggerisce che il narratore sostiene la
"verità" che tali coppie si sposano. Il narratore abbraccia proprio la "cattiva moralità". Tutto il peso della
narrazione - i Croft, il capitano e la signora Harville, il capitano Benwick e la sua fidanzata defunta - sostiene
che Anne e Wentworth si siano sposati prima. Data una scelta tra la moralità prudenziale e la verità
dell'amore, Persuasione sostiene l'amore. E infine, l'amore trionferà per Anne e il capitano Wentworth.
Come molti dei romanzi di Jane Austen, Persuasion si conclude con un matrimonio felice. Anne e il capitano
Wentworth rinnovano il loro amore reciproco e annunciano il loro fidanzamento. Wentworth, che ora è
significativamente più ricco di Sir Walter, è considerato abbastanza degno da sposare Anne. La Marina gli ha
dato la libertà di fare una grossa fortuna e di fare carriera in modo sostanziale nella società. Questa
possibilità di mobilità sociale è ciò a cui il narratore si riferisce nella riga di chiusura del romanzo come la
"virtù domestica" della Marina. La sua posizione nella Marina consente al Capitano Wentworth di essere
considerato meritevole di Anne Elliot. Anne conclude che aveva ragione a farsi convincere otto anni
fa. Questa conclusione implica che lei accetti un'interpretazione tradizionale del dovere; ha l'obbligo di
seguire i consigli della sua famiglia e formare una coppia appropriata. Per Anne, il matrimonio è una
subordinazione del sé all'ordine sociale. Ciò che permette ad Anne di sposare il capitano Wentworth otto
anni dopo non è che le sue idee sul dovere siano cambiate; è l'ordine sociale stesso che viene alterato. La
mobilità sociale accettata degli ufficiali della marina è ciò che consente ad Anne e al capitano Wentworth di
trovare finalmente la felicità.

+ CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI (stampare file)


https://vinhanley.com/2019/11/11/characterisation-in-the-novel-persuasion/

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