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Invito alla lettura di Forster

Lingua e letteratura inglese (Università degli Studi di Napoli Federico II)

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Invito alla lettura di Edward M. Forster

La vita
La vita di Edward Morgan Forster si intreccia con momenti di svolta della coscienza europea agli inizi del
Novecento. Appartenente alla generazione “fin de siècle”, Forster visse in maniera controversa il
mutamento, finendo con l’attribuire la sua incapacità di continuare a scrivere alla sparizione di un mondo e
di una concezione della vita. La sua formazione avviene in un clima culturale movimentato, con l’avanzare
della psicologia di Williamo James, della psicoanalisi di Freud e della teoria della relatività di Einstein, le
quali contribuiscono all’eclissi di una concezione della letteratura come verità. rer gli scrittori che si
affacciano sulla scena del Novecento, la letteratura non può che designare un “oggetto incerto”. Forster
visse con disagio l’ansia moderna rispetto alla possibilità di tradurre in parole i segni confusi e contraddittori
del reale in una costante incertezza, che è il segno di tutta la sua vita.
Edward Morgan Forster viene al mondo a Londra il primo gennaio 1879, durante il vittorianesimo, che
appare rispecchiato da una classe borghese considerata la spina dorsale della nazione. Edward è figlio di un
architetto appartenente alla medio borghesia e di Lily, madre appartenente ad un ceto più modesto,
destinata al lavoro di governante. Il 3 ottobre il padre muore e Lily con il figlio si trasferiscono a Stevenage,
in una piccola dimora di campagna che per Forster sarà la “casa dell’infanzia e della sicurezza”. La madre è
molto possessiva, ed Edward sviluppa nei suoi confronti una dipendenza emotiva. Vive un’infanzia solitaria,
dominata dalla presenza femminile di zie e nonne. Le prime esperienze scolastiche si rivelano un trauma,
poiché si trova immerso in un universo tutto maschile. Insicuro, timido nel rapporto con gli altri, il giovane
Forster non riesce a inserirsi nella vita sociale della scuola. Nel 1897, a Cambridge, entra a far parte del
King’s College. La cittadella universitaria si rivela luogo epifanico in cui scopre se stesso e la vita. Sceglie gli
studi classici; Nathaniel Wedd gli consiglierà di dedicarsi alla professione di giornalista. Entra a far parte di
varie associazioni intellettuali, tra le quali la Società degli Apostoli, dove incontra i futuri componenti del
gruppo di Bloomsbury: Clive Bell, Leonard Woolf, Lytton Stratchey. Alle discussioni degli “apostoli” sarà
ispirata la scena iniziale del suo romanzo “The Longest Journey”. Con gli apostoli Forster stringe rapporti
destinati a durare tutta la vita, e impara ad accettare l’omosessualità come parte di sé. Al periodo
universitario risalgono i suoi primi tentativi di scrittore e saggista: sulla “Cambridge Review” appare “Tragic
Interior”, una parodia dell’Agamennone di Eschilo, che gli fa conquistare notorietà. Comincia anche a
sperimentare il novel con un romanzo lasciato incompiuto. Terminati gli studi universitari nel giugno del
1901, si ritrova finanziariamente indipendente grazie ad un lascito di ottomila sterline. rarte con la madre
per l’Italia. A Firenze si ferma nella pensione Simi, dove altri suoi amici di Cambridge, durante il loro
soggiorno, cederanno ad altri ospiti la loro “camera con vista”: questo episodio ispira l’incipit di “A Room
With a View”. Al suo ritorno in Inghilterra inizia ad insegnare latino al Working Men’s College di Londra.
La sua vita registra un evento che segnerà anche il piano della scrittura: rivede Hugh Owen Meredith, verso
il quale, già ai tempi dell’università, aveva provato una sorta di innamoramento. Su di lui modellerà il
personaggio di Clive in “Maurice”. Con lui Forster vivrà un’esperienza d’amore analoga al rapporto tra Clive
e Maurice.
Riprende a frequentare le riunioni degli apostoli. Con il suo vecchio tutore, Nathaniel Wedd parte nel 1903
per una crociera in Grecia. Nei pressi di Olimpia trova pronta per lui la trama di “The Road from Colonus”, in
cui riprende il tema del momento epifanico. Questa seconda esperienza all’estero fa emergere il Forster
viaggiatore. Il viaggio sarà una costante narrativa per i suoi personaggi.
Al ritorno dalla Grecia collabora alla rivista Indipendent Review, in cui appaiono saggi e racconti: da qui
l’inizio di una intensa attività di giornalista-saggista. Non riesce comunque ad attenuare il profondo senso di
solitudine spirituale causato dalla sua omosessualità.
Nell’isolamento di Weybridge riprende a scrivere il suo “Lucy Novel”, dedicandosi contemporaneamente ad
un altro romanzo “italiano”, “Where the Angels Fear to Tread”, pubblicato il 5 ottobre 1905. La risposta dei
critici è favorevole al giovane autore, ma il successo non riesce ad infondergli sicurezza nelle sue capacità di

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scrittore. Questa insicurezza segnerà tutta la sua esistenza. Nel 1906 accetta l’incarico di precettore per un
parente indiano di un’amica della madre, Syed Ross Masood, con qui stabilirà un legame affettivo che durerà
tutta la vita. Tramite lui, Forster imparerà ad amare l’India. In questo periodo visita Henry James, ma
l’incontro si rivela deludente perché Henry è troppo preso dal ruolo di persona famosa. Di Masood si
innamora, ma è un amore non ricambiato. L’amicizia con l’indiano però gli restituisce il desiderio di scrivere,
e il 6 aprile 1907 esce “The Longest Journey”. Termina anche il Lucy Novel, che diventa “The Room with a
View”, il 14 ottobre 1908.
La campagna in cui vive, assieme alla sua old style life, incarna ai suoi occhi la vecchia Inghilterra, intorno a
cui si snoda la trama di “Howards End”, terminato nel 1910. Forster è, però, ancora spaventato dal successo.
Riprende a frequentare vecchie conoscenze del periodo universitario, che hanno dato vita al famoso circolo
intellettuale “Bloomsbury Group”, il quale rappresenta l’unica forma di evasione dalla routine domestica.
Diventa amico di Virginia Woolf, che con lui condivide l’angoscia rispetto al mestiere di scrivere.
Nel 1911 appare “The Celestial Omnibus”, una raccolta delle sue novelle. Ancora una volta, nonostante la
critica favorevole, manca di certezze. Questa sua tensione è acuita dall’impossibilità di uscire dalle maglie
narrative della relazione uomo-donna, a cui si sottrae scrivendo racconti erotici per se stesso (racconti che
poi distruggerà).
Il 7 ottobre 1912 parte per il paese di Masood. L’india però non si traduce subito in esperienza di scrittura e
non attenua la sua ansia. L’India gli svela subito il vero volto del regno di Vittoria: l’arroganza dei politici
inglesi che ignorano i costumi, incomprensione tra razze diverse. Tutto ciò porta il giovane a cambiare
opinione rispetto alla politica inglese. In India conduce una vita decisamente inconsueta, come rivela in
delle lettere destinate alla madre.
Al ritorno in Inghilterra conosce lo scrittore Edward Carpenter e il suo amico George Merrill, i quali hanno
un’aperta relazione omosessuale. Da questo incontro scaturisce l’idea di Maurice. rerò l’unico soggetto che
gli sta a cuore non è pubblicabile, e questo contribuisce ad acuire la sua insicurezza.
La tragedia che il mondo sta subendo gli appare quasi come il drammatico correlativo del suo conflitto
interiore, inducendolo a d accantonare qualsiasi progetto narrativo. Nel tempo libero riprende a
frequentare Virginia e i suoi amici. In questi mesi difficili, il rapporto con il Bloomsbury diventa più profondo
sul piano intellettuale. Instaura un legame più intimo con D. H. Lawrence.
Nel paese dilaga la febbre della guerra che getta ombre su chi, come lui, ha deciso di non arruolarsi. Decide
allora di partire come volontario per la Croce Rossa in Egitto nel dicembre del 1915. Ad Alessandria troverà
la primavera della sua vita affettiva. Con un autista egiziano, Mohamed Ali, vive la sua prima storia d’amore.
La città egiziana si rivela per lui ricca di stimoli anche sul piano culturale: incontra il poeta greco Costantino
Cavafis. Questa amicizia lo porta a tollerare quello che per lui è uno degli aspetti peggiori della guerra: le
professioni di fede. Il volontariato presso la Croce Rossa rafforza il suo credo pacifista. In questo periodo
collabora anche per il giornale “Egyptian Mail”, e nei momenti liberi scrive una guida storica di Alessandria.
Il ritorno nella cittadina si traduce nella perdita di un aspetto di sé destinato a rimanere soffocato nel
rapporto con la madre. Con Lily, Forster vivrà fino alla fine un legame difficile, di cui la scrittura reca
numerose tracce.
Inizia a collaborare con il “Daily Herald”, per cui scriverà numerosi articoli. Con questo giornale introduce
Costantino Cavafis al pubblico inglese. L’impossibilità di scrivere un nuovo romanzo però torna a
tormentarlo. Riprende a frequentare il Bloomsbury; in questo periodo in questi ambienti si discute della
psicoanalisi di Freud. La possibilità di una terapia analitica è però esclusa da Forster: “Sarei molto riluttante
a farli immischiare con le mie cose e a consentire loro di cambiare la mia concezione di quello che c’è dentro
di me. Ciò che essi chiamano rospo, per me può essere una pietra preziosa”.
Il 4 marzo 1921 parte per Dewas, in India, nella veste di segretario privato del marajà, conosciuto
nell’esperienza precedente. Trova però un paese diverso rispetto a qualche anno fa: la politica inglese ha
creato una situazione instabile e tesa. In questo contesto ricomincia a scrivere il romanzo indiano: quando si
trova lontano da casa, la sua insicurezza scompare. Svela al majalà la sua omosessualità, e lui si preoccuperà
di trovargli la compagnia adatta. rarticolari di questo periodo sono narrati nella raccolta di saggi “The Hill of

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Devi”. rrima di tornare in Inghilterra sosta ad Alessandria, dove rivede Mohammed che sta morendo di tisi.
Si spegnerà pochi mesi dopo e Forster lo ricorderà in una struggente lettera d’addio. In patria riprende a
frequentare casa Woolf. Leonard e Virginia Woolf decidono di pubblicare gli articoli che Forster ha scritto ad
Alessandria nel volume “Pharos and Pharillon”. In questo periodo incontra lo scrittore Thomas Hardy, il
quale vive una crisi analoga alla sua. Forster riprende a scrivere il romanzo indiano e brucia i racconti erotici
come rito propiziatorio. “Passaggio in India” diviene subito un grande successo, pubblicato in un momento
in cui la politica inglese nel protettorato è aspramente criticata. Ancora una volta la sua reazione al successo
è l’angoscia.
Nel 1924 eredita ad Abinger, nel Surrey, una dimora di campagna: questa abitazione gli appare una
sistemazione definitiva. rrende in affitto un appartamento a Londra a Brunswick Square numero 27. Qui
incontra lo scrittore Joe Ackerley, che lo introduce nell’ambiente bohémien dei suoi amici di Hammersmith,
dove Forster conosce Harry Daley, un poliziotto con interessi letterari con il quale ha una breve storia
d’amore. Nel 1927 tiene un ciclo di conferenze sul romanzo presso il Trinity College (“Aspects of the Novel”).
Ciò lo aiuta a riprendere a scrivere. Il racconto “Doctor Woolacott” gli restituisce la fiducia.
La franchezza con cui lo scrittore Thomas E. Lawrence affronta il tema dell’omosessualità in “Seven Pillars of
Wisdom” lo spinge a rivelargli l’esistenza di Maurice. Nel 1928 viene censurato il romanzo di Radclyffe Hall,
“Well of Loneliness”, in cui viene affrontato il tema del lesbismo. Forster aderisce alla protesa di scrittori e
intellettuali. La vicenda contribuisce ad accrescere la notorietà, viene nominato presidente del ren Club e il
King’s College gli offre un incarico. Ma il successo professionale non attenua la solitudine della sua vita
privata.
rarte di nuovo, questa volta per il Sud Africa, che gli appare come un paese privo di aspettative e speranza.
Al suo ritorno in Inghilterra torna a frequentare il circolo di Hammersmith, dove incontra Bob Buckingham,
anche lui poliziotto appassionato di letteratura. Bob coprirà il vuoto lasciato da Mohammed, e vi resterà
legato anche dopo il suo matrimonio. Nel 1934 viene nominato presidente del “National Council for Civil
Liberties”. Lancia un nuovo j’accuse contro la censura che ha colpito il romanzo di James Hanley, “Boy”,
giudicato immorale. Stringe amicizia con Cristopher Isherwood, e assieme a lui e Bob va per un breve
periodo ad Amsterdam, diventato un rifugio per intellettuali antifascisti. Al ritorno si occupa della raccolta di
molti suoi articoli e saggi, “Abinger Harvest”. In seguito ad un intervento alla prostata, nel periodo di
convalescenza, trascorre il tempo a Dover. Nel ’37 partecipa ad un incontro della League of Nations
Commitee for Intellectual Cooperation, ma ora i discorsi gli appaiono tragicamente inutili.
Già da alcuni anni la popolarità di Forster si era notevolmente estesa grazie ad una serie di fortunate
trasmissioni radiofoniche, come "Conversazioni in treno”, in cui venivano affrontati temi di attualità,
recensioni di saggi e libri. Nel 1939 partecipa ad un comitato di controllo sull’applicazione delle leggi sulla
censura.
Con la guerra in corso, si è trasferito definitivamente ad Abinger, dove l’11 marzo 1945 muore la madre
ultraottantenne. Forster è sconvolto e disperato. In questo particolare momento, gli giunge dalla sezione
indiana del ren Club l’invito a tenere un ciclo di conferenze. Il 5 ottobre 1945 parte per l’India, dove scopre
di essere un personaggio famoso. Al ritorno in Inghilterra, la proprietaria della casa di Abinger gli chiede di
lasciare la dimora. Ciò provoca in lui una sensazione di sradicamento e solitudine. È la cittadella a salvarlo
dalla depressione, invitandolo a risiedere stabilmente nel college, in cui vi si trasferisce nel novembre del
1946. Come tanti anni prima, i primi mesi non sono facili. Il 14 aprile 1947 parte per gli Stati Uniti per tenere
un ciclo di conferenze ad Harward. Riscuote un grande successo.
Nonostante ora viva a Cambridge, non ha mai abbandonato Londra, dove continua a frequentare
l’appartamento di Cheswick. Assieme al compositore Benjamin Britten, il quale è alla ricerca di un soggetto
per un’opera musicale, mette in opera “Billy Budd” di Melville. Ciò lo risolleva dal periodo di scoramento
provocato dall’incapacità di scrivere. L’Hamilton College gli conferisce una laurea honoris causae, quindi
tornerà in America, anche per un secondo intervento alla prostata. rassa la convalescenza a casa di Britten.
Nel 1951 cura “The Hill of Devi”, articoli dedicati all’India, e “Two Cheers for Democracy”, summa della sua
attività di critico e saggista.

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I Buckingham lasciano Londra e ciò sconvolge la routine di Forster, ma il legame con loro non si spezza. Nel
1953 scrive la biografia di Marianne Thornton, pubblicata nel 1956. La sua vita scorre serena nella cittadella,
circondato da amici e giovani studenti. A Cambridge termina un breve racconto, “The Other Boat”, e nel ’60
partecipa alla sua ultima campagna in favore della libertà d’espressione. Colpito da un ictus, si fa portare a
casa dei Buckingham, dove la mattina del 7 giugno 1970 muore, stringendo la mano di Mary.

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