«Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una
specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello
che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.»
Indice
Biografia
La famiglia
L'infanzia
Gli studi
La giovinezza
Traduzioni, articoli, saggi
Gli amici di Marcel Proust
I luoghi di Marcel Proust
Proust e il denaro
Verso il romanzo
L'opera più celebre: la Recherche
Altre opere
Prefazioni
Articoli e Saggi
Le lettere
Proust e la critica letteraria
La critica letteraria nel Novecento
La critica letteraria nel XXI secolo
Periodici
Testimonianze e foto dell'autore
Il Proust di Józef Czapski
Curiosità
Film e televisione
Film sulla vita di Proust
Film sulla Recherche
Riferimenti a Proust
Film sulla Recherche non realizzati
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia
La famiglia
Adrien Proust (1834-1903), dopo essersi diplomato con una borsa di studio al liceo di Chartres, va a Parigi
a studiare medicina: si laurea a pieni voti e inizia una carriera medica di successo come primario e
professore universitario; riceve importanti incarichi dal governo per prevenire, mediante le stazioni di
quarantena, il diffondersi del colera in Europa e, intorno al 1860-70, diventa un luminare nel campo
dell'igiene.
All'epoca di Marcel, Auteuil era un borgo alle porte di Parigi, ora completamente inglobata nella metropoli,
luogo di villeggiatura fuori porta per ricche famiglie borghesi. Jeanne Weil (1849-1905), la madre di
Marcel, discendeva da un'agiata famiglia ebrea di origine alsaziana, il nonno materno, Nathan Weil (1814-
96), era un agente di cambio. La nonna materna Adèle Berncastel (1824-90), amante della musica e della
letteratura (appassionata delle lettere di Madame de Sévigné), trasmetterà insieme alla figlia Jeanne, l'amore
per la lettura e per le opere d'arte al nipote.
L'infanzia
Tutti gli anni, la famiglia di Marcel prendeva il treno il venerdì santo per
passare le vacanze pasquali a casa degli zii. Una parte importante del
soggiorno a Illiers erano le passeggiate per le campagne; erano
Marcel e il fratello Robert essenzialmente due: una più breve in direzione di Méséglise, che egli poi
chiamò la strada di Swann, ed una più lunga, la strada dei Guermantes.
A nove anni, Marcel ha un primo gravissimo attacco di asma, la malattia che lo tormenterà per tutta la vita,
attribuita dai medici a cause psicosomatiche ed aggravata dal diffondersi dei pollini in primavera.
Più tardi, per la salute cagionevole di Marcel, iniziarono i soggiorni al mare, in varie località della
Normandia come Trouville e Cabourg.
Gli studi
Il liceo Condorcet
Concluso il servizio militare, seguì alla École libre de sciences
politiques le lezioni dello storico Albert Sorel (che non lo giudicò
positivamente); a Parigi, mentre il grande filosofo era ancora
professore di Liceo, frequentò alcune conferenze di Henri Bergson, suo cugino acquisito, che dal 1900
sarebbe approdato al Collège de France. Proust più tardi negò che la sua opera fosse influenzata dal
pensiero del filosofo[5][6]. Alla laurea in legge, nel 1893, seguì un breve periodo di pratica presso uno studio
legale, che valse a Proust la convinzione che quella non fosse affatto la sua strada.
La giovinezza
Proust iniziò molto giovane a frequentare gli ambienti raffinati dell'alta borghesia e dell'aristocrazia, grazie
alla posizione sociale ed economica della sua famiglia. Incontrò scrittori in vista, tra i quali probabilmente
Paul Valéry e André Gide; nel salotto di Madeleine Lemaire, che frequentava insieme all'amico musicista
Reynaldo Hahn, conobbe Robert de Montesquiou, di famiglia illustre, colto ed elegante, notoriamente
omosessuale. Montesquiou, al quale già si era ispirato Joris Karl Huysmans per il protagonista del romanzo
À rebours (Controcorrente), fornì a Proust molti elementi per il personaggio del barone Charlus nella
Recherche.
Da un'altra figura delle cronache mondane, la contessa Elisabeth Greffulhe, nata Caraman-Chimay (cugina
di Montesquiou), Proust trasse spunti per i personaggi della duchessa Oriane de Guermantes e della
principessa di Guermantes.
In questi anni coltivò le sue ambizioni letterarie: nel 1894 pubblicò I piaceri e i giorni (Les Plaisirs et les
Jours), raccolta di prose poetiche, ritratti e racconti, in cui egli appare uno scrittore promettente. Tuttavia
l'opera, illustrata dall'apprezzata acquerellista Madeleine Lemaire, passò quasi inosservata, e fu accolta con
severità da alcuni critici, primo fra tutti lo scrittore e giornalista Jean Lorrain, che fece anche velenose
insinuazioni sulle amicizie maschili di Proust, in particolare sul legame con il diciassettenne Lucien Daudet,
figlio dello scrittore Alphonse Daudet. Ne nacque un duello alla pistola, che finì senza ferite ma causò
disagio e dolore nell'autore esordiente. Egli fu da quel momento considerato un dilettante; questa fama si
mantenne fino alla pubblicazione dei primi volumi della Recherche.
Nel 1896, su pressioni del padre, trovò un incarico come volontario presso la Bibliothèque Mazarine; ben
presto però ottenne un congedo per malattia, che venne prolungato per alcuni anni, finché fu considerato
dimissionario. Continuò a vivere nell'appartamento dei suoi genitori (in Boulevard Malesherbes) fino alla
morte di essi.
Nell'estate del 1895 aveva intrapreso
la redazione di un romanzo sulla vita
di un giovane appassionato di
letteratura nella Parigi elegante di fine
secolo. Pubblicato postumo nel 1952,
il libro, intitolato Jean Santeuil dal
nome del personaggio principale, è
rimasto incompiuto.
Proust iniziò a tradurre le opere di Ruskin nel 1900, dopo la morte dello scrittore. L'opera di Ruskin ebbe
tale importanza per lui che Proust dichiarò di conoscere "a memoria" alcuni suoi libri, compresi The Seven
Lamps of Architecture, The Bible of Amiens e Praeterita.
Proust soffrì per la morte del padre (26 novembre 1903) e soprattutto per la perdita della madre (26
settembre 1905), che lo lasciò a lungo in uno stato di prostrazione. Dopo la loro morte Proust preferì non
ricevere più gli amici in casa propria e prese l'abitudine di fare inviti e di soggiornare anche per settimane
intere all'Hôtel Ritz in Place Vendôme, uno degli alberghi più lussuosi di Parigi; ancora oggi questo albergo
conserva al primo piano una stanza dedicata a Marcel Proust.
Approfondire la
conoscenza dei luoghi
descritti da Proust
permette di capire meglio Reynaldo Hahn
la sua capacità di
trasfigurare la realtà pur
restandole fedele. È importante conoscere i luoghi proustiani
perché l'enorme sensibilità dello scrittore ha avuto spesso
contraccolpi in base ai mutamenti d'abitazione. Nello stesso modo i
luoghi a lui cari sono stati largamente inseriti nelle sue opere. Molti
Gustave Caillebotte Portraits à la
ammiratori di Proust amano ripercorrere le strade e i luoghi da lui
campagne (1876) Musée Baron
frequentati.
Gérard di Bayeux
Proust e il denaro
Alla morte della madre l'eredità venne divisa tra i due fratelli Proust. Jean-Yves Tadié, importante biografo,
ha calcolato sulla base della minuta della successione presso il notaio, in valori 1990, un capitale di 42
milioni di franchi francesi (il cambio era di circa 300 lire e quindi sono circa 12 miliardi di lire, oggi circa 6
milioni di euro) a disposizione di Marcel Proust.
Come investitore Proust appartiene alla categoria che compra quando un titolo sale e vende quando scende.
La Borsa lo distrae dall'impegno della scrittura (così come il casinò d'estate ove gioca molto), e la sua
sensibilità lo spinge verso titoli con un bel nome fantasioso ed esotico: Ferrovie del Messico, Miniere d'oro
australiane, Ferrovie del Tanganica, Tram, Light and Power di Buenos Aires sono i suoi preferiti.
Nel 1914, alla vigilia della grande guerra, Proust perse molto denaro per il ribasso che le Borse ebbero in
quel periodo.
Così Marcel è considerato completamente incapace di "fare il contabile", di capire appieno il valore del
denaro: è molto generoso, dà mance e regali principeschi. Nel suo animo non tiene in alta considerazione i
beni materiali, in particolare i mobili, le case (con il fratello terrà solo per 12 anni la casa dei genitori) e le
collezioni.
In tutta la Recherche in sostanza non ci sono numeri, né tanto meno prezzi (nel Tempo ritrovato dice: «Le
opere che contengono teorie sono come oggetti su cui si sia lasciato il prezzo») e neppure le date in cui
avvengono i fatti.
Verso il romanzo
In questi anni, oltre a scrivere articoli di cronaca mondana, nati dall'assidua frequentazione dei salotti
borghesi e aristocratici, Proust pubblicò dei pastiches di altri scrittori, in un esercizio di imitazione che
potrebbe averlo aiutato a mettere a punto lo stile personale. Nel 1908 cominciò a dedicarsi a diversi
frammenti che più tardi sarebbero confluiti nel libro Contre Sainte-Beuve. In una lettera del 5 o 6 maggio
scrisse: "Ho in cantiere: / uno studio sulla nobiltà / un romanzo parigino / un saggio su Sainte-Beuve e
Flaubert / un saggio sulle donne / un saggio sulla pederastia (non sarà facile pubblicarlo) / uno studio sulle
vetrate / uno studio sulle pietre tombali / uno studio sul romanzo".[10]
Da questi materiali disparati cominciò a prendere forma un testo narrativo, la cui trama a grandi linee era
centrata su un io narrante, insonne, che di notte ricorda come da bambino aspettava che la madre venisse a
chiamarlo la mattina. Il romanzo si sarebbe dovuto concludere con un esame critico di Sainte-Beuve e con
la confutazione della sua teoria che per comprendere l'opera di un artista lo strumento più importante sia la
biografia. Nel manoscritto incompiuto ci sono molti elementi che corrispondono a parti della Ricerca: in
particolare, alle sezioni "Combray" e "Un amore di Swann" del volume primo, e alla sezione finale del
volume settimo.
Il primo volume, Du côté de chez Swann (Dalla parte di Swann) fu respinto dall'editore Gallimard su
consiglio di André Gide, e venne edito a spese dell'autore da Grasset (1913). Il 30 maggio 1914, in un
incidente aereo, Proust perse il segretario e compagno, Alfred Agostinelli. Il dolore per questa perdita si
riflette in alcune pagine della Ricerca.
Le edizioni Gallimard accettarono il secondo volume, À l'ombre des jeunes filles en fleurs (All'ombra delle
fanciulle in fiore), che valse a Proust nel 1919 il premio Goncourt. Ricevette moltissime lettere di
congratulazioni e si decise ad uscire di casa per frequentare le personalità presenti nella Parigi del
dopoguerra. Nell'agosto del 1920 uscì il terzo volume, la prima parte di Le côté de Guermantes (I
Guermantes), e nel 1921 la seconda parte insieme alla prima parte del quarto volume, Sodome et
Gomorrhe (Sodoma e Gomorra). La sua salute peggiorava rapidamente, ma Proust non cessò di lavorare ai
volumi successivi. Nell'aprile 1922 fu pubblicata la seconda parte di Sodome et Gomorrhe.
Il 18 novembre 1922, per una bronchite mal curata, Marcel Proust morì. Venne sepolto nel cimitero
parigino del Père-Lachaise.
Gli ultimi tre volumi, alle cui bozze si era dedicato instancabilmente senza però completarne la revisione,
furono pubblicati postumi a cura del fratello Robert.
Il famoso ritratto di Marcel Proust eseguito da Jacques-Émile Blanche nel 1892 è conservato nel Musée
d'Orsay di Parigi. Tutti i manoscritti delle opere letterarie di Marcel Proust sono conservati presso la
Bibliothèque nationale de France.
Altre opere
Le prefazioni alle due opere (tradotte in francese da Proust stesso) dello scrittore inglese John Ruskin:
La Bible d'Amiens (1904); a sua volta tradotta in italiano da Salvatore Quasimodo (La Bibbia
di Amiens, Milano: Bompiani, 1946);
Sésame et les lys (1906); in italiano Sesamo e i gigli, tradotta da Dora Prunetti (1907) e da
Silvio Spaventa Filippi (1917 e 1939), ma il commento di Proust, con prefazione di Giovanni
Macchia è uscito da solo a cura di Barbara Piqué nel 1982 presso l'Editoriale nuova di
Milano.
Articoli e Saggi
Mélancolique villégiature de Madame de Breyves (1893), tradotta da Beniamino Dal Fabbro
con il titolo Malinconica villeggiatura, pubblicata nel 1945;
Portraits de peintres (1896), con il titolo Pittori, tradotto da Paolo Serini e pubblicato da
Abscondita, 2006;
Sur la lecture (1905), in italiano Del piacere di leggere tradotto da Paolo Serini per Il
Melangolo (Genova, 1989) ISBN 88-7018-102-2; poi a cura di Anna Luisa Zazo per
Mondadori (1995); da Cesare Salmaggi e Luisa Cortese per Net (2002) ISBN 88-515-2026-
7;
Pastiches et mélanges (1919) e Croniques (1927), entrambi in Scritti mondani e letterari, a
cura di Mariolina Bongiovanni Bertini, nei "Millenni" (Torino: Einaudi, 1984);
Contre Sainte-Beuve, saggio iniziato nel 1908 e lasciato incompiuto che verrà pubblicato
postumo nel 1954 assieme a Nouveaux mélanges e poi nel 1971 con gli Essais et articles
(in italiano esiste una parte di questi saggi, tradotti da Paolo Serini e Mariolina Bongiovanni
Bertini con introduzioni di Francesco Orlando e Mariolina Bongiovanni Bertini, presso
Einaudi (1974);
"Jalousie" del 1921, traduzione italiana a cura di Cristiana Fanelli ("Gelosia", introduzione
di Daria Galateria, Editori Riuniti 2010);
altri Textes retrouvé uscirono nel 1968 e Les Pastiches nel 1970;
nel 1976 uscì il quaderno inedito Le Carnet de 1908.
Giornate di lettura (scritti critici e letterari), a cura di Paolo Serini, Collana Saggi, Torino,
Einaudi, 1958.
Il fantasma del bello. Scritti sulle arti, a cura di L. Salvarani, Milano, Medusa Edizioni, 2008,
ISBN 978-88-76-98167-8.
Saggi, a cura di Mariolina Bongiovanni Bertini e Marco Piazza, Collana La Cultura, Milano,
Il Saggiatore, 2015, ISBN 978-88-42-82095-6. (ristampa degli Scritti mondani e letterari
usciti nei Millenni Einaudi nel 1984, con l'aggiunta di alcuni frammenti narrativi recuperati
dai «Cahiers Sainte-Beuve» , ossia quaderni redatti attorno al 1909).
Le lettere
Sono usciti 6 volumi di Correspondance générale:
Lo stesso Kolb ha pubblicato un'antologia in quattro volumi di Selected Letters, (HarperCollins, 1983-
2000)
Una scelta di lettere d'argomento poetico-letterario è stata pubblicata a cura di Françoise Leriche, (Plon
2004).
In italiano sono state pubblicate due antologie: Lettere a cura di Luciano Anselmi (Firenze: La Nuova Italia,
1972) e Le lettere e i giorni: dall'epistolario 1880-1922, a cura di Giancarlo Buzzi, introduzione di
Giovanni Raboni, nella collana "I Meridiani" (Milano: Mondadori, 1996).
Proust e la critica letteraria
Decine di critici letterari in tutto il mondo hanno dedicato i loro studi all'opera di Proust. La critica letteraria
si è evoluta con il tempo, dando di volta in volta preminenza ad aspetti diversi degli scritti di Proust.
Nel Novecento i critici hanno privilegiato, di Proust, la padronanza della sintassi, le leggi che regolano il
suo periodare, la struttura del racconto e il suo procedere, la costruzione dei personaggi e le loro
somiglianze con persone reali che Proust conosceva.
In ambito internazionale si può segnalare la lettura mimetica dell'opera di Proust da parte dell'antropologo
francese René Girard.
Tra i più importanti critici italiani che hanno scritto su Proust vanno ricordati:
Giacomo Debenedetti, che già nel 1925 scriveva un lungo saggio su Proust e indicava:
«Proust: ormai tutti sanno di che si tratta»;
Giovanni Macchia, che ha scritto L'angelo della notte
Pietro Citati, con il saggio La colomba pugnalata;
Giovanni Raboni, poeta, che ha tradotto l'intera Recherche di Proust per la collana I
Meridiani della Mondadori.
Una rassegna di critica italiana a Proust è in Paolo Pinto e Giuseppe Grasso (a cura di), Proust e la critica
italiana, Newton Compton, Roma, 1990 (contributi di Lucio D'Ambra, Giuseppe Ungaretti, Emilio
Cecchi, Ugo Ojetti, Maria Luisa Belleli, Adriano Tilgher, Benedetto Croce, Giacomo Debenedetti, Vittorio
Lugli, Giuseppe Raimondi, Carlo Bo, Pietro Paolo Trompeo, Mario Praz, Giacomo Devoto, Franco
Simone, Sergio Solmi, Giulio Carlo Argan, Enzo Paci, Mario Bonfantini, Gianfranco Contini, Costanza
Pasquali, Lorenza Maranini, Glauco Natoli, Giorgetto Giorgi, Alberto Arbasino, Luigi Magnani, Franco
Fortini, Alberto Moravia, Francesco Orlando, Alberto Beretta Anguissola, Enrico Guaraldo, Giovanni
Macchia, Pietro Citati, Mariolina Bongiovanni Bertini e Paola Pacella Sommella).
Studi in francese
A ottant'anni dalla morte di Proust la critica letteraria tende ora a mostrare la sua capacità di insegnare come
affrontare la vita, privilegiando la sua sapienza.
Basti ricordare due libri recenti:
Alain de Botton con Come Proust può cambiarvi la vita: già il titolo spiega l'intento
dell'autore.
Harold Bloom, critico letterario americano, nel libro La saggezza dei libri individua una serie
di libri/autori che in tremila anni hanno contribuito ad aiutarci a raggiungere la saggezza, e
scrive: «Mettersi a competere con Omero, Shakespeare e Proust è un'impresa disperata,
salvo che a farlo non siano Eschilo, Cervantes e Joyce». I libri/autori che costituiscono la
letteratura sapienziale secondo Harold Bloom sono la Bibbia; Omero e Platone; Dante;
Cervantes e Shakespeare; Montaigne e Francesco Bacone; Samuel Johnson e Goethe;
Emerson e Nietzsche; Freud e Proust.
Periodici
Tra il 1940 e 1941, nel campo di Grjazovec in Siberia, Józef Czapski, pittore e scrittore polacco, tenne una
serie di incontri con i suoi compagni di prigionia parlando della Recherche di Proust, avendo a sua
disposizione solo la propria memoria. Joseph Czapski fu uno dei pochi ufficiali polacchi - appena 450 - che
scamparono al Massacro di Katyn' perpetrato dai sovietici. Lo stesso Czapski scrive riguardo a questa
esperienza le seguenti parole:
«La gioia di poter partecipare ad un'impresa intellettuale in grado di dimostrarci che
eravamo ancora in grado di pensare e reagire a realtà dello spirito che non avevano
niente in comune con la nostra condizione di allora trasfigurava ai nostri occhi quelle
ore passate nel grande refettorio dell'ex convento, questa strana scuola clandestina
dove rivivevamo un mondo che ci sembrava perduto per sempre. È incomprensibile
perché proprio noi, quattrocento ufficiali e soldati, ci siamo salvati su quindicimila
compagni scomparsi senza lasciare tracce, da qualche parte sotto il circolo polare
artico ai confini della Siberia. Su questo lugubre sfondo, quelle ore trascorse a
ricordare Proust e Delacroix mi sembrano le più felici»
Il ricordo di Józef Czapski è pubblicato nello smilzo libretto La morte indifferente: Proust nel gulag (titolo
originale Proust contre la déchéance). Nel 2015 l'Editore Adelphi lo ha tradotto, dalla versione francese
scritta da Czapski, con il titolo Proust a Grjazovec.
Curiosità
Proust era appassionato di Dostoevskij, infatti in una lettera ad un amico scrisse: «Se voi mi domandaste
qual è il più bel romanzo ch’io conosca, sarei senz’altro assai in difficoltà a rispondervi. Forse darei il primo
posto a L’idiota di Dostoevskij. Ora, io ignoro le qualità e i difetti del suo stile, avendolo letto solo in delle
terribili traduzioni, so solo (...) che è un romanzo scritto in profondità, laddove le leggi generali comandano
sui fenomeni particolari.»[11] Anche all'interno delle sue opere vi sono dei riferimenti all'autore.
Film e televisione
Bibliografia
Il numero 193-194 di «aut aut», gennaio-aprile 1983 è dedicato a Un'idea di «Recherche»,
con contributi di Bernard Brun, Mariolina Bongiovanni Bertini, Maurizio Ferraris, Daniela De
Agostini, Marco Macciantelli, Gilles Deleuze, Giampiero Comolli, Federica Sossi, Antonio
Prete, Giovanni Bottiroli e Roland Barthes, e con una bibliografia 1970-82 a cura di Daniela
De Agostini.
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perduto, Mondadori, Milano, 1983 e seguenti
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Neri, Il libro a venire, Einaudi, Torino, 1969
Eveline Bloch Dano, La signora Proust, Il melangolo, Genova, 2007
Harold Bloom, Il canone occidentale. I libri e le scuole delle età, Bompiani, Milano, 1996
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Jean-Yves Tadié, Vita di Marcel Proust (1996), Mondadori, Milano, 2002
Jean-Yves Tadié, Proust: la cathédrale du temps, collana «Découvertes Gallimard» (n° 381),
Paris: Gallimard, 1999
Altri progetti
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