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Boreale (periodo)

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Nella paleoclimatologia dell'Olocene, con il termine


boreale s'intende la prima delle sequenze Blytt-
Sernander delle fasi climatiche del Nord Europa che
furono originariamente basate sullo studio delle torbiere
danesi; il nome delle sequenze deriva da quello di Axel
Blytt e Rutger Sernander, i quali per primi stabilirono la
sequenza. Blytt nel 1876 introdusse la terminologia
boreale derivandola da Βορέας – boreas il dio greco dei
venti del nord.[1]
Nei sedimenti delle torbiere, la boreale è riconoscibile
anche tramite la sua caratteristica zona di polline.
Mattino in una foresta di pini, un dipinto di Ivan
Essa venne preceduta dal Dryas recente, l'ultima ondata Shishkin e Konstantin Savitsky.
di freddo del Pleistocene, e seguita dall'Atlantica, un
periodo più caldo e più umido rispetto al nostro clima
più recente. La boreale, in quanto sequenza di transizione tra i due periodi, fu caratterizzata da notevoli
variazioni, in parte assimilabili ai climi attuali.

Corrisponde alla zona di polline II di W.H. Zagwijn[2] e V secondo Litt.[3]

Indice
Suddivisione della Boreale
Datazione
Descrizione
Flora
Fauna
Gli umani
Note
Schemi
Collegamenti esterni

Suddivisione della Boreale


Successivamente allo schema originale di Blytt-Sernander, il primo stadio della boreale venne diviso in una
fase transizionale preboreale, seguita dalla boreale vera e propria. Alcuni schemi attuali basati sulle zone di
polline distinguono anche una pre-boreale (zona di polline IV), una boreale arcaica (zona di polline V) e
una boreale tarda (zona di polline VIa, b, e c).
Datazione
La data generalmente accettata per la fine del Dryas recente e
l'inizio della preboreale è 11.500 anni BP. L'inizio di questo
periodo è definito in modo piuttosto netto da un rapido
innalzamento della temperatura di 7 °C in 50 anni. La data è basata
in modo piuttosto affidabile sulle carote di ghiaccio estratte dai
ghiacciai della Groenlandia, che danno 11.640 anni fa per il tardo
Dryas recente e 11.400 BP per l'inizio della Preboreale.

Ma le stime riguardo ad
Anelli di accrescimento annuale in un altre date variano fino a
pino. 1000 anni, per una serie di
ragioni. Prima: la
"boreale" può identificare
un paleoclima, una zona di polline o una cronozona
cronologicamente fissata, e queste tre basi di definizione
permettono date abbastanza diverse. Seconda: con metodi di
datazione differenti si ottengono date diverse. Il problema basilare Varve.
è che il clima e il polline variano alquanto da regione a regione. Gli
scienziati di ogni regione usano i metodi disponibili nella loro
regione: le varve (gli strati annuali di sedimenti da fondi lacustri antichi o moderni), le carote di ghiaccio o il
conteggio degli anelli degli alberi (dendrocronologia).

La standardizzazione sta diventando un problema sempre più assillante fra gli scienziati di ogni parte del
mondo. Le date ottenute con molti metodi continuano a moltiplicarsi per il fatto che i paleoclimatologi
cercano di ottenere una risoluzione più alta. Ma non è chiaro se le variazioni regionali permetteranno una
standardizzazione ad alta risoluzione.

Ci sono tuttavia alcune date sicure per la preboreale e boreale. La


tefrite di Saksunarvatn - uno strato di cenere da ricaduta vulcanica
(fall-out) - viene datata nel ghiaccio della Groenlandia a
10.180±60 BP; nei depositi lacustri a Krakenes in Norvegia, viene
assegnata a 10.010–9.980 anni fa; nei laghi nord-occidentali della
Germania a 10.090 BP. La tefrite si viene a formare nei contesti
iniziali del boreale. Così, pare certo che la boreale antica (zona di
polline V) includa l'anno 10.000 BP. In modo analogo, il tardo
boreale include la tefrite di Kilian/Vasset della Svizzera e dei laghi Distribuzione della tefrite.
tedeschi sud-occidentali calibrati tutti a 8200 anni fa. Ma i confini
risultano meno certi.[4]

Gli studi delle paludi nel nord-ovest della Russia sono la base per una suddivisione del preboreale (PB) in
PB-1, 10.000-9800, e PB-2, 9800–9300 BP non calibrati. Lo schema prosegue suddividendo la boreale
(BO) in BO-1, 9300–9000, BO-2, 9000–8500, e BO-3, 8500–8000 BP non calibrati. La calibrazione
CalPal (http://www.calpal-online.de/index.html) su queste date propone margini complessivi di 11.500 e
10.500 BP per la pre-boreale, e 8900 anni per la fine della boreale.

Le date calcolate recentemente sono di solito più antiche di quelle risalenti a più di 10 anni fa. Per esempio,
Iverson (1973) e Rud (1979) forniscono date di 10.000–9000 BP per la preboreale e 9000–8000 BP per la
boreale, le quali sono date non calibrate calcolate con il C-14 basato sulla stratigrafia del polline
scandinavo.
Presumibilmente, le date più recenti sono più accurate, dal
momento che la tecnologia si perfeziona continuamente e spesso
abbastanza rapidamente. Tuttavia, anche le fasi del polline e del
clima possono dipendere dalla latitudine, così nessuna data può
essere esclusa con certezza. Gli scienziati sono alla ricerca di un
modello di datazione complessiva, ma anche questa tecnica non è
ancora del tutto affidabile.

Descrizione
Prima del pre-Boreale,
l'Eurasia era serrata nel
freddo del Dryas recente e
appariva come una cintura
di tundra quasi continua,
con regioni di taiga,
Torba.
coperte da una coltre di
erbe, arbusti ed altre Vegetazione della tundra in Alaska.
piante a basso fusto
tipiche delle terre aperte. Un gran numero di erbivori vagavano in
greggi per lunghe distanze. La copertura vegetale pullulava di specie, piccole, ad alta velocità di
riproduzione e che fungevano da catena alimentare per i predatori più grandi, i quali, insieme alla specie
umana, cacciavano i mammiferi della tundra aperta.

Il pre-Boreale iniziò con un improvviso innalzamento della temperatura che provocò un brusco mutamento
di questo ecosistema. La foresta rimpiazzò le terre aperte in Europa, e gli animali che vivevano nella foresta
si espansero dai refugia meridionali, rimpiazzando i mammiferi della tundra dell'era glaciale; così si venne a
sviluppare un nuovo ecosistema. La vecchia fauna persisté nell'Asia Centrale, ma venne presto estromessa,
poiché non fu rifornita dalle aree più grandi che costituivano il precedente ecosistema.

Il mare portò un isolamento aggiuntivo a causa del suo rapido innalzamento sommergendo l'intera costa.
L'Irlanda venne presto isolata nel Boreale, subendo un impoverimento delle specie, e trovandosi ad essere
la dimora di solo due terzi delle specie presenti nella Britannia, la quale a sua volta venne ad essere isolata
alla fine del boreale. La foresta richiuse l'area dove si trovava la precedente tundra europea.

La specie umana dovette adattarsi all'invadente foresta o muoversi verso est con i grandi mammiferi. Quelli
che rimasero divennero cacciatori-raccoglitori delle foreste e pescatori nelle numerose baie, lagune e acque
poco profonde intorno alle migliaia di isole che adesso coprivano i mari d'Europa. Essi vivevano
riccamente e vennero incoraggiati ad entrare nella fase pre-produttiva del Mesolitico. Quelli che si
spostarono verso est si dedicarono alla caccia degli ultimi esemplari selvatici di grande mole, dedicando i
loro sforzi migliori a formare greggi di ciò che restava. Nelle Americhe, gli uomini abbandonarono la fase
paleoindiana, passando nel periodo arcaico nelle Americhe.

Nel frattempo l'umanità nel sud della zona temperata settentrionale aveva già iniziato a prodursi in proprio il
cibo, in varie località separate tra loro da ampi spazi, in quello che rappresentava ormai gli esordi della
civiltà. Non c'è nessuna testimonianza di qualche esteso contatto con le culture del nord durante il periodo
Boreale. I produttori tendevano a vivere in centri densamente popolati senza nessun interesse a muoversi di
là, eccetto quando erano motivati a trovare nuove terre. I raccoglitori vagavano ampiamente sulle loro terre,
costruendo solo insediamenti temporanei in cui trascorrere l'inverno.

Flora
Durante la zona di polline IV pre-boreale, una grande quantità di
polline proveniente da alberi iniziò a rimpiazzare il polline delle
specie di "terra aperta", dal momento che le specie arboree più
mobili e flessibili colonizzavano il territorio verso nord, sostituendo
le piante della tundra dell'era glaciale. Tra le prime sono da
annoverare le betulle, in particolare Betula pubescens e Betula
pendula, insieme al Sorbus aucuparia e al pioppo tremulo
(Populus tremula). Particolarmente sensibili ai cambiamenti di
temperatura e capaci di muoversi verso nord quasi immediatamente
furono il Juniperus nana e il Juniperus communis (cioè il ginepro
Foresta di betulle vicino Ruovesi,
nano e l'arbustivo), i quali raggiunsero la massima densità nello Finlandia.
stadio pre-boreale, prima che le loro nicchie fossero soppiantate da
altre specie. Il pino seguì poco dopo, per cui la zona boschiva
aperta risultante viene spesso chiamata foresta di betulle o di pini e betulle.

Nell'ancora più caldo stadio primario Boreale della zona di polline


V, il Corylus avellana (nocciolo) e il pino si espansero nelle zone
boschive a betulla a un tal grado che i palinologi si riferiscono
all'ecoambiente risultante come a una foresta di noccioli e pini. Nel
Boreale tardo vennero soppiantati dall'espansione di una foresta
decidua chiamata foresta mista di querce. Pini, betulle e noccioli
furono ridotti a favore della quercia, dell'olmo, del tiglio e
dell'ontano. La tundra precedente era adesso chiusa da una
copertura di foresta densa. Nelle zone paludose prevalse la Typha Foresta svedese di abeti rossi.
latifolia. Specie meno tolleranti il freddo, come l'edera e il vischio,
si potevano trovare in Danimarca.

Boschetto di Typha latifolia. Foresta di querce. Una foresta di ontani


Corylus. a Strömsinlahti,
Roihuvuori,
Helsinki.

Fauna
La nuova foresta fu popolata da animali dai refugia in Italia, Spagna e Balcani. Specie come l'Emys
orbicularis (tartaruga di stagno europea), che necessitano di temperature più alte, si potevano trovare in
Danimarca. Il piviere dorato euroasiatico arrivò fino in Norvegia.

I perissodattili delle pianure (cavalli, rinoceronti, ecc.) furono rimpiazzati dai cervidi delle foreste: Cervus
elaphus (cervo nobile o cervo europeo), Capreolus capreolus (capriolo) e Alces alces (alce). Il cinghiale
popolava le foreste di querce, mentre il Bos primigenius (uro, l'antenato degli odierni bovini) frequentava
radure e folti boschetti. Tra i predatori: Canis lupus (lupo), Ursus arctos (orso bruno), Lynx lynx (lince),
Felis silvestris (gatto
selvatico). La Lepus
europaeus (lepre) era una
delle prede.

Le acque dell'entroterra
sarebbero come le acque
europee attuali, se esse
non avessero subito
Orso Bruno dei Pirenei.
l'intervento esterno. Il
Ricostruzione di un Uro, l'antenato
Castor fiber (castoro) fece
degli odierni bovini.
aumentare le terre umide
arginando i corsi d'acqua e stagni. La Lutra lutra (lontra) vi
cacciava il pesce, come l'Esox lucius (luccio settentrionale) e i
pesci gatto.

Gli umani
Il preboreale-Boreale in Europa fu un periodo di transizione dalle
culture paleolitiche a quelle del Mesolitico. Le foreste e le zone
costiere sommerse furono ambienti ricchi di vita. Gli insediamenti
umani però evitavano la parte più fitta delle foreste,[5] privilegiando
ruscelli, laghi, e specialmente le baie dell'oceano.

Insediamenti pre-boreali sono stati trovati nell'Europa centro-


settentrionale, come a Friesack. Qui reperti insoliti, come diversi
frammenti di rete fatta con fibre vegetali, suggeriscono che la pesca
Cervi fra le canne, dipinto di Franz
sia stata una componente importante.
Marc.
I reperti provenienti da un altro insediamento a Vis, vicino al fiume
Vyčegda in Russia, offrono maggiori dettagli sulla vita in un
insediamento del Boreale.[6][7] Fibre di piante venivano usate per fare canestri e per immanicare le punte
d'ossa alle aste per formare le lance. I pescatori attraversavano le acque con imbarcazioni fatte di corteccia,
mosse da remi, e gettavano le reti. Essi realizzavano anche reti portatili utilizzando anelli di legno e fibre
vegetali.

La ricerca di cibo continuava anche d'inverno: infatti sono stati trovati sci e slitte con pattini. La renna
continuava ad essere cacciata e probabilmente veniva a formare mandrie addomesticate. Sono stati trovati
archi, frecce e lance. Era abbastanza comune abbellire gli utensili in legno o ossa mediante la scolpitura;
pochi erano i motivi utilizzati: la testa d'alce, il serpente e l'uomo.

In Europa, la maggiore cultura era la Maglemosiana (9000–6400 a.C.), che si estese dalla Danimarca alla
Russia. Le culture localizzate comprendevano i Neman della Lituania, i Kunda di Lettonia ed Estonia, gli
Aziliani della Francia, e gli Epigravettiani d'Italia. Verso la fine del Mesolitico, le tradizioni locali iniziano a
moltiplicarsi, forse a causa delle influenze dal sud, o al generale avanzamento della cultura.

Nell'America del Nord appartengono a questo periodo il complesso di San Dieguito e il complesso del lago
Mojave, situati nella regione costiera della California meridionale e nel deserto del Mojave, e altri complessi
nel deserto di Sonora, nel deserto di Yuma (Messico settentrionale) e nella penisola della Bassa California.

Note
1. ^ BIytt, A.,1876, Immigration of the Norvegian Flora, Alb. Cammermeyer, Christiania (Oslo),p.
89
2. ^ Waldo Heliodoor Zagwijn, Nederland in het Holoceen , Geologie van Nederland, Vol. 1,
pag. 46, Rijks Geologische Dienst Haarlem, Staatsuitgeverij, 's-Gravenhage, 1986.
3. ^ T. Litt, A. Brauer, T. Goslar, J. Merkt, K. Balaga, H. Müller, M. Ralska-Jasiewiczowa, M.
Stebich & J.F.W. Negendank, Correlation and synchronisation of Lateglacial continental
sequences in northern central Europe based on annually laminated lacustrine sediments,
Quarternary Science Reviews, Vol. 20, pagg. 1233–1249, 2001.
4. ^ Björck, S., 1995, A review of the history of the Baltic Sea, 13.0-8.0 ka BP, Quaternary
International, Vol. 27, pag. 19-40.
5. ^ J.A.A. Bos, 1998, Aspects of the Lateglacial-Early Holocene vegetation development in
Western Europe. Palynological and palaeobotanical Investigations in Brabant (the
Netherlands) and Hessen (Germany), LPP Contributions Series, Vol. 10, Utrecht
6. ^ G.M. Burov, 1990, Die Holzgeräte des Siedlungplatzes Vis I als Grundlage für die
Periodisierung des Mesolithikus im Norden des Europäischen Teils der UdSSR,
Contributions to the Mesolithic in Europe, a cura di P. M. Vermeersch e P. Van Peer, Leuven,
University Press, pagg. 335–344
7. ^ G.M. Burov, 1996, On Mesolithic means of water transportation in northeastern Europe,
Mesolithic Miscellany, pagg.5–15, Vol. 17, Numero 1 , Online=Online-Version; pdf-Datei; 1,2
MB (http://www.arcl.ed.ac.uk/arch/clivebonsall/MM17(1).pdf) Archiviato (https://web.archive.o
rg/web/20060925044531/http://www.arcl.ed.ac.uk/arch/clivebonsall/MM17(1).pdf) il 25
settembre 2006 in Internet Archive.

Schemi
periodo Quaternario
Pleistocene Olocene
Inferiore · Medio · Superiore Preboreale · Boreale · Atlantico · Subboreale · Subatlantico

Collegamenti esterni
(EN) Early to mid Holocene calcareous tufa (PDF), su geol.lu.se (archiviato dall'url originale l'11
dicembre 2004).
(EN) Paleoclimate Reconstruction, su academic.emporia.edu. URL consultato il 5 giugno 2009
(archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2005).
(EN) The Flandrian, su envf.port.ac.uk. URL consultato il 20 settembre 2005 (archiviato dall'url originale il
20 settembre 2005).
(EN) Central Europe, su donsmaps.com.

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