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«Wasn't it the truth I told you? Lots of fun «Non è vero quello che ti ho detto? Che ci
at Finnegan's Wake» si diverte alla veglia per Finnegan»
Finnegans Wake, tradotto come La veglia di Finnegan o più propriamente La veglia per Finnegan (altri
titoli: Il risveglio di Finnegan, La sveglia di Finnegan, La veglia dei Finnegan) è l'ultimo romanzo di James
Joyce, pubblicato a Londra il 4 maggio 1939, in cui la tecnica del flusso di coscienza viene portata
all'estremo.
Indice
Profilo dell'opera
Allusioni e riferimenti a Finnegans Wake in altre opere
Edizioni
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
Profilo dell'opera
La composizione dell'opera, un poema eroicomico in prosa, secondo la definizione settecentesca ispirata al
romanzo di Laurence Sterne adottata da Joyce anche per l'Ulisse, durò parecchi anni (dal 1923 al 1938)
durante i quali Joyce, nella sua corrispondenza con gli amici, indicava il suo lavoro con un quadratino
(emblema delle quattro parti in cui si sarebbe divisa l'opera) e come Work in Progress; solo poco prima della
pubblicazione venne reso noto il titolo definitivo, Finnegans Wake.[1] Scritto con un linguaggio onirico e
polisemico, il romanzo è stato per lungo tempo considerato un testo intraducibile.
Concepito come una sorta di "storia universale", la suprema sintesi del creato,[2] Finnegans Wake trae
spunto dall'omonima ballata popolare tradizionale irlandese, Finnegan's Wake, che si era diffusa intorno al
1850; la morte e la comica resurrezione del protagonista, Tim Finnegan, entrambe causate dal uisce beatha
(IPA: [ˈiʃkʲə ˈbʲahə]) parola che in gaelico significa "acqua della vita", in inglese diventato poi whiskey,
diventano un'allegoria del ciclo universale della vita. L'inglese wake significa allo stesso tempo "veglia
funebre", ma anche "risveglio".
Nel titolo del romanzo Joyce rimosse l'apostrofo del genitivo sassone, per suggerire una sorta di molteplicità
di "Finnegan", facendolo diventare un sostantivo plurale, intendendo così nei "Finnegan" l'umanità che
cade, che veglia e risorge.
Con Finnegans Wake, James Joyce raggiunge la meta di un ciclo percorso in circa quarant'anni con estrema
coerenza, dalle prime epifanie composte nel 1900, passando per gli epicleti che presero forma in Gente di
Dublino, rivelazioni della natura interna e segreta di situazioni non più momentanee e circoscritte nello
spazio, per il racconto dell'esperienza soggettiva nell'indagine dello sviluppo spirituale fino all'epica del
corpo umano del suo romanzo più importante, l'Ulisse.[3]
Stanislaus Joyce (fratello di James) definì il romanzo «l'ultimo delirio della letteratura prima della sua
estinzione».[4]
La tecnica del flusso di coscienza, già usata in precedenza nell'Ulisse è qui portata alle sue estreme
conseguenze.
La narrazione, la storia di una famiglia residente nel villaggio di Chapelizod, accanto a Phoenix Park, alla
periferia di Dublino, si svolge interamente all'interno di un sogno del protagonista: vengono abolite le
normali norme della grammatica e dell'ortografia. A differenza del flusso di coscienza presente nell'ultimo
capitolo dell'Ulisse, tuttavia, viene introdotta la punteggiatura. Inoltre, le parole si fondono tra loro cercando
di riprodurre la simbologia del linguaggio onirico, ma riuscendo così assai oscure.
Una raccolta di saggi critici sull'opera prende il nome di Our Exagmination Round His Factification for
Incamination of Work in Progress (in italiano Introduzione a Finnegans Wake).
Edizioni
L'Editore Mondadori avviò negli anni Ottanta la traduzione dell'opera, condotta per i Libri I-II da Luigi
Schenoni in 4 volumi; dopo la sua morte nel 2008, l'impresa è affidata a Enrico Terrinoni e Fabio Pedone e
si è conclusa entro il 4 maggio 2019 (80º anniversario) con l'edizione italiana dei capitoli 3-4 del Libro III e
del Libro IV.
Finnegans Wake H.C.E., traduzione di Luigi Schenoni, Arnoldo Mondadori (BM n. 41),
Milano 1982, pp. 173
Finnegans wake. Libro primo, 1-4, a cura di Luigi Schenoni, con introduzione di Giorgio
Melchiori e bibliografia di Rosa Maria Bosinelli, ivi (Oscar narrativa n. 1281) ISBN 978-88-
04-46609-3
Finnegans wake. Libro primo, 5-8, a cura di Luigi Schenoni, con un saggio di Edmund
Wilson, Collana Oscar narrativa n. 1746, Milano, Mondadori, 2001, ISBN 978-88-04-47344-
2.
Finnegans wake. Libro secondo, 1-2, a cura di Luigi Schenoni, Collana Oscar narrativa n.
1824, Milano, Mondadori, 2004, ISBN 978-88-04-51760-3.
Finnegans wake. Libro secondo, 3-4, a cura di Luigi Schenoni, Collana Oscar scrittori
moderni n.2009, Milano, Mondadori, 2011, ISBN 978-88-04-55025-9.
Finnegans Wake. Libro terzo, capitoli 1 e 2, a cura di Enrico Terrinoni e Fabio Pedone,
Collana Oscar Classici moderni, Milano, Mondadori, 2017, ISBN 978-88-04-66963-0.
Finnegans Wake. Libro terzo, capitoli 3 e 4, Libro quarto, a cura di Enrico Terrinoni e Fabio
Pedone, Collana Oscar Classici moderni, Milano, Mondadori, 2019, ISBN 978-88-04-67928-
8
Anna Livia Plurabelle, traduzione francese di Samuel Beckett e altri, versione italiana
dell'autore con la collaborazione di Nino Frank, a cura e con un saggio di Rosa Maria
Bollettieri Bosinelli, introduzione di Umberto Eco, in appendice versione italiana integrale di
Luigi Schenoni, Einaudi (Scrittori tradotti da scrittori n. 65), Torino 1995 ISBN 88-06-14037-X
Ettore Settani, James Joyce e la prima versione italiana del Finnegan's Wake, Cavallino,
Venezia 1982, 52 pp.
Note
1. ^ Giorgio Melchiori, Introduzione a Finnegans Wake, pag. XI-XIX, in James Joyce,
Finnegans Wake, Milano, 1982
2. ^ Giorgio Melchiori, Introduzione a Finnegans Wake, pag. IX, in James Joyce, Finnegans
Wake, Milano, 1982
3. ^ Giorgio Melchiori, Introduzione a Finnegans Wake, pag. X, in James Joyce, Finnegans
Wake, Milano, 1982
4. ^ James Joyce, Prefazione di Luigi Sampietro, in Gente di Dublino, Bur, 16 maggio 2012,
ISBN 9788858623916. URL consultato il 18 ottobre 2019.
5. ^ M. Gell-Mann, A schematic model of baryons and mesons, in Phys. Lett., vol. 8, 1964,
pp. 214-215, DOI:10.1016/S0031-9163(64)92001-3.
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