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Gli autori della Biedermeier e della Vormärz

August Graf Hallermünde:

August Graf Hallermünde è un'outsider in quanto omosessuale ed esteta. Tedesco, nasce ad Ansbach
nel 1796 e muore a Siracusa nel 1835, tre anni dopo Goethe. Proveniente da una famiglia di militari, si
arruolò nell'esercito ma riconobbe presto la propria vocazione letteraria, cui si dedicò con fervore
quasi religioso. Nel 1824 viaggia in Italia, a Venezia, trasferendosi due anni dopo nel Sud del Paese,
affascinato dal classico e dall'antiquato. A Napoli, dove si trasferì, Hallermünde conobbe il poeta
Giacomo Leopardi. Le poesie liriche politiche lo definiscono però procursore dell'estetismo e spazia da
una letteratura classicheggiante a una orientaleggiante, da un linguaggio patetico a quello solenne di
tipo greco, evitando l'espressione immediata dell'amore non appagante. Il Bello gli permette un
accesso alla trascendenza che si allontana dalla realtà ed un esempio del Bello letterario è il Tristan, in
cui arte e vita sono due sfere inconciliabili. Lo schema rimico è "an/ie/an/ie" e i temi centrali sono il
bello e la morte, intrisi di Weltschmerz. August von Platen-Hallermünde, di cui Goethe aveva intuito la
grandezza, riversò l'inquietudine tutta nordica del suo animo in opere poetiche raffinate e sapienti,
costrette in forme classiche (odi, sonetti, ecc.) e in versi sontuosi di struggente bellezza. Nelle
commedie esplicò una meno felice vena satirica, polemicamente diretta contro la cultura germanica
contemporanea. Il sonetto da Venezia è l'ultimo dei suoi sonetti, i cui temi principali sono la tristezza,
la rassegnazione e la solitudine, che portano l'uomo a desiderare la morte. Qui la parola è ricercata ed
incontriamo rime difficili, l'alternanza e la variazione e l'armonia sonora. Von Platen morì il 5 dicembre
1835 probabilmente di febbre all'interno di una locanda al numero 5 di via Amalfitania nell'Isola di
Ortigia a Siracusa. Scrittori di fine Ottocento-inizio Novecento prenderanno spunto dal Hallermünde,
come Nietzsche e sopratutto Thomas Mann, che si basò in parte su Platen per la creazione del suo
personaggio di Gustav von Aschenbach del racconto La morte a Venezia. Il nome stesso del
personaggio contiene vaghe allusioni a Platen: August riprende l'anagramma di Gustav, mentre
Ansbach, il luogo di nascita di von Platen, richiama Aschenbach; il parallelo, tuttavia, è reso esplicito
soprattutto dal fatto che anche il personaggio di Mann, come Platen, muore di colera in Italia, dove si è
attardato per soddisfare i suoi desideri omosessuali.

Nikolaus Lenau:

Nikolaus Lenau è stato un poeta austriaco che nacque a Lenauheim (nell'attuale Romania). Studiò a
Vienna filosofia, diritto e medicina. È considerato il Byron della Deutsche Sprachraum ed indentifica
l'inconciliabilità tra poesia e vita attraverso la malinconia, con la quale tratta anche l'irrequietezza, la
lacerazione, la tragicità con pessimismo. Dopo gli studi a Vienna, Lenau si trasferì in Germania, a
Stoccarda, dove frequentò gli artisti della scuola romantica sveva. Dopo una breve parentesi di vita in
Usa, dove intendeva dedicarsi all'agricoltura, tornò a Vienna in piena crisi spirituale, crisi accentuata
dal suo amore infelice per Sophie von Lowenthal. La sua opera è quindi frutto di continue oscillazioni
ideologiche ed è accostabile al Weltschmerz tipico di autori come Lord Byron e Giacomo Leopardi,
rispecchiante il suo dissidio interiore e la sua sensibilità quasi patologica. Lenau si proietta gli stati
d'animo del soggetto della natura, ma come vediamo nel Schieflieder, i vari momenti dell'amore
infelice sono simboleggiati da crepuscolo, pioggia e tempesta, sottolineando come l'io e la natura
abbiano lo stesso significato. La vita è circolare e la natura è l'ultimo punto di riferimento. Per ciò che
concerne le sue opere, sono da menzionare anche i suoi poemi epico-drammatici, come il Faust (1836),
incentrato sul suicidio di Faust e sulla sua dannazione, il Savonarola (1837), in cui si mostrò favorevole
al religioso ribelle. Il cognome Nimpsch che Theodor Fontane attribuisce a Lene, la protagonista
femminile del suo romanzo Irrungen, Wirrungen, è tratto dalla corruzione del cognome Niembsch, un
omaggio di Fontane a Nikolaus. Ma il suo testo più conosciuto sono i Schilflieder. I Schilflieder sono
cinque canti il cui metro sono strofe romanzate, predulio con tetrametri giambici, rima alternata. Nella
quarta canzone c'è un cambiamento e la strofa diventa un trimetro giambico. Esiste un'empatia tra l'io
e la natura, ed esempio nella prima canzone, nella prima strofa, esistono corrispondenze tra stile,
profondità e luminosità nella terza canzone, nella seconda strofa, troviamo l'elemento della
personificazione.

Annette von Droste-Hülshoff:

Annette von Droste-Hülshoff è stata una scrittrice e poetessa tedesca. Nasce nel 1797 e muore nel
1848, anno d'inizio della Rivoluzione di Marzo. Il ritratto di Annette von Droste-Hülshoff su una
banconota da venti marchi tedeschi. Proveniente da una famiglia nobile cattolica, venne educata in
modo rigido con un'impronta conservatrice, e faticò molto a non infrangere le regole della tradizione.
Nonostante ciò, la sua formazione culturale fu molto ampia. Di salute cagionevole e di tendenze
malinconiche, la Droste, dopo una delusione d'amore compose in giovane età un buon numero di inni
sacri che già nel 1820 raggiunsero la considerevole cifra di venticinque. La madre, però, disapprovò
questa attività letteraria e la fece sospendere. Dopo la morte del padre si ritirò in campagna,
conducendo una esistenza solitaria, interrotta solamente da qualche visita a centri culturali situati a
Coblenza, Colonia e Bonn. In questo periodo compose ballate, poemetti narrativi e un romanzo
intitolato Die Judenbuche ("Il faggio dell'ebreo") di non grande valore artistico, tranne che per qualche
spunto anticipatore ricorrente nelle successive liriche, come ad esempio la descrizione del paesaggio
vestfalico. Un'altra opera importante è "Im Gras", che ha come protagonisti Levin Schückung e una
ragazza, che capisce di essere uscita dall'isolamento e ritrova un contatto con la natura e anima come
realizzazione panica della vita lontana dalla concezione cristiana. Pieno di figure retoriche come le
sinestesse, le metafore e similitudini. La contrapposizione centrale è l'esperienza in contrasto con il
ricordo. All'interno del Gras abbiamo "Am Turme", la cui forma, ritmo e armonia sono severi. La
struttura è fondata sull'opposizione donna/uomo, i limiti vengono superati di nascosto o per
desiderio. È un rapporto costante tra realtà e desiderio, ma nella quarta strofa vi è un mutamento.
Un'altra opera della Hülsoff è " Die Judenbuche", un racconto tratto da una storia di Friedrich Mergel,
orfano di un padre alcolista e cresciuto da uno zio cattivo con il quale commette diversi reati, fino
all'umiliazione da parte di un ebreo, trovato morto dopo tre giorni. Su di un faggio, la comunità ebrea
scriverà che chi vi si avvicinerà troverà la morte e dopo 28 anni torna uno straccione che viene trovato
impiccato all'albero e in cui si riconosce lo stesso Friedrich. Il racconto non chiarisce però fino in fondo
la verità.

Eduard Mörike:
Eduard Mörike è stato uno scrittore tedesco. Nasce nel 1804 e muore nel 1875. Tra i più importanti
rappresentanti del Biedermeier tedesco fu autore di Lieder e Ballate scrisse I canti di Peregrina, Idillio
del lago di Costanza, e il romanzo Il pittore Nolten. Conosciuto soprattutto per il racconto Mozart in
viaggio verso Praga del 1856. Nel 1817 la morte del padre costrinse la famiglia Mörike a trasferirsi a
Stoccarda dove inizia a frequentare la ricca biblioteca dello zio Eberhard Friedrich Georgii. Dal 1818 al
1822 studia a Urach. Intraprende studi teologici nel celebre Tübinger Stift (anche Evangelisches Stift) di
Tubinga, il collegio dove avevano studiato Hölderlin, Hegel, e Schelling; qui ha i primi contatti con
Friedrich Theodor Vischer e con David Friedrich Strauß. Si unisce in una comunità di carattere religioso
insieme a Waiblinger e Ludwig Bauer. Nel 1823 incontra Maria Meyer, la vagabonda misteriosa di cui si
innamora, che scomparirà da Tubinga; ad essa sono dedicati i Canti di Peregrina (1824), ad essa si
ispira inoltre per il personaggio di Elisabeth nel romanzo Maler Nolten (1832). Nel 1827 muore
l'amatissimo fratello August e tale circostanza rimarrà collegata per Mörike alla musica del Don
Giovanni di Mozart, ascoltato pochi giorni prima durante una rappresentazione al Hoftheater di
Stoccarda. Da questo momento in poi, Mörike eviterà in maniera angosciosa l'opera di Mozart. Una
volta tornato a Tubinga trasforma la comunità religiosa con gli amici in un mondo incantato di elfi e
fate secondo un'idea alquanto utopica e insolita, dando ad essa il nome di Orplid. Nel 1826 conclude
gli studi teologici a Tubinga senza però intraprendere il vicariato, si deciderà a diventare Pastore
improvvisamente soltanto nel 1829. Dello stesso anno è il fidanzamento con Luise Rau dalla quale si
separerà nel 1834. Escono presso l'editore Cotta 20 poesie tra il 1828 e il 1829, mentre presso l'editore
Schweizerbart viene pubblicato nel 1832 il romanzo Maler Nolten ("Il pittore Nolten"). Dopo la
separazione con Luise Rau vive insieme alla sorella Klärchen nella cittadina di Cleversulzbach, nei
pressi di Heilbronn, di cui è pastore. Tuttavia si occupa in questi anni più di poesia che del servizio
pastorale, tanto che nel 1843 ottiene di potersi ritirare a vita privata. Ha frequenti contatti epistolari
con Hermann Kurz, con il quale i rapporti si raffreddano improvvisamente durante i fatti politici del
1848 cui Kurz prese parte attiva. Pubblica nel 1839 la raccolta di racconti Iris comprendente tra le altre
le novelle: "Il tesoro", "Lucie Gelmeroth" e "Il contadino e suo figlio". Nel 1844 si trasferisce con la
sorella a Bad Mergentheim. Nel 1846 esce L'idillio del lago di Costanza in cui esalta in esametri classici
il paesaggio lacustre. Peregrina da una località all'altra della Svevia in cerca di un'occupazione finché
nel 1851 accetta di ricoprire l'incarico di insegnante di letteratura presso il Katharinenstift di Stoccarda,
dove nello stesso anno sposa Margarethe von Speeth, risiedendo sempre con l'inseparabile sorella.
Qui l'attività letteraria di Mörike fiorisce sensibilmente: si susseguono rapidamente opere in prosa
(L'omino di Stoccarda, La mano di Jezerte, e Mozart in viaggio verso Praga, senza dubbio il suo
capolavoro) mentre la sua fama si diffonde per tutta la Germania: Theodor Storm gli fa visita a
Stoccarda, Paul Heyse ed Emanuel Geibel hanno rapporti epistolari con lui, gli vengono assegnati
riconoscimenti e titoli dal re del Württemberg e dalla corte bavarese. Nel 1867 esce la quarta edizione
delle sue poesie arricchita degli ultimi componimenti ("Visita alla Certosa", "Erinna e Saffo",
"Immagini di Bebenhausen"). Rimane incompiuta una rielaborazione del Maler Nolten, novella alla
quale lavora fino alla morte. Trascorre gli ultimi anni (1873-75) a Stoccarda in estrema solitudine.

Franz Grillparzer:

Franz Grillparzer è stato uno scrittore e drammaturgo austriaco. Figlio di un avvocato di una certa
rilevanza, Grillparzer ricevette un'educazione severa. Entrato nel 1807 all'Università di Vienna come
studente di giurisprudenza, due anni dopo fu costretto a lasciare gli studi dopo la morte del padre, che
aveva lasciato la famiglia in ristrettezze finanziarie. Dopo aver lavorato come istitutore privato, nel
1813 ottenne un impiego alla biblioteca di corte, ma lasciò presto il posto a causa del modesto salario
ed entrò come impiegato presso l'amministrazione delle finanze della Bassa Austria. Grazie
all'influenza del conte Stadion, ministro delle Finanze, fu nominato poeta dell'Hofburgtheater nel
1818. Nel 1832 divenne direttore degli archivi dell'Hofkammer. Nel 1856 si ritirò dal servizio civile col
titolo di Hofrat. Nel 1817 le prime rappresentazioni della sua tragedia L'Avola (Die Ahnfrau) gli diedero
una certa celebrità. Non era la sua prima opera: la sua produzione precedente comprendeva Bianca di
Castiglia (Blanca von Castilien, 1807-1809), una lunga tragedia in versi, e i frammenti drammatici
Spartaco (Spartacus) e Alfredo il Grande (Alfred der Grosse, 1809). L'Avola fu seguita nel 1818 da Saffo
(Sappho), un dramma di genere diverso: nello spirito del Torquato Tasso di Goethe, Saffo è una
tragedia del genio poetico, che rinuncia alla felicità terrena per seguire la sua alta missione. Nel 1821
Grillparzer completò la sua trilogia Il Vello d'oro (Das goldene Vlies), un progetto che era stato
interrotto nel 1819 a causa del suicidio della madre e di un viaggio in Italia. La trilogia si apre con un
preludio in un atto, L'Ospite (Der Gastfreund), quindi presenta ne Gli Argonauti (Die Argonauten) le
avventure di Giasone alla ricerca del Vello d'oro. Medea, una tragedia di proporzioni classiche,
contiene gli eventi culminanti della storia già tante volte portata sulle scene. Per la sua tragedia storica
Fortuna e caduta del re Ottokar (1823, ma rappresentata solo il 19 febbraio 1825 per motivi di
censura) Grillparzer scelse il conflitto fra Otakar II di Boemia e Rodolfo I di Germania. Nel 1826 scrisse
una seconda tragedia storica, Il fedele servitore del suo signore (Ein treuer Diener seines Herrn),
rappresentata per la prima volta nel 1828. Quello stesso anno si recò in visita da Goethe, a Weimar.
Nell'inverno 1820-1821, Grillparzer aveva incontrato Katharina Fröhlich (1801-1879), di cui si era
innamorato. Oppresso dal pessimismo e dalla rassegnazione, non riuscì mai a fare il passo decisivo
verso il matrimonio. Questa situazione gli procurò una sofferenza che trovò espressione poetica nel
ciclo di poemi intitolato Tristia ex Ponto (1835). Ciò nonostante, in questo periodo Grillparzer scrisse
due delle sue opere più importanti, Le onde del mare e dell'amore (Des Meeres und der Liebe Wellen,
1831) e Il sogno, una vita (Der Traum, ein Leben, 1834). Nella prima, ispirata alla storia di Ero e
Leandro, si percepisce l'influenza poetica di Lope de Vega e di Calderón de la Barca. Nella seconda, che
nella forma si avvicina ancora di più al dramma spagnolo, la visione pessimistica di Grillparzer trova
piena espressione. È il primo dramma di Grillparzer senza un finale tragico. Nel 1838 Grillparzer scrisse
la sua unica commedia, Guai a chi mente (Weh dem, der lügt). Nonostante l'originalità dell'idea e la
vivacità del dialogo, la prima rappresentazione, il 6 marzo 1838, fu un fiasco. Fu un grave colpo per
l'autore, che volse definitivamente le spalle al teatro. Nel 1836 Grillparzer si era recato in visita a Parigi
e a Londra. Nel 1843 fu la volta di Atene e Costantinopoli. Tardivi riconoscimenti vennero tributati a
Grillparzer: fu eletto membro dell'Accademia delle Scienze; nel 1861 fu eletto nell'Herrenhaus; grandi
celebrazioni si tennero per il suo ottantesimo compleanno, e la sua morte, il 21 gennaio 1872 fu
accolta in Austria da un generale cordoglio. Dopo il fiasco di Guai a chi mente Grillparzer non aveva
pubblicato altre opere teatrali, ma dopo la sua morte furono rinvenute fra le sue carte tre tragedie
complete: L'Ebrea di Toledo (Die Jüdin von Toledo, scritta nel 1851); I fratelli rivali d'Asburgo (Ein
Bruderzwist in Habsburg) e Libussa, forse il dramma più profondo e maturo di Grillparzer. Nei suoi
lavori teatrali si ispirò al drammaturgo Joseph Alois Gleich. Con Grillparzer abbiamo delle anticipazioni
del Realismo, in cui l'arte viene intesa come un insieme di procedimenti tecnici che mirano a
determianre effetti, vi è un rinnovamento della retorica e un pluralismo di stili e livelli.

Le opere di Grillparzer:

Il povero suonatore è un racconto che tratta il problema dell'artista, come protagonista ha un uomo
incapace di affrontare il mondo (un inetto), nonostante le origini nobili finisce in miseria e a chiedere
soldi in cambio di una strimpellata. Nonostante ciò la sua vita silenziosa ai margini della società
garantisce i valori per la serena convivenza umana. Il Sappho è un dramma sull'antichità che elabora la
storia del tragico amore per il bel Faone della sacerdotessa greca, la quale soffre perché lui non si
innamora di un altro che della sua arte e preferirà a lei la serva della donna, Melitta, con la quale
fuggirà quando verrà cacciata da Sappho dall'isola. Il rapporto tragico tra l'arte e la vita tratta ancora
del problema dell'artista che culmina nel suicidio finale di Sappho. Ci si chiede se sia un atto di
compassione per le donne secondo l'Ifigenia di Goethe oppure una costellazione tra vita e arte tipica
del moderno. Anche il Das goldenes Vlies tratta sull'antichità e narra la vicenda degli Argonauti e in
particolare su Giasone, eroe avventuroso vittima della propria fragilità e dal debole temperamento,
che dopo aver conquistato i velli d'oro con il potere magico di "Medea", affascinata da lui e traditrice
della famiglia, la quale si ritroverà barbara nel mondo greco, che non la accetta e che non accetta
nemmeno Giasone, che vende la moglie Medea in favore di un matrimonio promesso dal re Creonte
con la figlia Creusa, unica donna disposta ad accettare Medea, ma che subirà la vendetta di
quest'ultima. La conciliazione tra greci e barbari è impossibile secondo il pensiero umanistico sintomo
di una società lontana dalla tolleranza. "La fortuna e rovina di re Ottokar di Boemia" e "Discordia di
fratelli in casa d'Asburgo" sono tragedie storiche simboliche per il rinnovato patriottismo austriaco,
con il tema della fondazione di Praga che diventa un rifiuto della storia che ha paura della minaccia
borghese e capitalistica, un generale pessimismo storico. "Der Traum ein Leben" è una favola che
narra della storia di un contadino che vuole fare fortuna, ma viene frenato dal sogno premonitore del
presagio di sventura. Il tema fondamentale è quello del disinganno che riconduce l'eroe in tentazione
ai valori umani. Poi abbiamo anche il Libussa.

Karl Lebrecht Immermann:

Carl Leberecht Immermann è stato un poeta e scrittore tedesco. Nasce a Magdeburgo nel 1796 e
muore a Düsseldorf nel 1840. È uno dei più importanti narratori della Biedermeier assieme a Stifter ed
in lui convivono elementi classici e romantici che preannunciano il Realismo. Figlio di un ufficiale
militare e studente di destra, si arruolò volontario nell'esercito tedesco contro Napoleone Bonaparte e
combatté a Ligny e a Waterloo, inoltre alla marcia su Parigi. Ritornato ad Halle, dove proseguì i suoi
studi, ricoprì varie cariche nella magistratura. Conobbe Elise d'Ahlefeldt-Laurwig, futura moglie di
Adolf von Lützow. Fu nominato giudice criminale a Magdeburgo e poi consigliere alla corte di primo
grado a Düsseldorf. In ambito politico e sociale, la sua posizione rimane ambigua: pur a sostegno della
guerra di Liberazione, non sostenne né Napoleone né i Buschenschaften. Sempre fedele alla
monarchia e difensore dell'individualismo contro la prepotenza ottusa delle mosse, con gli Epigonii
tenta di offrire un'immagine critica di un'intera epoca descrivendo la vita basata sullo straniamento
degli uomini a lui contemporanei, i quali con la perdita di valori tenano di vivere con dei valori ormai
vecchi ed inadatti alla loro epoca. Tutto ciò è il risultato del dissolvimento della gerarchia sociale e il
potere economico in mano all'industria moderna, la quale è in grado di fornire capitale agli strati
sociali più bassi, ma aliena l'uomo dal proprio lavoro e all'ambiente naturale. Il sostanziale dibattito di
fondo è quello tra mondo borghese e mondo feudale risalto nel protagonista, figlia di un nobile e di
una borghese, il quale non subisce uno sviluppo, ma serve da semplice collegamenti tra ambienti. Il
Munchhausen allude ad autori a lui contemporanei polemizzando contro il soggettivismo romantico
che pecca nei confronti della realtà di presunzione intellettuale. Al centro vi è il contrasto tra
l'Oberhof, una comunità contadina non intaccata della decadenza morale e spirituale e ancora
attaccata ai vecci miti, e la figura di Munchhausen, che affascina il pubblico con le sue avventure, ma
che in realtà manifestazione dello spirito del nichilismo per la sua coscienza ipertrofica che lo priva
della spontaneità dei sentimenti. I suoi lavori vennero anche musicati: si ricorda, a titolo d'esempio, la
messa in musica di Tragedia nel Tirolo o Andreas Hofer da parte di Albert Lortzing. Diresse il teatro di
Düsseldorf, dove mise in scena opere di Christian Dietrich Grabbe.

Adalbert Stifter:

Adalbert Stifter è stato uno scrittore, pittore e pedagogo austriaco. Nasce il 23 ottobre 1805 a Horní
Planá (Oberplan in tedesco), un paese della Boemia sud-occidentale di lingua tedesca, da una modesta
famiglia di tessitori di lino. Rimasto orfano di padre all'età di 12 anni, Stifter entra nel 1818 nel collegio
benedettino di Kremsmünster, nell'Alta Austria. Durante gli studi approfondisce scrittori quali Johann
Gottfried Herder, Jean Paul e Goethe. Nel 1826, nonostante l'anno precedente avesse dovuto
interrompere gli studi per un breve periodo poiché aveva contratto il vaiolo, conclude il ginnasio e si
trasferisce a Vienna dove si iscrive alla facoltà di giurisprudenza. Nel corso delle vacanze estive del
1827 a Friedberg, in Boemia, fa conoscenza con Fanny Greipl, primo amore della sua vita, cui dedica
una lunga serie di dipinti e poesie, firmate con lo pseudonimo di Ostade. Nel 1833 l'idillio amoroso con
Fanny si interrompe a causa dell'ostilità della di lei famiglia la quale non vedeva di buon occhio gli
umili natali di Stifter. Allaccia quindi una relazione con la modista Amalie Mohaupt che sposerà nel
1837 dopo un fallito tentativo di riavvicinare Fanny. Tra il 1839 e il 1854] vengono alla luce le sue
maggiori opere pittoriche, fra cui Blick in die Beatrixgasse (Veduta della Beatrixgasse) e Ruine
Wittinghausen (Le rovine di Wittinghausen) e letterarie tra cui Bunte Steine (Pietre colorate) e la
raccolta delle sue precedenti novelle sotto il nome di Studien. Nel frattempo svolge la mansione di
precettore presso i casati più nobili di Vienna, tra cui la famiglia Metternich, dove insegna fisica al
figlio Richard e, nel 1853, è nominato sovraintendente per i Beni culturali e artistici dell'Alta Austria e
presidente dell'Associazione Artistica dell'Alta Austria. In questa veste, tra le altre opere, sovrintende
al restauro dell'altare di Kefermarkt. Nel 1854 si ammala dei primi disturbi nervosi e depressivi che lo
costringeranno, connesse col sorgere di una grave malattia epatica, a ripetuti soggiorni terapeutici a
Lackenhäuser, località termale della Foresta bavarese. Negli anni successivi due gravi avvenimenti
pregiudicano ulteriormente la sua salute psichica: la morte della madre nel 1858 e della figlia adottiva
(la nipote diciottenne Juliane Mohaupt) suicida nel Danubio. Nel 1864 si aggrava la malattia epatica
che lo condurrà alla morte e che lo costrinse, l'anno successivo, ad andare in pensione. Nella notte tra
il 25 e il 26 gennaio 1868, sfinito dalla malattia, si recide la gola con il rasoio morendo, dopo un'agonia
durata due giorni, il 28 gennaio 1868. Interprete degli umori intimisti e antifaustiani dell'età della
Restaurazione ebbe tra i suoi più illustri estimatori Nietzsche e Hermann Bahr.

Bunte Steine (Stifter):

Bunte Steine è una raccolta di racconti divisa in due parti con tre racconti ciascuna, quindi è una
raccolta di sei racconti, narrati a cornice. Ognuno di essi è un doppio racconto su due livelli temporali
di cui uno esterno, uno interno. Un'azione introduce e separa i singoli racconti. È nel racconto interno
che avvengono gli avvenimenti più importanti ed inquietanti; il narratore esterno introduce un
narratore interno il quale prende voce attraverso ad esempio un manoscritto o il racconto in prima
persona. Le novelle sono ispirate a sei modeste pietre colorate e vi sono metafore di un mondo
crepuscolare ispirato alla vita quotidiana, permeato dalle leggi universali che governano la natura e il
genere umano e che trovano espressione nei piccoli gesti. Egli personifica le possibilità esistenziali
negative in numerosi falli, tra cui Brigitta, ai quali la passionalità impedisce un rapporto responsabile
con la società. L'affermazione del soggetto con le sue passioni è, per Stifter, il peccato originale che fa
precipitare l'umanità nel caos, rimediato con il suo ritorno alla natura e all'immutabilità delle cose. Si
nota in lui il distacco dalla tradizione romantica nella creazione fatalistica della realtà e della
conflittualità dei personaggi, che li spinge all'isolamento e alla perdita della propria identità. Molti gli
criticarono il fatto di rifuguarsi tra piante e pietre perché non conosceva gli uomini, ma egli rispose con
l'idea che la vera grandezza si esprime attraverso ciò che sembra apparentemente piccolo e
ammirando i fenomeni naturali, si esprime la sua opera che in campo sociale si esprime attraverso
l'esaltazione della giustizia, della semplicità e dell'autocontrollo. Stifter esalta però il piccolo quando è
parte di una totalità.

Heinrich Heine:

Heinrich Heine è stato il più grande autore della Biedermeier Zeit. È tedesco e nasce a Düsseldorf nel
1797 da una ricca famiglia di banchieri e commercianti ebrei. Cercò di dedicarsi, fallendo, ad una
normale carriera borghese che aveva intrapreso molto malvolentieri e nel 1817 scrisse le sue prime
liriche d'amore che gli vennero pubblicate su una rivista tedesca e iniziò, nella città di Bonn, gli studi di
diritto, filosofia e letteratura seguendo le lezioni di August Wilhelm von Schlegel. Nel 1821 si trasferì
all'Università di Berlino e frequentò assiduamente Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Friedrich
Schleiermacher e Adalbert von Chamisso, accogliendone il pensiero. Nel 1822 pubblicò le sue prime
importanti liriche che si rivelarono subito di grande originalità per il loro stile di ballata popolare e per
il rifiuto ironico di ogni illusione. In queste liriche si sente l'influsso degli scrittori da lui più amati:
George Gordon Noel Byron e Fouqué e l'anno seguente pubblicò Intermezzo lirico (in tedesco Lyrisches
Intermezzo), versi di rara bellezza dove si distingue una spiccata vena di malinconia. Nel 1825 Heine
abiurò la religione ebraica e si convertì al cristianesimo riformato-protestante aderendo al
luteranesimo, e assumendo il nome di battesimo "Heinrich", al posto dell'originario Harry. Nello stesso
anno si laureò in giurisprudenza presso l'Università di Gottinga. Dopo la pubblicazione dei suoi due
volumi dei racconti lirici Impressioni di viaggio (Reisebilder, 1826-1831), che sulla trama di un fittizio
diario di viaggio tratta una vasta gamma di temi fantastici e morali rifacendosi agli esempi di Laurence
Sterne e di Jean Paul, egli iniziò a diventare famoso. Nel 1826 fece un breve viaggio in Inghilterra che
risvegliò i suoi interessi per i problemi politici attuali e, in seguito, riunì le liriche precedenti in un unico
libro intitolato Libro dei canti (Buch der Lieder) che pubblicò nel 1827. Nel 1828 fece un viaggio in
Italia. In "Reise von München nach Genua", Viaggio da Monaco a Genova, "Die Bäder von Lucca", I
Bagni di Lucca, "Die Stadt Lucca", La città di Lucca, dove scriverà: "Die Pfaffen in Italien haben sich
schon längst mit der öffentlichen Meinung abgefunden" ("I preti italiani ormai si sono rassegnati
all'opinione pubblica") e nelle Notti fiorentine (Florentinische Nächte), che pubblicherà nel 1836, si
ritroveranno i ricordi di questo viaggio. Nel 1832 fu colpito da crisi depressive, che si sarebbero
presentate ciclicamente. Intanto la situazione si stava facendo sempre più critica, sia per quanto
riguardava le condizioni politiche della società tedesca sia per quanto riguardava l'antisemitismo di cui
fu fatto oggetto, ed Heine decise di trasferirsi come giornalista nella più libera Francia dove iniziò a
frequentare, oltre gli emigrati tedeschi, come Ferdinand Lassalle, Richard Wagner, Alexander von
Humboldt, anche molti intellettuali francesi fra i quali Honoré de Balzac, Victor Hugo, Alfred de Musset
e George Sand. Nel 1834 iniziò una relazione sentimentale con Crescence Eugénie Mirat, da lui
soprannominata "Mathilde", che sposò nel 1841. Nel 1835 pubblicò Storia della religione e della
filosofia in Germania (Geschichte der Religion und Philosophie in Deutschland) nella quale si avverte
l'influsso del suo contatto con i sansimonisti, influsso che si avverte anche nella Scuola romantica
(Romantische Schule) del 1836. In quegli anni di permanenza francese, Heine collaborò, per
corrispondenza, a diverse riviste tedesche e nel frattempo scrisse resoconti in francese sulla situazione
tedesca. Nel 1835, data della pubblicazione della sua Storia della religione e della filosofia, venne
vietata dalla censura la circolazione dei suoi libri in Germania. I quattro volumi del Salon (1834-1840)
sono tutti pervasi di temi politici. In essi si trovano i frammenti di romanzo Dalle memorie del signor
von Schnabelewopski (Aus den Memorien des Herrn von Schnabelewopski) e Il rabbi di Bacharach (Der
Rabbi von Bacharach), sulla persecuzione degli ebrei nel Medioevo. Nel 1840 lo scrittore, nel suo libro
H. Heine su L. Börne, diede numerose e aggressive spiegazioni delle proprie idee per rispondere ai
connazionali che lo accusavano. Nel 1843 attaccò nel suo poema Atta Troll. Ein Sommernachtstraum, i
suoi avversari politici e letterari con dura ironia. Il 4 gennaio del 1844 fu iniziato alla massoneria nella
loggia di Parigi Les Trinosophes[2], nello stesso anno, dopo un breve soggiorno ad Amburgo, scrisse la
satira in versi Germania fiaba d'inverno (Deutschland, ein Wintermärchen), che diventerà una delle più
importanti opere della letteratura tedesca di carattere politico e nella quale si avvertirà chiaramente
l'influsso dell'amicizia parigina con Karl Marx. Negli ultimi anni si riavvicinò alla religione. Nel 1851
Heine pubblicò il libro di poesie Romancero dove descrisse, con profonda serietà etica e religiosa, le
sofferenze causategli dalla malattia che lo aveva colpito (inizialmente forse con sintomi psichici come
la depressione degli anni '30) nel 1848, che gli causò una lenta atrofia muscolare e una paralisi
progressiva; lo stesso sentimento di Romancero pervade le raccolte successive (1853-1854). Nel 1854
videro la luce gli Scritti vari (Vermischte Schriften) con dissertazioni su giudaismo e cristianesimo,
liberalismo e comunismo che costituiranno la fine della sua attività politica e letteraria. Morì a Parigi
nel 1856.

Loreley (Heinrich Heine):

Il Lorelei è una famosa poesia di Heinrich Heine, che si trova nel "Buch der Lieder". Il componimento
parla di Lorelei, una bellissima sirena del Reno. Heinrich Heine dedica i versi della sua poesia alla
sirena Lorelei, la bellissima ragazza dai capelli lunghi e biondi che, da una roccia del fiume Reno,
ammalia i marinai col suo canto soave distraendoli così dalle insidie del fiume Reno e causando così la
loro morte. La Germania è conosciuta per la bellezza dei suoi paesaggi (Foresta Nera, Alpi Bavaresi al
confine con l'Austria, Reno, Mittelgebirge ecc.). La Lorelei celebra la bellezza tedesca e viene esaltata
da Hitler per la sua bellezza ariana. I libri di Heine vennero bruciati durante la Notte dei Cristalli del
1933 perché Heine era ebreo, ma la Lorelei veniva utilizzata dai nazisti per celebrare la bellezza ariana,
divenendo di conseguenza uno dei simboli del nazismo. I versi poetici di Heinrich Heine hanno ispirato
molti compositori musicali come Mendelssohn, Schubert, Schumann e Liszt. Liszt, in particolare, prese
ispirazione dalla poesia Il canto di Lorelei di Heine e ne realizzò un adattamento musicale. Per quanto
riguarda la struttura, il Lorelei ha una rima ABAB e la traduzione italiana è fedele all'originale in
tedesco per quanto riguarda le rime ed è difficile mantenere le rime della lingua originale. Emergono i
cliché e gli stereotipi, perché si parla di questa tipica bellezza tedesca ed infatti Heine dice che lei si
pettina i capelli d'oro e che ha la voce che distoglie l'attenzione dei barcaioli e che l'aria è pulita. I
nazisti tendono a rievocare i tempi antichi, che avevano dato vita ad epoche d'oro e dove la cultura
germanica non era stata contaminata dalle culture estere, in primis da quella ebraica e quella francese.
Lorelei viene paragonata a Venere, ed è legata all'elemento dell'acqua del Reno e viene considerata
una strega ammaliatrice che fa morire i marinai. Vi sono anche delle analogie ance con la sirena
dell'Odissea Calipso.

I tessitori slesiani (Heinrich Heine):

"I tessitori slesiani" sono un'altro importante componimento di Heinrich Heine, che rispecchia la
situazione in Germania nell'Ottocento, in particolare nella Slesia. Nei primi decenni dell'800 si diffuse
in Germania la rivoluzione industriale che creò un forte sviluppo economico ed ebbe degli sviluppi
importanti a livello sociale e politico. Ma con la nascita di numerose fabbriche e con la
meccanizzazione del lavoro nacquero anche dei gravi problemi sociali, molti artigiani non riuscirono
più a reggere la concorrenza delle macchine e rimasero disoccupati. La situazione era particolarmente
grave in Slesia dove gran parte dei tessitori erano ridotti alla fame. Alle loro ribellioni, delle volte
anche violente, le autorità prussiane non seppero rispondere, se non con la polizia o anche con
l'esercito. Questa poesia nacque in seguito alla rivolta dei tessitori della Slesia nel 1844. Heine voleva
far conoscere la tragica condizione di sfruttamento dei tessitori. In quel periodo Heine era in stretto
contatto con Karl Marx e Friedrich Engels. Le loro idee influenzarono la sua lirica, caratterizzata
dall'impegno sociale. Questa poesia fu subito stampata come volantino e pubblicata in giornali
stranieri. In Germania era vietata dalla polizia. Per quanto riguarda la struttura, essa è AABB, e ha una
carica rivoluzionaria e per questo motivo venne messa sulle prime pagine, rischiando la censura. Ci
sono delle parole che vengono ripetute di continuo, come il verbo "tessere" (weben) e "Fluch".
Abbiamo una situazione di monotonia da parte dei lavoratori tessili della Slesia e abbiamo uno stallo.
Viene maledetto il buon Dio, perché i tessitori lo pregavano, ma li ha presi in giro. Nell'altra strofa
viene maledetto il Re dei Nobili e non del Popolo. L'altra maledizione è della falsa patria, falsa perché
la patria non si interessa dei lavoratori e che si preoccupa solo ad ingrassare i vermi, Dio a deluso gli
uomini. La Germania è un paese corrotto e dove l'inguistizia sociale regna sovrana. In questa poesia vi
sono dei desideri e c'è una sorta di ottimismo nei confronti del futuro. Heine usa la parola
"Altdeutschland" e i desideri dei tessitori sono evidenti e preparano anche un lenzuolo funebre. La
frase "Wir weben" (Noi tessiamo) viene ripetuta 15 volte e i tessitori hanno la consapevolezza di
essere un gruppo e l'unione fa la forza. Sono coscienti e hanno aperto gli occhi. Anche i naturalisti
riprenderanno il tema della condizione dei lavoratori tedeschi. La protesta dei tessitori è scoppiata nel
1844.
Karl Gutzkow:
Karl Ferdinand Gutzkow è stato, assieme a Heine e Mundt, uno tra i più grandi autori della
Biedermeier Zeit. Nasce a Berlino nel 1811 e fece parte del movimento della Giovane Germania. Fu
autore di spregiudicati romanzi (Willy e la scettica, 1835), determinanti nel passaggio dal
romanticismo al realismo, e di opere teatrali (Uriel Acosta, 1846), che riscossero un notevole successo
presso i suoi contemporanei. Alcune sue opere, come Willy e la scettica, incapparono nelle maglie
della censura, e suscitarono molto clamore. Il suo lavoro più riuscito risultò Uriel Acosta, incentrato
sulla contrapposizione fra un teologo ebreo, raffigurante la libertà di pensiero, e i rigidi tradizionalisti e
conservatori religiosi della sua città. Le tematiche principali dei suoi scritti furono la rivendicazione dei
diritti civili, della libertà di pensiero, la polemica contro i pregiudizi e contro le religioni, le speranze in
un rinnovamento sociale e politico. Svolse una significativa carriera come giornalista, durante la quale
si distinse come inviato speciale a Parigi nel 1842. Nel 1848 partecipò ai tumulti di Berlino, arringando
il popolo, ed evidenziando un intenso impegno politico, che si attenuò solo dopo la morte della
moglie. Muore a Sachsenhausen nel 1878, 7 anni dopo la Vereinigung tedesca.

Theodor Mundt:

Theodor Mundt, come Heine e Gutzkow, è stato uno tra i principali autori della corrente letteraria
della Giovane Germania. Nasce a Potdam, vicino Berlino, nel 1808 e dopo aver frequentato le scuole a
Potsdam, Mundt si trasferì, dove studiò filologia e filosofia. Nel 1832 si stabilì a Lipsia come
giornalista, dove co-pubblicò Blätter für litterarische Unterhaltung e dove fu sottoposto ad una
rigorosa supervisione della polizia. Nel 1839 sposò Klara Müller (1814-1873). La sua intenzione di
intraprendere la carriera accademica venne frustrata dalle leggi prussiane: riuscì solo nel 1842 a
diventare Privatdozent. Nel 1848 fu nominato professore di letteratura e storia a Breslavia e nel 1850
nominato professore e bibliotecario a Berlino, dove in seguito morì. Mundt scrisse ampiamente su
temi estetici e di critica. Tra le sue opere importanti vi sono: Die Kunst der deutschen Prosa (1837);
Geschichte der Literatur der Gegenwart (1840); Aesthetik, die Idee der Schönheit und des Kunstwerks
im Lichte unserer Zeit (1845, nuova ed. 1868); Die Götterwelt der alten Völker (1846, nuova ed. 1854).
Ha anche scritto diversi romanzi storici come Thomas Münzer (1841); Mendoza (1847); e Die Matadore
(1850). Con Karl August Varnhagen von Ense, ha curato le lettere di Karl Ludwig von Knebel. Ma forse
la sua fama era dedita al femminismo dal quale pubblicò la relativa opera Madonna, Unterhaltungen
mit einer Heiligen (1835). Muore a Berlino nel 1861, contemporaneamente all'Unità d'Italia e dieci
anni prima della Vereinigung tedesca.

Gutzkow e Mundt antisemiti:

Sia Gutzkow che Mundt vengono accusati di antisemitismo ed immoralismo perché entrambi volevano
far valere i diritti del corpo, irritando la difesa del buon costume della religione. La richiesta di
un'emancipazione sessuale contro un moralismo ipocrita e a favore di una conciliazione fra spirito e
materia era ancora un sogno lontano dalla realtà. Gutzkow e Mundt attaccavano inoltre il
cristianesimo, visto come un ostacolo per l'emancipazione politica dell'uomo, l'emancipazione delle
donne e l'amore libero. L'elemento che riscuote un consenso generale tra gli autori della Giovane
Germania è il concetto propugnato da Saint-Simon riguardante lo sviluppo della società umana come
una continua e lineare e quasi meccanica perfezione storica. Essi insistono sull'evoluzione, escludendo
che Saint-Simon sottolineasse spesso la necessità di un atto rivoluzionario in campo materiale e
spirituale, ponendo l'accento sulla coscienza e sulla formazione culturale. In particolare, la storia si
presenta come sviluppo delle forme e dello spirito e si riallaccia all'ottimismo di tipo razionalistico-
illuministico. La produzione letteraria maggiore è del genere della prosa e delle memorie.

Heinrich Laube:

Heinrich Laube è stato uno scrittore, commediografo e direttore teatrale tedesco. Nasce a Sprottau
(l'odierna Szprotawa), oggi in Polonia nel 1806 e fece parte della Giovane Germania. Fu incarcerato nel
1834 e condannato a sette anni, a causa delle sue idee liberali. Nel suo romanzo più significativo,
intitolato Das junge Europa (La giovane Europa, 1837), le tendenze anarchiche si edulcorarono e si
incanalarono in un'operosità borghese. Fu direttore teatrale a Vienna (1849 - 1867 e 1871 - 1879) e a
Lipsia (1869 - 1870). Ricoprendo questa carica, si impegnò a diffondere i nuovi autori europei
dell'epoca, fra i quali Henrik Ibsen e Victorien Sardou. Le sue esperienze teatrali costituirono il tema
prevalente del libro Das Burgtheatre (1868). Da ricordare i suoi drammi storici, tra i quali, Die
Karlsschüler (Gli alunni della Karlsschule, 1846), Prinz Friedrich (Il principe Federico, 1848), Graf Essex
(Il conte di Essex, 1856). Morì a Vienna nel 1884.

Christian Dietrich Grabbe:

Christian Dietrich Grabbe è stato un drammaturgo e commediografo tedesco. Nato a Detmold, nel
principato della Lippe, nel 1801, scrisse diverse opere storiche ed è conosciuto anche per il suo uso
della satira, dell'ironia. Attraversò un infelice matrimonio. Heinrich Heine, suo grande amico, lo
considerava uno dei più importanti drammaturghi tedeschi, definendolo "uno Shakespeare ubriaco".
Insieme a Georg Büchner, Grabbe fu uno dei principali drammaturghi tedeschi del suo tempo. Venne
influenzato da Shakespeare e dai drammaturghi dello Sturm und Drang. In effetti l'autore evidenziò
vasti contrasti e contraddizioni, e non a caso la critica letteraria oltre ad indicarlo come un esponente
tardo romantico, non esitò a definirlo un precursore sia dei poeti maledetti sia degli espressionisti. In
effetti Grabbe si dimostrò parzialmente contrario alla lirica 'Sturm' a causa del suo prominente
intellettualismo distaccato, da uomo cinico che ricercava l'affetto tramite afflizioni esagerate: la sua
costernazione non derivava tanto da una visione nichilista della vita, quanto da ideali prometeici e le
sue peripezie maturate durante la vita quotidiana rafforzarono il contrasto fra le sue aspirazioni e la
realtà borghese. Le sue opere erano molto ambiziose, con scene di massa e rapidi cambi di scena che
sfidavano le capacità tecniche dei teatri di quell'epoca. Rese meno severe le forme rigide del dramma
classico in una serie di scene che fecero precursore del dramma realista, al punto che i critici teatrali
definirono il suo capolavoro Napoleone come un lavoro di 'fasi del movimento'. Oltre alla rottura delle
regole tradizionali, il Napoleone si distinse per essere una originale tragicommedia universale, dove si
condensarono e si miscelarono ironia e pathos, caricature e sublimità, comicità e catastrofe, satira e
dolore, spunti naturalistici e stilizzazione grottesca.[1] Il suo capolavoro fu precorsore del teatro
espressionistico e anche di quello brechtiano. Le sue opere mostrano una visione del mondo
spoetizzata e pessimistica. Dopo la sua morte, fu dapprima dimenticato, ma il suo lavoro fu riscoperto
da drammaturghi naturalisti ed espressionisti. Venne omaggiato dai nazisti come un grande autore
nazionale, discorso parzialmente basato in poche dichiarazioni antisemitiche, (in particolare in
Aschenbrödel) e in parte basato sulla sua rappresentazione nazionalistica della storia tedesca, (Die
Hermannsschlacht). Negli anni '30, numerose strade furono ribattezzate in suo onore. Morì nella sua
Detmold all'età di soli 35 anni, nel 1836.

Vita privata e opere di Grabbe:

La vita di Grabbe fu costellata da innumerevoli stati di dissolutezza e di fallimenti, evidenziati già


durante i suoi studi universitari nella facoltà di giurisprudenza svolti a Lipsia e a Berlino. Figlio del
direttore del carcere di Detmold, assistì alla dolorosa esistenza dei reclusi e questa esperienza lo segnò
profondamente. Dopo aver scritto le sue prime tragedie si propose di fare l'attore, ma questo si rivelò
il primo dei suoi numerosi tentativi andati a vuoto. Nel pieno rispetto delle sue laceranti
contraddizioni, pur coltivando una forte passione per il teatro, decise di rientrare nel 1824 nella sua
città natale per cercare un lavoro come avvocato, ma ovviamente sia il mestiere sia l'ambiente
professionale lo delusero al punto da essere travolto dall'alcoolismo. Poco dopo anche la sua vita
matrimoniale gli riservò amarezze e dolori. Nel 1834 ottenne, grazie all'interessamento di Immerman,
il ruolo di drammaturgo del teatro di Düsseldorf, ma il suo compito era limitato a riadattare opere
altrui, occuparsi di recensioni e di fare il consigliere: questa limitatezza operativa lo mise in forte
disaccordo con l'intendente del teatro. Anche l'ultima parte della sua esistenza fu caratterizzata da
dissolutezza e alcoolismo. Le sue opere più importanti sono: Scherz, Satire, Ironie und tiefere
Bedeutung (1827), Herzog Theodor von Gotland (1827), Don Juan und Faust (1829), Die
Hohenstauffen (1829/30), Napoleon oder Die Hundert Tage (1831), Hannibal (1835), Die
Hermannsschlacht (1838).
Strauss, Feuerbach e Marx:

Strauss dimostra attraverso "La vita di Gesù" come i Vangeli appartengono al genere del mito, ma che
entro essi si potesse ricostruire la storia. Con "L'essenza del Cristianesimo", Feuerbach afferma che la
religione sia la proiezione degli ideali più nobili dell'uomo, che crea Dio spinto dalle sue necessità
materiali e spirituali per poter alleviare le proprie sofferenze. Ogni uomo è destinato alla felicità sulla
terra e perciò la politica deve diventare la nostra religione. Marx, prima discepolo di Hegel, si stacca da
lui per rapportare teoria e prassi, ampliando il compito della filosofia alla trasformazione della realtà.
Dopo aver fatto amicizia con Engels, Marx viene espulso dalla Francia e si trasferirà in Belgio, e nel
1848 scriverà "Il Manifesto del Partito Comunista", che simboleggerà il desiderio di rivoluzione. Lo stile
di Marx è pubblicistico e fortemente satirico. Negli anni 60' dell'Ottocento lavorerà sulla sua opera più
famosa, "Il Capitale", che analizza le leggi economiche.

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