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Mary è principalmente ricordata per le sue lettere, in particolar modo quelle scritte
dalla Turchia, che sono state descritte da Billie Melman (Storica israeliana,
professoressa di storia all'Università di Tel Aviv, specializzata in storia britannica
del XIX e XX secolo , storia coloniale, storia delle città e genere) come:
“Il primo vero esempio di lavoro laico svolto da una donna sull'Oriente Musulmano”.
In contemporanea a queste scoperte però il suo matrimonio entrò in crisi: nel 1739,
affascinata da Francesco Algarotti, un giovane intellettuale italiano, lascia tutto e
decide di raggiungerlo in Italia.
Parte il 2 luglio 1739, adducendo come pretesto una vacanza di salute: in realtà si
trattava di una fuga d’amore, risoltasi in una sorta di esilio volontario durato
ventitré anni.
Non avrebbe più rivisto il marito e sarebbe rientrata in Inghilterra solo per morirvi
nel 1762.
Anche Algarotti però finisce per deluderla e Lady Mary cade nelle mani di un conte
bresciano, tale Ugolino Palazzi, che ebbe come unico merito quello di instradarla
verso Lovere.
Lady Mary arriva nell’alto Sebino nel 1749 per curarsi da fortissime febbri
malariche. Decide di sottoporsi alle cure termali e agli intrugli del dottor Baglioni, un
medico condotto di Adro che tutti reputavano capace di guarigioni «miracolose». La
sua iniziale diffidenza si rivela infondata perché il preparato a base di china e acque
termali che il dottor Baglioni le prescrive si rivela portentoso. Unito a uno stile di vita
del tutto normale le permette di guarire e di assaporare appieno la sua nuova
stagione.
Lady Mary inizia quindi a partecipare attivamente alla vita culturale di Lovere: le
prime parole della sua prima lettera scritta alla figlia Bute il 24 luglio 1749 sono
memorabili:
1. «Il luogo in cui mi trovo è il più romantico che abbia mai visto in vita mia»;
2. «la maggior parte delle case sorgono a minima distanza le une dalle altre,
tutte arroccate sui fianchi delle colline»;
3. «il lago, lungo venticinque miglia e largo tre, è tutto quanto circondato da
queste invalicabili montagne, i cui pendii, alla base, sono costellati di villaggi
così fitti che non credo vi sia neppure un miglio di distanza tra uno e l’altro,
aspetto che aggiunge ancora più fascino al profilo della costa».
A Lovere:
«abbiamo il teatro dell’opera dove si tengono tre spettacoli la settimana. Vi sono
andata ieri sera e mi sarei meravigliata per l’eleganza delle scene, la bellezza
delle voci e la bravura degli attori se non mi fossi rammentata di essere in Italia.
Diversi signori sono scesi nella buca dell’orchestra e si sono uniti al concerto, una
libertà che suppongo sia concessa soltanto qui».
Pur ammaliata dalle bellezze del Sebino, Lady Mary non si dimentica di evidenziare
anche gli italici difetti.
Il 3 settembre 1750 scrive a suo marito:
«Sono piuttosto convinta che il ritardo di tutte le mie lettere e la perdita di molte
altre siano determinati dalle poste italiane. Non ne ricevo ma una che non sia stata
aperta e poi sigillata di nuovo. Alcune mi arrivano addirittura aperte».
Ritornerà a Lovere poi per altri due periodi, e grazie a lei la cittadina dell’alto Sebino
è diventata protagonista di uno fra i più apprezzati epistolari femminili del ’700 e
può annoverare tra i suoi cittadini una figura che è ampiamente riconosciuta come
un personaggio per molti versi controcorrente e innovatore, dalla personalità
eccentrica e pungente, tanto discussa quanto infelice.
Solo la scrittura non la tradì mai:
«Ricorda la mia immutabile massima – scrive nell’ennesima lettera alla figlia –
quando si ama, si ha sempre qualcosa da dire. Pertanto la mia penna non si stanca
mai».
A quest'ultima fase della sua vita risale anche il famoso “Ritratto” di proprietà della
parrocchia di Santa Maria Assunta a Lovere (già in Palazzo Bazzini) che la ritrae in
età avanzata. Venne sfigurata da una dolorosa malattia della pelle, il vaiolo: le sue
sofferenze furono così acute che rischiò la sanità mentale.
https://youtu.be/ZcoIEMBXq9g
Quindi: pur essendo una letterata e una poetessa, il suo nome è fondamentale per la
scienza e il progresso medico: è stata lei a porre le basi di quella che sarà una delle
invenzioni più importanti della storia della medicina. Senza dimenticare il grande
numero di persone che, grazie a lei, si salvarono da una malattia che all’epoca era un
vero e proprio flagello.