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Appunti di Omeopatia a cura del Dott.

Gino Santini

Istituto di Medicina Naturale


Scuola Italiana di Naturopatia

Appunti di Omeopatia
Con elementi di metodologia omeopatica costituzionale
Cenni storici I caposaldi dellomeopatia Storia dello Studio delle Costituzioni umane Le forze energetiche fisiopatologiche Le costituzioni secondo il principio embriologico Il farmaco omeopatico

Capitoli scelti dal volume Omeopatia Costituzionale di Antonio Santini

A cura del Dott. Gino Santini

Istituto di Medicina Naturale

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Cenni storici

Cenni storici

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Gli uomini di genio sono meteore destinate a bruciare per illuminare il loro secolo Napoleone

ristian Samuel Hahnemann nacque il 10 aprile 1755 a Messen, in Sassonia, da un pittore di porcellane di nome Cristiano Goffredo e da Giovanna Spiess. Dice uno storico della vita di Hahnemann: "La fortuna non entr mai con borse d'oro e d'argento nella casa degli Hahnemann; vi entr per con la Natura, generando il futuro maestro dell'omeopatia". Ancora fanciullo, in casa ed a scuola Hahnemann si mostr serio, meditativo e volenteroso. In Hahnemann fin da ragazzo si notava la disposizione alla ricerca di intraprendere ed operare su cose che altri abitualmente non pensavano ne' avevano il coraggio di effettuare. Questa tendenza si manifester nella sua completezza, nella sua irruenza e nella sua forza, quando intraprender gli studi di medicina e si accinger ad attuare un disegno che sembrava prestabilito fin dall'inizio. Studiosissimo, avido di letture ed intelligentissimo, all'et di quattordici anni insegnava ai suoi condiscepoli (a volte anche dalla cattedra) la lingua greca. L'attitudine per le lingue di Hahnemann fu straordinaria, un vero dono divino: a venticinque anni conosceva greco, latino, italiano, spagnolo, francese, inglese, arabo ed ebraico. La storia ci tramanda che Hahnemann inizi gli studi di medicina con venti talleri in tasca, ma con la mente piena di ben precise cognizioni, volont e validi propositi. Da Lipsia pass a Vienna, dove puntavano a quel tempo tutti gli sguardi medici d'Europa ed ebbe nel Quarin, medico dell'imperatrice Teresa d'Austria, il maestro pi grande. Si laure il 10 agosto del 1779. La vita di Hahnemann, negli anni che seguirono la sua laurea, non fu che un continuo peregrinare fra le varie universit ed ospedali della Germania, desideroso di apprendere sempre pi; per questo motivo arriv a conoscere uomini eminenti e clinici famosi che lo sostennero e lo aiutarono nel completamento degli studi. In breve tempo divenne famoso, un medico di gran nome, con lauti guadagni ed una sana famiglia allietata da ben undici figlioli. Nonostante questo benessere, era tormentato da un'amarezza profonda e da un senso di insoddisfazione. Gi da tempo si era convinto che in medicina tutto era anarchia e confusione: opinioni infinite e discordanti, infinite

Cenni storic teorie, fantasticherie che solo di nome si potevano definire scientifiche; l'azione dei medicinali era mal conosciuta; negli ospedali e nelle famiglie in cui ci fossero malati, invece di entrare la speranza della guarigione e della salute, entravano spesso malattie su malattie e la morte. I medici del tempo di Hahnemann, quasi come oggi, vedevano nell'uomo solo una macchina senza anima, sostenuta da forze e da leggi fisiche e chimiche. Al letto del malato i medici perseguivano l'illusione di guarire in fretta e somministravano ai malati medicine su medicine, ignorando che per ottenere questo scopo (o pi semplicemente per soddisfare malati capricciosi ma danarosi), ostacolavano la natura invece di aiutarla a vincere la malattia. Questo era l'orientamento della medicina di allora, tutta volta al materialismo, all'empirismo eclettico ed illogico, senza considerare i sentimenti, i valori morali e le energie vitali. Questo era il quadro medico dei tempi di Hahnemann, ai primi dell'Ottocento, in verit (per molti versi) non molto diverso da quello di oggi. Si racconta che un giorno Hahnemann, in una penosa crisi di coscienza, licenzi i numerosi clienti che attendevano di essere visitati nella sala d'aspetto del suo studio di Lipsia dicendo: "Andatevene, amici miei. Mi impossibile darvi il benessere che mi chiedete. Andatevene. Io non voglio rubare il vostro denaro!". Potremmo considerare questo avvenimento, che segna la rottura fra Hahnemann e la medicina ufficiale del tempo, la data di nascita dell'omeopatia: siamo nel 1789. Per poter mantenere la famiglia si mise a tradurre libri. Nonostante il suo nuovo lavoro, nella mente di Hahnemann ronzava in continuazione l'aforisma di Ippocrate del similia similibus curantur; ma che cosa ci voleva dire? Come questo si poteva realizzare? In quel tempo (siamo nel 1790) egli stava traducendo la Materia Medica del Cullen e spesso, di fronte ai medicinali commentati dall'autore, forte della sua larga esperienza, mormorava fra se' e se': "Con questi rimedi non si guarisce! La malattia non pu guarire con questi rimedi!". Il capitolo consacrato alla china, poi, lo esasperava pi di tutti. Le ipotesi escogitate dai farmacologi per spiegare l'azione del farmaco, allora tanto in voga (l'uso della china si era largamente diffuso dopo la guarigione della contessa di Cinchon, moglie del Vicer del Per, nel XVIII secolo) nella cura delle febbri intermittenti erano contraddittorie poich era stato notato un comportamento strano del chinino; l'uso eccessivo non solo non riusciva a curare la malaria, ma addirittura ne peggiorava la sintomatologia. Inoltre era stato osservato che il chinino, somministrato a scopo profilattico, creava febbri intermittenti, le quali si rilevavano pi frequentemente fra gli stessi lavoratori addetti all'estrazione del chinino stesso. Fu con tali premesse che Hahnemann, un bel giorno, ricevette improvvisamente la scossa della rivelazione e gli balen in mente un concetto importantissimo e rivoluzionario: per potere esattamente valutare e giudicare il valore della china, la si doveva sperimentare somministrandola all'uomo sano, allo scopo di controllarne gli effetti. Coraggiosamente egli cominci ad autosomministrarsi forti dosi di chinino accorgendosi che tale sostanza, la cui propriet riconosciuta era quella di eliminare la febbre, aveva il potere di procurargliela. La corteccia di china, dunque, oltre a guarire la febbre intermittente, possedeva anche la facolt di produrla? Il fatto era assolutamente nuovo negli annali della farmacologia. Ecco dunque che, sotto l'effetto del chinino, l'uomo sano diviene febbricitante, con la presenza di una sintomatologia analoga a quella della febbre intermittente. Hahnemann ripet l'esperimento pi volte ed ebbe sempre la stessa risposta: il suo stato febbrile si presentava sempre non appena prendeva il chinino e cessava con l'interruzione della somministrazione del medicinale. Alcuni suoi amici, pregati da Hahnemann, fecero a loro volta la stessa prova e ne confermarono l'esperimento. Ecco realizzarsi la legge della similitudine di Ip-

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pocrate: "I simili si guariscono con i simili: ci che elimina la stranguria la produce quando essa non esiste". Cos Hahnemann scrisse: "Per guarire una malattia, bisogna propinare all'individuo che ne affetto un rimedio che gli provocherebbe, se fosse sano, la malattia che lo affligge." L'omeopatia era cos nata. L'Italia fu la Nazione, naturalmente dopo la Germania, presso la quale l'omeopatia si svilupp per prima e pi rapidamente che non nel resto dell'Europa. Fu precisamente nel 1825, quando l'esercito austriaco entr a Napoli, che si cominci a parlare di omeopatia. Il Necker, ufficiale medico addetto allo Stato Maggiore Tedesco, ebbe occasione di curare un collega napoletano, il Romani il quale, una volta guarito, divenne un fervente studioso e propagandista dell'omeopatia, trascinando con se' molti altri colleghi. Nel 1827 l'omeopatia fece la sua apparizione a Roma, da dove si propag a Milano e dove ebbe un rigoglioso sviluppo, anche in seguito ad un successo clamoroso: il feldmaresciallo Radetzky, affetto da un tumore fungoso dell'occhio, dopo aver tentato tutte le cure del caso e quando ormai non v'era altro che l'intervento operatorio (che si presentava tutt'altro che privo di incognite), volle sottomettersi alle cure del Martury, allievo di Hahnemann, che in breve tempo lo guar. Il vecchio soldato non fu avaro di elogi e di riconoscenza. Il numero degli omeopatici italiani and sempre pi aumentando. Verso il 1830 l'Italia fu effettivamente il centro dal quale l'omeopatia si irradi in vari paesi europei come l'Inghilterra, la Spagna e la Francia. Il Romani trasferitosi da Napoli a Londra, chiamato dal principe Doria Pamphili che aveva fissato in quei luoghi la sua residenza, divulg l'omeopatia in Inghilterra. Il Necker, che era stato il maestro del Romani, ebbe modo di curare a Roma un ricco commerciante spagnolo, un certo M. Iriate, il quale una volta guarito (grazie anche alle cure di Hahnemann stesso, al quale era stato inviato) non ebbe pi che un pensiero: quello di diffondere la dottrina omeopatica nella sua patria. In Francia, prima ancora che Hahnemann vi andasse a vivere, l'omeopatia penetr ad opera di un ispettore universitario, il conte Guidi, di origine fiorentina, il quale, avendo avuto la ventura di conoscere in Italia il Necker ed il Romani, una volta tornato in Francia si consacr alla divulgazione di questa dottrina e non indietreggi ne' davanti al sacrificio della sua posizione accademica, ne' di fronte alla necessit di nuovi studi medici. Egli dette cos un grande esempio che pi tardi doveva seguire un altro francese, il conte Henry De Boneval, che si assoggett a prendere il titolo di "dottore" per avere il diritto di diffondere e praticare l'omeopatia in Francia. Tutto questo ci dimostra ampiamente lo sviluppo raggiunto in Italia dall'ideologia omeopatica, da dove poi ebbe origine la sua irradiazione verso il resto dell'Europa, anche se lo sviluppo non and di pari passo a quello degli altri paesi. In medicina, come in altri settori, l'Italia sempre custode di beni che poi non sa utilizzare! Esaminiamo ora dettagliatamente la situazione nei vari stati in cui era allora divisa l'Italia, in base ai documenti ufficiali (secondo notizie desunte dal Mengozzi, medico omeopatico e professore onorario dell'Universit "La Sapienza" di Roma): questo anche perch utile sapere che una dottrina, che oggigiorno subisce critiche non sempre favorevoli, ha ricevuto in passato ampi plausi e riconoscimenti. Ci costituisce un incoraggiamento ed una giusta presa di coscienza per chi si accinge a studiare, per poi esercitarla. Regno delle Due Sicilie - Nel 1824 un decreto del Re Ferdinando I ordina che vengano fatte esperienze sull'Omeopatia negli ospedali militari e stabilisce le modalit di esecuzione di queste esperienze. Nel 1837 un decreto governativo ordina agli intendenti delle province di diramare l'istruzione omeopatica sul colera perch utilissima in quella calamit. Nel 1842 un

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Cenni storic decreto del Re accorda alla Societ Omeopatica di Palermo gli stessi diritti spettanti alle Societ Scientifiche. Con un decreto del 1844 vengono approvati gli statuti della Accademia Omeopatica di Palermo ordinandone la stampa e (con decreto dello stesso anno) vengono approvati gli statuti della Scuola Omeopatica di Palermo. Con un reale Rescritto del 1855 Sua Maest il Re, essendogli stata presentata una domanda dal Rubini, medico omeopatico, permetteva al medesimo la stampa della sua statistica sui casi di colera perch "l'umanit sofferente fosse consapevole del grande vantaggio che si pu ricavare dall'omeopatia in tale calamit". Stati sardi - Nel 1838 Sua Maest Carlo Alberto ordin che si rispettasse la libert scientifica dei medici omeopatici e difese la nuova dottrina contro le persecuzioni dei medici, lasciando scritte le seguenti parole: "Se assurda sar l'omeopatia, cadr da se stessa, come fecero tanti altri sistemi, ma se cosa di buono in se' contiene, mi guardi il cielo che io ne voglia privare i miei cari sudditi". Nel 1839 Carlo Alberto ordinava l'istituzione di una farmacia esclusivamente omeopatica in Torino, autorizzando i medici omeopatici a preparare ed a distribuire i medicamenti ai loro infermi; nello stesso anno un altro decreto reale autorizzava i farmacisti a preparare ed a vendere i prodotti omeopatici. Nel 1854 una circolare del ministero dell'interno ordinava "di doversi le spezie omeopatiche sottoporre alle medesime disposizioni delle farmacie allopatiche". Nel periodo che va dal 1839 al 1843 e fino al 1846, una serie di decreti speciali approvavano la tariffa dei medicinali omeopatici redatta dal collegio medico di Torino ed obbligava i farmacisti a tenere tali prodotti. Nell'anno 1857 Vittorio Emanuele II concorreva alla sottoscrizione, aperta sotto gli auspici dell'Augusta Imperatrice di Russia, a favore dell'istituto omeopatico nella citt di Nizza, allora sotto la giurisdizione del Regno di Piemonte. Stato Pontificio - Nel 1841 il papa Gregorio XVI autorizza i medici omeopatici ad esercitare l'omeopatia negli stati romani. Nel 1842 il Papa, dopo essersi fatto informare del modo di preparazione dei medicamenti omeopatici, accordava ai medici omeopatici la facolt di poterli essi stessi distribuire ai loro infermi. Nel 1856, viene approvato un decreto ministeriale che ordina la fondazione delle farmacie esclusivamente omeopatiche in Roma e nelle province. Infine, nel 1855 papa Pio IX decora con l'ordine di S. Silvestro il conte dei Guidi, introduttore dell'omeopatia in Francia. Regno Lombardo-Veneto - Nel 1847 viene proclamata a Milano la Reale Ordinanza sulle regole da osservare nell'esercizio del metodo omeopatico. Ducato di Parma - Nel 1853 viene proclamato un decreto che ordina l'apertura di ospedali omeopatici per il ricovero dei colerosi. Inoltre appartengono a quell'epoca ordinanze varie per il libero esercizio dell'omeopatia nel ducato. Granducato di Toscana - Nel 1854 viene emanato un decreto ministeriale che ordina l'apertura di farmacie omeopatiche a Firenze. Nell'anno 1855 si registra una favorevole accoglienza sovrana per l'apertura di una clinica omeopatica a vantaggio dei colerosi poveri. Infine, nel 1856 si ha notizia di uno speciale consenso per la fondazione dell'istituto di beneficenza del dispensario omeopatico toscano di Firenze sotto la presidenza di vari nobili toscani e sotto la direzione del Mengozzi.

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I caposaldi dell'omeopatia

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Quando si studia un'arte il cui scopo salvare la vita, rifiutarsi di apprenderla un delitto. C.S. Hahnemann

a dottrina omeopatica poggia su quattro caposaldi fondamenta li: lo studio dell'uomo visto nella sua costituzione intesa come unit psicofisica dinamico-umorale e diatesica; lo studio della malattia inserita ed interpretata nel contesto della legge della similitudine; l'impiego del farmaco individualizzato, nel senso che ogni malato effettua la propria malattia ed ha bisogno del proprio farmaco; l'impiego del farmaco in dosi infinitesimali dinamizzate, cio un farmaco che utilizza il potenziale energetico del bioelemento che lo compone e che non ha pi materia. Il primo caposaldo consiste nello "studio dell'uomo visto nella sua costituzione intesa come unit psicofisica, dinamico-umorale e diatesica". Poich questo studio implica un esame dettagliato ed ampio dell'evoluzione storica della dottrina delle costituzioni umane, dalle interpretazioni antropometriche del passato a quelle dinamiche moderne, per poterlo mettere in diretta correlazione con l'omeopatia preferiamo esporlo dopo avere commentato gli altri caposaldi, dedicandogli il capitolo successivo. Lo stesso dicasi per il quarto caposaldo, spiegato e commentato nel capitolo sette di questo volume. Il secondo caposaldo afferma che un elemento fondamentale della dottrina omeopatica lo studio della malattia vista nel contesto della legge della similitudine. Questa legge, enunciata da Ippocrate, influenz tutto il mondo scientifico dell'antichit fino a Galeno ed sintetizzabile nella seguente maniera: ogni bioelemento, somministrato a dosi ripetute e crescenti nell'uomo sano, crea uno stato di sofferenza e di reazioni che pos-

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sono essere rimosse solo con l'uso dello stesso bioelemento adoperato in dosi sempre pi piccole, fino alle dosi infinitesimali. Un farmaco cura, cio, ci che capace di procurare. A riprova di ci, abbiamo visto che Hahnemann, prima di accettare questa legge e porla come base del pensiero medico omeopatico, la speriment su se' stesso adoperando il chinino. Un altro episodio che attesta la veridicit della legge della similitudine e che cadde sotto l'osservazione di Hahnemann fu quando uno studente della facolt di teologia ricorse alle sue cure perch affetto da una secrezione uretrale che non riusciva a guarire in nessuna maniera. Esclusa ogni possibilit di infezione di carattere venereo, Hahnemann venne a sapere che lo studente aveva l'abitudine, studiando e passeggiando in giardino, di masticare le foglie di una pianta ornamentale di cedro bianco nota con il nome di Thuya occidentalis. Resosi conto di ci, Hahnemann si procur una soluzione molto diluita di queste foglie (in pratica diminu la dose della Thuya occidentalis che lo studente ingeriva con la continua masticazione delle foglie) e gliela fece bere: la secrezione spar. Ecco quindi che la Thuya, assorbita dallo studente in un dosaggio piuttosto elevato per la continuit della masticazione, una volta diluita (e quindi ridotta nel suo dosaggio) aveva fatto cessare la secrezione uretrale che aveva causato. La validit della legge della similitudine stata evidenziata anche da molti studiosi in epoca pi vicina a noi. In Germania lo Schultz, docente di farmacologia, dimostr con esperienze rimaste classiche che le sostanze tossiche sono suscettibili di provocare reazioni inverse, dalla dose forte alla bassa, e concluse: "Ogni eccitazione provoca su una cellula un aumento o una diminuzione della sua funzione fisiologica, in rapporto con l'intensit dell'eccitazione". Arnodt, fisiologo tedesco, constat che "mentre piccole eccitazioni provocano l'attivit vitale, le eccitazioni medie la aumentano e quelle fortissime la aboliscono". Il fisiologo Brown-Sequard, in una conferenza all'Accademia delle Scienze, sosteneva che "le eccitazioni moderate di un elemento nervoso provocano un'esaltazione delle funzioni, mentre un'eccitazione forte le abolisce". Un altro fisiologo, Claude Bernard, in una lezione sugli anestetici, comunicava alcune sue osservazioni sostenendo che "ogni sostanza che a piccole dosi eccita le propriet e le funzioni di un elemento anatomico, le annienta a forti dosi". Comportamenti simili sono stati notati dalla farmacologia a carico di diversi farmaci ed anche a carico degli ormoni, per cui si pu concludere che la legge del similia similibus curantur di Ippocrate, sperimentata da Hahnemann e dai suoi discepoli su loro stessi (che forma la materia medica che noi studiamo) non altro che la legge bifasica riconosciuta dalla moderna biochimica: ogni bioelemento ha la possibilit di esplicare due azioni opposte in rapporto alla sua concentrazione. Quindi, l'aforisma di Ippocrate: "Dal simile ha origine la malattia e per mezzo del simile si guarisce" pu essere considerata una realt scientificamente dimostrata. In ogni caso, il mondo medico antico era ossequiente alla legge della similitudine pi per la veridicit dei fatti che per una dimostrazione o per un ragionamento scientifico che allora non poteva esistere. Nella vita dei santi Giovanni e Ciro si parla del miracolo avvenuto in Alessandria d'Egitto a favore di Teodoro, il quale era stato avvelenato con veleno di vipera ed aveva sofferenze intestinali con grande prostrazione. I due santi vennero in visione a Teodoro e gli ordinarono di mangiare una scolopendra: cos fece e guar. Anche Omero descrive una guarigione avvenuta secondo i principi della legge della similitudine: quando i Greci invasero il suo territorio, re Teleforo fu ferito alla coscia sinistra dalla lancia di Achille, ferita che non riusciva a cicatrizzare. L'oracolo di Apollo sentenzi: "Chi inferse la ferita la pu guarire". Fu messa sulla ferita un poco

I caposaldi dell'omeopatia

I caposaldi dell'omeopatia di limatura della lancia di Achille e la ferit guar. Nel poema sanscrito Sringara Tilak si legge: "E' stato detto fin dai tempi pi antichi del mondo che il veleno distrugge il veleno". In alcune campagne italiane si cura la verminosi dei bambini mettendo nella minestra gli stessi ossiuri. E la vaccinoterapia e la sieroterapia cosa sono se non l'applicazione pratica della legge della similitudine? Il terzo caposaldo afferma che, cos come esiste la variabilit individuale e quella della malattia, vi deve essere anche la variabilit della terapia: quest'ultima intimamente collegata con la variabilit fisiologica dell'individuo che reagisce in loco (ossia nel punto in cui la sofferenza si verifica) e dalla variabilit fisiologica di tutte le altre parti dell'organismo che non sono state colpite dal processo morboso ma che, per il consenso universale di tutte le parti, entrano anche esse in sofferenza. Per questo motivo la tipicit dei quadri morbosi si altera e si deforma. Infatti la patologia speciale medica, che offre quadri nosologici della malattia, costretta ad elencare le varianti della malattia e creare sottotipi di malattia che si arricchiscono sempre pi di caratteristiche fino a conferire loro una specie di autonomia, come se fossero altrettante entit morbose a se' stanti. Dice il Viola: "Prendiamo come esempio le due forme di epatite cronica: il tipo Laennec ascitogeno ed il tipo Hannot itterogeno. Si sono scoperte numerose forme intermedie di cirrosi Laennec (ipertrofica con ascite, ipertrofica senza ascite, ipertrofica maligna con ascite, atrofica senza ascite) e numerose forme intermedie di cirrosi Hannot (la biliare ipersplenomegalica, la microsplenica, l'atrofica biliare)". E cos per tante altre malattie. Ci significa che la malattia subisce manifestazioni varie in relazione alle reattivit individuali. Per cui ogni malato svolge la sua malattia, per cui ad ogni malattia individuale deve corrispondere una terapia altrettanto individuale. L'omeopatia da questa certezza clinica enuncia il terzo caposaldo della sua dottrina: l'individualizzazione del farmaco. Di fronte ad un agente perturbatore che crea la malattia, l'organismo reagisce con una serie di disturbi e di sintomi classici della malattia, i quali si ritrovano grosso modo in tutti i soggetti che presentano tale malattia: ma accanto a queste reazioni ve ne sono altre particolari, caratteristiche ed individuali che non dipendono dall'azione dell'elemento perturbatore, ma rappresentano la capacit e la maniera di reagire del singolo individuo in relazione al proprio terreno costituzionale. Sono questi sintomi particolari che il medico omeopatico deve ricercare sia a livello organico, sia a livello funzionale, sia a livello psichico. C' sempre in ogni malattia (come dice il Viola), per il consenso delle parti, la compartecipazione di questi tre settori. Pertanto la malattia dipender, ovviamente, dall'elemento perturbatore, ma una volta instauratasi diventa biologicamente un fatto personale. Prendiamo come esempio l'ulcera duodenale. Da una parte possiamo avere un soggetto che, oltre ai sintomi classici dell'ulcera, presenta dolori pungenti, una distensione gastrica ed addominale enorme dopo mangiato, con eruttazioni brucianti che danno un sollievo momentaneo; le nausee sono permanenti; il paziente ha bisogno di vomitare ma non vi riesce, nonostante cerchi di farlo con sforzi enormi, ed ha continui rigurgiti; la lingua rossa, specialmente in punta. Come segni particolari abbiamo un grande desiderio di zuccheri e di dolciumi che per peggiorano le condizioni digestive, le quali sono la causa di una diarrea verdastra con gas brucianti e fetidi: Argentum nitricum il suo medicinale personale. Dall'altra parte pu presentarsi un soggetto presso il quale prevalgono i bruciori. Essi appaiono sia all'epigastrio che al faringe, oppure sono alternanti. Il dolore epigastrico si irradia al dorso e migliora se il paziente si piega all'indietro; il paziente presenta grandi eruttazioni ma per lo pi a stomaco vuoto o dopo avere bevuto acqua, anche se detesta bere perch tale atto peggiora la situazione

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digestiva, aumenta il bruciore, aumenta le eruttazioni e determina il vomito; il paziente desidera per il vino. Fra i segni particolari ricordiamo il gusto metallico in bocca ed i dolori gastrici che si alternano con nevralgie alla testa: Bismutum metallicum il suo medicinale personale. Ancora, possibile incontrare un soggetto con dolori accompagnati da un'intensa acidit e che si irradiano verso l'ipocondrio sinistro e verso le spalle; dopo ogni pasto il paziente preso da vomiti acidi con mucosit giallastra, vischiosa e filante; il paziente ha un forte desiderio di birra che non digerisce: Kalium bichromicum il suo medicinale. Infine, il soggetto pu presentare i soliti dolori e bruciori, ma con la caratteristica di migliorare in seguito ad applicazioni calde o bevendo liquidi tiepidi o caldi; il paziente ha disgusto alla vista dei cibi; ha sete, ma non appena beve vomita; presenta episodi diarroici con feci fortemente irritanti e con un fastidioso bruciore all'ano, che migliora con applicazioni calde; queste diarree astenizzano sproporzionatamente; il paziente depresso, ansioso, crede di essere grave ed ha paura di morire: Arsenicum album il suo medicinale. Prendiamo in considerazione anche una malattia acuta: la classica influenza. Il paziente generalmente presenta febbre alta, fauci arrossate, dolori muscolari ed articolari; insomma tutto quell'insieme sintomatologico caratteristico dell'influenza. Per, se osserviamo attentamente pi soggetti che hanno l'influenza, possiamo notare che ognuno di essi presenta una o pi caratteristiche personali. C' quello per esempio che ha i dolori principalmente a livello delle gambe e dei globi oculari, dolori che peggiorano non appena si muove, per cui vediamo che il paziente tende a restare immobile ed evitare ogni movimento; ha una sete intensa, specialmente nella fase di brividore, ma non pu bere perch vomita subito. Un altro paziente invece ha dolori non cos circoscritti come il precedente, ma ad andamento diffuso: tutto il corpo dolente con dolori piuttosto acuti, piccanti che lo costringono a stare immobile, perch il pi piccolo movimento peggiora la situazione; ha una sete inestinguibile che lo costringe a bere grandi sorsi d'acqua che non vomita (al contrario del caso precedente). Ecco che ha dei sintomi particolari, non inerenti alla malattia e differenti tuttavia dal primo caso. Un altro biotipo pu presentare l'influenza con la solita febbre ed i soliti dolori muscolari, i quali dolori non peggiorano con il movimento come nei casi precedenti, ma anzi migliorano; il paziente continuamente agitato ed ha bisogno di muoversi frequentemente (perch con il movimento allevia un poco i dolori). Ed infatti questi dolori peggiorano la notte, dopo mezzanotte, perch durante le ore notturne stato molto immobile: quindi ha una sintomatologia diversa dagli altri due e che non ha nessun rapporto di dipendenza con l'influenza in senso generale. Questi tre soggetti reagiscono di fronte ad una stessa causa di malattia con reazioni personali, collegate alla propria costituzione. Questi tre soggetti hanno bisogno di medicinali diversi: Eupatorium perfoliatum, Bryonia alba e Rhus toxicodendron.

I caposaldi dell'omeopatia

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Storia dello studio delle costituzioni umane

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Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non abbiamo tutti gli stessi orizzonti. Konrad Adenauer

a dottrina omeopatica pu essere studiata mediante l'ausilio di varie metodiche perch pu essere vista da diversi punti di vista, pur rimanendo una nella sua essenza: si pu analizzare e sintetizzare unicamente la totalit dei sintomi con i metodi classici della repertorizzazione, per cercare di stabilire quali sono i sintomi caratteristici e personali e giungere in tal modo all'individualizzazione farmacologica; oppure si pu scomporre la sintomatologia nelle varie individualit psicofisiche da cui essa risulta formata, per cercare di precisare e conoscere non solo il farmaco del momento patologico, ma anche gli elementi che compongono le basi delle costituzioni e delle prevalenze costituzionali, e cos via. La sostanza vivente ha una struttura oltremodo complicata che risulta da quelle che Hahnemann chiamava le aggregazioni costitutive (gli odierni atomi) le quali, pur mantenendosi con estrema tenacit aderenti ad equilibri ben definiti per formare il cosiddetto autogoverno (altrimenti vi sarebbe la morte dell'individuo), hanno tuttavia la tendenza a variare in continui movimenti e spostamenti degli equilibri biofisici per cercare di opporsi alla disfunzione (la malattia). Dominando quindi un momento patologico con un farmaco corrispondente ad uno spostamento transitorio di tali equilibri, da ritenersi utile la somministrazione (per completare l'efficacia terapeutica in senso clinico e biologico) di un farmaco legato al proprio terreno e che sia capace di trasmettere l'energia necessaria per ricostruire pi a fondo l'autogoverno. Ed questa l'impostazione che la terapeutica omeopatica in

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Storia dello studio delle costituzioni umane

senso costituzionalistico cerca di realizzare, con la piena convinzione di non declassare i principi di Hahnemann ma di esaltarli e completarli, offrendo loro la conoscenza pi aggiornata di quei terreni di cui Hahnemann avvert l'importanza ma che non poteva conoscere nella loro completezza. E' bene precisare che il concetto di costituzione (o, come sosteneva Hahnemann, di terreno) non si limita a comprendere la patologia o la fisiopatologia, ma si allarga all'anatomia, alla fisiologia, al neuroendocrinismo ed allo psichismo nelle loro espressioni pure, semplici ed individuali (pertanto cominciamo a parlare di costituzione individuale). Queste note individuali non avrebbero grande importanza e non susciterebbero alcun apprezzamento se non contribuissero in maniera determinante alla conoscenza delle predisposizioni alle malattie prima della loro insorgenza, in un momento quindi in cui domina ancora lo stato fisiologico della salute. Tale latenza morbosa strettamente individuale e quando si manifester andr a determinare, con le proprie reazioni personali, la variabilit patologica della malattia. Questo rappresenta uno dei cardini fondamentali della dottrina omeopatica sotto il profilo farmacologico: l'individualizzazione del farmaco. Ecco quindi un'intima correlazione fra omeopatia e costituzione. Si legge nello Schiassi che "la dottrina delle costituzioni individuali ben difficilmente pu essere portata sul terreno pratico della medicina interna perch rimane pi intuitiva che scientifica". Tale affermazione sostenuta a ragione perch la patologia, pur valutando la variabilit della malattia, non ha alcun riscontro pratico nella farmacologia tradizionale, in quanto non offre farmaci altrettanto individuali (legati cio al malato), ma farmaci standard uguali per tutti, orientati esclusivamente verso la malattia. L'omeopatia, di contro, offrendo farmaci personali e sperimentati sull'uomo, non solo realizza la praticit della dottrina delle costituzioni, sollevandola dalla concezione semplicemente intuitiva, ma le dona l'aspetto della scientificit e convalida l'intimo rapporto fra farmaco e terreno. Osiamo affermare quindi che, per merito della sperimentazione omeopatica, lo studio delle costituzioni si pu definire "scienza delle costituzioni individuali". Riteniamo inoltre che sia importante notare come gi Hahnemann avesse intuito l'intimo rapporto tra farmaco e terreno: egli sosteneva infatti che "perch la sperimentazione omeopatica potesse dare un valido totale e completo risultato, era necessario che il soggetto fosse sensibilizzato a quel farmaco". Questa espressione crediamo possa essere interpretata con la necessit che un farmaco, per esprimere la sua totale azione, deve agire su un terreno che gli congeniale, su un terreno che suo ed al quale appartiene. Fin dall'antichit stata sentita la necessit di riunire in gruppi i tipi umani in rapporto alle caratteristiche che li differenziavano fra loro, per meglio conoscerli nelle loro evoluzioni normali e nelle loro deviazioni. Si pu dire che fin dalle origini, il pensiero umano sia stato rivolto: alla conoscenza del macrocosmo (di questo misterioso infinito che ci d la vita e da cui dipendiamo), alla conoscenza della natura che ci circonda, ed alla conoscenza dell'uomo come organismo e come unit vivente. Anche se il concetto di costituzione pu essere rintracciato nelle considerazioni delle antiche scuole greche ed italiche ancor prima di Pitagora, bisogna riportarci al grande Ippocrate di Coo per assistere alla nascita di un pensiero medico che cerchi di raggruppare e classificare i tipi umani in base alle loro caratteristiche simili. Ippocrate, profondissimo ricercatore ed acuto osservatore, consider l'uomo come parte indissolubile del cosmo ed osserv che ai quattro elementi fondamentali del macrocosmo (terra, acqua, aria e fuoco) corrispondevano nell'uomo quattro elementi fondamentali (linfa, sangue, bile gialla e bile nera), elementi che, giustamente combinati, davano origine al perfetto temperamento individuale, mentre predominando uno sull'altro originavano

Storia dello studio delle costituzioni umane quattro temperamenti: il linfatico, il sanguigno, il bilioso (collerico) e l'atrabiliare (il malinconico), temperamenti con caratteristiche particolari, con evoluzioni particolari e con tendenze fisiologiche e patologiche peculiari. Da queste origini cos brillanti del pensiero medico, nella concezione dell'importanza delle costituzioni e nel loro studio, la medicina per un lungo tempo si orient verso nuove ricerche. Si ebbe successivamente un lungo periodo di stasi e bisognava giungere alla scuola salernitana, al Rinascimento, alla scuola di Montpellier, per assistere ad una feconda rinnovazione del pensiero medico nel campo dello studio delle costituzioni. Il De Giovanni in Italia e il Sigaud in Francia ripresero lo studio delle costituzioni, poich ritennero molto importante in medicina l'elemento costituzionale. Iniziarono quindi a sorgere varie scuole nelle quali gli studiosi si prefiggevano l'intento di dare una denominazione allo studio dei terreni umani, di definirli, di interpretarli e di classificarli. Si parl di medicina morfologica, di biologia della persona umana (Brush), di biologia umana differenziale (Laignel Lavastine), di medicina costituzionalistica (Viola), di biontologia (Berardinelli) e di siziologia (Hess), fino a giungere ai termini pi appropriati (perch meglio sintetizzano e chiariscono l'individuo nelle sue caratteristiche fondamentali biologiche) di antropologia differenziale con il Joannes, e ancor pi di antropologia costituzionalistica con il Barbara e di biotipologia umana con il Pende. Con il progredire della scienza e con il progresso della fisiologia, della patologia, della sperimentazione, delle conquiste della batteriologia, dell'embriologia e dell'endocrinologia, l'antica dottrina delle costituzioni venne considerata superata. Per lungo tempo i vari studiosi del problema della costituzione non riuscirono a sintetizzare ed a precisare il concetto, che oscill per molto tempo fra due estremi: da una parte si ritrovavano gli autori che facevano della costituzione una caratteristica statica (per loro infatti la costituzione era l'insieme delle caratteristiche organiche proprie di un individuo e determinanti il grado di forza fisica), dall'altro lato si schieravano gli autori che davano alla costituzione una caratteristica dinamica, poich valorizzavano l'energia funzionale. Nuove classificazioni cominciarono a sorgere nel 1500 con Telesio e nel 1600 con il Bufalini, ma un grande impulso lo ebbero nell'800 con Beneke, patologo di Marburg, e con il francese Thomas, ma sempre con criteri anatomo-morfologici. Anche se questo avvio di osservazioni ci fornivano dati storici collegati a segmenti corporei, tuttavia possedevano gi l'embrione della legge delle correlazioni in quanto era stato osservato che deviando alcuni segmenti corporei si modificavano funzioni e malattie. Fu il francese Leon Restand che prese in considerazione il criterio funzionale, oltre a quello morfologico, e distinse infatti i tipi in cerebrale, respiratorio, digestivo, genitale e muscolare. Bisognava per giungere alla fine del 1800 e all'inizio del 1900 per avere l'inserimento della fisiologia come elemento determinante nello studio delle costituzioni con il francese Claude Sigaud, il quale, prendendo l'avvio dal convincimento che l'essere umano risulta dall'associazione di quattro grandi sistemi anatomici funzionali (il sistema broncopolmonare, il sistema gastrointestinale, il sistema muscolo-articolare con il suo rivestimento cutaneo ed il sistema cerebrospinale) a seconda della preponderanza funzionale dell'uno sugli altri, distinse quattro tipi: il tipo digestivo, il tipo respiratorio, il tipo muscolare ed il tipo cerebrale. Da osservare che il Sigaud, nella determinazione di queste preponderanze, attribu grande importanza ai fattori ambientali, pi esattamente al fattore atmosferico (che sollecita le reazioni respiratorie), al fattore alimentare (che sollecita le reazioni digestive), al fattore fisico (che sollecita le reazioni muscolari) ed al fattore sociale (che sollecita le funzioni cerebrali): questo concetto molto

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importante perch rappresenta la prima espressione di interdipendenza fra l'uomo e l'ambiente che lo circonda. Questo rapporto origin a suo tempo un altro quesito importante che si protrasse per vario tempo con considerazioni divergenti: nel termine costituzione erano da considerarsi solo i fattori ereditari (genotipici) o anche quelli acquisiti (paratipici)? Furono il Viola ed il Pende a precisare che i due fattori non possono essere separati in quanto elementi inscindibili ed indispensabili.

digestivo

respiratorio

muscolare

cerebrale

Figura 1

La classificazione biotipologica seguita dal francese Claude Sigaud.

Nella descrizione dei quattro biotipi il Sigaud dette grande importanza ai segmenti della faccia ed allo sviluppo del tronco come espressione esterna e come concretizzazione di forze dinamiche interne. Il Sigaud divise la faccia in tre parti, con delle linee trasversali che passavano orizzontalmente per la radice del naso e per l'estremit inferiore del setto nasale, determinando quattro biotipi (figura 1): il biotipo digestivo (nella faccia prevale il segmento inferiore, quello della bocca; il tronco ben sviluppato di forma trapezoidale, con base inferiore a predominanza addominale); il biotipo respiratorio (nella faccia prevale il segmento medio, con un notevole sviluppo in larghezza e con zigomi sporgenti; il tronco molto sviluppato, di forma trapezoidale con la base in alto e le spalle molto larghe), il biotipo muscolare (la faccia armonica: i tre segmenti sono ugualmente sviluppati, per cui questa assume un aspetto rettangolare) ed il biotipo cerebrale (nella faccia il segmento superiore molto sviluppato in rapporto agli altri ). Il francese Allendy, riallacciandosi al criterio morfologico-funzionale del Sigaud, svilupp maggiormente il criterio fisiologico, ponendo alla base della sua classificazione le quattro funzioni fondamentali della vita: l'anabolismo, il catabolismo aerobio, il catabolismo anaerobio e le escrezioni, considerando anche che le caratteristiche delle funzioni vitali sono rappresentate dalla tonicit e dalla plasticit e, al polo opposto, dall'atonicit e dall'aplasticit, classific quattro tipi: l'atonico-plastico (corrispondente al temperamento linfatico di Ippocrate e al digestivo del Sigaud), in cui prevale l'anabolismo, l'abbondanza di linfa, una maggiore imbibizione d'acqua da parte dei tessuti, l'iperleucocitosi, una certa scarsezza di globuli rossi, l'ipotensione, una scarsa reattivit, la lentezza delle azioni, l'apatia del carattere: questo temperamento orientato alle affezioni delle ghiandole linfatiche, delle sierose, delle mucose e della cute; le affezioni, per la scarsa reattivit del soggetto, hanno un andamento torpido. Il tonico-plastico (corrispondente al sanguigno di Ippocrate ed al respiratorio del Sigaud), in cui prevale il catabolismo aerobio, l'aumento dei globuli rossi e dell'emoglobina, della fibrina e della viscosit ematica, una pressione arteriosa moderata, una buona reattivit caratterizzata da una certa prontezza d'azione e da un carattere piuttosto impulsivo: questo biotipo presenta nel suo orientamento patologico una tendenza al reumatismo, alla gotta ed all'obesit. Il tonico-aplastico (corrispondente al bilioso di Ippocrate ed al muscolare del Sigaud), in cui

Storia dello studio delle costituzioni umane predomina il catabolismo anaerobio, un'attivit epatica molto vivace, forte produzione di bile ed un aumento di urea nel sangue; le secrezioni sono scarse ed riscontrabile una certa tendenza all'ipertensione; la reattivit vivace, il carattere energico, autoritario, collerico e vendicativo. L'atonico-aplastico (corrispondente all'atrabiliare malinconico di Ippocrate ed al cerebrale del Sigaud), in cui troviamo una predominanza delle funzioni di escrezione, diminuzione dell'attivit circolatoria, respiratoria, digestiva e muscolare, un carattere tendente alla nevrosi e la tendenza all'ipercolesterolemia ed alla sclerosi. Il Corman pone la sua classificazione sotto un profilo temperamentale. Come possiamo ben vedere, continua l'intuizione e lo sforzo di smaterializzare lo studio delle costituzioni o comunque di metterlo in rapporto ad altre energie. Secondo questo autore importante la maniera di agire delle forze vitali in un dato individuo, e distingue le forze vitali in forze di espansione, tese a conquistare e ad assimilare l'ambiente e gli elementi dell'ambiente e forze di conservazione, che hanno lo scopo di proteggere l'organismo da tutti gli elementi ambientali che potrebbero alterarlo o danneggiarne la struttura. Abbiamo cos un temperamento di espansione, che si sviluppa morfologicamente dilatandosi ed un temperamento di conservazione, che si sviluppa morfologicamente contraendosi: da questi si originano quattro sotto-biotipi: il dilatato passivo e il dilatato attivo, il retratto cubico e il retratto estremo. Bisogna giungere al De Giovanni (1838-1916) per avere, come dicono vari autori, "una monumentale dottrina di costituzione correlazionistica" in quanto egli sostenne ed afferm che "ad una determinata forma esterna corrispondono forze interne, le quali rappresentano nel loro insieme un intimo rapporto fra forma e funzione e le varie funzioni fra di loro, per cui l'alterazione di una funzione impegna tutte le altre". Si determina e si afferma la legge della correlazione, che lega le parti fra di loro e con il tutto, in virt della quale nessuna delle parti dell'organismo pu deviare senza che le altre consensualmente partecipino. Il tutto influisce e pesa sulla singola parte, la quale a sua volta influisce sul tutto: il primo aggancio correlazionistico fra costituzione e clinica, poich quelle figure dottrinali, che la scienza delle costituzioni offre, permettono alla clinica di svolgere il suo compito di precisare l'individuo singolo risalendo dal particolare al generale e dalla malattia al malato. Dice bene il Barbara quando afferma che "la clinica e la scienza delle costituzioni sono rami di uno stesso tronco (la biologia umana) che hanno lo stesso oggetto di studio (l'uomo), si avvalgono delle stesse tecniche di esame (la semeiologia) e seguono gli stessi metodi di studio (quello induttivo-deduttivo e correlazionistico unitario)". A questi rami noi aggiungiamo quello omeopatico, ramo che ha gli stessi concetti fondamentali della clinica e della costituzione offrendo in pi la parte pratica terapeutica. Per tale motivo non presunzione poter affermare che clinica, costituzione ed omeopatia formano un trinomio indissolubile. E nessun medico, all'infuori di noi medici omeopatici, in grado di apprezzare la veridicit e l'importanza fondamentale delle legge delle correlazioni, in quanto confermata dall'esperimento omeopatico sull'uomo che ci fornisce sempre sintomi psichici, generali e locali, con caratteristiche o modalit totalmente personali. Per, per un'esatta prescrizione, dobbiamo constatare, tramite l'esame obiettivo, la conferma morfologica del terreno (se carbonico, sulfurico, fosforico e muriatico), in quanto devono coesistere le rispettive caratteristiche morfologiche (vedremo in seguito quali). Se non vi questa correlazione vuole dire che esiste nell'interpretazione sintomatologica, che ci deve condurre alla prescrizione farmacologica, qualche inesattezza. Altro merito del De Giovanni di aver enunciato il principio che "tutto ci che nel-

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l'individuo segna una disarmonia nella forma e nella funzione (o pu essere) fonte di morbilit". Ci di notevole importanza: la scienza delle costituzioni progredisce nella sua evoluzione dinamica inserendo il concetto diatesico e cio di orientamento patologico. Lo studio delle costituzioni appassion e si intensific con lo stimolare gli studiosi alla conoscenza ed alla comprensione dell'uomo in tutti i suoi aspetti. Sorse vivo il desiderio di creare immagini, prototipi, esemplari costituzionali, campioni di riferimento a cui rivolgersi per comprendere nell'individuo ci che era normale e ci che si discostava dal normale e che creava l'anormalit, tenendo sempre presente determinati limiti di variabilit consentiti dalla legge degli errori. A questo punto bisogna chiarire il concetto di anomalia costituzionale ed anomalia patologica: l'anomalia designa un carattere che si discosta dal piano strutturale del biotipo e tuttavia, pur contenendo una maggiore potenzialit patologica, purch contenuta entro i limiti concessi dalla legge degli errori, non si definisce patologia ma variante di valore normale. E' ovvio allora che un'anomalia costituzionale presenter una maggiore labilit verso le cause perturbatrici, sia esogene che endogene, che determinano la malattia. Come si vede, anche qui si inserisce la grande importanza dell'omeopatia poich, con la sua farmacologia energetica ed individuale, offre alla cellula lo stimolo a non cedere ed a mantenere quel suo equilibrio, anche se anomalo. Sorsero molte scuole e molti furono gli studiosi: il Brugs, lo Straze e il Kreischmer, scuole nordamericane, sudamericane, studiosi inglesi, russi, romeni, e (non secondo a nessuno) il pensiero italiano di Viola, Castellino, Pende, Galdi, Ferrannini, Schiassi, Castaldi, Barbara e Giampalmo, sempre nell'intento di potere dimostrare ed affermare che lo studio delle costituzioni offre alla clinica la possibilit di osservare il graduale passaggio del tipo umano equilibrato dallo stato di salute a quello di malattia, ed inoltre offre al clinico la possibilit di riconoscere le varie disposizioni ereditarie e costituzionali alle malattie e, quindi, di prevenire le malattie effettuando una terapia razionale orientata non sulla malattia ma sull'uomo inteso come terreno che tende ad ammalarsi. Il Viola infatti all'inizio del nostro secolo scriveva: "I nostri studenti, i nostri medici contemporanei, sono totalmente digiuni della dottrina delle costituzioni. Se almeno il nome ne fosse stato bandito dal linguaggio medico! Esso ricorre ad ogni pi sospinto sulle labbra del medico pratico come sulle pagine dei nostri pi classici manuali di patologia speciale. Se poi taluno cerca soccorso alla propria ignoranza nei trattati o nelle enciclopedie, o non trova nulla o fugacissimi accenni o trova timidamente riprodotte definizioni antiquate e vaghe, cos che la mente dello studioso stenta a penetrarne il significato". Il Viola cos definisce la costituzione: "Noi intendiamo inclusi nella parola costituzione gli attributi insieme funzionali e morfologici dell'individualit, per cui si denomina costituzione l'insieme dei caratteri morfologici e funzionali con i quali, una parte qualsiasi dell'organismo o l'organismo tutto intero dell'individuo, si differenzia da ogni altro. Si intendono tra i caratteri morfologici i caratteri esterni e gli interni, i macroscopici e i microscopici e fra i funzionali anche i biochimici e i cellulari". Sulla base di queste considerazioni, il Viola classific le costituzioni umane in base ad un criterio di rapporto fra sviluppo della vita vegetativa (che egli centralizzava nel tronco) e la vita di relazione (che centralizzava nello sviluppo degli arti) e, sulla base di precise misurazioni, distinse tre costituzioni: il tipo megalosplancnico, un brachitipo la cui caratteristica rappresentata dalla distribuzione della massa corporea pi in senso orizzontale che in senso verticale; il tipo microsplancnico, un longilineo dallo sviluppo della massa corporea pi in senso verticale che orizzontale; il tipo normosplancnico.

Storia dello studio delle costituzioni umane A distanza di tempo, lo stesso Viola nel concetto di costituzione aggiunse i caratteri psichici, precisando che la persona o l'individualit psichica "la speciale combinazione individuale delle varianti dei caratteri psichici, che si estrinsecano sul fondamento dei caratteri fisici che sono con essi correlati. La persona (psiche) presuppone quindi la costituzione (soma), l'una o l'altra unite formano l'individualit psicofisica inscindibile e che ha il suo centro unitivo e permanente nella coscienza". Il concetto di costituzione si estende sempre pi, dalla morfologia alla funzione, dalla funzione alla clinica ed alla diatesi, dalla funzione alla psiche. Ma per avere un progresso decisivo nello studio delle costituzioni umane bisogna giungere al Pende, allievo del Viola, che ebbe il merito di inserire nella tipologia umana come elemento importante l'endocrinologia; da allora l'importanza dell'azione che gli ormoni esercitano sull'economia del nostro organismo in continua crescita ed ha raggiunto notevoli risultati. Dice infatti George W. Thorn che: "Le conoscenze moderne attraverso l'isolamento, la purificazione, l'identificazione e la sintesi degli ormoni ci hanno permesso di precisare che gli ormoni non instaurano nuovi eventi nella complicata biochimica dei processi metabolici, ma piuttosto producono i loro effetti regolando le reazioni chimiche ed enzimatiche gi presenti e poich gli ormoni sono presenti in numero relativamente grande, hanno eterogenee strutture chimiche e sedi multiple di azione, si pu ritenere che quasi nessun evento metabolico possa sfuggire alla loro azione, primaria o secondaria che sia". Si pu allora concludere che una giusta interpretazione di ogni processo morboso o alterazione fisiologica deve tenere conto del possibile ruolo eziologico degli ormoni, i quali (mediante un'aumentata o diminuita secrezione) partecipano non solo nei processi morbosi, ma nella fisiologia, nel comportamento psicologico, nell'aspetto fisico e quindi nella determinazione del biotipo; a questo riguardo si pu anche prendere in considerazione la variet di azione delle catecolamine sul metabolismo del cervello e sul comportamento psicologico, gli effetti degli steroidi corticali sulle reazioni infiammatorie, l'effetto dell'insulina sul metabolismo del tessuto adiposo, l'importanza dell'ormone della crescita sulla sintesi delle proteine organiche, etc. Lo studio delle costituzioni quindi, dominato un tempo dall'aspetto morfologico e statico di misure e calcoli matematici, si arricchisce sempre pi di vitalit con lo studio del biotipo visto sotto il profilo funzionale, dinamico-umorale, neuroendocrino, caratteriologico ed intellettivo. Il Pende rappresent il biotipo individuale come una piramide. Questa rappresentazione della piramide biotipologica, dice il Toulouse, "la coordinazione di tutte le tecniche di studio dell'individuo umano". L'individuo viene studiato da diversi punti di vista: sotto il profilo morfologico del peso (ipersomico, normosomico, iposomico), dell'altezza (longilineo, normolineo, brevilineo), della forma del viso, dell'impianto dei denti, dello sviluppo degli arti e del tono muscolare; sotto il profilo funzionale (faccia dinamico-umorale), comprendente l'energia funzionale, l'orientamento neurovegetativo, l'orientamento endocrino e la diatesi morbosa dominante; sotto il profilo intellettivo (faccia intellettiva), comprendente la memoria; l'intelligenza, la concentrazione mentale, l'intuizione e la logica; sotto il profilo psichico (faccia morale), comprendente i sentimenti, l'affettivit, l'emotivit, la volont e l'atteggiamento (introverso od estroverso); infine, sotto il profilo ereditario. Quest'ultimo profilo, rappresentato dalla base della piramide (che comprende la genetica del biotipo), un elemento importantissimo in virt della grande importanza che in questi ultimi anni ha assunto la genetica in medicina: si visto infatti come pu essere importante il fattore genetico nel determinismo di una malattia di cui spesso, con la compartecipazione di tutto il terreno, esso stabilisce le varianti patologiche.

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BREVILINEO ASTENICO BREVILINEO STENICO LONGILINEO ASTENICO LONGILINEO STENICO


Figura 2

Ipotiroideo Ipopituitarico Ipogenitale Ipersurrenalico Iperpancreatico Ipertimico Ipertiroideo Ipergenitale Ipercorticosurrenalico Iperpituitarico anteriore Ipertiroideo Iperpinealico Ipermedullosurrenalico Iperpituitarico posteriore Equilibrato in tutte le sue funzioni endocrine (lieve ipertiroidismo)

Il contributo endocrinologico fornito dal Pende allo studio delle costituzioni umane.

L'azione di un gene capace di provocare lo sviluppo di una malattia genetica nell'interno del nostro organismo, pu essere eziologicamente considerato simile all'azione di un agente esterno che determina una malattia infettiva: sono questi i due elementi perturbatori che per lo pi coesistono nella creazione di un fatto morboso. E' quindi superata la concezione batteriologica di un tempo, in cui si riteneva che la malattia dipendesse da un solo fatto eziologico: la malattia viene oggi considerata come composta da un insieme e da una concomitanza di moltissimi fattori, fra i quali spiccano per importanza i fattori genetici. Victor McKusick sostiene infatti che "vi sono molte malattie, fra cui alcune fra le pi comuni nell'uomo (ad es. l'arteriosclerosi, l'ipertensione, l'artrite reumatoide, la malattia coronarica, etc.) in cui i fattori genetici ed i fattori ambientali collaborano in maniera complessa. Non si pu affermare che solo l'eredit, come solo la dieta ad alto valore di grassi, il fumo, particolari forme di stress o qualche altro dei presupposti fattori, ne siano da soli la causa, ma semmai ne rappresentano importanti concause. E' superata la controversia di un tempo fra fattori genetici e fattori ambientali, cos come quella fra natura e nutrizione, poich si ammette oggi che ambedue i fattori sono importanti". Tutti gli studiosi, italiani e stranieri che siano, della scienza delle costituzioni individuali hanno dato un contributo tale da rendere la costituzione un elemento essenziale per comprenderla nella sua unit psicofisica, neuroendocrina e diatesica con intimi rapporti di correlazione. Dopo tali ragionamenti, non riusciamo ancora a comprendere come ci sia difficolt fra gli omeopatici ad accettare l'indissolubilit del binomio dottrina omeopatica e scienza delle costituzioni individuali, dopo avere assistito al modo in cui queste due espressioni si completano sul piano teorico e su quello pratico e terapeutico. Ogni medico omeopatico sa, o almeno dovrebbe sapere, che un farmaco omeopatico, per potere esprimere la sua efficacia, deve operare contemporaneamente in quella interazione psiche-funzione-organo, che si pu rilevare con precisione solo tramite la conoscenza degli elementi costituzionali: un'interazione farmacologica che, precisando da un lato le caratteristiche proprie del terreno, dall'altro dona al concetto di costituzione un valore concreto e pratico che affonda numerose radici nella realt. Il Pende distinse due tipi fondamentali morfologicamente considerati, il brevilineo ed il longilineo i quali, in relazione al loro aspetto dinamicoumorale (cio al loro orientamento endocrino considerato variante normale dalla costituzione, che pu diventare patologico se non mantenuto in equilibrio), si distinguono a loro volta in stenici ed astenici. Avremo cos quattro biotipi: il brevilineo astenico: ipotiroideo, ipopituitarico, ipogenitale, ipersurrenalico, iperpancreatico, ipertimico e vagolabile; il brevilineo stenico:

Storia dello studio delle costituzioni umane ipertiroideo relativo, ipercorticosurrenalico, iperpituitarico anteriore ed ipergenitale; il longilineo astenico: iperpinealico, ipertiroideo, ipermedullosurrenalico, iperipofisarico posteriore, ipocorticosurrenalico, ipoipofisarico anteriore, ipogonadale ed ipoparatiroideo; il longilineo stenico: equilibrato in tutte le funzioni endocrine, con una lieve tendenza ipertiroidea (figura 2). Quindi con il Pende, che aveva completato gli studi della costituzione con l'aggiunta della parte endocrinologica e che aveva dato un'interpretazione completa dinamica e correlazionistica alla costituzione con la interdipendenza delle quattro facce della piramide, si poteva a ragione considerare concluso lo studio delle costituzioni. Purtroppo rimaneva aperto ancora un problema la cui soluzione si doveva rivelare di fondamentale importanza per il progresso dell'omeopatia costituzionale: qual l'origine di questi segni ad impronta morfologica, funzionale, endocrinologica o psichica? Il Italia fu il Castellino il primo a rivolgere l'attenzione ai foglietti embrionali come elementi in grado di influenzare la genesi delle costituzioni, attribuendo grande importanza soprattutto all'entoderma ed all'ectoderma. Sar il Martiny che, in un secondo tempo, effettuer una classificazione costituzionale da un punto di vista pi strettamente embriologico, affermando che le costituzioni si originano dai quattro foglietti primordiali embrionali: endoblasta, mesoblasta, cordoblasta ed ectoblasta. A secondo della prevalenza di un foglietto, con la normalit ed addirittura la deficienza degli altri, avremo i quattro biotipi fondamentali: l'endoblasta, il mesoblasta, l'ectoblasta ed il cordoblasta. A tutte queste classificazioni la dottrina omeopatica ha dato il suo contributo, apportando un altro elemento di classificazione: il biochimismo secondo Nebel e Vannier, basato sull'influenza che i tre sali di calcio (il carbonato di calcio, il fosfato di calcio ed il fluoruro di calcio) esercitano sulla morfologia e sulla fisiologia dei soggetti: in tal modo avremo pertanto le tre costituzioni francesi: carbonica, fosforica e fluorica.

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Cordoblasta

IPER

Ectoblasta

PRO

META

Mesoblasta

IPO

Endoblasta

Figura 3

Il passaggio delle forze magnetiche secondo il Martiny.

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La classificazione costituzionale del Martiny, vista sotto il profilo embriologico insieme a quella del Pende ed a quella omeopatica, saranno i punti di riferimento principali per il nostro studio: non solo quello dottrinario ma anche quello pi utilmente pratico, perch nel trattare i medicinali nei loro dettagli ci rifaremo sempre e principalmente a queste classificazioni. Il Martiny osserv che, nell'embriogenesi, il massimo impulso energetico di sviluppo viene fornito da forze magnetiche di stimolo embriogenetico che regolano le sottili correlazioni tra forma, funzione e psichismo. Il centro di queste forze magnetiche, rappresentato dal diencefalo, proiettato in un viso visto di profilo, con il centro all'altezza del condotto uditivo esterno. Se noi consideriamo due forze magnetiche, una orizzontale ed una verticale, passanti per il foro auricolare, la testa viene divisa in quattro parti: una parte superiore (iper), una parte inferiore (ipo), una parte anteriore (pro) ed una parte posteriore (meta), come esemplificato in figura 3. Dal canto loro, le due direttrici, chiamate meso perch dividono medialmente la testa, forniranno cos quattro settori: l'antero-superiore, che comprende l'occhio, la fronte e la parte anteriore del cranio; la posterosuperiore, che comprende la scatola cranica; l'antero-inferiore, che comprende il naso, le labbra, il mento e la parte anteriore della mandibola; la postero-inferiore, che comprende la branca montante della mascella e l'occipite.

Cordo-Ectoblasta

Cordo-Mesoblasta

Ecto-Endoblasta

Meso-Endoblasta

Figura 4

Le altre due forze magnetiche del Martiny, che dividono la testa in ulteriori quattro parti.

I foglietti germinativi sono cos rappresentati: nella zona anterosuperiore il foglietto cordoblastico, nella zona postero-superiore il foglietto ectoblastico, nella zona postero-inferiore il foglietto endoblastico e nella zona antero-inferiore il foglietto mesoblastico. A seconda della prevalenza di un

Storia dello studio delle costituzioni umane foglietto, con normalit o addirittura deficienza degli altri, avremo le quattro costituzioni fondamentali: il biotipo cordoblastico, con equilibrio dei tre foglietti; il biotipo ectoblastico, con eccedenza dell'ectoblasta e deficienza dell'endoblasta e del mesoblasta; il biotipo endoblastico, con eccedenza dell'endoblasta e normalit o deficienza del mesoblasta e sempre deficienza dell'ectoblasta; il biotipo mesoblastico, con prevalenza del mesoblasta, normalit dell'endoblasta e deficienza dell'ectoblasta; il cordoblasta, con l'equilibrio dei tre foglietti embrionali. Poich il biotipo caratterizzato dalla prevalenza di uno dei quattro foglietti, prevarranno presso questi biotipi gli organi, le funzioni e lo psichismo degli elementi che traggono origine dal rispettivo foglietto embrionale. Esaminiamo quindi quali sono gli organi pi importanti (non tutti, onde evitare uno sforzo mnemonico poco pratico) che traggono origine da ogni foglietto: dall'endoblasta dipendono le mucose dell'apparato digerente (dalla faringe all'ano), il fegato ed il pancreas, le mucose dell'apparato respiratorio, le tonsille ed i polmoni, il timo, la tiroide e le paratiroidi; dal mesoblasta dipendono i muscoli lisci e striati, lo scheletro e l'intero sistema osteoarticolare, il cuore, tutti i vasi (arterie, vene, capillari e vasi linfatici), il sangue, il reticoloendotelio, il mesenchima ed il derma, i reni, la milza, la pleura ed il peritoneo, la corticosurrenale, le gonadi, l'ipofisi anteriore; dall'ectoblasta dipendono il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), sistema nervoso periferico ed il neurovegetativo (con prevalenza del simpatico), l'epidermide e le mammelle, l'epifisi, l'ipofisi posteriore e la parte midollare del surrene; il cordoblasta, infine, esercita una funzione di equilibrio nello sviluppo dei tre foglietti. Dopo questa prima classificazione, il Martiny consider anche altre due forze magnetiche, sempre passanti per il foro auricolare ma secondo una direttrice pi obliqua, e divise la testa in altre quattro parti: superiore, anteriore, inferiore e posteriore. Da questa ulteriore divisione si generano le quattro costituzioni miste: superiore (cordo-ectoblastica o iper-mesotrope); anteriore (cordo-mesoblastica o pro-mesotrope); inferiore (meso-endoblastica o ipo-mesotrope); posteriore (ecto-endoblastica o meta-mesotrope). Avremo cos otto costituzioni, di cui quattro fondamentali e quattro miste (figura 4). Lo studio dell'embriogenesi dimostra che nell'uovo non ancora diviso la cellula ha in se' i segmenti che dovranno dare origine ai foglietti embrionali. Questa evoluzione e differenziazione, fenomeno in se' prodigioso, come avviene? Un tempo si attribuiva una grande e quasi esclusiva importanza alle ghiandole endocrine, alla recettivit ormonale dei tessuti, al sistema formato dall'insieme di vitamine, fermenti e sali minerali, con la convinzione che tutti questi elementi esercitassero un ruolo unico, un nesso inestricabile nel determinismo della costituzione individuale. In seguito, attraverso osservazioni e sperimentazioni, si concluso che questi elementi erano stati sopravvalutati, per cui bisognava risalire pi indietro per trovare, come dice il Pende, "il destino evolutivo assegnato ad ogni individuo al momento del concepimento". Nella ricerca di queste forze interne autonome (come le chiama il Rondoni), si sono espresse varie ipotesi, per cui dire che avviene sotto l'azione dei "geni di specificit con le catene delle reazioni chimiche", dire che la conseguenza di un determinismo vitale, dire che avviene sotto l'impulso della "coerenza vitale", dire che la divisione cellulare avviene per "induzione ed evocazione successive", dire che la vita "parte da un complesso fisico chimico da cui l'unit di forze e delle funzioni non possono essere che sopra-spaziali", sostenere il principio del "dinamismo organizzatore della cellula uovo" non porta alcun lume al meccanismo biologico che presiede alla evoluzione ed all'edificazione dalla cellula al tessuto, dal tessuto all'organo, dall'organo al sistema, all'individuo e dall'individuo alla specie.

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Storia dello studio delle costituzioni umane

Fra tutte queste ipotesi dell'origine embriologica della vita, possiamo introdurre il concetto omeopatico che affida a forze energetiche biologiche predisposte e ricevute dall'eredit cromosomica, la capacit di stimolare i segmenti dell'uovo, che a loro volta stimoleranno i foglietti, che a loro volta impronteranno le costituzioni. E' affidata a queste FEFP (Forze Energetiche Fisio-Patologiche) sia la capacit di poter determinare l'aberrazione cromosomica ritenuta dal 1959 come causa di malattia, sia le cosiddette "mutazioni", cio il cambio del codice genetico con una modificazione della sequenza basica del DNA, tanto con un errore (quando un amminoacido diverso sostituito in un dato posto), quanto con un'anarchia (quando non vi alcun amminoacido al posto corrispondente). Per ricondurre il discorso sotto una visione pi strettamente omeopatica, Hahnemann ed i suoi discepoli denominarono queste forze miasmi, altri le chiamano tossine: noi le chiameremo forze energetiche fisiopatologiche perch meglio esprimono il concetto dell'evoluzione fisiologica e la capacit patologica insita in loro: queste FEFP sono la psora, la sicosi, il tubercolinismo ed il fluorismo. E' da notare come ci stiamo addentrando gradatamente ad evidenziare sempre pi l'intima correlazione fra costituzione ed omeopatia. Nel 1816 Hahnemann cominci ad affrontare il problema delle malattie croniche: dopo lunghi anni di osservazione e di esperienze minuziose condotte con pazienza, scrupolo e perseveranza, espose le conclusioni alle quali era giunto dopo aver acquisito la certezza della loro validit: l'esistenza di tre miasmi (psora, sifilide e sicosi) responsabili della trasmissione delle primitive malattie di fondo che si manifesteranno nei soggetti con il trascorrere del tempo. Per Hahnemann la psora il miasma che determina l'insorgenza della gran parte delle malattie croniche: il pi diffuso ed il pi polimorfo, originato prevalentemente dalla soppressione delle eruzioni cutanee; dal canto loro, il miasma sifilitico trae origine da pregresse infezioni luetiche mentre il sicotico si origina soprattutto da pregresse infezioni gonococciche. Queste grandi intuizioni rappresentavano per quei tempi un importante impulso ed un muovo orientamento del pensiero medico di allora: la scienza medica stava appena acquisendo una concezione pi ampia del malato e della malattia, vincolata fino ad allora ad un empirismo esclusivamente sintomatologico e locale. Basta riportarci un momento con il pensiero a quelle che potevano essere le visioni mediche di quei tempi per comprendere il tumulto che simili enunciazioni potessero determinare, anche se rappresentavano soltanto un invito allo studio ed alle osservazioni di nuove ipotesi scientifiche di lavoro. Noi, e tutti i medici omeopatici che ci seguiranno, dobbiamo cogliere questo invito, che gi nei suoi contenuti possedeva in embrione tutte quelle che sarebbero state le scoperte moderne chimiche, biochimiche, fisiche e cliniche, e dobbiamo realizzarlo, tradurlo in pratica, rimuoverlo dalle antiche interpretazioni e svilupparlo nella sua comprensione con l'aiuto delle conquiste mediche che si sono gi evolute da allora e che continueranno ad evolversi nei tempi futuri. Solo cos noi potremo farci intendere dai colleghi allopatici, potremo stabilire con l'allopatia una piattaforma di collaborazione e potremo abolire le mille sterili e stupide diatribe. Affermiamo questo perch c' una tendenza all'immobilismo che frantuma e divide gli appassionati di omeopatia, con enorme danno per lo sviluppo e l'affermazione della dottrina omeopatica: saremo sempre pi riverenti alla memoria di Hahnemann ed alle sue acquisizioni, che si rivelano ogni giorno di pi colme di una scrupolosa esattezza scientifica, se continueremo a studiare e sviluppare il suo messaggio che, pur possedendo solide ed immutabili basi, deve essere allineato con le conquiste moderne non solo per

Storia dello studio delle costituzioni umane potere comprendere la malattia in maniera sempre pi razionale ma per fare esprimere alla dottrina omeopatica tutto il dinamismo scientifico che essa contiene. Riteniamo quindi che il grosso e fondamentale problema della trasmissione ereditaria dei terreni con le loro diatesi, affidato da Hahnemann ai tre miasmi, vada rielaborato e soprattutto espresso con una terminologia pi moderna che meglio riveli il ragionamento scientifico e la vitalit delle costituzioni. I miasmi pertanto vanno riesaminati nelle loro azioni, vanno ristudiati sotto vari profili (ad esempio, quello metabolico o quello microbico); va perci rivista tutta la problematica del tubercolinismo per poter precisare se fra tubercolinismo e psora vi identit o se il tubercolinismo, in considerazione di tutto quello che noi oggigiorno conosciamo sulla tubercolosi e sul terreno del tubercoloso, pu o meno essere considerata una forza fisiopatologia oppure una entit biologica a se' stante. Questi aggiornamenti sui miasmi hahnemanniani vanno effettuati ma - attenzione! non enunciando altre teorie pi o meno attendibili e fragili, perch sostenute da illazioni personali, bens con elementi validi sostenuti e messi in correlazione con le conoscenze moderne di costituzione, di genetica, di fisiopatologia e di immunologia, osservando i grandi progressi che ha compiuto la scienza nel campo della fisiopatologia cellulare, umorale e tissutale, nella conoscenza dei meccanismi reattivi di difesa dell'organismo di fronte alle aggressioni esterne ed in relazione soprattutto alle modificazioni delle condizioni di vita. Allineandoci alla concezione quaternaria di tutte le espressioni della vita, che sostiene essere quattro gli elementi fondamentali del cosmo (terra, acqua, aria e fuoco), essere quattro gli elementi fondamentali dell'uomo secondo Ippocrate (linfa, sangue, bile gialla e bile nera) ed essere sempre quattro i biotipi nelle varie tappe dell'evoluzione delle classificazioni delle costituzioni, noi sosteniamo e basiamo lo studio della dottrina omeopatica su quattro costituzioni di base: seguendo la nomenclatura neuroendocrina del Pende esse sono il brevilineo astenico, il brevilineo stenico, il longilineo astenico ed il longilineo stenico; seguendo la nomenclatura genetica del Martiny sono l'endoblasta, il mesoblasta, l'ectoblasta ed il cordoblasta. Infatti sono quattro gli elementi che formano la costituzione: l'aspetto morfologico, l'aspetto funzionale, l'aspetto intellettivo e l'aspetto psichico. E sono quattro le forze energetiche e biologiche, predisposte e predeterminate geneticamente: la psora, la tubercolina, la sicosi ed il fluorismo, dalle quali si determineranno rispettivamente lo psorismo, il tubercolinismo, il sicotismo ed il fluorismo. Dobbiamo comunque tenere sempre bene in mente che ogni FEFP cos come determina una costituzione oppure una prevalenza costituzionale (dato che le costituzioni sono miste) con le sue caratteristiche morfologiche, fisiologiche, psichiche ed intellettive, allo stesso modo in grado di manifestare la sua potenzialit patologica nel momento in cui la forza vitale non mantiene pi l'equilibrio.

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Istituto di Medicina Naturale

Le forze energetiche fisiopatologiche

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Tutto sembra impossibile a chi non ha mai tentato nulla... Jean-Louis Etienne

a cellula umana nasce con una duplice potenzialit: da una parte essa pu essere orientata verso il mantenimento dell'equi librio funzionale, dall'altra pu esplicare la propria potenzialit verso la capacit di produrre un fatto morboso. Ritenendo quindi che le forme patologiche, cui ogni cellula pu dare luogo, siano predeterminate nella cellula stessa, si attribuisce a questa universale potenzialit patologica il significato hahnemanniano di psora latente: qualsiasi stimolo perturbatore, endogeno o esogeno, turbando lo stato fisiologico della cellula, mette in azione un meccanismo verso la patologia che dipende dalla predisposizione della cellula stessa. Avremo cos lo psorismo (o psora manifesta di Hahnemann, quella che noi comunemente chiamiamo psora), cio la forza energetica che traduce in malattia funzionale la potenzialit patologica della cellula attraverso meccanismi di insufficienza funzionale dei vari organi, determinando autointossicazioni e turbe del ricambio. Finch l'organismo in fase stenica numerosi saranno i tentativi di liberazione delle scorie del ricambio, per poi giungere alla sclerosi quando le difese cederanno. Il tubercolinismo consiste nella forza energetica capace di tradurre in malattia la potenzialit patologica della cellula attraverso meccanismi di ossigenoidismo, disidratazione e demineralizzazione, fino a giungere alla lesione nella fase astenica di cedimento. La sicosi rappresenta la forza energetica capace di tradurre in malattia la potenzialit cellulare attraverso meccanismi di idrogenoidismo e di

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Le forze energetiche fisiopatologiche

reticoloendoteliosi, i quali rappresentano veri e propri blocchi di difesa per cercare di diluire o imprigionare le scorie: in questo intento possono, per, creare un'iperpatologia locale fino a giungere al quod tumet. Il fluorismo, infine, pu essere definito come la forza energetica capace di tradurre in malattia la potenzialit patologica cellulare attraverso degenerazioni e distruzioni cellulari fisiche e mentali, fino alla sclerosi.

Lo psorismo
Precisare che cosa sia la psora non facile. Molti autori hanno storicamente adoperato vari termini, con la convinzione di essere riusciti a fornire una giusta definizione di tale entit e di avere sintetizzato un concetto hahnemanniano in realt molto pi ampio e complesso di quanto possa sembrare; si parlato della psora come di un elemento che rappresenta il peccato universale, la lebbra biblica e la scabbia del medioevo. Si parlato di psora come di un elemento in grado di rappresentare l'artritismo moderno; si parlato della psora come dell'espressione di un fenomeno di autointossicazione; si parlato della psora, infine, come di una potenza morbigena che trae origine da malattie cutanee fatte "rientrare". Hahnemann stesso definisce la psora come "una malattia miasmatica cronica che divenuta la madre di tutte le malattie acute e croniche da cui il genere umano viene attaccato; la malattia pi antica che si conosca ed la pi multiforme". Con questa definizione, molto ampia perch abbraccia tutta la patologia acuta e cronica, Hahnemann pi che porre principi dogmatici ed inamovibili, ha voluto segnalarci l'enorme difficolt che esiste nello stabilire il rapporto diretto fra cause ed effetti, soprattutto quando le cause che ci devono segnalare le numerose predisposizioni morbose sono da ricercarsi nelle trasmissioni ereditarie realizzate da associazioni misteriose e complicate. La definizione della psora resta e rester sempre un concetto non semplice, ma poich dobbiamo darle un volto, allo scopo di sostenere un ragionamento cos importante e di fondamentale valore consistente nel determinare e nel comprendere l'intera dinamica degli aspetti fisiopatologici delle costituzioni, nella nostra scuola abbiamo dato un'interpretazione che ha solo il sapore di un'ipotesi ma che allo stesso tempo di notevole importanza per comprendere alcuni aspetti fisiopatologici e biotipologici, oltre a svelare l'intimo meccanismo d'azione dei farmaci. Non dimentichiamoci, infatti, che uno dei maggiori meriti della dottrina omeopatica consiste nell'avere saputo integrare i principi terapeutici della farmacologia con quelli della costituzione. Il medico omeopatico deve essere in grado di riconoscere quali sono le malattie ed i sintomi che ci consentono di precisarle. Si tratta sempre di malattie e di sintomi collegati a disturbi funzionali, pi raramente lesionali, derivati per lo pi da impegni emotivi, dispiaceri e preoccupazioni; il sistema nervoso uno dei punto deboli dello psorico. Di fronte ad uno stato di autointossicazione, l'organismo sotto il dominio della psora si comporta in due maniere: se si trova in uno stato stenico, cio in uno stato di intensa reattivit difensiva, stabilisce un'azione centrifuga di eliminazione attraverso la pelle e le mucose, oppure si manifestano alternanze morbose; nello stadio astenico, ovvero nello stato passivo di cedimento, l'invasione tossinica ha il sopravvento e conduce il paziente a malattie del ricambio ed alla sclerosi. Le manifestazioni tipiche di questa FEFP, pertanto, consistono in eliminazioni cutanee e mucose con eczemi, orticarie, asma, corizza da fieno, infezioni reumatiche, alternanze morbose (che si manifestano allorch sono disturbate le vie di eliminazione naturale e l'organismo si trova costretto a convogliare verso altri organi emuntori le sue scorie), affezioni sclerotiche

Le forze energetiche fisiopatologiche cardiovascolari, renali ed epatiche e malattie del ricambio (quali il diabete, l'obesit e l'iperuricemia). Fra le modalit sono da notare gli aggravamenti dopo avere mangiato, dopo avere ingerito del latte e con il caldo (nel sulfurico), i miglioramenti sono descritti con il riposo e la tranquillit, con il calore (nel carbonico), con secrezioni, escrezioni ed eruzioni. Fra i desideri alimentari appaiono i cibi indigesti, ben conditi ed elaborati, lo zucchero ed i grassi (nel sulfurico). Fra le avversioni alimentari annoveriamo sempre il latte (specialmente nel carbonico, perch non digerito) e la carne (nel sulfurico). Psicologicamente lo psorico, quando nella fase stenica di difesa, si presenta intransigente verso se' stesso e verso gli altri, ostinato, tendente a non sacrificare mai i suoi principi e teso a concentrare la sua ostinatezza nella realizzazione di ci che vuole; ordinato, preciso, disciplinato nei suoi pensieri e nel suo lavoro, oltre che metodico, in lui ogni azione deve essere programmata con il preciso scopo di non prendere mai decisioni avventate, per cui tutto deve essere meditato e ragionato. Disciplinato ed obbediente, sopporta con dignit perch non vuole distruggere, ma semmai costruire ed organizzare. Giusto e leale, il suo linguaggio sobrio, conciso e le sue spiegazioni sono precise e nette. Ammette qualsiasi discussione, a condizione per che il discorso sia su un piano di giustizia e con la dichiarata volont di costruire e di realizzare. Sebbene molti lo stimino, ha poche amicizie per la durezza delle sue affermazioni e per la franchezza che talvolta rasenta la brutalit; da questo punto di vista pu sembrare un inaffettivo perch non esprime ci che sente e riesce quasi sempre a dominare le proprie emozioni. Quando si rompono gli equilibri (e cio quando si entra nella fase astenica) appaiono irrequietezza, inquietudini ed incertezze, in unione al non sapere cosa fare e dove andare, all'ansiet, a preoccupazioni, a timori di vario genere (di non essere capace di portare a termine impegni e progetti, di non arrivare in tempo, che il tempo sfugga) ed a paure di vario tipo (che possa accadere qualcosa, di morire, di non essere curabile, del buio). In questa fase si rilevano anche l'ipersensibilit agli odori ed il desiderio di viaggiare.

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Il tubercolinismo
La potenzialit patologica, presente nella cellula con questa forza energetica, si pu trasformare in malattia attraverso meccanismi di ossigenoidismo, disidratazione e demineralizzazione, fino alla lesione nella fase astenica di cedimento. Proviene da una trasmissione ereditaria della tossina tubercolare, ma al di fuori della malattia tubercolare. Come sempre, prima viene il terreno e poi la malattia, prima viene il terreno e poi il microbo. Le prime osservazioni sulla malattia tubercolare risalgono ai tempi remotissimi di Ippocrate, il quale aveva effettuato la prima descrizione clinica delle caratteristiche del morbo. Uno dei primi quesiti che insorse subito intorno alla malattia tubercolare, che in quel tempo decimava intere popolazioni, fu: contagio o eredit? Cause esogene (Aristotele e Galeno) o terreno (Ippocrate)? Verso la met dell'Ottocento, ovvero nel periodo di Laennec, Morgagni, Villemin, Koch, Forlanini e Calmette, si ebbero notizie pi ampie sull'eziopatogenesi e sui vari aspetti clinici e patologici della tubercolosi, al punto che, con la scoperta dei microbi, si and avvalorando il principio della contagiosit. Con il trascorrere degli anni, pi esattamente agli inizi del Novecento, i molteplici aspetti nuovi che il tema tubercolosi presentava e la virulenza stessa del bacillo, che fino allora si riteneva decisiva e determinante per PSORISMO

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Le forze energetiche fisiopatologiche

l'insorgenza della malattia, vennero gradatamente ridimensionati ed addirittura in gran parte svalutati. Fu addirittura osservato che la tubercolosi poteva non verificarsi in soggetti che, come il personale di assistenza agli ammalati, erano sottoposti ad un continuo e ripetuto contagio; fu inoltre rilevato che non esisteva un rapporto diretto fra virulenza dell'agente infettante e gravit della malattia. Fu quindi posto l'accento sul terreno come elemento determinante per l'insorgenza e lo svilupparsi della malattia. Anche se le prime osservazioni sulla grande importanza del terreno risalgono ad Ippocrate, furono il De Giovanni, il Viola, il Pende, il Sisto, il Fici e lo stesso Laennec che ne sostennero e ne rafforzarono il significato. Sulla base delle ampie ed accurate osservazioni da parte di tali autori, stata sostenuta e documentata l'esistenza di una eredopredisposizione nelle varie forme tubercolari, le quali si somigliano per tipo, lesione, sede ed evoluzione. E' stato inoltre precisato, attraverso numerose ricerche epidemiologiche, che nell'uomo l'eredopredisposizione si manifesta con la trasmissione di ben definiti caratteri morfologici, funzionali, neuroendocrini e psichici che danno origine al biotipo longilineo microsplancnico. Dice infatti il Mariani: "L'abito longilineo, detto anche abitus tisicus, presenta una deficienza del tronco rispetto agli arti, eccedenza del torace sull'addome e dell'addome inferiore sul superiore, prevalenza dei diametri longitudinali sui trasversali, torace in atteggiamento espiratorio con angolo epigastrico acuto, spazi intercostali larghi, scapole alate, astenia, vagotonia, ipotensione, predominio della tiroide ed emotivit". L'eredopredisposizione rappresentata, secondo lo studio costituzionalistico omeopatico, da forze energetiche biologiche predeterminate geneticamente e trasmesse ereditariamente, in grado di determinare il concetto omeopatico di tubercolinismo di un terreno, cio la specifica predisposizione di tale terreno all'attecchimento del bacillo di Koch. Il microbo diventa allora espressione dell'aggravamento, di un terreno cio incapace di difendersi contro l'aggressivit microbica, permettendo in tal modo allo stesso di attecchire e di svilupparsi. Dice infatti lo stesso Pasteur: "Prima il terreno poi il microbo". Aggiunge il Marigliano: "Il germe della tubercolosi non potr mai creare la malattia senza l'approvazione di tutto il terreno". Per tutta questa serie di ragioni ci sentiamo in dovere di ritenere che l'eredopredisposizione alla malattia tubercolare crei un biotipo a se' stante, anche perch le malattie ed i sintomi che devono fare pensare al tubercolinismo sono abbastanza ben definiti. Nella fase stenica attiva, quando cio l'organismo cerca di effettuare una difesa, la disintossicazione verr realizzata attraverso l'apparato linfatico ghiandolare (con le microadeniti, le tonsilliti e le appendiciti); attraverso le sierose (con le pleuriti, le peritoniti, le sinoviti e le meningiti); attraverso le mucose (con facili raffreddori, tracheiti, bronchiti, diarree, leucorree e cistiti); attraverso la pelle (con il morbillo, l'eritema nodoso, l'eritema di Dazin); con la stasi venosa (con geloni e cianosi delle estremit). Nella fase astenica (nella fase cio di cedimento) che orienter il biotipo verso la disidratazione e la demineralizzazione, avremo astenia fisica (soggetti che non resistono ad un lavoro prolungato, sia fisico che intellettuale), tendenza alle suppurazioni (pelle malsana e secca), fame vivace (il tubercolinico un soggetto che mangia molto e non ingrassa, ha fame anche di notte, con fame a met mattinata o pomeriggio), tendenza alla parassitosi intestinale, diarree per superalimentazione e l'aggravamento dei disturbi con tutte le condizioni che aggravano la stasi venosa: il riposo ed il caldo. Osserviamo lo stato psicologico del biotipo tubercolinico. Durante la fanciullezza il ragazzo che vive nel mondo della sua fantasia e della sua immaginazione, al punto da crearsi un mondo per se', presso il quale vive in maniera deliziosa, parla con se stesso e si irrita se viene disturbato. Questo TUBERCOLINISMO

Le forze energetiche fisiopatologiche suo mondo lo perseguita anche la notte, per cui o dorme poco oppure ha un sonno irrequieto (e la mattina pertanto sempre stanco). Spesso anoressico per una situazione di conflittualit fra il mondo irreale in cui vive e la realt che lo circonda. Da adulto alla continua ricerca della perfezione e del bello, ma non come espressione di ambizione bens come ricerca di armonia. E' un entusiasta, un astratto, un ideatore in cui domina l'immaginazione e che possiede poco spirito realizzatore e di praticit. E' un indeciso, il soggetto dei forse, dei "se", dei "ma" e dei condizionali, per il continuo contrasto fra la sua immaginazione e la realt. E' affettivo e sentimentale, e per questo subisce frequenti delusioni. E' ambizioso, desideroso di gloria e di essere conosciuto perch in fondo sa che vale. Ama la poesia, la musica, la pittura e la scultura. L'ordine programmato secondo schemi statici ed abituali il suo nemico. Deve essere guidato dall'ispirazione e dalla sensibilit. Ha un'intelligenza attiva, acuta e vivace. Tende a chiudersi in se' stesso perch desidera vivere nel suo mondo. Tende alle depressioni ed anche all'irascibilit, ma senza volere del male a nessuno. Non sa sopportare il dolore in quanto lo aumenta con il suo ragionamento e la sua ipersensibilit nervosa.

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Il fluorismo
E' la forza energetica capace di tradurre in malattia la potenzialit patologica predisposta nella cellula, attraverso degenerazioni e distruzioni cellulari fisiche e mentali, fino alla sclerosi. Il fluorismo rappresenta attualmente un vivace argomento di discussione fra gli omeopatici e le interpretazioni non sono sempre convergenti, anche se guidate dalla leale volont di portare un valido contributo alla spiegazione del rapporto fra omeopatia e costituzioni umane. Dalla prima impostazione di Hahnemann, che attribuiva al fluorismo l'elemento capace di formare una costituzione di base sostenuta da una pregressa infezione luetica, ad oggi, molte osservazioni e considerazioni sono sorte nell'intento di arricchire ed ampliare le basi della dottrina omeopatica onde concederle quella evoluzione che merita, al passo con il mondo scientifico moderno. Osserviamone lo sviluppo storico. Nebel ide le tre costituzioni calciche: la carbonica, la fosforica e la fluorocalcica. Leon Vannier svilupp i principi di Nebel, stabilendo tre costituzioni (la carbonica, la fosforica e la fluorica), ne descrisse gli aspetti morfologici, dinamici e caratterologici, le pose in un diretto rapporto con le tre intossicazioni principali (psora, tubercolinismo e intossicazione luetica) ed affid ad ogni costituzione una serie medicamentosa. Bernard distacc il fluorismo quale elemento formativo delle costituzioni di base e precis che le costituzioni sono tre (carbonica, fosforica e sulfurica), attribuendo al fluorismo un aspetto fisiopatologico che si inserisce in ogni costituzione, trovando tuttavia il suo principale sfogo presso il fosforico. Merito di Bernard quello di avere avviato in un'impostazione pi moderna (anche se discutibile) il rapporto preferenziale fosforismo e fluorismo. Lamasson, Guermonprez ed altri allargarono la visione eziologica attribuendo al fluorismo un'origine non solo eredoluetica, ma anche alcolica e di consanguineit. Apprezzando gli sforzi di tutti questi studiosi e maestri dell'omeopatia altri sostenitori, tra cui anche quelli appartenenti alla nostra scuola, si sono convinti che il fluorismo non sia una costituzione di base ma semmai un aspetto fisiopatologico secondario in grado di assumere un andamento autonomo in virt dei suoi caratteri morfologici, fisiologici e psichici; tale aspetto si inserisce in ogni costituzione e trae origine da un'eredit luetica pi o meno recente, dall'alcolismo e dalla consanguineit. Il fluorismo per noi costituzionalisti una capacit, un potenziale reattivo di difesa dell'orTUBERCOLINISMO

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Le forze energetiche fisiopatologiche

ganismo, che ha rapporti sintomatologici analoghi a quelli della sifilide, ma che non ha un'esclusiva dipendenza eziologica; infatti gli elementi che forniscono questa maniera di reagire del terreno sono rappresentati dai seguenti fattori ereditari: a) prossima o remota infezione sifilitica ( da notare che quando la malattia luetica passa da una generazione all'altra ormai intimamente inserita nell'ambito della costituzione e ne fornisce congrui aspetti fisiopatologici); b ) un'eredit alcoolica; c ) consanguineit. L'unica cosa, forse, da obiettare che il fluorismo tende ad evidenziare pi un aspetto patologico che fisiologico. Il termine fluorismo trae origine dall'aspetto fisiopatologico che dipende da alterazioni funzionali ed organiche rapportate ad un'imperfetta utilizzazione del fluoro e dei suoi composti. Il ricambio del fluoro determina gli aspetti fluorici cos come il carbone determina le caratteristiche dei brevilinei astenici (o carbonici), lo zolfo dei brevilinei stenici (o sulfurici), il fosforo dei longilinei astenici (o fosforici) ed il cloro dei longilinei stenici (o muriatici). Come tutti gli alogeni, anche il fluoro ed i fluoruri sono considerati veleni protoplasmatici per la loro capacit di entrare facilmente in combinazione con le sostanze proteiche, con le sostanze grasse e con i glucidi, danneggiando la cellula. In tal caso i fatti patologici sono rappresentati da denutrizione, dolori diffusi lungo tutta la colonna vertebrale, andatura rigida, inarcamento del dorso, tumefazione dei capi articolari, pelle secca e squamosa, cachessia. E' stato per notato che, fra tutte le lesioni, quelle pi interessanti sono a carico delle ossa, dove il fluoro si deposita in notevole quantit, determinando alterazioni di natura osteoplastica accertate istologicamente. Il Sabatini enunci un'ipotesi interpretativa del meccanismo d'azione del fluoro sulle ossa affermando che "il fluoruro di calcio sottrarrebbe una quantit notevole di ioni calcio indispensabili per la normale funzionalit", aggiungendo per che "altri fattori devono entrare in gioco, perch si visto che somministrando fluoruro di calcio nei cibi, oppure fluoruro di sodio e contemporaneamente sali di calcio, non si impedita la comparsa dell'avvelenamento". La patogenesi quindi, come anche sostiene la farmacologia tradizionale, piuttosto complessa. L'esperimento omeopatico, sostenuto dalla sperimentazione diretta sull'uomo, evidenzia e precisa che i fatti patologici del fluoro sono lenti e cronici e sono rappresentati da distrofie, infiammazioni croniche, distruzioni, ulcerazioni e sclerosi. Da notare che anche presso i fosforici abbiamo ulcerazioni e distruzioni ma, mentre presso di loro le ulcerazioni sono legate alla disidratazione e alla demineralizzazione, nei fluorici tali lesioni sono dovute all'azione distruttrice diretta del fluoro. Gli organi pi comunemente colpiti sono le ossa con fenomeni di infiammazione, ulcerazioni, ipercalcificazioni (per azione del fluoruro di calcio) e di osteoporosi (per azione del fluoruro di sodio); i denti con distrofie e facili carie; i legamenti con rilasciamento ed ipotonia (per cui avremo ptosi e lassit articolari, con facilit alle storte e frequenti lussazioni); i vasi sanguigni con ipotonia delle pareti e conseguenti aneurismi, varici ed emorroidi; stati irritativi e lesionali a carico dell'endotelio, con arteriti, aortiti, obliterazione, sclerosi ed ipertensione; la tiroide, l'ipofisi e le ghiandole surrenali, con ipofunzionalit per distrofia; la pelle e le mucose, con manifestazioni di vario tipo (ulcere varicose, eczemi, vitiligo, ittiosi, psoriasi, sclerodermia, fissurazioni, turbe trofiche delle unghie, leucoplasie); il sistema linfatico con ipertrofie croniche che tendono all'indurimento ed alla sclerotizzazione; il sistema nervoso, sia centrale che periferico, con irritazioni, turbe trofiche, degenerazione, sclerosi, psicosi, demenza, arretratezza, turbe della memoria e turbe del carattere. E' possibile sorprendere l'eredit fluorica tanto nell'anamnesi familiare quanto nell'anamnesi personale remota. Nell'anamnesi familiare con la FLUORISMO

Le forze energetiche fisiopatologiche presenza di pregressa lue, alcoolismo e consanguineit, con aborti ripetuti e parti prematuri, figli molto dissimili tra loro, malattie gravi e psicosi varie, arteriti, aneurismi e varici. Nell'anamnesi personale remota con la scarlattina, la rosolia e la parotite (per quest'ultima i pareri sono discordi, poich alcuni autori considerano la parotite un'eredit mista fra tubercolinismo e fluorismo), con il ritardo nello sviluppo degli atti fisiologici (in dipendenza da una patologia cerebrale), con le crisi acetonemiche, con il quadro psicologico appartenente ai cosiddetti "ragazzi difficili" (crisi di nervosismo, insonnia, etc.), con le masturbazioni precoci, le esostosi, le angine a ripetizione, le ipertrofie tonsillari ed adenoidee. Le modalit di aggravamento della sintomatologia si verificano durante la notte (da cui la paura per il periodo notturno) e al mare; viceversa il soggetto migliora in montagna. Fra i sintomi psichici annoveriamo: l'ira, che oltrepassa il controllo e diventa rabbia, violenza, furia, aggressione e distruzione; l'orgoglio esagerato, l'esaltazione e l'aspetto esagerato di alcune manifestazioni; le paure delle malattie e dei contagi (alcune delle quali diventano cos esagerate al punto da offuscare la mente e trasformarsi in terrore, un terrore che fa compiere atti inconsulti; le manie, e fra queste soprattutto la mania della pulizia, di lavarsi continuamente le mani, di lucidare e di strofinare, di toccare tutto e di spostare ogni cosa (elemento fra l'altro comune al sicotico); l'instabilit e la mutevolezza del carattere (va comunque notato che l'instabilit del fluorico non va confusa con l'instabilit del fosforico, perch in quest'ultimo caso essa dipende esclusivamente dalla disarmonia e dallo squilibrio psichico innato e profondo); il disordine; il complesso di inferiorit; le indecisioni; il desiderio di arricchirsi e di imporsi; la sospettosit e la gelosia irrefrenabile dovuta alla mancanza di fiducia; la delinquenza e la perversione; la tristezza profonda (fino all'autodistruzione) ed il desiderio di morire per il disgusto della vita; l'allegria, patologicamente di tipo esagerato e perci inopportuna; la lentezza nella comprensione, evidenziabile nei bambini arretrati, per esempio, con la necessit di leggere pi volte uno scritto per comprenderne il senso, e negli adulti con l'incapacit di sostenere una continuit di pensiero o di conversazione oltre un periodo di tempo abbastanza limitato (per un inizio di sclerosi). I sintomi locali evidenziano un apparato tegumentario colpito prevalentemente da calvizie precoce, capelli che emanano un cattivo odore, peli che cadono, ittiosi, psoriasi, sclerodermia, ulcerazioni lente e persistenti, cicatrici esuberanti; gli occhi presentano deformazione pupillare, una colorazione differente a carico dell'iride, iriti, cheratiti e coroiditi; da rilevare sono anche le emicranie, tendenti ad insorgere la notte ed a migliorare durante il mattino. Il cavo orale caratterizzato da un impianto irregolare dei denti (accavallati o diradati) ad aspetto seghettato, strettezza dell'arcata dentaria, mandibole molto piccole, palato stretto, leucoplasie e lingua scrotale. Il naso si presenta a sella, con una deviazione o una perforazione del setto nasale, ozena e polipi nasali (presenti anche nel sicotismo). A carico dell'apparato circolatorio sono da mettere in evidenza le anomalie cardiache (e fra queste la prevalenza del foro di Botallo), aortiti ed arteriti, il morbo di Reynaud, l'ipertensione e la sclerosi (assieme ad altre FEFP). L'apparato locomotore presenta un'iperlassit dei legamenti, per cui possiamo notare all'esame obiettivo che gli arti superiori, in estensione orizzontale, presentano un angolo aperto in alto sulla linea braccioavambraccio, mentre gli arti inferiori (in posizione eretta) presentano angolo aperto all'indietro; inoltre si possono avere esostosi, acondroplasie, pluridattila, acromegalia, unghie corte e larghe, il pollice schiacciato a racchetta, la sacralizzazione precoce della quinta vertebra lombare, le spine

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ventose, le osteomieliti subacute e croniche ed una sensibilit dolorosa a carico delle ossa (in particolare della tibia).

Il sicotismo
E' la forza energetica capace di tradurre in malattia la potenzialit patologica, predisposta nella cellula, attraverso meccanismi di idrogenoidismo e di reticoloendoteliosi. Questi meccanismi rappresentano delle azioni di difesa che l'organismo realizza per cercare di diluire o di imprigionare le scorie e quasi sempre creano una iperpatologia locale, fino a giungere al quod tumet. Il sicotismo trae il suo nome dal greco !"#$! che significa fico e vuole simboleggiare la forma peduncolata delle escrescenze a cui il biotipo tende. Il sicotismo non rappresenta una costituzione di base ma, come il fluorismo, un orientamento reattivo, una maniera di reagire dell'organismo, condizionato dalle diverse cause che, come vedremo, hanno creato la disponibilit patologica definita sicosi. Tale disponibilit patologica si trasmette geneticamente, non influenza la stimolazione dei foglietti embrionali, ma influenzer in un secondo tempo la funzionalit degli organi che hanno preso origine dai foglietti stessi. Il sicotismo pu assumere una sua autonomia, ed in tal caso abbiamo medicinali spiccatamente sicotici, anche se per lo pi si inserisce in altre costituzioni di base, fornendo gli aspetti fisiopatologici che gli sono propri. Le costituzioni presso le quali pi facile che il sicotismo si manifesti sono la carbonica e la sulfurica (con probabilit minori la fosforica e la cordoblastica). Si potuto constatare, infatti, l'esistenza di un rapporto fra psora e sicosi come entit biologiche derivanti da perturbazioni metaboliche, mentre il tubercolinismo ed il fluorismo sono legati ad intossicazioni microbiche: il tubercolinismo in maniera assoluta, il fluorismo in maniera preponderante. Nel soggetto carbonico la sicosi si instaura precocemente, fin dall'et infantile, perch l'ipoendocrinismo caratteristico del carbonico determina una tale scarsa capacit reattiva di difesa da permettere all'organismo di lasciarsi colpire dalle mille cause perturbatrici di tipo ambientale, mentre nel sulfurico (che ha validi mezzi di difesa) le manifestazioni sicotiche appaiono tardivamente, pi precisamente quando il soggetto perder la sua stenicit e la conseguente possibilit di eliminazione. E ancora, nel fosforico le eventuali manifestazioni sicotiche si realizzeranno in maniera ancora pi tardiva, perch l'ossigenoidismo rappresenta una valida opposizione all'idrogenoidismo ed alla sclerosi. Per tutta questa serie di motivi appare evidente che, da un punto di vista strettamente patologico, la combinazione pi deleteria sia rappresentata dall'accoppiamento del sicotismo con il fluorismo: da un lato il sicotismo determina un danneggiamento peculiare rilevabile in un rallentamento di ogni potere di difesa in virt dell'imbibizione idrica e della reticoloendoteliosi, dall'altro lato il fluorismo esercita un'azione distruttrice diretta a livello cellulare e quindi tissutale. Presso ogni costituzione i meccanismi di difesa sono sollecitati dalle FEFP: la psorica rappresenta la capacit reattiva valida del soggetto, che si traduce in un'eliminazione a carico della pelle e delle mucose (oppure in alternanze morbose cicliche a carico degli altri organi, quando l'emuntorio cutaneo non sufficiente); la tubercolinica si difende con l'ossigenoidismo, in grado di bruciare le scorie; la sicotica invece non si difende e determina nel biotipo una condizione di inefficace adattamento, di cedimento e di passivit da parte dell'organismo, il quale si lascia invadere dalle scorie del ricambio, compromettendo tutti i tessuti mesenchimali: il

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Le forze energetiche fisiopatologiche fluorismo distrugge e sclerotizza; il sicotismo un principio degeneratore lento, profondo e progressivo. Dice il Bernard: "La psora una difesa, la sicosi l'abdicazione". Dice lo Smith: "La psora l'espulsione manu militare, la sicosi la prigione". Il Fortier-Bernoville dice della sicosi che " una diatesi con turbe lente torpide e continue: il soggetto sicotico ammalato da un'affezione costante senza periodicit, senza discontinuit; le sue verruche saranno croniche e dureranno senza remissione. Dopo la prima fase asintomatica, al di fuori dell'esistenza delle verruche, sopraggiungeranno nel soggetto turbe varie, particolarmente a carico del sistema nervoso centrale e periferico. Il soggetto sicotico non capace di difendersi come lo psorico. La sua unica difesa consiste nelle secrezioni delle mucose, le quali d'altra parte si instaurano con molta difficolt". Il Martiny, in un suo studio sul valore biologico della sicosi, fa notare che i soggetti idrogenoidi hanno una tendenza naturale verso il sicotismo, che si rivela con l'atonia del sistema reticoloendoteliale, il quale reagisce insufficientemente di fronte alle infezioni croniche. L'insufficienza di tale sistema caratterizzata da difese organiche lente e torpide. Abbiamo riportato questi concetti, che appartengono ad autorevoli studiosi, perch l'interpretazione del sicotismo sotto il profilo costituzionalistico rappresentata da una condizione di ipofunzionalit generale, mentre alcune scuole, e non sappiamo esattamente sulla base di quali elementi, attribuiscono al sicotismo una condizione di iper. Secondo la nostra esperienza, volendo adoperare l'espressione "iper", questa va considerata non come un'iperfunzione di difesa, che in realt va sempre pi bloccandosi, ma semmai come un'iperpatologia con relativa iperplasia fino a giungere al quod tumet. Bisogna attenersi alla realt fisiopatologica del sicotismo e studiarla accuratamente non solo perch ci deve fare comprendere il malato, ma soprattutto perch una diatesi che di giorno in giorno cresce e si sviluppa in relazione ai tenori di vita che oggigiorno conduciamo calpestando ogni regola biologica. E' opportuno ricordare che la base fisiopatologica del sicotismo rappresentata dall'accumulo di scorie, dalla ritenzione idrica e dalla conseguente reticoloendoteliosi. La ritenzione idrica si rende responsabile della deviazione delle funzioni biologiche delle cellule creando un accumulo di liquidi interstiziali che rallentano la circolazione linfatica, elemento importante per gli scambi cellulari. Pertanto avremo nella fase astenica una diminuzione funzionale endocrina (ipofisarica, tiroidea, paratiroidea, gonadale), epatica, digestiva, renale e del sistema nervoso, con una depressione che giunge fino alla malinconia ed all'insorgenza di idee fisse. Possiamo avere dei segni di eccitazione nervosa, quando il sicotismo ancora agli inizi della sua espressione, con impazienza, frettolosit, irrequietezza e con il desiderio di toccare ogni oggetto. Ma quando il sicotismo totalmente instaurato nella sua espressione di cedimento, prevale sempre la depressione. Quando invece ancora esiste una certa stenicit avremo: a) un tentativo di difesa immunologica del reticoloendotelio, per inefficiente (con il mobilitare monociti ed istiociti e trasformarli in macrofagi); b) un ipercorticossurrenalismo come opposizione all'ipoendocrinismo di base (l'asse ipofisi-surrene regolato da una stimolazione compensatoria antagonistica, per cui ad un ipopituitarismo corrisponde un ipersurrenalismo e viceversa); c) un tentativo di difesa, anche questo insufficiente, attraverso la pelle e le mucose con sudorazioni circoscritte, secrezioni giallo-verdastre e con formazione di escrescenze, callosit, cisti e tumori benigni: sono tutti tentativi sterili. L'idrogenoidismo aumenter sempre pi e alcune cellule finiranno con il morire "affogate nel loro oceano" e verranno sostituite da tessuto fibroso e quindi di tipo sclerotico; altre cellule, che proliferavano come mezzo

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di difesa, rotti gli equilibri, assumeranno un andamento anarchico e trasformeranno il loro quod tumet benigno, di immobilizzazione tossinica, in tumori maligni. Le cause pi accreditate che determinano il sicotismo sono: la blenorragia acquisita o ereditaria; l'eccedenza alimentare o il tipo di alimentazione moderna, sostenuta da metodi nocivi di coltivazione e conservazione; le lunghe permanenze in ambienti umidi; l'avere subito malaria, febbre maltese, amebiasi, tifo o colibacillosi; l'avere subito abuso di sieri e vaccini; l'avere fatto abuso di medicinali in genere (in particolare antibiotici, cortisonici, pillola anticoncezionale e tranquillanti); per saturazione, secondo lo Zissu, di zolfo e mercurio; secondo altri autori per traumi cranici (ci spiega Natrum sulphuricum); secondo Ortega per la soppressione di secrezioni, di eliminazioni di scorie che rimangono imprigionate nell'organismo. Il Martiny esclude che la FEFP tubercolinica possa sicotizzare. Tutte queste cause possono essere sia acquisite che ereditarie. Il sicotismo orienta l'organismo verso l'idrogenoidismo, la sclerosi ed i tumori. L'idrogenoidismo lo possiamo considerare come un tentativo di difesa dell'organismo che cerca di immobilizzare e diluire le scorie, mentre la sclerosi ed i tumori sono un fatto patologico concreto. La sclerosi sicotica, se si installa presso un carbonico, per lo pi di organo, se presso un sulfurico generale. Dobbiamo inoltre osservare che la sclerosi sicotica presso il carbonico, il quale possiede scarse capacit di eliminazioni e breve fase stenica, piuttosto precoce; di contro nel sulfurico, che invece possiede capacit centrifughe valide ed una fase stenica lunga, la sclerosi tardiva. Se invece interviene la FEFP fluorica, per la sua azione altamente distruttrice, le manifestazioni sclerotiche verranno accelerate. Quali sono le manifestazioni che ci devono fare comprendere la presenza del sicotismo? Prima di tutto le varie modalit che contraddistinguono tale FEFP, caratterizzate da un aggravamento con l'umidit, con il riposo ed in seguito ad un periodo di permanenza in montagna. Viceversa avremo un miglioramento alla sera, al mare e con il movimento, per lo pi lento e continuo. Tra la sintomatologia psichica da rilevare la depressione, fino alla malinconia. E' molto importante considerare che l'abbassamento del tono psichico del sicotismo sar pi o meno pronunciato in relazione alla costituzione di base presso la quale si inserisce: a) presso il carbonico (che rappresenta un soggetto gi di per se' stesso calmo, lento, pigro e pauroso) la depressione raggiunge facilmente la forma di tristezza, di afflizione e di profonda malinconia, per cui i timori diventano paure (paura che qualcosa possa accadere e procurare danno o intenso dispiacere, paura delle malattie, etc.); b) presso il sulfurico (che ha una notevole capacit reattiva) la depressione non solo minore ma, poich il soggetto non accetta uno stato che limita le sue attivit, avremo tre atteggiamenti reattivi sostenuti dalla psora e dal fluorismo: irritabilit (i cosiddetti depressi irritabili con ira persistente ed anche crescente, fino a diventare collera), allegria (un'allegria smodata, chiassosa ed esagerata, come se il paziente volesse fare partecipare tutti alla sua allegria: influenza nettamente fluorica) ed un'esaltazione dell'egoismo del sulfurico, che si traduce in prepotenza, desiderio di prevalere sugli altri, di conquistare sempre ci che vuole, di considerare gli altri come semplici oggetti, di voler sempre vincere: il classico dittatore. Per nel sottofondo psichico la depressione del sicotismo persiste e crea una conflittualit che si realizza in inconsistenza, instabilit, impazienza, inquietudine, desiderio di fuga, come se volesse far fuggire le scorie di cui impregnato e che sono in lui imprigionate.

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Le forze energetiche fisiopatologiche Tra i sintomi generali predominante la stanchezza fisica: il soggetto si sente pesante, ha bisogno continuo di riposarsi, di sedersi perch ogni sforzo lo affatica (anche se il riposo tende ad aggravare la sintomatologia). Questa stanchezza si evidenzia la mattina al risveglio, o comunque dopo un lungo riposo, con una grande fatica ad alzarsi, con la sensazione di avere dormito poco oppure con una spiacevole sensazione di torpore e rigidit delle membra. Per l'enorme sensibilit che i sicotici hanno verso l'umido, sono considerati come dei veri e propri barometri, la loro stanchezza peggiora con l'avvicinarsi del tempo umido. Altri sintomi generali consistono in secrezioni persistenti o recidivanti giallastre o verdastre ed in un ingrassamento progressivo per ritenzione idrica ed ipoendocrinismo. I sintomi locali sono quasi tutti a carico di pelle e mucose. La pelle si presenta grassa ed untuosa per iperseborrea, specialmente nei solchi fra naso e guance, alla radice del naso e nelle sopracciglia; i pori sono dilatati, per cui la pelle del viso assume l'aspetto a buccia di arancia, a cui si aggiunge la presenza di comedoni, nei rossi, acne ed escrescenze benigne e maligne; le labbra sono leggermente violacee e con una patina biancastra; sono descritti edemi sopra- e sottopalpebrali, edemi malleolari e cellulite (che ha la caratteristica di essere dolorosa alla pressione); le unghie sono deformate, si rompono facilmente, sono caratterizzate da striature longitudinali, e tendono ad incarnirsi (specialmente quelle dei piedi); i sudori sono grassi, vischiosi, macchiano la biancheria ed emanano un cattivo odore che ricorda una zuppa di porri; caratteristici sono i dolori alla pressione della faccia anteriore della tibia sinistra nel suo terzo inferiore (secondo Farrington, anche la carie della radice dei denti un segno di sicotismo). A carico delle mucose, specialmente quelle genito-urinarie, sono descritti numerosi processi di eliminazione, sotto forma di infiammazioni croniche e di tumori benigni.

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Istituto di Medicina Naturale

Le costituzioni secondo il principio embriologico

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Perdete l'abitudine di ritenere come falso ci che ignorate e non continuate a limitare le vostre conoscienze. Vannier

a scienza delle costituzioni umane studia i caratteri morfolo gici, funzionali, intellettivi e psichici, appartenenti alla normalit in un momento in cui domina ancora lo stato fisiologico della salute. Poich l'importanza dei caratteri individuali si rileva principalmente nello studio della disposizione alle malattie e nel decorso di queste, stata messa in risalto la necessit dello studio delle costituzioni nel settore clinico della medicina, e di conseguenza nell'omeopatia, che della clinica, della patologia e della terapia, con le risposte dell'organismo nella sperimentazione sull'uomo sano, la pi importante e valida espressione. Possiamo considerare la dottrina omeopatica come un ideale ponte di passaggio fra la fisiologia pura e semplice (espressa dalle costituzioni individuali) e la patologia, interpretata con le sue varianti individuali, inserita nel contesto della legge della similitudine, nonch la terapia altrettanto individualizzata. Se la dottrina omeopatica fosse studiata ed interpretata in questo contesto, e cio in rapporto con le particolarit fisiologiche delle costituzioni e le loro diatesi, cesserebbe di essere considerata, come stato fino ad oggi, inafferrabile ed astrusa, per divenire un concetto concreto con profonde radici nella realt scientifica ed una grande utilit pratica, poich offre all'organismo, con la sua terapia individualizzata ed energetica, l'unica possibilit di mantenere in uno stato di latenza, presso un biotipo, gli orientamenti morbosi, oppure di recuperare il suo equilibrio ai primissimi segni di una malattia, ancor prima che si manifesti la patologia completa con

Scuola Italiana di Naturopatia

Le costituzioni secondo il principio embriologico la totalit dei sintomi. Questa la differenza, a parer nostro, fra Kentismo ed omeopatia costituzionalistica. La scienza delle costituzioni umane privata dell'apporto terapeutico omeopatico assume soltanto un aspetto vago, intuitivo e dottrinale senza intenti pratici o applicativi, allo stesso modo in cui la dottrina omeopatica privata della conoscenza delle costituzioni individuali non pu spiegare il meccanismo genetico della malattia in maniera scientifica e (cosa molto pi importante) non pu esercitare il ruolo importante e fondamentale di medicina preventiva oltre che curativa. In questo consiste l'intimo ed indissolubile rapporto integrante fra le due dottrine. Questo connubio, che conferisce la giusta matrice scientifica all'omeopatia, pone in una nuova luce il problema del passaggio dallo stato fisiologico allo stato patologico ed offre inoltre la possibilit di una vera e propria risoluzione terapeutica al medico ed al malato; nonostante tutto ci, moltissimi sono ancora quegli omeopatici che osteggiano questa impostazione e relegandola nel settore della impurit omeopatica ritenendo, ci auguriamo in buona fede, che possa denaturare o schematizzare i principi dettati da Hahnemann mentre, secondo noi, contribuisce ad esaltarli ed a renderli pi fecondi. Ribaditi questi concetti, che riteniamo di fondamentale importanza, approfondiamo lo studio dettagliato dei biotipi con le loro caratteristiche morfologiche, funzionali, psichiche e con le loro diatesi. E' bene precisare che le quattro costituzioni che esamineremo hanno gi un'espressione di rottura fisiologica perch la prevalenza e la deficienza di alcuni foglietti embrionali determinano gi irregolarit funzionali. Ci spiega il motivo per cui, quando studieremo i medicinali corrispondenti, vi troveremo impronte di esaltazioni fisiologiche: tali esaltazioni si evidenzieranno in maniera pi o meno precoce e pi o meno completamente in relazione ai poteri di resistenza dei relativi terreni. Pertanto in ogni costituzione distingueremo sempre una duplice espressione: una fase stenica ed una fase astenica. La fase stenica rappresenta la capacit della costituzione ad opporsi alla causa perturbatrice, attuando tutti i mezzi a propria disposizione per mantenere l'equilibrio fisiologico. La fase astenica rappresenta il cedimento dei poteri di difesa, il che comporta l'apparire delle manifestazioni patologiche insite nella costituzione stessa. Sulla base di tale distinzione riusciamo a comprendere e ad interpretare quei sintomi farmacologici che alcune materie mediche definiscono opposti, difficilmente comprensibili, richiedendo altres un notevole sforzo mnemonico per essere ricordati. Ogni costituzione, quindi, caratterizzata dalla presenza di tali fasi. L'endoblasta (brevilineo astenico del Pende o carbonico) denuncia precocemente un orientamento patologico, in quanto la sua fase stenica di breve durata e quasi insignificante; in maniera piuttosto rapida tende a divenire un astenico depresso in cui appaiono le manifestazioni patologiche dovute all'incapacit di eliminare i prodotti del ricambio (per un ipoepatismo che si aggrava sempre pi sotto l'azione della FEFP psorica) ed alla reticoloendoteliosi che appare precocemente sotto l'azione della FEFP sicotica. Il mesoblasta (brevilineo stenico del Pende o sulfurico) ha un aspetto patologico meno precoce del precedente, perch la fase stenica, cio la sua fase di difesa, di lunga durata; esso sar caratterizzato da tutte quelle manifestazioni cutanee ed a carico delle mucose che gli permetteranno di mantenere la disintossicazione fino alla sclerosi (a cui tende e che sar tardiva). L'ectoblasta (longilineo astenico del Pende o fosforico) ha una patologia precocemente evidente perch la fase stenica di breve durata, anche se pi lunga di quella dell'endoblasta, grazie al suo ipertiroidismo ed

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Le costituzioni secondo il principio embriologico

all'ipersimpaticotonismo che ritroviamo sotto l'azione della FEFP tubercolinica. Da notare che l'ipertiroidismo e l'ipersimpaticotonismo, se in un primo tempo sostengono il biotipo, celermente poi lo disidratano, lo bruciano, lo consumano, lo demineralizzano e lo conducono alla fase astenica, caratterizzata dall'invasione dei prodotti del ricambio. Il cordoblasta (longilineo stenico del Pende o muriatico), infine, possiede una fase stenica di lunghissima durata, perch elimina perfettamente le scorie del ricambio e si difende ottimamente di fronte alle aggressioni morbose: presenta, pertanto, una scarsa patologia (nel caso in cui sia presente, essa risulta sempre a carico dell'emuntorio naturale rappresentato dalla cute). Si accosta al tipo ideale, al tipo equilibrato ed armonioso. Attraverso quali modalit le FEFP riescono a determinare questo insieme di squilibri organici? Non si sa ancora con precisione. Attendiamo che la biologia umana, la biochimica o la batteriologia ci possano fornire un giorno elementi tali da potere spiegare il problema. Secondo alcune recenti interpretazioni, le FEFP nel nostro organismo giuocano un ruolo simile a quello che potrebbe essere svolto da un antigene che stimola le reazioni organiche, le quali imprimono al malato l'aspetto della sua costituzione. Tale reazione organica risulta maggiormente concentrata sul sistema reticoloendoteliale, che esercita azione di primissima importanza nei fenomeni di difesa e di immunizzazione. E' per questo che tale sistema si trova principalmente abbondante in quegli organi che presiedono alla neutralizzazione delle sostanze da eliminare (sia come prodotti del ricambio, sia come sostanze estranee alla compagine dell'organismo e giunte per varie vie, compresa quella alimentare) ed in quegli organi che elaborano le sostanze specifiche di difesa, ovvero quegli organi che rappresentano la barriera antitossica ed antitossinica: a) il fegato che, con la sua azione proteinoclasica e colloidogenica, assicura la decantazione dei prodotti del ricambio e regola la stabilit umorale (la sua insufficienza pu essere pertanto considerata all'origine dei fenomeni di intossicazione organica); b) il sistema linfatico, che cerca di incarcerare le scorie o le tossine con l'aumento dei poteri di difesa a livello dei suoi gangli; c) i tessuti che cercano di trattenere le scorie o le tossine fino a creare in loro stessi una malattia, come un ascesso di fissazione. Se tutte queste barriere di difesa non sono sufficienti a bloccare le scorie o le tossine, oppure se per qualsiasi altra causa queste sono in eccesso, l'organismo non sar pi in grado di opporsi e di difendersi, la diffusione delle scorie prender il sopravvento e si creeranno quei disturbi e quelle malattie cui ogni costituzione tende per predisposizione. L'interpretazione omeopatica attuale inquadra le FEFP quali elementi determinanti la costituzione ed in grado di stabilire l'orientamento e le tendenze morbose dell'individuo: in questo ambito esse assumono un grande valore clinico, eziopatogenetico e soprattutto terapeutico, poich ci danno la possibilit di utilizzare un gruppo di medicinali detti nosodi, capaci di opporsi, fino a neutralizzarla, all'azione patogena delle forze energetiche fisiopatologiche. I nosodi sono dunque medicinali anti-FEFP ottenuti diluendo e dinamizzando l'agente patogeno oppure i suoi prodotti. I principali nosodi sono il Tubercolinum (o TK), che si ottiene diluendo o dinamizzando l'espettorato di un tubercoloso contenente il bacillo di Koch; il TR, che si ottiene diluendo e dinamizzando la tubercolina residua di Koch; il Medorrhinum, che si ottiene diluendo e dinamizzando il pus blenorragico; il Luesinum, che si ottiene diluendo e dinamizzando la sierosit estratta da un'ulcera sifilitica; lo Psorinum, che si ottiene diluendo e dinamizzando la sierosit di una vescicola di scabbia. Altro elemento importante da non dimenticare quello secondo il quale le FEFP normalmente si associano fra loro per formare le costituzioni

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Le costituzioni secondo il principio embriologico di base e fornire gli aspetti clinici fisiopatologici delle costituzioni. Teniamo quindi bene in mente che in ogni costituzione sono presenti tutte le FEFP con un ruolo di maggiore o minore prevalenza. La FEFP psorica e la sicotica formano la costituzione endoblastica (brevilinea, astenica, carbonica) nella quale permangono in uno stato di latenza anche la tubercolinica e la fluorica, che possono occasionalmente evidenziarsi; la FEFP psorica e la fluorica formano la costituzione mesoblastica (brevilinea, stenica, sulfurica), nella quale anche la FEFP sicotica o la tubercolinica si possono episodicamente mettere in luce; la FEFP psorica e la tubercolinica formano la costituzione cordoblastica (longilinea, stenica, muriatica), nella quale possono anche esprimersi saltuariamente la fluorica o la sicotica; infine, la FEFP tubercolinica forma la costituzione ectoblastica (longilinea, astenica, fosforica), in cui possono anche alternativamente evidenziarsi le FEFP psorica, sicotica e fluorica. Schema da seguire nel descrivere ogni costituzione In ogni biotipo dobbiamo sempre sorprendere i segni morfologici, comprendenti elementi di statica (altezza, corpulenza, tono), la pelle con tutte le sue caratteristiche e la testa, con un approfondimento particolare sulla forma del cranio e sugli elementi che costituiscono la faccia (fronte, occhi, naso, arcata dentaria, palato, mandibola); si prosegue con l'esame del collo, del torace, dell'addome (di cui verr presa nota la forma e l'apertura epigastrica) e dell'apparato locomotore (soffermando la nostra attenzione sulla posizione degli arti, la forma della mano, la forma delle dita ed il tono muscolare); fra tutti questi segni morfologici, l'importanza rivolta alla testa (e particolarmente alla faccia) spiegabile col fatto che risulta in grado di esprimerci valide conferme costituzionali, cos come far il tronco, capace di fornirci tutti i principi pi importanti della vita vegetativa, e l'apparato locomotore, quale espressione della vita di relazione. Si prosegue poi con i segni fisiologici, segni che in senso costituzionalistico sarebbero di grandissima importanza ed utilit, dei quali per non si potuta trovare, a tutt'oggi, un espressione sintetica per le continue scoperte di indagine funzionale; verr presa nota della dinamica del paziente, della resistenza che il biotipo riesce ad opporre allo sforzo fisico ed alle malattie acute, oltre ad osservare i caratteri funzionali finora noti a carico dell'apparato digerente, respiratorio, circolatorio e neuroendocrino. La semeiologia omeopatica pone quindi notevole importanza all'esame dei segni psicologici della costituzione, soffermandosi sull'aspetto intellettivo e su quello caratteriologico, per completare il quadro semeiologico esaminando quali possano essere quelle tendenze morbose cui la costituzione risulta essere predisposta. A questo proposito risulter utile elencare gli esami di laboratorio che potranno rivelarsi pi frequentemente al di fuori dei valori normali in ogni biotipo. La parte conclusiva dell'esame del biotipo riguarder l'elencazione dei medicinali costituzionali partendo da quelli di base e proseguendo con i medicinali intermedi, nonch i farmaci costituzionali sintomatici o acuti e, quando necessario, gli eventuali farmaci di drenaggio.

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Il brevilineo astenico del Pende o endoblasta


Il brevilineo astenico del Pende corrisponde all'endoblasta del Martiny, al carbonico (secondo la classificazione biochimica omeopatica), allo psoricosicotico secondo la classificazione omeopatica, sempre in relazione alle FEFP che abbiamo gi visto. In questo biotipo vi un'eccedenza delle funzioni

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Le costituzioni secondo il principio embriologico

degli organi che nascono dal foglietto endoblastico, normalit o deficienza degli organi che nascono dal foglietto mesoblastico e sempre deficienza degli organi che nascono dal foglietto ectoblastico. Ricordiamo quali sono questi organi: dal foglietto endoblastico si originano le mucose dell'apparato digerente, il fegato ed il pancreas, le mucose dell'apparato respiratorio, le tonsille ed i polmoni, il timo, la tiroide e le paratiroidi; dal foglietto mesoblastico si originano i muscoli striati e lisci, lo scheletro ed il sistema osteoarticolare, il cuore ed i vasi (arterie, capillari, vene e vasi linfatici), il sangue, il reticoloendotelio, il mesenchima, il derma, i reni, la milza, la pleura ed il peritoneo, la corticosurrenale, le gonadi e l'ipofisi anteriore; dal foglietto ectoblastico si originano il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) e periferico (i nervi), il sistema nervoso simpatico, l'epidermide e le mammelle, l'epifisi, la parte midollare del surrene e l'ipofisi posteriore. A seconda della normalit o delle deficienze del mesoblasta, il biotipo carbonico sar pi o meno astenico. Segni morfologici Per quanto riguarda la statica del biotipo, esso risulta di media statura, con tendenza ad avere un'altezza sempre piuttosto bassa. E' comunque sempre un soggetto tendente all'ingrassamento ed all'obesit (tende spesso a superare i 10 Kg di eccedenza sul peso ideale) che per lo pi si manifestano nell'et pubere; in tal caso il grasso sar prevalentemente localizzato nelle gote, nel collo, nelle regioni mammarie e nel bacino. E' un grasso flaccido, acquoso, che cade in grosse pieghe. La tendenza all'ingrassamento di questo biotipo fisiologica, in quanto un mangiatore; ha una deficienza funzionale tiroidea (in aggiunta alla deficienza ipofisarica) ed inoltre caratterizzato da un iperinsulinismo che favorisce l'assimilazione degli idrati di carbonio e la loro trasformazione in grassi. L'insufficienza tiroidea sembra a prima vista un contrasto, in quanto ci si pu domandare: "Come mai vi un ipotiroidismo se la tiroide nasce proprio dall'endoblasta?" In realt, si tratta di un'ipofunzionalit secondaria: la tiroide non effettua a sufficienza i processi di sintesi e di liberazione di tiroxina a causa della mancanza di un adeguato stimolo tireotropo-ipofisarico. Vale la pena a questo punto ricordare sinteticamente la biosintesi degli ormoni tiroidei: lo iodio circolante nel sangue viene captato dalla tiroide, ossidato ed incluso nella molecola della tirosina, che la ghiandola immagazzina sotto forma di tireoglobulina. A seconda delle richieste, la tiroide esegue il processo di proteolisi liberando dalla tireoglobulina la tiroxina e la triiodotironina. Questi processi avvengono sotto gli stimoli dell'ormone tireotropo di origine ipofisarica, gli stessi stimoli che sono deficitari nel biotipo endoblastico (perch l'ipofisi di origine mesoblastica). Il biotipo quindi ingrassa perch ha una deficienza ipofisarica orientata anche verso la diminuzione dell'attivit dell'ormone somatotropo ipofisario, che trasforma gli idrati di carbonio in proteine, invece che in grassi. Il tono risulta di tipo astenico, con l'astenia che pu essere pi o meno accentuata in rapporto al mesoblastismo del biotipo, nella misura in cui esso pu essere normale o deficitario. La cute risulta pallida per tendenza all'anemia ed il sangue povero di eritrociti e di emoglobina (quest'ultima di stretta origine mesoblastica); la pelle ha un aspetto molle, imbibito, con uno scarso sviluppo pilifero, untuoso (a causa dell'eccedenza delle ghiandole sebacee). Esaminando la testa ci si rende subito conto di avere a che fare con un cranio brachicefalo o dolicocefalo. La faccia ha una forma rotondeggiante, tipicamente a luna piena, pastosa, con un aspetto infantile; i capelli sono fini e rari, con tendenza alla calvizie (a questo proposito vale la pena ricordare che

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Le costituzioni secondo il principio embriologico in questo soggetto tutti i peli sono fini e rari); la fronte piatta e sfuggente all'indietro; gli occhi risultano poco vivi, piuttosto addormentati, per cui danno al soggetto un aspetto poco espressivo; il naso concavo, con la punta tirata in su (il cosiddetto naso camuso). La bocca caratterizzata da labbra grosse, un'arcata dentaria larga, denti bianchi e quadrati (i molari sono larghi, i canini e gli incisivi sono corti e poco sviluppati), dalle radici piuttosto divergenti, per cui sono solidi ma si cariano facilmente all'altezza del colletto; il palato presenta una base molto sviluppata e di forma arrotondata, mentre la mandibola larga e molto sviluppata. Il collo corto e grosso; il torace svasato alla base, perch un torace corto; l'addome globoso. Abbiamo in questo biotipo la predominanza dell'addome sul torace e questo, insieme alle condizioni dei piani inferiori della faccia (labbra grosse, mandibola molto sviluppata), denunciano la prevalenza digestiva del soggetto. Quando il soggetto si pone nella posizione supina, l'addome flaccido e sporgente in basso. Per quanto concerne gli arti, nel biotipo prevalgono i segmenti prossimali, i quali risultano anche essere piuttosto corti e tozzi, oltre ad essere ricoperti da grasso acquoso e da cellulite. A braccia orizzontali, l'angolo braccio-avambraccio aperto in alto mentre a braccia lungo il tronco, l'angolo aperto in avanti; l'angolo coscia-gamba sempre aperto all'indietro. La mano corta, quadrata, grassottella, molle; le dita sono grosse, con unghie corte e quadrate; le linee del palmo sono poco numerose, poco profonde e pallide; i muscoli sono poco evidenti perch risultano coperti da pannicolo adiposo, ma si dimostrano prevalentemente ipotonici (assieme ai legamenti corrispondenti). I genitali sono ipoplasici, con un'accentuata tendenza al criptorchidismo. Segni fisiologici La deambulazione lenta e pesante: da notare soprattutto che il biotipo cammina di tallone; i gesti sono sobri, misurati, lenti, senza sforzi inutili. Questo perch il soggetto un astenico e fa economia delle sue scarse energie. Per quanto riguarda la resistenza allo sforzo fisico, la caratteristica del biotipo endoblastico l'astenia dovuta: a) all'incapacit di eliminare i prodotti del ricambio per l'ipoepatismo che la componente psorica gli procura; b) alla reticoloendoteliosi che la componente sicotica gli determina; c) all'ipoendocrinismo per azione sicotica. La debolezza, infatti, e la facile stancabilit, se non vi perdita di peso (che potrebbe far pensare alla possibilit di malattie organiche) sono da rapportarsi all'ipotiroidismo, all'ipopituitarismo e all'iperparatiroidismo, specialmente se sono accompagnate da diminuzione della tollerabilit al freddo, da diminuzione della libido, da dolori ossei e da tendenza alla litiasi renale; d) alla lentezza della circolazione linfatica, che comporta una deficiente vitalit di tutti gli organi. Quest'ultimo punto appare una logica conseguenza del fatto che la circolazione linfatica una circolazione passiva (le pareti dei vasi linfatici sono capaci di debolissime contrazioni) e si effettua con i movimenti respiratori, con le pulsazioni delle arterie e con le contrazioni muscolari, ovvero con tutti quei mezzi che traggono origine dal mesoblasta, deficiente in questo soggetto. Esaminando la resistenza alle malattie del biotipo, pi in generale ricordiamo che in ogni malattia acuta distinguiamo cinque fasi: fase di incubazione, fase di invasione, periodo di stato, periodo di defervescenza e convalescenza. L'endoblasta ha una lunga incubazione, una fase di invasione appena accennata, un periodo di stato con deboli reazioni, una defervescenza per lisi ed una convalescenza lunga. In alcuni casi pu anche verificarsi il pericolo di morte, a causa delle scarse reazioni di difesa del biotipo,

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Le costituzioni secondo il principio embriologico

specialmente nelle malattie infettive sostenute da bacilli (quali colibacilli, bacilli dissenterici e bacilli del tifo). Gli orientamenti fisiologici che distinguono il biotipo brevilineo astenico sono: la predominanza della vita vegetativa su quella di relazione, da cui deriva la sua passivit nell'inserimento e nell'adattamento all'ambiente; la lentezza in ogni sua funzione, compresa quella epatica e renale (ad eccezione di quella digestiva); la deficienza mesoblastica determina contrazioni cardiache che mancano di forza, per cui vi ipotensione arteriosa, una circolazione periferica piuttosto torpida, tuniche venose atoniche (con tendenza quindi alla stasi venosa) ed atonia delle tuniche capillari del derma (di origine mesoblastica): da qui possono originarsi una tendenza alla pelle marmorizzata, alle acrocianosi, ai geloni ed agli edemi; la fame eccessiva, sia in rapporto allo sviluppo dell'apparato digerente (endoblastico), sia perch manca il freno diencefalico della fame: il soggetto ghiotto e goloso, la sua passione mangiare e dormire, e anche la questione sessuale lo interessa relativamente poco perch la libido scarsa; una marcata tendenza all'obesit, sia perch (come abbiamo gi visto) il biotipo un mangiatore, sia perch la trasformazione degli idrati di carbonio in grasso risulta accentuata per la deficienza dell'ormone ipofisario che regola questi ricambi; una costante idrofilia, poich il ricambio idrosalino sotto il dominio delle tre ghiandole ipofisaria, tiroidea e surrenale; un'accentuata carenza vitaminica (soprattutto di vitamine A, C, D ed E); infine possiamo avere anche una turba del ricambio del calcio, perch il biotipo incapace di utilizzarlo al meglio. L'aspetto neuroendocrino del brevilineo astenico evidenzia un biotipo che risulta endocrinologicamente un ipopituitario, un ipogonodale, un ipotiroideo secondario, un ipertimico, un iperpancreatico, un iperparatiroideo ed un vagotonico. L'ipofunzionalit tiroidea (che sembra un controsenso, dato che la tiroide trae origine dal foglietto endoblastico) dovuta alla diminuzione dei processi di sintesi e di proteolisi della tiroxina (che avvengono sotto la stimolazione dell'ormone tireotropo ipofisario). C' anche da osservare l'azione antagonista fra timo e tiroide ed il prolungarsi dell'attivit timica. Segni psicologici Possiede un'intelligenza analitica e concreta. Caratteriologicamente un soggetto calmo, sonnolento, apatico, sedentario, poco combattivo e rinunziatario. E' il classico gregario che ubbidisce. Preciso, diligente, metodico e paziente, ama stare con poche persone, parla poco e, quando reputa che valga la pena farlo, parla solamente di ci che lo interessa. E' regolato dalla legge del minimo sforzo. Tendenze morbose Il biotipo brevilineo astenico da bambino tende alla diatesi linfatica torpida ed alla diatesi essudativa-catarrale caratterizzata da processi infiammatori a carico della cute (eczemi, intertrigo, prurigo), dell'apparato respiratorio (laringiti, tracheiti, bronchiti), dell'apparato digerente (gastroenteriti), dell'apparato urogenitale (balaniti, vulviti, vaginiti, cistiti) e da infiammazioni a carico dell'occhio (blefariti e congiuntiviti); dall'et matura in poi tende alla malattia reumatica acuta, alla poliartrite cronica primaria di tipo degenerativo ed alla sclerosi circolatoria; fondamentale risulta essere anche la sclerosi di organo (diatesi abiotrofica senile), caratterizzata dalle alterazioni regressive del fegato, del pancreas e del miocardio, con la trasformazione del tessuto connettivale in tessuto fibroso e con perdita delle

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Le costituzioni secondo il principio embriologico fibre elastiche; in tal modo l'organo interessato dal processo di sclerosi perde gradatamente la sua funzione ed il suo trofismo. In et avanzata sopraggiunge la miocardiosclerosi con fibrillazioni atriali; in ogni caso il biotipo sembra sfuggire all'episodio acuto coronarico, perch frequentemente ipoteso. Inoltre esso tende alle tromboflebiti ed allo stato varicoso per ipertensione venosa, alle alterazioni del ricambio con ipercolesterolemia, diabete ipoinsulare ed obesit, alla diatesi allergica (per deficienza immunitaria), alla tubercolosi (che decorre con prevalenti caratteri essudativi e facilmente ulcerativi) ed ai tumori. Per tutta questa serie di motivi risulta di scarsa longevit. Biochimicamente rilevabile un'iperazotemia precoce (per sclerosi) ed un'ipercolesterolemia (sempre per sclerosi). Nel sangue abbiamo eccedenza di sodio e di potassio per vagotonismo. Il gruppo sanguigno generalmente B (qualche volta AB). La FEFP di base la psorica a cui si aggiunge quella sicotica e la tubercolinica. Medicinali costituzionali Il medicinale costituzionale di base senz'altro la Calcarea carbonica. Fra i medicinali intermedi ricordiamo la Magnesia carbonica, il Kalium carbonicum, il Natrum carbonicum, la Baryta carbonica, l'Ammonium carbonicum, il Carbo vegetabilis ed il Carbo animalis; non vanno poi dimenticati alcuni medicinali pluricostituzionali di notevole importanza e di largo impiego in questo biotipo quali il Lycopodium clavatum, l'Hepar sulphur, la Graphites e la Sepia; infine sono molto utilizzati anche i nosodi Psorinum (per la componente psorica), Medorrhinum (per la componente sicotica), TK e Luesinum (se vi sono espressioni tubercoliniche o fluoriche). I medicinali costituzionali sintomatici o acuti vengono classificati secondo un ordine legato alla prevalenza delle FEFP, a seconda se assistiamo ad una prevalenza della psora (Belladonna, Eupatorium perfoliatum, Hyosciamus niger, Cantharis, Bromium, Stramonium, Capsicum, Cuprum metallicum, Zincum metallicum); della psora con tubercolinismo (Spongia tosta); della psora con sicosi (Antimonium crudum, Antimonium tartaricum, Dulcamara, Conium maculatum, Capsicum, Thuya occidentalis, Natrum carbonicum); della psora con fluorismo (Baryta carbonica). Approfittiamo per ricordare quali sono i farmaci che possono favorire il drenaggio epatico (Chelidonium, China officinalis), il drenaggio renale (Berberis vulgaris, Chimaphila umbellata, Pareira brava), il drenaggio dell'apparato digerente (Condurango, Ornithogalum, Hydrastis), il drenaggio pancreatico (Senna), il drenaggio della prostata (Sabal serrulata) ed il drenaggio del retto (Ruta, Scrofularia).

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Il brevilineo stenico del Pende o mesoblasta


Il brevilineo stenico del Pende corrisponde al mesoblasta del Martiny, al sulfurico (secondo la classificazione biochimica omeopatica) oppure allo psorico-fluorico secondo la classificazione omeopatica stilata in relazione alla FEFP. In questo biotipo ritroviamo un'eccedenza funzionale degli organi che provengono dal foglietto mesoblastico, una normalit degli organi endoblastici ed una deficienza di quelli ectoblastici. Segni morfologici Di altezza tipicamente normolinea o leggermente inferiore alla media, il mesoblasta caratterizzato da quella corpulenza tipica di un soggetto tozzo, leggermente tendente al grasso, anche se non il grasso pallido e flaccido

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Le costituzioni secondo il principio embriologico

dell'endoblasta ma semmai un grasso tonico e colorato, che tende a risparmiare gli arti. E' quindi un biotipo forte, sia per lo sviluppo muscolare (di origine mesoblastica), sia per il suo ipercorticosurrenalismo. E' l'atleta della forza e della resistenza. La pelle di colore rosso, per un'esuberanza del numero dei globuli rossi e per l'ottima irrorazione sanguigna (di origine mesoblastica). E' un soggetto pletorico, caratterizzato anche da una notevole abbondanza di peli nell'et adulta. Esaminando la testa del soggetto ci si accorge che il cranio pu essere normocefalo o brachicefalo. La faccia risulta di forma quadrata, dove appare ben sviluppata la parte digestiva (perch un mangiatore) e quella respiratoria. Questo sviluppo della parte respiratoria non dovuto ad un maggior incremento dei polmoni (che semmai risultano di origine endoblastica) ma ad una iperfunzione respiratoria per una aumentata attivit circolatoria. Anche se i capelli appaiono scarsi, facilmente rilevabile un'ipertricosi al torace ed al viso. La fronte obliqua, sfuggente e presenta un'arcata sopracciliare piuttosto pronunciata, come una tettoia. Gli occhi sono piccoli e tondi, il naso convesso e grosso. La bocca presenta un'arcata dentaria regolare, denti quadrati e larghi, di colore bianco-giallognolo (ricordiamo comunque che i denti bianchi non rappresentano un'espressione di vitalit), canini molto puntuti, radici divergenti: sono, pertanto, denti molto solidi, che si cariano raramente. Il palato ampio ed arrotondato mentre la mandibola appare pronunciata (abbiamo la cosiddetta bazza). Il collo largo, la nuca muscolosa (collo taurino). Il torace si presenta largo sia nella parte alta che nella parte bassa, piuttosto eccedente, con l'angolo epigastrico aperto per una iperfunzione respiratoria dipendente, come si detto, dall'iperattivit circolatoria, ed inoltre perch un torace corto. Il torace nel suo insieme tende ad essere quadrato e di forma inspiratoria. L'addome ben sviluppato. Gli arti sono muscolosi e relativamente corti: da notare soprattutto gli arti superiori corti ma con muscoli ben sviluppati;anche le spalle sono robuste. Caratteristica la posizione degli arti: a braccia orizzontali l'angolo braccio-avambraccio aperto in alto; a braccia verticali l'angolo aperto in avanti; l'angolo cosciagamba aperto all'indietro. La mano corta, quadrata e muscolosa, con dita corte e quadrate; le linee della mano sono poche ma nette, larghe, profonde e colorate. I muscoli ed i legamenti sono tonici e trofici, nel complesso ben sviluppati. E' un biotipo vigoroso, forte, di grande vitalit, con uno scheletro grosso: ha l'aspetto del guerriero. Segni fisiologici La dinamica del paziente rivela una deambulazione regolare, pesante, ben cadenzata. I gesti sono ben controllati, ma non per effettuare un risparmio di energia (come nell'endoblasta) ma piuttosto per un ipertono muscolare. Approfondendo il lato riguardante la resistenza allo sforzo fisico, la caratteristica del biotipo mesoblastico rappresentata dalla forza e dalla grande resistenza allo sforzo, anche se poi si rivela scarso dal punto di vista della velocit e della destrezza: quindi sar pi l'atleta dello sforzo e della resistenza che dello sprint. La sua energia e la sua resistenza lo conducono ad eccessi fisici, con tutte le conseguenze di tali eccessi. Caratteristica del brevilineo stenico la prevalenza della vita di relazione su quella vegetativa (l'esatto contrario dell'endoblasta). La fame eccessiva: un mangiatore, come il brevilineo astenico, e preferisce cibi e bevande forti. Caloroso per la pletora sanguigna, ha timore del caldo e quindi ama la stagione invernale. Il centro fisiologico rappresentato dall'apparato circolatorio e, come vedremo, tende al pletorismo, all'ipertensione ed all'iperglobulia. Il ricambio dello

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Le costituzioni secondo il principio embriologico zolfo turbato. Il mesoblastismo quindi un elemento di giovinezza e di vitalit del corpo per eccedenza funzionale del mesenchima reticoloendoteliale. Quando sopraggiungono malattie acute, la reazione violenta e pronta, l'ipertermia piuttosto precoce, il decorso di solito grave e tumultuoso, la defervescenza avviene per crisi e la convalescenza risulta rapida. Il biotipo tende alle malattie infettive acute (specie da cocchi) ed alle suppurazioni (frequente l'antrace della nuca). L'apparato respiratorio spesso sede di flogosi acute. La tubercolosi, quando si verifica, prevalentemente di tipo ulcerativo. L'aspetto neuroendocrino ci rivela che l'ipercorticosurrenalismo la nota dominante del biotipo brevilineo stenico; un ipergenitale, con un'eccedenza di testosterone nell'uomo e di estrogeni nella donna. Da notare che la donna in menopausa tende alla menorragia ed al virilismo surrenalico. E' anche un iperpituitarico anteriore perch l'ipofisi anteriore nasce dal mesoblasta.

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Segni psicologici

Le costituzioni secondo il principio embriologico

L'aspetto intellettivo pone in risalto un'intelligenza realizzatrice. Caratteriologicamente viene sottolineato un notevole desiderio di agire: si tratta di soggetti che non possono stare fermi e che devono camminare ed agire per scaricare la loro vitalit. Anche il loro pensiero non pu stare fermo, non possono soffermarsi molto nello studio e nella riflessione perch devono realizzare e pertanto la loro cultura talvolta superficiale. Sono soggetti che devono imporre le loro idee in maniera chiassosa, sono i classici personaggi del pugno sul tavolo. Tendenze morbose L'apparato cardiocircolatorio di questo biotipo il pi impegnato e pu manifestare le espressioni patologiche pi gravi; il biotipo tende all'ipertensione, all'ipercolesterolemia, all'arteriosclerosi diffusa (che appare precocemente), all'infarto, all'angina pectoris ed all'edema polmonare acuto. A carico dell'apparato digerente le malattie non sono frequenti, ma se vi un'ulcera duodenale questa va incontro con molta probabilit alla perforazione; tende alla cirrosi epatica ed alla diatesi dismetabolica e precipitante (cio alla gotta, al diabete, alla xantomatosi, all'obesit, alla litiasi epatica e renale); tende alla iperglobulia (fino al morbo di Vaquez), alle malattie allergiche; tende al morbo di Cushing1 e all'acromegalia2; tende alle nevrosi ed alla ciclotimia. Gli esami di laboratorio pongono frequentemente in evidenza iperglobulia, iperazotemia, ipercolesterolemia ed iperuricemia. Solitamente il biotipo appartiene al gruppo sanguigno B e 0. La FEFP di base la psorica a cui spesso si aggiunge la fluorica. Medicinali costituzionali Il medicinale costituzionale di base il Sulphur. Tra gli intermedi ricordiamo la Magnesia sulphurica, il Kalium sulphuricum, il Sulphuricum acidum e lo Psorinum. I medicinali costituzionali sintomatici ed acuti vengono classificati, come sempre, secondo un ordine legato alla prevalenza delle FEFP: con la psora avremo Aconitum napellus, Bryonia alba, Nux vomica, Ignatia amara, Coffea, Glonoinum, Ledum palustre, Arnica montana, Gelsemium, Lachesis trigonocephalus, Plumbum metallicum, Causticum e Cactus grandi; con psora e fluorismo avremo Nitricum acidum, Argentum nitricum, Argentum

Ed logico perch questa malattia, nonostante tutte le interpretazioni dei vari autori sulla prevalenza delle alterazioni endocrine, presentando un impegno dell'ipofisi anteriore ed un'ipercorticosurrenalismo, la possiamo considerare di attinenza mesoblastica: vediamo infatti quanti segni di mesoblastismo sono inclusi nella sintomatologia: l'obesit (e la faccia lunare pi o meno pronunciata, a seconda di come si comporta il contributo endoblastico), l'iperglobulia, l'ipertensione, il diabete, l'aumento dei chetosteroidi, l'irsutismo presso le donne, etc. Ed anche qui vi una precisa spiegazione: alla base di questa malattia vi un'iperfunzione ipofisaria (quindi mesoblastismo) a carico delle cellule eosinofile; da notare che nella letteratura, anche se si attribuisce un rapporto diretto tra acromegalia ed adenoma ipofisario, tuttavia si ammette che si possa avere tale patologia nella convalescenza di alcune malattie acute in soggetti predisposti (che noi chiameremo mesoblastici). Alcuni autori sostengono infatti che presso alcuni soggetti, in caso di malattie acute infettive, pu verificarsi una diminuzione della secrezione delle cellule basofile dell'ipofisi, le quali hanno il compito di stimolare gli ormoni corticosurrenali per effettuare una difesa. Verificandosi una tale evenienza, si instaura per compensazione una ipersecrezione delle cellule eosinofile dell'ipofisi, e quindi acromegalia. Se questa ipotesi reale, ecco che appare importantissimo l'uso del farmaco omeopatico anche nei casi acuti, in quanto, come sempre in ogni suo impiego (sia acuto che cronico), deve stimolare e mantenere in armonia funzionale ogni potere di difesa.

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Le costituzioni secondo il principio embriologico metallicum, Arsenicum album, Mercurius solubilis, Mezereum, Aurum metallicum, Platina e Palladium metallicum; con psora e sicosi avremo Natrum sulphuricum, Sanguinaria, Thuya occidentalis e Causticum; con psora e tubercolinismo avremo Arsenicum iodatum e Petroleum. Per il drenaggio epatico si utilizzano Carduus marianus, Chelidonium majus, Taraxacum dens leonis e Podophyllum peltatum; per il drenaggio renale somministreremo Berberis, Chimaphila o Pareira brava; per ottenere un buon drenaggio pancreatico potremo somministrare Senna oppure Iris, mentre per il drenaggio del retto abbiamo Ruta graveolens ed Aesculus hippocastanum.

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Il longilineo astenico del Pende o ectoblasta


Il longilineo astenico del Pende corrisponde all'ectoblasta del Martiny, al fosforico degli omeopatici ed al tubercolinico secondo la classificazione omeopatica in relazione alla FEFP. Presso questa costituzione prevalgono le funzioni che originano dal foglietto ectoblastico, il tutto accompagnato da una deficienza degli organi provenienti dai foglietti endomesoblastici: caratteri predominanti del biotipo saranno quindi astenia, ipoglobulia e magrezza. Dominano in senso assoluto le funzioni degli organi che derivano dall'ectoblasta: il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), il sistema nervoso periferico (i nervi), il sistema neurovegetativo (con prevalenza del simpatico), l'epidermide, le mammelle, la ghiandola pineale, l'ipofisi posteriore e la parte midollare della surrenale. Eseguendo una sintetica correlazione della prevalenza degli apparati dei vari biotipi, assegneremo all'endoblasta il principale sviluppo dell'apparato digerente, del respiratorio e del linfatico; al mesoblasta spetta la palma del maggiore sviluppo di muscoli, scheletro e sangue; l'ectoblasta rappresenta invece l'apice per quel che riguarda il sistema nervoso. Quest'ultimo il biotipo che evidenzia, come dice il Martiny, "la fase ascensionale della vita, in quanto il tipo cerebrale". Segni morfologici Pur se la statica descrive l'ectoblasta come un soggetto longilineo, esso pu risultare anche normolineo o addirittura brevilineo. E' il ragazzo che cresce rapidamente con le cosiddette "febbri di crescenza". Va sottolineata una tendenza alla magrezza la quale risulta difficilmente correggibile perch, oltre all'ipersimpaticotonismo ed all'ipertiroidismo vi un iperpinealismo che influisce sul metabolismo dei grassi. Il tono dominato da notevole astenia e gracilit, le quali rappresentano la sua caratteristica principale, una sorta di tassa da pagare alla deficienza mesoblastica. Tale astenia non gli permetter una posizione ben eretta, per cui il soggetto deve sempre appoggiarsi per sostenersi: lo far, per, con molto garbo, perch ogni atteggiamento del fosforico guidato dall'armonia, dal garbo, dall'eleganza e dalla compostezza. Queste sono tutte caratteristiche che lo differenziano dal biotipo presso il quale la FEFP fluorica presente in maniera preponderante, dando un comportamento disordinato, scomposto e disarmonico. La sua pelle risulter chiara per anemia costituzionale e sar precocemente rugosa, perch mal nutrita; inoltre il pannicolo adiposo scarso. Esaminando la testa dell'ectoblasta, notiamo immediatamente l'aspetto dolicocefalo del cranio, con appiattimento delle regioni temporali e parietali. La faccia di forma triangolare, con la base in alto ( il cerebrale del Sigaud), in quanto domina l'iperattivit cerebrale. I capelli sono abbondanti, con l'attaccatura piuttosto bassa sulla fronte e con una spiccata tendenza alla calvizie precoce; la fronte leggermente bombata e stretta, per una spinta dal

MESOBLASTA

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Le costituzioni secondo il principio embriologico

basso in alto e dall'avanti all'indietro; il naso affilato, convesso, ad uncino (per la stessa spinta della fronte). La bocca presenta l'arcata dentaria superiore leggermente protrusa e denti rettangolari, stretti e lunghi, di colore giallognolo, con radici lunghe e parallele: si tratta in ogni caso di denti poco solidi, con tendenza alle carie (preferibilmente centrali e simmetriche); il palato ogivale. Il viso nel suo insieme esprime stanchezza e mancanza di ogni vigore. Il collo lungo e sottile, con il pomo di Adamo molto evidente. L'ultima vertebra cervicale tende ad essere sporgente. Il torace stretto e appiattito in senso antero-posteriore, con la forma espiratoria e con l'angolo epigastrico acuto; le scapole sono alate, le spalle sono cadenti; le costole risultano piuttosto vicine alle creste iliache. E' il biotipo che rappresenta l'abitus tisicus di Ippocrate: sono i ragazzi scartati alla prima visita medica di leva. L'addome incavato: a tale proposito va sottolineato che l'addome inferiore eccede su quello superiore e l'ombelico leggermente pi in alto. Gli arti si rivelano poco muscolosi, lunghi e sottili, specie il braccio pi che l'avambraccio e la coscia pi che la gamba; gli inferiori sono pi lunghi di quelli superiori; il rapporto braccio-avambraccio e coscia-gamba in linea retta. La mano lunga, poco muscolosa ma elegante; il palmo contiene numerose linee mal disegnate, sottili e poco profonde; le dita sono lunghe ed affusolate, magre e con le unghie a mandorla. I piedi sono lunghi e stretti, con una spiccata tendenza all'abbassamento della volta plantare. Tutti i muscoli sono lunghi e sottili: le articolazioni presentano legamenti ipotrofici (per cui avremo ptosi di molti organi, scoliosi, cifosi e lordosi lombosacrale); c' una tendenza agli spasmi. L'ectoblasta rappresenta il biotipo che manca di sostegno: il suo atteggiamento , infatti, in cerca di sostegno e di appoggio. Segni fisiologici Come dinamica, ogni movimento dominato dall'eleganza, dall'elasticit e dall'armonia. La deambulazione poco regolare, non cadenzata, ma elastica, elegante, leggera e rapida. I gesti accompagnano il parlare allo scopo preciso di rafforzare il suo discorso e sono eleganti ed espressivi, non duri (come quelli del mesoblasta) o goffi (come quelli del fluorico) oppure assenti (come nell'endoblasta, che fa sempre economia dei propri sforzi). Per quanto concerne la resistenza allo sforzo fisico, l'ectoblasta un biotipo che, come abbiamo detto, manca di sostegno e si stanca facilmente. E' di poca resistenza fisica, ma recupera con estrema rapidit. Si protegge dagli sforzi e tende ad allontanare ogni impegno fisico. Si protegge anche dai cambiamenti atmosferici per paura di esserne danneggiato: pertanto l'individuo che si confina nella propria famiglia, nelle stesse abitudini, nello stesso clima. Il respiro tende facilmente a divenire corto, per cui incapace di una marcia affrettata e lunga: ogni azione, perch possa rendere, deve essere di breve durata. Nello sport il soggetto dello sprint, pi che della resistenza; ecco allora che amer e si realizzer nel nuoto, perch tale sport gli permette di armonizzare la sua forma, il suo aspetto e lo sviluppo dei muscoli in senso longilineo, e nella ginnastica ritmica, che gli permette di sviluppare la sua grazia. Ogni qualvolta il longilineo astenico sottoposto ad azioni diverse dalle sue abitudini, l'organismo assolve con impegno alle sue funzioni, ma paga piuttosto presto lo scotto, per cui tendono ben presto ad apparire disturbi sine materia, con quei malesseri vaghi che per lo pi sono soliti essere definiti nervosi. E' un freddoloso, ma non sopporta gli ambienti chiusi ed ha frequente desiderio di aria aperta per la sua scarsa ossigenazione. La pressione arteriosa bassa e si alza solo per stati emotivi: ci di facile

ECTOBLASTA

Le costituzioni secondo il principio embriologico spiegazione perch il dominio funzionale del biotipo rappresentato dal sistema nervoso e dal simpaticotonismo. La pubert ritardata e incompleta. La resistenza alle malattie acute scarsa, si ritiene sempre malaticcio, ma in realt ha raramente malattie serie. Nella malattia acuta l'incubazione prolungata, la fase di stato povera di sintomatologia perch sono scarsi i fatti reattivi, la defervescenza per lisi, la convalescenza lunga. Dal punto di vista neuroendocrino va sottolineato uno spiccato ipersimpaticotonismo, che determina un ipertiroidismo secondario ed instabile (per cui si andr facilmente incontro ad un distiroidismo). L'iperpinealismo un'altra delle caratteristiche fondamentali del biotipo. Nonostante la moderna scoperta della melatonina, che data dal 1968, quale ormone secreto dall'epifisi, non stato chiarito molto sulla fisiologia nei mammiferi, e nell'uomo in particolare. Esistono ancora ipotesi ed interrogativi che, anche se tali, ci permettono tuttavia di interpretare l'aspetto fisiopatologico del biotipo. Sembra che l'epifisi eserciti un'azione inibitoria sulla funzione delle gonadi. Con la pubert, pertanto, la sua funzione dovrebbe regredire e l'epifisi calcificarsi, perch antagonista degli ormoni sessuali: tuttavia recenti studi non hanno confermato questa ipotesi; la presenza di segni di calcificazione in pazienti morti prima della pubert ostacola questa ipotesi, per cui il significato funzionale della calcificazione epifisarica resta completamente inspiegabile. L'epifisi sembra anche in grado di influire sullo sviluppo fisico e psichico, ma poco chiaro se tale azione risulti eccitatoria oppure inibitoria, dato che i pareri sono discordi. E' stato comunque notato che asportando l'epifisi diminuisce lo sviluppo fisico e quindi si pensato che avesse un'azione di freno; ma in altri casi immettendo estratti epifisarici si visto aumentare lo sviluppo corporeo e psichico, il che non contribuisce ad infondere chiarezza alla questione. Secondo il Pende, la ghiandola epifisaria fino ad una certa et inibirebbe lo sviluppo, mentre dopo lo favorirebbe: forse la spiegazione pi logica, anche perch ci rende una spiegazione per ci che concerne la longitipa del biotipo che altrimenti non vi potrebbe essere, dato il deficit del foglietto mesoblastico da cui nasce l'ipofisi anteriore. Inoltre l'epifisi agisce sull'apparato circolatorio: somministrando ormoni provenienti dalla ghiandola pineale si avuto sperimentalmente un abbassamento della pressione arteriosa per azione sui centri neurovegetativi che regolano la pressione. Se non ci fosse questa azione epifisarica non ci potremmo spiegare la pressione bassa in questo biotipo che un ipersimpaticotonico. Infine non dobbiamo dimenticare l'azione epifisaria sul metabolismo dei grassi (asportando l'epifisi vi obesit, e quindi iperpinealismo vuole dire magrezza del biotipo), dei carboidrati (abbiamo glicosuria in seguito alla somministrazione di ormone pineale), delle proteine (somministrando ormoni pineali si ha un aumento della eliminazione di azoto, il che spiega la tendenza all'ipoazotemia del biotipo) e del calcio ( stato notato un aumento della calcemia con iniezioni di ormone pineale)1. Un altro aspetto neuroendocrino del longilineo astenico l'ipermedullosurrenalismo che provoca un'eccedenza di adrenalina e noradrenalina in circolo. L'adrenalina e la noradrenalina, secreti dalla parte midollare della ghiandola surrenale, oltre che alla loro classica azione di aumento della portata circolatoria ed accelerazione del ritmo cardiaco (azione sinergica con la tiroxina secreta dalla tiroide), secondo alcuni autori hanno azione di stimolo sulla corteccia surrenalica tramite l'ipofisi (attraverso l'asse adrenalina-ipofisi1

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Quest'ultima caratteristica, che a prima vista sembrerebbe in contrasto con le caratteristiche di fondo del tipo longilineo astenico, fra le quali annoveriamo anche uno stato di ipocalcemia, invece dovuta all'ipoparatiroidismo del biotipo.

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Le costituzioni secondo il principio embriologico

corticosurrene). Quel poco di forza che questo biotipo possiede gli proviene probabilmente proprio da questa via. Inoltre vanno sottolineati l'iperpituitarismo posteriore1, l'ipopituitarismo anteriore, l'ipocorticosurrenalismo, l'ipogonadismo e l'ipoparatiroidismo. Segni psicologici L'intelligenza astratta, il biotipo un idealista, non orientato verso la praticit, vuole fare mille cose e non ne riesce a concretizzare che poche. Intuitivo pi che ragionatore, sognatore pi che realizzatore. Caratteriologicamente predomina l'emotivit, l'ipersensibilit, l'immaginazione fertile e l'affettivit. E' un sentimentale. Il biotipo pessimista, depresso, di carattere tetro e sospettoso. Ha un complesso di inferiorit a causa della sua salute cagionevole: ci lo costringe ad avere una cerchia ristretta di amicizie ed a nutrire un certo senso di invidia verso coloro che sono pi sani e pi forti. Trova conforto e coraggio solo nell'arte, che ama pi di ogni altra cosa. E' anche ambizioso, avido di gloria, di onori, di farsi un nome (quando riesce a reagire al suo complesso di inferiorit) perch ha coscienza del suo valore intellettuale. Elemento di scarsa volont, non riesce a dominare neanche i suoi stati d'animo, che subiranno pertanto facili fasi di esaltazione e di depressione: i veri fuochi di paglia. Contraddistinto da una scarsa resistenza intellettuale, non regge alle lunghe applicazioni mentali (le classiche cefalee degli studenti). Ha paura delle malattie e pertanto il soggetto si reca continuamente dal medico per farsi controllare. Detesta tutto ci che metodo ed ordine regolamentato e schematizzato, odia la consuetudine. Rifugge la monotonia delle attivit, ogni azione deve interessare l'intelletto e spronare la fantasia. Di temperamento schizoide, detesta il lavoro fisico. E' il classico artista. Tendenze morbose Il biotipo tende alla diatesi reumatica, alla diatesi abiotrofica, alle distonie neurovegetative (sono tutti elementi che rendono il biotipo sempre affetto da mille malattie, facendolo sentire sempre malaticcio), alle anemie ipocromiche, ai catarri bronchiali, alle affezioni respiratorie ed alla tubercolosi. Nonostante quest'ultima predisposizione, il biotipo presenta tuttavia una buona resistenza locale per la tendenza alla fibrosi che assumono le lesioni specifiche. La tubercolosi del tipo ulcerativo pi frequente nel brevilineo stenico, la tubercolosi a carattere essudativo nel brevilineo astenico. In questo biotipo non raro il riscontro di vizi valvolari congeniti, di un'aorta morfologicamente pi stretta e di un'ipotrofia cardiaca, a causa prevalentemente del deficit metabolico: sono rare le cardiopatie vere e proprie. Questi individui tendono al dimagrimento ed alla demineralizzazione, alla ptosi, alle scoliosi, alle cifosi, al piede piatto (per ipotonia dei legamenti) ed all'affossamento dello sterno. I soggetti di questo tipo tendono anche agli spasmi per ipoparatiroidismo, alla ipofunzione epatico-pancreatica, all'atonia intestinale e gastrica (con conseguenti disturbi gastroenterici, fermentazioni e coliti). Gli esami di laboratorio evidenziano frequenti episodi di ipocalcemia, anemia e linfocitosi, mentre azoto e colesterolo tendono a valori bassi. Il

Ricordiamo sinteticamente le azioni che ci interessano dell'ipofisi posteriore: a) regolazione dell'eliminazione dell'acqua attraverso la diuresi, la quale in eccedenza nell'ectoblasta e quindi concorre alla sua magrezza; b) regolazione della pressione arteriosa attraverso la vasopressina che, controllata dall'epifisi, rende il biotipo ipoteso.

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Le costituzioni secondo il principio embriologico gruppo sanguigno essenzialmente di tipo A o 0. Predomina la FEFP tubercolinica. Medicinali costituzionali Il medicinale costituzionale di base la Calcarea phosphorica. Tra i medicinali costituzionali intermedi vanno soprattutto ricordati la Magnesia phosphorica, il Kalium phosphoricum, il Natrum phosphoricum, il Phosphorus ed il Phosphoricum acidum. I medicinali costituzionali sintomatici ed acuti vengono classificati, come sempre, secondo un ordine legato alla prevalenza delle FEFP: nel tubercolinismo si somministrer Actaea racemosa, Anacardium orientale, Drosera, Ferrum phosphoricum, Ferrum metallicum e Lilium tigrinum; nel tubercolinismo con sicosi Silicea, Staphysagria e Thuya occidentalis; nel tubercolinismo con psora Ignatia amara, Pulsatilla, Petroleum, Manganum; nel tubercolinismo con fluorismo Kalium iodatum, Stannum, Calcarea fluorica, Fluoricum acidum e Phytolacca. Inoltre non vanno dimenticati i nosodi tubercolinici TK, TR, Marmorek, Denys e Spengler.

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Il longilineo stenico del Pende o cordoblasta


Il biotipo longilineo stenico del Pende corrisponde al cordoblasta secondo la classificazione del Martiny, al sulfurico magro secondo la classificazione biochimica omeopatica oppure allo psorico-tubercolinico secondo la classificazione omeopatica in relazione alle FEFP. Cordoblastismo vuole dire equilibrio dei tre foglietti, per cui il biotipo normo-endoblastico, normo-mesoblastico e normo-ectoblastico. Lo sviluppo dei tre foglietti bene equilibrato, con una lieve eccedenza dell'ectoblasta. Cordoblastismo vuole dire vitalit controllata, sia come espressione morfologica, che come espressione funzionale e psichica: il biotipo tendente all'idealit. Segni morfologici Come statica, il biotipo si presenta piuttosto longilineo, di corporatura regolare e di tono decisamente stenico. La pelle scura perch vitale. Esaminando la testa, ci accorgiamo quasi subito della forma quadrata e regolare del cranio, a causa dell'armonico sviluppo dei tre settori (digestivo, respiratorio, cerebrale). La faccia rettangolare, sempre per l'armonico sviluppo dei tre settori; i capelli si presentano con una base d'impianto molto all'indietro (cosa che causa una certa precocit della calvizie); la fronte bomb regolare, tendente all'alto, per la spinta verso l'avanti e dal basso in alto; il naso si presenta convesso regolare, per la spinta verso l'avanti e verso l'alto. La bocca offre un'arcata dentaria regolare, con denti grandi e regolarmente distanti l'uno dall'altro, canini molto sviluppati, molto tartaro e palato largo. La mandibola quadrata ma uniformemente sporgente. Il collo regolare, il torace lungo, regolare ed armonioso nei suoi diametri di larghezza, spessore e lunghezza. L'addome altrettanto regolare. Un esame approfondito dell'apparato locomotore del biotipo ci offre arti regolari, mano tendente ad essere lunga e muscolosa, con linee numerose, fini e profonde, muscolatura lunga ed elastica con eccellente sviluppo. Segni fisiologici

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Le costituzioni secondo il principio embriologico

Il biotipo mostra una buona resistenza di fronte alle malattie acute, raggiunge facilmente la guarigione come pure l'immunit. Eccellente funzione di tutti gli organi. Lo scheletro ricco di calcio. E' il biotipo che pi a lungo mantiene la sua forma e la sua vitalit. Ha grande resistenza fisica alla fatica. Mangia molto, ma sa assoggettarsi a privazioni alimentari. Dal punto di vista neuroendocrino il cordoblasta si presenta in perfetto equilibrio ormonale, con una leggera predominanza della pineale durante l'infanzia ( questa che gli fornisce la longitipia), dell'ipofisi anteriore e della tiroide. Allo stesso modo viene descritto un eccellente equilibrio neurovegetativo, con leggera prevalenza simpaticotonica. Segni psicologici Di intelligenza aperta a tutti i campi e dotata di larga intuizione, il biotipo presenta la capacit degli intelletti pi originali. Caratteriologicamente domina l'autocontrollo; l'uomo saggio e prudente, equilibrato, positivo, dalle rapide decisioni; anche se pu permettersi di essere autoritario per la sua forte energia, si controlla abbastanza facilmente. Fondamentalmente dominatore, vuole espandere il proprio dominio non per semplice prepotenza ma perch un equilibrato e vuole guidare la societ verso la regola giusta (ed infatti, per fare questo, come prima cosa domina e controlla se stesso). Preciso, leale, ottimista, pacifico, conciliatore, giusto, perdona facilmente; ogni sua azione costruttiva; uno scarso amante dell'umorismo, perch secondo lui l'umorismo, se esagerato, non costruisce nulla.

I BIOTIPI MISTI

Le costituzioni secondo il principio embriologico Tendenze morbose Nei bambini rappresentata dal linfatismo eretistico. E' resistente a tutte le infezioni batteriche; predisposto a turbe di origine epatica ma prevalentemente di origine funzionale. Tende alla debolezza della cronassia dei muscoli estensori, da cui crampi e tic. Tende inoltre alla carenza della vitamina A, pur essendo il biotipo ricco di tutte le altre vitamine. Il gruppo sanguigno predominante rappresentato dal gruppo 0 ed accessoriamente dal gruppo A. La FEFP dominante la psorica, che lo accosta ai brevilinei (e specialmente al brevilineo stenico), assieme alla FEFP tubercolinica, che lo avvicina al longilineo astenico. Medicinali costituzionali I medicinali costituzionali di base sono rappresentati dal Sulphur iodatum (per la componente psorica) e dal Natrum muriaticum (per la componente tubercolinica). Gli intermedi sono la Calcarea muriatica, la Magnesia muriatica, il Kalium muriaticum, l'Ammonium muriaticum ed il Muriaticum acidum. I medicinali sintomatici ed acuti vengono classificati secondo un ordine legato alla prevalenza delle FEFP: per il tubercolinismo avremo Apis mellifica, Actaea racemosa, Anacardium orientale, Colocynthis e Secale cornuta; per il tubercolinismo con psora avremo Sulphur iodatum; per il tubercolinismo con psora e fluorismo avremo Arsenicum iodatum ed Ignatia amara; per il tubercolinismo con psora e sicotismo avremo Natrum muriaticum, Natrum sulphuricum e Thuya occidentalis; infine, nel tubercolinismo con fluorismo avremo Iodium, Kalium iodatum, Stannum metallicum e Phytolacca.

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I biotipi misti
Biotipo meso-endoblastico Corrisponde all'ipo-meso-trope del Martiny, il tipo della materialit, il tipo terra dei Greci. L'apporto endoblastico rappresentato dalla predominanza digestiva, dalla bassa statura e dalla flemma. L'apporto mesoblastico rappresentato dall'iperpituitarismo anteriore, che si realizza con lo sviluppo pi in larghezza (che in altezza) ed in grossezza, dall'ipergenitalismo, dall'ipercorticosurrenalismo che si realizza nella forza e nell'ipertricosi (l'uomo gorilla). Morfologicamente e fisiologicamente basso, pesante, pigro, disarmonico e grosso; tutto grosso: il naso, le orecchie, le labbra, le mani, i piedi, i muscoli, i genitali. Sotto il profilo intellettivo di mediocre intelligenza; sotto il profilo caratteriologico poco sensibile, duro, materialista, realista, tendente ad essere impulsivamente cattivo; quando si rompono gli equilibri diventa animalesco, aggressivo, il classico assassino, l'individuo amante dei tatuaggi perch vuole dimostrare che domina il dolore. Le tendenze morbose saranno quelle derivanti dalla fusione dell'endoblastismo e del mesoblastismo. I medicinali saranno quelli dei brevilinei, sia astenici che stenici (nell'alterazione degli equilibri, prevale il fluorismo).

I BIOTIPI MISTI

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Biotipo cordo-mesoblastico

Le costituzioni secondo il principio embriologico

Corrisponde al pro-meso-trope del Martiny. In questo biotipo c' poco mesoblastismo e molto cordoblastismo. Un autore inglese pone questo biotipo fra l'angelo (cordoblastismo) e la bestia (mesoendoblastismo), il Mercurio dei greci. E' fra l'intellettuale ed il materialista. Il cordoblastismo frena il materialismo. Morfologicamente un biotipo normolineo stenico. La testa caratterizzata da una fronte leggermente bombata e sfuggente, i capelli sono soffici, neri ed ondulati, gli occhi sono vivaci ed ironici, il naso lungo ed a punta, la bocca presenta denti normali, ma con carie precoci e con tendenza alle gengiviti espulsive; il viso tutto proiettato in avanti, dal profilo aerodinamico. Il torace lungo, i muscoli sono ipertonici e lunghi. Dal punto di vista fisiologico ha una buona resistenza allo sforzo ed un soggetto elegante e giovanile. Tra i segni psicologici annoveriamo un'intelligenza eccezionale ed una capacit critica notevole: un biotipo dinamico, attivo, pratico, volitivo, furbo, realizzatore ed ipercritico. E' un ipertiroideo (per la prevalenza ipertiroidea del cordoblastico); se la sua fisiologia sar esagerata, per la prevalenza tiroidea diventer l'ipertiroideo del Pende, oltre che ipersurrenalico, a causa dell'apporto mesoblastico. I medicinali propri di questo biotipo saranno quelli dei brevilinei stenici e quelli dei longilinei stenici a radicale muriatico, con in pi l'Argentum nitricum e l'Arsenicum album se vi una notevole componente fluorica proveniente dal mesoblastismo; Iodium se vi una prevalenza tiroidea. Biotipo ecto-cordoblastico Corrisponde all'iper-meso-trope del Martiny. E' un biotipo che realizza una disciplina armoniosa fra corpo e personalit ( l'Apollo dei greci). L'ectoblastismo gli fornisce la cerebralit, la snellezza, l'eleganza. Il cordoblastismo alimenta l'equilibrio delle sue funzioni e frena l'eccessiva intellettualit. Morfologicamente un biotipo longilineo stenico. La testa presenta una fronte bomb alta, i capelli sono fini ed ondulati, gli occhi grandi con le ciglia lunghe, il naso aquilino, la bocca presenta denti molto bianchi, il viso ovale. Cammina con molta elasticit ed eleganza e con gesti lenti ed armoniosi. Psicologicamente mostra un'intelligenza vivace; caratteriologicamente emotivo, sentimentale ed altruista, un biotipo tendente alla spiritualit ed al filosofare senza la preoccupazione di questioni materiali; l'aristocratico nato. Endocrinologicamente equilibrato, manifesta una certa tendenza all'ipogenitalismo (ectoblastismo); se interviene una esagerazione della sua fisiologia diviene il classico ipogenitale del Pende, con pelle delicata e fine, muscoli ed ossatura gracili; nell'uomo potremo avere organi genitali piccoli, pochi peli e criptorchidismo; nella donna potremo avere ipoplasia dell'utero, sterilit, piccolezza delle piccole e delle grandi labbra, ristrettezza dell'ostio vaginale, seni piccoli. I medicinali del biotipo saranno quelli del cordoblastico (a radicale muriatico) e quelli dell'ectoblastismo (a radicale fosforico). Biotipo ecto-endoblastico Corrisponde al meta-meso-trope del Martiny. E' un biotipo prettamente femminile (la Venere dei greci). E' un soggetto dalla corporatura regolare; il viso bello, perfettamente ovale, la fronte alta e piatta, il naso leggermente concavo, le labbra ben disegnate, i denti sono irregolari e

I BIOTIPI MISTI

Le costituzioni secondo il principio embriologico tendono a sovrapporsi, mentre gli incisivi sono erosi. Pu avere la fossetta nel mento mentre gli occhi sono carezzevoli. Dal punto di vista psicologico si presenta spirituale e materiale nello stesso tempo, oltre ad essere contemporaneamente affettiva, raffinata, amante e madre; i suoi gesti sono armoniosi, studiati e controllati. Un poeta scrisse di lei: "Io sono bella, come un sogno di pietra... e giammai io piango, e giammai io rido". I medicinali saranno quelli inerenti all'ectoblastismo (radicale fosforico) ed all'endoblastismo (radicale calcico). Tutte le caratteristiche dei biotipi appena descritte rappresentano quadri schematici che, giova sottolinearlo, ci devono fornire un orientamento interpretativo del terreno, senza la pretesa di volere includere a forza un soggetto all'interno di schemi prefissati. La teoria alimenta lo spirito delle cose mentre la pratica ne analizza i dettagli, apportando le dovute modifiche. Tutto questo risulter pi evidente quando tratteremo i medicinali appartenenti alle singole costituzioni.

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I BIOTIPI MISTI

Istituto di Medicina Naturale

Il farmaco omeopatico

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I pregiudizi sono il ragionamento degli sciocchi Voltaire

no dei pi evidenti vantaggi della dottrina omeopatica consiste nel mettere in opera un principio fondamentale d'ordine farmacologico: la legge dei simili. Tale legge che pu sintetizzarsi nell'ippocratico similia similibus curantur, risulta molto pi chiara se si enuncia nel modo seguente: "Un qualsiasi prodotto che somministrato a dosi forti provoca nell'uomo sano determinati disturbi, capace (se somministrato a dosi molto pi leggere) di guarire questi stessi disturbi nell'uomo malato". La precedente frase postula quindi l'esistenza di farmaci altamente diluiti i quali, a differenza di quelli allopatici (ponderabili), rappresentano l'imponderabile attivato . Come si pu notare abbiamo evidenziato alcuni termini: qualsiasi prodotto, imponderabile, attivato. Tali parole ci permetteranno di procedere in modo organico nella trattazione del nostro argomento. Si parlato di qualsiasi prodotto: ma quali sono in pratica quei prodotti, quelle sostanze che in omeopatia diventano farmaci? Possiamo, a tale proposito, schematizzare nella tabella della pagina seguente le diverse fonti di provenienza dei materiali utilizzati per la preparazione di rimedi omeopatici. A questa lista possiamo aggiungere gli isoterapici, ovvero quei farmaci preparati con materiali biologici prelevati dalla stessa persona cui il farmaco verr poi somministrato. Essi vengono classificati in autogeni, se ottenuti da materiale derivante dallo
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Il presente capitolo stato redatto a cura del Dr. Paolo Lucentini.

Scuola Italiana di Naturopatia

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stesso soggetto cui l'isoterapico destinato, ed esogeni, se ottenuti da materiali esterni al malato (pollini, polveri, farmaci allopatici, allergeni in genere). I materiali precedentemente schematizzati costituiscono quindi le basi di partenza per la preparazione del farmaco omeopatico. Si parlato anche di imponderabile, cio di un qualcosa di estremamente diluito. Occorre pertanto che tali materiali, prima di diventare farmaci, vengano opportunamente diluiti per subire poi ulteriori e successivi trattamenti. Non tutti i prodotti della tabella possono essere diluiti nello stato in cui si trovano: occorre prima portarli ad una forma tale da consentire, in rapporto alla loro solubilit, una diluizione in veicolo liquido (acqua, alcool, miscele idroalcoliche) o solido (lattosio). In generale per i prodotti chimici (e per buona parte di quelli bioterapici) la sostanza di partenza per la diluizione o la triturazione il prodotto tale e quale, mentre per quelli vegetali e animali occorre prima procedere alla preparazione della tintura madre, ovvero la vera base di partenza per le diluizioni omeopatiche.

Il farmaco omeopatico

Prodotti vegetali

Prodotti animali

{ { {

Piante intere Parti di piante Secrezioni (resine, essenze, etc.) Animali interi Parti e organi di animali viventi Secrezioni (veleni, latte, etc.)

Prodotti chimici

Inorganici

{
{

Elementi Minerali Composti chimici Minerali Composti chimici

Organici

Sieri, vaccini, tossine, anatossine, virus, etc. Colture di ceppi microbici puri Materiali patologici
Tali materia li possono essere di nat ura distro fica , t ossic a, mic robiolo gi ca , non definit i chim ic ament e, n micro biologicamente.

Bioterapici (nosodi)

Figura 14 Le diverse fonti di provenienza dei materiali utilizzati per la preparazione dei rimedi omeopatici.

Le tinture madri
Le tinture madri sono delle preparazioni liquide risultanti dall'azione dissolvente di un veicolo alcolico su materiali di origine vegetale o animale allo stato fresco (dove possibile). Quelle di origine vegetale sono ottenute per

Il farmaco omeopatico macerazione nell'alcool, a differente titolo, delle piante fresche. Si preparano partendo da materiale vegetale e da alcool nella proporzione di 1:10 (il 10%). Pi precisamente, da una determinata massa di materiale, corrispondente a 100 grammi di prodotto essiccato, debbono ottenersi 1000 grammi di tintura madre. Inoltre, tenuto conto della quantit d'acqua contenuta nel materiale di partenza, il grado alcolico finale della tintura deve risultare uguale a quello desiderato. Il titolo alcolico delle tinture madri deve essere, nella maggior parte dei casi, di 655, pi raramente di 455 e solo eccezionalmente di 905: tutto ci in rapporto alle caratteristiche di solubilit dei principi attivi contenuti nei materiali di partenza. In questo modo, per materiali contenenti preminentemente principi idrosolubili, il titolo alcolico finale dovr essere pi basso (miscela idroalcolica pi ricca in acqua), mentre per quelli contenenti principi pi solubili in solventi organici il titolo alcolico finale dovr essere pi elevato. Le tinture madri di origine animale sono ugualmente ottenute per macerazione del materiale di partenza nell'alcool, a differente titolo. Per questo pu essere anche impiegata una miscela costituita in parti uguali di acqua, glicerina e alcool. Quando i materiali utilizzati per la preparazione di tinture madri sono costituiti da parti di animali, tessuti, organi freschi oppure in polvere, derivanti da animali riconosciuti sani, allora si parla di organoterapia preparazioni omeopatiche ottenute vengono denominate organoterapici. Anche i rimedi organoterapici fanno parte del corrente bagaglio terapeutico del medico omeopatico, pur non rispondendo, nelle caratteristiche intrinseche e nella logica di prescrizione, ai requisiti del medicamento omeopatico: quest'ultimo, infatti, basa la sua azione sulla ben nota legge dei simili mentre gli organoterapici si basano sul principio che l'organo agisce sull'organo. Le tinture madri di origine animale sono al 5% (rapporto 1:20).

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La diluizione
La diluizione , insieme alla dinamizzazione, una delle operazioni peculiari della tecnica farmaceutica omeopatica. Essa consente, grazie ad una serie di deconcentrazioni successive, di raggiungere e superare i limiti di probabilit di presenza, nella soluzione omeopatica, anche di una sola molecola della sostanza di partenza. La diluizione costituisce il vero principio attivo del rimedio omeopatico, quel quid cui demandata la vera azione farmacologica del rimedio. Pertanto ogni farmaco omeopatico, al pari di un qualsiasi farmaco allopatico, pu essere considerato costituito da una parte attiva (diluizione omeopatica) e da un supporto o veicolo che ne determina la forma farmaceutica (granuli, gocce, supposte, etc.). Vengono qui di seguito descritti i diversi metodi di diluizione conosciuti e che normalmente vengono utilizzati nel corso della preparazione dei rimedi omeopatici (cfr. figura 15). Tecniche hahnemanniane Decimali (X, D) Centesimali (CH, C) Cinquantamillesimali (LM)
Figura 15

Tecniche non hahnemanniane Korsakoviane (K) Flusso continuo (FC)

Sintesi delle tecniche di diluizione.

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Metodo centesimale (e decimale) hahnemanniano Le diluizioni omeopatiche sono ottenute per divisione della sostanza di base in mezzo liquido o in un mezzo solido (secondo lo schema della figura 16). Nel primo caso si parla di triturazione con lattosio: la triturazione una operazione di diluizione destinata a quelle sostanze di base che non sono solubili in veicoli liquidi, come l'arsenico, i metalli, il carbonato di calcio, etc. Essa viene effettuata mescolando accuratamente in un mortaio di porcellana, per un'ora, la sostanza di base con lattosio, sempre nella proporzione 1:10 per le decimali e di 1:100 per le centesimali, operazione che viene condotta fino alla terza triturazione decimale o centesimale. Dalla quarta diluizione in poi si pu passare al veicolo liquido, ammettendo che da questa diluizione in poi tutte le sostanze sono solubili. Le diluizioni sono dette decimali (e si indicano con le lettere D o X) o centesimali (e si indicano con le lettere C o CH) a seconda che le operazioni successive di diluizione siano effettuate nel rapporto di 1:10 o di 1:100, sempre partendo da una parte di sostanza di base (figura 16).

Il farmaco omeopatico

dinamizzazione 1 TM Alcool 99 1 CH

dinamizzazione 1 1 CH Alcool 99 2 CH

...
dinamizzazione 1 29 CH Alcool 99 30 CH

Figura 16 La divisione della sostanza di base mediante diluizioni successive, secondo il metodo di diluizione hahnemaniano.

Si predispone una serie di flaconi di vetro, perfettamente puliti ed in numero sufficiente per ottenere il grado di diluizione voluto. Si mette nel primo flacone una parte in peso di sostanza di base, si aggiungono 99 parti in volume di alcool a 70 e la prima diluizione effettuata. Prelevando poi una

Il farmaco omeopatico parte in volume di questa prima CH e mescolandola in un secondo flacone con altre 99 parti di alcool, si ottiene la seconda CH e cos di seguito fino alla diluizione desiderata. Per le diluizioni decimali si opera nella stessa maniera, ma secondo la serie decimale (9 parti di alcool invece di 99). Il numero di operazioni cos effettuate definisce il grado di diluizione ottenuto.

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Diluizione decimale ottenuta Diluizione centesimale ottenuta Concentr. approssimativa di sostanza (gr/ml) Numero molecole/ml Figura 17

1D

2D 1C

3D

4D 2C

5D

6D 3C

... ... ... ...

20D 10C 1020

22D 11C 10 -22 <1

10 -1 10 2 0

10 -2

10 -3

10 -4 10 1 7

10 -5 10 1 6

10 -6 10 1 5

10 1 9 10 1 8

10

Si noti come la seconda diluizione decimale (2D) corrisponda alla prima centesimale (1C), la 4D alla 2C e cos via; inoltre, dopo la decima diluizione centesimale non si ha pi probabilit di trovare materia nelle diluizioni successive.

Le cinquantamillesimali Per la preparazione di queste diluizioni vengono utilizzati 500 globuli di zucchero del pesto totale di 2,5 grammi. Questi 500 globuli sono impregnati con una goccia di diluizione voluta, per cui ogni globulo contiene 1/500 di goccia. Se poi si discioglie uno di questi globuli in una goccia d'acqua e questa si diluisce in 100 gocce di alcool per la successiva diluizione, in questa la proporzione fra globulo e solvente diviene:

1/500 X 1/100 = 1/50.000


Si tratta in pratica di eseguire delle diluizioni omeopatiche non secondo la scala centesimale (1/100), ma secondo una scala cinquantamillesimale (1/50000). Il metodo stato descritto dallo stesso Hahnemann nella VI edizione dell'Organon. Le relative diluizioni vengono chiamate cinquantamillesimali ed i relativi prodotti omeopatici vengono identificati dal numero della diluizione ottenuta secondo una ben precisa terminologia: 0/6 LM, 0/12 LM e 0/30 LM indicano rispettivamente una sesta, una dodicesima ed una trentesima cinquantamillesimale. Metodo di Korsakow o del flacone unico Questo metodo di diluizione propone una tecnica consistente nell'eseguire le diluizioni sempre nello stesso, unico flacone (figura 18, alla pagina seguente). In un idoneo flacone si versano 100 gocce di diluente e una goccia di soluzione da diluire. Si agita vigorosamente ottenendo la la diluizione centesimale Korsakoviana (1 K). Si getta il tutto, si scola accuratamente il flacone e, ammettendo che resti sulle pareti dello stesso una quantit di liquido pari a una goccia, si aggiungono altre 100 gocce di diluente. Si agita vigorosamente ottenendo cos la seconda diluizione centesimale Korsakoviana, e cos via. Questa tecnica che fa impiego di acqua distillata anzich di alcool oggetto di numerose critiche per i seguenti motivi: a) le diluizioni effettuate con l'acqua non sono identiche a quelle ottenute con l'alcool; b) le diluizioni possono variare in ragione della forma del flacone, della pulizia delle sue pareti nonch dell'intensit e del numero delle scosse durante la

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dinamizzazione; c) le diluizioni ottenute possono essere differenti da produttore a produttore.

Il farmaco omeopatico

g 0,05 g 0,05 LATTOSIO 5g SOSTANZA 1/100 x g 0,05 LATTOSIO 5g 1/100 x g 0,05 LATTOSIO 5g 1/100 = 500 gocce H2O + Alcool 1/1.000.000

1 goccia

1 goccia

500 gocce H2O + Alcool 1/500 x

100 gocce 1/100 =

500 globuli 1/50.000

1 LM

...

500 globuli 1 LM

100 gocce H2O + Alcool 1/50.000

500 globuli 2 LM

100 gocce H2O + Alcool 1/50.000

500 globuli 3 LM

Figura 18 Schema semplificato della preparazione delle dinamizzazioni LM.

Metodo del flusso continuo Questo metodo pu essere utilizzato per le diluizioni molto elevate (dalla millesima in poi) riducendo di gran lunga i tempi necessari per la loro preparazione. Si fa arrivare il diluente in un idoneo dispositivo di volume V, munito di un agitatore meccanico, nel quale inizialmente si introduce la tintura madre da deconcentrare. Il volume V di liquido che entra, fuoriesce nella stessa quantit da un apposito orifizio che non ne permette un accumulo eccessivo (troppo-pieno). Da calcoli eseguiti in proposito dalla dottoressa L. Wumser si pu dimostrare che ogni volta che si fa passare nel recipiente dell'apparecchio una quantit d'acqua pari a 4,6 volte il suo volume utile, si realizza un grado di diluizione centesimale (figura 19). Ovviamente questo metodo, anche se pratico e del tutto automatizzabile, fornisce diluizioni che non possono di certo essere comparate alle hahnemanniane.

Il farmaco omeopatico

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Metodiche miste Non bisogna tuttavia credere che un metodo di diluizione sia da ritenersi inferiore ad un altro in senso assoluto n che per tutti i rimedi si possano pretendere tutte le diluizioni, anche le pi alte, preparate esclusivamente secondo la metodica hahnemanniana.

ACQUA

ACQUA

Figura 19 Schema semplificato del metodo del flusso continuo.

Ogni metodica presenta, in realt, una sua ragion d'essere ed un suo indiscusso pregio, soprattutto se valutata in relazione alle sue caratteristiche tecniche e ai suoi vantaggi di esecuzione. Cos, mentre quella centesimale hahnemanniana, come gi accennato, la tecnica di diluizione ideale, apprezzata da tutti ed in ogni tempo, la tecnica detta di Korsakow presenta indiscutibili vantaggi pratici nella preparazione delle alte potenze. Gli stessi vantaggi vanno ascritti al flusso continuo, utilissimo nel caso in cui, soprattutto in determinate impostazioni dottrinali dell'omeopatia, si vogliano esplorare campi di energia particolarmente lontani mediante diluizioni dette alla 50 M, CM e MM. Le tre tecniche, in questi casi, possono essere utilmente impiegate in combinazione per la preparazione dell'intera gamma delle potenze di un determinato rimedio, dalle pi basse a quelle pi elevate. A tal fine sar opportuno iniziare la diluizione di una determinata sostanza con la metodica hahnemanniana e condurla fino ad un grado per il quale utile e opportuno applicarla, soprattutto in relazione ai tempi di esecuzione: poniamo, ad esempio, fino alla 30 CH. Si continua poi la diluizione sottoponendo questa potenza alla tecnica korsakoviana fino alla M la quale, se richiesto, pu venire ulteriormente diluita per flusso continuo fino alla 10 M ed oltre. La curva degli incrementi della grandezza % (energia omeopatica) in funzione del grado di diluizione viene ad assumere, cos, l'andamento di una spezzata dalla quale si evince come ad una qualsiasi diluizione omeopatica, anche la pi elevata, sar associata una quantit di energia sicuramente superiore a quella di tutte le diluizioni precedenti (cfr. il grafico di figura 20).

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% (MFC) % (200K)

Il farmaco omeopatico

FC K

(K)

% (30CH)

CH

(FC)

30

200

Figura 20

Per concludere, tutte le operazioni di diluizione o triturazione, qualsiasi sia il metodo impiegato, devono essere effettuate in ambiente sterile e privo di particelle solide ambientali di dimensioni superiori ai 0,5 micron. A tal fine le relative operazioni vengono eseguite sotto cappa sterile, a flusso laminare, munita di filtri per l'aria e di lampade a radiazioni UV. Anche l'acqua impiegata per le diluizioni deve essere distillata e filtrata per filtro Seitz. Lo stesso dicasi per l'alcool. Esaminiamo adesso in sintesi i vantaggi ed i limiti relativi a ciascuna metodica di diluizione. Le diluizioni di tipo hahnemanniano sono le tecniche pi ortodosse e pi a lungo sperimentate, essendo state proposte dallo stesso Hahnemann; esse consentono anche la preparazione di diluizioni precise e linearmente crescenti ed ogni flacone contiene una diluizione omeopatica pura, cio a potenza univoca, non inquinata da altre potenze. Quasi tutta la letteratura si riferisce a questo tipo di potenze. Come rovescio della medaglia, non consentono la preparazione di alte potenze omeopatiche, tenuto conto del tempo necessario per la loro preparazione e per la elevata quantit di recipienti e di alcool che richiedono. Le diluizioni korsakowiane consentono la preparazione di alte potenze omeopatiche grazie alla facile automazione delle operazioni di diluizioni previste da questo metodo. Anche l'impiego di materiali e di solvente particolarmente ridotto e per nulla dispendioso (acqua distillata). Il loro limite principale, vista l'utilizzazione di un unico flacone, consiste nell'impossibilit di preparare una potenza rigorosamente singola, essendo in ciascuna diluizione presente l'energia di tutte le diluizioni che la precedono. Inoltre, l'approssimazione con cui viene condotta la diluizione, insieme alla soggettivit del metodo molto dipende dal tipo, dalla forma, dal tempo e dalla modalit di svuotamento del flacone. Anche l'impiego dell'acqua distillata in sostituzione dell'alcool fa s che per queste diluizioni non sia possibile in nessun modo elaborare una scala di comparazione con quelle hahnemanniane. Le diluizioni a flusso continuo sono caratterizzate dall'alta velocit di esecuzione, che facilita in modo incredibile la preparazione di altissime potenze omeopatiche, sicuramente pi elevate di quelle ottenibili con gli altri metodi: in un breve lasso di tempo possono essere preparate diluizioni chiamate alla centomila (CM) ed alla milionesima (MM), con un consumo di materiali e di solventi pressoch insignificante (acqua). La limitazione principale consiste nel fatto che la diluizione dei materiali di partenza, ancor pi che nelle korsakowiane, imprecisa e del tutto approssimata considerata l'arbitrariet del metodo. Anche in questo caso le diluizioni ottenute non possono essere minimamente rapportate a quelle centesimali hahnemanniane od a quelle korsakowiane non essendo lecito stilare fra di esse alcuna scala di comparazione.

Il farmaco omeopatico

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La dinamizzazione
Riportandoci a quanto avevamo premesso all'inizio del capitolo, si parlato, infine, di attivato. Ci significa che ogni diluizione comunque ottenuta deve essere attivata, potenziata perch possa esplicare tutta la sua azione terapeutica. L'operazione che consente tale attivazione viene chiamata dinamizzazione. Essa viene eseguita sottoponendo ad una serie di energiche succussioni (almeno un centinaio) il flacone nel quale si effettuata una determinata diluizione, ad esempio la 1a CH. Solo dopo tale dinamizzazione si pu procedere alla seconda diluizione centesimale, e cos via. La dinamizzazione pu essere effettuata a mano oppure mediante particolari apparecchi chiamati dinamizzatori: in tutti e due i casi importante che il movimento impresso al flacone segua un percorso unidirezionale (verticale o orizzontale) e subisca frequentemente e ritmicamente brusche inversioni di moto, ci per consentire al liquido contenuto nel flacone una serie di disordinati e innumerevoli vorticilli energizzanti. Dopo tale operazione siamo quindi in presenza di una diluizione attivata o potenza il cui numero (1, 2, 3, etc.), seguito dal simbolo del metodo di diluizione utilizzato (CH, K, LM) ed accompagnato dal nome della sostanza di partenza, costituir, opportunamente supportato, il farmaco omeopatico: ad esempio Aconitum napellus 5 CH, Arnica montana 200 K oppure Lachesis trigonocephalus 0/6 LM. Si fa notare che per il metodo del flusso continuo non viene usato alcun simbolo letterale.

Le forme farmaceutiche
Tutte le forme farmaceutiche possono essere utilizzate per la preparazione di rimedi omeopatici, dalle compresse alle supposte, dalle pomate alle gocce. Solo per i prodotti bioterapici la legislazione francese prescrive che le uniche forme consentite siano quelle per uso orale. In Italia le forme pi comuni sono le compresse, i granuli, le gocce, i globuli, le fiale bevibili e le supposte. Le prime tre costituiscono quei farmaci da assumersi nel numero di unit prescritte dal medico (ad esempio: una compressa, tre granuli, due gocce, etc.). Le altre, chiamate anche dosi, vengono assunte in una sola somministrazione nella loro totalit. Si potr parlare allora di doseglobuli, dose-fiala e dose-supposta. In questa nostra breve trattazione ci soffermeremo esclusivamente sui granuli, sui globuli e sulle gocce.

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Metodiche di impregnazione Per preparare farmaci omeopatici in granuli e in globuli ci si serve di granuli e globuli inerti. I granuli sono destinati generalmente alla preparazione di farmaci fino alla 30 CH, mentre i globuli si utilizzano per la 200a (compresa) in poi. Essi sono costituiti da una miscela di saccarosio e lattosio e si presentano sotto forma di piccole sfere del peso di grammi 0,05 per i granuli e di grammi 0,005 circa, per i globuli. La preparazione dei granuli e dei globuli si effettua mediante la tecnica della confettura in bassina, a partire da cristallini di saccarosio. Per preparare farmaci omeopatici in gocce ci si serve di un veicolo liquido costituito per lo pi da alcool a 70. I granuli e i globuli inerti divengono farmaci omeopatici solo dopo essere stati impregnati nel rapporto 1:100 con la diluizione dinamizzata voluta, dopo il quale processo assumono nome e numero della potenza di detta diluizione. Ad esempio, granuli impregnati con una diluizione di Belladonna alla 5 CH, saranno denominati granuli di Belladonna alla 5 CH e lo stesso vale anche per le altre potenze. L'impregnazione pu essere effettuata magistralmente, a mano, quando si abbia bisogno di piccoli quantitativi di farmaco (come avviene ancora, ad esempio, in qualche farmacia) oppure con l'ausilio di dispositivi meccanici, che consentono l'impregnazione di pi grandi quantitativi di materiale inerte. Nel primo caso le compresse, i granuli o i globuli inerti vengono posti in un vetro da orologio oppure in una capsula di acciaio inossidabile, addizionati di 0,1 ml (due gocce) di diluizione alcolica della potenza voluta ed impregnati il pi uniformemente possibile mediante una leggera roteazione della capsula su di un piano orizzontale. E ci fino a quando i granuli non siano perfettamente secchi. Nel secondo caso maggiori quantitativi di granuli, compresse o globuli (1 kg ed oltre) vengono posti in appositi recipienti di vetro e sottoposti meccanicamente a continua roteazione intorno all'asse del recipiente stesso. Durante la roteazione viene aggiunta, goccia a goccia o in forma spray, la diluizione alcolica voluta nel rapporto di 10 ml per 1000 grammi di materiale inerte. I granuli saranno perfettamente e uniformemente impregnati dopo circa due ore di movimento. In ogni caso occorre operare con la massima attenzione e accortezza, accertandosi che tutto l'occorrente sia stato perfettamente pulito mediante lavaggio con acqua distillata e sfiammatura al becco di Bunsen. Nel caso di farmaci omeopatici in gocce non si parla di impregnazione bens di dissoluzione. In questo caso infatti la diluizione alcolica della potenza voluta viene semplicemente disciolta, sempre nel rapporto di 1:100, nel veicolo alcolico di cui pi sopra si parlato. Una goccia cos ottenuta corrisponderebbe, in ambito terapeutico, ad un granulo. I granuli, le compresse e i globuli impregnati, come pure le gocce, vengono successivamente posti in adatti contenitori di vetro neutro muniti di tappo a vite oppure di contagocce (nel caso delle gocce). In considerazione del fatto che "dove passa Belladonna alla 5a non passi Belladonna alla 6a" non possibile la meccanizzazione delle operazioni di condizionamento in flaconi. Vengono utilizzate a tal fine metodiche manuali che permettono, mediante l'impiego di dispositivi artigianali agevolmente lavabili e sfiammabili, di riempire solo qualche centinaio di flaconi alla volta nel completo rispetto, per, delle norme di buona fabbricazione omeopatica.

Il farmaco omeopatico

I controlli di qualit
Anche sul farmaco omeopatico devono essere eseguiti severi controlli di qualit. I controlli sulle tinture madri sono di due tipi: non specifici e specifici. Tali controlli vengono effettuati mediante cromatografia su strato

Il farmaco omeopatico sottile al fine di accertare la presenza nella tintura madre di tutti i princpi attivi naturalmente contenuti nel materiale di partenza. Tali controlli presuppongono sempre la disponibilit di una tintura madre standard di riferimento. Sulle altre sostanze di base, soprattutto per le sostanze di base di origine chimica, vengono effettuati tutti i controlli di qualit ed i saggi di purezza previsti dalle farmacopee ufficiali o da altri testi. Per tutte le altre sostanze per le quali non sono possibili particolari controlli, occorre essere assolutamente certi della loro provenienza e della loro identit anche mediante certificazioni scritte dei relativi fornitori. Controlli vengono effettuati anche su compresse, granuli, globuli inerti e veicolo liquido per le gocce: a) nelle compresse viene controllato spessore, diametro, peso, aspetto globale, composizione (saccarosio, lattosio), capacit di imbibizione e tempo di dissoluzione; b) nei granuli e nei globuli si controlla peso, calibro, aspetto globale, sfericit, composizione, capacit di imbibizione e tempo di dissoluzione; c) il veicolo liquido per le gocce viene controllato per densit, limpidezza e titolo alcolico; d) per tutte le altre forme farmaceutiche vengono effettuati i controlli previsti per ciascuna di esse, dalle Norme di Buona Fabbricazione indicate dalla legislazione vigente. Al termine di questa sintetica trattazione delle forme farmaceutiche omeopatiche e della loro tecnica di preparazione, nello schema seguente riportiamo uno schema riassuntivo che consente di visualizzare rapidamente il lungo e laborioso cammino che deve compiere una sostanza di qualsiasi origine prima di diventare medicamento omeopatico.

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