Sei sulla pagina 1di 83

Christine dE Pizan

Christine de Pizan,
ovvero Cristina da Pizzano

è stata una scrittrice e poetessa francese di


origini italiane vissuta nel tardo Medioevo alla corte del
regno di Francia.

È riconosciuta come la prima scrittrice europea che trae


spunto dalla propria esperienza di vita, dalla propria
cultura e non dalla tradizione religiosa.

In quanto intellettuale laica e donna,


visse come “straniera” in un paese di “chierici”, (gli intellettuali religiosi dell’epoca),

Presentarsi in pubblico come femme de lettres


era, a quell’epoca, motivo di scandalo.
Le si riconoscono vari primati:

•la prima donna ad aver fatto della


scrittura una vera professione;

•la prima “editrice di se stessa”,


(dirigeva uno scriptorium, ovvero un
atelier con tanto di collaboratori e
miniatori;

•Era in grado di scrivere sulle materie più


disparate (Storia, Filosofia, Arte militare,
Politica, Economia, ecc.)
con una rapidità incredibile, tanto in
versi quanto in prosa.
Christine è considerata
un'antesignana del femminismo

per aver combattuto strenuamente


l'imperante misoginia del suo tempo,

Per Simone de Beauvoir,


Christine è : “la prima donna a prendere
la penna in difesa del proprio sesso.”
Per esempio, nel suo libro più noto: ”La Città delle Dame”
la protagonista esclama ad un certo punto con voluta ironia:

«Mio Dio, ma perché non mi hai


fatto nascere maschio?

Tutte le mie capacità sarebbero


state al tuo servizio,

non mi sbaglierei in nulla,

sarei perfetta in tutto,

come gli uomini dicono di essere».


Cristina nacque a Venezia nel 1365
da Tommaso da Pizzano;
laureato in medicina e in astrologia
(l’astronomia del tempo)
all'Università di Bologna

Suo padre, Tommaso, invitato alla corte dal re


di Francia, Carlo V,
si trasferì a Parigi con la moglie
e i figli Cristina, Paolo e Aghinolfo.
Carlo V, detto il Saggio (1338 –1380), fu re di Francia
dal 1364 al 1380
Carlo fu il terzo re di Francia del ramo della casa capetingia di Valois;

Fu tollerante,
amante della filosofia e delle scienze,
spese molto per circondarsi
di oggetti preziosi
e di persone di talento,
trasformò ed abbellì il
Palazzo reale del Louvre, dove fondò
la prima biblioteca reale in Francia, dotandola
di traduzioni di autori antichi eseguite
appositamente per la sua persona.

edificò l'Hotel Saint-Pol,


completò il castello di Vincennes.
Christine, crebbe in un
ambiente stimolante
e intellettualmente vivace.

Incoraggiata dal padre ebbe un'educazione


letteraria approfondita, assai rara per una
donna dell'epoca

Aveva libero accesso


Biblioteca Reale del Louvre,

una biblioteca senza pari


in Europa per la quantità e la
qualità dei preziosi libri
splendidamente miniati.
Ebbe la possibilità di avere sottomano diverse
opere importanti e ne approfittò per affinare la
sua cultura

«la belle assemblée des notables livres


Al Louvre, oltre
che con preziosi
libri,

Christine

si documentò
anche con molti
documenti storici
Sposò a 15 anni, nel 1379, Étienne de Castel, segretario del re, con cui ebbe tre
figli, una femmina e due maschi, di cui uno morì in giovane età.

Un matrimonio sereno e felice.

Il marito, però, morì per una epidemia di peste


nel 1390.

Christine lo rimpiangerà sempre


ed espresse il suo dolore in molte poesie.

La più famosa è probabilmente Seulete sui:


«Seulete suy et seulete veuil
estre,
Seulete m’a mon doulz ami laissiée ;
Seulete suy, sanz compaignon ne maistre,
Seulete suy, dolente et courrouciée,
Seulete suy en languour mésaisée,
Seulete suy plus que nulle esgarée,
Seulete suy sanz ami demourée.
Seulete suy à huis ou à fenestre,
Seulete suy en un anglet muciée,
Seulete suy pour moi de plours repaistre,
Seulete suy, dolente ou apaisiée,
Seulete suy, riens n’est qui tant messiée,
Seulete suy en ma chambre enserrée,
Seulete suy sanz ami demourée.

Seulete suy en ma chambre enserrée,


Purtroppo, morì
anche il protettore Gli succede, a 14 anni, Carlo VI, detto “il pazzo”
della sua famiglia
Carlo V, il saggio,

A causa della sua malattia, per la sua reggenza


si fronteggiarono due fazioni che vantavano diritti
dinastici:
I”Borgognoni” e gli “Armagnacchi”
Ma Carlo VI fu davvero soggetto a manie di
persecuzione o, era addirittura,
era schizofrenico ?

Come può crescere sereno un ragazzo incoronato a 14 anni che


si accorge di essere circondato da congiure e in costante
pericolo di avvelenamento?
Certamente, lo stretto intreccio di matrimoni combinati fra consanguinei per la conservazione di regni e
patrimoni, non giovò alla salute mentale di questi regnanti
Le manie di persecuzione di Carlo VI, furono davvero immotivate?

Diede segni di pazzia, quando


cercò di uccidere il fratello e
cavalieri del suo seguito, dopo
che fu informato che era in atto
una congiura e che sarebbe
stato ucciso lui stesso?

Diede segni di pazzia quando, partecipando ad


una danza mascherata , si incendiarono tutte le
maschere e lui stesso si salvò con difficoltà
dall’essere bruciato vivo?
Ma torniamo a Christine

Con la morte del re Carlo V, di suo padre e di


suo marito, Christine restò, in relativa povertà,
con la responsabilità dei figli piccoli e della
madre, vedova anch'essa.

Christine rappresentò questa sua difficile situazione


con la narrazione di
un sogno
durante il quale
lei si trasformava
in un uomo
per avere la forza di condurre
la sua barca ormai alla deriva
Christine, raccontando il sogno dice:

« Allora diventai un vero uomo,


capace di condurre le navi »

“ … e mi toccò rimboccarmi le
maniche...
ed essere conduttrice
della nave rimasta senza guida
nel mare in tempesta

Christine esprime, selon méthafore, (come usava nel Medioevo),


la metamorfosi personale necessaria a superare la difficile
situazione.
Christine prende il comando della nave e del suo destino.

Cerca di non abbassare il suo tenore di vita di mantenendo i contatti con la


corte che aveva sempre frequentato.

Ma gli inizi sono difficili, sia perché nessuno dà ascolto a una donna, sia
perché i mariti hanno la pessima abitudine di non mettere al corrente le mogli
dei loro affari.

"Tale è l'abitudine comune agli uomini sposati


di non dire e svelare interamente
le loro faccende alle mogli,
dalla qual cosa nasce spesso del male,

così come mi è chiaro per esperienza".


Sopraffatta da difficoltà giudiziarie ed economiche e da lunghe e avvilenti dispute
processuali, esclama:

"Ah Dio, come mi ricordo delle numerose volte in cui ho perduto la mattinata in quel
palazzo (il Louvre) in inverno, morendo di freddo, tenendo d'occhio quelli che mi
interessavano per ricordare loro e far presente i miei bisogni, dove molte volte io udivo,
con le mie orecchie, stravaganti conclusioni e numerose strambe risposte, che mi
facevano sgorgare le lacrime agli occhi".

L’antico palazzo del Louvre


Qual’era, in quel difficile momento, la
sola risorsa a cui Cristina poteva
attingere?
La sua Cultura:

•lo studio dei classici,


• la storia antica,
• la poesia.

Così si mise a scrivere svariati


volumi, frutto della sua cultura
e della sua esperienza.
Con ogni probabilità, nei primi
tempi fu lei stessa copista dei
suoi libri,

in seguito organizzò
uno scriptorium di copisti e di
maestri miniatori (fra di loro la
bravissima Anastasia).

Scrisse in quel periodo:

"E' molto difficile tenersi dentro il dolore.


Il destino, però, non mi ha colpito così in profondità, da non farmi
desiderare la compagnia e il conforto della poesia.
Seulete suy et seulete veuil estre,
Sola sono e sola voglio rimanere,
aveva scritto Infatti, Cristina capì che, solo come
single, senza nuove maternità e
incombenze domestiche, avrebbe
potuto dedicarsi alla scrittura (a quei
tempi riservata ai solo dotti maschi e ai
chierici).

Così, nonostante la solitudine,


Cristina decise di non contrarre mai più
matrimonio, per essere libera di avere
un’identità diversa rispetto a quella delle
donne del tempo,

quella di scrittrice di professione.

Senza vestire abiti religiosi, il suo


“chemin de longue étude”
diventò il cammino culturale
di una semplice donna
L’esperienza del cambiamento della
sua situazione economica verrà da lei
rappresentata anche con la metafora
di una
Fortuna cieca
che fa ruotare casualmente la ruota del
destino delle persone.

Metafora descritta nel suo libro:


“Livre de la Mutacion de Fortune”
di cui qui si può vedere una pregevole
miniatura
Com’era moda in quel tempo,
Christine sceglie come guida una figura mitologica suggerita da un sogno:
la Sibilla Cumana.

La SIBILLA,
in un onirico firmamento,
le suggerisce il suo nuovo
percorso di studio e di
impegno letterario.

dal
“Livre du Chemin de long étude”
Christine si ispirò a un libro di
Boccaccio (già presente nella libreria
del Louvre):

“Les claires et nobles femmes” .

Boccaccio, a sua volta, aveva scelto


come ispiratrice la poetessa Saffo.
Secondo la cultura del tempo,

i concetti generali e astratti come


quello di
Giustizia, Libertà, Sapienza, ecc.

furono da Christine personificati


in figure simboliche femminili,
quasi sempre mitologiche

Come questa Minerva che le ispirerà il libro


“ Fais d’armes et de Chevalerie”
figure mitologiche e allegoriche
saranno le ispiratrici dei libri di
Christine
come si può vedere nelle belle
illustrazioni miniate dei suoi libri.

Le figure ispiratrici sono


spesso rappresentate come
nuvolette che scendono dal cielo
alla terra per ispirarla
Nel suo libro più famoso, le sue ispiratrici
sono:
Ragione, Rettitudine e Giustizia,
rappresentate con la nobile preziosità di una
corona sul capo.
Christine scrisse tantissimi libri. Le dit de la rose
Les quinze joyes Nostre Dame
Troppi per parlare di tutti.
L'oroyson Nostre Dame
Accennerò solo ad alcuni: L'oroyson Nostre Seigneur
Le chemin de longue estude
Dédicace à la reine Une complainte amoureuse (I)
Recueils de ballades Une complainte amoureuse (II)
Les cent balades La mutacion de Fortune
Les cent balades d'amant et de dame Le dit de la pastoure
Les balades d'estrange façon Une epistre a Eustace Morel
Autres balades Les fais et bonnes meurs du sage roy Charles V
Encore d'autres balades La cité des dames
Rondeaux Le duc des vrais amans
Virelais L'avision Christine
Passion de Jhesu nostre sauveur Le tresor de la Cité des dames
L'epistre au dieu d'Amours L'epistre a la reine de France
Les jeux a vendre Le livre de la Prod'hommie de l'homme
Lays Le livre de prudence
L'avision du coq Le livre du corps de policie
Le debat de deux amans Les sept psaumes allegorisés
Les trois jugemens Les fais d'armes et de chevalerie
Le dit de Poissy Les lamentacions sur les maux de la France
Les proverbes moraux Le livre de la paix
L'epistre Othea L'epistre de la prison de vie humaine
Les epistres sur le Rommant de la Rose Les heures de contemplation de la Passion
Les enseignemens moraux Le ditié de Jehanne d'Arc
I primi libri:
In soli due anni Christine scrive e vende cento ballate
"Cent balades d'Amant et de Dame“

una serie di liriche amorose, allora molto di moda, che ebbero un gran successo a corte,
grazie alle quali ottenne la protezione e le committenze di illustri personaggi, tra cui
il Duca Filippo di Borgogna e Giovanni, duca di Berry,
entrambi fratelli del compianto Carlo V,
Le “Ballades” sono delle composizioni poetiche con metrica ben precisa:

sono composte da gruppi di versi con la


stessa rima (unissonans),
variamente alternati.
Ogni gruppo termina sempre con una La precisa metrica sillabica presente nei versi
stesso verso (ritornello), di solito uguale dipendeva dal fatto che essi erano cantati e
a una dedica o esclamazione iniziale
accompagnati da strumenti musicali
(envie).
A Corte era ancora apprezzata questo
tipo di attività poetica e musicale,
simile a quella,
in voga almeno 100 anni prima,
in Langue d’oc,
al Sud della Francia
con le “canzoni”, le “tenzoni”
cantate da Trovatori
e le Trovatore

vedi l’interessantissimo libro


di
Mariri
Martinengo
Ecco altri libri di Christine
ricchi di bellissime illustrazioni
“Il libro della regina”
“Le Duc de vrai amant“

filo conduttore del libro (ricavato da vari racconti personali) è:


non può esserci amore tra uomo e donna senza rispetto reciproco
l’Epistre Othea (1400-1)
un’opera in versi e prosa, (libro di formazione per il Delfino di Francia) ricchissimo di
illustrazioni miniate
In realtà, la Dea Othéa non esiste nella mitologia.

Probabilmente si tratta di una « femmilizzazione


e contrazione» dell’espressione : « O Theos ».

Per Christine, Othea è la Dea della Prudenza


che suggerisce al giovane Ettore di Troia
i giusti comportamenti.

Un trattato didattico sui vizi da evitare


e le virtù da seguire

Cristina sceglie questa invenzione letteraria per una ragione politica:

suggerire ai re di Francia una nobile discendenza da Ettore


(come per gli imperatori dell’antica Roma era stata quella da Enea).

Quindi una loro legittimazione storica e politica.


Christine, attraverso uno scambio epistolare, intervenne anche
nella famosa querelle, iniziata a Parigi nel 1401, su

Le Roman de la Rose
Poema allegorico francese, composto di due parti.

La prima, di 4058 versi, è dovuta


a Guillaume de Lorris (Lorris 1200 ca. m. 1240 ca.),
ha stile cortese e cavalleresco,
narra le varie prove dell’Amante per giungere a
conquistare la Rosa, simbolo della donna;

la seconda parte di 17.722 versi, scritta dopo 50 anni da

Jean de Meung fra il 1268 e il 1285)


(con l’intento di satireggiare aspetti e costumi della
società del suo tempo),
è scritta con un linguaggio volgare e lesivo
della dignità delle donne descritte come astute
seduttrici, frivole e amorali.
IL poema di Guillaume assume la forma di un sogno
allegorico.
Il poeta si sveglia in un mattino di maggio e si
addentra in un giardino meraviglioso - un locus
amoenus - dove, attraverso lo specchio di Narciso,
vede riflessa la rosa, della quale si innamora.

Tutto il poema narra allora delle imprese dell'amant per


conquistare la rosa, allegoria della donna amata,
favorito o ostacolato da varie personificazioni dei suoi
sentimenti contrastanti (Orgoglio, Vergogna, Pudore,
ecc).

Alla fine, con l'aiuto di Venere, egli riesce a penetrare


nel castello ed a consumare l'atto d'amore

Guillaume de Lorris è ancora


un autore
dell’”amor cortese”,
Jean de Meung, invece, mette in mostra la
sua cultura enciclopedica:

il suo poema presenta digressioni,


racconti secondari, discussioni filosofiche
sulle più disparate questioni, compreso
l’amore,

con l’intento moralistico di condannare il


comportamento della società del suo tempo

Cristina, che dal punto di vista culturale, è


in grado di essere alla pari con de Meung ,
critica il modo volgare in cui le donne
sono descritte nel libro e le analoghe
opinioni del filosofo Mateolo affermando:

“ Dalla nascita alla morte, le donne sono pietose, gentili e disponibili.

Chiunque ne parli male mostra ignoranza e ingratitudine.”


Ecco alcune “perle” tratte dal libro di De Meung

«Le donne, in verità sono quasi tutte avide di prendere e ingorde d’arraffare e di divorare» .

«Le donne hanno nel cuore una quantità smisurata di astuzie e malizie» «Signori cari,
guardatevi dalle donne, se vi premono i vostri corpi e le vostre anime»

«le donne, come pazze e forsennate, per vedere, per essere vedute, per stimolare nei
compagni il desiderio di giacere con loro, arrecano gran vergogna a Dio, non paghe della
bellezza che Dio dona loro»

Un marito geloso urla alla moglie


«Siete, siete state, e sarete, tutte puttane, nei fatti o nelle intenzioni!»
i vostri amanti «in faccia vi dicono che vi amano, e dietro le spalle vi danno della puttana, e
dicono tutto il peggio che viene loro in mente, quando sono fra di loro» .

Non aveva forse ragione Christine a far sentire la sua voce con una risposta
puntuale a quelle offese?
Risposta che può essere considerata una delle prime querelles femministe
Questa lunga controversia la vide opposta alla maggior parte dei professori
dell'Università di Parigi
a sua difesa, intervenne
Jean Gerson,
Cancelliere dell’Università e
stimatissimo intellettuale.
Nel 1401 Christine pubblica
“Dit de la Rose”,

Nel libro mette in scena una riunione

presso il Luigi duca d’Orleans

in cui Christine,
autonominatasi
campionessa della causa delle donne,
indice un ipotetico

ordine cavalleresco
“Ordine della Rosa”

per ricompensare gli uomini che difendono l’onore delle donne nei fatti.
Altri libri:
Le Livre de Corps de Police, in
cui incoraggia i principi ad aiutare
le vedove (chiaro il riferimento alle
sue vicende personali),

E l'autobiografico L'Avision-Christine,
L'Epistre au Dieu d'Amours, ovvero la Lettera al dio d’Amore

Il Libro della
dignità
dell’amore
delle donne

Christine denunciò la misoginia, mettendo alla berlina gli uomini infedeli e ingannatori.
Il testo ebbe così tanto successo che già pochi anni dopo la pubblicazione venne tradotto e
copiato in inglese
Come reazione

alla misoginia del suo tempo


Christine scrisse la sua opera più famosa

“la Cité des Dames”


per dimostrare che,
un mondo al femminile sarebbe
migliore
“la Cité des Dames”
Un “luogo” ideale in cui tutte le donne
virtuose possono rifugiarsi.

Tutte le donne, anche le laiche e illetterate,


possono albergarvi insieme a donne nobili, regine,
donne colte, inventrici, profetesse, vergini e
vedove, ecc.

Insomma tutte le donne


per costruire una società diversa.
Christine racconta come è nata l’opera:
si descrive depressa, chiusa nella solitudine
dello studiolo, quando le appaiono tre dame
che la guidano nell’erigere l’opera, pietra su
pietra. Sono:

Raison, l’aiuterà a scavare le fondamenta per


poter innalzare solide mura con l’esempio di
guerriere e di dame sapienti;

Droicture la condurrà ad elevare rilucenti


palazzi la cui materia è attinta in profetesse e
modelli di fedeltà, nell’amore coniugale come
nella castità;

Justice accoglierà la Vergine al governo di


quella Città popolata nelle alte torri di sante
martiri
In questa immagine, Dama Poi inizia la costruzione
Ragione prepara con
Cristina il terreno per
costruire la “Città delle
Dame”
La Città delle Dame

E’ un libro Ispirato chiaramente a La città di Dio di Sant'Agostino


ed è di agevole lettura, nonostante l'alto livello nozionistico e culturale.

Dice Christine:
« Sono certa che quest'opera farà chiacchierare a lungo i maldicenti »

Inoltre:

« Gli uomini sembrano tutti parlare con la stessa bocca, tutti d'accordo nella
medesima conclusione, che il comportamento delle donne è incline ad ogni tipo
di vizio »

« una donna intelligente riesce a far di tutto ;

gli uomini sarebbero molto irritati


se una donna ne sapesse più di loro »
Nella città fortificata e costruita secondo le indicazioni di
Ragione, Rettitudine e Giustizia,
Christine racchiude un elevato numero di sante, eroine,
poetesse , scienziate, regine , ecc
che offrono un esempio del potenziale creativo
che le donne possono offrire alla società.

Le donne devono impegnarsi a cambiare il mondo perché è


nella loro natura: il progresso deriva da loro.
A conferma di ciò, Christine porta varie testimonianze storiche
di donne eccellenti

Infine, Christine, citando la virtuosa donna romana


Lucrezia, affronta il tema della violenza sessuale,
inorridendo al pensiero che ci siano uomini che possano
fare questo e addirittura sostenere che “in fondo se l’è
cercata”

e proponendo una legge «giusta e santa» che condanni a


morte gli stupratori
Centrale nella Città delle Dame è il tema
dell'educazione femminile, che Christine
avverte come fondamentale.

L'impossibilità di imparare, unita


all'isolamento tra le mura domestiche,
causano la presunta inferiorità femminile

Ma è un'inferiorità di tipo culturale


e non naturale,
come si desume dai vari esempi di donne
colte
(Saffo,Proba,Novella,Ortensia e altre) e

infine lei stessa che, grazie agli


insegnamenti del padre, è diventata in
grado di partecipare alla realtà culturale
del tempo.
, Nel 1410-1411,

L’opera, venne offerta da


Christine alla regina
Isabella di Baviera, moglie
di Carlo VI. (il re pazzo)

Nella prima pagina del


manoscritto è custodita
l’immagine della consegna
di tale prezioso e
voluminoso testo alla
regina, Isabella di Baviera

la scena, tutta al femminile, si svolge nella


sontuosa stanza della regina Isabella
Ma già anni prima Christine aveva indirizzato a Isabella gli scritti relativi alla querelle del
Roman de la Rose e, in seguito, (nel 1405) , una lettera (Epistre) supplicandola

di farsi “mediatrice di pace”


e di intercedere per porre fine ai conflitti

l’Epistre a la Reine è
una magnifica invocazione
da donna a donna alla
riconciliazione,
per il bene di tutta la nazione.

Isabella di Baviera moglie di Carlo VI il pazzo e madre di Carlo VII.


Ebbe ben 12 figli. Pochi sopravvissero

A causa della pazzia del marito, si trovò al centro della controversia fra Borgognoni e
Armagnacchi (seguaci del Duca di Orleans) per designare la reggenza al marito.
Le Livre de Trois Vertus, (1405) dedicato a Margherita di Borgogna
è l’ideale continuazione de La Città delle Dame,

in esso Christine dà consigli a tutte le categorie di donne della sua società, dalla regina
alla prostituta, le incoraggia a essere forti, a uscire dagli stereotipi sessuali e a far
sentire la loro voce in politica per evitare l’imminente guerra civile
in appendice alla Città delle Dame, nel 1405, Christine scrive che ogni donna deve far
rispettare i propri diritti:

•la regina deve sapere che dovrà poter governare il regno in assenza del marito,

• la moglie di un nobile o di un militare deve sapersi destreggiare nella politica,


nell’amministrazione del patrimonio, nel mestiere delle armi,

• mentre la moglie di un mercante deve conoscere gli affari del marito e dimostrare di
saper badare alla bottega.

•All’ultimo gradino della scala sociale c’è la prostituta,


•alla quale Christine de Pizan consiglia di cercare un’occupazione di qualsiasi tipo –
l’assistenza ai malati, la lavandaia –
•pur di evitare di finire come tante, costrette alla fine della loro gioventù a mendicare
un pezzo di pane.
La città delle donne è
una società utopica e allegorica priva di violenza in cui trionfa Ragione

Il tema che sta più a cuore a Christine infatti è sempre la donna. Sente
come una profonda ingiustizia la misoginia e la volontà da parte del
sesso maschile di sminuire l'intelligenza e l'acume delle donne.

Desidera più di ogni altra cosa che le donne prendano


coscienza del loro valore e le sprona a risollevarsi da una
condizione di inferiorità.

Inferiorità che (e lei ne è l'esempio) non è data dalla


natura ma dalla mancata possibilità di accedere, come gli
uomini, al sapere e allo studio.
Christine presentò sempre i suoi libri ai più importanti personaggi della Corte.

Al Re Carlo VI di Valois, il pazzo Al Duca di Orleans


A Margherita di Nevers
(Le Livre de Trois vertus)
Questi omaggi venivano ampiamente compensati:
Christine, nel 1406, ricevette la ragguardevole somma di 100 scudi d’oro
da Giovanni di Borgogna (detto Giovanni senza Paura)
Christine discusse, alla pari, con i nobili
del tempo
In tutte le immagini Christine è sempre riconoscibile da questo serio e
professionale abito blu che lei indossava nelle occasioni ufficiali
Scrisse libri di insegnamento morale
(Einsegnements morax 1402)
diretti al figlio,

ma indirettamente anche ai delfini, i futuri re di Francia, spesso adolescenti

Christine ricorda al figlio che se


sposerà una donna saggia dovrà
avere fiducia di lei nella gestione
degli affari e della casa, perché una
moglie deve essere la padrona con
lui e non la serva alle sue
dipendenze.

Se invece sposerà una donna


stupida, non c’è nulla da fare;

ma, aggiunge Christine,


chi è causa del suo male non cerchi
di addossare agli altri colpe che sono
solo sue.
In un periodo storico caratterizzato da continue e crudeli guerre esterne con gli inglesi
(Guerra dei 100 anni)

Battaglia di Poitiers
e interne
(Guerra civile fra Armagnacchi e Borgognoni) per la reggenza del re Carlo VI

Assassinio di E. Marcel

L’ideale città al femminile ideata da Christine appare come l’unica salvezza


Christine scrisse altri libri su soggetti politici.
Per esempio, su commissione
di Giovanni senza paura, duca di Borgogna,
( che volle presentarsi come successore politico del vecchio re Carlo il Saggio)
nel 1406 scrisse
Le Livre des faits et bonnes moeurs du sage roi Charles V
(una biografia di Carlo V, ritenuta l'opera storica più importante di Christine)

in cui Christine, come una moderna giornalista , intervista i vecchi funzionari reali, ricorda episodi il marito
che era segretario del re e il padre che ne era il medico

Filippo l’ardito
(Bold)
fratello di Carlo V e
padre di Giovanni
Carlo V di Francia senza paura
Giovanni senza paura
Ma, nel 1407 Luigi, duca d’Orleans
è assassinato

su mandato di
Giovanni senza paura,
duca di Borgogna

divampa la guerra civile,

In questa immagine, il duca di Orleans viene ucciso da seguaci dei Burgundi, dopo
che gli è stata mozzata una mano)
Ma chi era Luigi d’Orleans?

Luigi d’Orleans,
( figlio di Carlo V e fratello minore del re pazzo Carlo VI) e,
forse, amante della cognata Isabella di Baviera, la moglie del
“pazzo”.

vantava legittimi diritti al trono, in quanto discendente diretto


di Carlo V

e contendeva la reggenza al trono di Francia con suo cugino


Giovanni senza paura

Luigi sposò Valentina Visconti ed ebbe da lei un figlio,


Carlo d’Orleans,
che diventò il capo della fazione degli Armagnac e che giurò di vendicarsi
dell’assassino di suo padre.

Con l'appoggio del suocero, conte d'Armagnac, Carlo riuscì a entrare in Parigi da vincitore
(1414) e ad obbligare a pace umiliante Giovanni senza paura.
Fra i vari tentativi fatti da
Christine per educare alla pace
chi aveva il potere in Francia
• l'Epistre a la reine, 1405,
• Les livres de tris vertus 1406
• La Lamentacion sur les maux de la
France 1410

c’è anche
Le Livre de paix, 1412

che si può ascrivere al genere letterario


medioevale detto Ovvero, non dare consigli diretti al
regnante, che potrebbero sembrare
“Specchio del Principe”
arroganti, bensì suggerire una serie di
buoni esempi a cui il sovrano
(e che si ricollega al “De Clementia” di potrebbe specchiarsi.
Seneca nel quale dava consigli al futuro
imperatore Nerone. )
Nel caso specifico : l’esempio di Carlo
V al delfino di turno (in questo caso:
Luigi duca di Guyenne).
Il libro della Pace
Dedicato al delfino
Luigi di Francia, duca di Guyenne,
(figlio di Isabella e di CarloVI, quindi discendente diretto di Carlo V)
in cui incita il giovane principe a governare
saggiamente, a essere prudente e a costruire una
pace duratura.

Il libro presenta una sorprendente particolarità,


è stato scritto cento anni prima
di quel vero e proprio trattato sul buon governo, destinato
a diventare una pietra miliare nel suo genere ,
il ben più famoso

“ Principe “ Luigi, duca di Guyenne,


di Niccolò Machiavelli. morì prima di Carlo VI il
pazzo (suo padre )
perciò non divenne mai re

Ma c’è ancora speranza che, con il sostegno di Carlo d’Orleans e degli Armagnacchi,
salga al trono un altro delfino dopo la morte di Carlo VI?
È però tardi; nel 1415 ad Ajncourt,
Enrico V d’Inghilterra,
appoggiato dai Borgognoni di Giovanni senza paura , sbaraglia la cavalleria francese

Carlo d’Orleans viene fatto prigioniero

Enrico V occupa parte della Francia e si ritira a Calais


La lotta divampa
Christine che aveva scritto
il Fait d’armes et de chevalerie, un libro in cui racconta diritti e doveri di un signore in
tempo di guerra e come vanno condotte le operazioni militari.

scrive:
i Lamenti sui mali della Francia, schierandosi con il partito francese Armagnac di Carlo
d’Orleans

la confusa lotta continua;

Durante le trattative, Giovanni senza paura


venne però assassinato in un agguato

e suo figlio Filippo III concluse che per i borgognoni era preferibile l'alleanza con gli inglesi a
quella con gli armagnacchi.
Negli anni successivi continua il dominio inglese in Francia

Nel frattempo, la moglie di Carlo VI, Isabella di


Baviera, scongiurò Enrico di vendicare l'omicidio di
Giovanni senza paura, di punire il presunto
assassino e di raggiungere Parigi.

Quindi, con il Trattato di Troyes (21 maggio


1420), si riconosceva che Enrico, era stato
adottato dai reali francesi (!), quindi era reggente
ed erede di Carlo VI , in luogo dell'erede legittimo, il
Delfino Carlo, peraltro prigioniero in Inghilterra.
Gli accordi prevedevano anche il matrimonio tra
Enrico V e Caterina di Valois, figlia di Isabella e del
sovrano francese,
matrimonio che fu celebrato il 2 giugno del 1420.
Enrico V Re di Francia e di Inghilterra
Nel 1422, morì Enrico V, di tifo
e finalmente anche Carlo VI, il pazzo

per cui, il nuovo re di Francia, oltre che re d'Inghilterra, fu il neonato figlioletto di Enrico, affidato
alla tutela di un consiglio di reggenza inglese.
Quando nel 1418 inglesi e borgognoni occuparono Parigi ammazzando gli
oppositori politici, Christine, schierata con il partito del Delfino, fuggì.

Aveva cinquant’anni e si ritirò in un


convento, (una scelta comune, in
vecchiaia, per le persone di rango).

Christine si rifugiò nel sicuro convento


dell’abbazia di Poissy, dove sua figlia si era
ritirata come religiosa.

Ma, a Poissy,
dopo 11 anni di silenzio

ecco la sorpresa!
Arriva la notizia delle imprese di

Giovanna d’Arco

Christine fece udire il suo ultimo


“canto di gioia”
per celebrare la straordinaria impresa di
un’altra donna,
quella vergine guerriera che liberò il paese
dall’assedio degli inglesi,
Ecco le sue parole:

«Io Christine per la prima volta dopo tanto tempo comincio a ridere…
per lungo tempo ho vissuto triste come in gabbia… nel dolore, io come
gli altri, ma la stagione è cambiata».

«Che onore per il sesso femminile quando questo nostro regno


interamente devastato, fu risollevato e salvato da una donna, cosa che
cinquemila uomini non hanno fatto…».
il 31 luglio 1429 in soli 7/8 giorni Christine scrisse
Le Dittié de la Pucelle

era l’inno di speranza di una patriota, che aveva a


lungo invocato la pace ed ora assisteva al prendere
forma del «miracolo», grazie all’azione di una donna

(quel honneur au femenin sexe!).

quell’impresa fu da lei percepita come la


realizzazione di un suo “sogno” a lungo inseguito,
immaginato e narrato…

Christine condivise con l’amico Gerson l’esultanza


per l’arrivo di quella fanciulla “inviata da Dio”.
Grazie al gesto di riscossa di Giovanna, i francesi ebbero la meglio sugli inglesi e, un
re francese, Carlo VII, fu incoronato, come tradizione, a Reims il 17 luglio 1429.

Carlo VII, undicesimo figlio di


Carlo VI (il Pazzo), e di Isabella di
Baviera

l’unico figlio sopravvissuto fra i vari delfini di


quella disgraziata generazione.
Superato l’entusiasmo però, Giovanna D’Arco fu vittima degli intrighi del partito filo-
inglese, dell’apparato ecclesiastico che li appoggiava e di quella misoginia dei dotti e dei
chierici dell’Università di Parigi, che, insieme al vescovo, furono gli autori ufficiali della
condanna che portò Giovanna
al rogo per eresia.
Il re Carlo VII non la difese.

Fortunatamente Christine non visse abbastanza da assistere alla


cattura e alla prigionia e infine al rogo di Giovanna D’Arco.
Che ne fu di Carlo d’Orleans, il figlio di Luigi?

Carlo d’Orleans fu uno dei molti nobili francesi ferito


nella Battaglia di Agincourt nel 25 ottobre 1415.

Catturato e portato in Inghilterra come ostaggio, egli vi


rimase prigioniero per i successivi venticinque anni.

Carlo, della linea di successione al trono di Francia, era


il naturale erede della fazione armagnacca.

Durante questi venticinque anni Carlo scrisse molte


poesie, caratterizzate dai temi tradizionali dell'amore
cortese, inserendo temi malinconici che sembravano
commentare la sua cattività, come
”La Foresta della lunga attesa”.
Tornato in Francia, ritiratosi a Blois, Carlo costituì
intorno a sé una corte letteraria.
Appassionato bibliofilo, raccolse libri continuando
una tradizione familiare.
Una raffigurazione della prigionia di Carlo
(influenza di Cristina?)
nella Torre di Londra tratta da un manoscritto
miniato delle sue opere di poesia
IL FILM
Nel 2010 l'attrice Stefania Sandrelli debutta come regista girando
il film biografico "Christine Cristina", in cui la figlia Amanda
Sandrelli interpreta la protagonista, Cristina da Pizzano.

•L’amicizia tra il Cancelliere e la Pizan, che risale al dibattito sul Roman de la


Rose nel film viene narrata con toni romanzati di cui non c’è riscontro storico,

forse, per andare incontro alle esigenze di un più ampio pubblico

•Una resa che sfiora “la frode intellettuale” ma, forse, ambiva solo ad una
evocazione della sua figura e delle vicende che la indussero a comporre.
Il giudizio degli storici sul film è severissimo.
Non ci sono prove storiche che i disagi economici della Pizan l’abbiano spinta in mezzo
a una strada.
Tanto meno alloggiata su un barcone; a meno che non si tratti di una metafora
narrativa riferita alla dichiarazione di Christina di essersi trovata improvvisamente in
balia di un mare in tempesta e di aver deciso di affrontarla con l’energia di un uomo.

gli sceneggiatori del film hanno inserito nella trama del film una nave, forse perché la
nave in tempesta ebbe un forte valore simbolico nei testi di Christine?

Nessun cantastorie o giullare intonò le sue rime, che non hanno mai accenti popolari
tanto meno sono state mai declamate nelle osterie del tempo.
I libri di Christine sono pensati per un pubblico di corte.

IL personaggio di fantasia Charleton non ha alcun fondamento storico,

ma è probabilmente una scelta del sceneggiatore finalizzata a ricordare come, in quel


violento e confuso periodo, alcuni siano andati incontro a un’infelice sorte per aver
fatto sentire la loro voce pro o contro una delle due fazioni in lotta.
Inoltre, purtroppo, il film della Sandrelli mette la parola “fine”, proprio quando,
invece, inizia il cammino della scrittrice nei sentieri più elevati del pensiero…

Per chi volesse approfondire, consiglio la registrazione dell’intervento


del Prof. Barbero al festival della Mente di Sarzana

https://youtu.be/D9vzlwBffm4

Agostina Cagnasso e
M. Ivana Trevisani Bach
ringraziano per l’attenzione
CRONISTORIA di 80 anni DELLA STORIA DI FRANCIA
19 settembre 1356 – Battaglia di Poitiers e vittoria degli inglesi.
Giovanni II il buono (padre di Carlo V) viene catturato e deportato in Inghilterra assieme a
uno dei figli: Filippo detto ” l’ Ardito”, Duca di Borgogna.

8 maggio 1360 – Trattato di Brétigny, tregua di nove anni. Liberazione di Giovanni il buono e
del figlio Filippo, che tornano in Francia.

8 aprile 1364 – Morte di Giovanni II e successione del di lui figlio, il primogenito


Carlo V detto ” Il Saggio “, già primo “Delfino” di Francia.

16 settembre 1380 – Morte di Carlo V il Saggio e successione del figlio quattordicenne


Carlo VI detto ” Il Pazzo “.
A causa della sua presunta follia, il trono venne rivendicato da
suo zio Filippo l’ Ardito, Duca di Borgogna.

27 aprile 1404 – Morte di Filippo l’ Ardito. Gli succede, come Duca di Borgogna, il figlio
Giovanni senza paura

1407, Giovanni senza paura fa assassinare suo cugino Luigi d’Orleans figlio di Carlo VI e di
Isabella di Baviera (Legittimo erede al trono)
1410 –Inizio della guerra civile in Francia fra
il partito degli Armagnacchi comandati da Carlo Orleans (figlio di Luigi d’Orleans
assassinato)
e quello dei Borgognoni (che sostengono Giovanni senza Paura, Duca di Borgogna).
20 marzo 1413 –Sale al trono d’Inghilterra Enrico V, che si allea con Giovanni Senza
Paura e rivendica il trono di Francia vantando diritti per indirette vie dinastiche.
25 ottobre 1415 – Vittoria degli inglesi ad Ajincourt (Carlo d’Orleans viene fatto
prigioniero e portato in Inghilterra)

1419, Giovanni senza paura viene ucciso in un agguato dagli Armagnacchi

21 maggio 1420 – Trattato di Troyes, col quale viene riconosciuto


Enrico V nuovo re di Francia (col nome di Enrico II).
2 giugno 1420 – Enrico V sposa Caterina di Valois, figlia del re pazzo Carlo VI e di
Isabella di Baviera e sorella maggiore di Carlo VII, Delfino di Francia.

31 agosto 1422 – Morte di Enrico V, per febbre tifoide.


Il figlio Enrico VI, ancora in fasce, è proclamato re d’Inghilterra e di Francia.
21 ottobre 1422 – Morte di Carlo VI il pazzo.
31 luglio 1423 – Battaglia di Cravant e sconfitta dei sostenitori del Delfino Carlo VII, per
mano degli inglesi e degli alleati Borgognoni.
12 ottobre 1428 – Inizio dell’ assedio di Orléans, roccaforte degli Armagnacchi, da parte
degli inglesi, comandati dal conte di Salisbury.
12 febbraio 1429 – Battaglia delle Aringhe conclusasi con la vittoria degli Inglesi.

10 marzo 1429 – Giovanna D’Arco, una contadinella analfabeta (?!) della Lorena incontra il Delfino,
futuro Carlo VII, vestita in abiti maschili, e gli chiede di venire posta a capo delle sue milizie per fargli
riconquistare il trono di Francia.
Giovanna dice di essere guidata dalla voce di Dio, di San Michele, di Santa Caterina e di Santa Margherita.

29 aprile 1429 – Giovanna D’Arco, a capo dell’esercito francese, libera Orléans, ultima
roccaforte armagnacca, assediata dagli inglesi. Assieme a lei combatte Jean d’Orléans,
chiamato “Il Bastardo di Orléans” poiché figlio illegittimo di Luigi d’Orléans, zio di Carlo VII.
17 luglio 1429. Carlo VII, incoronato, come tradizione, a Reims

23 maggio 1430 – Giovanna viene catturata dai Borgognoni, venduta agli inglesi e fatta
prigioniera
3 gennaio 1431 – Inizio del processo a Giovanna, accusata di stregoneria ed eresia.
24 maggio 1431 – Abiura di Giovanna.
27 maggio 1431 – Giovanna ritratta l’abiura.
30 maggio 1431 – Morte sul rogo di Giovanna, a Rouen.

Potrebbero piacerti anche