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X Soc

Discorso per la consegna


dei diplomi al Bryn Mawr
(1986)

Ragionando su cosa avrei dovuto dire, mi sono ritrovata a


pensare a quello che impariamo al college,e a quello che
disimpariamo al college, e a come poi impariamo a disim-
parare quello che abbiamo imparato al college e a reimpa-
rare quello che abbiamo disimparato al college,eccetera.E
ho pensato a come io avessi imparato, più o meno bene, tre
lingue, tutte e tre inglesi, e a come una sola di queste lingue
fosse quella che volevo imparare iscrivendomi al college.
Pensavo che avrei studiato francese e italiano, e così ho fat-
to,
potere sociale; dovrei chiamarla la lingua_padre.
Si tratta del discorso pubblico, e uno dei suoi dialetti è il
ëFéÂano quelli dei politici, degli accademici,
o dell'anziano che si svegliavaper primo in un villaggio
della California centrale un paio di secoli fa e diceva cose a
voce molto alta, del tipo: «E ora di svegliarsi,perché ci so-
no parecchie cose da fare, i lavori alla capanna sudatoria

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non sono terminati
e la madia sativa sulle colline sta già E in effetti è un dialetto fenomenale.Nei Principia,
giusta ora del giorno per fare le cose Newton l'ha utilizzato scrivendo in latino, e Cartesio in la-
mettendo i semi; è la
il caldo del pomeriggio ci sarà un muc- tino e francese, stabilendone parte del vocabolariobase, e
e quandoarriverà
chio di tempo per
starsene a poltrire». E così la gente si al- Kant in tedesco, e Marx, Darwin, Freud, Boas, Foucault—
zavaborbottando e c'era
chi se ne andava a cogliere la ma- tutti i più grandi scienziati e pensatori sociali—ne hanno
dia sativa—probabilmente
le donne. Idealmente è questa la fatto uso. È il linguaggio
conse enzadel discorso ubblico. Serve a far succedere le Non dico che sia il linguaggio del pensiero razionale.La
cose,serverrcyqualcuno —di solito qualcun tro —si ragione è una facoltà molto più ampia del meropensiero
mettaall'opera,o quantomeno serve a gratificare l'ego oggettivo. uando il discorso politico, o il discorsoscienti-
dell'oratore.La differenza tra la nostra politica e quella dei la voce della ragione, stagiocando a fare
nativicalifornianisi rende evidente nello stile del discorso Dio, e dovrebbe essere sculacciato e messo in un angolo.Il
pubblico.La differenza non era altrettanto evidente agli ge pa e non è ragionarema
invasoribianchiche insistevano nel chiamare ualsiasiin- distanziare —creare divario, uno spazio, tra il soggetto o il sé
ano acesseun •scorso «capo», perché non riuscivanoa e l'oggetto o se.ba da questo
comprendere,e non avrebbero utorità senza imporre una distanza tra l'Uomo e il un'e-
supremazia:un autorità non dominante. Ma è proprio di norme quantità arenergia. osì a crescitacostantedella
questaautorita e spongo per reve —speriamo tutte scienza alimenta sé stessa;la Rivoluzione
chesiabreve—tempo in cui mi è dato di parlarvi. Non ho industriale è cominciata con la divisione del mondo-atomo,
alcundiritto di parlarvi. Ho solo la responsabilità che mi e continuando a suddividere il continuum in parti disegua-
avete accordato invitandomi a farlo. li manteniamo lo sqyÀ!ièrio da cui la nostra società trae il
La lin a della olitica arla ad alta voce —e guardate potere che le consente di dominare ogni altra cultura,al
comera io e televisione l'hanno rimessa al suo posto — punto Ge oggi nei laboratori e negli edificigovernativi,nei
mail dialettodella lin quartieri generali e negli umci delle aziende, tutti parlano la
dre che io e voi abbiamo im-
parato al college è un stessa lingua ovunque; e chi non la conosce o non la vuole
idioma scritto. 1 suo non parla. Dà
solo parlare resta in silenzio, o viene messo a tacere e ignorato.
pa a reso lingua
u are uan o a stam-
scritta iù comune che rara, circa cin- Voi siete venute qui al college per impararela lingua del
quecentoanni a, e con
i processi elettronici euçppiatu- potere — er potenziarvi. Se volete avere successonegli af-
raha continuato nell'i-
a svilu arsi e roliferare in maniera co- ikilegge, in ingegneria, nella scienza,
in molti ritengon0 s Zione, nel media, se volete avere successoin generale,
—-—„=.xLd19çorso-espps5tivo,io particolare dòvete parlare fluentemente la lingua in cui il termine
vera «successo»sia ritenuto molto significativo.
l'uomo
gia primitive. onœclwvesti- Tuomo bianco aria con la lin a biforcuta
bianco par a per icotomie.La sua lingua esprime ivalon

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un mondo scisso;in
ogni divisione apprezza il positivo e di-
I gare, comune, banale, colloquiale, bassa, ordinaria, plebea,
sprezzail negativo:soggetto/oggetto,
sé/altro, mente/cor- côfi$lrravoro éWefamWÈente vive'la
attivo/passivo, Uomo/Natura, gente normELilingua madre, parWta o scritta, si aspetta
PO,dominante/sottomesso,
una conversazione, parola la cui radice si-
uomo/donna,eccetera.La lingua padre si parla dall'alto.È una risposta.
insieme». La lingyymadre è un linguaggio
unilaterale.Non ci si aspetta una risposta, néla SIascolta. gnifica «trovarsi
Nellanostra ostituzione, nelle opere giuridiche, filo- Inteso non come mera comunicazione, ma come relâifone,
sociale, nella scienza, ne utilizzo
sofiche,n¯eVpensiero ra orto. rea un legame. Va in dile direzioni,in molte di-
quotidianoa servizio della giustizia e déllâ Efiarezzavquel- rezioni,è uno scam io, una rete. suo potere non è-divide-
la che chiamo la lingua padre è immensamente nobile e as- re ma legare, non •stanziare ma unire. E scritta, pero non
solutamenteutile. si arroga un rapporto poy!le- vola dalla bocca nell'a-
di- lito che ci dà vita e se ne va, come un respiro, se ne va eppu-
struttiva.Descrivecon eccellente accuratezza la distruzio- re torna, a ripetizione, il respiro è sempre uguale, ovunque,
ne continuadell'ecosistema terrestre da parte di chi la par- e lo conosciamo tutti a memoria. John hai preso l'ombrello
la. Nel suo vocabolario, la parola «ecosistema» è un termi- che mi sa che si mette a piovere. Puoi venire a giocare con
ne del tutto inutile, tranne che nel discorso dove chi parla me? Se te lo dico una volta, vale sempre. Le cose non sono
si escludedall'ecosistemain una dicotomia soggetto/og- più le stesse qui senza la mamma, firmato il tuo caro fratel-
getto di irre9ponGàbilitàfatale. lo James. Ah, ma che sto facendo? E quindi le ho detto ho
La lingua dei pa&ri,dell'Uomo in Ascesa, dell'Uomo detto se lui pensa che lei la mandi giù anche se poveretto ha
ConAuistatore,dell'Üomo Civilizzato non è 1avostra lin- l'artrite ed è senza lavoro. Ti amo. Ti odio.Il fegato mi fa
gua nativa.Non è Ja lingua nativa di nessuno. Nei vostri schifo.Joan tesoro hai dato da mangiare alle pecore,non
rimi anni di vita nemmeno a sentivate a lingua padre, a star lì a perdere tempo. Dimmi che hanno detto, e dimmi
parte ra o o alla televisione, ma comunque non pre- che hai fatto tu. Ah quanto mi fanno male i piedi.Ho il
stavate ascolto, né voi né il vostro fratellino, perché si trat- cuore a pezzi. Toccami qui, toccami ancora. Una volta ci ca-
tava soltantodi qualche vecchio politico coi peli nel naso sco due volte no. Sembra che sei andato a finire sotto una
che stava lì a fare discorsi noiosi. E voi e il vostro fratellino macchina. Che notte bellissima. Buongiorno, ciao, arrive-
avevatedi meglio da fare. Dovevate imparare un altro tipo derci, buona giornata, grazie. Ma vai all'inferno brutto tra-
dipotere.Stavateim arando la vostra lingua madre. ditore.Mi passi la salsa di soia per favore. Oh cazzo.È il te-
Utilizzando la lingua sorino dolcissimo della nonna? Che le dirò?Dai, su, non
madresoltanto,inevitabilmente,
per distanziarmene, rr piangere, Vai a nanna, a nanna... Non andare a dormire!
esclûd espçsygal li-
rimitiva: 1)SY2Y'npre al limite del silenzio,
inaccurata,confusa, • e- mite del canto. E la lin a in cui ven ono raccontate le sto-
rozzg,limitata, viale banale. wri tutte le
titiva,sempre uguale, come
il lavoro che viene chiamato
a- parlata da tutti i bambini e a quasi
alingua perché la impa-
Voroemrmn e;pro
ano,casalingo. vo gare,la lingua e quindi la chiamo la lingua madre,
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e 1a trasmettiamo ai nostri figli
riamo dalle nostre madri non possono contraddirsi l'un l'altra solo le parglyposso-
in pubblico, anche se non sareb-
Sto provando a usarla qui no ar o: le parole sfparate dall'esperienza per essereusate
è adatta alla situazione, ma voglio
be consona, anche se non come armi, le parole che creano una ferita, a scissionetra
comunqueparlarla perché siamo donne e non posso dire soggetto e oggetto con conseguente esppyizionee sfriifta-
quellochevoglio dire sulle donne nella lingua dell'Uomo mento e oggetto e camuffamepto e difesa del soggetto.
con la U maiuscola.Se provassi a essere oggettiva direi: ¯wente smania er l'oggettività perché eyçre_spggggti-
«Questo è alto e questo è basso», farei un discorso accade- vi si ca essere incarnati, arsi corpo, vulnerabili, violabi-
micosull'importanzadel successo nella vita, intesa come li.¯SoFattutto g uomlnl non sono avvezziallacosa;non
campo di battaglia, vi mentirei; e non voglio farlo. sono alfehati a offrire ma a attaccare. Spesso è più facileper
Qyesta primaveraho incontrato una musicista, la com- d"eÏlVaftre, provare a parlare delle no-
positricePauline Oliveros, una bellissima donna, come stre esperienze nella nostra lingua, la lingua in cui ci parlia-
unarocciagrigiadentro l'alveo di un fiume, e ad alcunedi mo, la lingua madre; ed è così che ci potenziamo a vicenda.
noi,un gruppetto di donne che aveva cominciato a discu- Ma sia io che voi abbiamo imparato a usarela lingua
tere di teorie in una lingua astratta e oggettiva —io con la madre solo a casa, oppure nello spazio sicuro dell'amicizia,
mia m ca conoscenza della lingua padre acquisita in e molti uomini imparano a non parlarla mai. Gli viene det-
un collegefemminile sofisticato mi trovavo al centro della i
to e per oro non esiste uno spazio sicuro.Dall adole-
disputa,pronta a uccidere —insomma a tutte noi, Pauline, scenza in poi, parlano tra di loro in una linguache è una
che è sempre stata parca di parole, ha detto, schiarendosi la sFëëië¯di'vers10ne degra ata della lingua padre —risultati
voce: «Offrite la vostra es erienza come la vostra verità». E sportivi, dettagli tecnici del lavoro, dettagli tecnici del ses-
seguitoun breve silenzio. Qando ab iamo ricominciato a so e politica televisiva. Qando sono a casa, con le donne e
parlare,non discutevamo con oggettività e non litigavamo. i bambini che parlano nella lingua madre, rispondono con
Siamotornate a barcamenarci tra le idee sfruttando tutto il un grugnito e tornano a guardare la partita. Si sono autoin-
nostro intelletto, non soltanto una metà, parlandoci tra di dotti al silenzio, e in qualche modo lo sanno,quindisono
noi, il che significa
ascoltandoci. Abbiamo provato a offrir- infastiditi da chi parla la lingua madre; le donne chiacchie-
ci vicendevolmente 1a
nostra esperienza. Senza rivendica- rano, stanno sempre lì a parlottare... non le posso sentire.
re niente, offrendo
qualcosa. Le nostre scuole e i nostri college,istituzionidel a-
c e
in fondo, un'esperienza a smentire, ne are, ci insegnano ad ascoltarele persone
confutareun tra
esperienza? che se io dovessi averne madie, le
mo ta 1Plu, vostra esperienza corrisponde alla vostra non ascoltare la lingua
bam-
verità.Come
potrebbe un essere dimostrare che un altro persone prfvËdfÊotere, gruom%ni poveri, le donne, 1
esseresi sbaglia? Ini: quello valido.
Anche se voi siete molto più giovani e in- non va considerato un discorso Insieme
telligenti di me,
il mio essere è la mia verità. lo posso offrir- o sto provan*do a disimparare questalerno-ne,
vela;non è ad altre lezioni dalla mia socie-
detto che voi la
dobbiate prendere. Le
ersone che mi sono state impartite
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modo le lezioni
che riguardano la mente, il la- Cantare è uno dei nomi della linguache non imparia-
special ecco un piccolo canto per SojournerTruth. È
tà,in
opere e l'essere di
una donna. Sono lenta a disim- mo mai, ed
le da Joy Harjo della popolazione creek e si chia-
voro,
le mie disinsegnanti —le pensatrici fem- stato scritto
parare.Ma adoro oratrici, poete, artiste, cantanti, coperta intorno a lei».
criti- rna: «La
ministe,le scrittrici, e Woolf, passando
da Wollstonecraft per tut-
che e amiche, forse è la sua nascita
glorie degli anni Settanta e Ottanta —voglio
te le firie e le ne che da due secoli lavorano per che si tiene stretta
celebrarequi e or
disinsegnant le disconquistatrici,le di- o la sua morte
la nostralibertà le altrettanto inseparabile
offerto la loro es erienza co-
sguerriere, donne c e il vento bianco
e
-eT767eriçà. prendendosene il rischio pagandolo a ca- che la circonda è una parte
donne famose!», ha scribac-
ro prezzo.«NONlodiamo le proprio come
chiatoVirginiaWoolfal margine di una pagina mentre il cielo azzurro
stavascrivendoLe freghinee, e ha ragione, ma devo comun- che le pende dal collo in un turchese
quelodare queste donne e ringraziarle per avermi dato in
vecchiaiala libertà di imparare la lingua che è mia. oh donna
La terza lingua,la mia lingua nativa, quella che non sa- ricorda chi sei
donna
prò mai nonostante abbia trascorso una vita a impararla:
è tutta la terra 61
ora vi dirò qualcheparola in questa lingua. Prima di tutto
un nome,un nome di persona,lo avete • . So•ourner
Truth.ll nome stesso è una lingu SojournerTrut arla- E allora di cosa parlo con questa «lin a disimparata»:
va la lingua disimparata; un centin a, in uno di poesia, di letteratura? Sì, ma va bene an e per 1 scor-
sia
spaziopubblico,disse:«Sono stata per quarant'anni schia- si, e per la scienza, qualsiasi utilizzo della lingua purché
co-
va e per quarant'annilibera, e vorrei stare qui altri qua- parlata, scritta, letta, ascoltata come forma d'arte, così
rant'anniper poter assistere alla parità dei diritti». Alla fi- me la danza è un corpo in movimento che diventaarte.
ne del discorso aggiunse: «Volevo dirvi una cosetta sui di- Nelle parole di Sojourner Truth si sente il ricongiungi-
ritti delledonne,e quindi mi sono fatta avanti e l'ho detta. mento, matrlmomo tia il discorsopubblicoe l'esperien-
vero
il
Ora sono seduta qui tra di voi a osservare; ogni tanto mi fa- za rivata, e ciò crea un potere, una cosa bellissima,
sodaliziotra la
rò avantie vi dirò che ora si fatta». Poi disse: «Ora mi scorso della ragione. un matrimonio, il
è e I irppe-
metteròun po' a cantare. da coscienza alienata che ho chiamato lingyypydre
Non ho sentito nessun canto
quandosono arrivata». 60
SheSaid:Con-
61.Joy Harjo, «Tie Blanket Around Her», in Ihat's What
60. SojournerTruth, Women,a cura di Ryana
temporary Poetry and Fiction by Native American
in TheNorton Anthology of Literature by Women, a cura
di Sandra M.
Gilbert e Susan 1985• Green, Indiana University Press, Bloomington 1984.
Gubar,W.W. Norton & Co. , New York
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che ho chiamato lingua madre. È il
o indifferenziato ne è stato alterato, e se gli Eliot parlano solo con i Lowell e
questa lingua bambinesca, a ngua che
ro g o etto, i Lowell solo con Dio, Denise Levertov si affacciapacata-
imparare per tutta la vita.
tresteprovarea mente verso Occidente per parlare a noi.
questa lingua, come la lingua
All'inizio impariamo
ascoltandola o leggendola; persino
dre,semplicemente nei Non c'è sapore
affollatissimi e sottofinanziati insegnano
nostri licei Rac- più dolce, più salato
dello zio Tom; e al college
contodi due città e La capanna poi
potretefarviquattro begli anni di letteratura, con tanto di della felicità di essere
corsidi scrittura creativa. E però. Viene insegnato tutto co- cosa,donna,
me fosseun dialetto della lingua padre.
La letteraturaprende forma e vita all'interno di un e chi sono,
ngua madre, sempre. ora i io stessa, un'ombra
corpo,ne grem o e
P¯aïdella Cultura vanno in ansia sulla paternità. Co- che si allunga più del sole
mincianoa parlare di legittimità. Rubano il bambino. Si si muove, si stende
assicuranoin tutti i modi che l'artista, lo scrittore, sia ma-
schio.Qlesto implica l'abogto intellettuale di secoli di ar- sul filo della meraviglia.
tistedonne,l'infanticidio di opere scritte da donne, e un I pesi che porto
intero corpo medico di critici sterilizzatori che si danno
da fareper urificare il Canone, er ridurre l'argomento e sarannoricordati
come doni, beni, un cesto
lo stile ella letteratura a qualcosa che sia alla portata di
Ernest Hemingway. di pane che mi ferisce
Ma è la nostra lingua nativa, è la nostra lingua che ci le spalle ma mi stringe
stanno rubando: sappiamo leggerla e sappiamo scriverla,e
ciò che le apportiamo è ciò di cui ha bisogno, la lingua del- nella fragranza. Mangio
le donne,quel non so che di terrigno, quel sapore, quell'im- strada facendo. 62
parentamento,che suona oscuro nella lingua madre ma che
appareluminosocome la luce del sole nella poesia delle
Ho usato la parola «verità» nel senso di «provaredavve-
donne,e nei nostri romanzi,
nei racconti, nelle nostre lette- ro a non mentire», e così uso le parole «letteratura», «arte»,
re,nei nostri diari, nei
nostri discorsi. SgS9journerTruth nel senso di «vivere bene, vivere con capacità,grazia,ener-
quarant'annischiava,sapeva
di avere il diritto di fare quel gia» —come portare un cesto di pane e sentirne l'odore,
discorso,che mi dite di
voi? Vi farete mettere a tacere? mangiarlo strada facendo. Non intendo solo certiprodot-
Ascoltereteque o che
V1 cono g • uomini, o ascolterete
quelloche vi stanno
dicendo le donne? Io dico che il Cano- 62. Denise
Levertov, «Stepping Westward», in Norton
Anthology,cit

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da gente particolarmente dotata che vive in Il lavoro domestico è un'arte, così come la cucina,con
ti speciali fatti compren e—e ln
d'artista, torri d'avorio da privilegiati: l'arte tutto ciò e mo te co-
sofitte, studi pastorizia...
tutti i tipi di arte bassa, quelli che gli uomi- se: agricoltura,
caccia, Anche il lavoro sartoria-
«alta»;intendo ciò che comprende... E cosìvia.Vedetequan-
Per esempio l'arte di fare dove vi- le, con tutto
ni non vogliono. questa attività dare nuovo valore alla parola «arte»,di modo
nostra cultura non è con- to ci tenga a
vela ente.Nella —come sto facendo ora —torno a parlaredi
nemmeno considerata lavoro.«Sta tale che quando
siderataun'arte, non è più ampio delle grandi arti esisten-
lavorando?»—e lei smettendo
• passare o straccio in cu- parole, sia nel contesto
che porta il cesto col pane, che porta i
cina e prendendo in
braccio il bambino per andare a ri- ziali, come la donna
intesa come eiaculazionedell'e o
sponderealla porta, dice: «No,
io non lavoro». Chi mette doni, i beni. Non l'arte
sapiente e potente, d• tare al mondo
ordinedovevivono gli altri
viene stigmatizzato come non ma come un modo,
adatto a interessi «più alti»; per cui sono soprattutto le Tbrno âTTeparole perché le paroje sono mio modo di sta-
quando parlo di lingua come
donnea farlo,e tra queste le donne povere, senza una for- re al mondo, ma intendendo,
mazionescolastica o vecchie si ritrovano a farlo più spesso arte, qualcosa di molto più vasto che le cosiddetteforme
delle donne ricche, con una formazione scolastica e giova- alte. Ecco una poesia che cerca di tradurre sei paroledi
diceva:
Hélène Cixous, l'autrice del Riso della Medusa.Lei
ni. Eppure, un mucchio di gente ci tiene ad avere la casain
ordinema non può, perché è povera e non ha nemmenola «Jesuis là où ça parle» e io ho spremutoquesteseiparole
più
possibile,
casa,oppure perché non ha il tempo e i soldi che ci voglio- come un bel limone tirandoci fuori più succo
un goccio di vodka dell'Oregon.
no per tenerla in ordine, o addirittura neanche l'esperien-
se
za di aver mai visto una casa decente, una stanza pulita,
non in televisione. Molti uomini sono dispensati dai lavo- Sono qui dove
parla
ri domesticiin virtù di un otente pre •udizio culturale;
il Dove parla
molte donne in realtà assumono tre onne per svolgere
sono io nel luogo parlante
lavoroperché hanno paura di restarne vittime, di fare la fi- Dove
ne della donna che hanno assunto, o della donna che tutti dice
conosciamo,talmente schiacciata dal pregiudizio cultura- che è il mio essere
le che non riesce nemmeno a stare in piedi, e striscia per la Dove
casa a strofinare superfici, passare la cera e spruzzare un il mio essere lì
prodotto contro i germi sui bambini. Ma anche lì, in gr parla
nocchio,dove né io né voi ci troveremo mai, quella donna ci sono
sta mettendoin pratica al meglio delle sue possibilità E così
un'arte antica, complessa e necessaria. Che la nostra socie- ridendo
tà la svaluti è la prova e in un orecchio di pietra
della barbarie, del tracollo estetico
etico della nostra società.
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non sente, non ci ascolta, e dà a cosa sia successo. Qualcosa è
L'orecchiodi pietra noi non sappiamo successo,qual-
suo essere di pietra... Le donne possono Cian_ cosa è stato
fatto, di cui non sappiamo nulla.Cosa
la colpa del è stato?
come scimmie selvagge, ma le fattorie,i scritti da donne abbiamo
ciaree parlottare Anche con i romanzi appenaco-
della lingua, i campi di frumento dell'ar-
frutteti e i giardini minciato a essere consapevoli di cosa accadanell'altra
rivendicati gli uomini, li hanno recinta- le
te —quelli li hanno stanza,di cosa fanno donne.
dicono, è un mondo di uomini, E io
ti: proprietà privata, Una frase famosa di Freud è: «Quelloche non sapremo
donna». opo esserci soffermate
allora dico: mai è cosa vmwleuna ari-
flettere sulla sintassi di questa frase, in cui il verbo «sa ere»
oh donna sottintende un NOI mentre «una donna» a quanto pare non
ricorda chi sei hap ur e, non ha individualità —come quando si dice che
donna
una mucca va munta due volte al giorno o che il gerbillo è
è tutta la terra
un animale carino —potremmo proseguire e chiedercise
NOIsappiamo gualcosa? se NOIa lamo mal atto caso,se
Ci viene detto, a parole e non a parole, ci viene detto tra- NOI¯bFISmai chiesto a una donna cosafa —cosafanno
mite la loro sordità, le loro orecchie di pietra, che la nostra
esperienza,la nostra esperienza di vita di donne, non ha po' di anni molti antropologi,alcunistoricie
> valore ergli uomini —e uindi non ha valore erla socie- qualche altro si stanno rivolgendo tra di loro la stessado-
tà, per l'umanità. iamo valutate dagli uomini solo come manda di Freud, col volto pallido e atterrito—e hanno an-
s erite• qualsia- che iniziato a dare una risposta. Più potere. Le scienzeso-
si cosa possiamo • e, qualsiasi cosa possiamo fare, verrà ri- ciali ci mostrano che i portavoce della lingua padre sonoin
conosciutasolo a patto che sia detta o fatta a loro beneficio. grado di capire e discutere l'agire delle madri, se ammetto-
Una cosala facciamodi sicuro: i figli. E quindi faccia- no la validità della lingua madre e ascoltano quello che di-
dai legislatori cono le donne.
e dai dottori,tutti maschi, e ci viene detto uando e dove Ma nella società, presa nella sua interezza,la mitologia
farli,quantospesso,e come; è tutto sotto il loro controllo. patriarcale di cosa fa «una donna» persiste senzaalcuntipo
Ma nonsiamoautorizzatea arlare del fare fi erché non di analisi e forgia la vita delle donne. «Cosafaraifinitala
faparte e esperienza egli uomini e quindi non aniçn- scuola?» «Ah, bah, quello che fanno tutte le altre,mi piace-
te a che vedere con la realtà,
con la civiltà e non riguarda rebbe costruirmi una casa e una famiglia» —e non c'è nien-
l'arte.—Un ur o acerante
nell'altra stanza. E il principe te di male, ma cosa sarebbero questa casa e questa famiglia
Andrej entra e vede la
sua povera moglie che è morta di che hanno tutte le donne? Il papà al lavoro, la mamma a ca-
parto —O Levin va
nel campo e ringrazia Dio per la nasci- sa, due bambini che
ta di suo figlio — mangiano la torta di mele? Questa fa-
E sappiamo come si sente il principe An- miglia, che i media e adesso il nostro governodichiarano
dreje come si
sente Levin, persino come sente Dio, ma essere normale e impongono come normativa, questa fa-
si
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miglia nucleare in questo momento rappresenta il sette
per
cento dellesituazioni in cui vivono le donne in America. mondo degli uomini —sono gli altri: le donne, i
Il bambini,i
novantatréper cento delle donne non vive così. Non poveri...
desi- Però è pericoloso mettersi i panni del paparino,
dera questacosa.In molte non l'accetterebbero nemmeno benché
se glielapresentaste infiocchettata. Qelle che la desidera- forse non COSIperlco oso come se ersi s e sue ginocchia.
no, che sono convinte sia il loro unico vero destino: Non c'è modo di offrire la vostra esperienza come
che vostra
possibilitàhanno di ottenerla? Sono già sulla strada verità se que es erlenza ane ate, se cercate di essere
una
cuoriinfranti.
dei crea a ml o o •ca la donna fantoccio in braccioal an-
e voce potrà mai venir fuori dalla sua mandi-
Ma l'unica alternativa offerta dalla mitologia
patriarca- o a meccanica? Chi è che dice sì tutto il tempo? Ah, sì,
le è quellâTe11ïDòüîffâ Fallita: a vecchia
certo. Ah, non saprei, decidi tu. Oh, non ce la faccio. Sì,pic-
ster• e, la stronza castrante, 1a moglie frigida, la
lesbicona, chiami, sì, stuprami, sì, salvami, oh sì. Ecco com'è che par-
la femminista, l'Antifemmina, tutte amatissime dai
miso- la Una Donna, 1a donna del «quello che non sapremomai
gini, nonché dalle misogine.
è cosa vuole Una Donna».
E poi ci sono in effetti donne che vogliono essere uomi-
Il posto di Una Donna, neanche a dirlo, è a casa,oppu-
ni femmina; il loro modeÂìodi riferimento è Margaret
re a far volontariato o a guadagnare allegramente sessanta
at er,e sono pronte a indossare i panni del successo,a
centesimi per un lavoro pagato un dollaro se è un uomoa
portare cartelline di marca, a uccidere per una promozione
farlo, ma questo soltanto perché lei è sempre in maternità?
e a bere lo Scotch Giusto. Vogliono una quota nel mondo
No! Una Donna è a casa a badare ai bambini! Anche se non
degli uomini, costi quel che costi. E se si tratta di un deside- può.Costretta in questa trappola ben congegnata,Una
rio autentico, non solo di compulsione nata dalla paura: ok; Donna maledice sua madre per avercelaattirata e contem-
se non potete sconfiggerlo, tanto vale allearsi col nemico. II poraneamente SI assicura che sua figlia non ne esca mai;
mio problema rispetto alla cosa è che non mi sembra una
gran Vitanemmeno er li uomini, c e IKanno inventatae sem-
nìhanno sta dito tutte le rego e.CYéŒhhezzo ilpotere,ma Una Donna ha pau-
nen che io rende libero ra delle donne. E un costrutto masch• e e e le
e liberachiunque.Non perché
sppporto di vedçœçhe una donna doÈaÏûÈèÒstruiscano. a paura di qualsiasi cosa,
intelligentesi chini volontariamente non può cam iare. lucenti,
alla lggge del profitto. osce sempre magre, capelli
Aproposïtô¯di-strlsëiàïel quando parla, che 'Àitropuo par- denti sfavillanti, ed è anche mia madre, tutto il suo setteper
lare se non la lingua cento.E non invecchia mai.
padre? Se è la portavoce del mondo de-
la
uomini,cosa otrà mai
rivendicare per sé stessa? Ci sono le donne vecchie —le vecchiette, le chiama
cune donne a barcamenarsi: magari sono gente; pezzetti, frammenti della grande divinità fantoccio
vec-
colluse,ma come donne
non si svendono completamente; di Una Donna. Nessuno resta ascolto se una donna
e lo sappiamo Sono
quando parlano per conto di quelli che nel chia dice sì o no, nessuno e dà i sessanta centesimi.
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gli uomini vecchi a gestire le cose. Gli uomini vecchi
man_ Se l'essere una rotella dell'ingranaggio o un pupazzo
dano avanti la baracca, premono i bottoni, fanno la
guerra, manovrato da altri non è ciò che fa per voi, potete scoprire
fanno i soldi. Nel mondo degli uomini, nel mondo cos'è che desiderate, i vostri bisogni, i vostri desideri, le ve-
degli
uomini vecchi, gli uomini giovani continuano a rità, i poteri, tramite l'accettazione della vostra esperienza
correre
all'infinito finché crollano, e alcune donne giovanicorrono in quanto donne, questa donna, questo corpo,questa per-
con loro. Ma le donne vecchie vivono nelle cre e, trai sona, il vostro io famelico. Sulleyypappg_disegnate dagli uo-
ri, come scarafaggi, come topi, un ruscio appena,uno mini c'è un'immensa zona bianca, la terra incognita, dove
squittio. Sarà meglio tenere al sicuro il formaggio, ragazzi. uve a maggioranza ell&dònffe. Quel paese è tutto per
È dellA soncyqueste
don- voi,da esplorare, da abitare, da descrivere.
ne vecchie che corrono dal lato sbagliato... Ma nessuna di noi vive lì per conto proprio.Essere
'P%te evi •co siete destinate a invecchiare.E non umani non un lm resa Imen o
potete sentirmi. Squittisco tra i muri. Sono passataattra- in so tu ne; a iamo biso odi altre ersone er essere
Abbiamo isogno degli altri, delle tre.
verso lo specchio e sono arrivata dall'altra parte, doveleco-
se sono rovesciate. Anche se vi mettete lì a osservare,piene
di buona volontà e con il cuore aperto, non potretevedere teme, se rivolge loro un orecchio di pietra, uno di questi
giorni le si potrebbero rizzare tutti i peli al sibilo di ascolta,
nulla allo specchio se non il vostro volto; e io —che guardo
ascolta,ascolta! Ascoltate le altre donne, le vostre sorelle,le
dal lato oscuro e vedo i volti giovani e bellissimi —capisco comepo-
vostre madri le vostre nonne: se non e ascoÂtate,
che è così che dev'essere.
trete mai capire quello che vi dice vostra figlia?
Ma quando vi guardate allo specchio, vediate
g uormm e riescono a par are, a conversarecon
voi stesse.Non un mito. Non un uomo fallito —unapersona voi, senza cercare di parlare con la donna fantoccio che di-
e non potra mal avere successo perc e di base il successo ce sempre di sì, gli uomini che accettano la vostra esperien-
è definito come maschile —e non una dea fallita, una perso- za perché è valida: quando trovate un uomo simile,amate-
na che tenta disperatamente di celarsi nella donna fantoc- lo, onoratelo! Ma non ubbiditegli. Penso che non esistaun
Cio,la proiezione dei desideri e delle paure degli uomini. diritto all'obbedienza. Credo che abbiamo invece una re-
Speroche distogliate lo sguardo da quei miti e vi guardiate sponsabilitàverso la libertà.
negli occhi per vedere la forza che vi appartiene. Ne avrete di parola. L'obbedienza
è silen-
bisogno. S ero che non cerchiate di trarre la vostraforza ziosa.Non dà risposta. E trattenuta. Eccoviuna donna
di-
discen-
dagliuonuni,o a un uomo. sobbediente che prende 1a parola, Wendy Rose, di
Speroche parti di
si rom e a oc metri concessionario. denza hopi e miwok, in una poesia chiamata «Le
dal
adottiate e creiate la vostra una poeta»:
vostra anima; che sentiate
gioia,•
che
ta, per voi stesse, dopo
dolore dopo dolore, gioia
alimentiate la vostra parti di me sono inchiodate
vita, che mangiate, che mangiate
da facendo»:voi
che date nutrimento, siate nutrite! 129

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alla terra, parti di me So che molti uomini, e anche alcune donne, sono spa-
erodono il canto, parti
ventati e arrabbiati quando le donne parlano, perché in
di me si spargono sull'acqua,
parti di me formano il dorso questa società barbara, quando le donne parlano sincera-
dell'arcobaleno,parti di me mente sono sovversive: è più forte di loro. Se sei sottomes-
seguonoil pesciolino,parti di me sa,se sei tenuta a bada, sbotti, diventi sovversiva. Siamo dei
sono una donna che giudica.
63 vulcani.Qyando noi donne offriamo la nostra esperienza
come la nostra verità come verità umana tutte
le ma e. Sorgono nuove montagpe.
Ecco quelloche voglio: voglio sentire i vostri giudizi. questo e vog •o: sentirvi eruttare. Voi, giovani mon-
Sonostufadel silenzio delle donne. Vo lio sentirvi parlare ti St. Helens, ignare della vostra forza: voglio sentirvi.Vo-
tutte le lin e offrire la vostra esperienza come a vostra glio sentirvi parlare tra di voi e a tutti e tutte noi: che scri-
, una verità umana, vog •o sentirvi parlare di lavoro, viate un articolo, una poesia, una lettera, che parliate agli
del fare, del disfare, del mangiare, del cucinare, del nutrire, studenti o ai vostri amici, che leggiate un romanzo, che fac-
del tenere in grembo e dare vita, dell'uccidere, del sentire, ciate un discorso, che proponiate una legge, che esprimia-
del pensare;di quello che fanno le donne; di quelloche te un giudizio, che cantiate la ninnananna al vostro bambi-
fannogli uomini; di guerra, di pace; di chi preme i bottoni, no o che discutiate del destino delle nazioni, voglio sentir-
e di qualibottoni preme, e se sul lungo termine questaat- vi. Parlate con la lingua di una donna. Fatevi avanti e dite-
tività sia un'occupazione degna degli esseri umani. Ci sono ci che ora si è fatta. Non permetteteci di tornare ad affon-
un mucchio di cose di cui voglio sentirvi parlare. dare nel silenzio. Se non siamo noi a dire la nostra verità,
Ed eccoquelloche non voglio: non voglio quelloche chi lo farà? Chi parlerà per i miei figli e per i vostri?
hannogli uomini. Sono felice di lasciar li fare il loro lavoro Perciò chiudo il mio discorso con le parole con cui si
e i loro discorsi.Ma non vog •o e non permetterò che dica- chiudeuna poesia di Linda Hogan, della popolazione
noo ensinoociraccontino e oro avoro ei orodiscor- chickasaw,intitolata «Le donne che parlano».
si sonogli unici degni eg •
esserl umani. Non lasciamo che
ci prendanoil nostro lavoro,
le nostre parole. Se ne sonoin Figlie, le donne stanno parlando.
grado, se sono disposti, Arrivano
consentiamogli di lavorare e di par-
dalla giusta distanza
nellâ linguimadre,
possiamo ar are insieme su piedi perfetti.
ne a •ngua pa re, e possiamo
ercareinsieme Figlie, vi amo.64
asco tare e par e a ngua che forseè il
modo più sincero che
abbiamo di stare al mondo, noi che
parliamoper un
mondo senza altre parole se non le nostre•
63.Wendy 64.Linda Hogan,
Rose, «The Parts of a «Tie Women Speaking»,ibidem.
Poet», in Ihat's What She Said, cit.
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