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La nostra lingua: questioni di gusto

Come si mangia, si parla 1


Tempo fa in una trattoria ho ordinato una pasta col pesto. Mi sono visto arrivare una melma unticcia e verdolina, nella quale galleggiavano alcuni spaghetti. Alle mie rimostranze, il trattore ha risposto che lui il pesto alla genovese lo fa con la panna, perch ai suoi clienti piace cos. Ragionamento ineccepibile. A tavola, sovrano il gusto, e ognuno nella pastasciutta pu mettere quello che vuole. Anche la Nutella o mezza pinta di Guinness, se gli piace. Tuttavia qualcosa in me si ribellava. Nel pesto alla genovese la panna non si mette, e basta! S, va beh, ma in nome di che cosa? Qualcosa del genere avviene nei problemi di lingua. Io parlo come mi pare . Aboliamo la grammatica . Basta con la tirannide dei dizionari . Non una novit. Lo diceva gi Filippo Tommaso Marinetti. E certo se uno dice nel frattaglio di tempo , scannerizzare , trascinamento di conoscenze , non fa n peccato n reato; e che autorit ho io per dire sbagliato ? Non dovrei limitarmi ad un pi modesto non mi piace, io non direi cos ? Questo ragionamento discende dallidea che la lingua sia un fatto naturale, spontaneo; che la grammatica sia una creazione a posteriori, una gabbia libresca che limita la libera creativit linguistica. Ma nisciuno nasce mparato. Non esiste la scienza infusa. Noi impariamo a parlare, a cucinare, perfino a mangiare, perch qualcuno ce lo insegna. Senza cultura, la natura non esiste. Ci che noi diciamo e scriviamo, discende da una lunga educazione, da una grammatica domestica e da una retorica quotidiana che assorbiamo dalla prima infanzia, dalla fanciullezza, dalladolescenza. leducazione dellesempio, dellambiente, della vita; una grammatica che prima mostra, poi prescrive. Tutti i gusti sono gusti, ma anche il gusto viene educato. C chi stato tirato su a merendine e sofficini; allora non c da stupirsi se, di fronte a un piatto di pesto alla genovese, mette mano al cartoccio della pannachef. C chi ha avuto la fortuna di una mammina che gli faceva i bei piattini, la

pasta fatta in casa, gli gnocchi col pomodoro e basilico ... Allora diventa attento; magari poi mangia di tutto, perch nella vita bisogna adattarsi ed inutile fare gli schizzinosi; ma sa cos il buono e cos il cattivo.
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Come si mangia, si parla 2


Per chiarezza, espongo schematicamente alcuni punti. 1. La lingua un fatto collettivo 2. Come tale essa non soggetta allarbitrio del singolo parlante ( io parlo come mi pare )... 3. ... n del singolo grammatico ( la regola cos e basta ). 4. La lingua va incontro ad una costante evoluzione. 5. Questevoluzione tuttavia non casuale, ma segue una sua logica interna. 6. Poich la lingua una stratificazione molto complessa di registri, varianti locali, fasi diacroniche... 7. ... ogni fase dellevoluzione deve tener conto di questa complessit e armonizzarsi con essa. Quel prof. di lettere che, milleseicento anni fa, si disperava perch i ragazzi si ostinavano a dire oclus vetlus specluminvece di oculus vetulusspeculum, non sapeva - n lo sapevano i suoi allievi ignorantelli - che stava nascendo una nuova lingua: non era ancora litaliano, ma ormai non era pi il latino. Ci che colpisce in questa lista di errori la rigorosa, per quanto del tutto inconsapevole, regolarit con cui si susseguono alterazioni grammaticali e fonetiche. Infatti una nuova lingua non nasce per caso, attraverso un accumulo di strafalcioni, ma attraverso una trasformazione interna di tutte le sue strutture fonetiche, grammaticali, lessicali. Quei ragazzi parlavano come mangiavano; non sapevano nulla di vocalismo, palatalizzazione, assimilazione regressiva; ma erano inseriti in un processo di trasformazione perfettamente coerente. Esiste non solo una grammatica della lingua, ma anche una grammatica dellevoluzione linguistica; e forse questa pi importante di quella. Per poter valutare se una forma (nuova, o anche vecchia, ma fino ad ora non riconosciuta o codificata) possa essere accettata come un momento legittimo dellevoluzione della lingua, bisogna vedere se questa forma si inserisce allinterno di questo sviluppo armonico e funzionale, o se invece un corpo estraneo che fa a pugni con il resto. Come esempi mi limito a citare due casi estremi e (credo) evidentissimi:

gli complemento di termine plurale: una forma comunissima in tutti i registri linguistici, accettata da secoli anche dai migliori scrittori; essa inoltre risponde ad una struttura importante della lingua italiana, cio luso dei pronomi personali atoni; una forma perfettamente legittima, e lostinazione con cui i grammatici continuano ad espungerla incomprensibile; deletare dove andrebbe benissimo cancellare (verbo che traduce entrambe le forme inglesi delete e erase ) dimostra solo la pigrizia di chi non ha voglia di pensare in italiano mentre usa un programma in inglese.

Ma pensa tu, il destino. Uno d la vita alla scuola, e passa alla storia per gli errori di ortografia dei suoi allievi.
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Come si mangia, si parla 3


Narravano gli antichi che un soldato americano, trovandosi a passare per Napoli, rovesci il suo eggs and bacon in un piatto di spaghetti. Nacque cos la carbonara. Questa senzaltro unottima ricetta (attenzione: in agguato il cretino con il suo cartoccio di panna); ma un piatto della cucina italiana? Non gridate cos forte. Ho sentito benissimo: S! Tant vero che capita di sentire discussioni sul modo autentico e corretto di prepararlo. Invece gli hamburger (i vecchi macellai di Torino li chiamano le svizzerine ), che pure sono abbastanza buoni, ma soprattutto comodi quando si ha fretta, vengono ancora sentiti come uninvenzione forestiera. Nessuno che sia sano di mente si metterebbe a discutere sulla corretta e autentica confezione di un hamburger. Che posto hanno nellevoluzione di una lingua le forme provenienti dallesterno? Per gli Americani, non c nessuna difficolt. Hanno innalzato la pizza agli onori di piatto nazionale per eccellenza, e ridono in faccia a chi gli dice che italiana, anzi, italianissima, come dimostrano il tricolore di pomodoro, mozzarella e basilico, e il nome della regina Margherita (almeno cos ho letto; io non sono mai stato negli Stati). Addirittura si inventano con disinvoltura la cucina forestiera: la specialit cinese pi diffusa il chop suey, che non un piatto cinese, ma un ritrovato dei ristoranti cinesi della costa californiana (allo stesso modo gli Italiani per decenni han detto footing, prima di scoprire che si dice jogging). Francesi e Tedeschi invece sono pi diffidenti. Ordinateur, souris, Speicher.

Certo, nessuna lingua vive nellisolamento. Abbiamo dovuto digerire Goti e Longobardi, e dovevano essere ben duri da mandare gi, con la spatha, il sax e tutto il resto. Ma anche verso le lingue germaniche c stata una forte selezione. Inter eils goticum scapia matzia ia drincan non audet quisquam dignos educere uersus lamentava un poeta del V secolo; la storia gli ha dato (capita raramente) ragione, infatti nessuna delle parole che nei barbarici convivi urtavano le sue delicate orecchie latine rimasta: a parte il trincare (drincan con rotazione consonantica longobarda), che per non un vero bere. Ben prima che i puristi infilzassero le parole con le loro piume doca, la lingua italiana aveva avuto ragione di gran parte del vocabolario germanico, e aveva mantenuto per lo pi quei termini veramente funzionali, che corrispondevano cio a oggetti e idee sconosciuti alla cultura latina; come le scarpe, icalzoni e i marescialli, di cui fino ad allora avevamo fatto senza. ( vero, sono anche rimasti: guerra, bianco, stronzo; ognuno per le sue buone ragioni). Innovazione della lingua non significa registrare - e una volta registrate, usare senza criterio - tutte le parole che mode forestiere ci portano. Cos come morto nella misura in cui , inutile calco del tedesco in dem Mae wie , presumibilmente parecchie delle forme attualmente registrate spariranno. Ma qual il criterio di selezione? Purtroppo la grammatica della lingua del futuro non ancora stata scritta. Possiamo solo affidarci al buon senso e al buon gusto.
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Come si mangia, si parla 4


Magari potessi dire: Parla come mangi! Ma il ragazzino di fronte a me sta masticando una gomma, e ha lo zainetto pieno di patatine; e io devo tacere. Leducazione alimentare la base delleducazione linguistica. Per questo si dice alunno , da alere, nutrire. Magari potessi dire a Samantha, a Michael: Parla nel modo pi semplice, piano, naturale . una richiesta incomprensibile per chi ha come unico modello la koin televisiva. Magari potessi far capire la bruttezza di usufruire ad Antonio, che ha quattro in inglese ma firma le cartoline By Tony .

E per uscire dalle tetre aule scolastiche, mi chiedo quale idioletto usi il frequentatore abituale della Pizzeria Pub Vecchia Londra . Non ho mai avuto lo stomaco di entrare per accertarmene. Litaliano sempre stato per tutti una lingua straniera. Si imparava il dialetto; lo si succhiava con il latte materno. Il dialetto era una forma di espressione limitata, locale; ma, nel suo ambito, rispondeva perfettamente ai bisogni della comunicazione. Soprattutto educava al gusto della parola efficace, puntuale, icastica, elegante: bella. Poi, lentamente e con fatica, si imparava litaliano. Allinizio come una vera lingua straniera: io possiedo un libretto di Esercizi di traduzione dal dialetto piemontese datato 1925, per la classe V elementare, In conformit con i Programmi Ufficiali del 1. Ottobre 1923. La versione in italiano, come si farebbe la versione in latino. Non tutti imparavano questa seconda lingua con la medesima competenza e scioltezza, ma il gusto era formato. Chi conosce, in dialetto, dieci vocaboli diversi per indicare dieci diversi tipi di castagne, non si adatta, in lingua, a prendere la prima parola che passa per l. Ora ci troviamo nella situazione peggiore: si impara litaliano come una lingua straniera, senza pi avere una propria lingua materna, come immigrati in patria. Perfino per avere modelli di lingua parlata dobbiamo far ricorso ai Promessi Sposi. Purtroppo una scuola di lingua non pu ormai che partire da uno studio libresco. Uno studio faticoso, disinteressato, volto soltanto ad imparare la bellezza della parola. Uno studio soprattutto lungo. Il buon gusto vien mangiando. E non abbiamo ricette per la trattoria dellavvenire. O sbaglio?

Note:

Poeta anonimo del V secolo: De conuiuiis barbaris, Anthologia Latina; cit. da Giuliano Bonfante Errore. Calzoni non parola germanica. Ma nessuno se n' accorto; quindi lo lascio cos com'.

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