I DIALETTI
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I DIALETTI
Detto questo, l’obiettivo di questo file sui dialetti è di parlarvi un po’ di cosa
sono i dialetti, come e quando vengono usati, chi li parla ancora come lingua
principale, e qualche curiosità che potreste trovare interessante.
Quello che adoro è che sto imparando cose nuove riguardo all’Italia insieme a
voi e trovo questa cosa molto bella ed eccitante!
Nel frattempo (intanto) sono anche riuscito a trovare una cartina dove si
possono vedere meglio i vari dialetti.
DIALETTO
Questo non mi sorprende se penso che ci sono dialetti a 10 km dal mio che
sono già molto diversi!
Per chi non lo sa, io parlo il dialetto bresciano. Non lo conosco benissimo e lo
uso in famiglia, ma non sempre. Mentre mia nonna e i miei genitori lo
parlano molto più spesso, quindi posso capirlo senza problemi.
La storia dei dialetti italiani è, per molti versi, la storia stessa dell’italiano.
Infatti, l’italiano deriva dal latino, così come dal latino discendono i dialetti che
si parlano in Italia. Inizialmente, tutte le lingue derivate (che hanno origine) dal
latino venivano chiamate lingue volgari.
La parola volgare vuol dire appunto parlato dal volgo (dal latino vulgus), cioè
dal popolo, che ormai non conosceva più il latino.
Il toscano all’inizio era solo uno dei tanti volgari. L’italiano si chiama così, infatti,
solo dal 16° secolo; e con il termine italiano si indica il volgare toscano,
riconosciuto ormai come lingua di tutta la nazione.
Il termine dialetto nasce in questo periodo per distinguere tutti i volgari parlati
nelle varie parti del paese dal toscano, divenuto nel frattempo l’italiano.
Se vi state chiedendo da dove prendo queste informazioni, ve lo dico subito…
Per non parlare del fatto che, ogni dialetto, così come ogni lingua, è in continuo
cambiamento.
Io vivo nel Nord d’Italia, in Lombardia, e quindi capisco anche dialetti come il
Milanese e il Bergamasco.
Mia mamma è, infatti, di Bergamo e quindi sono stato influenzato anche dal
suo dialetto.
Parte di questa diversità dipende addirittura dalle lingue che vi erano parlate
prima della diffusione del latino. Insomma, i conti precisi non si possono fare.
Nemmeno gli studiosi trovano una risposta unica e condivisa sulle differenze tra
una lingua e un dialetto.
Ad ogni modo, si può dire che il DIALETTO potrebbe essere definito come una
lingua utilizzata da un gruppo ristretto di persone, in un luogo specifico e che
non ha usi ufficiali: si dice che una LINGUA ha usi ufficiali se è utilizzata nella
scuola e nell’amministrazione, per esempio, negli uffici pubblici e nei tribunali.
Per non parlare del fatto che tutti i nonni, le nonne e i signori anziani parlano
quasi unicamente il dialetto, inclusa mia nonna.
Lo stesso vale per i miei genitori, che usano molto spesso il dialetto nella vita di
tutti i giorni.
Ci sono anche molti ragazzi che parlano spesso in dialetto tra di loro, ma è
raro. Io personalmente non parlo quasi mai in dialetto con i miei amici, con
l’eccezione di alcune frasi che uso sempre.
Perché le uso?
Il fatto che i dialetti non sono diffusi su vaste aree e che non sono usati come
lingue ufficiali non significa che essi non siano comunque lingue. In effetti,
anche lingue nazionali e importanti come l’italiano o il francese, in origine
erano parlate in zone non estese e da piccole comunità, come vi accennavo in
precedenza.
Ma, i dialetti sono lingue soprattutto perché, così come tutte le altre lingue,
sono in grado di esprimere qualsiasi cosa.
Molti pensano che con il dialetto si possa parlare solo delle cose più comuni
come fare la spesa, commentare le partite di calcio, scherzare con gli amici.
Ma questo non è vero: esiste, infatti, una tradizione di uso del dialetto anche in
attività considerate ’elevate’, come per esempio, in letteratura.
Già nel 17° secolo, per esempio, Giambattista Basile pubblicò nel dialetto
napoletano un volume che raccoglieva molte fiabe popolari: Lo cunto de li
cunti, ”Il racconto dei racconti” (cunto in napoletano vuol dire appunto
”racconto”, ”storia”, ”fiaba”).
Anche altri autori hanno usato il dialetto, come Carlo Goldoni, che scrive in
veneziano molte commedie.
In tempi molto più vicini a noi, ricordiamo poeti come Pier Paolo Pasolini, che
scrive poesie in friulano. L’elenco potrebbe continuare, poiché esistono esempi
di poeti dialettali per ciascun dialetto, anche se non tutti sono bravi come quelli
citati.
Ma il dialetto non viene usato solo per le poesie: quello napoletano, infatti, è la
lingua di uno dei più grandi autori teatrali del Novecento, Eduardo De Filippo.
Se sono dialetti del Sud, tendo a non capirli nemmeno io, poiché sono
effettivamente totalmente diversi dal mio.
Non va dimenticato, inoltre, il dialetto nella canzone, prima fra tutte la canzone
napoletana, che ha un’importanza e una diffusione internazionali.
Molti artisti contemporanei, inoltre, come per esempio Fabrizio De André, Pino
Daniele, hanno realizzato bellissime canzoni ‒ e di successo ‒ usando il
dialetto.
Insomma, il dialetto ha una tradizione letteraria e artistica che dura fino ai nostri
giorni.
Un patrimonio rivalutato
Devo ammettere che neanche io sapevo questa cosa fino a questo momento!
Trovo molto interessante sapere che neanche 2 secoli fa, quasi nessuno parlava
l’italiano!
Forse è proprio per questo motivo che mia nonna lo capisce perfettamente, ma
non lo parla ancora benissimo!
Inoltre, i dialetti erano lingue molto distanti dall’italiano, quasi come lo sono
attualmente l’italiano e lo spagnolo. Era necessario dunque che tutti
conoscessero la lingua nazionale.
Il dialetto era proibito (non era permesso) a scuola, dove si doveva usare solo
l’italiano, anche se per molti era una vera e propria lingua straniera.
Fu un errore, che non consentì a molti né di imparare l’italiano né di acquisire un
titolo di studio (diploma, laurea). Questo atteggiamento negativo durò per
oltre un secolo, fino a pochi decenni fa, facendo nascere anche in molti, quasi
un senso di vergogna per il dialetto.
Tuttavia, questo non vuol dire che il dialetto sia scomparso (sparito), poiché
circa il 50% continua a usarlo.
In altre parole, circa trenta milioni di italiani conoscono e usano sia l’italiano sia
il dialetto: in relazione alle circostanze o a chi ci si rivolge (a chi si parla) molti
scelgono se usare l’uno o l’altro.
Anzi, perfino nella stessa frase spesso ci sono parole o espressioni sia italiane
sia dialettali.
Spero che abbiate trovato questa parte sui dialetti interessante come lo è stata
per me!
Di sicuro i dialetti sono una parte molto affascinante della cultura italiana e,
grazie a voi, sto cominciando ad apprezzare sempre di più anche questi
aspetti del mio paese!
Alberto