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Cantautore

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Un cantautore (sincrasi di «cantante» e «autore») è un artista che interpreta canzoni da lui stesso
composte.

Indice
La storia
In Italia
La nascita dei cantautori
Gli anni '60
Gli anni '70
Gli anni '80
Gli ultimi anni
All'estero
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni

La storia

In Italia

La nascita dei cantautori

In Italia il moltiplicarsi degli esponenti di questa categoria di artisti - cresciuta specialmente nella seconda
metà del Novecento - ha portato al formarsi di diverse scuole cantautorali (anche se la loro definizione
specifica è piuttosto vaga, e riferita sostanzialmente alla città di nascita o di adozione degli artisti piuttosto
che alle loro caratteristiche poetiche): le più note sono comunque quella genovese, quella romana, la
napoletana, la bolognese e la milanese, sebbene il fenomeno si sia poi diffuso su scala nazionale.

La parola cantautore fu creata nell'ambito della casa discografica RCA da Ennio Melis e Vincenzo Micocci
nel 1959 per il lancio di Gianni Meccia, e divenne popolare sul finire dell'anno successivo.
Nell'articolo I “cantautori” promettono canzoni “mica stupide”
pubblicato sul Corriere d’Informazione del 1-2 ottobre 1960, (testo
che segue di pochi giorni il primo articolo in assoluto ad utilizzare il
termine),[1] si citano intenti, stile e nomi dei primi cantautori.

«Sono state gettate le basi della categoria


« cantautori ». Cosa vuol dire? È il sogno di alcuni
giovani e quotati compositori di canzonette. Vogliono
mettersi insieme, unire le ispirazioni e presentare una
parata di cantanti-autori, di quelli però che scrivono
Jacques Brel è stato con
testi « mica stupidi », canzoni che abbiano un
Georges Brassens un modello significato nelle quali cuore non faccia rima con
per molti cantautori italiani, amore. Nel gruppo ci sono Maria Monti, Giorgio Gaber,
soprattutto della scuola genovese Gino Paoli, Umberto Bindi e Gianni Meccia (quello che
vuole uccidere le vecchie signore).»

(Corriere d'Informazione del 1-2 ottobre 1960)

Ovviamente, già vi erano stati dei personaggi che cantavano canzoni scritte da loro stessi, come Fred
Buscaglione, Renato Carosone, Domenico Modugno, Odoardo Spadaro, Ettore Petrolini, Rodolfo De
Angelis, Carlo Buti e - andando ancora più indietro nel tempo - Armando Gill (1877-1945), uno dei primi a
firmare sia i testi che le musiche delle sue canzoni (come spiegava nella celebre presentazione che faceva
precedere ai suoi spettacoli: Versi di Armando, musica di Gill, cantati da Armando Gill) e il napoletano
Berardo Cantalamessa, il primo ad incidere una sua canzone su disco 78 giri,[2] la celeberrima 'a risata, nel
1895.[3]

Modugno è il primo che scrive canzoni partendo dalla cronaca: nel 1955 scrive Vecchio frack dopo aver
appreso la notizia della vicenda del principe Raimondo Lanza di Trabia (marito dell'attrice Olga Villi) che,
all'età di 39 anni, nel novembre del 1954, era morto cadendo da una finestra di un albergo di via Ludovisi a
Roma (il gesto venne generalmente ritenuto un suicidio ma non fu mai chiarito del tutto);[4] anche Lu pisce
spada nasce da una storia vera.[5][6]

Non bisogna infine dimenticare l'esperienza torinese di


Cantacronache, con esponenti quali Fausto Amodei, Sergio
Liberovici, Michele Straniero e Margot che da un lato recuperano
tutta la tradizione della musica popolare italiana, dall'altro
producono nuove canzoni, spesso in collaborazione con intellettuali
come Italo Calvino ed Umberto Eco, inserendo nei testi delle
canzoni nuove tematiche come le morti sul lavoro (La zolfara, del
1959) l'opposizione alla guerra (Dove vola l'avvoltoio, 1961) le
lotte operaie (Per i morti di Reggio Emilia, 1960).
I Cantacronache; da sinistra a
Il gruppo di Cantacronache viene considerato tra i precursori diretti
destra: Sergio Liberovici, Fausto
della prima generazione di cantautori italiani di un certo spessore; Amodei, Michele Luciano Straniero e
così si è espresso in proposito Umberto Eco: Margot

«Se non ci fossero stati i Cantacronache e quindi


se non ci fosse stata anche l'azione poi prolungata,
oltre che dai Cantacronache, da Michele L.
Straniero, la storia della canzone italiana sarebbe
stata diversa. Poi, Michele non è stato famoso come
De André o Guccini, ma dietro questa rivoluzione
c'è stata l'opera di Michele: questo vorrei ricordare»

(Umberto Eco[7])

Gli anni '60

Tra i principali cantautori italiani degli anni sessanta (spesso influenzati dalla
canzone d'autore francese) troviamo Umberto Bindi (solo autore delle
musiche, mentre per i testi si appoggiava ad altri, primo fra tutti Giorgio
Calabrese), Luigi Tenco, Gino Paoli, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Giorgio
Gaber, Enzo Jannacci (il primo che nelle sue canzoni fa diventare protagonisti
gli ultimi, dai barboni ai malati di mente, dalle prostitute ai poveri), Piero
Ciampi (in realtà solo paroliere, mentre per le musiche si affidava a vari
compositori come Gian Piero Reverberi o Gianni Marchetti), Fabrizio De
André (il quale, in realtà, ha scritto quasi tutto il suo repertorio insieme ad altri
artisti[8]), Nino Tristano, Silverio Pisu, Memo Remigi, Vittorio Paltrinieri,
Duilio Del Prete, i quali hanno saputo riprendere le suggestioni della canzone
francese e trasformarle secondo la sensibilità italiana.
Luigi Tenco
Questa prima generazione è influenzata principalmente dalla canzone francese
e dalla canzone popolare italiana; a metà del decennio ad essi si affiancano altri
cantautori come Lucio Dalla, Gian Pieretti, Luciano Beretta, Claudio Cavallaro, Alberto Testa, Fred
Bongusto, Mino Reitano, Francesco Guccini, Mauro Lusini, Roby Crispiano, Jonathan del duo Jonathan &
Michelle, Emilio Insolvibile e Tony Cucchiara, che sono invece influenzati dal beat (con il passare del
tempo ed il proseguimento della carriera alcuni di loro come Guccini e Dalla svilupperanno delle
caratteristiche musicali e tematiche proprie, mentre Cucchiara si dedicherà al teatro canzone).

Infine appartengono alla categoria anche alcuni come Gipo Farassino o Nanni Svampa che si sono dedicati
per lo più alla canzone dialettale: Svampa forma poi nel 1964 un gruppo, I Gufi, con cui spesso incide
canzoni di propria composizione in italiano, ed anche Farassino, alla fine degli anni '60, abbandona spesso
il dialetto per scrivere canzoni come l'antimilitarista Ballata per un eroe («Andrò a ingrossare la nutrita
schiera/di quelli che aggrappati a una bandiera/son morti bestemmiando di paura/ad occhi chiusi in una
notte scura»), Remo la barca, La mia città, Il bar del mio rione, Avere un amico.

Altri, come Paolo Pietrangeli, Gualtiero Bertelli ed Ivan Della Mea,


sono stati più legati ad una canzone strettamente politica.

Alla fine del decennio emerge un altro cantautore, Ugolino, che si


distacca dal genere per avvicinarsi ad un tipo di canzone d'autore,
basata su tematiche sociali che vengono espresse in maniera ironica
e satirica.

Per quel che riguarda le donne, una delle prime cantautrici è Paola
Orlandi, che già nel 1959 scrive il testo e la musica di una canzone
che incide, Voglio l'amore; nello stesso periodo iniziano la carriera Gian Pieretti con Jack Kerouac,
durante una delle conferenze tenute
la sorella Nora Orlandi, Marisa Terzi e Maria Monti (all'epoca
insieme nell'ottobre del 1966
fidanzata di Gaber), mentre Margot scrive e canta le sue prime
canzoni all'interno dell'esperienza dei Cantacronache di cui fa parte
e Giovanna Marini debutta a metà degli anni '60.
Nella seconda metà del decennio emerge Nives, (al secolo Nives Gazziero), cantautrice a metà tra il folk e
il beat, scoperta da Nanni Ricordi, che oltre a brani propri traduce alcune canzoni americane, come Where
Have All the Flowers Gone? di Pete Seeger (che diventa Dove sono finiti i fiori?).

Proprio in questo decennio iniziano le collaborazioni tra canzone d'autore e poesia: l'antesignano, in questo
senso, è ancora una volta Domenico Modugno che mette in musica due poesie di Salvatore Quasimodo con
l'autorizzazione dell'autore, Ora che sale il giorno e Le morte chitarre; così racconta l'esperienza il
cantautore pugliese:

«Quando gli chiesero il permesso per questa operazione, lui rispose che non lo aveva
mai concesso a nessuno, ma che per Modugno non ci sarebbero stati problemi. Poi ci
siamo incontrati e conosciuti a casa sua: era una persona molto strana, chiusa,
vulnerabile, che ispirava tenerezza[9]»

Un altro intellettuale che ha frequenti collaborazioni con la canzone d'autore è Pier Paolo Pasolini, che nel
1963 autorizza Sergio Endrigo ad utilizzare alcuni versi tratti dalla raccolta La meglio gioventù; la canzone
che nasce è Il soldato di Napoleone, contenuta nel primo 33 giri del cantautore istriano.

Sempre Pasolini collabora anche con Domenico Modugno, scrivendo il testo di Che cosa sono le nuvole:

«Recitai nell'episodio Cosa sono le nuvole, e dal titolo del film nacque anche una
canzone, che scrivemmo insieme. È una canzone strana: mi ricordo che Pasolini
realizzò il testo estrapolando una serie di parole o piccole frasi dell'Otello di
Shakespeare e poi unificando il tutto[10]»

Endrigo invece collabora con Giuseppe Ungaretti ed il poeta brasiliano Vinícius de Moraes incidendo nel
1969 l'album La vita, amico, è l'arte dell'incontro, ed in seguito mette in musica alcune poesie per bambini
scritte da Gianni Rodari in Ci vuole un fiore, album del 1974.

Gli anni '70

Negli anni settanta, in concomitanza coi movimenti politici e


culturali del periodo, si diffonde ancora di più l'utilizzo della
canzone da parte di alcuni cantautori per uno scopo politico e
sociale; musicalmente le influenze si spostano dalla musica francese
a quella d'oltremanica ed oltreoceano ed i principali modelli sono
Bob Dylan, Paul Simon e Leonard Cohen, anche se non manca
chi, come Claudio Rocchi, Walter Valdi o Alberto Anelli, si rifà a
Francesco Guccini, Paolo Pietrangeli
e Giovanna Marini
nomi meno conosciuti in Italia come Nick Drake o Roy Harper.

Tra i più importanti esponenti di questo periodo, oltre ai già citati


Guccini, De André e Dalla, Nino Tristano (con l'album "Suonate Suonatori" (Fonit-Cetra) che Renzo
Arbore nella sua Enciclopedia della Canzone definisce "il primo esempio di contaminazione tra musica
popolare italiana e musica rock") ci sono Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Edoardo De Angelis,
Giorgio Lo Cascio, Ernesto Bassignano, Renzo Zenobi, Rino Gaetano, Corrado Sannucci, Mario Bonura,
Stefano Rosso legati all'esperienza del Folkstudio, locale romano che promuove la canzone d'autore; poi
Roberto Vecchioni, Renato Pareti, Claudio Lolli, Mario Panseri, Oscar Prudente, Luigi Grechi, Pierangelo
Bertoli, Giorgio Laneve, Edoardo Bennato, Tito Schipa Jr., Franco Califano, Corrado Castellari, Claudio
Fucci, Gianni Bella, Franco Battiato, Franco Simone (definito "il poeta con la chitarra"), Ivano Fossati (che
inizia con il gruppo progressive dei Delirium), Eugenio Finardi, Alberto Camerini, Gianfranco Manfredi
(questi ultimi tre vicini all'esperienza del Movimento Studentesco milanese), Ricky Gianco (già attivo nel
decennio precedente, negli anni '70 si avvicina alla canzone politica), Enzo Maolucci e Carlo Credi,
musicalmente più vicini al rock.

In questo periodo troviamo anche cantautori che non vollero


fare della lotta politica e sociale la tematica delle loro canzoni
ma al contrario si dedicarono a temi come l’amore e il
sentimento, tra i quali Claudio Baglioni (che fino al 1975
scrive insieme ad Antonio Coggio le musiche, mentre
scriveva da solo i testi), Riccardo Cocciante (i cui testi sono
scritti da Paolo Amerigo Cassella e Marco Luberti, poi dal
solo Luberti ed infine da Mogol) e Renato Zero (che
componeva con vari collaboratori, da Franca Evangelisti a
Un'immagine di Paolo Conte al Club Tenco
Piero Pintucci, da Roberto Conrado a Dario Baldan Bembo).
con Francesco Guccini negli anni settanta
Identico è il caso di Lucio Battisti, che in realtà aveva iniziato
l'attività nel decennio precedente: Battisti è autore solo delle
musiche delle canzoni da lui cantate, le quali, dopo essere state composte, vengono completate con i testi
scritti da Mogol.

Anomalo il caso di Paolo Conte, la cui produzione coincide a


livello temporale con quella degli artisti citati, ma i cui riferimenti
musicali sono il jazz e le grandi orchestre swing degli anni trenta e
quaranta. I suoi testi spesso descrivono situazioni dell'epoca (ad
esempio nei brani Topolino amaranto, Bartali, Diavolo rosso)
oppure ricreano un'atmosfera poetica più generale (I giardini pensili
hanno fatto il loro tempo, Per quel che vale, Chi siamo noi?). Oltre
a cantare i suoi testi, Conte prende generalmente parte
all'esecuzione come pianista.

Nella seconda metà del decennio raggiungono il successo


cantautori come Pino Daniele, Alan Sorrenti, Angelo Branduardi,
De Gregori e Venditti sull'etichetta Ivan Graziani, Ron, Leano Morelli, Massimo Bubola e Goran
del disco Theorius Campus Kuzminac che, seppure in maniera diversa, danno molto risalto
all'aspetto musicale delle loro composizioni.

Le cantautrici, al contrario dei colleghi uomini, non riscontrano un grande successo in questo periodo: nomi
come quelli di Antonella Bottazzi, Maria Teresa Grossman, Roberta D'Angelo, Jamima, Chiara Grillo,
Teresa Gatta, Nicoletta Bauce, Dania Colombo, Graziella Caly, Elena Rinaldi restano conosciuti solo da
una ristretta cerchia di appassionati.

Gli anni '80

Negli anni ottanta si affermano interpreti che, seguendo le tendenze dell'epoca, adattano la canzone d'autore
a stili quali punk, ska, rap e Rock.

Il filone rock trova in Vasco Rossi l'interprete di punta; al punk si rifà (almeno inizialmente) Enrico Ruggeri;
allo Ska Alberto Camerini e Donatella Rettore mentre Jovanotti porta al successo uno stile rap inizialmente
destinato a fasce giovanili, per poi ricercare nuovi messaggi destinati ad un'audience più impegnata
riguardo alle tematiche sociali. Da citare anche noti cantautori come Luca Carboni, Biagio Antonacci e Raf,
quest'ultimo vicino alle sonorità dance.
Altri cantautori emersi in questo periodo, come Mango, Franco
Fasano, Fabio Concato, Stefano Borgia, Giuni Russo, Amedeo
Minghi, Gianni Togni, Mario Castelnuovo, Gerardo Carmine Gargiulo
e Marco Ferradini si ricollegano musicalmente alla melodia italiana.

In modo più o meno marcato altri cantautori come Luca Barbarossa o


Mimmo Locasciulli si ispirano a songwriters quali James Taylor o
Tom Waits; non mancano però altri nomi che, nel solco della
tradizione della canzone d'autore del decennio precedente, portano
delle novità specifiche nella composizione dei testi e delle musiche,
come Gian Piero Alloisio o Flavio Giurato.

Di grande successo anche il genere umoristico il cui principale


esponente è Stefano Belisari con il suo gruppo Elio e le Storie Tese.
Bob Dylan, cantautore e una delle
In questo periodo cominciano a suscitare un certo interesse anche figure più importanti degli ultimi
alcune cantautrici fra le quali Nada, quest'ultima un tempo solo cinquant'anni nel campo della
musica popolare
interprete, Giuni Russo, Alice, Gianna Nannini, legata alla musica
rock, Grazia Di Michele, influenzata da suggestioni etniche e richiami
alle folk singer americane, e Teresa De Sio, la prima ad unire la
melodia partenopea al folk e alla World music.

Gli ultimi anni

Negli anni novanta si affermano autori che coniugano un gusto


"postmoderno" ad una qualità dei testi vicina a quella dei loro
predecessori. Sono cambiati i tempi, prima le persone avevano una
maggiore predisposizione all'ascolto di una canzone, alle parole,
all'impegno politico e sociale. Bastava presentarsi con una chitarra
sul palco e creare una complicità e una corrispondenza di intenti
che andava oltre la canzone.[11] La confusione dei tempi che si
trovano a vivere porta molti di essi a ripiegare sul versante intimista.
Tra i più rappresentativi del periodo ci sono Luciano Ligabue,
Neffa, Max Pezzali, Gatto Panceri, Stefano Zarfati, Paolo Vallesi,
Samuele Bersani, Eros Ramazzotti, Max Gazzè, Niccolò Fabi,
Daniele Silvestri, Frankie hi-nrg mc, Massimo Di Cataldo, Laura
Pausini, Michele Zarrillo, Francesco Renga, Gianluca Grignani,
Zucchero Fornaciari, Piero Pelù, Enrico Capuano, Paola Turci,
Mario Venuti, Nek, Carmen Consoli, Alex Britti, Irene Grandi, Pupo, cantautore italiano attivo
Marco Masini, Giorgia, Cesare Cremonini, Marina Rei e Mao. soprattutto verso la fine degli anni
settanta e l'inizio degli anni ottanta
Con il nuovo millennio emergono i nomi di Bugo, Pacifico, Carlo
Fava, Gianmaria Testa, Morgan, Caparezza, Sergio Cammariere,
Tony Maiello, Simonetta Spiri, Amara, Erica Mou, Raphael Gualazzi, Simone Cristicchi, Ermal Meta,
Fabrizio Moro, Max Manfredi, Luca Bassanese, Ennio Rega, Luca Bonaffini, Vinicio Capossela, Peppe
Voltarelli, Federico Zampaglione, Riccardo Sinigallia, Dolcenera, Elisa, Tiziano Ferro, Ultimo (cantautore),
Francesco Gabbani, Cristina Donà, Levante, Annalisa, Francesca Michielin, Francesco Tricarico, Dario
Brunori, Irama, Rancore, Franco126, Mahmood, e Davide Van De Sfroos. Accanto a questi si va
affermando una nuova leva di cantautori, i quali spesso utilizzano l'autopromozione, l'indipendenza
dall'etichetta discografica e nuove forme di musica digitale (ad esempio Maria Antonietta, Calcutta, ecc.).
All'estero

Gli omologhi dei cantautori si ritrovano soprattutto nella


canzone francese (Georges Brassens, Serge Gainsbourg, Boris
Vian, Barbara, Georges Moustaki, Charles Aznavour, Jacques
Brel, Léo Ferré, Michel Fugain o - più recentemente - Renaud),
nel "folk" e "rock" inglese (Donovan, Cat Stevens, Nick Drake
e Graham Nash) statunitense (Woody Guthrie, Pete Seeger,
Joan Baez, Bob Dylan, James Taylor, David Crosby, Carole
King, Stephen Stills, Lou Reed, Simon & Garfunkel, Sixto
Rodriguez -più di recente Suzanne Vega e Michelle Shocked), e
canadese (Leonard Cohen, Neil Young, Joni Mitchell).
Georges Brassens (a destra) con Nanni
Sono cantautori anche gli spagnoli Joan Manuel Serrat e Lluís Svampa
Llach, il portoghese José Afonso, i cileni Violeta Parra e Víctor
Jara, il guatemalteco Ricardo Arjona, lo svizzero Mani Matter, il
ceco Karel Kryl.

Una delle scuole più influenti degli anni '90 fu quella che ha visto come protagonista Bill Callahan,
conosciuto anche con lo pseudonimo di Smog a San Francisco. Stessa città da cui provenivano American
Music Club e Red House Painters i cui cantanti, Mark Eitzel e Mark Kozelek, seguiranno la strada tracciata
da Smog. Da Los Angeles Duncan Sheik e Mountain Goats a Portland Elliott Smith, a Seattle Damien
Jurado, all'Ohio Jason Molina con lo pseudonimo di Songs: Ohia, a Boston Mike Johnson e Matt Keating,
in New Jersey Justin Mikulka, in Pennsylvania Karl Hendricks, a New York Jeff Buckley, Dave Schramm,
Joseph Arthur, Vic Chestnutt in Georgia, Mark Lanegan a Seattle. In Canada Ron Sexsmith unira' nella sua
musica le esperienze di Paul Simon e Leonard Cohen.

Anche San Francisco ha prodotto due cantautori in quel periodo: Jason Falkner (poi Jellyfish) e Chris Von
Sneidern. A Los Angeles Frank Black (dei Pixies), in Oregon Eric Matthews (dai Cardinal) e Pete Krebs
(dagli Hazel), in Ohio Tobin Sprout, in Australia Richard Davies.

I nuovi cantautori americani sono: Will Stratton, Bon Iver, Sharon Van Etten, Angel Olsen, Marissa Nadler,
Taylor Swift, Shawn Mendes. Dall'Inghilterra la singer-songwriter Anna Calvi, Ed Sheeran.

La parola cantautor esiste anche in spagnolo e in catalano. Alcuni esempi sono Lluís Llach, Joan Manuel
Serrat, Roger Mas, Javier Krahe, Luis Eduardo Aute, José Antonio Labordeta, Joaquín Sabina, Miguel
Ríos, Víctor Manuel, Ana Belén o Antonio Vega.

Note
1. ^ Il primo articolo giornalistico in cui è documentata la parola è, allo stato attuale delle
ricerche, Chi sono i cantautori?, non firmato, pubblicato su Il Musichiere nº 90 del 17
settembre 1960
2. ^ Macchiette Ecco l'antologia sulla canzone che fa ridere - Repubblica.it» Ricerca (http://rice
rca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/01/05/macchiette-ecco-antologia-sulla-
canzone-che.html)
3. ^ Bernardo Cantalamessa - La Risata (http://www.ildiscobolo.net/public/SCHEDE%20CANZ
ONI/LA%20RISATA%20BERNARDO%20CANTALAMESSA.htm)
4. ^ Maurizio Ternavasio, La leggenda di mister volare. Domenico Modugno, editore Giunti,
2004, pag. 35
5. ^ "Il dizionario della canzone italiana - Le canzoni", di Autori Vari (a cura di Gino Castaldo),
ed. Curcio, 1990; alla voce U pisci spada, pag. 479
6. ^ Maurizio Ternavasio, "La leggenda di mister Volare", ed. Giunti, 2004, pagg. 31-32
7. ^ Giovanni Straniero e Carlo Rovello, Cantacronache. I cinquant'anni della canzone ribelle,
2008, editrice Zona, pag. 8
8. ^ Le canzoni di cui De Andrè è autore sia del testo che della musica sono otto in quasi
quarant'anni di carriera (fonte: Archivio della SIAE, dopo una scrematura delle 14 che lì
risultano, vedi discussione di questa pagina), ma in realtà alcune di queste derivano da
musiche di cui i diritti sono scaduti (La canzone dell'amore perduto), o sono di autori non
iscritti alla SIAE, come Vittorio Centanaro per La guerra di Piero e Si chiamava Gesù
9. ^ Vincenzo Mollica, Domenico Modugno, edizioni Lato Side, 1981, pag. 86
10. ^ Vincenzo Mollica, Domenico Modugno, edizioni Lato Side, 1981, pag. 89
11. ^ articolo, su cantautoriitaliani.org. URL consultato il 14 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 28
giugno 2012).

Bibliografia
Enzo Gentile, Guida critica ai cantautori italiani, Gammalibri, 1979
Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), Dizionario della canzone italiana, ed. Curcio, 1990
Gianni Borgna, La lingua cantata. L'italiano nella canzone d'autore dagli anni '30 a oggi, con
Luca Serianni, Garamond 1995
Gianni Borgna, Storia della canzone italiana, Oscar Mondadori 1995-2004
Mario Bonanno, Con rabbia e con amore. Dizionario dei cantautori italiani, Bastogi Editrice
Italiana, 2003
Autori Vari (a cura di Enrico Deregibus), Dizionario completo della canzone italiana, ed.
Giunti, 2006
Mario Bonanno, Anni affollati. L'Italia e i cantautori 1973-1983, Bastogi Editrice Italiana,
2009
Francesco Troiano, La Canzone d'Autore Italiana (https://web.archive.org/web/2012080915
2000/http://www.italica.rai.it/monografie/canzone_italiana/index.php), monografia, da
Italica.RAI.it
Luigi Manconi "La musica è leggera", Roma, il Saggiatore, 2012.
Mario Bonanno. 33Giri, guida ai cantautori italiani- Gli anni Settanta. Edizioni Paginauno,
2018
Luca Cerretti, Gianluca Morozzi, Gli (in)Cantautori (http://deditore.com/prodotto/gli-incantaut
ori/), D Editore, 2019.
Mario Bonanno. 33Giri, guida ai cantautori italiani- Gli anni Ottanta. Edizioni Paginauno,
2019
Mario Bonanno. Il Nemico non è - I cantautori, la guerra e il conflitto sociale. Edizioni
Paginauno, 2021.

Altri progetti
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Collegamenti esterni
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