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Ballata popolare

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La ballata popolare, o semplicemente ballata, espressione


adottata per la prima volta nella Collection of Old ballads[1]
(pubblicata a Londra tra il 1723 ed il 1725), e di uso comune tra gli
studiosi (in Italia ha sostituito la definizione di canzone epico-
lirica), si indica un particolare tipo di canzone narrativa di ampia
diffusione nel mondo popolare europeo e tra i paesi che hanno
avuto un passato coloniale a dominazione europea.

Si distingue da altre forme narrative per il racconto di una storia


che fa riferimento a un unico avvenimento, sottolineandone
soprattutto l'azione, a scapito della caratterizzazione dei personaggi
(che avviene in forme convenzionali) e della descrizione
dell'ambiente e della situazione nella quale avviene e si sviluppa la
storia, trascurando l'antefatto, per introdurre gli ascoltatori
direttamente in una successione di eventi che si concludono spesso
in modo tragico. Il racconto è in forma impersonale, talvolta
dialogata, e non contiene commenti alla vicenda e qualche volta
termina con una morale.

Viene cantata spesso su melodie arcaiche, a strofe, con una Copertina della raccolta di bush
esecuzione generalmente monodica, anche se in Italia si è ballads del 1905 di Banjo Paterson,
sviluppata in tempi più recenti una tradizione corale.[2] intitolata The Old Bush Songs

Indice
Origini e diffusione
Caratteristiche
Note
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Origini e diffusione
In molti paesi, le prime fonti della ballata si fanno risalire a manoscritti del tardo medioevo, ma solo nel
secolo XVIII ha avuto inizio la raccolta sistematica dei testi da fonti orali, e ancora più tardi sono state
raccolte le musiche.
Illustrazione di Arthur Rackham del
Young Bekie Trascrizione di una ballata "tragica" inglese del XVIII
secolo, intitolata The tragical ballad: or the lady who fell in
love with her serving-man
Nella tradizione dei diversi paesi europei,
nell'amplissimo corpus delle ballate
conosciute, si possono distinguere categorie diverse, per funzioni e contenuto, che rappresentano stadi
diversi dell'evoluzione storica, (riferimenti al mondo magico pre-cristiano, ballate eroiche e storiche ispirate
alle leggende di avvenimenti storici, ballate religiose, canzoni basate su indovinelli ed ambientate nel
mondo animale) il che fa ritenere che questa tradizione possa essere molto più antica.

In base ai raggruppamenti geografici, etnici e linguistici degli studi di Eric Seemann, le categorie nelle quali
si raggruppano le ballate popolari variano considerevolmente in alcune vaste aree, come la Scandinavia,
nella quale spicca la tradizione delle ballate danesi, fino alle isole Faer Oer nelle quali esiste un ricchissimo
patrimonio di ballate per danza; come la tradizione anglo-scozzese (presente anche nelle culture dell'ex
impero britannico, come in Irlanda, negli USA, nel Canada) che comprende il corpus delle ballate scozzesi,
con forti analogie con la tradizione scandinava, e quella dell'Inghilterra settentrionale (la ballad britannica)
che ha prodotto un importante ciclo autoctono, come le ballate su Robin Hood e le border ballads, sulle
guerre di frontiera.[2]

Nelle aree a lingua tedesca, a cui appartengono anche l'Austria, parte della Svizzera, della Francia e che
possono comprendere anche la tradizione fiamminga ed olandese, sono assenti molti tipi di ballate presenti
in altre tradizioni, ampiamente diffuse nelle aree a lingua romanica (Italia, Francia, Catalogna, e per alcuni
aspetti le Ballate di lingua spagnola e portoghese, oltre a quelle presenti nelle ex colonie del Québec e
dell'Africa occidentale), nella quale emerge la tradizione francese con contatti con quella inglese e
scandinava.

L'area balcanica comprende le ballate in lingua serba e croata, in sloveno, bulgaro, e macedone, con
influenze sulle tradizioni albanese e rumena, dove è conservata l'arte dell'improvvisazione. Alla periferia di
questa tradizione c'è quella greca, con uno sviluppo autonomo e quella ungherese, le cui ballate sono
conservate soprattutto in Transilvania.

Infine l'area delle lingue slave, con la tradizione ceca, slovacca, polacca, ucraina e l'importante repertorio
russo, in cui un numero considerevole di canti narrativi sopravvive nella tradizione della bylina, con stili e
temi propri.

Caratteristiche
Lo studioso Albert Lloyd ha formulato la teoria secondo cui l'idea
centrale delle ballate dipende dalle società che l'hanno prodotta,
quindi l'evoluzione che va dal magico all'eroico, infine al
domestico, mentre la sua funzione muta dall'incoraggiamento
all'intrattenimento. In base a questa teoria le ballate avrebbero
conservato nelle aree orientali le caratteristiche arcaiche pre-
feudali.[2]

Le caratteristiche di musica "generale", comune a tutti gli strati


della società, dal feudalesimo alla prima industrializzazione
(secondo la teoria di W.Wiora), ha consentito nel corso dei secoli
l'intervento di musicisti professionisti che, nella costante e lenta
modificazione delle ballate, nel corso delle varie interpretazioni,
attraverso un processo di ricreazióne continua che ne ha
caratterizzato la trasmissione, rendono particolarmente complesso il
problema dell'individuazione dell'epoca in cui si sono originate.

Con la nascita della stampa, la diffusione di broadsides Illustrazione di Arthur Rackham della
(espressione traducibile con "Fogli volanti"), alcune versioni delle ballata scozzese The Twa Corbies,
ballate popolari si fissarono, facendo decadere altre versioni e imitazione popolare della ballata
inglese The Three Ravens
determinando così la decadenza della Ballata intesa come
complesso di varianti sullo stesso tema, diffondendone altre, di
carattere maggiormente letterario e spesso soggettive e
moralistiche.[3]

Il tipo di trasmissione nel tempo e nello spazio si caratterizza per l'adozione di tratti tipici di cultura "orale",
con la tendenza a raccontare lo stesso tipo di storie nello stesso modo, ricorrendo a stereotipi sia nella
narrazione che nel linguaggio:

la ripetizione di interi versi con varie funzioni;


la ripetizione incrementale (una variazione che aggiunge qualcosa a fini narrativi), con un
effetto di continuità ed avanzamento della storia;
la tecnica del leaping and lingering, che consiste nel passare da un momento (o da un
luogo) della storia ad un altro, mettendone in rilievo solo i punti salienti. Letta da molti
studiosi come il risultato di una sintesi operata nella memoria orale su narrazione forse un
tempo più dettagliate;
la presenza di refrains, di ampiezza variabile, connessi all'aspetto propriamente musicale
della ballata, spesso interpretati come indice di un passato coreutico e che in alcuni casi
ingiungono precisi movimenti di danza.

Anche le melodie delle ballate confermano la lunga trasmissione orale, per il frequente arcaismo (le ballate
sono spesso modali, ed in alcune regioni pentatoniche) e per l'ampio ricorso alla tecnica della variazione,
che le caratterizza come composizioni eminentemente orali. A questa tecnica viene tradizionalmente
connessa l'esistenza di più versioni musicali dello stesso testo, così come va ricordata la frequente presenza
di più versioni della stessa ballata, con testo diverso, ma basate sulla stessa melodia.

Betrand Bronson, nel suoi studi sulle ballate, individua i principi evolutivi nella continuità, intesa come
tendenza a mantenere la tradizione e nella variazione, intesa come tendenza a modificarla in continuazione
da parte di esecutori che adattano il testo e la melodia alla loro sensibilità ed al proprio gusto musicale.[3]

Note
1. ^ Il testo di un anonimo fu pubblicato da "Roberts and Leach" e rappresenta una delle più
importanti pubblicazioni sul folk britannico.
2. Tullia Magrini, Dizionario della Musica e dei musicisti, pag. 234, Il lessico, Vol. I (lett. A-G),
UTET, 1983, ISBN 88-02-03732-9
3. Tullia Magrini, Dizionario della Musica e dei musicisti, pag. 235, Il lessico, Vol. I (lett. A-G),
UTET, 1983, ISBN 88-02-03732-9

Voci correlate
Ballata (musica)
Ballata (poesia)
Corrido (genere musicale)
Child Ballads
Ballad opera
Power ballad
Ballate irlandesi

Altri progetti
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Collegamenti esterni

(EN) Ballata popolare, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.


(FR) Bibliografia su Ballata popolare, su Les Archives de littérature du Moyen Âge.
Thesaurus BNCF 16873 (https://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=16873) ·
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