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Chandogya upanisad (testo italiano)

Invocazione

Om! Possano le diverse parti del mio corpo, la mia lingua, il prana, gli occhi, le orecchie e la mia
forza e anche tutti gli altri organi di senso essere nutriti! Tutto, infatti, Brahman, come viene
dichiarato nelle Upanisad. Possa io mai negare Brahman! Possa Brahman non essere mai negato da
parte mia! Possa non essere mai smentito da parte mia! Possano tutte le virt descritte nelle
Upanisad essere vicine a me, che mi dedico allAtman! S, possano tutte essermi vicine! Om! Pace!
Pace! Pace!

Primo Adhyaya

I. Om. Si deve meditare su questa sillaba come il canto Udgitha, poich ogni canto si inizia con Om.
Di ci la spiegazione la seguente: l'essenza di tutti gli esseri la terra, l'essenza della terra
l'acqua, l'essenza dellacqua sono le piante, l'essenza delle piante la persona, lessenza della
persona la parola, l'essenza della parola il Rig-Veda, lessenza del Rig-Veda il Sama
Veda,l'essenza del Sama Veda il canto Udgitha che Om.
Il canto Udgitha la pi essenziale di tutte le essenze, la Suprema, la pi elevata, l'ottava. Che cosa
il Rig-Veda? Che cosa il Sama Veda? Che cosa il canto Udgitha? Questo si deve considerare.
La parola il Rig-Veda, il soffio vitale (prana) il Sama Veda, la sillaba Om lUdgitha.Questi
formano ununione, la parola col prana e il Rig-Veda col Sama Veda.
La loro unione consiste nellOm; in questa sillaba che essi sono uniti. Ogni volta che si avvicinano
e si uniscono realizzano i loro reciproci desideri.
Colui che sa questo, e medita sulla sillaba Om, la Udgitha, diviene un realizzatore di desideri.
Questa la sillaba dellassenso, poich quando si d lassenso a qualcosa, si dice Om (s). Ci a cui
si d lassenso sar realizzato. Colui che sa e medita sulla sillaba Om, la Udgitha, otterr la
realizzazione di tutti i desideri.
In essa si muove la triplice saggezza. Con Om essi recitano, con Om essi innalzano lodi, con Om
essi cantano, venerando la grandezza e lessenza di questa sillaba. Ci che si compie con
conoscenza, con fede, con meditazione, diviene pi efficace. Questa la spiegazione della sillaba
Om.

II. Quando gli di e demoni, entrambi figli di Prajapati, combattevano gli uni con gli altri, gli di si
rifugiarono nel canto Udgitha, pensando che con esso avrebbero potuto sconfiggere i demoni. Gli
dei meditarono sullUdgitha come prana che si respira attraverso il naso. Ma i demoni trafissero il
prana con il male. Per questo si sentono sia il profumo che la puzza. Il male che fa annusare ci che
improprio, questo male. Poi gli dei meditarono sullUdgitha come parola. Ma i demoni trafissero
la parola con il male. Perci si dice sia il vero che il falso. Il male che fa dire ci che improprio,
questo male. Poi gli dei meditarono sullUdgitha come occhio. Ma i demoni lo trafissero con il
male. Quindi si vede sia ci che bello, sia ci che sgradevole. Il male che fa vedere ci che
improprio, questo male.
Poi gli dei meditarono sullUdgitha come orecchio. Ma i demoni lo trafissero con il male. Quindi si
sente sia ci che vale la pena di sentire, sia ci che non merita di essere ascoltato. Il male che fa
udire ci che improprio, questo male. Poi gli dei meditarono sullUdgitha come mente. Ma i
demoni la trafissero con il male. Per questo si pensano sia pensieri corretti che pensieri impropri. Il
male che fa pensare ci che improprio, questo male.
Poi gli dei meditarono sullUdgitha come respiro vitale (mukhya prana). Ma come una zolla di terra
si disfa quando colpisce una pietra, cos i demoni si sparpagliarono in ogni direzione e furono
distrutti.
Come una zolla di terra si sparge quando colpisce un sasso, cos sar disperso chi vuole male ferisce
colui che giunge alla conoscenza, perch una pietra solida. []

IV. Om. Si deve meditare su questa sillaba come il canto Udgitha, poich ogni canto si inizia con
Om. Di ci la spiegazione la seguente:
Quando gli di temevano la morte, si rifugiarono nella triplice conoscenza. Essi si ricoprirono di
canti metrici, poich si ricoprirono (acchadayan) con i canti, chiamati metri (Chandas). La morte li
percep come un pescatore potrebbe osservare un pesce in acqua bassa, li vide dentro gli inni, Rig-
Veda, i canti, Sama Veda e le formule sacrificali, Yajurveda. Quando essi lo scoprirono, si alzarono
dagli inni, dai canti e dalle formule sacrificali e si rifugiarono nel solo suono, la sillaba Om.
Quando si recita un inno, un canto o una formula sacrificale, si termina con Om. Questo suono la
sillaba imperitura, immortale e senza paura. Quando gli di si rifugiarono in essa, divennero
immortali e senza paura.
Colui che conosce questo e fa risuonare la sillaba Om, si rifugia in questa sillaba, nel suono
immortale e senza paura. Essendosi rifugiato, egli diviene immortale come gli dei. []

XIII. In verit il suono HA-U la Terra, il suono HA-I il vento, il suono Atha la luna, il suono
IHA (qui) significa s (perch qui il luogo dove si trova il proprio s), il suono I il fuoco, Agni.
Il suono U il sole, il suono E l'invocazione, il suono O-HO-I rappresenta i principi universali, il
suono HIM rappresenta Prajapati, YA il nutrimento, VAC il corpo dellEssere cosmico (Virat). Il
suono HUM, la tredicesima interiezione variabile, rappresenta lindistinto. []

Secondo Adhyaya
II. Si mediti sul quintuplice Saman come sui cinque mondi. La terra lo Himkara, il fuoco
Prastava, lo spazio intermedio lUdgitha, il sole Pratihara, il cielo Nidhana. Questo in
riferimento ai mondi in ordine crescente. Ora, con riferimento all'ordine decrescente: lo Himkara
il cielo, Prastava il sole, Udgitha lo spazio intermedio, Pratihara il fuoco, Nidhana la terra. I mondi,
negli ordini ascendenti e discendenti, vengono incontro propizi a colui che, sapendo questo, medita
sul quintuplice Saman come sui mondi. []

VI. Si mediti sul quintuplice Saman come sugli animali. Himkara le capre, Prastava le pecore,
Udgitha le mucche, Pratihara i cavalli, Nidhana gli esseri umani. Colui che, conoscendo questo,
medita sul quintuplice Saman come sugli animali, per costui gli animali arrivano e diviene uno che
conosce gli animali. []

XXIII. Prajapati medit sui mondi. Dai mondi su cui aveva meditato nacque il triplice Veda. Egli
medit su di esso, ne uscirono le sillabe sacre bhuh, bhuvah, svah. Egli medit su di esse: ne usc il
suono Om. Come tante foglie luna sullaltra, attraversate da una venatura, cos tutte le parole sono
attraversate dalla sillaba Om. Il suono Om tutto questo universo davvero tutto questo universo.

Terzo Adhyaya

XII. La Gayatri tutto, tutto ci che esiste. La parola la Gayatri, la parola tutto questo esistente
che canta (Gaya-ti) e protegge (Traya-te) tutto, tutto ci che esiste. Gayatri anche la terra, perch
tutto ci che esiste si fonda su questa terra e non la trascende. Quello che la terra, nellessere
umano il corpo, perch il prana si fonda su questo corpo e non lo trascende. Quello che il corpo,
certamente questo cuore, che allinterno dellessere umano, perch il prana si fonda su questo
cuore e non lo trascende.
Questa gayatri, con i suoi sei aspetti (gli esseri, la parola, la terra, il corpo, il cuore, il prana ),
comprende quattro pada. Ecco ci che dice un saggio a tale proposito: tale la sua grandezza; pi
grande il Purusha; un suo quarto comprende tutti gli esseri; dei suoi altri tre quarti fatta nel cielo
limmortalit. []

XIII. Ed ora, quel lume celeste che splende al di sopra di noi, che brilla di l da tutte le cose, di l
dalluniverso, nei mondi superiori oltre ai quali non vi pi nulla, questa luce , senza dubbio,
quella stessa luce che irraggia dentro luomo.

XIV. Tutto questo mondo Brahman. Con mente tranquilla, veneralo come ci da cui sei emerso,
ci in cui respiri, ci in cui tornerai. La persona consiste delle proprie intenzioni. Secondo le
intenzioni che ha in questo mondo, cos diviene alla propria dipartita, formi perci un'intenzione
corretta.
LAtman, il cui strumento la mente, il cui corpo il prana, la cui forma la luce, il cui pensiero
la verit, ci che contiene tutte le opere, tutti i desideri, tutti gli odori, tutti i gusti, ci che pervade
tutto questo mondo, silenzioso e libero da ogni istanza.
Questo Atman, situato nel cuore, pi piccolo di un granello di riso, o di orzo, o di sesamo, o di
miglio, o del nucleo di un grano di miglio. Questo Atman, situato nel cuore, pi grande della terra,
pi grande dell'atmosfera, pi grande del cielo, pi grande di tutti i mondi. Ci che contiene tutte le
opere, tutti i desideri, tutti gli odori, tutti i gusti, ci che abbraccia tutto questo mondo, silenzioso, in
stato di quiete, tutto ci questo Atman, situato nel cuore. Esso il Brahman. Con esso diverr
identico, lasciando questo mondo. Chi confida in ci va al di la del dubbio. Cos disse Sandilya. Si,
cos disse Sandilya! []

XVI. Una persona lofferta. Il suoi primi ventiquattro anni costituiscono la libagione del Soma del
mattino. Insieme con i Vasu, sfere degli elementi. Se si colpiti durante questo periodo da qualche
male, si dovrebbe recitare il mantra: "O sfere degli elementi, O Vasu, fate che questa libagione della
mattina della mia esistenza continui fino alla seconda libagione. Fate in modo che il rituale della
mia vita non venga interrotto quando sono circondato dal prana, dalle sfere degli elementi che sono
i Vasu. Cos spezza il suo male e si libera da esso. I quarantaquattro anni che seguono costituiscono
la libagione del Soma del mezzogiorno, insieme con i Rudra, divinit dello spazio e della vita. Se si
colpiti durante questo periodo da qualche male, si dovrebbe recitare il mantra: "O prana, O Rudra,
fate che questa libagione del mezzogiorno della mia esistenza continui fino alla terza libagione. Fate
in modo che il rituale della mia vita non venga interrotto quando sono circondato dal prana, dalle
energie vitali che sono i Rudra". Cos spezza il suo male e si libera da esso. Gli ultimi quarantotto
anni costituiscono alle libagioni della sera, insieme con i Principi sovrani, gli Aditya, divinit del
cielo. Se si colpiti durante questo periodo da qualche male, si dovrebbe recitare il mantra: "O
prana, O Aditya, fate che questa libagione della sera della mia esistenza continui fino alla fine. Fate
in modo che il rituale della mia vita non venga interrotto quando sono circondato dal prana e da
Adita, divinit del cielo. Cos spezza il suo male e si libera da esso. []

XVII. Coloro che hanno fame, sete, e si astengono dai piaceri, partecipano ai riti iniziatori. Coloro
che mangiano e bevono e gioiscono della vita partecipano allofferta. Coloro che sono felici, si
nutrono con cura e amano lamore, sono inni di gloria. Coloro che praticano lascesi, la carit,
lumilt, la non violenza e la cui parola verace, sono doni che vengono offerti. []

XIX. Il Sole rappresenta il Principio supremo, dapprima non manifesto, poi manifesto. In principio
questo universo era inesistente. Poi esistette, si svilupp. Si trasform in un uovo. L'uovo attese per
il periodo di un anno. Poi si apr. Met del guscio divenne d'argento, l'altra met d'oro. Ci che era
d'argento divenne la terra, ci che era d'oro, il cielo. La membrana spessa del bianco divenne le
montagne, la sottile membrana del tuorlo, la nebbia e le nuvole. I filamenti divennero fiumi, il
liquido allinterno divenne l'oceano. Ci che nacque allora fu Aditya, il sole. Alla sua nascita si ud
un gran clamore e da questo clamore scaturirono tutti gli esseri e tutti i desideri. Per questo al suo
sorgere e tramontare si sollevano immensi clamori. Tutti gli esseri e i loro desideri si elevano verso
di lui. Coloro che venerano il sole in quanto Assoluto sentono continuamente suoni meravigliosi e
sono pieni di gioia. []

Quarto Adhyaya

XVI. Ogni azione che purifica ha il carattere di unofferta rituale. Le sue due vie sono la mente e la
parola. Colui che conduce lofferta compie mentalmente tutta la cerimonia, mentre gli officianti e i
cantori pronunciano le parole. Se dopo aver iniziato l'inno mattutino si interrompe prima del verso
finale, egli non traccia che una via, laltra perduta. Come non si pu camminare su una gamba
sola, n un carro pu procedere con una sola ruota, allo stesso modo lofferta non pu procedere. Il
torto ricade sullofficiante, eseguire lofferta in maniera difettosa per lui un torto. Ma se, una
volta, cominciato linno mattutino, lofficiante non si ferma prima della fine, allora le due vie sono
tracciate, non ne manca una. Come ci si regge camminando sulle due gambe, o un carro procede su
due ruote, cos lofferta prosegue senza ostacoli. Cos colui che esegue lofferta poggia su una base
solida, lofferta migliora la sua condizione.

XVII. Prajapati cov i mondi; covandoli ne trasse le essenze: Agni (il fuoco) dalla terra, Vayu (il
vento) dallo spazio e Aditya (il sole) dal cielo.
Egli cov queste tre divinit; covandole ne trasse le essenze: il Rig-veda dal fuoco, il Yajurveda
dall'aria e il Samaveda dal sole.
Egli cov la triplice conoscenza; covandola ne trasse le essenze: Bhur dal Rig-veda, Bhuvah dallo
Yajurveda e Svah dal Samaveda.
Ecco perch se nel rituale vi un difetto nella metrica, occorre fare unofferta al fuoco domestico,
Garhapatya, pronunciando il mantra: "bhur Svaha". Grazie allessenza della metrica e alla natura del
Rig-veda si ripara il difetto. Se nel rituale vi un difetto nei contenuti, bisogna fare unofferta al
fuoco del Sud, Dakshina, pronunciando il mantra: "Bhuvah Svaha". Grazie allessenza dei contenuti
e alla natura dello Yajurveda si ripara il difetto. Se nel rituale vi un difetto negli sviluppi, nei canti,
si dovrebbe fare unofferta al fuoco dellEst, Ahavaniya, pronunciando il mantra: "Svar Svaha!"
Grazie allessenza degli sviluppi e alla natura del Samaveda si ripara il difetto. []

Sesto Adhyaya

I . C'era un tempo Svetaketu Aruni. Suo padre Uddhalaka gli disse: Pratica la brahmacarya presso
un Maestro, che non vi sia nella nostra discendenza un brahmana senza conoscenza sacra.
Svetaketu divenne perci un discepolo dall'et di dodici anni, studi tutti i Veda ed all'et di
ventiquattro anni torn a casa, superbo, fiero della sua erudizione.
Suo padre gli disse: Svetaketu, mio caro, tu sei ora superbo, fiero della tua erudizione. Ma hai mai
chiesto di ricevere quell'insegnamento che permette di udire l'inudito, di pensare l'impensato, di
comprendere ci che non pu essere compreso? Com, signore, questo insegnamento?
Mio caro, come se da un pezzo d'argilla si conoscesse tutto ci che fatto d'argilla, restando tutte
le diverse modificazioni nullaltro che distinzioni di nome e di linguaggio riguardanti una sola
realt, largilla; come se in un ornamento di rame potessi riconoscere tutto ci che fatto di rame;
e come se in un coltellino potessi riconoscere tutto ci che fatto di ferro (la distinzione
puramente verbale, solo un nome, la realt `ferro') cos, mio caro, questo insegnamento.
"Certamente i miei onorati maestri non sapevano questo; se infatti l'avessero saputo, perch mai non
me lo avrebbero insegnato? Ma ti prego, signore, insegnamelo tu. Cos sia, mio caro.

II. All'inizio, mio caro, nullaltro vi era che lEssere (sat), senza dualit. Altri dicono: All'inizio vi
era il Non Essere (a-sat), senza dualit; dal Non Essere nacque l'Essere. Ma, mio caro, come
potrebbe essere possibile? Come pu il Non Essere generare l'Essere? Al principio delle cose cera
lEssere puro, senza dualit. LEssere pens: Possa io diventare molti, possa io moltiplicarmi.
Cre il fuoco della mente (Tejas). Questo fuoco pens: Possa io diventare molti, possa io
moltiplicarmi. E apparve lOceano. Ecco perch quando si ha caldo si traspira, lacqua prodotta
dal calore. LOceano pens: Possa io diventare molti, possa io moltiplicarmi. E fece nascere il
cibo. Ecco perch quando piove vi cibo in abbondanza. []

VIII. Uddalaka, figlio di Aruna, disse a suo figlio Svetaketu: Lascia che ti spieghi, mio caro, la
condizione del sonno. Quando una persona dorme, essa assorbita nellAtman: perci si dice che
dorme, perch assorbita nellAtman. Come un uccello legato con una corda, dopo aver svolazzato
a destra e a sinistra senza trovare dimora, si posa infine sulla corda stessa, cos la mente, dopo aver
svolazzato a destra e a sinistra senza trovare dimora, si posa infine sul prana stesso; perch, mio
caro, la mente legata al prana. Lascia che ti spieghi, mio caro, la fame e la sete. Quando una
persona ha fame, perch lacqua ha portato via ci che la persona ha mangiato. Come si parla di
guidare le vacche, i cavalli o gli uomini, cos dellacqua si dice che ci che guida il cibo. A
questo proposito, mio caro, nota che il corpo un germoglio che spuntato, deve avere una radice.
Che altro potrebbe essere la sua radice se non il cibo? E ancora, mio caro, il cibo a sua volta un
germoglio la cui radice lacqua. E lacqua un germoglio la cui radice il calore. E il calore un
germoglio la cui radice lEssere. Tutte le creature hanno nellEssere la loro radice, la loro dimora,
il loro fondamento. Ora, quando una persona ha sete, perch il calore ha portato via ci che la
persona ha bevuto. Come si parla di guidare le vacche, i cavalli o gli uomini, cos del calore si dice
che ci che guida lacqua. A questo proposito, mio caro, nota che il cibo un germoglio che
spuntato, deve avere una radice. Che altro potrebbe essere la sua radice se non lacqua? E ancora,
mio caro, lacqua un germoglio la cui radice il calore. E il calore un germoglio la cui radice
lEssere. Tutte le creature hanno nellEssere la loro radice, la loro dimora, il loro fondamento. Di
come ciascuna di queste tre divinit nelluomo divenga triplice, mio caro, abbiamo gi parlato.
Quando una persona muore, la sua voce si ritrae nella mente; la mente si ritrae nel prana; il prana si
ritrae nel calore; e il calore si ritrae nella pi alta divinit. Ci lEssenza pi fine. E lAtman di
tutto il mondo. E la Realt. E lAtman. E tu sei ci. Questo il Vero. Questo lAtman. Che tu sei,
Svetaketu". "Ti prego, venerabile Signore, dammi di ulteriori istruzioni", disse il figlio. Cos sia,
mio caro rispose il padre.

IX. Come le api raccolgono il nettare di diverse piante e lo trasformano in miele, unificandone
l'essenza, cosicch non pi possibile distinguere, io sono il nettare di questa pianta, io sono il
nettare di quella pianta, cos, mio caro, tutte le creature senza saperlo ritornano all'Essere.
Qualsiasi cosa siano qui sulla terra, tigre, o leone, o lupo, o cinghiale, o verme, o mosca, o tafano, o
zanzara, esse sono ci. Qualunque sia questa essenza sottile, tutto luniverso costituito di Essa,
Essa la vera realt, Essa lAtman, e tu sei quello (Tat Tvam Asi) o Svetaketu.

XIV. Una persona portata via dal paese di Gandhra con gli occhi bendati e abbandonata in un
luogo deserto pu errare casualmente verso oriente, verso il settentrione o verso il meridione,
poich stata portata via con gli occhi bendati ed stata abbandonata con gli occhi bendati. Ma se
qualcuno gli toglie la benda e gli dice: `Gandhra in quella direzione, va' in quella direzione!',
allora, se una persona sensata, pu, chiedendo di villaggio in villaggio, ritornare a casa a
Gandhra.
Cos su questa terra colui che ha un maestro sa che dovr continuare finch non avr raggiunto la
conoscenza, la liberazione, ma poi arriver a casa. Qualunque sia questa essenza sottile, tutto
luniverso costituito di Essa, Essa la vera realt, Essa il tuo vero Atman, Essa sei tu o
Svetaketu. []

Ottavo Adhyaya

I. OM! In questa citt del Brhman (che il corpo) un sottile loto forma una dimora, dentro la quale
vi un piccolo spazio. Bisogna ricercare ci che vi dentro questo spazio (akasa), bisogna
desiderare di conoscerlo. E se qualcuno domanda: In questa citt del Brhman un piccolo loto
forma una dimora nella quale vi un piccolo spazio; che cosa essa racchiude che sia necessario
ricercare, che occorra desiderare di conoscere?. Bisogna rispondere: Questo spazio che si trova
allinterno del cuore altrettanto vasto quanto lo spazio che abbraccia il nostro sguardo. Luno e
laltro, il cielo e la terra, vi sono riuniti; il fuoco e laria, il Sole e la Luna, la folgore e le
costellazioni, e tutto ci che appartiene a ciascuno di loro in questo mondo e ci che loro non
appartiene, tutto ci vi riunito.
E se qualcuno dice: Se tutto ci che esiste riunito in questa citt del Brhman, tutti gli esseri reali
e tutti i desideri, che cosa di loro rimane, allorch la vecchiaia la raggiunge o allorch essa viene
distrutta?. Bisogna rispondere: Il Brhman non raggiunto da vecchiaia, non colpito dal colpo
che lo distrugge. Essa la vera citt del Brhman: tutti i desideri in lei sono riuniti. Questo
lAtman puro di qualunque peccato, libero da vecchiaia, da morte, da dolore, da sofferenza, da
fame, da sete, i cui desideri sono tutti realt. Allo stesso modo che le creature in questo mondo si
comportano seguendo una autorit, e tendono verso un particolare oggetto desiderato, scegliendosi
un paese o una regione, in cui vivono. E come in questo mondo si consuma ci che si acquisito
mediante le azioni, egualmente nellaltro mondo si consuma ci che si acquisito mediante le
buone opere. Perci coloro i quali passano per questo mondo senza riconoscere lAtman e, per
mezzo suo, i desideri che sono realt inverata, costoro vivono in tutti i mondi senza potere ci che
vogliono. Ma coloro i quali, vivendo in questo mondo, riconoscono lAtman e, per mezzo suo, la
effettuazione dei desideri, costoro in tutti i mondi possono ci che vogliono. []

IV. Questo Atman un ponte che unisce questi mondi per impedire di disperdersi. N le notti n i
giorni, n la vecchiaia, n la morte, n il dolore, n la sofferenza, n le buone n le cattive azioni
possono attraversare il ponte.
Tutti i mali recedono da esso; perch il mondo del Brhman fuori dalla portata del male. Questa
la ragione per cui, attraversando tale ponte, la tenebra si tramuta in giorno. Perch il mondo del
Brhman non che mondo di luce. Il mondo del Brahman appartiene a coloro che lo realizzano con
la brahmacarya; per essi si realizza la libert in tutti i mondi. []

VII. LAtman liberato da ogni peccato, che non sottoposto a vecchiaia, a morte, a sofferenza, a
fame, a sete, i cui desideri ed i cui pensieri sono realt, questo ci che bisogna cercare, questo
che bisogna desiderare di conoscere. Acquista tutti i mondi, realizza tutti i desideri, colui il quale
raggiunge questo Atman e lo conosce. Cos parl Prajapati. []
Invocazione conclusiva

Om! Possano le diverse parti del mio corpo, la mia lingua, il prana, gli occhi, le orecchie e la mia
forza e anche tutti gli altri organi di senso essere nutriti! Tutto, infatti, Brahman, come viene
dichiarato nelle Upanisad. Possa io mai negare Brahman! Possa Brahman non essere mai negato da
parte mia! Possa non essere mai smentito da parte mia! Possano tutte le virt descritte nelle
Upanisad essere vicine a me, che mi dedico allAtman! S, possano tutte essermi vicine! Om! Pace!
Pace! Pace!

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