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Al primo punto troviamo “lo scatolone” l’esterno del museo, come esso si presenta. Quindi
si chiama un grande architetto che crei un bel packaging, una vetrina per vendere meglio il
prodotto.
Creare un brand. Il Guggenheim è un brand non solo grazie alla sua collezione ma anche
grazie al nome che ha, basta il suo nome per andarlo a visitare, a prescindere dal
contenuto, perché il nome fa da garanzia
Spettacolarizzazione delle mostre con grandi opere ed installazioni, un qualcosa che esiga
la presenza del pubblico.
Queste cose ci fanno riflettere su un principio interessante: a lungo si è parlato
dell’economicizzazione della cultura, di come la cultura si trasformi in oggetto da vendere, in
merchandising, diventa un volto di massa. Tutta la critica della scuola di Francoforte dagli anni
30 in poi ci dice come la riproducibilità abbia reso la cultura un qualcosa per le masse, con
accezione negativa. Nasce cosi l’esigenza di differenziare la cultura, in cultura alta, d’elite, di
avanguardia e bassa, di massa, omologata. Il problema per noi è la cosiddetta culturalizzazione
dell’economia. Il mondo economico nel quale siamo immersi è cambiato perché sono nati dei
nuovi bisogni, figli dell’obsolescenza programmata. I prodotti devono invecchiare perché il
mercato è saturo, differentemente da epoche passate in cui gli oggetti erano realizzati per
durare. Lo spettacolo è la merce ad un tale grado di cumulazione da diventare immagine.
Abbiamo dei bisogni indotti. I nuovi bisogni della contemporaneità, secondo Domenico de
Masi sono:
Intellettualizzazione
Creatività
Estetica
Soggettività
Emotività
Virtualità
Androginia
Qualità della vita
Cultura
Non sono in qualche modo bisogni che noi, storicamente, a partire dal rinascimento, colleghiamo
all’arte? Oggi sono esigenze di tutti e non solo di una classe agiata, e che tendiamo ad applicare a
qualsiasi cosa, è l’economia che si sta culturalizzando. Umberto Eco nel 1983 dice: “c’erano una
volta i mass media, erano cattivi si sa, e c’era un colpevole” le cose sono cambiate e dobbiamo
interrogarci su quello che vediamo e viviamo. Il capitalismo cognitivo o biocapitalismo ha scoperto
che il valore risiede nelle identità, nelle esperienze, nei significati degli individui, e che si vuole
avere sempre nuovi modelli che aumentino le identità, le esperienze. I soggetti vogliono acquistare
nuovi significati ed esperienze, l’economia e l’industria lavorano in questa direzione, campi in cui
prima operava solo l’arte, mentre oggi tutto lavora in funzione di questo, non solo l’arte.
Video “dal fordismo al postfordismo”
A partire dai primi decenni del 900 nasce il modello fordista, che prevede la realizzazione di
grandi fabbriche in modo da aumentare la produttività e ridurre i costi. Per realizzare
questo modello bisogna disporre di un gran numero di lavoratori a cui vengono affidati
lavori semplici e ripetitivi, in cambio vengono forniti delle garanzie e dei benefici, oltre che
allo stipendio. Qui nasce il contratto di lavoro a tempo pieno. Il salario è pensato per far si
che il lavoratore diventi anche acquirente. Tra gli anni 50 il mercato si riempie di prodotti
seriali, nascono così beni diversi, differenziati. Il progresso tecnologico fa produrre a prezzi
sempre più competitivi, si specializzano e diventano settoriali, il ciclo vitale dell’oggetto si
accorcia. La grande fabbrica non è più necessaria, nascono le piccole imprese che si
concentrano su attività centrali e appaltando le altre a società di servizi. Questo fenomeno
si intensifica negli anni 80. Il processo di produzione è basato su piccole imprese
specializzate nei loro settori. Le imprese costruiscono stabilimenti produttivi in altri paesi.
La variabilità della domanda non riduce solo il ciclo di vita dei prodotti ma anche delle
imprese, l’esempio è quello delle imprese di cassette VHS che sono sparite perché non più
al passo coi tempi. Il lavoro è sempre meno operaio, i tempi di lavoro sono legati alla
domanda, il contratto a tempo indeterminato non sempre risponde a questo modello
produttivo. Attualmente è difficile che una persona lavori per tutta la vita in una stessa
impresa. I lavori offerti oggi si svolgono in condizione di maggiore libertà.
Marx parte a teorizzare l’economia dal plus valore e Baudrillard sostiene che l’economia parta
dallo scambio. Gli oggetti hanno valore identitario che noi gli attribuiamo. Quando il mondo
dell’economia pubblicizza un oggetto, in realtà pubblicizza un mondo. Quella di oggi viene
chiamata economia cognitiva, il mercato si riempie di significati simbolici e si smaterializza.
Divario: è aumentato il divario tra fasce molto ristrette di super ricchi (in arte i super
collezionisti e i grandi artisti internazionali), e una massa in difficoltà (piccoli collezionisti,
una fascia di creativi o artisti precari o sottopagati).
Speculazione: si sono diffuse speculazioni economiche e la ricerca di facili guadagni
(oscillazioni borsistiche, day training, nel mercato economico) e investimenti su artisti alla
moda in un dato momento che nelle aste superano nei prezzi anche artisti consolidati
(compro le loro opere perché mi è stato consigliato come facile guadagno, per poi
rivenderle).
Basso investimento alta resa: molto spesso gruppi di affaristi in ambito borsisitico ed
artistico, hanno perpetrato investimenti a basso costo per avere tentare, in futuro, di avere
un grande profitto economico. Molto spesso le opere di giovani promesse vengono
comprate a tappeto, nella speranza che anche solo una di quelle riesca a diventare
importante, e che possa essere piazzata ad un prezzo altissimo, se così non dovesse essere
non si è perso molto, perché l’investimento è minimo. Se dovesse andare bene invece, e si
riesce a piazzare una di quelle opere comprate a basso prezzo, ad un prezzo molto
maggiorato, copriranno i costi di tutti gli altri e se ne ricava un guadagno.
Assenza di indipendenza. Ci sono spesso entità terze che devono fare da giudice, che
dicono quanto quell’azienda sia affidabile, ma alla fine sono coinvolte direttamente in
quella data azienda, non sono quindi oggettive nel dare il proprio giudizio (il gallerista che
si esprime su un dato artista che però ha in galleria, creando un conflitto d’interesse).
Sostegno del credito: il ruolo del museo è sempre più simile a quello di una banca centrale,
che possono decidere le politiche monetarie (aumento il tasso di interesse ad esempio). Il
museo sceglie le politiche (puntare su artisti consolidati o su giovani artisti). Se il museo
dice che farà delle mostre su un giovane artista, o conferisce il premio ad un’artista, in
qualche modo sta dicendo anche agli investitori “garantisco io”
Mercato globale: mercato finanziario e artistico sono di tipo globale, posso agire superando
gli intermediari e a distanza.
Mercato orientale: ha sempre più maggiore rilevanza, ormai la Cina è la seconda economia
mondiale ed il secondo mercato dell’arte, preceduto dall’America. L’ingerenza del gigante
Cinese è importante tanto nel mondo dell’economia, che nel mondo dell’economia
artistica. Il mercato orientale acquista le opere impressioniste e post sin dagli anni ’80,
modificando l’assetto del mercato e prediligendo un’arte diversa. È un mercato in crescita,
fonte di grandi guadagni.
Franco Berardi Bifo ci parla di impalpabilità del mondo della finanza, interessante per una
distinzione nell’ambito artistico: cosi come l’arte è diventata concettuale e si è smaterializzata,
anche l’economia si è smaterializzata. Parliamo di deterritorializzazione (aziende come Google,
Facebook, Amazon, si dematerializzano, vendono in un luogo avendo una sede differente). La
finanza è un effetto della virtualizzazione della realtà, è una manifestazione di una realtà virtuale.
La ricchezza oggi è immateriale, un tempo il denaro era la moneta con il suo equivalente in oro o
in metallo, non è facile identificare i capitalisti finanziari, un tempo negli anni 70 c’era il nemico, il
capitalista cattivo (l’operaio contro il ricco) oggi il denaro è nelle mani della finanza internazionale,
ma quale volto si cela dietro? La ricchezza finanziaria prima era legata ad una persona, al
latifondista, a colui che aveva la fabbrica, chi aveva i gioielli, chi possedeva. Oggi la finanza si è
dematerializzata, la ricchezza non si tocca più come prima, sono numeri. Il denaro non è più
generato dalla banca ma dalla ricchezza di credito. La ricchezza finanziaria è virtuale perché dietro
non c’è il bene fisico. La finanza è un effetto del linguaggio. L’anno scorso un’azienda americana
che produceva attrezzi ginnici, se ne esce con una pubblicità sessista, lo sdegno sui social ha fatto
perdere a quell’azienda milioni di dollari. Non ha perso in borsa per un evento catastrofico o una
perdita tangibile (come la perdita dei lupini in seguito alla mareggiata, nei Malavoglia) non
abbiamo più il capitalista che è il nostro nemico, a cui tirare i sassi. Sono le idee che producono
effetti immediati, quindi il linguaggio (come nel caso della pubblicità sessista) ha una potenza in
grado di elevare o affossare una data azienda.
Uno di questi criteri è la temporalità -> in ognuna di queste ha una direzione verticale o
orizzontale. ES: arte antica, moderna e contemporanea
Geografica – legata al mercato internazionale, nazionale e locale
I distributivi – divisione tra mercato primario e mercato secondario perché la distribuzione
del mercato ha varie categorie
Tipologici – non solamente temporali ma legati alla tecnica, un mercato legato alla
fotografia, una alla pittura e uno alla performance. Anche questo è un tipo di
segmentazione, all’interno ci saranno dei player più o meno ricercati
Qualitativi – è legata alla qualità relativa alle singole opere. Per esempio ci sono i grandi
capolavori degli artisti ecc. così che il livello qualitativo è anche all’interno di ogni artista,
avrà delle produzioni diverse.
Economici – diverse fasce di prezzo. Ad esempio gallerie che vendono opere da 50 mila
euro in più altre che lavorano con bassa gamma (bassa gamma 3.000-50.000 gamma media
50.000- 100.000 e fascia alta 100.000-500.000)
Nelle aste il mercato gioca un ruolo fondamentale ma se parliamo di segmentazione di mercato le
aste sono le prime a segmentare il mercato e renderlo classificatorio per lotti
1. Maestri antichi, dall’inizio fino alla fine del 700
2. Maestri 19esimo secolo, da Delacroix e Turner dal post-impressionismo
3. Arte moderna avanguardie
4. Arte del dopoguerra
5. Arte contemporanea
Anche all’interno degli stessi mercati ci sono delle suddivisioni
Multipli, si considera il prezzo base dell’opera diviso per il numero di tirature. Anche se fino
a 6 esemplari a livello di mercato viene considerata come originale, non è un “pezzo unico”
ma bisogna parlare di esemplari. Non vale per la pittura ne per la litografia ne per la
serigrafia ne per le acqueforti, ma invece vale per opere polimateriche tipo una scultura
che è un calco, se si tirano oltre 5 copie è un multiplo. Altrimenti no
Biffatura – è una specie di marchio notarile, è una specie di taglio che si sfregia con un
taglio per non poter più riprodurle. Quelle fatte prima sono originali quelle dopo non
possono andare sul mercato. Esempio Vittorio sgarbi con le opere di Cascella: una tv
(telemarker) aveva messo sul mercato delle litografie di Michele Cascella dando vita alla
truffa: gli eredi di cascella e telemarker avevano messo sul mercato delle lastre in più. In
che modo? Finito le copie concordate ne hanno stampate di nuove con la stessa matrice
che non era stata biffata. Il costo è dato dalla quantità di esemplari (1/100) ma se il
gallerista ristampa quella stessa lastra ce ne saranno due copie. Il problema è che
telemarker non tutelava gli artisti ma era interessato al prodotto.
COPIE E FALSI Altre anomalie sono le repliche degli artisti del passato (esempio De Chirico e
Duchamp). De Chirico perché negli ultimi anni di vita cominciò a replicare le opere già fatta
e ridipingere opere già fatte (seconda metafisica). Abbiamo delle opere simili ma fatte a
distanza di 50 anni e hanno un valore notevolmente diverse sebbene siano autografe.
Duchamp perché molto probabilmente l’orinatorio originale fu gettato, poi la maggior
parte erano rimasti nel suo studio di ny (lo dice alla sorella in una lettera chiedendole di
non buttarle) che poi la sorella butterà. Dell’Orinatoio ha autorizzato che ne fecero altre
copie, la prima copia nel 50 fino al 64. Non c’è nemmeno la mano dell’artista perché
vennero commissionate. Oppure le opere vengono retrodata, è una pratica moto
frequente soprattutto nelle avanguardie. Anche Cesare Brandi si interroga sul concetto di
falso facendo l’esempio sul Marcantonio del Campidoglio, ciò che differenza un falso è
l’intento dell’autore.
Un'altra anomalia è il coefficiente artistico. È un tentativo di rendere valutazione per
rendere “certo” il valore dell’opera. Di solito gli artisti partono da un coefficiente 0.3 a un
massimo di 3. Poi i criteri sono altri per opere più importanti. Conta il curriculum dell’opera
e chi è stato il precedente proprietario. Il rapporto tra gallerista e artista si fonda sulla
fiducia e sul contratto che hanno stipulato insieme.
Vediamo ora la differenza tra mercato primario e secondario. Primario è il primo acquisto che si fa
del prodotto, il secondario sono gli acquisti altri. Il primario: l’artista vende direttamente al
gallerista o al collezionista, nessuno prima è stato proprietario di quel prodotto. Accade tutto per
la prima volta. Il secondario: rivende. Raggiungere il mercato secondario è in mano ad un altro tipo
di galleria, abbiamo un artista (raro) o un mercante che mette all’asta e che vende ad un
collezionista ad un museo. vende qualcosa che è già stato acquistato. Questo vuol dire che il
mercato di è stabilizzato e che è facile vendere un prodotto “di seconda mano”. Nel mercato
secondario l’opera passa attraverso l’asta ad un mercante o ad una galleria.
Ci sono delle tipologie di artista anche a seconda delle operazioni tra il valore potere
monopolistico e di mercato. Non sempre il prezzo equivale al valore ma equivale al prestigio e alla
condizione elitaria dell’artista.
Konstkompass è una classifica con un punteggio dell’importanza degli artisti che tiene conto di
diversi parametri, tra cui qui anche le mostre. Si contano quante mostre hanno fatto, i cataloghi
ecc. ad esempio le case d’asta non contano. Questa classifica non segue troppo gli andamenti del
mercato. Cerca di rompere l’equazione prezzo = valore.
D’altra parte c’è un'altra classifica che vede il fatturato annuo. Oppure un altro metodo di
informazione è vendere in che posto sono state fatte le mostre. Ad esempio sapere che ha esposto
più nei musei vuol dire che è storicizzato, oppure sapere che la maggior parte delle opere sono
proprietà delle gallerie vuol dire che ha un buon mercato.
Sesta lezione, venerdì 30 Aprile
Il primo player dell’arte, ovvero il produttore, è l’artista. È colui senza il quale il mercato non
potrebbe esistere ma, paradossalmente, non è il player più forte all’interno del sistema.
L’artista:
La formazione scolastica
i) Requisito non sufficiente
ii) Valutare bene la qualità della formazione
iii) Primo contatto con il mondo dell’arte
iv) Possibilità di lavorare come prima battuta sul proprio capitale relazionale oltre che su
quello prettamente formativo (a livello di ricerca personale).
Capacità di vivere del proprio lavoro, parametro importante perché offre maggiori
garanzie. Tutti i parametri sono utili ma non univoci. Il mercato dell’arte è fatto da diversi
players, non basta un unico player potente per imporsi sul mercato.
i) In America si calcola che circa 200.000 artisti vivano del proprio lavoro, ma solo 300
entrano nel mercato secondario.
Altre fonti di finanziamento:
I. Insegnamento
II. Grafica editoriale e pubblicitaria
III. Fotografia pubblicitaria e di moda
Quella degli artisti è una carriera aleatoria, volatile ed estremamente competitiva, c’è un rischio di
successo solo effimero molto elevato, mantenere alto il livello può essere un problema. È
abbastanza facile entrare ma è difficile rimanere e farsi notare. non è un sistema blindato, si
possono conoscere i player ma bisogna rimanere credibili. Non c’è una ricetta, le variabili sono
molte. L’unico consiglio che può essere dato è quello di evitare l’inautenticità, bisogna essere
autentici, originali, caparbi e costanti.
I vari cicli di riconoscimento: Allan Bowness nel 1989 ci indica vari passaggi.
Cerchia dei pari: compagni di studi, cenacolo, gruppo d’avanguardia. Nascita di riviste, blog,
spazi autogestiti. Per prima cosa sono i tuoi colleghi che ti riconoscono come bravo artista.
Sono gli stessi compagni di corso che si riconoscono a vicenda e collaborano insieme.
Questo è un livello indispensabile. Spesso un gallerista per acquisire un’artista nella sua
galleria, si fida del parere degli altri artisti.
Critica: tecnico o curatore che riconosce il talento e segue il lavoro dell’artista. Spesso è il
primo gate keeper che si incontra. Più è importante, più l’artista sarà facilitato ad entrare
nel sistema.
Il mercato: i criteri di scelta di un gallerista tendenzialmente sono: validità artistica, capitale
relazionale, ambizione, affidabilità. Può essere importante il luogo in cui si sceglie di
abitare, la frequentazione di vernissage ed eventi. Il gallerista quando punta su un artista fa
un investimento, sarà suo interesse farlo crescere, l’artista deve essere però serio, con
voglia di crescere, ne va dell’immagine della galleria e del gallerista, della sua serietà nel
mercato dell’arte.
Grande pubblico: la consacrazione di un museo, la frequentazione di media di massa,
portano l’artista alla conoscenza di un pubblico ampio. Diventare noto ai più è il livello più
alto raggiungibile da un artista.
5 strategie di comportamento di un artista:
La mondanità
Lo scandalo
L’occultamento (sia delle opere sia dell’artista) es: Cattelan
L’artista maledetto
L’impegno (È il sottotraccia di tutte le altre strategie. La costanza è una buona strategia).
Vantaggi nel fare l’assistente ad una artista celebre:
Apprendere tecniche e modalità lavorative
Accedere ad una rete relazionale già consolidata
Comprendere le dinamiche del sistema.
Il rischio è di fare l’assistente a vita, magari sei ben pagato e diventi sempre più indispensabile, e
puoi decidere di fermarti a fare quello, se però vuoi fare l’artista autonomo devi avere il coraggio
di andare per la tua strada. Può capitare che il tuo maestro non ti aiuti in questo senso per non far
sì che tu l’abbandoni.
Alcuni consigli pratici sulle modalità di comportamento di un giovane artista
I modi, il comportamento
Capitale relazionale
I social media, siti web
Il portfolio
Esistono varie tipologie di cicli vitali di un artista o di un movimento:
Il miglior modo per predire il futuro è creare il mercato. Il mercato ha delle linee guida. Il gallerista è quella
figura che lavora nel mercato primario e si occupa attivamente di promuovere gli artisti con cui lavora.
Lavorare nel mercato secondario aiuta invece il gallerista ad avere un utile per far incrementare.
Angela Vettese in Artisti di diventa parla dei sistemi di compra-vendita riguardo la figura dell’artista.4