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LA VITA

Petrarca nacque ad Arezzo il 20 luglio 1304 da una famiglia fiorentina di condizione borghese. Il
padre era notaio ed era stato mandato in esilio dopo che i Guelfi neri si erano impossessati di
Firenze. Francesco già a sedici anni intraprese studio giuridici ma la sua vocazione già si vedeva
che era la letteratura allora senza terminare gli studi tornò ad Avignone. Qui si dedicò allo studio
degli scrittori classici e accanto a se teneva sempre un piccolo libro: Le confessioni di sant'
Agostino. Questo ci fa capire la sua grande spiritualità cristiana e l'amore verso i classici.

La lingua che lui utilizzava era il latino ma parallelamente scrisse anche delle opere in volgare
facendo riferimento a poeti del Duecento e anche a Dante.

La vita del giovane Petrarca quindi non era occupata solamente dagli studi ma egli godeva anche
si una certa sicurezza e protezione in quanto aveva preso le cariche di un chierico ma non per una
scelta spirituale, ma per una scelta economica in quanto in questo modo avrebbe eriditato
l'eredità della zia.

Al bisogno di questa sicurezza, si contrapponeva però una curiosità incessante di conoscere, che
lo spingeva a viaggiare e lui considerava un viaggio un'occasione per arricchire la propria
cultura.

Tuttavia questa voglia di conoscere lo spinse anche a chiudersi in se stesso ricercando la


conoscenza di sè. Ciò lo portò a Valchiusa, poco lontano da Avignone, dove si dedicò alla
letteratura e ciò che i latini chiamavano otium e da questo otium nacquero la maggior parte delle
sue opere sia in latino che in volgare.

Poco dopo Petrarca cadde in una crisi religiosa in quanto il fratello si ritirò in convento, questa
crisi si tradusse in un processo emotivo senza sbocco risolutivo ed è proprio qui che mette a nudo
i problemi psicologici e la sua umana debolezza rifugiandosi ancora una volta nella letteratura.

L'impegno letterario è però anche u impegno politico in quanto Petrarca vive i problemi del suo
tempo e mira a inciderli proprio in quanto intellettuale. Egli usa infatti il suo prestigio e la sua
eloquenza per riportare il papa a Roma e per bollare la corruzione della Curia avignonese e
incitare la Chiesa e riprendere la sua purezza originaria e si rivolge a Carlo IV di Boemia perchè
scenda in Italia a ristabilire l'autonomia imperiale.

Petrarca viaggia ancora per l'Italia e si stabilisce ad Arquà, vicino ai colli Euganei, per sfuggire a
una pestilenza. Petrarca muore nella notte tra il 18 e il 19 luglio del 1374 e la leggenda vuole che
la morte lo abbia colto chinato su uno scritto del tanto amato Virgilio.

LA POETICA
La scrittura per Petrarca è infatti soprattutto uno scavo intertiore, un'analisi psicologica del suo
animo. Le sue liriche infatti ci consentono di addentrarci nei labirinti della sua anima.
Differenze tra Dante e Petrarca

- Entrambi i poeti sono stati fortemente influenzati dal contesto socio-politico in cui hanno
vissuto, ed è proprio questo che ne delinea le principali differenze.

Petrarca è un uomo di un età di crisi in quanto vive in un contesto di grande passaggio, al confine
tra Medioevo e Umaniesimo, nel pieno delle Signorie italiane. La sua donna, Laura, è una figura
terrena, che spinge l’uomo a desideri e pensieri molto reali ma non accettati dal contesto storico.
L’amore diventa quindi qualcosa di doloroso e represso, ed è così che Petrarca lo esprime nelle
proprie opere. Da questa realtà storica deriva un grande dissidio interiore e una personalità
tormentata da contraddizioni irrisolute.

Dante invece è un politico attivo, inserito all’interno della lotta tra Guelfi e Ghibellini della
Firenze di fine 1200. Schierato con i Guelfi Bianchi, crede fermamente nei valori della Chiesa ed
è radicato al suo tempo. La sua immagine di donna, Beatrice, è una creatura angelica, eterea, la
cui vicinanza lo avvicina al Paradiso

- Petrarca in oltre a differenza di Dante usa una lingua selezionatissima, evitanto la maggior
parte delle volte il volgare.

- Dante assimila le figure e i temi della lettura classica e li adatta alla sua relatà, come per
esempio le figure mitoligiche protettrici dei cerchi, mentre Petrarca si accosta ai testi antichi con
maggior senso della prospettiva storica.

- Dante è un poeta plurilingiustico in quanto usa una mescolanza di vari stili (focalizzazione,
descriziopne dinamica, racconti di secondo grado ecc..) Petrarca invece è un poeta
monolingiustico e ci propone una norma lingiustica in latino raffinata ed elegante.

Petrarca quindi si pone all'origine di un filone che percorrerà la nostra letteratura sino al
Novecento, caratterizzato dal culto della perfezione formale.

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