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Lo squalo da 12 milioni di dollari

D. Thompson

D. Thompson intende con:


ARTE MODERNA 1900  1970
ARTE CONTEMPORANEA 1970 IN POI

Impossibilità fisica della morte in un essere vivente – brandig ha sostituito il giudizio critico  usa today
2006 a cura di Staachi alla Royal Academy Londra, galleria pubblica nata nel 1798 (YBA)

Brand, marchio: perché nasce? Per rassicurare. Tutti i player si affidano alla sicurezza del brand. Gallerie di
brand: Gagosian, White cube, Galleria continua. Case d’asta di brand: Christie’s e Sotheby’s (spesso
concedono anche delle agevolazioni se il prezzo dell’opera venduta è importante: che non sia attribuito il
costo dell’assicurazione, o le commissioni di vendita). Artisti di brand: Wharol, Hirst, Koons. Musei di brand:
Moma, Tate, Guggenheim (quando il museo espone un artista, il brand trasmette prestigio che si chiama
provenienza – proprietari, collezionista precedente, musei che l’hanno esposta). Città di brand: NY, Londra,
centri dell’arte dove il branding è più evidente. Nell’arte contemporanea non sei nessuno se non sei
brandizzato. Il brand aggiunge valore. Il valore è determinato dal brand. Un tempo questo concetto era
associato ai beni di consumo (coca cola o Nike)  ora è esteso all’arte contemporanea perché anche l’arte
è un bene di consumo. Le opere d’arte sono beni di consumo ma anche beni di posizionamento: posizione
sociale.

Prezzo: emerge dalla reputazione dell’opera, provenienza, brand, qualità e quantità, dimensioni.

ASTE DI BRAND (C. & S.)

L’asta è un evento: generalmente avvengono in due serate consecutive. Spostamento e voglia di comprare
e aggiudicarsi un lotto. Nel 2007 un Rothko toccò il prezzo più alto: 72,8 milioni, l’opera è stata di proprietà
di Rockfeller e della nipote di uno dei tre fondatori del moma  plus valore di provenienza.

GALLERISTI DI BRAND

Luogo elitario, non amichevole per chi vuole guardare senza comprare. Un esempio di ambiente progettato
come un white cube è Gagosian a Londra.

Caratteristiche di un gallerista di brand: possono anche non essere laureati, hanno capitale a disposizione,
contatti, capacità di scegliere gli astisti vendibili, abilità nel promuovere il proprio brand, atteggiamento
aggressivo, carisma.

Le gallerie scelgono: avere molti artisti oppure specializzarsi

GALLERIE – classifica e strategia

Un artista entra nelle gallerie dopo aver già fatto delle mostre (solitamente nel suo studio). La prima
personale dell’artista è nello studio  galleria tradizionale, farsi conoscere ed entrare nel mondo dell’arte
(2 anni dopo la fine degli studi) – bisogna trovare un finanziatore che maturi interesse nella promozione
dell’artista – fare promozione per aumentare le vendite – i 4/5 delle gallerie tradizionali chiude dopo 5 anni
di attività – possono trovarsi nelle città di brand. La strategia è acquistare maggior numero di opere in
conto vendita, non fa investimenti non sicuri in nuovi artisti, a volte stipulano contratti per obblighi a lungo
termine galleria di brand
CLASSIFICA DELLE GALLERIE

1. Galleria di brand
2. Galleria tradizionale
3. Galleria commerciale o cooperative di artisti  artisti rifiutati dalle tradizionali o non ancora pronti
4. Affittacamere/gallerie negozio

Svantaggi per l’artista, aspetti negativi: la galleria si tiene una percentuale (commissione) quasi sempre
pari al 50% della vendita. Casi storici J. J. e Leo Castelli + la galleria segue le tendenze del mercato, acquista
quello che sa può piacere + cresce parallelamente all’artista (meriti) + stipendi, pretesa della produzione,
prestiti.

Il catalogo: importante fonte e documentazione per l’artista, deve essere perfetto, accresce prestigio. Oltre
i soldi gli artisti vogliono pubblicazioni su riviste.

Il gallerista: ha un ruolo fondamentale  può far aumentare le quotazioni. Rappresentanza degli artisti
nelle gallerie: Problemi se un artista si fa rappresentare da più gallerie: 1. Sfiducia dell’acquirente 2.
Nessuna galleria investirà il 100% in un artista che non domina 3. Pubblicità e fama anche per le altre
gallerie  fa un servizio di cui godono anche altri

I diritti dell’opera: galleria di brand rimangono all’artista – galleria commerciale vengono ceduti (ricavi nel
tempo)

Figura del consulente e venditore d’arte: lavora con un proprio ufficio come agente nel mercato
secondario come consigliere di un collezionista. È una figura non specifica, un tempo era collezionista o
gallerista. Fa da tramite per negoziare i prezzi. Ha un ruolo nelle ferie, spesso fa trattative al telefono tra
gallerista-acquirente. Fa da mediatore. Sono frequenti cause legati tra galleristi e venditori.

MERCATO SECONDARIO è interessato alle opere d’arte contemporanea (dal 1970 in poi) perché quelle di
arte moderna (1900-1970) sono rare da trovare, hanno prezzi esorbitanti. Queste si donano ai musei, chi le
ha se le tiene. L’arte moderna sta sparendo dal mercato secondario perché sono destinare ad essere
musealizzate: 1. Musei mecenati potere territoriale 2. Collezionisti che le donano ai musei.

Per queste ragioni non si bada a spese (ultima chance). Non hanno un grande giudizio estetico il loro valore
è dato da appartenere a quella categoria. Mistica dell’artista. Più alto prezzo pagato 2006 Pollock 140
milioni. La storia dell’arte è stata riscritta, dice T., con un libretto per assegni. Gli artisti che raggiungono
questo record sono 1% (ci sono artisti che non riescono a sbarcare il lunario).

ARTISTI DI BRAND

D. HIRST

WHAROL

EMIN

KOONS

CHARLES SAATCHI: COLLEZIONI DI BRAND

ASTE DI BRAND

LE FIERE

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